Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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giovedì 6 gennaio 2011

Accadde oggi: La mafia uccide a Palermo Piersanti Mattarella.

6 Gennaio 2011.

Ricorre oggi il trentunesimo anniversario dell'omicidio di stampo mafioso del Presidente delle Regione Siciliana Piersanti Mattarella.

Figlio di Bernardo Mattarella, uomo politico della Democrazia Cristiana, e fratello di Sergio Mattarella. Crebbe con istruzione religiosa, studiando a Roma al San Leone Magno, dei Fratelli maristi. Dopo l'attività nell'Azione cattolica, si dedicò alla politica nella Democrazia Cristiana. Fra i suoi ispiratori ci fu Giorgio La Pira, avvicinandosi alla corrente politica di Aldo Moro e divenendo consigliere comunale a Palermo. Assistente ordinario all'Università di Palermo, fu eletto all'Assemblea regionale siciliana nel 1967 nel collegio di Palermo, rieletto per tre legislature. Dal 1971 al 1978 fu assessore regionale alla Presidenza. Fu eletto presidente della Regione Siciliana nel 1978, guidando una giunta di centro sinistra, con il sostegno esterno del PCI. Nel 1979 dopo una breve crisi politica, formò un secondo governo.

 

Lotta alla mafia e assassinio


Rappresentò una chiara scelta di campo il suo atteggiamento alla Conferenza regionale dell'agricoltura, tenuta a Villa Igea la prima settimana di febbraio del 1979. L'onorevole Pio La Torre, presente in quanto responsabile nazionale dell'ufficio agrario del Partito Comunista Italiano (sarebbe divenuto dopo qualche mese segretario regionale dello stesso partito) attaccò, con furore, l'Assessorato dell'agricoltura, denunciandolo come centro della corruzione regionale, e additando lo stesso assessore come colluso alla delinquenza regionale. Mentre tutti attendevano che il presidente della Regione difendesse vigorosamente il proprio assessore, sgomentando la sala, Mattarella riconobbe pienamente la necessità di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali. Un solo periodico sfidando il clima imposto pubblicò il resoconto, sottolineando come fosse generale lo sconcerto e come fosse comune la percezione che si apriva, quel giorno a Palermo, un confronto che non avrebbe non potuto conoscere eventi drammatici. Un senatore comunista e il presidente democristiano della regione si erano, di fatto, esposti alle pesanti reazioni della mafia.

Il 6 gennaio 1980, appena entrato in auto insieme con la moglie e col figlio per andare a messa, un killer si avvicinò al suo finestrino e lo uccise a colpi di pistola. In quel periodo stava portando avanti un'opera di modernizzazione dell'amministrazione regionale. Si presume che ad ordinare la sua uccisione fu Cosa Nostra, a causa del suo impegno nella ricerca di collusioni tra mafia e politica. Inizialmente considerato un attentato terroristico, il delitto fu indicato da Tommaso Buscetta come delitto di mafia. Secondo il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, Giulio Andreotti era consapevole dell'insofferenza della mafia per la condotta di Mattarella, ma non avvertì né l'interessato né la magistratura, pur avendo partecipato ad almeno due incontri con capi mafiosi aventi ad oggetto proprio la politica di Piersanti Mattarella e, poi, il suo omicidio. Il fatto viene riportato nella sentenza del giudizio di Appello del lungo processo allo stesso Giulio Andreotti confermata dalla Cassazione nel 2004. La stessa sentenza afferma che l'allontanamento di Andreotti dal sodalizio mafioso fu dovuta proprio all'efferato delitto Mattarella.

martedì 4 maggio 2010

Monreale (Pa): Trent'anni fa cadeva sotto il fuoco di vili mafiosi il Capitano dell'Arma Emanuele Basile. Oggi l'Arma ha ricordato l'eroe caduto.


Monreale (Pa), lì 4 Maggio 2010.

Correva l'anno 1980. A Monreale quel giorno, 4 Maggio, si stavano per concludere i festeggiamenti in onore del Santissimo Crocifisso ed il Comandante della Compagnia CC, Cap. Emanuele Basile, si accingeva a far rientro in caserma con la moglie e la figlioletta di quattro anni.

Tre uomini senza scrupoli, vigliacchi, su ordine della mafia del tempo, si organizzarono per eliminare un galantuomo, padre di famiglia, servitore dello Stato che aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita al fine di assicurare alla giustizia il sodalizio mafioso che in quegli anni si stava arricchendo con traffici illeciti fra cui quello relativo all'importazione nella penisola italica di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.

