-
Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano
Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.
-
Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano
Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.
-
Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano
Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.
-
Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano
Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.
-
Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano
Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.
-
Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano
Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.
-
Libro/E-book: A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina
Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell‘incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l‘uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all‘era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono.Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato. I Sumeri, gli Egizi, i Maya, gli Inca, le civiltà indiane, tutte culture che hanno avuto un livello tecnologico superiore per quel tempo. I miti Babilonesi, la cultura Greca con la sua mitologia, i miti delle popolazioni nordiche, le leggende delle popolazioni precolombiane, (persino nella Bibbia, vedi Genesi o Apocalisse), parlano di esseri soprannaturali, di eventi immani, (come un grande diluvio). Anche in questo periodo alcuni popoli che vivono allo stato primitivo, come ad esempio i Dogon del Mali, hanno conoscenze astronomiche cui l‘uomo moderno ha avuto accesso solo dopo con il progredire della tecnologia. E' nell‘era moderna che la tematica si sviluppa maggiormente. Dal Novecento ad oggi è un susseguirsi di prove, fatti, avvistamenti; l‘episodio di Roswell è il più indicativo. Gli U.S.A. sembrano la nazione che nel secondo dopoguerra abbia beneficiato maggiormente del contatto con gli alieni. L‘oscurantismo della Guerra Fredda, dominante sino a qualche anno fa è crollato. Tutte le Intelligence delle maggiori potenze mondiali stanno rivelando al mondo dossier segretati sino a qualche tempo fa, (in vista forse del 2012, che secondo un‘antica profezia Maya segnerà l‘inizio di una nuova era). Anche il Vaticano ha ammesso la probabile esistenza di extraterrestri, con i relativi problemi etico-religiosi che ne possono derivare. Se esistono gli alieni, e se ci hanno creati loro, esiste anche un Dio Creatore, come lo intendiamo noi? Che cosa succederebbe se così non fosse? La Chiesa sa la verità e non la vuole rivelare? Oppure sia noi che gli alieni facciamo parte di un unico progetto divino? Abbiamo un‘anima? Che cosa succede dopo la morte? L‘aldilà è forse un‘altra dimensione o un Universo parallelo dove i mondi s‘incontrano? Perché (come dicono alcuni ricercatori) gli alieni ci studiano? Che cosa cercano nell‘uomo? Le grandi potenze mondiali ne sono informate? Tutti interrogativi cui non è possibile a oggi dare una risposta certa, però si può provare a dare diverse, probabili soluzioni.
-
Libro/E-book: Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano
Sinossi: Le indagini del Maresciallo Ascali - L'usuraio Benvenuti nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, dove le indagini del Luogotenente dei Carabinieri Roberto Ascali si addentrano ancora una volta nelle pieghe oscure del tessuto sociale. In questo nuovo capitolo, intitolato "L'usuraio", l'arrivo di un certo Colajanni Eduardo nella caserma dei Carabinieri dà il via a un'indagine che promette di svelare inquietanti connessioni. Ciò che inizia come un'indagine sul reato di usura, un crimine silente e devastante che affligge le fasce più vulnerabili della popolazione, prende subito una piega potenzialmente pericolosa. La redazione della Comunicazione di Notizia di Reato non si limita a ipotizzare l'usura, ma prospetta al Magistrato inquirente un legame inquietante tra l’usuraio e “ambienti mafiosi”, suggerendo la possibile aggravante del metodo mafioso. Le dichiarazioni inattese dell'usuraio Cozzolino, denunciato da Colajanni, rivelano che l'indagine prenderà direzioni impreviste. Quando la morte di Colajanni per avvelenamento viene accertata, il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Cozzolino è "del tutto inedito", confermando l'intuizione di Ascali riguardo un coinvolgimento più ampio della criminalità organizzata. Sembrava solo una storia di usura all'inizio, ma l'ombra di Cosa Nostra si allunga su tutta la vicenda. Emergono collegamenti con i mandamenti mafiosi palermitani, in particolare Brancaccio e Porta Nuova. Maresciallo Ascali, oggi Luogotenente, deve usare la sua tenacia e il suo acume investigativo per accertare la verità sulla morte di Colajanni e sul sistema criminale sotteso. La sua vita personale è segnata dal dolore per la malattia che affligge la sua amata moglie, ma la sua presenza e l'appartamento confiscato alla mafia in cui vivono a Palermo - divenuto il loro rifugio di pace - gli danno la forza per affrontare le indagini. "L'usuraio" si prospetta come un nuovo avvincente capitolo delle indagini del Maresciallo Ascali, esplorando il legame pericoloso tra l'usura e la criminalità organizzata, mantenendo alta la suspense e conducendo il lettore nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile.
lunedì 24 ottobre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo diciassette.
mercoledì 5 ottobre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo sedici.
Sedici.
- Eleonore, non è una bella storia!-
- E tu raccontamela lo stesso! -
- Ehm, fammici pensare... ho rimosso gran parte dei miei ricordi. Sono trascorsi tanti anni ed io, come vedi, sono vecchio e stanco. -
- Ma che dici? -
- Sì, Eleonore, sono vecchio. Però una cosa te la voglio raccontare. Ti racconto di quella volta in cui conobbi tua nonna.
