Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina

    Libro/E-book: A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell‘incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l‘uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all‘era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono.Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato. I Sumeri, gli Egizi, i Maya, gli Inca, le civiltà indiane, tutte culture che hanno avuto un livello tecnologico superiore per quel tempo. I miti Babilonesi, la cultura Greca con la sua mitologia, i miti delle popolazioni nordiche, le leggende delle popolazioni precolombiane, (persino nella Bibbia, vedi Genesi o Apocalisse), parlano di esseri soprannaturali, di eventi immani, (come un grande diluvio). Anche in questo periodo alcuni popoli che vivono allo stato primitivo, come ad esempio i Dogon del Mali, hanno conoscenze astronomiche cui l‘uomo moderno ha avuto accesso solo dopo con il progredire della tecnologia. E' nell‘era moderna che la tematica si sviluppa maggiormente. Dal Novecento ad oggi è un susseguirsi di prove, fatti, avvistamenti; l‘episodio di Roswell è il più indicativo. Gli U.S.A. sembrano la nazione che nel secondo dopoguerra abbia beneficiato maggiormente del contatto con gli alieni. L‘oscurantismo della Guerra Fredda, dominante sino a qualche anno fa è crollato. Tutte le Intelligence delle maggiori potenze mondiali stanno rivelando al mondo dossier segretati sino a qualche tempo fa, (in vista forse del 2012, che secondo un‘antica profezia Maya segnerà l‘inizio di una nuova era). Anche il Vaticano ha ammesso la probabile esistenza di extraterrestri, con i relativi problemi etico-religiosi che ne possono derivare. Se esistono gli alieni, e se ci hanno creati loro, esiste anche un Dio Creatore, come lo intendiamo noi? Che cosa succederebbe se così non fosse? La Chiesa sa la verità e non la vuole rivelare? Oppure sia noi che gli alieni facciamo parte di un unico progetto divino? Abbiamo un‘anima? Che cosa succede dopo la morte? L‘aldilà è forse un‘altra dimensione o un Universo parallelo dove i mondi s‘incontrano? Perché (come dicono alcuni ricercatori) gli alieni ci studiano? Che cosa cercano nell‘uomo? Le grandi potenze mondiali ne sono informate? Tutti interrogativi cui non è possibile a oggi dare una risposta certa, però si può provare a dare diverse, probabili soluzioni.

  • Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano

    Sinossi: Le indagini del Maresciallo Ascali - L'usuraio Benvenuti nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, dove le indagini del Luogotenente dei Carabinieri Roberto Ascali si addentrano ancora una volta nelle pieghe oscure del tessuto sociale. In questo nuovo capitolo, intitolato "L'usuraio", l'arrivo di un certo Colajanni Eduardo nella caserma dei Carabinieri dà il via a un'indagine che promette di svelare inquietanti connessioni. Ciò che inizia come un'indagine sul reato di usura, un crimine silente e devastante che affligge le fasce più vulnerabili della popolazione, prende subito una piega potenzialmente pericolosa. La redazione della Comunicazione di Notizia di Reato non si limita a ipotizzare l'usura, ma prospetta al Magistrato inquirente un legame inquietante tra l’usuraio e “ambienti mafiosi”, suggerendo la possibile aggravante del metodo mafioso. Le dichiarazioni inattese dell'usuraio Cozzolino, denunciato da Colajanni, rivelano che l'indagine prenderà direzioni impreviste. Quando la morte di Colajanni per avvelenamento viene accertata, il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Cozzolino è "del tutto inedito", confermando l'intuizione di Ascali riguardo un coinvolgimento più ampio della criminalità organizzata. Sembrava solo una storia di usura all'inizio, ma l'ombra di Cosa Nostra si allunga su tutta la vicenda. Emergono collegamenti con i mandamenti mafiosi palermitani, in particolare Brancaccio e Porta Nuova. Maresciallo Ascali, oggi Luogotenente, deve usare la sua tenacia e il suo acume investigativo per accertare la verità sulla morte di Colajanni e sul sistema criminale sotteso. La sua vita personale è segnata dal dolore per la malattia che affligge la sua amata moglie, ma la sua presenza e l'appartamento confiscato alla mafia in cui vivono a Palermo - divenuto il loro rifugio di pace - gli danno la forza per affrontare le indagini. "L'usuraio" si prospetta come un nuovo avvincente capitolo delle indagini del Maresciallo Ascali, esplorando il legame pericoloso tra l'usura e la criminalità organizzata, mantenendo alta la suspense e conducendo il lettore nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile.

Visualizzazione post con etichetta I monumenti di Palermo. Mostra tutti i post
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venerdì 4 aprile 2025

Il Cassaro di Palermo: Storia e significato.

Palermo, lì 4 aprile 2025. 

La storia del Cassaro di Palermo è quella di una delle arterie stradali più antiche e significative della città, testimone di secoli di storia e trasformazioni. Le fonti da me consultate indicano diversi aspetti della sua importanza e della sua evoluzione:

  • Il Cassaro è identificato come uno degli antichi assi viari di Palermo. Questa definizione sottolinea la sua origine remota e il suo ruolo fondamentale nella struttura urbanistica della città nel corso del tempo.

  • Nel Trecento, il Palazzo Chiaramonte detto Steri, situato sulla parte più elevata del pianoro marino, oggi Piazza Marina, si trovava sull'asse viario principale che dal mare saliva verso l’interno: questo asse era il Cassaro. La posizione dello Steri, che dominava il piano della marina e l'accesso al porto, fronteggiando il Castello a mare, evidenzia la centralità strategica del Cassaro come via di collegamento cruciale tra il cuore della città e il suo sbocco marittimo.

