Palermo, 28 settembre 2024.
Il periodo storico caratterizzato dalla massima espressione artistica nell'isola, noto come Rinascimento siciliano, è quello a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Durante questo periodo, artisti come Domenico Gagini, Antonello Gagini, Francesco Laurana e Orazio Alfani (detto il Perugino), insieme alle loro botteghe, hanno lasciato capolavori di inestimabile valore in tutta la Sicilia. Le loro opere hanno arricchito il patrimonio artistico di Palermo e dell'intera isola, contribuendo a definire l'identità del Rinascimento siciliano.
Antonello GAGINI (Palermo, 1478 – Palermo, aprile 1536)
Alcune delle sue sculture sono esposte presso la Galleria Regionale della Sicilia di «Palazzo Abatellis» a Palermo e il Museo interdisciplinare regionale «Agostino Pepoli» di Trapani. Nel 1528 un nobile della città di Monreale, Antonino Dema (o Demma), gli commissiona un gruppo sacro in terracotta raffigurante la Madonna in trono con il Bambinello, san Giuseppe e san Francesco di Paola ai lati. Nel 1880, dopo secolari traversie, l'opera viene donata dalla Compagnia della Resurrezione al comune di Monreale che la fa restaurare e da allora si trova custodita all'interno del Palazzo Municipale dentro la Sala Rossa. Questo gruppo statuario in terracotta è l'ultimo esistente della produzione appartenente ad Antonello Gagini e di sicuro a lui ascrivibile. Il 22 di aprile 1536 la vedova compila un particolareggiato inventario dei beni posseduti, sicché la data di morte è da collocarsi nei giorni immediatamente precedenti. È sepolto nella cappella della corporazione dei marmorai o scultori, sotto il titolo dei Santi Quattro Coronati della chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo. Fra tutte le opere che egli realizzò è ricordato, fra l'altro, anche per:
- L'Annunciazione, lastra marmorea del XVI secolo, proveniente dall'oratorio di Santa Cita a Palermo, nel mandamento di Castellammare o Loggia, che fa parte della I Circoscrizione, oggi parrocchia col titolo di San Mamiliano;
- La statua marmorea di San Michele Arcangelo, del XVI secolo, proveniente dal Collegio Massimo dei Gesuiti, Palermo (varie ubicazioni). Opera realizzata per il Palazzo Ventimiglia al Cassaro, nel cui angolo o cantonale è documentata sino al 1586;
- La Madonna col bambino, lastra marmorea del XVI secolo, proveniente dal Convento di Santa Maria di Gesù, Palermo;
- Altorilievo con San Giorgio che uccide il drago: Realizzato nel 1526 per la cappella di San Giorgio (in origine dedicata a San Giuseppe), questo bassorilievo fu commissionato dalla colonia genovese che onorava il santo patrono della Repubblica di Genova nel tempio francescano dal 1480 al 1576. Nel 1745 - 1747 con l'ulteriore trasferimento della Congregazione olivetana, della primitiva Cappella Ansaloni di Antonello Gagini e bottega del 1528, solo custodia e la statua di Santa Maria del Riposo trovano una nuova collocazione. Per questo tempio è realizzata una copia del simulacro mentre l'originale e la custodia sono trasferiti nella Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
- La Madonna della neve, statua marmorea del 1516, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Palermo;
- Tribuna della Cattedrale di Palermo (1570-1574), Monumentale aggregato marmoreo completato con la collaborazione dei figli Antonino, Giacomo e Vincenzo. Disassemblata nel 1797. Le attuali dislocazioni delle opere disassemblate della Tribuna di Antonello Gagini all'interno della cattedrale in seguito all'intervento promosso da Ferdinando Fuga e pesantemente posto in opera dal palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia sotto la direzione dei lavori di Giovan Battista La Licata. Nei primi lustri del XIX secolo è documentata la disposizione sulla coronatura esterna dei merli. L'attuale collocazione dei manufatti è effettuata sui pilastri della navata centrale, ai vertici del transetto, presso i pilastri della cupola, sui contrafforti e nell'emiciclo dell'abside. Le statue, fregi, paraste, altorilievi sono stati ricollocati in tutti gli ambienti della cattedrale. La ricostruzione in scala 1:10 della Tribuna, venne realizzata nel 2000 dal Prof. Rizzuti presso la sua Cattedra di Scultura all'Accademia di belle arti di Palermo.
