Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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lunedì 24 novembre 2008

Storia: l'anno Mille a Palermo.

24 Novembre 2008.

"Tre sono i principali episodi storici che statuiscono il rapporto di vassallaggio istituzionale fra i primi Altavilla ed i pontefici romani, episodi che qualificano l'antefatto della creazione  del regnum con capitale a  Palermo;il  primo  è  il concilio  di  Melfi,  nell'agosto del 1059; il secondo è la concessione della legazia apostolica fatta da Salerno nel luglio del 1098; il terzo la concessione papale della corona regia con l'acclamazione di Ruggero  II a Salerno nel 1130. Nel concilio di Melfi papa Niccolò II si riconciliò con i capi normanni dopo  le prove    di    balordaggine    banditesca    che    questi    avevano    fornito precedentemente,anche contro il papato, confermò Riccardo come principe di Capua ed investì  Roberto "il  Guiscardo" a  duca di  Puglia e  di Calabria  nonchè di Sicilia, che però era ancora in mano ai saraceni. Si trattò di investiture pressocchè illegittime. Ciò in quanto questi  territori erano ancora nominalmente parte integrante dell'impero romano di Costantinopoli anche se le truppe romaiche presidiavano ormai soltanto poche città in Puglia e Calabria mentre gli Altavilla avevano visto la Sicilia soltanto sulla base di un famoso documento storico; la cosiddetta - donazione - dell'imperatore Costantino che era anche alla  base dell'esistenza dello stesso stato pontificio e che da tempo ormai sappiamo essere stato un falso. In esso era comunque detto esplicitamente che ai pontefici romani spettava il dominio temporale su Roma e su tutte le prvincie, luoghi e città d'Italia e  delle regioni  occidentali d'Europa. Era il principio sulla base del quale i pontefici romani ritennero di rivestire il ruolo di "Cesari d'Occidente" per tutto l'alto e il basso Medioevo. Il secondo  episodio fondamentale  ebbe luogo  quando ormai  la gran parte della Sicilia era stata liberata dal giogo musulmano. Roberto " il Guiscardo" era  già morto. Ruggero I,  gran conte di  Sicilia, era uno  dei più potenti  signori del Mediterraneo e ricevette,  in Sicilia, la  visita di papa  Urbano II durante  la quale vennero  gettate le  basi della  politica ecclesiastica  dello stato e del ruolo che avrebbe dovuto rivestire ufficialmente il gran conte. A Salerno, il 05 luglio 1098, il papa consegno a Ruggero la missiva nella quale rivolgendosi  al - carissimo figlio conte  di Calabria e di  Sicilia - affermava di  impegnarsi a non nominare alcun legato pontificio  nei territori suddetti senza l'accordo ed il consenso di Ruggero o dei suoi eredi diretti. Questa concessione della - legazia apostolica - è stata poi, nei secoli, oggetto di continue controversie giuridiche, ma sta di fatto che, in quel momento, accresceva enormemente il potere politico-giurisdizionale di Ruggero. Egli, ed i suoi successori, non erano più dei puri e semplici vassalli di Roma ma, nominado vescovi uomini fedeli alla casata degli Altavilla, potevano influire direttamente nella politica della Chiesa, nonchè nell'elezione  diretta dei  pontefici fino  alla possibilità di poterne creare uno tra i loro stessi protetti. Si tratta  quinidi di un momento  fondamentale che qualifica  con la sua  impronta tutta la futura politica degli Altavilla di Sicilia. Il terzo e fondamentale episodio. Morto Ruggero I gli succedette, dopo un  lungo periodo di regenza della madre, il figlio omonino: Ruggero II. Ruggero II non fu più il tipico  cavaliere normanno abituato  a darsi ragione  brandendo la spada. Egli fu educato a Palermo da precettori latini e bizantini che lo resero  edotto su principi giuridici del cesaro-papismo bizantino. La sua mentalità fu  quindi, a tutti gli  effetti , quella  di un principe  italiano. Nel settembre  del 1130 papa Anacleto, che ufficialmente fu un antipapa e quindi ancora più bisognoso