  • Il blog "Sicilia, la terra del Sole." suggerisce l'esistenza di risorse dedicate alla conoscenza del Cassaro, citando "Conoscere la città di Palermo: Il Cassaro" tra i link utili per approfondire la storia della città. Questo implica che il Cassaro è considerato un elemento importante della storia e della cultura palermitana, meritevole di uno studio specifico.

  • Inoltre, il Cassaro è menzionato nel contesto degli "Itinerari serpottiani". Questi itinerari guidano alla scoperta dei capolavori di Giacomo Serpotta, e il fatto che il Cassaro sia parte di questi percorsi suggerisce la presenza di chiese e oratori di rilievo storico-artistico lungo questa via. Uno degli itinerari include la chiesa dell’Assunta in via Maqueda e la chiesa di Santa Ninfa in via Maqueda, che intersecano o si trovano in prossimità del Cassaro (considerando che via Maqueda è un'altra importante arteria storica di Palermo).

In sintesi, il Cassaro di Palermo è molto più di una semplice strada; è un asse storico vitale che ha plasmato lo sviluppo urbanistico e sociale della città. Dalle sue origini come collegamento principale tra il porto e l'interno, fino alla presenza di importanti monumenti e siti di interesse artistico, il Cassaro rappresenta un filo conduttore attraverso la lunga e complessa storia di Palermo. La disponibilità di risorse specifiche dedicate alla sua storia sottolinea la sua importanza culturale e il suo valore come testimonianza del passato della città.

Cattedrale di Palermo: Storia e trasformazioni.


Palermo, lì 4 aprile 2025.

La maestosa Cattedrale di Palermo (Madonna Assunta), situata nell'area dove originariamente sorgeva l'antica città (Paleopolis) delimitata dal fiume Papireto, ha una storia complessa e affascinante, segnata da diverse trasformazioni nel corso dei secoli.

Le sue origini risalgono a un primitivo insediamento fenicio-punico. Successivamente, in epoca romana (Neapolis), l'area fu utilizzata come necropoli esterna alle mura puniche e probabilmente considerata un luogo sacro, forse un "Santuario della Salute" pagano.

La prima chiesa cristiana fu costruita nell'area attuale, non lontano dal primitivo insediamento, nello stesso luogo dove, durante i primi secoli dell'era cristiana, furono martirizzati i primi palermitani durante le persecuzioni di Decio e Diocleziano. Questa prima struttura fu distrutta dai Vandali all'inizio del V secolo.

Un secondo tempio di epoca bizantina, dedicato alla Vergine Maria Assunta, fu edificato sulle rovine del precedente nel 604. Di questa fase rimangono la cripta e la pianta basilicale quadrata. Furono apportate modifiche secondo lo schema bizantino, con maestose absidi a oriente e la facciata rivolta a occidente. Di impronta bizantina erano la collocazione dell'iconostasi e l'aspetto decorativo con mosaici in stile costantinopolitano. Nel 732, la cattedrale passò al Patriarca di Costantinopoli e furono apportate ulteriori modifiche per adattarla al culto della Chiesa d'Oriente.

Con l'avvento dei Normanni e il ritorno alla sovranità cristiana e cattolica grazie a Ruggero il Gran Conte e Roberto il Guiscardo, si promosse la costruzione di splendide cattedrali in tutta l'isola. A Palermo, la moschea (Gami) preesistente fu rapidamente riadattata al culto cristiano, affidata inizialmente al vescovo Nicodemo di tradizione greco-ortodossa. È probabile che esternamente non vi furono grandi cambiamenti, ad eccezione della trasformazione del minareto in campanile.

Durante il regno di Guglielmo II, l'arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio promosse la costruzione della nuova cattedrale, completata nel 1184-1185. Solo la parte inglobata nell'odierna Cappella dell'Incoronazione proviene dal primitivo impianto gregoriano. La solenne consacrazione presieduta da Gualtiero Offamilio avvenne il 6 aprile 1185.

Sotto le dominazioni normanna e sveva, Palermo vide la pacifica convivenza di diverse culture e religioni. La cattedrale fu modificata più volte, ma il suo sviluppo planimetrico risentì sempre delle influenze religioso-architettoniche precedenti. Fu ripetutamente rimaneggiata e riedificata a causa di vari eventi e fenomeni sismici, in particolare la torre campanaria occidentale.

Nel corso del tempo, la Cattedrale di Palermo ha accolto opere di grande valore artistico. Antonello Gagini, con la collaborazione dei figli Antonino, Giacomo e Vincenzo, realizzò la Tribuna della Cattedrale (1570-1574), un monumentale aggregato marmoreo. Tuttavia, quest'opera fu disassemblata nel 1797. Le sue parti furono poi ricollocate all'interno della cattedrale, sui pilastri della navata centrale, ai vertici del transetto, presso i pilastri della cupola, sui contrafforti e nell'emiciclo dell'abside. Alcune parti furono anche disposte sulla coronatura esterna dei merli nel XIX secolo. Nel 2000, il Professor Rizzuti realizzò una ricostruzione in scala 1:10 della Tribuna.

Anche Francesco Laurana lavorò nella Cattedrale di Palermo, realizzando diverse Madonne col Bambino.

La Cattedrale di Palermo conserva quindi un fastoso patrimonio, con cappelle, il presbiterio, l'altare e la cupola che riflettono le diverse culture che si sono succedute in Sicilia. Nella cripta si trova un Tesoro costituito da oggetti preziosi rinvenuti nelle tombe reali e imperiali, oltre a mirabili esempi di oggettistica sacra.