Francesco LAURANA (Aurana, 1430 – Avignone, 1502)
Ebbe un ruolo di primo piano nella diffusione dell'estetica rinascimentale a Napoli, in Sicilia e in Francia. Non esistono prove di una parentela con Luciano Laurana. Intorno al 1467 Laurana arrivò in Sicilia e vi restò fino al 1471. Secondo alcune fonti fu inizialmente a Sciacca, su invito del conte Carlo De Luna d'Aragona, dove aprì una bottega con lo scultore lombardo Pietro de Bonitate. Laurana e de Bonitate furono costretti ad allontanarsi dalla città a causa di offese e vessazioni subite in un ambiente ostile e difficile. Sono però controverse le documentazioni e le ipotesi sulla sua presenza a Sciacca, dove forse soggiornò due volte, dopo una presunta seconda permanenza in Francia. A Sciacca rimangono tracce piuttosto limitate nel portale laterale della chiesa di Santa Margherita. Intorno al 1468 si stabilì a Palermo, dove risulta ancora in società con Pietro de Bonitate, con il quale fu incaricato di realizzare la cappella Mastrantonio nella chiesa di San Francesco d'Assisi che, con il suo arco d'ingresso, rappresentò un momento cruciale nell'introduzione del linguaggio rinascimentale in Sicilia, non solo per la scultura, ma anche per l'architettura. In questo periodo la sua bottega produce numerose opere, spesso con l'apporto di aiuti, tra cui diverse Madonne col Bambino presenti nella Cattedrale di Palermo (Madonna Libera Inferni), nella chiesa di Santa Maria della Neve a Palermo, la Madonna di Loreto nella Chiesa di San Domenico di Castelvetrano, nella chiesa del Crocifisso a Noto, nel Museo Regionale di Messina e nella chiesa dell'Immacolata di Palazzolo Acreide. La fama del Laurana è però soprattutto legata alla rarefatta bellezza dei suoi busti femminili, dalle forme estremamente pure e levigate, che ricordano le opere di Piero della Francesca e Antonello da Messina. Tra i più noti il busto di Francesco II del Balzo ad Andria, attualmente al Museo diocesano, il Ritratto di Eleonora d'Aragona (1468), a Palazzo Abatellis a Palermo, il Ritratto di Battista Sforza (1474 circa) al Museo del Bargello di Firenze, il Busto di principessa al Louvre, il Busto di donna (1470-1480 circa) e il Ritratto di Beatrice d'Aragona (1475 circa) nella Frick Collection di New York, il Ritratto di principessa napoletana negli Staatliche Museen di Berlino e il policromo Busto di Isabella d'Aragona (1487 circa) nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Opere simili sono la piccola Testa di gentildonna, più tarda rispetto al busto di Eleonora, e il Busto di giovanetto sempre a Palazzo Abatellis.
Le sue opere più significative:
- La Cappella Mastrantonio nella Chiesa di San Francesco d'Assisi a Palermo. La cappella, realizzata nel 1468, si distingue per le sue forme rinascimentali che contrastano con lo stile tardo-gotico ancora presente in Sicilia in quel periodo; il portale della cappella, scolpito da Laurana con l'assistenza di Pietro Bontade, è considerato il monumento più importante della basilica e la prima opera rinascimentale di Palermo.
Orazio ALFANI (Perugia, 1510 – Roma, 1583)
Lavorò per molti anni a Trapani e a Palermo. Dal 1541 al 1544, insieme con altri artisti (F. Martorana, F. Gaggini, S. Casella), eseguiva gli stucchi della tribuna del duomo di Palermo; nel 1541, inoltre, gli era assegnata la decorazione ad affresco della loggia del palazzo di Benedetto Rau in Palermo. Sempre in questo periodo affrescò una Pietà nella chiesa di S. Pietro Martire (Monastero di Valverde).
Cordiali saluti, Francesco Toscano.
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