di un forte  appoggio politico-militare  per insediarsi  autorevolmente a  Roma, si recò ad Avellino dove Ruggero II lo aspettava con un grande seguito di  curiali, baroni e scorta  armata. Qui i  due strinsero un  accordo politico con  il quale Ruggero si impegnava  ad appoggiare con  tutto il suo  peso politico e  militare l'antipapa Anacleto e, a compenso di questo impegno, chiedeva per sè e per i suoi discendenti la corona regale. Dopo l'incontro di  Avellino, il 27  settembre del 1130,  papa Anacleto promulgò una bolla nella  quale concedeva ufficilamente  a Ruggero II,  e quindi ai  suoi eredi, la  corona di  Sicilia, di  Calabria e  di Puglia,  il principatodi Capua acclusi quei territori della Santa Sede  che i duchi di Puglia avevano  ricevuto in feudo, e - con frase ambigua - "l'onore di Napoli" che, all'epoca, era  città autonoma ma sotto  la tutela di Costantinopoli, il tutto  escluso Benevento che rimaneva città pontificia ma alla quale si faceva obbligo, in caso di  necessità belliche, di intervenire  al fianco del  nuovo re. I  vescovi siciliani venivano delegati ad officiare per conto del papa la incoronazione ufficiale. Ruggero per ricambiare  a  questa investitura  ufficiale  giurò nuovamente  fedeltà  al papa Anacleto impegnandosi a versargli  annualmente un tributo di  seicento schifati, cioè circa 160 once  d'oro. Avendo Ruggero come  primo titolo quello di  duca di Sicilia la  sede del  governo del  nuovo stato  veniva automaticamente assegnata alla città  dove egli  risiedeva: Palermo.  Tuttavia Ruggero  volle compiere  un gesto diplomatico  per non  svilire gli  altri ducati  del continente, facendosi acclamare a  Salerno, la  capitale del  ducato di  Puglia nonchè  la città   più importante dei suoi domini continentali. Nel Natale del 1130 fu incoronato  primo sovrano di Sicilia. Fu il cardinale di Santa Sabina, in rappresentanza di  papa Anacleto, ad ungere Ruggero  con l'olio santo mentre spettò al primo vassallo del re - il principe di Capua - tenere  la corona sopra la testa di Ruggero. Palermo  poteva  così  celebrare,  con  questo  trionfo,  l'aspirazione  più che millenaria a prevalere sulle altre città siciliane ma in particolora anche sulle grandi città  del Continente  come Salerno,  Benevento, Bari,  Amalfi, Napoli  e Capua.  Era  come se  Palermo  fosse assurta  -  proprio grazie  all'avvenimento €dell'incoronazione   -   alla    pari   di   Roma. Lo storico Giuseppe Di Stefano lo ritenne una costruzione sorta su una fortezza araba, ristruttura e ampliata da Ruggero II che fece costruire la Cappella Palatina e aggiungere dei corpi turriformi la cui altezza venne ridotta nel XVI s. Identifica le parti normanne con la Torre Pisana (con la stanza del Tesoro) e con la Torre della Gioaria (con la sala degli Armigeri al piano inferiore, e con la sala di re Ruggero e la restrostante sala dei Venti al piano superiore). Al secondo piano del palazzo (cosidetto "Piano parlamentare") si trovano la Sala d'Ercole, dove si riunisce il Parlamento siciliano, e la Sala di re Ruggero II, ricca di preziosi mosaici con motivi ornamentali, raffiguranti animali ed intrecci floreali, la sala dei venti, la sala Giallae la sala dei Viceré. Due scale laterali portano alla cripta. Questa si articola in un vano a pianta quadrata sottostante al presbiterio, scompartito mediante due colonne di pietra e con un'ampia abside centrale e due piccole laterali. Il palazzo reale è posto nel luogo più elevato dell'antica città tra le depressioni dei fiumi Kemonia e Papireto. Anche se alla costruzione vengono attribuite origini molto antiche risalenti alle dominazioni puniche, romane e bizantine, è all'epoca araba (IX secolo) che si deve attribuire l'edificazione del maestoso Qasr, Palazzo o "Castello", da cui ha preso il nome la via del Cassaro, l'odierno corso Vittorio Emanuele. Tuttavia, furono i Normanni a trasformare questo luogo in un centro polifunzionale, simbolo