Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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giovedì 7 febbraio 2008

La Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo.


PRESENTAZIONE

La
Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo ed è anche la più estesa regione italiana, con i suoi 25.710 kmq di superficie. È bagnata da tre mari: a nord dal Mar Tirreno, a est dal Mar Ionio e a sud dal Mare di Sicilia. Ha una caratteristica forma triangolare, per cui dagli antichi ebbe il nome di Trinacria (che significa tre angoli). Estremi di questo triangolo sono: a nordest il Capo Peloro, a ovest il Capo Lilibeo e a sud-est il Capo Isola delle Correnti. È divisa dalla Calabria, di cui costituisce la continuazione geologica, dal breve Stretto di Messina (3 km). Dal 26 febbraio 1948 la Sicilia è costituita in Regione autonoma; sede dell'Assemblea e della Giunta regionale è Palermo, capitale amministrativa e politica della regione. Gli altri capoluoghi di provincia sono: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani. Pur essendo la maggiore italiana per estensione, la Sicilia è la quarta per numero di abitanti (5.098.234 ab.), dopo Lombardia, Campania e Lazio; ha una densità di 193 abitanti per kmq.

IL TERRITORIO

Il territorio si presenta essenzialmente collinare e montuoso. I principali rilievi montuosi si allineano da est ad ovest, lungo la costa tirrenica e sono: i Monti Peloritani (Pizzo di Polo 1286 m), simili ai rilievi calabresi, con un paesaggio aspro e selvaggio; i Monti Nebrodi (o Caronie), con punte superiori ai 1500 m (M. Soro 1847 m) e forme arrotondate; il gruppo Le Madonie con cime più alte delle precedenti (Pizzo Carbonara 1979 m) e ricoperte di boschi di faggi, lecci e querce. All'interno, all'altezza di Palermo si trovano i Monti Sicani, tra i quali spicca il bosco della Ficuzza, ultimo residuo del mantello arboreo che una volta ricopriva l'intera Sicilia. L'ambiente si presenta molto diverso nella zona dei Monti Erèi, dove l'arido terreno calcareo e l'abbandono del luogo, rendono il paesaggio assai desolato. A sud-ovest il tavolato dei Monti Iblèi (Monte Lauro, 986 m) mostra un paesaggio ingentilito dalla presenza dei mandorli. Nella morfologia dell'isola spicca, per altezza (3323 m) e per superficie (1570 kmq), l'apparato vulcanico dell'Etna. Piccoli coni vulcanici si trovano nelle isole minori: Stromboli e Vulcano (attivi), Ustica e Pantelleria. All'interno della regione le colline sono riarse dal sole e dalla siccità estiva; i pochi centri abitati e le campagne abbandonate contribuiscono ad accentuare la desolazione del passaggio. Le pianure sono ristrette a brevi tratti lungo la costa; la Piana di Catania, che si apre a nord dei Monti Iblèi, è la più vasta di Sicilia ed una delle più fertili per i sedimenti lavici lasciati dall'Etna. Per la sua ricca vegetazione e per gli agrumeti che la ricoprono, (da cui deriva il nome Conca d'Oro), molto importante è la Piana di Palermo. I fiumi sono brevi e a carattere torrentizio; i più importanti sono: il Simeto, l'Alcantara, il Salso, il Belice, il Torto e il Platani. Sulle coste meridionali prevale un clima mite d'inverno e caldo d'estate; nell'interno è più caldo e talvolta torrido. Aspetto negativo del clima è la scarsità di piogge nella stagione estiva.

L'ECONOMIA

L'attività economica prevalente dell'isola è l'agricoltura che, nonostante la mancanza d'acqua, è riuscita a sfruttare intelligentemente clima e suolo, scegliendo le colture più adatte. L'agricoltura siciliana è caratterizzata da colture cerealicole (grano duro, orzo) all'interno e lungo la costa meridionale, e da agrumeti (limoni, arance, mandarini, di cui è la principale produttrice italiana). Notevole è anche la produzione di ortaggi (carciofi, piselli, cavolfiori). Segue per importanza la vite, da cui si ottengono vini ad alta gradazione alcoolica e vini pregiati, come il famoso Marsala. Altre coltivazioni caratteristiche dell'isola sono quelle del pistacchio, del mandorlo e dei capperi. Si allevano pochi bovini a causa del terreno arido e dei pochi pascoli; discreto è l'allevamento dei suini e degli equini. Rilevante la pesca (tonni, sarde, alici, pesci spada, molluschi e crostacei). In passato molto attive erano le tonnare di San Vito lo Capo, Favignana, Sciacca e Mazara del Vallo, in cui la pesca del tonno terminava con la cruenta fase della mattanza. Oggi i principali centri di pesca si trovano lungo le coste meridionali. Nel settore industriale importanti sono le lavorazioni legate alle risorse agricole della regione, come le industrie alimentari e dei derivati degli agrumi (succhi, estratti, essenze, ecc.). Riveste importanza notevole per l'economia dell'isola anche l'industria estrattiva: dal sottosuolo della Sicilia infatti si estraggono idrocarburi (petrolio, metano), salgemma e salmarino, asfalto. Lo sfruttamento dei giacimenti di zolfo, che per un lungo periodo ha rappresentato la maggior industria estrattiva dell'isola, è ora in declino. Grossi complessi industriali (chimici e petrolchimici) sono sorti nel secondo dopoguerra ad Augusta, Gela, Porto Empedocle, Milazzo. Il turismo è abbastanza sviluppato; e fa capo a Taormina, Siracusa, Agrigento, Palermo, isole Egadi ed Eolie, Pantelleria. Sono infine da ricordare le stazioni termali di Termini Imerese, Sciacca ed Acireale.

CENNI STORICI

I primi abitanti dell'isola furono i Siculi e i Sicani, di cui non è rimasta però traccia. Dal 735 a.C. la Sicilia fu soggetta all'immigrazione greca: i Calcidesi fondarono Nasso, Leontinoi (Lentini), Catania e Messina; Corinto fondò Siracusa; Megara fondò Megara Iblea; Creta e Rodi fondarono Gela. A sua volta Siracusa fondò Selinunte, e Gela fondò Agrigento. Tra il 415 e 413 a.C. gli Ateniesi cercarono di invadere l'isola, ma l'impresa fall'i a causa della reazione opposta dai Siracusani; tentarono la medesima impresa anche i Cartaginesi, che vinsero e distrussero Agrigento, Gela e Camarina, finché Dionisio, tiranno di Siracusa non li fermò. L'isola divenne provincia romana nel 241 a.C., ottenendo sotto Cesare la concessione del diritto latino e con Antonio la piena cittadinanza per i suoi abitanti. Nel 280 d.C. fu invasa dai Franchi e nel V secolo dai Vandali, che furono poi scacciati dai Bizantini nel 535. La Sicilia in seguito venne invasa dagli Arabi nell'826 e rimase sotto il loro dominio fino al 1061, quando subentrarono i Normanni. Nel 1250, dopo la morte di Federico II, cominciò un lungo e cruento periodo di lotte: Manfredi, proclamatosi re, venne destituito con la violenza da Carlo I d'Angiò nel 1266, e la capitale fu trasferita a Napoli. I Siciliani si ribellarono e, con la famosa insurrezione dei Vespri, si staccarono da Napoli nel 1282, e si consegnarono a Pietro III d'Aragona (1296). Ciò causò la guerra con gli Angioini, che si concluse favorevolmente per l'isola. Ma alla morte di Federico III il Regno di Trinacria decadde per lo strapotere baronale, e l'isola diventò nuovamente vassalla degli Aragonesi nel 1412, e poi degli Spagnoli nel 1415. Trasformatasi in possesso sabaudo sotto Vittorio Amedeo II, la Sicilia fu poi austriaca (1718-1734), e venne infine conquistata nel 1734 da Carlo di Borbone, formando così con Napoli il Regno delle Due Sicilie. Lo sbarco di Garibaldi a Marsala (1860) segnò il crollo del regno borbonico e l'annessione al Regno d'Italia. Dal 26 febbraio 1948 la Sicilia è costituita in Regione autonoma.