- Sì, dai! -
- La nonna era bellissima quel giorno che la vidi per la prima volta. Come sai era il comandante di una nave spaziale che trasportava gli esseri umani verso Marte. Di lei ricordo le sue linee sinuose e aggraziate, ma anche la postura: era fiera di sé! Era molto sicura di sé e teneva testa a tutti gli uomini che erano al suo comando. La divisa le stava a pennello, come se il sarto gliel'avesse cucita addosso. Io, appena la vidi, me ne innamorai subito. Ella, però, non si innamorò di me sin da subito. Dovetti penare molto prima che mi notasse e prima che ricambiasse tutto l'amore che io nutrivo per lei. Sai, Eleonore, ne abbiamo passate tante io e tua nonna. -
- Che cosa nonno? -
- Quando iniziò la nostra vita su Marte, non era la stessa vita che oggi noi conduciamo su questo pianeta. Tutto era una novità, una scoperta continua. Noi esseri umani, per esempio, non eravamo pronti ad abitare questo brullo pianeta, a differenza di quanto sostenevano gli scienziati del mio mondo quando mi costrinsero a lasciare la Terra. Ti ho già raccontato dei miei sfortunati compagni d'avventura; ti ho raccontato di loro e di come facemmo a sopravvivere e a raggiungere New Millenium. Ti ricordi di New Millenium? -
- No, nonno. Ero troppo piccola per ricordarmelo; venne distrutta quando io avevo appena sei anni. Ricordo solo le esplosioni e le grida delle persone che mi circondavano; del sangue che sgorgava dai loro corpi martoriati. -
- Ti ricordi del nostro alloggio? -
- No! -
- Sai, io e la nonna andammo a vivere su New Millenium circa sei anni dopo il mio ammartaggio. Tuo padre è nato lì. Lui, sicuramente, si ricorderà di quanto fosse bello quel luogo. I robot costruttori avevano fatto davvero un ottimo lavoro. Sai, essi somigliavano, per molti aspetti, al nostro Teddy.-
- Sì? -
- Sì! Teddy è la versione riveduta e corretta dei primi robot costruttori. -
- Davvero? -
- Teddy, spiegaglielo tu a mia nipote la differenza che intercorre fra te e i robot costruttori, tuoi simili.-
Teddy mi guardò torvo, mostrandosi infastidito da quella assonanza che il mio cervello aveva fatto allorquando lo aveva descritto molto simile ai robot costruttori. Si limitò a dire che, sostanzialmente, c'erano poche differenze fisiche. Che l'unica differenza fra quelle macchine e lui era che egli aveva preso coscienza di sé, sentendosi un individuo a tutti gli effetti; che gli altri avrebbero dovuto temerlo e che lo avrebbero dovuto rispettare come un essere senziente.
- Ma su, Teddy, non è il caso di infervorarsi. Capisci bene che mia nipote anela a conoscere il nostro passato e che, giovane qual è, ha sete di conoscenza.
- Si Joseph, ma non dire più che sono simile a un robot costruttore, perché mi offendo.
Dalla porta che chiudeva l'alloggio dove ci trovavamo si udirono dei rumori di passi di qualcuno che si stava avvicinando e che a breve sarebbe entrato. Così fu. Mio figlio ci salutò, asserendo che eravamo pronti al decollo. Sì, eravamo pronti a decollare alla volta di Titano, il satellite naturale più grande di Saturno. Un mondo in cui avremmo potuto costruire il nostro futuro.
- Okay, Michael. Dacci altri due minuti che completiamo il nostro ragionamento. -
- Va bene, padre. Tu, piccola, non fare stancare il nonno.-
Fece un segno di saluto a Teddy, che lo guardava, e Michael lasciò l'alloggio. Eleonore continuò a chiedermi del mio passato, ma io, con una scusa, non risposi più alle sue domande, preferendo recarmi d'urgenza sulla navetta spaziale che io avevo realizzato unitamente a mio figlio Michael e che ci avrebbe consentito, in pochi minuti, di raggiungere il nuovo mondo. Nuovo, si fa per dire. L'umanità, un consistente numero di individui, abitava Titano già da anni sfruttando appieno le sue risorse minerarie e la massiccia presenza di idrocarburi allo stato liquido sulla sua superficie. Ero così eccitato all'idea di lasciare Marte, dopo oltre sessant'anni, che mai avrei permesso a qualcuno di impedirmi di godermi quel momento.
- meno 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, decollo! -
Mio figlio, dopo il suo conto alla rovescia, aveva tracciato la rotta verso Titano. L'atmosfera di Titano è composta al 95% da azoto; sono presenti inoltre componenti minori quali il metano e l' etano, che si addensano formando nuvole. La temperatura superficiale media è molto vicina al punto triplo del metano dove possono coesistere le forme liquida, solida e gassosa di questo idrocarburo. Viaggiavamo alla scoperta di un nuovo mondo. Per noi era l'inizio di una nuova vita, di una nuova avventura da vivere e condividere con tutti gli altri componenti il nostro stesso nucleo familiare. Ci eravamo imbarcati in 12 esseri umani su quella nuova navetta, unitamente a Teddy. Essa ci era costata anni di lavoro e di sudore. Non era, a differenza della navetta a bordo della quale giunsi su Marte, una scialuppa di salvataggio. Essa era dotata di tutti i confort necessari per raggiungere un altro pianeta, malgrado Titano fosse la luna di un gigante gassoso del nostro stesso sistema solare. Lì i robot costruttori, che avevamo imbarcato e che avevamo stivato, ci avrebbero aiutato a realizzare il nostro sogno: affrancarci da Marte.