del potere della monarchia. Scrive Maria Teresa Montesanto in Palermo città d'arte (a cura di Cesare De Seta, Maria Antonietta Spadaro e Sergio Troisi): “Il palazzo era costituito da edifici turriformi collegati da portici e giardini che formavano un complesso unitario comprendente anche opifici tessili (il tiraz) e laboratori di oreficeria. Una via coperta lo collegava direttamente con la cattedrale. Nello spiazzo antistante vi era anche la cosiddetta Aula verde, di epoca anteriore, un ambiente aperto e riccamente decorato dove il re accoglieva i suoi ospiti. Nel 1132 venne costruita la Cappella Palatina che assunse una funzione baricentrica dei vari organismi in cui si articolava il palazzo. Con gli Svevi di Re Federico II, che vi risiede solo nell'età giovanile, il palazzo rimane sede dell'attività amministrativa, della cancelleria e della scuola poetica siciliana. Il ruolo periferico della città inizia con gli Angioini e gli Aragonesi che privilegiarono altre sedi. La rinascita del palazzo si ha con i viceré spagnoli che, nella seconda metà del XVI secolo, scelsero di risiedervi adeguandolo alle nuove esigenze difensive e di rappresentanza, ristrutturandolo notevolemte, creando bastioni e modificando il palazzo. Durante i Borboni furono create le sale di rappresentanza (Sala Rossa, sala Gialla e Sala Verde) e fu ristrutturate Sala d'Ercole, con gli affreeschi raffiguranti le fatiche dell'eroe mitologico. Un profondo restauro ha subito negli anni '60, sotto la cura di Rosario La Duca. Dal 1947 il Palazzo dei Normanni è sede dell'Assemblea Regionale Siciliana. La Cappella Palatina, che sorge nel Palazzo Reale, è a schema basilicale a tre navate, divise da archi ad ogive con la particolarità della cupola eretta sul santuario triabsidato. Le navate sono suddivise da colonne di spoglio in granito e marmo cipollino con capitelli compositi. Cappella Palatina, internoOriginariamente, la cupola visibile era dall'esterno insieme con il campanile, mentre ora la costruzione è inglobata dal Palazzo Reale. Cupola, transetto ed absidi sono interamente rivestiti nella parte superiore da splendidi mosaici bizantini, che sono tra i più importanti della Sicilia. Raffigurano Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e scene bibliche varie. I più antichi sono quelli della cupola, che risalgono al 1143. Il soffitto ligneo della navata mediana e la travatura delle altre sono intagliati e dipinti in stile arabo. Nelle stelle lignee in ogni spicchio ci sono animali, danzatori e scene di vita cortigiana islamica. La Cappella Palatina fu consacrata nel 1140 e dedicata ai santi Pietro e Paolo da Ruggero II di Sicilia (si dice palatina una chiesa o una cappella riservata ad un regnante e alla sua famiglia. Il termine latino palatinus deriva infatti da palatium, "palazzo imperiale"; nel medioevo l'aggettivo ha preso il significato di “appartenente al palazzo imperiale”). Lo splendido edificio palermitano è interamente rivestito di un tappeto musivo, che è più libero nella concezione dello schema iconografico rispetto ai mosaici della chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, detta anche la Martorana. Ecco come Augusto Schneegans (in La Sicilia nella natura, nella storia e nella vita, 1890): “Tutto è diverso nel castello reale, dove il custode conduce i visitatori con una specie di timore religioso fino alla porta della Cappella Palatina. Quivi giunto, apre con solennità la cappella avvolta in una oscurità mistica, e poi si ritira silenzioso, come se nessun profano dovesse mettere piede sul sacro suolo. Ed infatti questa cappella meravigliosa pare che sia una cosa sacra. Vi entriamo come in un regno di favole, trasferito qui dall'Oriente: l'oscurità crepuscolare di quei corridoi con alte colonne è inondata dal dolce e carezzevole splendore del sole; le mura scintillano come di oro e splende dalle cupole una luce dorata. I santi e il grande Cristo bizantino