LE CITTÀ

Palermo
(686.551 ab.). Palermo è situata sul golfo omonimo, che si apre sul mar Tirreno al limitare della Conca d'Oro dominata dal monte Pellegrino. È un importante centro commerciale ed ha un attivo porto. Fra le industrie principali ricordiamo quelle metallurgiche, meccaniche, alimentari, chimiche, farmaceutiche, tessili, cartarie, del vetro e della ceramica. Altre attività sono l'artigianato (ceramiche, terrecotte, merletti e ricami), la pesca e il turismo.STORIA. Palermo fu fondata dai Fenici e in seguito venne occupata dai Cartaginesi che ne fecero un'importante piazzaforte. Conquistata dai Romani nel 245 a.C., godette di una notevole prosperità economica fino alla caduta dell'Impero. Dopo essere stata invasa da Vandali e Ostrogoti venne definitivamente occupata dai Bizantini che ne favorirono la ripresa (552). Nell'831 fu conquistata dagli Arabi che ne fecero una metropoli fiorente, nota in tutto il mondo (nel X sec. fu capitale dell'emirato indipendente di Banu Kalb). La sua importanza economica e culturale aumentò sotto i Normanni, che la nominarono sede politico-amministrativa del Regno di Sicilia, e mantenne un ruolo di prestigio in campo internazionale anche sotto gli Svevi. L'arrivo degli Angioini (1266-1282), che accentrarono i poteri a Napoli, provocò una situazione di disagio economico e sociale che sfociò nella rivolta dei Vespri Siciliani. Cacciati gli Angioini dagli Aragonesi, Palermo godette delle autonomie comunali e fu di nuovo sede del re di Sicilia, ma non riuscì a riprendersi completamente dalla crisi politica, economica e culturale, che si aggravò ulteriormente sotto la dominazione spagnola. Nel XVIII sec., dopo le occupazioni dei Savoia (1713-18) e austriaca (1718-35), si affermò la dinastia dei Borboni contro cui la città insorse durante il Risorgimento (moti del 1820, 1840, 1860). Nel 1860 venne conquistata da Garibaldi e votò con un plebiscito l'annessione allo Stato Sabaudo. ARTE. I principali monumenti di Palermo risalgono ai periodi arabo, normanno, aragonese e spagnolo, mentre della città punico-romana rimangono solamente alcuni tratti di mura. Il nucleo medievale è raccolto all'incrocio delle vie Maqueda e Vittorio Emanuele. Nella piazza Vigliena (Quattro Canti) prospettano quattro edifici dalle caratteristiche facciate barocche animate da fontane e statue. Lungo la via Maqueda si incontrano le chiese della Martorana e di San Cataldo. La Martorana venne fondata nel 1143 da Giorgio di Antiochia, ammiraglio di Ruggero II, ed assunse la denominazione di Santa Maria dell'Ammiraglio. Il nome attuale è dovuto a Eloisa Martorana, fondatrice di un attiguo monastero, a cui la chiesa fu ceduta nel 1433. Nonostante i rifacimenti del '500 e del '600 conserva l'elegante campanile ed è considerata una della migliori realizzazioni dell'architettura normanna per l'armonica fusione di caratteristiche arabe e bizantine. All'interno pregevoli sono i mosaici bizantini della cupola, raffiguranti il Cristo Pantocratore, gli Arcangeli, i Profeti e gli Evangelisti (XII sec.). San Cataldo, dalle caratteristiche tre cupolette rosse, conserva intatta la struttura originaria con la merlatura araba. Percorrendo la via Vittorio Emanuele verso l'interno della città si arriva al Duomo dall'imponente mole. Costruito nel 1185, ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli che hanno alterato la struttura originaria, di cui restano l'abside e la cripta. All'interno (trasformato alla fine del Settecento) si trovano le tombe dei reali Normanni e Svevi (XII e XVI sec.). Il Palazzo dei Normanni sorge, non molto distante dalla cattedrale, nel luogo di una precedente costruzione araba del IX sec. ampliata dai re normanni nel XII sec. Nel Palazzo si trova la Cappella Palatina, vero capolavoro dell'arte normanna con preziose decorazioni musive su fondo oro (storie dei Ss. Pietro e Paolo, Scene evangeliche, Cristo Pantocratore fra Arcangeli, Profeti ed Evangelisti) di puro stile bizantino che si fondono mirabilmente con il soffitto in legno di stile arabo. Altra splendida testimonianza della Palermo normanna è San Giovanni degli Eremiti a cui si accede dopo aver attraversato un suggestivo giardino. La chiesa, voluta da Ruggero II (1132) 1un essenziale edificio dalla forma squadrata, sormontato da cinque cupolette rosse che le conferiscono un'impronta di sapore arabo. Sempre di gusto musulmano sono il palazzo della Zisa (metà XII sec.) e i padiglioni della Cuba e della Cubula (fine XII sec.). Questi due padiglioni si trovavano nello scomparso parco dei Normanni. Del XIII sec. è la chiesa di San Francesco d'Assisi con un bel portale e, all'interno, statue di G. Serpotta (1723). Un fenomeno caratteristico del XIV sec. fu la costruzione delle dimore dell'aristocrazia feudale palermitana: Palazzo Chiaramonte (1307-1380), dalla struttura compatta e severa, Palazzo Sclafani (1330) e Palazzo Artale. I palazzi Abatellis (1495) e Aiutamicristo (1490-95), entrambi opera di M. Canelivari, come la chiesa di Santa Maria della Catena, testimoniano l'affermazione dell'architettura gotico-catalana nel XIV sec., pur contenendo elementi rinascimentali. Durante la dominazione spagnola la città si arrichì di palazzi (Ugo, Villafranca, Spaccaforno, Butera) e chiese barocche che ancora oggi le conferiscono un aspetto caratteristico. Notevoli esempi dell'architettura barocca siciliana sono le chiese di San Giuseppe dei Teatini (1612) e di Santa Caterina del Gesù (1614, detta di Casa Professa) con sfarzosi interni ad intarsi marmorei. Grande protagonista dell'arte del Settecento fu G. Serpotta che decorò con stucchi gli oratori di Santa Zita, del Rosario di San Domenico e di San Lorenzo. Nello stesso secolo Palermo venne abbellita con i parchi di Villa Giulia (1777) e della Favorita (1799), quest'ultimo situato ai piedi del Monte Pellegrino. Al suo interno 1la Palazzina Cinese, curioso esempio di architettura neoclassica con motivi cinesi. Dell'800 sono il Teatro Massimo e il Teatro Politeama. Un discorso a parte meritano i musei, dei quali il più importante è certamente il Museo Archeologico, uno dei più ricchi d'Italia, dove sono raccolte le sculture dei templi di Selinunte (metope del tempio C, metà VI sec. a.C., e del tempio E, 460-450 a.C.). Nella Galleria Nazionale della Sicilia, sistemata nel palazzo Abatellis, si trova una bella collezione di opere d'arte fra cui il busto di Eleonora d'Aragona di F. Laurana, l'Annunziata e i Tre Santi di Antonello da Messina.LA PROVINCIA. La provincia di Palermo (1.242.055 ab.; 4.995 kmq) occupa la costa nord-occidentale della Sicilia e comprende parte del golfo di Castellammare, il golfo di Palermo, il golfo di Termini Imerese, il monte Pellegrino e le Madonie. Risorsa principale è l'agricoltura che, produce agrumi, olive, frutta, verdura, cereali, vini. Diffuso è l'allevamento di ovini, equini e caprini; la pesca è attiva lungo la costa. L'industria è presente con industrie estrattive (zolfo), alimentari, chimiche e meccaniche. Il turismo è sviluppato nelle località balneari e di interesse artistico. Fra i centri principali ricordiamo Bagheria, Cefalù, Corleone, Misilmeri, Monreale, Partinico, Termini Imerese.