In sintesi, la costruzione della Cattedrale di Palermo è stata un processo lungo e complesso, caratterizzato da sovrapposizioni di stili architettonici e influenze culturali che vanno dall'epoca paleocristiana al periodo normanno e oltre, arricchendosi nel tempo di pregevoli opere d'arte rinascimentali.

martedì 19 novembre 2024

L'Orto botanico di Palermo: una istituzione museale e didattico-scientifica del Centro Servizi del Sistema Museale dell'Università di Palermo.

Ingresso dell'Orto Botanico di Palermo | Fonte: Wikipedia.it

Palermo, lì 19 novembre 2024.

L'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Palermo è un ampio giardino botanico aperto nel 1795; al suo interno insistono piante mediterranee ed esotiche (6.000 specie coltivate), un erbario (600.000 exsiccata conservati) e statue. L’Orto è tra i più antichi Orti Botanici d’Europa, oltre ad essere tra le più importanti e rinomate istituzioni accademiche d’Italia. Considerato un enorme museo all’aperto, l’Orto Botanico è situato in via Lincoln 2, a ridosso della Settecentesca Villa Giulia (1777-78), elegante giardino all'italiana. L’Orto Botanico di Palermo ha una superficie di 10 ettari, schematicamente suddiviso in ordinamenti e settori, alcuni risalenti alla fondazione, altri creati in seguito all’ultimo ampliamento dei primi anni del secolo scorso, altri ancora risalenti a 15-20 anni addietro, risultato della grande opera di arricchimento delle collezioni intraprese negli anni Novanta del Novecento. Nei duecento anni di attività al suo interno si sono svolti studi e i botanici si sono prodigati per la diffusione in Sicilia, in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo di innumerevoli specie. Le collezioni scientifiche dell’Orto botanico dell’Università di Palermo hanno una consistenza rilevata in 3500 individui, consistente nel totale dei reperti coltivati in piena terra, una diversità vegetale che ammonta a 1692 taxa specifici e infraspecifici. La componente fanerogamica e quella pteridofitica è rappresentata, rispettivamente, da 1675 e da 17 specie differenti. Esattamente si contano 166 famiglie rappresentate da 616 generi, 1507 specie, 19 sottospecie, 86 varietà, 6 forme e 56 nototaxa. Le sue collezioni, oltre ad essere identificate scientificamente e disposte secondo canoni estetici, sono ordinate secondo criteri scientifici, prevalentemente secondo ordinamenti sistematici, tassonomici, fitogeografici, biocologici e tematici (alimentare, medicinale, colorante, tessile, ecc.)

Il complesso monumentale si componeva di un edificio centrale, il Gymnasium, sede della Schola Regia Botanices, che oltre a una sala ottagonale per conferenze comprendeva una galleria di studio, l'Herbarium e l'alloggio per il direttore. Lateralmente vi erano un Calidarium e un Tepidarium. Tutto, ad eccezione dell’Acquarium, era stato realizzato secondo il progetto dell’architetto francese Léon Dufourny, il quale, costretto a rientrare nel 1793 in Francia per motivi politici, non assistette né alla conclusione dei lavori né all’inaugurazione dell’Orto.

Negli ultimi anni nella bella cornice dell'Orto botanico dell'Università degli studi di Palermo si sono svolte varie edizioni del festival “Una marina di libri”. Per quattro giorni il Gymnasium, il Tepidarium, la Sala Lanza, il Calidarium, il Tineo e vari spazi all'aperto hanno ospitato – con ingresso gratuito – più di 100 eventi e tanti ospiti del festival dell'editoria indipendente, promosso dal CCN Piazza Marina & Dintorni in collaborazione con le case editrici Navarra e Sellerio e la stessa Università degli Studi di Palermo; l’Orto Botanico di Palermo è aperto a manifestazioni ed eventi multidisciplinari.


Per la Linkografia:

giovedì 7 novembre 2024

La Via Roma di Palermo: un taglio nel cuore della città.

Ingresso monumentale su piazza Giulio Cesare, di fronte la Stazione Centrale

Palermo, lì 7 novembre 2024. 

La via Roma è una delle vie più importanti di Palermo, situata nel centro storico. La sua costruzione risale alla fine del XVI secolo. Negli anni via Roma ha svolto un ruolo significativo nella vita cittadina. La zona attualmente attraversata da via Roma fino alla fine dell'Ottocento era composta da palazzi di edilizia popolare e vi si trovavano alcuni dei quartieri più poveri della città. Per fare spazio alla nuova via, si stravolse la planimetria complessiva del centro storico palermitano e si perdettero, irrimediabilmente, patrimoni cittadini. Gran parte di Palazzo Arezzo di Celano, ricostruito dagli architetti Giovan Battista e Francesco Paolo Palazzotto (1897), Palazzo Monteleone, il giardino all'Olivella, il Complesso della Chiesa di Santa Rosalia, il cortile dei Gallinai, il sistema della Chiesa di Montesanto, le mura dello Stazzone e dell'Itria sono esperienze architettoniche che rimangono solo nelle splendide fotografie di Emanuele Giannone e di Edoardo Alfano o in mappe d'epoca. Fa le altre opere distrutte, in particolare, vi è il palazzo dei Marchesi Sabia, mecenati per la costruzione del convento di San Domenico; nel complesso il centro storico è rivoluzionato: il Piano Imperiale (oggi Piazza San Domenico), il mercato della Vucciria e il quartiere San Giuliano vennero stravolti dalla mastodontica impresa urbana. L'aspetto della città prima della costruzione della strada, si può osservare in alcune antiche piante (consultabili anche via internet). Le strade della città antica si dirigevano da Occidente a Levante, seguendo la direzione del displuvio delle acque, cioè dal monte al mare, a differenza della nuova arteria stradale, realizzata trasversalmente. La sua creazione, dunque, ha comportato un profondo stravolgimento del tessuto urbano e ha suscitato, fin dalla sua progettazione, accese discussioni e polemiche.