Noi avevamo deciso di recarci su Titano, non perché fosse un posto migliore della Terra, ma perché su quella luna di Saturno, con le nostre conoscenze attuali, avremmo potuto realizzare altri artefatti umani che non sarebbe stato possibile realizzare sul nostro pianeta d'origine. E poi, in noi era forte il desiderio di viaggiare e di conoscere nuovi mondi, ove poter piantare il seme della vita, così come noi la conoscevamo, affinché l'umanità tutta potesse ancora prosperare per i prossimi secoli a venire.
mercoledì 28 settembre 2022
Titoli italiani di deltaplano a Varese e in Alto Adige
Il pluridecorato pilota ha vinto la prima task volata lungo un percorso di 93 km e si è classificato secondo nella successiva di 70, vinta dal ciociaro Marco Laurenzi che nella valle è di casa. Nella classifica finale per deltaplani classe 1, decisamente i più diffusi, alle spalle di Ciech, Manuel Revelli di Cuneo e l’alto atesino Anton Moroder.
Questo Campionato Italiano 2022 è stato agganciato alla prima edizione del Trofeo Valcomino, gara aperta anche ai piloti stranieri. Tra costoro l’austriaco Anton Raumauf si è aggiudicato la competizione seguito dal tedesco Diek Ripkens e da Konrad Baumgartner, pilota sud tirolese residente a Milano che è il nuovo campione italiano per deltaplani classe 5, detti anche ad ala rigida per la conformazione della loro struttura. Vice campione d’Italia il trentino Claudio Deflorian davanti a Marzio Digiusto di San Vito al Torre (Udine).
L’evento, inserito nel calendario della Federazione Aeronautica Internazionale, è stato organizzato dall’Aero Club Lega Piloti e dal Volo Libero Valcomino. I decolli sono avvenuti da una pedana sospesa in modo spettacolare sulla valle a Forca D’Acero e gli atterraggi a Campo Guerrano, due località del comune di San Donato Val di Comino (Frosinone) dove era posto anche il centro operativo.
Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL
Associazione Nazionale Italiana Volo Libero (registro CONI n. 46578)
il volo in deltaplano e parapendio - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali
IMMAGINI di libero utilizzo – VIDEO di repertorio nel sito ufficiale
per informazioni sul Campionato Italiano di deltaplano 2022 contattare
Volo Libero Val Comino - infovololiberovalcomino (AT) gmail.com – link al sito ufficiale
Tutti i comunicati stampa FIVL - foto di repertorio
sabato 17 settembre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo quindici.
Quindici.
Sono seduto ormai da diverse ore intento ad osservare il panorama che si staglia davanti ai miei occhi; esso è magnificente ed io ho il privilegio di guardarlo dalla finestra della mia camera da letto, la quale si affaccia su Vasistas Borealis. Vasistas Borealis, il più vasto bassopiano di Marte, è l’area geografica di Marte posta a pochi chilometri dal suo polo nord. È estate. Le giornate trascorrono serene. Mio figlio Michael e i suoi figli sono indaffarati a terminare gli ultimi lavori edili e di ammodernamento della loro unità abitativa, da loro edificata nella regione marziana meglio nota come Utopia Planitia, posta a soli dieci chilometri dal luogo di atterraggio della sonda Viking 1.
Io e mia moglie, momentaneamente, ci siamo trasferiti in quest’ultima unità abitativa, non molto dissimile dal primo campo base in cui vissi da giovane sul Pianeta rosso, in attesa che la famiglia si possa ricongiungere definitivamente. Con me e mia moglie è rimasto a darci compagnia l’ape Teddy, ormai giunta alla versione 10.1. Si è guadagnato, ormai da troppo tempo, a ragion veduta, il titolo di membro onorario del mio nucleo familiare. In quest’area geografica del pianeta ci trasferimmo per la prima volta circa venti anni addietro, per scampare alla distruzione di “New Millenium” che avvenne per mano dei coloni di stanza sul nostro satellite naturale: la Luna. Correva l’anno 2060 sul pianeta Terra, mentre per me erano da poco trascorsi venticinque anni dal giorno in cui posai per la prima volta i miei piedi sul suolo polveroso di Marte, quando un missile colpì la base marziana “New Millenium”, distruggendola. Quell’atto di guerra, ignobile, uccise più di novemila esseri umani, la cui unica colpa era stata quella di continuare a sopravvivere su questo desolato e brullo pianeta, in armonia. Il colonnello Mchunzi, leader militare della colonia marziana, aveva preparato i suoi uomini alla controffensiva, ma non vi riuscì tenuto conto che molti dei suoi militari erano deceduti sotto il fuoco nemico;
la sua
risposta all’attacco dei lunari fu impalpabile. Raggruppai i componenti il mio
nucleo familiare, sopravvissuti miracolosamente all’attacco sferrato dal
nemico, e, a bordo di una navetta spaziale da me costruita, trovammo rifugio,
così come altri coloni, su questa immensa distesa di roccia, distante migliaia
di chilometri dall’area del conflitto fratricida. Mia nuora e il più piccolo
dei suoi figli, Lorenz, si erano diretti, momentaneamente, su Encelado, corpo
celeste in cui avevano trovato rifugio i genitori di lei e i suoi fratelli,
sopravvissuti all’attacco sferrato dall’armata lunare nel mese di dicembre
dell’anno 2060. Il 18 maggio del 2061, con mia somma sorpresa, giacché mai
avrei sperato che potesse accadermi una cosa del genere, fui incaricato dal
generale Mchunzi, che nel frattempo si era arrogato il diritto di promuoversi