Agrigento
(55.665 ab.). La città di Agrigento è situata su un colle di tufo (326 m s/m.) a pochi km di distanza dal mare. È un centro agricolo e industriale con industrie meccaniche, alimentari, distillerie e mobilifici. Il suo importante patrimonio archeologico richiama turisti da ogni parte del mondo. STORIA. Agrigento (in greco Akràgas e poi in latino Agrigentum) fu fondata da coloni dorici provenienti da Gela verso il 580 a.C. Divenuta importante e potente sotto il tiranno Terone, si alleò con Siracusa e sconfisse i Cartaginesi ad Imera (480 a.C.). Conquistata dai Cartaginesi verso la fine del secolo, attraversò un periodo di decadenza che durò fino alla liberazione ad opera di Timoleonte (340 a.C.). Nel 210 a.C. venne conquistata dai Romani e durante l'Impero conobbe un periodo di prosperità. Alla caduta dell'Impero romano fu dominata dai Bizantini, sotto i quali decadde. Gli Arabi (827-1087) la ricostruirono la città in altura, e ne fecero un'importante fortezza (Karkint e poi Gergent). Alla dominazione normanna seguì quella angioina e, Agrigento sostenne Palermo durante la rivolta dei Vespri Siciliani. Dopo l'arrivo degli Aragonesi seguì le vicende storiche della Sicilia fino al 1860, quando insorse contro i Borboni, aderendo al proclama di Garibaldi. ARTE. Ricostruita dagli Arabi in posizione più elevata rispetto alla città greca, Agrigento conserva un nucleo medievale i cui edifici più rappresentativi sono la chiesa di Santo Spirito (fine XIII sec.) con bel portale gotico e interno decorato a stucchi (XVIII sec.) e il Duomo, costruito nell'XI sec. e ingrandito in seguito. Da piazza Marconi proseguendo per viale Crispi si scende al complesso archeologico della valle dei Templi, dove risaltano imponenti i templi della Concordia e di Giunone, entrambi risalenti alla metà del V sec. a.C. Il tempio della Concordia è una delle migliori realizzazioni dell'architettura greca per la perfezione delle sue proporzioni; del tempio di Giunone rimangono le colonne del lato nord e alcune del lato est. Il tempio di Ercole (V sec. a.C.), il Santuario delle Divinità Ctonie (VI-V sec. a.C.), con i resti del tempio dei Dioscuri, diventato l'emblema della città, e le grandiose rovine del tempio di Giove Olimpico (480 a.C.) sono altre preziose testimonianze della potenza passata di Agrigento. Il complesso urbano del Quartiere ellenistico-romano (IV sec. a.C.- V sec. d.C.) permette di ricostruire la struttura della città greca. Da visitare sono anche l'antichissimo Santuario di Demetra e Persefone (VII sec. a.C.) e la chiesa romanico-gotica di San Nicola, edificata nella forma attuale dai Cistercensi (XIII sec.) sulla sede di un santuario greco. Il Museo Archeologico Nazionale, è importantissimo per conoscere la storia dalla preistoria alla conquista normanna. Notevoli sono la collezione di vasi (dal VI al III sec. a.C.), il telamone (7,75 m di altezza) proveniente dal tempio di Giove Olimpico, il cratere greco del V sec. a.C. e i materiali provenienti dagli scavi del quartiere ellenistico-romano.LA PROVINCIA. La provincia di Agrigento (472.202 ab.; 3.042 kmq), prevalentemente montuosa e collinare, si estende lungo la costa meridionale della Sicilia fra Menfi e Licata. Risorse principali sono l'agricoltura (vite, olivo, cereali, mandorle, agrumi, pistacchi, fichi d'India, cotone e liquirizia), la pesca (sardine, tonni, corallo, spugne), praticata lungo la costa, e lo sfruttamento delle miniere di zolfo, gesso e salgemma. Fra i centri principali ricordiamo Bivona, Canicattì, Casteltermini, Licata, Menfi, Porto Empedocle e Sciacca.

Caltanissetta

(62.708 ab.). Caltanissetta, situata ai piedi del monte San Giuliano (568 m s/m.), è un importante centro agricolo e commerciale (notevole è il commercio di zolfo). STORIA. Conquistata dagli Arabi, la città di Nissa assunse il nome di Caltanissetta che significa Castello di Nissa. Conquistata dai Normanni e poi dagli Aragonesi, nel XV sec. fu feudo dei Moncada, principi di Patern'o. Seguì poi le sorti della Sicilia sotto i Borboni ai quali restò fedele fino al 1860, quando venne conquistata da Garibaldi. ARTE. I principali monumenti di Caltanissetta sono il Duomo (1570-1622), le chiese di San Sebastiano (1605) e di Sant'Agata (XVII sec.) e il Palazzo Moncada (1625), tutti in stile barocco. Ad est della città si trovano i ruderi del Castello di Pietrarossa (di origine araba o normanna) e Santa Maria degli Angeli, che conserva un bel portale gotico del XIV sec.LA PROVINCIA. La provincia di Caltanissetta (283.433 ab.; 2.128 kmq) si estende su un territorio collinare a nord e pianeggiante a sud, comprendendo la piana di Gela. Importante per l'economia della provincia è lo sfruttamento dei giacimenti di zolfo, potassio e petrolio. Prodotti dell'agricoltura sono cereali, vino, olio, mandorle, fichi, pistacchi, agrumi, cotone, tabacco. Fra i centri principali ricordiamo Gela, Mazzarino, Mussomeli, Niscemi, Riesi, San Cataldo.

Catania
(339.271 ab.). Catania è situata sulla costa orientale della Sicilia allo sbocco della piana omonima sul Mar Ionio. È un importante centro culturale ed economico ed un notevole mercato agricolo (agrumi, frutta, vino, cereali). Le industrie principali sono quelle alimentari, chimico-farmaceutiche, minerarie e conciarie. STORIA. La colonia greca di Catania (III sec. a.C.) venne occupata dai Romani nel 263 a.C. Durante l'Impero godette di una certa prosperità economica, ma nel periodo seguente alla caduta dell'Impero Romano venne occupata da Ostrogoti, Bizantini e Arabi. Ripresasi sotto i Normanni, la città seguì le vicende storiche della Sicilia sotto le dominazioni angioina, aragonese, spagnola e borbonica fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1860. Più volte colpita dalle eruzioni dell'Etna e dai terremoti nel corso dei secoli, Catania fu distrutta da un terremoto nel 1693 e dovette essere ricostruita. ARTE. Artefice della ricostruzione di Catania dopo il terremoto del 1693 fu G.B. Vaccarini, che diede alla città un'impronta inconfondibilmente tardo-barocca. Opera del Vaccarini sono il bel Palazzo del Municipio (1741), la fontana dell'Elefante (1736) e la chiesa di San Giuliano (1760). Sulla piazza del Duomo prospetta la Cattedrale che dell'originaria costruzione dell'XI-XII sec. conserva parte del transetto e il complesso absidale. La facciata è di G. B. Vaccarini. All'interno si trova la tomba del musicista catanese Vincenzo Bellini (1801-1835). Oltre alla piazza del Duomo, nuclei principali della città sono la piazza dell'Università, con bei palazzi barocchi anch'essi del Vaccarini, la via dei Cruciferi e la via Etnea che dal mare sale verso le pendici dell'Etna. Il Museo Civico, dove sono raccolte testimonianze della storia locale ha sede nel Castello Ursino, fatto costruire da Federico II di Svevia nel XIII sec.LA PROVINCIA. La provincia di Catania (1.097.371 ab.; 3.552 kmq) è delimitata dal massiccio montuoso dell'Etna a nord, dai Monti Iblei a sud, e comprende la piana di Catania. Risorsa principale è l'agricoltura con produzioni di cereali, tabacco, barbabietole, pomodori, foraggi, agrumi, vino, olio, frutta e verdura. Diffuso è l'allevamento e attiva è la pesca (sardine, tonno, alici). Fra i centri principali ricordiamo Acireale, Adrano, Biancavilla, Bronte, Caltagirone, Giarre, Paternò, Randazzo e Riposto.