Nascita e sviluppo di un'idea controversa

  • Il Piano Giarrusso: Alla fine dell'Ottocento, Palermo, come molte altre città europee, si trovava ad affrontare sfide legate all'urbanizzazione e al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. L'ingegnere Felice Giarrusso propose un ambizioso "Piano regolatore di risanamento", che prevedeva la realizzazione di grandi viali rettilinei per "arieggiare" la città e modernizzarne l'aspetto.
  • Il "taglio" nella città: La Via Roma, inserita in questo piano, rappresentò un vero e proprio "taglio" nel cuore del centro storico, comportando, come si diceva, la demolizione di numerosi edifici storici, chiese, palazzi nobiliari e persino di un intero quartiere. L'obiettivo era quello di creare una grande strada di rappresentanza, che collegasse i punti nevralgici della città.
  • Realizzazione in fasi: La costruzione della Via Roma si protrasse per diversi decenni, con fasi alterne dovute a difficoltà finanziarie e a cambiamenti politici. Il primo tratto fu realizzato tra il 1895 e il 1898, mentre l'ultimo fu completato negli anni Venti del Novecento.

Le conseguenze di una scelta urbanistica

La creazione della Via Roma ha avuto un impatto profondo sulla città di Palermo:

  • Perdita del patrimonio storico: La demolizione di numerosi edifici storici ha comportato una grave perdita di memoria storica e di identità per la città;
  • Trasformazione del tessuto urbano: La nuova strada ha radicalmente modificato l'assetto del centro storico, creando un vuoto urbanistico e stravolgendo i percorsi tradizionali;
  •  Dibattiti e polemiche: La scelta di realizzare la Via Roma ha suscitato fin da subito accese discussioni tra i sostenitori della modernizzazione e i difensori del patrimonio storico.

Via Roma oggi: un'eredità complessa


Oggi, Via Roma è una delle strade più importanti di Palermo, caratterizzata da edifici imponenti, negozi e attività commerciali. Tuttavia, l'eredità della sua creazione rimane complessa e controversa. Per saperne di più, leggi anche il seguente post pubblicato nel 2010:

https://siciliaterradelsole.blogspot.com/2010/11/le-vie-di-palermo-via-roma.html


Per la Bibliografia:

  • Adriana Chirco e Mario Di Liberto, Via Roma, la strada nuova del Novecento, Dario Flaccovio Editore, 2008;
  • Il taglio di via Roma, di Mario Giorgianni, edito da Sellerio Editore, EAN 9788876811326;
  • AA.VV, Relazione della Commissione Governativa d'inchiesta sulla costruzione di via Roma in Palermo, Palermo, Stabilimento Tipografico Mirto, 1907;
  • Ragonese, R., "Il Taglio di Via Roma" in Amendolagine, F. (ed.), Des Palmes, Palermo, Sellerio, 2006:
  • Zappulla (ed.), L'architettura a Palermo dal 1860 al 1930, Palermo, Edizioni Universitarie; 1983.


Per la Linkografia:

 

 

mercoledì 6 novembre 2024

Il Cassaro: un'arteria vitale nel cuore di Palermo.

Corso Vittorio Emanuele (Palermo)

Palermo, 6 nov. 2024.

Il Cassaro, ufficialmente Via Vittorio Emanuele, già soprannominata Via Toledo e Via Marmorea, è la strada più antica - e fra quelle più ampie - di Palermo. La strada prende il nome dall'antico omonimo quartiere, chiamato in arabo Al Qasar; esso è un punto focale per la comprensione di Palermo. Non si tratta semplicemente di una via, ma di un'arteria che pulsa con la storia, la cultura e l'anima della città.

  • Un percorso ricco di storia: Il Cassaro, è il punto di riferimento per "Conoscere la città di Palermo"; si presenta come un percorso ideale per immergersi nella storia urbana della città. La sua importanza è sottolineata anche dalla presenza della Biblioteca Regionale Centrale della Regione Siciliana nel suo cuore.
(Nelle foto che seguono alcuni momenti di Educarnival 2017)





  • Un centro culturale vibrante: La Via dei Librai, evento di grande successo, ha animato il Cassaro Alto, trasformandolo in un'isola letteraria e culturale. La mostra dei costumi e degli elementi di scena della Fondazione Teatro Massimo, ospitata nella Biblioteca Regionale Centrale, testimonia ulteriormente la vocazione culturale di questo luogo.
  • Un luogo da esplorare: Che il Cassaro abbia un ruolo centrale nella vita di Palermo, è indiscutibile. Esso rappresenta un punto di partenza per la conoscenza della città.

Storia:


La strada venne tracciata nel VII secolo a.C. con la creazione stessa della città da parte dei Fenici, e tagliava in due parti l'agglomerato collegando l'originario porto alla necropoli posta subito alle spalle della città. In epoca araba divenne l'asse principale tipico dell'urbanistica araba dal quale si diramano le varie strade secondarie o darbi che si innestavano a questa ortogonalmente e che poi vanno a intricarsi nel territorio terminando negli aziqqa, vicoli ciechi tipici del centro cittadino. La modifica più importante al suo tracciato si ebbe nella seconda metà del Cinquecento, periodo in cui la città è capitale del viceregno spagnolo. Il progetto, probabilmente definito sin dall'inizio ma attuato in diverse fasi, prevedeva la rettifica e l'allargamento della strada fino a piazza della Marina. I lavori, con l'autorizzazione del viceré García de Toledo, iniziarono nel 1567: si iniziò con la rettifica della facciata meridionale fino a Porta dei Patitelli, poi con una massiccia opera di sventramenti, avvenuta in due fasi, per raggiungere piazza marina ed infine con la rettifica della facciata settentrionale. Lo sviluppo di questa "Strada Nuova", fu supportata attivamente dalla nobiltà palermitana che non solo contribuì alla realizzazione, ma creò anche spazi nuovi, come l'apertura di Piazza Aragona (successivamente Bologna, o dei Bologna, volgarmente chiamata Bologni) o Piazza Pretoria. Nel 1577 i lavori non erano ancora del tutto ultimati, e l'originale progetto fu totalmente stravolto nel 1581 dal viceré Marcantonio Colonna che prolungò la strada fino alle mura aprendola sul mare con Porta Felice.
Nel luglio del 2015 il Comune di Palermo ha proceduto ad una chiusura parziale al traffico di tutto l'asse, a partire dalla Cattedrale fino ai Quattro Canti; quattro anni dopo, nell'agosto 2019, la chiusura al traffico è stata prolungata fino all'altezza di Piazza Marina.
Lungo il suo asse o nelle immediate vicinanze si trovano 6 dei 9 beni monumentali che compongono il sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, inserito nella Lista dei patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 2015: Palazzo Reale, Cappella Palatina, Cattedrale di Palermo, Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, Chiesa della Martorana, Chiesa di San Cataldo.

lunedì 30 settembre 2024

Il Ruolo Centrale della Chiesa del Carmine Maggiore all'Albergheria.

Palermo, 30 settembre 2024.

Il blog "Sicilia, la terra del Sole." evidenzia un ruolo significativo della Chiesa del Carmine Maggiore nel quartiere dell'Albergheria a Palermo. Sebbene il blog non approfondisca dettagliatamente la sua funzione sociale, descrive la chiesa come un punto di riferimento importante all'interno del quartiere.

  • Un simbolo visibile: La chiesa, con la sua imponente cupola rivestita di maioliche smaltate, è descritta come "la più bella in assoluto a Palermo, visibile da ogni parte della città antica". Questa descrizione suggerisce che la chiesa, oltre ad essere un luogo di culto, rappresenti un elemento architettonico dominante e riconoscibile nel paesaggio urbano dell'Albergheria.
  • Un centro di attività: La Chiesa del Carmine Maggiore è stata scelta come uno dei tre "gioielli dell'Albergheria" aperti al pubblico durante l'evento "Ballarò Espò". Questo indica che la chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche un centro di attività culturali e sociali per la comunità.
  • Parte del tessuto urbano: La descrizione del percorso che attraversa il mercato fino a Piazza Carmine, "dominato dal grande cupolone" della chiesa, sottolinea come la Chiesa del Carmine Maggiore si inserisca nel tessuto urbano del quartiere, creando un legame tra l'aspetto religioso e la vita quotidiana del mercato.

Breve Storia del Monumento

Le origini della Chiesa risalgono all'insediamento del frati carmelitani a Palermo, provenienti dal Monte Carmelo in Palestina nel 1235. Nel quartiere Albergheria, uno dei cinque quartieri normanni, così chiamato perché ospitò trasferiti o "albergati" da Federico II di Svevia, gli abitanti ribelli di Centorbe e Capizzi, secondo altre fonti potrebbe invece significare “terra a mezzogiorno”, da "Albahar" o "Albergaira". Nella parte centrale del quartiere è ubicato il mercato di Ballarò, nome di origine incerta, probabilmente derivante dal nome di un villaggio arabo nei pressi di Palermo, dal quale provenivano merci pregiate e spezie.

La tradizione supportata dalle indagini stilistiche e dalle odierne analisi, attribuisce all'Ordine Carmelitano la costruzione di varie chiese in epoche diverse e nella stessa ubicazione.

  • XII secolo, Primitiva Cappella della Pietà;
  • XIII secolo, Cappella della Pietà;
  • 1243, Chiesa dell'Annunziata;
  • 1627 - 1693, Chiesa del Carmine Maggiore attuale luogo di culto.

Dal 2019 la cooperativa turistica Terradamare ha aperto al pubblico il monumento e organizza visite guidate della chiesa. Dal 2021 al 2024, ad occuparsi della fruizione turistica in accordo con il Rettore è l'Associazione Culturale e di Volontariato “Guardie del Tempio”. Dal 27 marzo 2022, dopo i lavori per la messa in sicurezza del campanile, voluta dal Rettore coadiuvato dall'Associazione Culturale e di Volontariato "Guardie del Tempio di Cristo", è concessa ai visitatori per la prima volta, la salita sul campanile ottocentesco, per ammirare la città dall'alto e osservare la cupola da una prospettiva ravvicinata. Da luglio 2024, il Rettore affida il mantenimento e la gestione turistica all'Associazione Culturale Sikalesh. 

In sintesi, il blog presenta la Chiesa del Carmine Maggiore come un elemento centrale dell'Albergheria, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche come luogo di riferimento per la comunità, capace di attrarre visitatori e di ospitare eventi culturali.

Cordiali saluti, Francesco Toscano.

sabato 28 settembre 2024

Stili architettonici nelle chiese di Palermo.

La Cattedrale di Palermo.

Palermo, 28 settembre 2024.