Quel 4 Maggio il Capitano si accingeva ad assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocefisso quando, in corso Pietro Novelli, un killer mafioso gli sparava alle spalle, mentre l'Ufficiale teneva in braccio la sua piccola Barbara, e poi fuggiva in auto atteso da due suoi complici.

Basile venne trasportato all'ospedale di Palermo dove i medici tentarono di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico ma il carabiniere morì durante l'operazione lasciando nel dolore la moglie e lo stesso Paolo Borsellino che era corso in ospedale. Vincenzo Puccio, il suo assassino, verrà catturato dai carabinieri subito dopo l'omicidio ma verrà assolto tre anni dopo, creando sgomento e rabbia sia nei magistrati sia nei suoi colleghi.

Terzo di cinque figli, Emanuele Basile frequentò l'Accademia Militare di Modena. Prima di intraprendere la carriera militare, riuscì a superare il test di Medicina e a sostenere il difficile esame di Anatomia, ma i sentimenti di giustizia e legalità, valori fondamentali nella sua vita, ebbero il sopravvento sulla professione medica. Fu così che entrò nell'Arma dei Carabinieri. Prima di giungere a Monreale comandò le compagnie di altre città, tra cui quella di Sestri Levante (GE), e se la mafia non avesse interrotto la carriera del giovane carabiniere di 31 anni, la successiva destinazione sarebbe stata quella di San Benedetto del Tronto (AP). Precedentemente al suo assassinio, aveva condotto alcune indagini sull’uccisione di Boris Giuliano, durante le quali aveva scoperto l'esistenza di traffici di stupefacenti. Tuttavia, apprestandosi a lasciare Monreale, si era premurato di consegnare tutti i risultati a cui era pervenuto a Paolo Borsellino.

Oggi alla presenza del Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli, alla presenza delle più alte cariche politiche, civili e religiose dell'isola, in Monreale, via Pietro Novelli, luogo dell'efferato delitto, sono stati resi gli onori militari ed è stata deposta una corona di alloro sulla lapide che ricorda l'Ufficiale dell'Arma ucciso dalla mafia.

Presso l'aula consiliare del Comune di Monreale, in seguito, il fratello del Capitano Basile, ha ritirato la laurea honoris causa in giurisprudenza alla Memoria conferita al Capitano E. Basile dal Magnifico Rettore dell'Università e dal Preside della facoltà di Giurisprudenza di Palermo.

mercoledì 24 marzo 2010

MILLE DI QUESTI GIORNI, MINA.

24 Marzo 2010.

Il 25 marzo 2010, Mina compie i suoi primi settant'anni. Dal 23 agosto del 1978, cioe' da quasi meta' della sua vita non si esibisce in pubblico, ma non ha mai smesso di cantare. E i suoi dischi hanno sempre incontrato, come si dice in gergo, i "favori del pubblico". D'altronde, la sua voce e' inconfondibile e la leggenda vuole che sia sempre stata capace di interpretare al meglio ogni brano "alla prima". Ultimamente la sua voce (mentre parla s'intende) e' diventata familiare agli italiani grazie ad uno spot televisivo per una delle piu' importanti fabbriche italiane di pastasciutta. Per saperne di più...

giovedì 4 marzo 2010

PRESENTAZIONE DEL FONDO FOTOGRAFICO DEL NOTO VULCANOLOGO GAETANO PONTE.

PALAGONIA (CT), 4 Marzo 2010 – Sabato, 13 Marzo, si presenta presso la Sala Consiliare del Municipio, ore 18.00, la raccolta fotografica storica di fine '800 - metà '900 realizzata dal noto vulcanologo Gaetano Ponte. Dopo diverse vicende l'INGV, in collaborazione con l'AFT - Archivio Fotografico Toscano di Prato, sono state recuperate, ordinate, catalogate e messe in sicurezza oltre 1000 immagini vulcanologiche che vanno da fine '800 ai primi decenni del '900. Le fotografie sono state scattate dal famoso vulcanologo Gaetano Ponte, che è stato ordinario all'Università di Catania e fondò anche il primo osservatorio vulcanologico universitario.Ponte era un’esperto fototografo, cosa non banale ai suoi tempi, e le foto dei crateri, dell'attività eruttiva ed esplosiva di numerose eruzioni sono un patrimonio scientifico e culturale realmente unico nel suo genere.