Enna

(28.475 ab.). La città di Enna sorge su un alto terrazzo calcareo a 931 m s/m. È un attivo centro agricolo e minerario (zolfo, salgemma ecc.) con industrie tipografiche e molitorie. STORIA. L'antico villaggio siculo di Enna fu colonizzato dai Greci nel V sec. a.C. e, grazie alla sua posizione strategica, divenne molto importante. Liberata da Pirro dopo le occupazioni Siracusana e Cartaginese, Enna si alleò con Roma durante la prima guerra punica. Distaccatasi da Roma nel corso della seconda guerra punica, e iniziò a decadere. Dall'858 al 1091 fu occupata dagli Arabi e seguì poi le sorti della Sicilia dopo la conquista normanna. ARTE. La posizione dominante la valle del Dittáino è valsa ad Enna l'appellativo di Belvedere della Sicilia. Per rendersi conto di quanto questo titolo sia meritato basta pensare allo splendido panorama che si gode da piazza Crispi o dal Castello di Lombardia. Questo imponente edificio dalla forma irregolare chiude ad est l'arteria principale della città, la via Roma, lungo la quale sono situati i più importanti monumenti: la chiesa barocca di San Benedetto e il Duomo (XIV sec., rifatto nel secolo successivo) dalle absidi gotiche. Nel Museo Alessi è conservato il Tesoro del Duomo.LA PROVINCIA. La provincia di Enna (182.794 ab.; 2.562 kmq) si estende su un territorio montuoso che comprende i monti Erei e il versante meridionale dei Nebrodi. Importante è lo sfruttamento dei giacimenti di zolfo, salgemma e sali potassici. Prodotti dell'agricoltura sono cereali, frutta, legumi, olivi, viti, mandorli e agrumi. L'allevamento ovino e caprino alimenta la produzione di lana, ricotta, formaggi e burro. Fra i centri principali ricordiamo Agira, Barrafranca, Centuripe, Leonforte, Nicosia, Piazza Armerina, Pietraperzia, Regalbuto, Troina, Valguarnera Caropepe.

Messina
(261.134 ab.). La città di Messina è situata sulla sponda occidentale dello stretto omonimo. È importante nodo di collegamento fra la Sicilia e il continente e centro agricolo (produzione di uva, olive, nocciole, agrumi) e commerciale. Vi è inoltre praticata la pesca del pesce spada. Industrie principali sono quelle navali, metalmeccaniche, molitorie, enologiche, alimentari e chimiche. STORIA. La colonia greca di Zancle (fondata dai Calcidesi nell'VIII sec. a.C.) venne chiamata Messana e poi Messena dal tiranno Anassile che la conquistò nel V sec. a.C. e vi trasferì numerosi esuli messeni, da cui il nome. Divenuta prospera e potente, la città fu distrutta dai Cartaginesi nel 396 a.C. e venne ricostruita da Dionigi il Vecchio di Siracusa. Nel 288 a.C. Messina fu occupata dai Mamertini che, per sconfiggere Gerone II di Siracusa, chiamarono in loro aiuto i Cartaginesi, ai quali poco dopo si ribellarono, alleandosi con i Romani che li liberarono. Questo episodio fu all'origine della prima guerra punica che si concluse con la conquista della Sicilia da parte dei Romani (264 a.C.- 241 a.C.). Messina divenne un prospero centro commerciale e sembrò non risentire della caduta dell'Impero Romano, continuando ad essere importante e fiorente sotto Bizantini, Arabi e Normanni. Nel XIV sec. gli Aragonesi la nominarono loro capitale. Passata agli Spagnoli venne privata di ogni autonomia politica e amministrativa e seguì le sorti della Sicilia fino al 1860, quando venne liberata dalle truppe garibaldine. Nel 1908 fu distrutta da un terremoto e durante la seconda guerra mondiale venne gravemente danneggiata dai bombardamenti (1943). ARTE. Il terremoto del 1908 e i bombardamenti del 1943 hanno distrutto quasi tutti gli edifici antichi della città, che è stata ricostruita con una struttura regolare caratterizzata da vie ampie e parallele. Fra i pochi monumenti rimasti, risalenti quasi tutti al Medioevo, meritano una particolare attenzione il Duomo (inizio del XII sec., più volte ricostruito) e la chiesa della SS. Annunziata dei Catalani (metà XII sec.). Di notevole interesse è il Museo Nazionale, che raccoglie importanti documentazioni archeologiche e artistiche fra cui ricordiamo il polittico di San Gregorio di Antonello da Messina (1473), l'Adorazione dei Pastori e la Resurrezione di Lazzaro del Caravaggio (1609).LA PROVINCIA. La provincia di Messina (679.909 ab.; 3.247 kmq) si estende lungo la costa nord-orientale della Sicilia su un territorio prevalentemente montuoso (monti Peloritani) bagnato a nord dal mar Tirreno e ad est dal mar Ionio. l'economia è prevalentemente agricola (agrumi, viti, noccioli, prodotti ortofrutticoli) e la pesca (pesce spada) è molto diffusa. Accanto alle industrie dolciarie, delle essenze e dei profumi, sono presenti le industria petrolifera, chimica ed estrattiva. Il turismo è sviluppato nelle isole e nelle località di interesse artistico. Fra i centri principali ricordiamo Barcellona, Lipari, Milazzo, Mistretta, Patti, Pozzo di Gotto, San Fratello, Sant'Agata di Militello, Taormina, Tortorici.

Ragusa

(69.683 ab.). La città di Ragusa è situata su un'altura (502 m s/m.) in prossimità dei monti Iblei. Il nucleo cittadino si è sviluppato su due alture calcaree collegate fra loro da una scalinata. Risorsa principale è l'industria, alimentata dalle cave d'asfalto e dai giacimenti petroliferi; sono inoltre presenti industrie alimentari, delle materie plastiche e cementifici. STORIA. Il nucleo più antico di Ragusa (Ragusa Ibla) era probabilmente l'antico centro siculo di Ibla Erea. Conquistata nel corso del Medioevo da Bizantini, Arabi e Normanni, durante la dominazione aragonese fu feudo di varie famiglie locali e, dopo l'avvento dei Borboni, seguì le vicende storiche dell'isola. Nel 1693 fu gravemente danneggiata da un terremoto e venne ricostruita. Alla città si aggiunse un nuovo centro in posizione più elevata. ARTE. Ragusa ha mantenuto la caratteristica planimetria medievale, mentre gli edifici hanno aspetto e forme barocche, essendo stati ricostruiti dopo il terremoto del 1693.Bella è la chiesa di San Giorgio (1738-75) dalla maestosa facciata barocca, opera di R. Gagliardi, come la chiesa di San Giuseppe, dall'elegante interno. Nei pressi della chiesa di Santa Maria dell'Idria (anch'essa barocca) sale la scalinata (242 scalini) che termina vicino alla chiesa di Santa Maria delle Scale (XV-XVI sec., rifatta dopo il terremoto) nella nuova città (Ragusa) sorta dopo il terremoto. Il monumento più interessante di questa zona è il Duomo (1706-60), fiancheggiato da un alto campanile.LA PROVINCIA. La provincia di Ragusa (301.207 ab.; 1.614 kmq) occupa parte della Sicilia occidentale e confina con le province di Caltanissetta, Catania e Siracusa. Prodotti dell'agricoltura sono cereali, uva da vino, olive, agrumi, ortaggi. Diffuso è l'allevamento del bestiame che alimenta l'industria lattiero-casearia. Altre industrie sono quelle estrattive, dei materiali da costruzione, chimiche, petrolchimiche, alimentari e della carta. Fra i centri principali ricordiamo Comiso, Ispica, Modica, Scicli, Vittoria.