guardano meravigliati il forestiero che ardisce mettere il piede in questa soglia consacrata. Con un sordo rumore la porta si chiude dietro di noi; una tranquillità ed un silenzio divini ci circondano; rimaniamo sbalorditi e guardiamo attorno come ammaliati. All'altare maggiore celebra un sacerdote coi capelli argentei e con un rosso e ondeggiante indumento, negli alti stalli seggono altre figure venerabili; grandi volumi di pergamena stanno aperti sui leggii di quercia le cui pagine giallastre sono via via voltate dai cantori. Un raggio di sole colorito, attraverso le dipinte vetrate del soffitto, scherza sopra gli abiti sacerdotali gallonati d'oro e scintilla sui vecchi guarnimenti d'argento dei libri corali. Lento e con modulazione uniforme, risuona il canto dei preti per le gallerie; dalla profondità del coro rispondono le voci argentine dei chierici: si sente il suono fine e chiaro del campanellino tra il ronzio ed il canto: a quel suono le teste canute s'inchinano e le ginocchia si piegano. Sebbene il forestiero non sia entrato come un credente, in questa cappella, pure in mezzo a quell'atmosfera piena di misticismo, china anch'egli il capo e piega le ginocchia come un credente. Solamente, dopo che quel primo sentimento di stupore si è dileguato, guarda attorno e rimane come estatico; perché in nessun altro luogo ha mai veduta cosa più bella. In quel recinto angusto, ma alto, arioso e illuminato dal sole, egli si trova in mezzo all'opera più perfetta che l'arte cristiana abbia mai prodotta. Svelte colonne sostengono sugli ampii capitelli gli archi acuti normanni, alquanto più larghi dei saraceni; più grossi della colonna e del capitello s'innalzano i pilastri e piegandosi leggermente con lento slancio ed elegante, s'uniscono da ambedue le parti nella pietra di chiusura, terminando in punta, ma rotondeggiata artisticamente. Poche colonne sostengono l'alta volta della piccola cappella; perché questa casa di Dio è veramente una miniatura, un prezioso cofanetto di scintillanti gioielli! Dal pavimento fino al soffitto; dalle colonne, dai muri, dagli altari, dai confessionali fin sotto alla gradinata che conduce nel coro, fin negli angoli più remoti dei corridoi laterali avvolti nell'oscurità, tutto ride e risplende di mosaici. I fatti della storia sacra vi sono dipinti in figure vive; sulle colonne stanno gli apostoli e i santi nella loro attitudine ieratica; nelle pareti è rappresentata la storia del vecchio e del nuovo Testamento; cori d'angioli volano intorno all'eccelsa cupola colle finestre traforate, dalla quale scende la chiara e dolce luce del sole, meravigliosamente smorzata e come disciolta in un morbido ondeggiamento. E su in alto, occupando tutta la volta della cupola, sta la colossale la colossale mezza figura del Salvatore in una quiete solenne, colla destra alzata in atto di benedire, col sacro volume nella sinistra, con la chioma lunga e ondulata, con la barba bionda: ha tre grandi raggi attorno al capo e i suoi grandi occhi guardano così intensamente, da sembrare che ne esca una vita celeste che empie ed avviva di una luce misteriosa la semioscurità di quel santuario."

BIBLIOGRAFIA PER LA STORIA MEDIEVALE: 
I barbari
C. Azzara, Le invasioni barbariche, Il Mulino, Bologna 1999
S. Gasparri, Prima delle nazioni. Popoli, etnie e regni fra Antichità e Medioevo, Nuova Italia
Scientifica, Roma 1997
W. Pohl, Le origini etniche dell'Europa. Barbari e Romani fra Antichità e Medioevo, Viella, Roma
2000
La piramide feudale
I classici:
M.Bloch, La società feudale, Einaudi, Torino 1949 e varie edizioni successive
R.Boutruche, Signoria e feudalesimo, 2 voll., Il Mulino, Bologna 1971 e 1974
F.Ganshof, Che cos’ é il feudalesimo?, Einaudi, Torino 1989
Il dibattito storiografico, alcuni esempi:
G.Sergi, Feudalesimo senza «sistema», in «Prometeo», 10, 1993, 43, pp. 52-61
G.Tabacco, Il feudalesimo, in Storia delle idee politiche, economiche e sociali, II/2, UTET, pp.
