In tempi di crisi il second hand è il modo migliore per dare una seconda vita a prodotti o servizi che non utilizziamo più e offre anche nuove opportunità di lavoro.
Madrid, 7 aprile 2014 – Una nuova generazione di siti web sta cambiando l'immagine che abbiamo della compravendita dei prodotti utilizzati. Con la crisi, il consumo di articoli di seconda mano è diventato una delle scelte preferite degli utenti, il modo migliore per dare una seconda vita a prodotti o servizi che non utilizziamo più.Molti imprenditori hanno approfittato di questa nuova tendenza per
creare nuovi mercati in rete. Dai vestiti per bambini ai libri di testo, dagli
abiti da sposa fino ai servizi che per un imprevisto dell’ultim’ora ci rendiamo
conto di non poter più utilizzare, come il biglietto di un aereo o di un treno.
Di fato qualsiasi prodotto che può
essere utilizzato da un altro utente può avere una seconda possibilità
attraverso i canali di vendita della rete.
Un settore in forte crescita non soltanto perché promette un
risparmio, ma anche una seconda chance per coloro che hanno perso il lavoro. Il mercato dell'usato in Italia impiega almeno 80mila
persone, occupate sia nella rivendita degli oggetti che altrimenti
sarebbero finiti in discarica, sia nelle riparazioni di vestiti, scarpe ed
elettrodomestici.
A rivalutare il riutilizzo degli oggetti di seconda mano non
è unicamente l'impoverimento delle famiglie, ma il cambiamento della filosofia
del consumo: il 48% della popolazione ammette di acquistare l'usato e il 41%
pensa di continuare a farlo in misura maggiore rispetto agli anni scorsi. A
dichiarare amore incondizionato per il “second hand” sono soprattutto i giovani
e le persone colte e attente all'ecosostenibilità. Lo sostiene il quarto Rapporto nazionale sul riutilizzo 2013 dell'associazione Occhio del Riciclone con il patrocinio del
Ministero dell'Ambiente, che addirittura quantifica per la prima volta il
beneficio ambientale dell'usato: ogni negozio dedicato alla seconda mano evita
l'emissione di 475 tonnellate di Co2 equivalente.
Secondo lo studio, prosperano non i classici rivenditori
dell'usato (eredi degli antichi rigattieri) bensì i mercatini che accettano la
merce dismessa dei privati assicurando loro una percentuale sulla eventuale
vendita. Siti come Babybazar e ePrice sono
solo alcuni degli evidenti riflessi di questa tendenza.
Ma il web come
sempre non restringe i campi di ricerca, bensì allarga gli orizzonti e uno dei più recenti
sviluppi è l'acquisto e la vendita di biglietti per spettacoli ed eventi, che
di solito non sono rimborsabili attraverso i canali ufficiali. Ticketbis è una piattaforma spagnola che funge da intermediario tra
acquirenti e venditori del biglietto, venendo in contro alle esigenze di un
gran numero di utenti di tutto il mondo.
Se avete perso
l’occasione di comprare il biglietto per il concerto, o per l’evento sportivo,
al quale tenevate tanto al momento dell’emissione perché sono andati a ruba nel
giro di poche ore, il sito in questione vi offre un’ultima chance.
Ovviamente, anche nel caso in cui non possiate più andare e la preoccupazione,
soprattutto in periodi come quello attuale, diventa quella di recuperare i
soldi spesi.
"Più
di 6 milioni di utenti che hanno utilizzato la nostra piattaforma sono la prova
che vi è una sempre crescente domanda di servizi di compravendita non solo di
beni materiali, ma anche di servizi e intrattenimento", spiega Ander
Michelena , co-fondatore di Ticketbis.com assieme a Jon Uriarte .
In rete
è possibile imbattersi in una discreta quantità di nuovi portali, con una
filosofia simile a quella di Ticketbis, attraverso i quali è possibile vendere
beni intangibili "di seconda mano": Hall Street offre la possibilità di "rivendere" le prenotazioni di
camere dell'hotel e Change your flight lo stesso con
i biglietti aerei. Mentre esistono siti come Vacanze fai da
te che danno l’opportunità di rivendere interi
pacchetti.
Per
informazioni:
Donato
Notarachille 345 3114344
(responsabile
comunicazione Ticketbis Italia)
donato.notarachille@gmail.com