Siracusa
(126.721 ab.). Siracusa è situata sulla costa sud-orientale della Sicilia e occupa anche l'isoletta di Ortigia, cui è collegata da un ponte. Agricoltura (ortaggi, frutta, uva, agrumi) e industria (cementifici, oleifici, industrie conserviere, chimiche e petrolchimiche) sono le principali risorse della città, che è anche un importante centro commerciale con un attivo porto. STORIA. Nel 734 a.C. un gruppo di coloni greci provenienti da Corinto fondò il centro di Syrakûsai sull'isola di Ortigia. Retta da un governo aristocratico, la città ebbe un rapido sviluppo e in breve tempo si espanse sulla terraferma. La crisi politico sociale del V sec. a.C. portò al potere Gelone, tiranno di Gela, che instaurò la tirannide (485-78 a.C.). Sotto Gelone e il suo successore, il fratello Gerone (478-66 a.C.), Siracusa raggiunse un'importanza commerciale e culturale e una potenza politico-militare (vittoria sui Cartaginesi ad Imera, 480 a.C.) tali da infastidire Atene. Scacciato il successore di Gerone (466 a.C.), i Siracusani si diedero un ordinamento democratico, ma dopo aver sconfitto gli Ateniesi nel 413, non riuscirono a tenere testa a Cartagine e chiamarono in loro aiuto lo stratega Dionisio il Vecchio: costui, respinta l'offensiva cartaginese, ristabilì la tirannide (405-367). Nonostante il periodo di confusione seguito alla morte di Dionisio (nel 340 Siracusa fu a capo di una lega delle città siceliote organizzata da Timoleonte e nel 317 Agatocle divenne il nuovo tiranno della città), Siracusa continuò ad affermare la sua potenza politica e commerciale. Alla morte di Agatocle (289) ripresero le lotte interne fra i vari gruppi politici, che durarono fino al governo di Gerone II (265-215): questi, coinvolto nella prima guerra punica, si alleò con Roma. Traditi dal successore di Gerone II, Geronimo, che si schierò con i Cartaginesi, i Romani assediarono Siracusa, conquistata nel 212 a.C.Sotto i Romani la città mantenne la sua importanza e la sua prosperità economica. Annessa all'Impero d'Oriente nel 535, rimase bizantina fino alla conquista araba dell'878. Alla dominazione araba seguirono quelle normanna, pisana, genovese, sveva e aragonese. Sotto gli Aragonesi la città godette di un periodo particolarmente felice e ritornò all'antica prosperità; dopo la loro caduta seguì le vicende storiche della Sicilia sotto i Borboni, cui si ribellò nel 1860. ARTE. Siracusa conserva splendide testimonianze del suo passato di fiorente città della Magna Grecia.Fondata sull'isoletta di Ortigia, si estese nel V sec. a.C. sulla terraferma, dove sorse l'agorà e si svilupparono i quartieri di Acradina, Neapoli, Tiche ed Epipoli. Nell'isola di Ortigia si trovano il più antico dei templi dorici siciliani (Tempio di Apollo, VII-VI sec. a.C.), il Duomo (costruito nel VII sec. d.C. inglobando il Tempio di Athena V sec. a.C. le cui colonne sono visibili all'interno) con una sontuosa facciata barocca (XVIII sec.) la Fontana Aretusa (la cui origine è legata alla leggenda della ninfa che si tramutò in fonte per sfuggire ad Alfeo) in cui crescono i papiri, il Castello Maniace (XIII sec.) situato su uno sperone roccioso all'estremità meridionale dell'isola e il Museo Archeologico, che raccoglie preziose testimonianze della storia della Sicilia dalla preistoria all'epoca romana.Tra queste ricordiamo il ripostiglio di Adriano (VIII sec. a.C.), il corredo della tomba di un guerriero (IV sec. a.C.), un Kouros di arte greca arcaica (VI sec. a.C.), la statua di terracotta di Dea in trono (530-20 a.C.) e la collezione numismatica. Il Palazzo Bellomo (XIII sec.) ospita il Museo Nazionale, dove si trova l'Annunciazione di Antonello da Messina (1474). Sulla terraferma è il Parco Archeologico della Neapoli dove sono i principali monumenti archeologici della città. Di questi il più importante è certamente il Teatro Greco (V sec. a.C.; rinnovato nel 230 a.C.), dove ancora oggi vengono rappresentate, tragedie greche. Nei pressi del teatro sono l'Anfiteatro Romano (III sec. d.C.) e la Latomia del Paradiso, cava di calcare da cui veniva estratto il materiale per le costruzioni militari e civili.Qui si aprono l'Orecchio di Dionisio (grotta artificiale dalla forma curiosa) e la Grotta dei Cordari. L'Orecchio di Dionisio deve il suo nome alla leggenda secondo cui il tiranno Dionisio poteva udire, senza essere visto, le rivelazioni dei prigionieri, grazie al fenomeno acustico della risonanza. Nella zona ad est della città, l'antica Acradina, è situata la Latomia dei Cappuccini, dove si trovano suggestive formazioni rocciose. Qui morirono 7.000 prigionieri ateniesi nel 414 a.C.. Sull'altopiano di Epipoli, nell'angolo a nord-ovest dove si incontrano le mura della città, sorge il Castello Eurialo, una delle più complete realizzazioni dell'architettura militare greca, costruito per volere di Dionisio il Vecchio (402-397 a.C.) in posizione imprendibile. Testimonianza del periodo cristiano sono le catacombe di San Giovanni (IV-V sec. d.C.), a cui si accede dalla chiesa di San Giovanni (VI sec., distrutta dal terremoto del 1693) e di Santa Lucia (III sec.). La chiesa di Santa Lucia, costruita secondo la tradizione sul luogo dove la santa subì il martirio nel 304, risale al XII sec. e conserva il Seppellimento di Santa Lucia dipinto dal Caravaggio nel 1609.LA PROVINCIA. La provincia di Siracusa (404.825 ab.; 2.109 kmq) si estende su un territorio prevalentemente montuoso e collinare confinante con le province di Catania e Ragusa. Le uniche pianure sono la piana di Lentini e quella di Pachino. Le coste sono frastagliate (golfi di Augusta, Noto e Siracusa). Risorsa principale è l'agricoltura che produce agrumi, mandorle, olio, vini, ortaggi, frutta, carrube, cereali.Diffusi sono l'allevamento ovino, caprino e bovino e la pesca (Augusta e Siracusa sono i porti principali). L'industria è presente con industrie chimiche, delle materie plastiche, metalmeccaniche, alimentari, estrattive (saline e calcare) e raffinerie di petrolio. Fra i centri principali ricordiamo Augusta, Avola, Lentini, Noto, Pachino.

Trapani
(69.510 ab.). La città di Trapani è situata all'estremità nord-occidentale della Sicilia e si estende su una stretta penisola dominata dal monte Erice (751 m). È un centro commerciale con un attivo porto peschereccio (pesca del tonno). La pesca alimenta l'industria conserviera del pesce, favorita anche dalla produzione di sale. Fra le altre industrie ricordiamo i cantieri navali, le industrie enologiche, i liquorifici, i pastifici e le vetrerie. Tipica dell'artigianato è la lavorazione del corallo, del legno e della madreperla. STORIA. L'importante centro cartaginese di Drepanum decadde nel periodo seguente la conquista romana. Dopo le dominazioni vandala e bizantina venne occupato dagli Arabi (XI sec.) sotto cui divenne una delle città più fiorenti della Sicilia. La sua importanza aumentò durante il periodo normanno. Alla fine del XIII sec. Trapani insorse contro gli Angioini e sostenne gli Aragonesi nella loro conquista dell'isola. Seguì poi le vicende storiche del Regno delle Due Sicilie fino all'annessione al Regno d'Italia. ARTE. Città di aspetto prevalentemente moderno, Trapani conserva un interessante nucleo antico che si snoda lungo il corso Vittorio Emanuele, fiancheggiato da edifici barocchi (palazzo del Municipio, chiesa del Collegio del 1636, Liceo-Ginnasio e Cattedrale del 1636). Il monumento più interessante è il Santuario dell'Annunziata (XIV sec.), che della costruzione originale conserva solo il portale gotico con rosone. La chiesa, rifatta nel XVIII sec., custodisce all'interno la statua di marmo della Madonna col Bambino (la Madonna di Trapani), attribuita a Nino Pisano. Il Museo Nazionale Pepoli raccoglie materiale archeologico, e ha una sezione dedicata alle arti minori locali.LA PROVINCIA. La provincia di Trapani (434.438 ab.; 2.461 kmq) occupa la punta occidentale della Sicilia e confina con le province di Agrigento e Palermo.Si estende su un territorio collinare caratterizzato a nord da coste alte e scoscese. Prodotti dell'agricoltura sono olive, ortaggi, mandorle, fichi, agrumi; la viticoltura alimenta l'industria enologica (marsala, moscato di Pantelleria, passolato). Altre industrie sono quelle estrattive (sale marino), del metano, della lavorazione del marmo, alimentari e conserviere. L'industria turistico-alberghiera è sviluppata nelle località di interesse paesistico (Erice, Isole Egadi) e archeologico (Segesta, Selinunte, Marsala, Erice, Mozia). Fra i centri principali ricordiamo Alcamo, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Erice, Marsala, Mazara del Vallo, Salemi.