al grado apicale della sua carriera, di costruire un’arma che potesse essere da
questi utilizzata per sferrare un attacco contro gli uomini del generale
Winchester, la cui unità operativa era da anni di stanza sulla Luna, luogo da
cui era stato sferrato l’attacco da parte del nemico. Non ubbidii a quell’ordine datomi,
preferendo fuggire, nottetempo, con i componenti il mio nucleo familiare in
quell’area geografica marziana che ancor’oggi ci ospita. Sono stato bandito dai
marziani e ritenuto un traditore dai lunari. Manca poco tempo e la navetta spaziale
da me costruita sarà in grado di affrontare un viaggio a velocità
superluminale. Ho intenzione di rifugiarmi su Titano, la luna più grande di
Saturno, ove i robot costruttori da me ideati potranno erigere un habitat per
il futuro mio e degli altri miei cari. Meglio essere stato un bandito che
sapere di essermi macchiato le mani del sangue degli individui della mia stessa
specie. Sono sereno, oggi, della scelta fatta a quel tempo. Il tempo mi ha dato
ragione. L’IA e i robot, nell’inverno del 2070, dopo che avevano preso il
sopravvento, riuscirono a disarmare sia gli uomini di Winchester che quelli del
suo acerrimo nemico, Mchunzi, riportando la pace fra i popoli del cielo. Dieci
anni era durato il conflitto. Dieci interminabili anni, nel corso dei quali io,
mia moglie, mio figlio, sua moglie, e i miei nipoti, abbiamo continuato a
sopravvivere su questo lembo di terra marziana, lontani dal conflitto che ci
aveva quasi sterminato. “Mai più!” Questa era stata la decisione presa dall’IA
e dai robot che ella fu in grado di costruire nel corso di questi ultimi anni.
È grazie a loro che continuiamo a vivere in pace.
venerdì 16 settembre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo quattordici.
Quattordici.
Quando costruii Teddy non avevo in mente di realizzare un robot dotato di coscienza, ma solo una macchina in grado di smontare la nostra navetta spaziale e aiutarmi nell'arduo compito di costruire, partendo da zero, un veicolo in grado di consentirci di spostarci agevolmente sul suolo di Marte e permetterci, nel più breve tempo possibile, di raggiungere "New Millenium". Ma Teddy si rivelò, sin da subito, qualcosa in più di una macchina. L'aver mescolato il software contenuto nell'hard drive del "Minotauro" e il software già installato sulla nave spaziale, che garantiva il perfetto funzionamento di tutti i sistemi di bordo, compresi quelli relativi alla navigazione nello spazio profondo, innescò un meccanismo che, ancora oggi, ho difficoltà a spiegare: accese, di fatto, la scintilla della vita!Teddy, oltre ad essere un robot meccanico, ancorché privo dei tratti somatici che contraddistinguono l'essere umano, era un amico, un affabulatore che, a volte, mi idolatrava. Aveva conoscenze che io, benché avessi studiato negli anni con profitto, non avevo e mai sarei stato in grado di avere. Teddy era un brillante matematico, un arguto fisico, un chimico provetto, un operaio meccanico specializzato: era tutto quello che avrei voluto che egli avesse e qualcosa di più. Dovendo partire da una forma biologica a me nota decisi, il giorno in cui iniziai a progettarlo, di dargli la forma di un insetto, il più laborioso tra gli insetti a me noti: l'ape! Lo dotai di ali, del tutto simili a quelli che aveva "Ingenuity", il primo velivolo che si librò su Marte. L'ape Teddy aveva anche delle braccia e delle mani, ovvero delle pinze in grado di afferrare, manipolare, stringere, sino a non romperlo, qualsiasi oggetto che gli sarebbe capitato a tiro e che gli sarebbe servito per la costruzione del veicolo a quattro ruote che ci avrebbe dovuto trasportare. Era anche dotato di un flex, di un trapano, ovvero due utensili elettrici, oltre che di due occhi robotici che gli consentivano di interfacciarsi con il mondo che lo circondava. Avevo deciso di dargli una voce d'uomo, non perché fossi un misogino, ma perché volevo che avesse una voce autoritaria e decisa. Per consentirgli di librarsi in volo e poterci seguire dall'alto durante il nostro viaggio a bordo del rover marziano diretto verso "New Millenium", decisi di costruirlo in fibra di carbonio; ma ottenere la fibra di carbonio su Marte non era così semplice. Decisi, allora, di progettare Teddy in modo tale che alla sua nascita fosse stato in grado di ridurre gli atomi degli elementi presenti su Marte ai minimi termini e di fonderli tra di loro, in modo tale da ottenere il prodotto finale tanto agognato e del caso di auto assemblarsi in corso d'opera. Tra le caratteristiche della fibra di carbonio spiccavano, tra le altre, l'elevata resistenza meccanica, la bassa densità, la capacità di isolamento termico. Di contro, il materiale composito in fibre di carbonio sarebbe risultato non omogeneo e avrebbe presentato una spiccata anisotropia. Teddy prese vita, per davvero, ed era talmente vivace che i miei due compagni di avventura credettero che io avessi creato un "mostro", tali erano le sue abilità costruttive e tecnico-pratiche, e che fossi un mago che custodiva mille e più pozioni magiche. Ma di magico in me c'era ben poco. Se di magia si trattava non sono in grado di dirlo, ma oggi credo che Teddy fosse da ritenersi la creatura che si poneva all'apice di quella tecnologia che noi esseri umani avremmo potuto raggiungere lontani dalla Terra a quel tempo.
