Monreale (Pa), lì 4 Maggio 2010.
Correva l'anno 1980. A Monreale quel giorno, 4 Maggio, si stavano per concludere i festeggiamenti in onore del Santissimo Crocifisso ed il Comandante della Compagnia CC, Cap. Emanuele Basile, si accingeva a far rientro in caserma con la moglie e la figlioletta di quattro anni.
Tre uomini senza scrupoli, vigliacchi, su ordine della mafia del tempo, si organizzarono per eliminare un galantuomo, padre di famiglia, servitore dello Stato che aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita al fine di assicurare alla giustizia il sodalizio mafioso che in quegli anni si stava arricchendo con traffici illeciti fra cui quello relativo all'importazione nella penisola italica di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Quel 4 Maggio il Capitano si accingeva ad assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocefisso quando, in corso Pietro Novelli, un killer mafioso gli sparava alle spalle, mentre l'Ufficiale teneva in braccio la sua piccola Barbara, e poi fuggiva in auto atteso da due suoi complici.
Basile venne trasportato all'ospedale di Palermo dove i medici tentarono di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico ma il carabiniere morì durante l'operazione lasciando nel dolore la moglie e lo stesso Paolo Borsellino che era corso in ospedale. Vincenzo Puccio, il suo assassino, verrà catturato dai carabinieri subito dopo l'omicidio ma verrà assolto tre anni dopo, creando sgomento e rabbia sia nei magistrati sia nei suoi colleghi.
Terzo di cinque figli, Emanuele Basile frequentò l'Accademia Militare di Modena. Prima di intraprendere la carriera militare, riuscì a superare il test di Medicina e a sostenere il difficile esame di Anatomia, ma i sentimenti di giustizia e legalità, valori fondamentali nella sua vita, ebbero il sopravvento sulla professione medica. Fu così che entrò nell'Arma dei Carabinieri. Prima di giungere a Monreale comandò le compagnie di altre città, tra cui quella di Sestri Levante (GE), e se la mafia non avesse interrotto la carriera del giovane carabiniere di 31 anni, la successiva destinazione sarebbe stata quella di San Benedetto del Tronto (AP). Precedentemente al suo assassinio, aveva condotto alcune indagini sull’uccisione di Boris Giuliano, durante le quali aveva scoperto l'esistenza di traffici di stupefacenti. Tuttavia, apprestandosi a lasciare Monreale, si era premurato di consegnare tutti i risultati a cui era pervenuto a Paolo Borsellino.
Oggi alla presenza del Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli, alla presenza delle più alte cariche politiche, civili e religiose dell'isola, in Monreale, via Pietro Novelli, luogo dell'efferato delitto, sono stati resi gli onori militari ed è stata deposta una corona di alloro sulla lapide che ricorda l'Ufficiale dell'Arma ucciso dalla mafia.
Presso l'aula consiliare del Comune di Monreale, in seguito, il fratello del Capitano Basile, ha ritirato la laurea honoris causa in giurisprudenza alla Memoria conferita al Capitano E. Basile dal Magnifico Rettore dell'Università e dal Preside della facoltà di Giurisprudenza di Palermo.