INTERVERRANNO, DA PARTE DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA:
- DOTT. ALESSANDRO BONACCORSO
- DOTT. STEFANO BRANCA.
Moderatore: Giuseppe Maggiore (Presidente Amedit);
Saluti Istituzionali: Arch. Rosario Cucuzza (Ass. Pubblica Istruzione e alla Cultura del Comune di Palagonia).

Gaetano Ponte (1876-1955) fu docente di vulcanologia presso l’Università di Catania dal 1919 al 1954 e rappresenta nel panorama mondiale degli studi sulle scienze della Terra una figura di notevole spessore scientifico e culturale. Le idee e i risultati delle ricerche scientifiche condotte da Ponte sono ben noti attraverso la sua vasta produzione scientifica è invece meno noto il suo patrimonio fotografico, composto da oltre 1200 immagini, realizzato dalla fine del 1800 fino al 1950. Questa pregevole raccolta fotografica, che rappresenta un patrimonio unico di documentazione storica dell'attività dei vulcani attivi Italiani.



Fonte:

Facebook:Di Cultura Lampi ai membri di Santa Febronia - Palagonia - Patti - Minori.

martedì 9 febbraio 2010

Marsala, il mausoleo per Garibaldi incompiuto da 40 anni.

09 Febbraio 2010.

Doveva essere il monumento dedicato ai Mille che proprio qui sbarcarono l’11 maggio del 1860. Ma è abbandonato da oltre 20 anni e ridotto a discarica. Ecco un'ennesima storia di sprechi di soldi pubblici documentata dalla rubrica "Di Tasca Tua" in onda su Sky tg24.

Fonte: http://tg24.sky.it/

sabato 27 giugno 2009

Ancora misteri sulla fine di Jackson. Autopsia: «Nessun segno di infarto».

da Corriere.it

Los Angeles, 27 Giugno 2009.

Lacrime e polemiche dopo la morte di Michael Jackson. Il pop ha perso il suo Re e mentre il mondo piange per la scomparsa dell'artista geniale che ha fatto vibrare e ballare la generazione degli anni Ottanta, attorno al mito della musica, stroncato da un infarto, e soprattutto attorno al suo decesso, resta quell'alone di mistero che ha avvolto Jackson anche da vivo, soprattutto negli ultimi anni. Mentre pare ormai assodato che l'artista sia morto per arresto cardiaco in seguito ad un infarto, non è affatto chiaro cosa possa aver causato quell'infarto. La polizia di Los Angeles ha aperto una inchiesta, sottolineando però di non avere per adesso alcun elemento di sospetto. E ora dà la caccia a uno dei medici di Jacko che potrebbe essere molto utile per capire le cause del decesso della star di Thriller e Bad. Per saperne di più....


venerdì 26 giugno 2009

Addio a Jacko, i fan di tutto il mondo piangono il re del pop: ''Era il nostro Mozart''

26 Giugno 2009.

Michael Jackson è stato stroncato da un infarto nel primo pomeriggio di ieri (nella notte in Italia): la chiamata al 911, poi la disperata corsa da casa all'ospedale. Sulle prime pagine di tutti i giornali la notizia fa il giro del mondo. E il web rallenta: Google e Twitter in tilt. Ressa di ammiratori all'Apollo Theatre per rendere omaggio al cantante-icona.