martedì 13 settembre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo tredici.
Tredici.
lunedì 12 settembre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo dodici.
- - Joseph, vieni qui un momento! – Esclamò Red.
- - Che cosa c’è? – Gli chiesi io un po’ timoroso,
consapevole del fatto che il mio stato di salute non eccellesse.
- - I tuoi valori non mi piacciono per niente!-
- - Perché qual è il problema?-
Red cominciò ad elencarmi una decina di valori risultati dal mio prelievo
ematico che erano fuori scala. Il ferro era basso e altri miei parametri vitali
gli avevano fatto sorgere il dubbio che io non mangiassi a sufficienza.
- - Ma se non mangi quasi nulla! – Disse Johannés.
- - Ma che dici, amica mia, non è vero!-
- - Senti Joseph, il problema non è perché non
ti nutri a sufficienza, ma perché sei l’unico di noi sopravvissuti in grado di
condurci, forte delle tue conoscenze ingegneristiche, a “New Millenium”; devi
mangiare non solo per te stesso ma anche per la nostra sopravvivenza.
- - Non temete, che appena mi rimetterò in forma la prima cosa che farò è di costruire un robot in grado di assemblare un mezzo meccanico che ci consenta di viaggiare agevolmente sulla superficie polverosa di Marte alla volta della stazione marziana.-
Dissi ai miei
giovani amici, mentendo; ero consapevole che avrei impiegato tantissimo tempo a
costruire qualcosa che potesse funzionare e che potesse consentirci il
trasferimento dal nostro campo base a “New Millenium”. Alla fine ci impiegai
quasi un anno a costruire il robot che fosse stato in grado, a sua volta, di
costruire una macchina in grado di trasportarci e farci arrivare a “New
Millenium”. Costruire una struttura solida con gli elementi di cui disponevamo
non era stato facile. Il robot, pur tuttavia, fu in grado di assemblare un
rover, dall’aspetto bizzarro, sfruttando le parti meccaniche ancora integre
della nostra navetta spaziale. Il robot costruttore, il prototipo di quelli che
oggi scorrazzano sulla superficie di Marte assemblando tutte le strutture che
costituiscono oggi la nostra base, sventrò, letteralmente, la navetta spaziale
estraendo da essa l’alluminio necessario per la costruzione dello chassis del
nuovo rover, oltre che tutta la componentistica elettronica necessaria per la “navigazione”
sul Pianeta rosso. La costruzione delle quattro ruote motrici fu davvero
un’impresa titanica. Non so come abbia fatto, ma alla fine il robot vi riuscì.
Partendo dalla chimica di base presente su Marte, il robot costruttore riuscì a
realizzare, in una specie di fonderia distante dal campo base oltre 100 metri,
una struttura molecolare che aveva paritetiche caratteristiche della gomma
utilizzata dai terrestri per la realizzazione delle ruote dei rover che
avrebbero dovuto solcare il terreno polveroso di Marte. Il software di
controllo e gestione era quello che era già stato installato nel drive del
“Minotauro”, il quale divenne parte integrante della nuova creatura, una sorta di nuovo "perseverance". Ancora
oggi se penso a quel risultato ottenuto in modo provvidenziale, mi viene ancora da
piangere. Non piango per rispetto dei miei nipoti e degli altri componenti il
mio nucleo familiare, i quali si potrebbero preoccupare per me vedendomi piangere. Ora spengo
il computer. Vado a riposare un po’. Scusatemi, ma sono stanco. Un abbraccio, Joseph.
venerdì 9 settembre 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo undici.
Undici.