Il blog "Sicilia, la terra del Sole." descrive Palermo come una città con un gran numero di chiese, evidenziando la diversità degli stili architettonici presenti. In particolare, si menzionano i seguenti stili:

  • Normanno: Il blog fa riferimento a diverse chiese normanne, come San Giovanni degli Eremiti, la Martorana, San Giovanni dei Lebbrosi e la Magione. Queste chiese sono state costruite durante il periodo di dominazione normanna in Sicilia (XI-XII secolo) e presentano elementi architettonici tipici di questo stile, come archi ogivali, cupole a bulbo e decorazioni a mosaico con influssi bizantini;
  • Bizantino: Lo stile bizantino è strettamente legato al periodo normanno a Palermo, poiché i Normanni assimilarono molti elementi dell'arte e dell'architettura bizantina. La chiesa della Martorana è un esempio lampante di questa influenza, con i suoi ricchi mosaici in stile bizantino. Altro magnifico esempio di questo stile è rappresentato dalla Cappella Palatina, che sorge nel Palazzo Reale; essa è a schema basilicale a tre navate, divise da archi ad ogive con la particolarità della cupola eretta sul santuario triabsidato. Le navate sono suddivise da colonne di spoglio in granito e marmo cipollino con capitelli compositi. Originariamente, la cupola visibile era dall'esterno insieme con il campanile, mentre ora la costruzione è inglobata dal Palazzo Reale. Cupola, transetto ed absidi sono interamente rivestiti nella parte superiore da splendidi mosaici bizantini, che sono tra i più importanti della Sicilia. Raffigurano Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e scene bibliche varie. I più antichi sono quelli della cupola, che risalgono al 1143;
  • Gotico: Il blog menziona la presenza di elementi gotici, in particolare nella Chiesa di San Francesco d'Assisi. Si parla di cappelle con "impianto gotico svevo, con costoloni e volte a crociera" risalenti al XIII secolo. Questo indica che lo stile gotico, diffuso in Europa tra il XII e il XV secolo, ebbe un'influenza anche nell'architettura religiosa palermitana;
  • Rinascimentale: Il Rinascimento siciliano, che fiorì tra il XV e il XVI secolo, è rappresentato nella Chiesa di San Francesco d'Assisi dalla Cappella Mastrantonio, opera di Francesco Laurana (1468). Il blog sottolinea come questa cappella, con le sue forme rinascimentali, si distingua dal contesto architettonico siciliano dell'epoca, ancora legato al tardo gotico;
  • Barocco: Il blog menzionano il Barocco in relazione alle opere di Giacomo Serpotta, scultore del Settecento che decorò gli interni di diverse chiese palermitane. L'Oratorio di San Lorenzo, ad esempio, presenta una fusione tra stucchi serpottiani e dipinti seicenteschi, creando un'atmosfera di "sacra teatralità" tipica del Barocco. Inoltre, il blog cita anche il Barocco Siciliano in relazione alla Cattedrale di Palermo, che ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli;
  • Neoclassico: Lo stile neoclassico, emerso alla fine del XVIII secolo, è menzionato in riferimento ai restauri effettuati nella Chiesa di San Francesco d'Assisi dopo il terremoto del 1823.

In sintesi, le chiese di Palermo offrono un'ampia panoramica degli stili architettonici che si sono succeduti nella città nel corso dei secoli, riflettendo le diverse dominazioni e influenze culturali che hanno plasmato il suo patrimonio artistico.

I monumenti di Palermo: una breve panoramica.

Nei pressi del Palazzo dei Normanni, che è diventato oggi la sede del Parlamento Siciliano, è collocata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti che con le sue caratteristiche cupole rosse è diventata uno dei simboli della città.

Palermo, 28 settembre 2024.

Il blog "Sicilia, la terra del Sole." offre una panoramica interessante sui monumenti di Palermo, concentrandosi principalmente sulle chiese e sulla loro rilevanza artistica e storica.

  • Palermo è rinomata per il gran numero di chiese, uniche per la loro storia, l'architettura e le decorazioni. Rappresentano un vero e proprio viaggio attraverso i secoli e gli stili architettonici, dal periodo normanno al barocco, fino al neoclassicismo.

  • Oltre alle chiese normanne, il blog evidenzia anche altre chiese significative come la Chiesa di San Cataldo e la Chiesa di San Francesco d'Assisi. San Cataldo è sita a Piazza Belliniaccanto la chiesa della Martorana o dell'Ammiraglio, si ritiene che sia stata fondata da Maione di Bari (Bari, 1115 – Palermo, 10 novembre 1160), così come documentato da Domenico Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco (Palermo 1783- Firenze 1863), nella sua opera "Del Duomo di Monreale e di altre chiese siculo - normanne: ragionamenti tre (Palermo 1838, pag. 38 e seguenti)", negli anni in cui Maione di Bari fu ministro, ammiraglio, gran cancelliere di Guglielmo I, (fra il 1154 e il 1160 d.C.). 

  • La Chiesa di San Francesco d'Assisi, in particolare, è presentata con una descrizione dettagliata della sua storia, architettura e opere d'arte. La chiesa è stata oggetto di diverse fasi costruttive e al suo interno ospita capolavori di diversi periodi storici, come l'altorilievo di Antonello Gagini e la Cappella Mastrantonio del Laurana.

  • Il blog menziona anche la figura di Giacomo Serpotta, uno scultore del Settecento che ha lasciato un segno indelebile nell'arte palermitana con le sue decorazioni in stucco negli interni degli edifici sacri. Tra le sue opere più importanti, il blog cita le decorazioni degli oratori di Santa Cita, del Rosario a San Domenico e di San Lorenzo, e della chiesa di San Francesco d'Assisi.
  • La Zisa era il palazzo dei piaceri, costruita da un re cristiano ma araba nella sua concezione: è stato un riconoscimento dei trionfatori agli sconfitti
    Oltre alle chiese, il blog accenna anche ad altri luoghi di interesse a Palermo, come Palazzo Alliata, la Casina Cinese e Piazza Garraffello. Inoltre, si fa riferimento a pubblicazioni su altri monumenti come le fortificazioni di Palermo e la Zisa.