Fonte: adnkronos

lunedì 11 febbraio 2008

Ruggero II d'Altavilla, primo Re di Sicilia



Tre sono i principali episodi storici che statuiscono il rapporto di vassallaggio istituzionale fra i primi Altavilla ed i pontefici romani, episodi che qualificano l'antefatto della creazione del regnum con capitale a Palermo; il primo è il concilio di Melfi, nell'agosto del 1059; il secondo è la concessione della legazia apostolica fatta da Salerno nel luglio del 1098; il terzo la concessione papale della corona regia con l'acclamazione di Ruggero II a Salerno nel 1130
Nel concilio di Melfi papa Niccolò II si riconciliò con i capi normanni dopo le prove di balordaggine banditesca che questi avevano fornito precedentemente,anche contro il papato, confermò Riccardo come principe di Capua ed investì Roberto "il Guiscardo" a duca di Puglia e di Calabria nonchè di Sicilia, che però era ancora in mano ai saraceni.
Si trattò di investiture pressocchè illegittime. Ciò in quanto questi territori erano ancora nominalmente parte integrante dell'impero romano di Costantinopoli anche se le truppe romaiche presidiavano ormai soltanto poche città in Puglia e Calabria mentre gli Altavilla avevano visto la Sicilia soltanto sulla base di un famoso documento storico; la cosiddetta - donazione - dell'imperatore Costantino che era anche alla base dell'esistenza dello stesso stato pontificio e che da tempo ormai sappiamo essere stato un falso. In esso era comunque detto esplicitamente che ai pontefici romani spettava il dominio temporale su Roma e su tutte le prvincie, luoghi e città d'Italia e delle regioni occidentali d'Europa. Era il principio sulla base del quale i pontefici romani ritennero di rivestire il ruolo di "Cesari d'Occidente" per tutto l'alto e il basso Medioevo.
Il secondo episodio fondamentale ebbe luogo quando ormai la gran parte della Sicilia era stata liberata dal giogo musulmano. Roberto " il Guiscardo" era già morto. Ruggero I, gran conte di Sicilia, era uno dei più potenti signori del Mediterraneo e ricevette, in Sicilia, la visita di papa Urbano II durante la quale vennero gettate le basi della politica ecclesiastica dello stato e del ruolo che avrebbe dovuto rivestire ufficialmente il gran conte. A Salerno, il 05 luglio 1098, il papa consegno a Ruggero la missiva nella quale rivolgendosi al - carissimo figlio conte di Calabria e di Sicilia - affermava di impegnarsi a non nominare alcun legato pontificio nei territori suddetti senza l'accordo ed il consenso di Ruggero o dei suoi eredi diretti. Questa concessione della - legazia apostolica - è stata poi, nei secoli, oggetto di continue controversie giuridiche, ma sta di fatto che, in quel momento, accresceva enormemente il potere politico-giurisdizionale di Ruggero. Egli, ed i suoi successori, non erano più dei puri e semplici vassalli di Roma ma, nominado vescovi uomini fedeli alla casata degli Altavilla, potevano influire direttamente nella politica della Chiesa, nonchè nell'elezione diretta dei pontefici fino alla possibilità di poterne creare uno tra i loro stessi protetti. Si tratta quinidi di un momento fondamentale che qualifica con la sua impronta tutta la futura politica degli Altavilla di Sicilia.
Il terzo e fondamentale episodio. Morto Ruggero I gli succedette, dopo un lungo periodo di regenza della madre, il figlio omonino: Ruggero II. Ruggero II non fu più il tipico cavaliere normanno abituato a darsi ragione brandendo la spada. Egli fu educato a Palermo da precettori latini e bizantini che lo resero edotto su principi giuridici del cesaro-papismo bizantino. La sua mentalità fu quindi, a tutti gli effetti , quella di un principe italiano. Nel settembre del 1130 papa Anacleto, che ufficialmente fu un antipapa e quindi ancora più bisognoso di un forte appoggio politico-militare per insediarsi autorevolmente a Roma, si recò ad Avellino dove Ruggero II lo aspettava con un grande seguito di curiali, baroni e scorta armata. Qui i due strinsero un accordo politico con il quale Ruggero si impegnava ad appoggiare con tutto il suo peso politico e militare l'antipapa Anacleto e, a compenso di questo impegno, chiedeva per sè e per i suoi discendenti la corona regale.
Dopo l'incontro di Avellino, il 27 settembre del 1130, papa Anacleto promulgò una bolla nella quale concedeva ufficilamente a Ruggero II, e quindi ai suoi eredi, la corona di Sicilia, di Calabria e di Puglia, il principatodi Capua acclusi quei territori della Santa Sede che i duchi di Puglia avevano ricevuto in feudo, e - con frase ambigua - "l'onore di Napoli" che, all'epoca, era città autonoma ma sotto la tutela di Costantinopoli, il tutto escluso Benevento che rimaneva città pontificia ma alla quale si faceva obbligo, in caso di necessità belliche, di intervenire al fianco del nuovo re. I vescovi siciliani venivano delegati ad officiare per conto del papa la incoronazione ufficiale. Ruggero per ricambiare a questa investitura ufficiale giurò nuovamente fedeltà al papa Anacleto impegnandosi a versargli annualmente un tributo di seicento schifati, cioè circa 160 once d'oro. Avendo Ruggero come primo titolo quello di duca di Sicilia la sede del governo del nuovo stato veniva automaticamente assegnata alla città dove egli risiedeva: Palermo. Tuttavia Ruggero volle compiere un gesto diplomatico per non svilire gli altri ducati del continente, facendosi acclamare a Salerno, la capitale del ducato di Puglia nonchè la città più importante dei suoi domini continentali.
Nel Natale del 1130 fu incoronato primo sovrano di Sicilia. Fu il cardinale di Santa Sabina, in rappresentanza di papa Anacleto, ad ungere Ruggero con l'olio santo mentre spettò al primo vassallo del re - il principe di Capua - tenere la corona sopra la testa di Ruggero.
Palermo poteva così celebrare, con questo trionfo, l'aspirazione più che millenaria a prevalere sulle altre città siciliane ma in particolora anche sulle grandi città del Continente come Salerno, Benevento, Bari, Amalfi, Napoli e Capua. Era come se Palermo fosse assurta - proprio grazie all'avvenimento dell'incoronazione - alla pari di Roma."
Tratto dal libro: Palermo, la corona perduta di Rodo Santoro। Edizioni pegaso s.r.l. 1991.