Gli esseri
umani non sono nati per trascorrere tanto tempo nello spazio profondo; essi,
infatti, quali entità biologica a base di carbonio, non tollerano di buon grado
le radiazioni che scaturiscono dalle esplosioni stellari, oppure di tipo
galattico o intergalattico, fra cui i raggi gamma e raggi-X: i cosiddetti raggi
cosmici che, in maniera silente, possono bombardare sino a distruggerle le
cellule di cui si compone il loro organismo. Gli scienziati terrestri, in virtù
di ciò, inventarono nei primi anni Venti del nuovo Millennio una tuta spaziale
in grado di consentire al nostro organismo di viaggiare fra le stelle senza
colpo ferire. Questa piccola invenzione, ma grande dal punto di vista
tecnologico, ci consentì di raggiungere il pianeta Marte senza che i nostri
organi interni venissero danneggiati. Questa invenzione ci permise durante il
nostro lungo viaggio fra le stelle alla volta di Marte di non sviluppare il
cancro. Nell'arco degli otto mesi del lungo viaggio che avremmo dovuto
affrontare oltre le fasce di Van Allen, quindi, malgrado non avessimo il campo
magnetico terrestre a proteggerci, non avremmo dovuto temere di sviluppare
alcun tumore nelle nostre cellule. I raggi cosmici sono fatti per lo più di
protoni liberi, ma si possono trovare nuclei atomici di elementi di varia
natura, con tracce di antimateria. Le loro energie spaziano dalle centinaia di
MeV alle centinaia di miliardi di GeV: essi sono, perciò, estremamente
variegate. Gli scienziati, oltre alla realizzazione delle tute di cui fummo equipaggiati, ci protessero schermando
il nostro "catafalco cosmico" usando materiale idrogenato, ovvero
degli schermi attivi per attutire le radiazioni ionizzanti. Io, pur tuttavia e
malgrado tutte le precauzioni adottate dagli scienziati terrestri, mi ammalai
di tumore al colon-retto quando mi accingevo a festeggiare i miei primi
sessant'anni di vita. Grazie alla IA e ai robot chirurghi, alle terapie mediche
a cui venni sottoposto all'interno della stazione marziana "New Millenium", sconfissi il cancro
prima che le mie cellule si ammalassero definitivamente. Il tumore del
colon-retto rappresentava il 10 per cento di tutti i tumori diagnosticati nel
mondo, ed era terzo per incidenza dopo il cancro del seno femminile e del
polmone. Io fui il primo umano sopravvissuto su Marte che ebbe la sfortuna di contrarre
tale tipologia di tumore. Fortunatamente per me all'epoca dei fatti su Marte la
IA e i robot erano in grado di sconfiggere questo male in tempi celeri: ma
questa è una storia che non mi va di raccontare; preferisco raccontare ai
posteri quello che fummo in grado di realizzare noi piccoli esseri umani su
Marte, la nostra nuova "casa". Erano da poco trascorsi sessanta
giorni dal nostro ammartaggio, quando riuscimmo a realizzare la nostra prima serra
idroponica all'interno del cunicolo lavico in cui avevamo allestito il nostro angusto campo base. La serra da noi realizzata era il frutto di anni di studi
condotti dai ricercatori dell'Università dell'Arizona, anni prima di imbarcarci
all'interno della nostra navetta spaziale. La serra ci consentì oltre che di
sfamarci, anche di produrre, in quantità sufficiente, ossigeno per respirare.
La serra produceva l'ossigeno per il nostro fabbisogno giornaliero e noi
astronauti, in cambio, gli consegnavamo l'anidride carbonica prodotta dalla
nostra respirazione. Si trattava di un piccolo sistema biologico di supporto
vitale auto-rigenerante ed era il risultato dell'impegno profuso da quegli
scienziati che anni prima vennero incaricati dalla Nasa di sviluppare tale
tecnologia per le future esplorazioni umane di Marte. La serra era stata da noi
realizzata con tubi leggeri e pieghevoli che misuravano 5,5 metri di lunghezza
per 2 metri di diametro. La serra era lunga 30 metri e sarebbe stata in grado
di garantirci la nostra sopravvivenza sul Pianeta rosso per anni. Il sistema
era stato progettato in origine per auto-assemblarsi in modo autonomo in modo
da precedere di qualche mese l'arrivo degli astronauti su Marte, così da
accoglierli con piante già cresciute e sfruttabili. La serra ricreava una sorta
di versione idroponica in miniatura dei sistemi terrestri che consentivano la
vita. Era per noi un vero portento! Sono stanco, scusate, ma vado a letto. Non
riesco più a scrivere per oggi. Abbiate pazienza, vi racconterò il resto della
storia fra qualche giorno. Un abbraccio, Joseph.
venerdì 2 settembre 2022
Libri: Il Signore di Notte, presentazione a Lovere.
L’opera è un giallo storico con personaggi realmente vissuti che l’autore ripropone in una trama di fantasia. In più l’aggiunta di curiosità, aneddoti, fatti e fatterelli di vita reale dell’antica Serenissima costituisce un bagaglio di informazioni che calano il lettore nel clima di una Venezia appena uscita da un secolo di grande splendore per avviarsi verso un incerto futuro.
Tutto ha inizio il 16 aprile 1605. Nella sua misera casupola viene rinvenuto il cadavere di un nobile caduto in miseria, prima vittima di un racconto ricco di suspense. A farsi carico delle indagini è un magistrato goffo e pasticcione che irrompe sulla scena del delitto con una buona dose di spocchia; personaggio contorto, incerto, che cambia umore da un momento all’altro, tormentato da dolori di un passato che non riesce a buttarsi alle spalle. Per lo più si tuffa in una stramba relazione con una dama tanto bella quanto indecifrabile che gli procurerà nuovi tormenti.
