Palermo, 11 marzo 2023.
Riporto una breve sinossi del romanzo di fantascienza che intendo pubblicare a breve:
«In un futuro distopico
l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà
costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla
ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del
suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di
professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un
ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita
dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il
“nostro vicino cosmico”, al fine di
atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori
avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché
parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse
prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché
ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.
Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli
scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere
MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e
decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da
altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per
l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre
che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non
più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità
superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze
siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello
spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali,
che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in
un batter di ciglia. Così, in un turbinio di emozioni, i 12 esseri umani
rimasti in vita sarebbero stati costretti a divenire dei veri e propri
naufraghi fra le stelle approdando dapprima su Titano, la luna di Saturno, ove
sarebbero rimasti a vivere per circa un ventennio e, in seguito, avrebbero deciso
di lasciare il nostro sistema solare alla volta di Proxima Centauri, la nana
rossa più vicina al nostro Sole, distante da esso circa 4,243 anni luce, poiché
noto che attorno ad essa orbitasse un pianeta potenzialmente dotato di acqua
liquida superficiale e, quindi, ritenuto ospitale alla vita. L’esser divenuta
una specie intergalattica, ahinoi, avrebbe reso l’umanità sempre più simile ai
robot; alcuni di loro, dei cyborg, si sarebbero ribellati all’ordine costituito
dalla IA, così generando ulteriori conflitti che avrebbero portato l’homo
sapiens quasi all’estinzione. All’alba dell’anno 2291,
avuto riguardo al computo dello scorrere del tempo ideato dai terrestri, i
cyborg capeggiati da Joschka avrebbero deciso di sferrare un attacco contro
l’IA e gli altri robot costruttori di stanza nella Galassia NGC 224, al fine di
potere sottrarre loro le apparecchiature e i macchinari necessari per la
costruzione di una nuova e più potente nave spaziale che potesse consentire al
nuovo gruppo criminale, identificato dalla IA come “Skinetz”, di fare rotta
verso la Terra, il pianeta in cui tutto aveva avuto inizio, convinti che essi
fossero nati per sterminare l’umanità che, a loro dire, ancora risiedeva su
quell’infimo pianeta. L’ape Teddy, il robot costruttore per eccellenza, ideato
e realizzato dall’ingegnere MIGLIORINI tanti secoli prima su Marte, che nel
frattempo si era posto a capo degli altri robot costruttori ancora controllati
dalla IA, aveva ipotizzato che per la vittoria finale contro gli “Skinetz” fosse
loro necessario il contributo di altri individui, dei cloni umani, da egli
ritenuti delle creature guerrafondaie, affinché potessero combattere in prima
linea contro i cyborg umanoidi di Joschka e, infine, annientarli. Ma il
destino, beffardo, avrebbe deciso diversamente per loro…»
Cordiali saluti,
Francesco Toscano