L'ETNA
Situato sulla costa nord-orientale della Sicilia, l'Etna è il vulcano più alto d'Europa (3.340 m) ed uno dei principali vulcani attivi della terra. Questo massiccio vulcanico nacque verso la fine del quaternario nel luogo dove era un grande golfo marino e, nel corso dei millenni, assunse la caratteristica forma a cono piuttosto schiacciato, interrotto da coni avventizi e valli di schiacciamento (valle del Bove e valle di Calanna). Il cono terminale si alza a circa 2.900 m dall'altopiano dell'antico cratere ed è formato da un insieme di crateri fra loro indipendenti. Alle quote più basse le falde del monte sono ricoperte da una ricca vegetazione e sono intensamente coltivate (agrumi, viti, peri e meli) fino a 1.700 m. A quest'altitudine si incontrano splendidi boschi di pini e larici. Verso i 2.000 m il paesaggio subisce un brusco cambiamento dovuto alla diminuzione delle acque, abbondanti invece a quote inferiori. I pascoli e i cespugli di ginepro e di astragolo etneo (spino santo) scompaiono dopo i 2.400 m. Fra le molte eruzioni dell'Etna ricordiamo quella del 475 a.C. È legata alla leggenda secondo cui il filosofo Empedocle, che si era ritirato in meditazione sul vulcano (Torre del Filosofo), morì inghiottito dal cratere centrale. Durante l'eruzione del marzo-luglio 1669 nacquero i Monti Rossi e si ebbe lo sprofondamento del cratere centrale: un mare di lava invase Catania e si inabissò nel mare. Fra le eruzioni più recenti citiamo quelle degli anni '70 e '80 durante le quali si aprirono nuovi crateri e nuove bocche eruttive. Nel marzo 1987 veniva istituito il Parco dell'Etna che si estende su una zona di 50.000 ha comprendente 18 comuni e divisa in quattro zone. A cavallo tra il 1991 e il 1992 si vericava una nuova, drammatica eruzione del vulcano. Per mesi la colata lavica ha minacciato il paese di Zafferana Etnea, posto sulle pendici del monte, ma grazie all'intervento della Protezione Civile l'eruzione è stata deviata senza provocare danni alla popolazione e alle zone abitate.

IL DUOMO DI MONREALE
Nei pressi di Palermo, su un terrazzo da cui si domina la Conca d'Oro, è situata l'antica cittadina di Monreale, eletta dai re normanni a loro residenza preferita. Qui si trova uno dei più bei complessi monumentali realizzati in Sicilia nel Medioevo: la Cattedrale, voluta da Guglielmo II e considerata uno dei capolavori dell'arte normanna (1172-1185). l'esterno della basilica è opera di artisti arabi che idearono per l'abside un rivestimento policromo ad archi intrecciati che si moltiplicano creando fantasiosi motivi assieme alla luce che crea begli effetti di colore. La facciata, preceduta da un portico del 1700, è chiusa fra due torri campanarie, secondo uno schema tipico dell'architettura medievale in Sicilia. Un altro portico, molto elegante, opera di F. e V. Gagini (XVI sec.), corre lungo il fianco sinistro. Belli sono i portali con porte in bronzo di Bonanno Pisano (1186) e di Barisano da Tani (1179). L'interno è maestoso, a tre navate scandite da colonne, con pareti coperte da magnifici mosaici raffiguranti storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, santi, martiri e vescovi, che culminano nell'immagine del Cristo Pantocratore posta nel catino absidale. Il pavimento è anch'esso a mosaico. Pregevole è la cappella di San Benedetto (XVI sec.), rivestita di tarsie di marmo e di rilievi di G. B. Marino (1788). Sul lato destro della facciata è l'ingresso del chiostro (XII sec.) appartenente al convento benedettino un tempo adiacente alla cattedrale. Il portico è ad archi acuti sostenuti da colonnine gemine, ognuna di forma diversa, con rilievi, mosaici e bellissimi capitelli. Dal giardino di fronte al chiostro e dai terrazzi della cattedrale si gode uno stupendo panorama sulla Conca d'oro e sulla valle dell'Oreto.

LE SOLFARE

Durante il secolo scorso le miniere di zolfo ebbero un ruolo fondamentale nell'economia sicula (all'inizio del XX sec. la regione era una delle principali produttrici di zolfo) e la loro presenza nell'area compresa fa le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna ha modificato il paesaggio e ha lasciato tracce profonde nel costume e nelle tradizioni locali. Nel Museo della solfara, a Caltanissetta, è stato riprodotto l'interno di una solfara e si possono vedere gli strumenti di lavoro dei minatori. Presso le principali miniere, molte delle quali sono ormai disattivate, si vedono le caverne scavate nella roccia, dove i minatori trascorrevano la notte assieme agli asini e ai numerosi bambini (i carusi, dai sette anni in su) addetti al trasporto dello zolfo all'esterno della miniera. Molto spesso i minatori dormivano nei forni o nei sotterranei delle miniere. Nella solfara di Giangagliano, ancora in attività e dotata di una moderna attrezzatura, è possibile assistere alla lavorazione dello zolfo. Interessante è il procedimento nel quale lo zolfo liquido (in gergo olio) cola dalla porta del calcarone (detta morte) e viene incanalato e fatto solidificare in appositi spazi. La più antica miniera dell'isola è quella di Trabia-Tallarita, situata sul fiume Salso. La parte più antica è la solfara di Trabia (Solfara Grande), iniziata nel 1730. I lavori nella miniera Tallarita iniziarono verso la fine del XVIII sec. e vennero organizzati secondo un'impostazione tecnica più moderna e razionale. L'attività della solfara cessò nel 1976.



CENTRI MINORI

Acireale

(51.614 ab.). Città in provincia di Catania. Ha due sorgenti minerali conosciute e frequentate fin dall'antichità: una sulfurea radioattiva (malattie della pelle e del ricambio, affezioni ginecologiche), l'altra alcalina. Vanta una fonte Galatea e una caverna detta del Ciclope Polifemo.

Augusta

(34.111 ab.). Città in provincia di Siracusa, sullo Ionio. Base navale e militare, porto commerciale e per la pesca. Possiede una raffineria per il petrolio proveniente da Ragusa, una centrale termoelettrica ed estese saline. Produce vino, olio, grano e mandorle. Conserva numerosi monumenti come il castello di Federico II, il Palazzo Comunale e il Duomo del '700. Fondata nel 42 a.C. da Augusto, fu dominio dei Saraceni, dei Normanni e degli Svevi. Durante la dominazione angioina (iniziata nel 1268), acquistò sempre maggiore importanza grazie alla sua posizione. Passò poi nelle mani degli Aragonesi e fu dominata dalle grandi famiglie siciliane (Moncada, Londogna). Divenne un grande porto militare: da qui salpò la flotta cristiana che sconfisse i Turchi a Lepanto. Dal 1675 al 1681 fu dominio francese, poi ancora degli Spagnoli. Fu danneggiata da due scosse telluriche, nel 1693 e nel 1848. Durante la seconda guerra mondiale, da Augusta iniziò l'avanzata alleata in Sicilia.

Bagheria

(48.318 ab.). Città in provincia di Palermo. In ridente posizione, circondata da fiorenti agrumeti e vigneti, fu il centro di villeggiatura preferito dei patrizi palermitani, che vi eressero splendide ville fra cui ricordiamo la Villa Palagonia, fatta costruire dal principe Ferdinando Francesco Gravina nel 1715.