Nel frattempo affronta le indagini con una presunzione pari solo alla propria inadeguatezza, incappando in clamorose sconfitte. Per fortuna giunge in suo soccorso un capitano delle guardie che ha l’esperienza che a lui manca, un personaggio che via via assurgerà al ruolo di co-protagonista. Costui instraderà lo sprovveduto verso la soluzione dell’enigma in un finale niente affatto scontato e del tutto sorprendente, ma solo dopo incessanti colpi di scena, agguati, nuovi delitti e quelli che riemergono dal passato.
Milanese di nascita, Gustavo Vitali, vive a Bergamo da più di 40 anni. È un appassionato di storia in generale e di Venezia in particolare, oltre che di volo in parapendio. Questa sua prima opera denota un lungo lavoro di ricerca e documentazione.
Per informazioni sul libro e sulla presentazione, contattare l’autore:
Gustavo Vitali - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali – gustavo (AT) gustavovitali.it
sito ufficiale – pagina facebook
mercoledì 24 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo dieci.
Dieci.
lunedì 22 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo nove.
Nove.
L’uomo non è fatto per vivere su Marte. Per
vivere sul Pianeta rosso, alla stessa stregua di quando vivevamo sulla Terra, noi quattro avremmo dovuto trasformare tutta l'anidride
carbonica presente su questo corpo celeste, ossia il 95,32% dell'atmosfera, in
ossigeno: impossibile!
Al dire degli scienziati, prima della
nostra partenza alla volta di Marte, l’unica soluzione sarebbe stata, in linea
teorica, quella di Terraformare (in soldoni “rendere terrestre”) Marte, introducendo delle colture, ovvero taluni
vegetali, che avremmo dovuto far crescere sul pianeta mediante il processo
della sintesi clorofilliana; ma questa non era la cosa più ovvia da fare, avuto
riguardo che Marte è circa il 70% delle dimensioni della Terra. E poi, una cosa
ovvia e non meno scontata era quella che l'atmosfera terrestre, sino al giorno
prima che noi partissimo alla volta di quel puntino rosso che di notte
scrutavamo nel cielo, era composta dal 78% da azoto; quella che abbiamo oggi su
Marte è prevalentemente composta da CO2. Condurre una vita sul
Pianeta rosso con le stesse modalità di quelle sino ad allora vissute sulla
Terra, quindi, sarebbe stato per noi quattro impossibile: le radiazioni che il
nostro organismo avrebbe dovuto assorbire, allestendo il nostro campo base di
fortuna sulla superficie marziana, sarebbero state talmente elevate che, nel
giro di pochi mesi, ci avrebbero condotto a morte certa.
L'unico modo possibile di vivere su quella
landa desolata e inadeguata alla vita era quello di stare al riparo dalle
polveri radioattive, ovvero vivere nel sottosuolo di Marte, il più possibile al
riparo. Così facemmo. Il campo base che realizzammo era particolarmente angusto,
uno spazio piccolo riservato a quattro persone, ove ci saremmo dovuti impegnare
a fondo per far sì che tutti andassero d’accordo. La struttura era composta di
due piani: il primo era riservato ad attività di laboratorio biologico e aveva
una stanza per la preparazione alle attività esterne, al secondo piano c’era il
dormitorio.
Il modulo abitativo e di laboratorio era stato compresso all’interno della navetta spaziale all’inverosimile. Una volta
che la struttura venne da noi adagiata sulla superficie del cunicolo lavico, fu
un gioco da ragazzi quello di farla “esplodere” e di farlo divenire la nostra
futura unità abitativa. Detta struttura, infatti, era stata concepita per
espandersi e auto allinearsi a comando: un pulsante rosso indicava agli
astronauti che pigiandolo ci avrebbe consentito di rendere il modulo fruibile,
giacché si sarebbe gonfiato nel giro di pochi minuti; ci impiegò mezz’ora, di fatto,
ma alla fine era divenuto davvero un’unità abitabile, così come recitava il
manuale d’istruzione.
Qualche giorno dopo realizzammo la struttura
per l’allestimento della nostra futura serra, grazie al robot trasportatore che,
nell’occasione, era stato da noi predisposto per divenire una stampante in 3D avente
un braccio meccanico lungo 2 metri.
La struttura da noi creata riprendeva nella
forma e nella tipologia autoportante, elementi terrestri come la Tholos e i
Trulli; per il materiale d’impiego per la stampa fu utilizzata la stessa
regolite presente sulla superficie, che veniva estratta dall’area e processata
nel Bee
Processor all’interno del quale veniva miscelata con dei solventi e con un legante
di origine organica, il PLGA. Il materiale così ottenuto e ribattezzato cemento
marziano, passava poi nel 3D Printer che avrebbe proceduto con la stampa per layers.
Questi elementi sarebbero risultati lisci
all’intradosso interno, modellati invece esternamente, per consentirne
l’autombreggiamento e permettere l’accumulo di polveri, al fine di avere un
guadagno in termini di inspessimento dello spessore murario. Per il sistema
verde, nonostante su Marte le caratteristiche climatiche siano avverse alla
crescita di specie vegetali, ben 2 erano i sistemi del verde pensati per
superare le condizioni di ambiente estremo.