In sintesi, il blog "Sicilia, la terra del Sole." presenta un'immagine di Palermo come una città ricca di storia e cultura, con un patrimonio artistico e architettonico che testimonia le diverse dominazioni e influenze che hanno plasmato la città nel corso dei secoli. Le chiese, in particolare, rappresentano una parte fondamentale di questo patrimonio, offrendo un viaggio affascinante attraverso stili e periodi diversi.


Il Rinascimento siciliano. Le opere di Antonello Gagini, Francesco Laurana, Orazio Alfani (detto il Perugino).

Palermo, 28 settembre 2024.

Il periodo storico caratterizzato dalla massima espressione artistica nell'isola, noto come Rinascimento siciliano, è quello a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Durante questo periodo, artisti come Domenico Gagini, Antonello Gagini, Francesco Laurana e Orazio Alfani (detto il Perugino), insieme alle loro botteghe, hanno lasciato capolavori di inestimabile valore in tutta la Sicilia. Le loro opere hanno arricchito il patrimonio artistico di Palermo e dell'intera isola, contribuendo a definire l'identità del Rinascimento siciliano.

Antonello Gagini, gesso di Giuseppe Frattallone

Antonello GAGINI (Palermo1478 – Palermoaprile 1536)

Alcune delle sue sculture sono esposte presso la Galleria Regionale della Sicilia di «Palazzo Abatellis» a Palermo e il Museo interdisciplinare regionale «Agostino Pepoli» di Trapani. Nel 1528 un nobile della città di Monreale, Antonino Dema (o Demma), gli commissiona un gruppo sacro in terracotta raffigurante la Madonna in trono con il Bambinello, san Giuseppe e san Francesco di Paola ai lati. Nel 1880, dopo secolari traversie, l'opera viene donata dalla Compagnia della Resurrezione al comune di Monreale che la fa restaurare e da allora si trova custodita all'interno del Palazzo Municipale dentro la Sala Rossa. Questo gruppo statuario in terracotta è l'ultimo esistente della produzione appartenente ad Antonello Gagini e di sicuro a lui ascrivibileIl 22 di aprile 1536 la vedova compila un particolareggiato inventario dei beni posseduti, sicché la data di morte è da collocarsi nei giorni immediatamente precedenti. È sepolto nella cappella della corporazione dei marmorai o scultori, sotto il titolo dei Santi Quattro Coronati della chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo.
Fra tutte le opere che egli realizzò è ricordato, fra l'altro, anche per:
  • L'Annunciazione, lastra marmorea del XVI secolo, proveniente dall'oratorio di Santa Cita a Palermo, nel mandamento di Castellammare o Loggia, che fa parte della I Circoscrizione, oggi parrocchia col titolo di San Mamiliano;
  • La statua marmorea di San Michele Arcangelo, del XVI secolo, proveniente dal  Collegio Massimo dei Gesuiti, Palermo (varie ubicazioni). Opera realizzata per il Palazzo Ventimiglia al Cassaro, nel cui angolo o cantonale è documentata sino al 1586;
  • La Madonna col bambino, lastra marmorea del XVI secolo, proveniente dal Convento di Santa Maria di Gesù, Palermo;
  • Altorilievo con San Giorgio che uccide il drago: Realizzato nel 1526 per la cappella di San Giorgio (in origine dedicata a San Giuseppe), questo bassorilievo fu commissionato dalla colonia genovese che onorava il santo patrono della Repubblica di Genova nel tempio francescano dal 1480 al 1576Nel 1745 - 1747 con l'ulteriore trasferimento della Congregazione olivetana, della primitiva Cappella Ansaloni di Antonello Gagini e bottega del 1528, solo custodia e la statua di Santa Maria del Riposo trovano una nuova collocazione. Per questo tempio è realizzata una copia del simulacro mentre l'originale e la custodia sono trasferiti nella Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
Statua della Madonna col Bambino e San Giovannino "Cappella della Madonna della Neve".
  • La Madonna della neve, statua marmorea del 1516, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Palermo;
  • Tribuna della Cattedrale di Palermo  (1570-1574), Monumentale aggregato marmoreo completato con la collaborazione dei figli AntoninoGiacomo e Vincenzo. Disassemblata nel 1797. Le attuali dislocazioni delle opere disassemblate della Tribuna di Antonello Gagini all'interno della cattedrale in seguito all'intervento promosso da Ferdinando Fuga e pesantemente posto in opera dal palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia sotto la direzione dei lavori di Giovan Battista La Licata. Nei primi lustri del XIX secolo è documentata la disposizione sulla coronatura esterna dei merli. L'attuale collocazione dei manufatti è effettuata sui pilastri della navata centrale, ai vertici del transetto, presso i pilastri della cupola, sui contrafforti e nell'emiciclo dell'abside. Le statue, fregi, paraste, altorilievi sono stati ricollocati in tutti gli ambienti della cattedrale. La ricostruzione in scala 1:10 della Tribuna, venne realizzata nel 2000 dal Prof. Rizzuti presso la sua Cattedra di Scultura all'Accademia di belle arti di Palermo.