martedì 29 gennaio 2008

La vita e le opere di Giacomo Serpotta.

29 Gennaio 2008.

Definito da Donald Garstang “il principale artista dello stucco in Europa” e da Giulio Carlo Argan “uno dei massimi scultori del Settecento”, Giacomo Serpotta (Palermo, 1656-1732) realizzò un’autentica rivoluzione stilistica e culturale, rinnovando la tecnica tradizionalmente povera dello stucco in arte ricercata e alla moda. Ebbe fama, successo e committenze dalle principali congregazioni e compagnie ecclesiastiche cittadine e siciliane: oggi i sontuosi apparati decorativi (suoi o di allievi membri della famiglia) sono presenti in una trentina fra oratori e chiese nella sola Palermo. Il suo “segreto” fu quello di aggiungere polvere di marmo alla calce e al gesso, fino ad allora normalmente usati per formare lo stucco: polvere di marmo che dava una inusitata patina di lucentezza alle figure. La difficoltà di questa tecnica, cioè la rapidità con cui doveva essere lavorato lo stucco prima che si asciugasse, richiedeva un artista particolarmente fantasioso nell’improvvisare dettagli nei volti, nei gesti e negli ornamenti. Accadde, così, che molte confraternite che, per motivi economici, non potevano permettersi il marmo, si rivolsero a Serpotta, il quale con lo stucco realizzava opere assai meno costose, ma dai risultati ugualmente brillanti. L’eccezionale tecnica di Serpotta si sposò al suo talento compositivo, all’esuberanza del gusto e alla capacità di organizzare spazio, immagini e forme nell’ambiente in cui doveva operare. Quel che continua ad essere sorprendente, infatti, dopo 350 anni, nell’opera di questo genio della plastica scultorea, è la sua qualità di magistrale regista di spettacoli d’incomparabile grazia, rispetto al contesto spaziale in cui sono poste le sculture, dove risulta stupefacente la loro orchestrazione plastica e fluttuante. Al punto che, forse, più che di decorazione, è più opportuno parlare di un raffinato teatro nel quale figure allegoriche, putti e “teatrini prospettici” possiedono una vitalità così intensa e morbida, da realizzare una dinamica ritmica quasi musicale. La vita. Poco si sa della sua vita, che non provenga da documenti riguardanti le opere. Nacque nel 1656 a Palermo, nel quartiere della Kalsa, da una famiglia di lapicidi e marmorari palermitani. Il padre Gaspare – autore di due gradevoli statue in Cattedrale – era un uomo difficile, amava i cavalli da corsa e nel 1656 rimase gravemente ferito in una rissa; fu poi arrestato e andò in galera, lasciando la famiglia in gravissime difficoltà economiche. Questa condizione di estrema povertà dei Serpotta e i loro legami di parentela con le principali famiglie artigiane della città fanno pensare che la formazione di Giacomo avvenne nelle botteghe locali, peraltro di eccellenti tradizioni. Certi suoi riferimenti al Barocco romano, più che dovuti ad una sua permanenza nella capitale (piuttosto dubbia), sono da ascrivere alla conoscenza di stampe coeve o a collaborazioni con artisti che a Roma avevano lavorato. Il primo incarico lo ebbe a Monreale, dove collaborò alla decorazione della chiesetta della Madonna dell’Itria. Ma il primo lavoro significativo lo fece nell’oratorio della compagnia della Carità in San Bartolomeo (1679), una delle più antiche di Palermo, distrutto nell’ultima guerra. Fu forse grazie a questo intervento che gli venne commissionata (1680) la statua di Carlo II di Spagna, fusa in bronzo a Messina e distrutta durante i moti del 1848. L’opera più antica che ci è pervenuta, invece, è costituita dai due altari del transetto della chiesa del Carmine, a Ballarò, con l’uso di gigantesche colonne tortili. Il primo capolavoro è l’apparato decorativo nell’oratorio del Rosario a Santa Cita (1685-1690), dove l’artista stuccatore diventa scultore a tutto tondo, padroneggiando sia i grandi spazi che i più piccoli dettagli; e dove si mescolano armoniosamente senso drammatico, sottigliezza psicologica e capacità comunicativa. Qui è importante la probabile collaborazione progettuale con Giacomo (o Paolo) Amato. Ma l’opera forse più equilibrata e solenne di Giacomo Serpotta è la decorazione per l’oratorio dei Santi Lorenzo e Francesco (1699-1706), dove la fusione tra lo stucco e i dipinti seicenteschi presenti nell’ambiente crea un’atmosfera da sacra rappresentazione barocca; un barocco non più grave e pesante, bensì giocoso e leggiadro. Le principali opere successive andranno verso una visione sempre più tendente al rococò: i modelli per i marmi scolpiti da Gioacchino Vitagliano a Casa Professa (primi ’700), gli stucchi nelle chiese di Sant’Agostino (1711), di San Francesco d’Assisi (1723) e di San Matteo (1728). Famiglia e allievi. Serpotta si circondò spesso di allievi e collaboratori, anche per gestire l’enorme quantità di commesse che riceveva. Alcune opere, così, seppure documentate a Giacomo, non sono a lui riferibili, se non nel disegno generale e in qualche parziale intervento. Tra questi collaboratori, che raggiunsero peraltro ottimi livelli di qualità, ci furono il fratello Giuseppe (Palermo, 1659-1719), autore degli stucchi dell’oratorio dei Falegnami; il figlio Procopio (Palermo o Monreale, 1679 - Caccamo 1755), considerato il vero erede del padre, cui si devono, fra l’altro, le decorazioni della chiesa dell’Assunta e degli oratori di Santa Caterina d’Alessandria e del Sabato a Casa Professa; e il nipote Giovan Maria Serpotta (notizie nella metà del ’700), figlio di Procopio. “Il progetto – sottolinea il sindaco Diego Cammarata – promuove la nostra città, ne mette in mostra un passato illustre, evidenziandone, nello stesso tempo, un presente fatto di cantieri aperti, di lavori per creare infrastrutture e sviluppo. I quattro itinerari serpottiani danno la possibilità ai turisti e anche agli stessi cittadini di conoscere un patrimonio prezioso; ma mostranno pure una città che ha fatto della riqualificazione e del recupero una delle sue priorità, che accende i riflettori sul suo cuore antico, con grande attenzione al decoro e all’arredo urbano”.