55-115, Torino 1983
A.Barbero, Liberti, raccomandati, vassalli. Le clientele nell’età di Carlo Magno in «Storica» n.
14 del 1999 pp. 7-60
Il feudalesimo nell’alto medioevo, due volumi, CISAM, Spoleto 2000 (Settimane di studio del
Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, XLVII)
I servi della gleba
I classici:
M.Bloch, Lavoro e tecnica nel Medioevo, Laterza, Bari 1973
M.Bloch, La servitù nella società medievale, La Nuova Italia, Firenze 1975
Il dibattito storiografico, alcuni esempi:
A.Borst, Forme di vita nel Medioevo, Guida, Napoli 1988
A.Panero, Servi e rustici. Ricerche per una storia della servitù, del servaggio e della libera
dipendenza rurale nell'Italia medievale, Società storica vercellese, Vercelli 1990
A.Panero, La servitù in Francia e in Italia nei secoli IX-XIV: un problema di storia comparata, in
«Studi storici», 32, 1991, pp. 799-836
K. Bosl, Modelli di società medievale, Il Mulino, Bologna 1979
2
G.Sergi, L'idea di medioevo. Fra luoghi comuni e pratica storica, Roma 1999
L'anno Mille
G.Bois,L'anno mille, Laterza, Roma-Bari 1991
G.Duby, L'anno Mille: storia religiosa e psicologia collettiva, Einaudi, Torino 1992
G.Cantarella, Una sera dell'anno Mille: scene di Medioevo, Garzanti, Milano 2000
I castelli
A. A.Settia, Proteggere e dominare. Fortificazioni e popolamento nell'Italia medievale, Viella,
Roma 1999
P.Toubert, Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell’Italia medievale, Einaudi,
Torino 1995
T. Lazzari, Castello e immaginario dal Romanticismo ad oggi, guida alla mostra allestita nel
1991
Dossier Il castello di «Medioevo» n. 1, 2001 e sempre in «Medioevo», gennaio 2001, speciale
neomedievismo: L'invenzione del medioevo, di Renato Bordone
Federico II, primo sovrano moderno
D.Abulafia, Federico II un imperatore medievale, Einaudi, Torino 1988
A.Paravicini Baggiani (a cura di), Federico II e le scienze, Federico II e le città, Federico II e il
mondo mediterraneo, Sellerio, Palermo 1994
A.L.Trombetti Budriesi (a cura di), Federico II di Svevia, De arte venandi cum avibus, Laterza,
Roma-Bari 2000
Dossier Federico II. Storia e leggenda di un grande imperatore di «Medioevo» n. 1, 1998
Altri testi storiografici significativi
Ariès, P., Padri e figli nell'Europa medievale e moderna, Laterza, Roma-Bari 1991
Brooker, N.L., Il matrimonio nel Medioevo, Il Mulino, Bologna 1992
Capitani, O., Medioevo passato prossimo, Il Mulino, Bologna 1979
Cardini F., Alle radici della cavalleria medievale, La Nuova Italia, Firenze 1987
Duby, G., Le origini dell'economia europea. Guerrieri e contadini nel Medioevo, Laterza, Roma-
Bari 1992
Duby, G., Il cavaliere, la donna e il prete, Laterza, Roma-Bari 1982
Heer, F., Il Medioevo. 1100-1350, Il Saggiatore, Milano 1991
Huizinga, J., L'autunno del Medioevo, Rizzoli, Milano 1995
Klapisch-Zuber Christiane (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Collana diretta da
George Duby e Michelle Pierrot, vol. II, Il Medioevo, Laterza, Roma-Bari 1990
3
Le Goff, J. (a cura di), L'uomo medievale, Laterza, Roma-Bari 1993
Le Goff, J., Tempo della Chiesa e tempo del mercante e altri saggi sul lavoro e la cultura nel
Medioevo, Einaudi, Torino 1977
Le Goff, J., Il Medioevo. Alle origini dell'identità europea, Laterza, Roma-Bari 1996
Le Goff, J., La civiltà dell'occidente medievale, Einaudi, Torino 1981
Montanari, M., Alimentazione e cultura nel Medioevo, Laterza, Roma-Bari 1988
