Agropoli-Palermo-Tunisi
in kayak, un viaggio per la pace
Fa tappa all’Istituto
Zooprofilattico l’associazione “Il mare che unisce”
Bove e
Caracappa: “Investire in Medioriente nel settore agroalimentare per portare
sviluppo”
Palermo. Migliorare la sicurezza alimentare e
incentivare la dieta mediterranea nei Paesi mediorientali possono aiutare a
costruire un processo di pace e scongiurare altri conflitti. Con questo messaggio
veterinari, ricercatori e volontari dell’associazione “Il mare che unisce”, ognuno
a bordo del proprio kayak, hanno fatto tappa a Palermo per raggiungere la riva
di Tunisi. Un viaggio della speranza “a ritroso”, con 569 miglia da percorrere
in venti giorni fino all’antica Cartagine. Partito da Agropoli il 25 giugno, il
gruppo di kayakers è stato ospite dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
della Sicilia, durante il convegno “La resilienza nel settore
agricolo-zootecnico e ittico, come strategia cruciale per la costruzione della
pace”.
Un viaggio simbolico, quello
dell’associazione, che ripercorre in senso inverso le rotte di sbarco dei
migranti. “Il nostro obiettivo è rafforzare il dialogo
interculturale e interreligioso tra realtà diverse, a partire da un elemento
che unisce tutti: la dieta mediterranea, uno stile di vita sano ed equilibrato,
che si fonda sul rispetto reciproco delle diversità – ha spiegato
Raffaele Bove, veterinario e presidente dell’associazione –. Per questo motivo, vogliamo sostenere l'ingresso
della Tunisia nei Paesi “Patrimonio Unesco della Dieta mediterranea” e
potenziare, nei luoghi di origine dei profughi, i settori dell’agro-alimentare
e della pesca”. Dal 2010, infatti, l’Unesco ha incluso la Dieta mediterranea
nella lista del patrimonio culturale dell’Umanità. Un riconoscimento per sottolineare
il valore culturale e sociale dell’arte culinaria del Mare Nostrum.
Al centro del convegno il
concetto di “resilienza”, la capacità, cioè, di rispondere a shock ed eventi traumatici: in questo contesto, per
far fronte al drammatico esodo dei migranti, costretti a scappare da guerre,
povertà e fame, l’agricoltura, l’allevamento e la pesca vengono considerati
come condizioni per la resilienza di questi popoli. Il direttore sanitario dello
Zooprofilattico, Santo Caracappa, riprendendo le parole del direttore generale
della Fao, Graziano Da Silva, ha sostenuto che “sviluppo rurale e sicurezza
alimentare sono centrali nella risposta globale alla crisi dei rifugiati – ha detto
durante il convegno -. La guerra causa la fame e la fame uccide e spinge le
persone ad abbandonare le proprie case. Per fronteggiare e mitigare il dramma delle
ondate migratorie, dobbiamo sostenere
l’agricoltura, l’allevamento e la pesca nel Medioriente”.
L’associazione, nel giardino
dell’Istituto, ha messo in mostra una canoa che regalerà al governo tunisino,
arrivati a destinazione. “Il nostro progetto – ha aggiunto Bove – è nato la
scorsa estate dal desiderio di associare la passione per l’acqua alla necessità
dei popoli del Mediterraneo di ricevere aiuto”. La traversata produrrà documentari e
concrete azioni di sostegno ai migranti, oltre a un documentario sulla fauna
marina, con protagonista la tartaruga Caretta
caretta, rappresentata dalla simpatica mascotte del gruppo di nome Medy,
che è stata liberata a Sant’Erasmo. Totalmente autofinanziato, il progetto ha
lanciato una campagna on-line di ricerca fondi.
Palermo, 13 luglio 2016