giovedì 24 gennaio 2008

Cagliostro Alessandro, conte.

24 Gennaio 2008.


Nome con cui è noto l'avventuriero e mago italiano Giuseppe Balsamo (Palermo 1743-San Leo, Pesaro, 1795). Di famiglia povera, entrò come novizio nel convento della Misericordia di Caltagirone che presto abbandonò, dedicandosi allo studio della medicina come aiutante farmacista e dell'alchimia. A causa della sua vita scapestrata, fu costretto a lasciare Palermo e a rifugiarsi a Roma dove sposò (1768) Lorenza Feliciani, che lo seguì in tutte le sue peregrinazioni attraverso l'Europa. A Londra (1776) si affiliò alla massoneria fondando egli stesso una loggia di “rito egiziano” della quale si nominò capo. Acquistò ben presto fama di guaritore e mago, anche per merito dei suoi indubbi poteri ipnotici, delle sue conoscenze nel campo dell'occultismo e di una non comune forza di suggestione. A Parigi ebbe grande successo nell'alta società conquistando l'amicizia del cardinale di Rohan; fu poi coinvolto nell'affare della collana della regina Maria Antonietta e a causa di ciò bandito dalla Francia (1786). Riprese la vita errante finché, nel 1789, a Roma venne processato dal tribunale dell'Inquisizione (pare in seguito alla delazione della moglie) e condannato a morte per aver tentato di fondare nella città una loggia massonica; ebbe la pena commutata in carcere a vita e morì (secondo alcuni autori, assassinato) nella fortezza di S. Leo, dopo alcuni anni di prigionia durissima che lo portarono alla follia. § Per antonomasia, imbroglione, avventuriero: quella faccia da c. ispira poca fiducia.BibliografiaF. King, Cagliostro, Londra, 1910; M. Haven, Le Maître inconnu Cagliostro, Parigi, 1938; P. Carpi, Cagliostro, Padova, 1987.

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