Francesco LAURANA  (Aurana1430 – Avignone1502

Ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione dell'estetica rinascimentale a Napoli, in Sicilia e in Francia. Non esistono prove di una parentela con Luciano Laurana. Intorno al 1467 Laurana arrivò in Sicilia e vi restò fino al 1471. Secondo alcune fonti fu inizialmente a Sciacca, su invito del conte Carlo De Luna d'Aragona, dove aprì una bottega con lo scultore lombardo Pietro de Bonitate. Laurana e de Bonitate furono costretti ad allontanarsi dalla città a causa di offese e vessazioni subite in un ambiente ostile e difficile. Sono però controverse le documentazioni e le ipotesi sulla sua presenza a Sciacca, dove forse soggiornò due volte, dopo una presunta seconda permanenza in Francia. A Sciacca rimangono tracce piuttosto limitate nel portale laterale della chiesa di Santa MargheritaIntorno al 1468 si stabilì a Palermo, dove risulta ancora in società con Pietro de Bonitate, con il quale fu incaricato di realizzare la cappella Mastrantonio nella chiesa di San Francesco d'Assisi che, con il suo arco d'ingresso, rappresentò un momento cruciale nell'introduzione del linguaggio rinascimentale in Sicilia, non solo per la scultura, ma anche per l'architettura. In questo periodo la sua bottega produce numerose opere, spesso con l'apporto di aiuti, tra cui diverse Madonne col Bambino presenti nella Cattedrale di Palermo (Madonna Libera Inferni), nella chiesa di Santa Maria della Neve a Palermo, la Madonna di Loreto nella Chiesa di San Domenico di Castelvetrano, nella chiesa del Crocifisso a Noto, nel Museo Regionale di Messina e nella chiesa dell'Immacolata di Palazzolo AcreideLa fama del Laurana è però soprattutto legata alla rarefatta bellezza dei suoi busti femminili, dalle forme estremamente pure e levigate, che ricordano le opere di Piero della Francesca e Antonello da Messina. Tra i più noti il busto di Francesco II del Balzo ad Andria, attualmente al Museo diocesano, il Ritratto di Eleonora d'Aragona (1468), a Palazzo Abatellis a Palermo, il Ritratto di Battista Sforza (1474 circa) al Museo del Bargello di Firenze, il Busto di principessa al Louvre, il Busto di donna (1470-1480 circa) e il Ritratto di Beatrice d'Aragona (1475 circa) nella Frick Collection di New York, il Ritratto di principessa napoletana negli Staatliche Museen di Berlino e il policromo Busto di Isabella d'Aragona (1487 circa) nel Kunsthistorisches Museum di ViennaOpere simili sono la piccola Testa di gentildonna, più tarda rispetto al busto di Eleonora, e il Busto di giovanetto sempre a Palazzo Abatellis.

Le sue opere più significative:
  • La Cappella Mastrantonio nella Chiesa di San Francesco d'Assisi a Palermo. La cappella, realizzata nel 1468, si distingue per le sue forme rinascimentali che contrastano con lo stile tardo-gotico ancora presente in Sicilia in quel periodo; il portale della cappella, scolpito da Laurana con l'assistenza di Pietro Bontade, è considerato il monumento più importante della basilica e la prima opera rinascimentale di Palermo.

Orazio ALFANI (Perugia1510 – Roma1583

Lavorò per molti anni a Trapani e a Palermo. Dal 1541 al 1544, insieme con altri artisti (F. Martorana, F. Gaggini, S. Casella), eseguiva gli stucchi della tribuna del duomo di Palermo; nel 1541, inoltre, gli era assegnata la decorazione ad affresco della loggia del palazzo di Benedetto Rau in Palermo. Sempre in questo periodo affrescò una Pietà nella chiesa di S. Pietro Martire (Monastero di Valverde).

Cordiali saluti, Francesco Toscano.

Le opere più importanti di Giacomo Serpotta, scultore di spicco del Settecento, a Palermo.

Palermo, 28 settembre 2024.

Giacomo Serpotta è stato uno scultore di spicco del Settecento, rinomato per i suoi lavori di decorazione in stucco negli interni degli edifici sacri di Palermo.

Ecco alcune delle sue opere più importanti:

  • Decorazioni dell'Oratorio di Santa Cita: La maestria del Serpotta nella realizzazione di questi ornamenti si evidenzia presso quest'Oratorio; il suo approccio artistico, pur ispirato al Barocco, si distingue per originalità e tratti distintivi presso questo luogo di culto;
  • Decorazioni dell'Oratorio del Rosario a San Domenico: Anche quest'Oratorio è da inserire nell'elenco dei lavori più significativi di Serpotta a Palermo;
  • Decorazioni dell'Oratorio di San Lorenzo: Le decorazioni di Serpotta sono stati un'eccellente rappresentazione del Barocco, da egli reinterpretato in chiave meno austera e più leggiadra. All'interno dell'Oratorio di San Lorenzo, in particolare, si può evincere la fusione armoniosa tra stucchi e dipinti seicenteschi, che contribuiscono a creare un'atmosfera di sacra teatralità;
  • Decorazioni della chiesa di San Francesco d'Assisi: Le decorazioni del Serpotta qui sono caratterizzate da un'estetica che anticipa lo stile rococò;
  • Statue delle Virtù nella chiesa di San Francesco d'Assisi: Realizzate nel Settecento, queste statue adornano i pilastri della chiesa e testimoniano la maestria di Serpotta nell'arte dello stucco.

La maestria di Serpotta nell'utilizzo dello stucco, una tecnica che egli elevò a forma d'arte raffinata e innovativa; l'aggiunta di polvere di marmo alla tradizionale miscela di calce e gesso conferiva alle sue creazioni un'inedita lucentezza. La sua abilità nell'improvvisare dettagli minuti, resa necessaria dalla rapida asciugatura dello stucco, insieme al suo talento compositivo e all'uso sapiente dello spazio, hanno reso le sue opere veri e propri capolavori di grande impatto visivo e drammatico. Le sue creazioni, popolate da figure allegoriche, putti e "teatrini prospettici", trascendono la semplice decorazione, trasformando gli ambienti in palcoscenici di grande suggestione e vitalità.

Cordiali saluti, Francesco Toscano.

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