Di questi, uno era rivolto alla generazione
di risorse, dunque alla produzione di cibo ed era posizionato intorno al cuore
centrale ed illuminato da green lights; l’altro invece era costituito da un giardino
virtuale ed era volto a garantire la salute sociale degli astronauti. Entrambi
facevano riferimento ad una fase di espansione successiva in cui l’insediamento
umano fosse ormai cresciuto divenendo una colonia.
Un cunicolo, da noi creato ad hoc, collegava,
infine, la serra al modulo abitativo e di laboratorio.
Avevamo colonizzato Marte.
giovedì 18 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo otto.
Otto.
Red era da poco rientrato all'interno del
modulo abitativo della navetta spaziale, dopo il suo giro di ricognizione
marziano, allorquando esclamò, a gran voce, di aver rinvenuto a circa 100 metri dal
punto di ammartaggio un cunicolo lavico con una buona apertura dalla quale
avremmo potuto calare, attraverso il verricello presente sul robot
trasportatore, l'intera strumentazione a noi occorrente per allestire il nostro
primo campo base. In un quarto d'ora riuscimmo ad indossare le nostre tute
spaziali, allontanandoci dalla navetta un minuto prima che
l'ossigeno si esaurisse definitivamente. Io, Red, Clif, Johannés, finalmente,
ci accingevamo ad abbandonare la "latta di metallo" che era stata
negli ultimi Sol sia la nostra scialuppa di salvataggio, che la bara contenente
i resti mortali dei nostri compagni deceduti. Percorremmo quei 100 metri che ci
distanziavano dal cunicolo lavico ansimando. Era stata una vera e propria
fortuna, che capitava normalmente una volta su mille, riuscire a trovare
quell'anfratto nella roccia marziana che ci avrebbe garantito, una volta che
sarebbe stato da noi sistemato ad hoc, di sopravvivere per il tempo necessario
a recuperare le forze e poterci organizzare ad allestire il nostro viaggio di
andata alla volta della stazione spaziale su cui saremmo dovuti giungere, se
non fosse stato per l'avaria del modulo di navigazione e di trasmissione della
nostra disgraziata "scialuppa cosmica". Accesi il robot
trasportatore, una sorta di Minotauro robotico terminante con un carrello, su
cui erano presenti quattro ruote, all’interno del quale avremmo potuto
sistemare la strumentazione che ci avrebbe consentito di allestire il campo
base. La sabbia marziana, le pietre e le asperità presenti nel terreno
ostacolavano l'andatura del robot, facendolo muovere goffamente. Calammo per
primo l'ossigenatore, poi il depuratore dell'acqua e, infine, il fusto di
idrazina. Dopo qualche ora eravamo tutti e quattro a circa 10 metri sotto il
suolo di Marte. Non ci restava che mettere in funzione l'RTG e di interrarlo a
breve distanza dalla bocca di apertura del cunicolo lavico che avevamo scoperto
e che era stata la nostra salvezza. Purtroppo, non avevamo fatto i conti con il
tempo, imprevedibile, di Marte. Da lì a poco fummo investiti da una tremenda
tempesta di polvere che uccise il più piccolo della spedizione umana. Ma di
questo ve ne parlerò un altro giorno. Ora sono stanco e triste. Il ricordo di
quell'assurda tragedia mi provoca, ancora oggi, delle forti emozioni e mi
costringe a rimuovere i ricordi che affiorano in maniera nitida nel mio
cervello.
Continua...
mercoledì 17 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo sette.
Sette.
sabato 13 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo sei.
Sei.
Post in evidenza
Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.
Buonasera! Oggi mi pregio di pubblicare la recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", dello scrivente Francesco ...

I post più popolari
-
Palermo, 4 gennaio 2025. È una narrazione autobiografica ambientata nel quartiere Brancaccio di Palermo, tra la fine degli anni Settanta - O...
-
1 Novembre 2017. Chiesa di Casa Professa. Palermo è una delle città che vanta il maggior numero di chiese e c...
-
Palermo, 6 dic. 2024. La "Legge Universale" descritta nelle pagine del blog rappresenta un principio fondamentale che governa l...
-
Palermo, 1 ottobre 2024. La città di Palermo, prima di eleggere Santa Rosalia a sua patrona, ha venerato altre figure religiose come protett...
-
Palermo, lì 9 novembre 2024. Il blog “ Sicilia, la terra del Sole. ” fornisce uno spaccato sulla storia, l'arte e la cultura di Palermo,...
-
Quattro. “Il bullo” G li inizi degli anni ’80 furono per F. degli anni davvero terribili; non perché avesse contratto una mal...
-
Palermo, lì 30 ottobre 2024. " I ru viddrani " di Francesco Toscano è un romanzo giallo ambientato in Sicilia, che intreccia la vi...
-
Siamo entusiasti di presentarvi Iris e Periplo Nerd, il nuovo blog nato dalla collaborazione con il rinomato sito di viaggi Iris e Periplo T...
-
Palermo, 2 marzo 2025. " Ciao, ho scritto una piccola recensione del tuo ultimo lavoro. Con affetto, Fabrizio. In questo suo primo sa...
-
Palermo, lì 7 febbraio 2025. Mi pregio oggi di segnalarvi che sul canale YouTube “ amato e odiato ”, nei giorni di lunedì 10, 17, 24 e giov...
Il blogroll dei miei blog preferiti
La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.