Al di sotto del centro storico di Palermo sono in buona parte ancora sepolti i resti dell'antica Panormos che, insieme a Mozia e Solunto , fu una delle tre città nelle quali si ritirarono i Fenici "quando i greci giunsero in gran numero". La vita e le vicende stesse dell'originario insediamento, fondato nel VIII sec. a.C. su una lingua di terra tra i torrenti Kemonia e Papireto, sono legate all'esistenza del grande porto che le valse presso i Greci il nome di Panormos (tutto porto). La città nel 480 a.C. fece infatti da base per la flotta cartaginese durante lo scontro con i greci, e, nel 254 a.C. , capitolò soltanto dinanzi alla potentissima flotta di Roma.
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lunedì 28 gennaio 2008
Al di sotto del centro storico di Palermo.
Al di sotto del centro storico di Palermo sono in buona parte ancora sepolti i resti dell'antica Panormos che, insieme a Mozia e Solunto , fu una delle tre città nelle quali si ritirarono i Fenici "quando i greci giunsero in gran numero". La vita e le vicende stesse dell'originario insediamento, fondato nel VIII sec. a.C. su una lingua di terra tra i torrenti Kemonia e Papireto, sono legate all'esistenza del grande porto che le valse presso i Greci il nome di Panormos (tutto porto). La città nel 480 a.C. fece infatti da base per la flotta cartaginese durante lo scontro con i greci, e, nel 254 a.C. , capitolò soltanto dinanzi alla potentissima flotta di Roma.
La Storia dell'Oratorio di Santa Cita di Palermo.
Palermo è una delle città che vanta il maggior numero di chiese e che non ha eguali per storia, architettura, affreschi e mosaici. Palermo conta numerosi monumenti risalenti al periodo normanno: nei pressi del Palazzo dei Normanni, che è diventato oggi la sede del Parlamento Siciliano, è collocata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti che con le sue caratteristiche cupole rosse è diventata uno dei simboli della città; va ricordata poi la chiesa della Martorana, dalla ricchissima decorazione a mosaico, del più puro stile bizantino, situata in piazza Bellini, la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi edificata oltre il fiume Oreto e il ponte dell'Ammiraglio del 1113. Costruita tra il 1130 e il 1170, la Chiesa della Magione, conosciuta anche come chiesa della Santissima Trinità, presenta una pianta a forma basilicale a tre navate sorrette da colonne, mentre internamente la costruzione si presenta molto squadrata e movimentata da una serie di archi ogivali tipici dell'architettura normanna, che girano tutt'intorno la chiesa. Dello stesso periodo è la Chiesa dello Spirito Santo (oggi all'interno del cimitero di Sant'Orsola), dove motivi ornamentali in stile normanno s'inseriscono in una sobria architettura articolata da archetti ogivali e portali d'ingresso.
Il Palazzo dei Normanni e la sua storia.
Lo storico Giuseppe Di Stefano lo ritenne una costruzione sorta su una fortezza araba, ristruttura e ampliata da Ruggero II che fece costruire la Cappella Palatina e aggiungere dei corpi turriformi la cui altezza venne ridotta nel XVI s. Identifica le parti normanne con la Torre Pisana (con la stanza del Tesoro) e con la Torre della Gioaria (con la sala degli Armigeri al piano inferiore, e con la sala di re Ruggero e la restrostante sala dei Venti al piano superiore). Al secondo piano del palazzo (cosidetto "Piano parlamentare") si trovano la Sala d'Ercole, dove si riunisce il Parlamento siciliano, e la Sala di re Ruggero II, ricca di preziosi mosaici con motivi ornamentali, raffiguranti animali ed intrecci floreali, la sala dei venti, la sala Giallae la sala dei Viceré. Due scale laterali portano alla cripta. Questa si articola in un vano a pianta quadrata sottostante al presbiterio, scompartito mediante due colonne di pietra e con un'ampia abside centrale e due piccole laterali. Il palazzo reale è posto nel luogo più elevato dell'antica città tra le depressioni dei fiumi Kemonia e Papireto. Anche se alla costruzione vengono attribuite origini molto antiche risalenti alle dominazioni puniche, romane e bizantine, è all'epoca araba (IX secolo) che si deve attribuire l'edificazione del maestoso Qasr, "Palazzo" o "Castello", da cui ha preso il nome la via del Cassaro, l'odierno corso Vittorio Emanuele. Tuttavia, furono i Normanni a trasformare questo luogo in un centro polifunzionale, simbolo del potere della monarchia. Scrive