Peyer, H.C., Viaggiare nel Medioevo: dall'ospitalità alla locanda, Laterza, Roma-Bari 1991
Pirenne, H., Storia economica e sociale del Medioevo, Garzanti, Milano 1985
Pirenne, H., Le città nel Medioevo, Laterza, Roma-Bari 1995
Tabacco G. e Merlo G.G., Medioevo, Il Mulino, Bologna 1981
Fra i manuali di Storia medievale per gli studenti universitari:
Storia medievale. Manuale Donzelli, Donzelli, Roma 1998
G.Piccinni, I mille anni del medioevo, Bruno Mondadori, Milano 1999
S.Collodo, G.Pinto (a cura di), La società medievale, Monduzzi Editore, Bologna 1999
G.Vitolo, I caratteri originali di un'età di transizione, Sansoni, Firenze 2000
M.Montanari, Storia medievale, Casa Editrice Laterza, Roma-Bari 2002
BIBLIOGRAFIA PER L’INSEGNAMENTO
/APPRENDIMENTO DELLA STORIA MEDIEVALE
Flavia Marostica (a cura di), Medioevo e luoghi comuni, IRRE ER, Tecnodid, Napoli 2004
Antonio Brusa, Un prontuario degli stereotipi sul medioevo in «Cartable de Clio», n. 5/2004

domenica 19 ottobre 2008

PALERMO: STAGE INTERNAZIONALE DI MUSICA SUFI E FLAUTO NEY, IL VIA LUNEDI'.

Palermo, 18 Ottobre 2008.

Prende il via lo stage internazionale di flauto ney promosso dall'Officina di studi medievali con il sostegno della Fondazione Banco di Sicilia, e la collaborazione del Comune, della Fondazione Ignazio Buttitta, dell'Università degli Studi di Palermo e del Conservatorio V. Bellini. Lunedì mattina, alle 10, nell'aula Sisto IV della Basilica di San Francesco d'Assisi (ingresso da via del Parlamento 32) è in programma il seminario introduttivo di studi sul tema: Musica sufi ottomano-turca e flauto ney: pratica strumentale e valori culturali. Partecipano il direttore dell'Officina di Studi medievali, professor Alessandro Musco, il professor Giovanni De Zorzi, (Conservatorio di Vicenza), la professoressa Patrizia Spallino (Università di Palermo), la studiosa Maria Giuliana Rizzuto (Officina di studi medievali) e il giornalista Alberto Samonà. Lo stage si terrà al Conservatorio V.Bellini a partire da lunedì pomeriggio, alle 16, e sarà diretto dal maestro Stéphane Gallet, dell'associazione "Voix des Voies" di Parigi, insieme allo stesso Giovanni De Zorzi. Con l'occasione, per una settimana, in città avranno luogo diverse iniziative legate alla musica e alla tradizione sufi: giovedì 23 ottobre, alle 18, al "Teatro delle Balate" (via delle Balate 3, 5) all'Albergheria è in programma un reading di poesie sufi. Saranno letti, fra gli altri, brani del poeta di lingua persiana Jalâl-ud-Dîn Rumî, tratti dalle sue opere principali. Sabato 25 ottobre, alle 20.30, nell'Aula Scarlatti del Conservatorio Vincenzo Bellini (via Squarcialupo 45) è in programma un concerto per flauto ney e canto con gli allievi del corso, diretto dal maestro Stephane Gallet. Domenica 26 ottobre, alle 20.30, nella suggestiva cornice della Basilica di San Francesco d'Assisi (nell'omonima piazza) è in programma un concerto dei maestri Stéphane Gallet (flauto ney, voce, viella yail? tanbûr), Giovanni De Zorzi (flauto ney, voce) e Francesco Clera (percussioni tradizionali). L'ingresso a tutti gli spettacoli è libero. Il ney, strumento musicale dal passato millenario, viene utilizzato dalla confraternita islamica dei "dervisci mevlevi". Dal IX d.C. è uno tra i rari strumenti musicali impiegati nella cerimonia sufi detta samâ".


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La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.