Caltabellotta

(5.079 ab.). (dall'arabo Qal'at-al-ballut: castello delle querce). Centro in provincia di Agrigento, sulla destra del fiume omonimo. Nel 1302 venne qui firmato il trattato di Caltabellotta fra Federico II d'Aragona e Carlo di Valois, che pose fine alla guerra dei Vespri, dichiarando decaduti gli Angioini ed assegnando la corona di Sicilia a Federico II.

Caltagirone

(37.450 ab.). (dall'arabo Qal'at-al-ghiran: castello delle grotte). Centro in provincia di Catania. Nei dintorni della città si trovano necropoli greche. Importanti l'ex cattedrale e la chiesa di San Giorgio, del XVII sec. Caratteristica l'antica industria di terrecotte artistiche.

Canicattì

(32.914 ab.). Centro in provincia di Agrigento. Antico feudo dei Bonanno, vi si ammirano i resti di un castello normanno. Importante centro agricolo e industriale con fabbriche e opifici.

Cefalù
(13.964 ab.). Cittadina in provincia di Palermo, presso la riva tirrenica. È di antica origine; possiede una cattedrale del 1131, ricca di pregevoli mosaici bizantini; ruderi del cosiddetto tempio di Diana. Conserva nei suoi monumenti evidenti tracce della dominazione araba.

Centuripe
(6.521 ab.). Centro in provincia di Enna. Di antichissima origine, fu distrutta da Federico II in seguito ad una sollevazione contro di lui (1232). La città attuale fu fondata nel 1548 da Francesco Moncada. Il territorio è fertile; notevole la produzione di zolfo. Nel 1943 vi si svolsero lunghi ed aspri combattimenti.

Comiso
(29.022 ab.). Centro agricolo in provincia di Ragusa, situato su un colle delle propaggini sud-occidentali dei Monti Iblei, presso le sorgenti del fiume Ippari. Cave di pietra da costruzione e da calce. Fabbriche di sapone e di vasi di terracotta. Nelle vicinanze di Comiso vi è un'importante base NATO. Città nota in età bizantina, Comiso nel XIII sec. passò dalla signoria dei Lubera a quella dei Chiaromonte; nel 1453 fu acquistata dai Naselli della Mastra, che la tennero fino all'abolizione della feudalità in Sicilia (1813). Rimangono le Terme di Diana, con mosaici del III sec. d.C. Fra i monumenti dell'età medievale e moderna vanno ricordati il battistero bizantino di San Gregorio al Castello; la chiesa di San Francesco del XIII sec.; il castello del XIV-XVI sec.; la cattedrale del XV sec.

Corleone

(11.321 ab.). Centro agricolo in provincia di Palermo, a 542 m s/m. sul fiume omonimo. Cereali, olio. Industria casearia e molitoria. Di origine saracena, fu feudo dei Normanni, poi dei vescovi di Monreale. Decadde sotto gli Aragonesi.

Egadi

Isole situate ad ovest della Sicilia e, geologicamente, appartenenti al sistema orografico della Sicilia occidentale. Anticamente si chiamavano Aegates. Il gruppo è formato da 8 isole di cui le principali sono Favignana, Levanzo e Marettimo. Le minori si chiamano S. Pantaleo, Mozia, isola degli Asinelli, Maraone e Formica.

Eolie o Lipari, Isole

Arcipelago (114,8 kmq) del Mar Tirreno, a nord della Sicilia: comprende sette isole principali, tra cui le tre maggiori, Lipari, Salina e Vulcano, formano un gruppo molto ravvicinato. Le altre sono Alicudi, Filicudi, Stromboli e Panarea.

Erice

(29.975 ab.). Centro in provincia di Trapani in suggestiva posizione panoramica; fino al 1934, Monte San Giuliano. Celebre nell'antichità per il tempio di Venere fondato da Enea e distrutto durante le guerre puniche. Conserva la cinta muraria eretta dai Cartaginesi (V sec. a.C.) con rifacimenti romani e normanni. Altri monumenti sono il Castello (XII-XIII sec.), il Castello Pepoli, la chiesa Matrice (1314), San Giovanni Battista, con opere di A. Gaggini e San Martino (XIII sec.).

Gela

(72.612 ab.). Città in provincia di Caltanissetta, sul golfo omonimo, tra capo Scaramia e capo Sant'Angelo. Centro agricolo e commerciale. La piana di Gela è per estensione la seconda pianura della Sicilia dopo quella di Catania. Fu fondata da coloni di Rodi e di Creta nel 688 circa a.C., secondo la tradizione. Primo tiranno di Gela fu Cleandro (V sec.), cui successe il fratello Ippocrate e più tardi Gelone che, impadronitosi di Siracusa, vi trasferì la capitale del suo Stato; gli succedettero i fratelli Gerone e Trasibulo. La città riacquistò l'indipendenza nel 466. Nel 456 vi morì Eschilo.Divenuta possesso dei Siracusani, fu distrutta nel 282 dai Mamertini. Nel 1230 venne fondata da Federico II la città attuale, che ebbe il nome di Terranova di Sicilia, rimastole fino al 1927. In località Caposoprano, è stato recentemente ritrovato un tratto di 200 m della cinta meridionale di mura, databile alla seconda metà del V sec. a.C., e restaurato al tempo di Timoleonte. Ricco il materiale archeologico rinvenuto nella città e nella necropoli.

Lampedusa

Piccola isola del Mediterraneo nel gruppo delle Pelagie. È un grande scoglio scosceso dal suolo sterile; allevamento di conigli, abbondante pesca. Appartiene alla provincia di Agrigento.
Lampedusa e Linosa
(5.697 ab.). Centro in provincia di Agrigento, formato dalle due isolette omonime, le quali costituiscono il gruppo delle isole Pelagie. Vennero occupate dai Borboni nel 1843 e nel 1845. Pesca delle sardelle e delle spugne.

Lentini

(27.470 ab.). Centro agricolo in provincia di Siracusa, sulle prime propaggini collinari al margine meridionale della piana di Catania. Commercio agricolo (agrumi, prodotti ortofrutticoli). Industrie alimentari, del vetro e del cemento. È l'antica Leontinoi, una delle prime colonie greche in Sicilia, fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi, caduta poi in potere dei Siracusani. Decadde sotto i Romani che l'avevano conquistata durante la seconda guerra punica. Occupata dagli Arabi nell'848, passò poi ai Normanni. Devastata dal terremoto del 1693, venne ricostruita nello stesso luogo. Notevoli resti archeologici.

Licata

(41.315 ab.). Centro agricolo ed industriale in provincia di Agrigento su un promontorio, posto all'estremità occidentale del golfo di Gela. Commercio agricolo (cereali, ortaggi, mandorle, cotone). Pesca. Industrie chimiche (concimi), dello zolfo, del cemento, cantieristiche, alimentari. Sorge sulle rovine dell'antica Phintias, fondata dai Greci nel III sec. a.C. presso il capo Ecnomus (attuale Capo Sant'Angelo) nelle cui acque Attilio Regolo sconfisse la flotta cartaginese (256 a.C.). Fiorente di traffici sotto gli Svevi (XII-XIII sec.), riprese importanza tra il XVII e il XVIII sec. dopo la quasi completa distruzione da parte dei Turchi nel 1553.

Marsala

(80.292 ab.). Città in provincia di Trapani, presso il Capo Boeo, è l'antica Lilibeo, situata all'estremità più occidentale della Sicilia. Nota per la produzione del vino omonimo. È sede di un importante istituto agrario. Attivo porto. Estrazione di salgemma. Il monumento principale è il duomo, con facciata barocca; notevoli anche la chiesa del Carmine (XVI sec.) e quella di Santa Maria della Grotta, di stile romanico siculo, con affreschi bizantini. Museo comunale. La città fu costruita dai Cartaginesi al principio del IV sec. a.C. e fortificata in modo inespugnabile. Occupata dai Romani dopo la prima guerra punica (241), divenne un importante centro commerciale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la città decadde. Gli Arabi la ricostruirono e le diedero il nuovo nome di Marsa 'Ali (porto di AlB), dal quale proviene il nome attuale. Fu emporio commerciale fiorente sotto i Normanni, nel XII sec. Prospera nei secc.XV e XVI, in seguito decadde, per risorgere alla fine del XVIII sec. come centro di commercio vinicolo. A Marsala sbarcò, l'11 maggio 1860, Garibaldi coi Mille.