Maria Teresa Montesanto in Palermo città d'arte (a cura di Cesare De Seta, Maria Antonietta Spadaro e Sergio Troisi): “Il palazzo era costituito da edifici turriformi collegati da portici e giardini che formavano un complesso unitario comprendente anche opifici tessili (il tiraz) e laboratori di oreficeria. Una via coperta lo collegava direttamente con la cattedrale. Nello spiazzo antistante vi era anche la cosiddetta Aula verde, di epoca anteriore, un ambiente aperto e riccamente decorato dove il re accoglieva i suoi ospiti. Nel 1132 venne costruita la Cappella Palatina che assunse una funzione baricentrica dei vari organismi in cui si articolava il palazzo. Con gli Svevi di Re Federico II, che vi risiede solo nell'età giovanile, il palazzo rimane sede dell'attività amministrativa, della cancelleria e della scuola poetica siciliana. Il ruolo periferico della città inizia con gli Angioini e gli Aragonesi che privilegiarono altre sedi. La rinascita del palazzo si ha con i viceré spagnoli che, nella seconda metà del XVI secolo, scelsero di risiedervi adeguandolo alle nuove esigenze difensive e di rappresentanza, ristrutturandolo notevolemte, creando bastioni e modificando il palazzo. Durante i Borboni furono create le sale di rappresentanza (Sala Rossa, sala Gialla e Sala Verde) e fu ristrutturate Sala d'Ercole, con gli affreeschi raffiguranti le fatiche dell'eroe mitologico. Un profondo restauro ha subito negli anni '60, sotto la cura di Rosario La Duca. Dal 1947 il Palazzo dei Normanni è sede dell'Assemblea Regionale Siciliana.
La Cappella Palatina
La stanza di re Ruggero
Luci d'oriente dentro il Palazzo Reale. “Sempre nel Palazzo Reale ci siamo trattenuti nell'incantevole appartamento di re Ruggero. I mosaici di scuola bizantina, raffiguranti alberi e animali, hanno una loro magnifica convenzionalità fiabesca e nella composizione perfetta sembrano di stile persiano o meglio ancora selgiuchida, piuttosto che araba”. Così si esprime Bernard Berenson, il grande storico dell'arte che visitò Palermo nella primavera nel 1953. È unico esempio in Sicilia di mosaici non raffiguranti soggetti sacri. La stanza è abbellita da mosaici del XII secolo con l'esclusione della volta d'epoca di Federico II con la rappresentazione dell'aquila sveva. Il grande e luminoso "tappeto" di tessere luccicanti ricopre la zona superiore delle pareti e presenta una scena di caccia, una lotta fra centauri ed animali affrontati ai lati di alberi e palmizi – leopardi, pavoni, cervi, cigni – che si stagliano sul fondo dorato. Nel loro complesso le scene non hanno carattere narrativo, cioè non raccontano una vicenda, ma dispongono invece le figure e le piante secondo uno schema esclusivamente decorativo. La tecnica del mosaico è molto antica ed ebbe origine presso le civiltà mesopotamiche raggiungendo un grande sviluppo nel periodo ellenistico-romano in cui venne utilizzata per pavimentazioni e rivestimenti murali. Nel periodo bizantino il mosaico arrivò ai massimi risultati espressivi e si diffuse da Bisanzio a Roma, a Venezia e in Sicilia. Elemento fondamentale di questa tecnica sono le tessere che vengono inserite una ad una in uno strato d'intonaco fine e fresco, seguendo un disegno prestabilito. Le tessere vitree composte di silicati, colorate con sostanze minerali, riflettono la luce moltiplicando le vibrazioni del colore. Le tessere d'oro sono realizzate inserendo una lamina di questo metallo fra due strati di vetro trasparente. Strettamente legati al gusto orientale islamico sono i mosaici profani con scene venatorie nella sala di Re Ruggero (la Gioaria, dall'arabo al-jawhariyya, che significa “l'ingioiellata”) situata anch'essa nel palazzo dei Normanni. Ed è verosimilmente la stessa fonte iconografica ad aver ispirato il simmetrico confronto tra due fiere su una delle pareti della stanza, come nel manto regale appartenuto a Ruggero II ed oggi conservato nel Tesoro Imperiale di Vienna (un prezioso tessuto in seta ricamata databile al 1133). Una scena concepita in modo analogo si trova in un mosaico palestinese dell'VIII secolo, proveniente dal palazzo di Khirbet al-Mafjar e adesso al museo archeologico di Gerusalemme, ma anche in un frammento musivo del IV secolo proveniente questa volta da Cartagine e attualmente nel Museo del Bardo a Tunisi.
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La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.