Mazara del Vallo

(48.377 ab.). Centro in provincia di Trapani sulla riva del mare. È di origine molto antica, costruita forse sulle rovine dell'emporio di Selinunte. Stazione balneare.

Menfi

(13.248 ab.). Centro agricolo in provincia di Agrigento, a 119 m s/m. Allevamento. Ricordata dai tempi di Giacomo d'Aragona, re di Sicilia (m. 1327); dal 1654 al 1812 appartenne, col titolo di contea, ai Pignatelli duchi di Monteleone.

Milazzo

(31.689 ab.). Città in provincia di Messina. È sede di industrie chimiche, tonnare, industria conserviera, ed è il più importante centro vinicolo della provincia di Messina. Grande importanza ha il porto. Nel territorio si producono limoni, vino, olio, pomodori e ortaggi, che vengono esportati. Milazzo, colonia di Zancle (l'antica Messina), fondata nel VII sec. a.C., rimase sempre dipendente da questa città. Decadde in età saracena; ricostruita da Ruggero I, conte di Sicilia, nella seconda metà dell'XI sec., fu fiorente in periodo normanno e durante la successiva dominazione sveva ed aragonese. Cadde sotto il dominio degli Spagnoli e questi, cacciati dalla città nel 1713, tentarono invano di riprenderla ai Piemontesi e agli Imperiali nel 1718, ma gli Austriaci, sbarcati con imponenti forze presso Milazzo, costrinsero gli assedianti a ritirarsi su Messina.

Modica

(50.618 ab.). Cittadina in provincia di Ragusa; è situata a 381 m s/m., sulle pendici meridionali dei monti Iblei. Mercato agricolo (cereali, legumi, uve, olive, ortaggi) e del bestiame; industrie connesse. Fu la Mòtyka dei Siculi, fiorente anche in epoca romana. Occupata dagli Arabi che la ribattezzarono Mohac, fu in seguito eretta contea e divenne uno dei feudi più potenti della Sicilia. Castello dei Chiaromonte, cattedrale barocca.

Noto
(21.811 ab.). Città in provincia di Siracusa, presso la fiumara omonima. Ricostruita dopo il terremoto del 1693, ha edifici e numerose chiese con pregi artistici, di spiccato carattere settecentesco. Ricordiamo il Duomo (XVII sec.), l'ex Convento dei Domenicani (1727), il Monastero del S.S. Salvatore (1706), il Palazzo Comunale (1746), il Palazzo Villadorata (1737), Santa Chiara (1730), la chiesa del Santissimo Crocefisso con all'interno la Madonna del Neve (1471) di F. Laurana.

Pantelleria
Isola (83 kmq) del Mediterraneo centrale. Ha morfologia accidentata e culmina, al centro, nella Montagna Grande (836 m). La sua origine vulcanica è rivelata dalla natura delle rocce, dai frequenti movimenti sismici e da fenomeni secondari. Quasi del tutto priva d'acqua potabile, ha tuttavia un suolo molto fertile. L'isola è costituita in comune dipendente amministrativamente dalla provincia di Trapani, e ha per capoluogo il centro omonimo. Agricoltura (uve pregiate, cereali, fichi, capperi, cotone), con una buona produzione di vini. Allevamento di pecore e asini. Pesca. Movimento turistico in sviluppo.

Patti

(13.262 ab.). Cittadina in provincia di Messina, alle falde dei Nebrodi; è situata a 153 m s/m. Fu edificata dai Normanni di Ruggero I nell' XI sec., nei pressi della distrutta Tindari.

Piazza Armerina

(22.415 ab.). Centro in provincia di Enna; è situato a 697 m s/m., presso il torrente Nociara. Centro agricolo (uva, olive) e minerario (solfatare). Industrie alimentari. Nella contrada Casale, resti di una villa romana (IV sec. d.C.) con pregevoli pavimenti a mosaico.

Porto Empedocle

(16.888 ab.). Centro in provincia di Agrigento. Porto artificiale per l'imbarco dei prodotti dell'interno (zolfo, gesso, fertilizzanti, salgemma) e per l'importazione di prodotti chimici e carbone. Centrale termoelettrica. Attiva è la pesca. Fiorente il turismo.

Sciacca

(38.791 ab.). Centro in provincia di Agrigento. Due antichi castelli e varie chiese. Costruzioni navali; fabbriche di terraglie. Salnitro, soda, zolfo. Pesca delle sardelle. Sciacca sorge alle falde del monte Cronio, sulle rovine dell'antica Selinunte che fu distrutta nell'827 dai Saraceni, i quali si stabilirono nei pressi e fondarono la nuova città. Celebri sono le terme sul Monte Cronio (395 m), perforato da molte caverne dalle quali si ricava il salnitro.

Segesta
Antica città della Sicilia, a nord-ovest dell'odierna Calatafimi, fondata dagli Élimi. Importanti resti archeologici risalenti in gran parte al V sec. a.C.: tempio dorico (fra i meglio conservati della Sicilia), privo di cella interna; santuario; teatro, probabilmente di epoca ellenistica.

Selinunte
Antica città greca, a poca distanza del mare, nel settore sud-occidentale dell'isola (nel territorio dell'odierna Castelvetrano). Fu fondata nella seconda metà del VII sec. a.C. da coloni provenienti da Megara Iblea come caposaldo difensivo contro l'espansionismo fenicio nell'occidente dell'isola. Durante la prima guerra punica Selinunte cadde in mano ai Cartaginesi; e quando costoro vennero costretti a ritirarsi, la città fu di nuovo distrutta e la popolazione evacuata.Da allora Selinunte, città già fiorentissima, fu soltanto un borgo che sopravvisse stentatamente in epoca romana, bizantina e musulmana. Gli scavi sistematici, intrapresi nel 1864, hanno messo in luce le rovine imponenti dell'antica città, sì che oggi Selinunte è uno dei centri archeologici più importanti d'Italia.La zona archeologica è compresa tra due corsi d'acqua, il Gorgo Cottone e il Modione (antico Selinon), alle foci dei quali si trovavano due porti, oggi completamente interrati.L'importanza di Selinunte nella storia dell'arte greca è dovuta soprattutto ai suoi templi (Tempio C, metà VI sec. a.C.) che presentano caratteristiche architettoniche tali da distinguerli nettamente dalle contemporanee costruzioni d'altre città siceliote e più ancora da quelle della Grecia. Di grande interesse sono anche le necropoli. Selinunte è l'unico centro della Sicilia che abbia lasciato resti di valide sculture eseguite sul luogo; anche in questo settore è evidente un gusto locale che interviene a modificare forme di importazione ellenica.Famoso l'efebo bronzeo ora conservato nel municipio di Castelvetrano (è databile verso la metà del V sec.); grande importanza hanno anche le metope conservate nel Museo Nazionale di Palermo.

Taormina
(10.238 ab.). Centro climatico in provincia di Messina;è situato a 204 m s/m. su un terrazzo del monte Tauro, in posizione dominante il mar Ionio. Per il suo incantevole scenario di bellezze naturali è stazione turistica di fama internazionale dotata di buona attrezzatura alberghiera. Rinomato il lido di Mazzarò con l'isola Bella.Miniere di zolfo. Fondata dai Siculi, fu centro della Magna Grecia e in seguito colonia romana. Nel Medioevo conobbe le dominazioni bizantina e araba. Occupata dai Normanni nell'XI sec., fu prospero centro commerciale fiorente con gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi. Nel XV sec. ebbe inizio la sua decadenza. Conserva parte del Teatro greco, ricostruito dai Romani, l'Odeon, le Terme e la Naumachia. Numerosi anche i monumenti medievali quali la cattedrale, le chiese di Santa Caterina e di Sant'Agostino, il palazzo Corvaia in stile arabo normanno.

Ustica

Isola (8,1 kmq) del mar Tirreno, a nord delle coste settentrionali della Sicilia, in provincia di Palermo. Unico centro il paese omonimo. Viti, cereali, ortaggi e frutta. Turismo. Durante il ventennio fascista, fu luogo di confino.

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