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martedì 13 settembre 2022

I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo tredici.


 

Tredici.

Se c'è una cosa che ricordo spesso dei miei primi giorni trascorsi su Marte è quella afferente la nostra incapacità di trovare un accordo sul da farsi. Eppure eravamo stati addestrati, benché in poco tempo, a fare cerchio e a trovare la quadra per tutte quelle problematiche che si potevano riscontrare una volta giunti sul Pianeta rosso. Se poi ci aggiungevamo il nostro dolore per la perdita dei nostri giovani compagni di avventura, allora il problema si amplificava e lasciava poco spazio a qualunque margine di manovra e di trattativa fra di noi. Le nostre differenze culturali, fisiche, e quant'altro, ci avevano portati, in più di una circostanza, ad ignorarci; ciò era dovuto al fatto che preferivamo restare in silenzio e a isolarci dalla nostra realtà quotidiana, per dimenticare il nostro triste vissuto. Johannés preferiva allenarsi, raccogliere i frutti che ci donavano le colture idroponiche, scrivere il suo libro sulla nostra "disavventura", piuttosto che parlare con me e con Red; Red si dedicava anima e corpo alla sua ordinaria attività lavorativa, dedicandoci solo un po' del suo tempo prezioso ogni qualvolta fosse stato costretto a convincerci che era necessario che noi tutti ci sottoponessimo a quegli esami di laboratorio cosiddetti di routine, per la successiva analisi dei nostri parametri vitali. Io, per quanto mi riguarda, ricordo di essermi isolato dagli altri due astronauti per più di un anno: avevo i miei buoni motivi, d'altronde. Mi ero dedicato alla realizzazione del mio progetto, ovvero quello di costruire un robot in grado di smantellare la nostra navetta spaziale, recuperare i materiali e la tecnologia necessaria per la costruzione di un rover elettrico che ci consentisse di andare via, definitivamente, dal cunicolo lavico in cui nell'ultimo anno avevamo trovato ospitalità. Montavo, smontavo, collegavo, scollegavo, e poi rimontavo nuovamente centinaia di migliaia di volte la mia creatura che, nei primi giorni di vita, non voleva fare il suo dovere sino in fondo, facendomi disperare per la mia incapacità di realizzare qualcosa che funzionasse a dovere e che potesse consentirci di sloggiare da quel posto che ormai ci andava strettissimo. Un giorno pensai che la mia creatura non volesse funzionare a dovere solo perché ancora non gli avevo dato un nome; forse avevo ragione, forse no. Sta di fatto che solo dopo che lo battezzai "Teddy" il robot prese vita, riuscendo a relazionarsi sia con me che con gli altri due sopravvissuti. "Teddy fai questo", "Teddy fai come ti dico" e Teddy rispondeva ad ogni mio comando, alla velocità della luce. Teddy un giorno mi disse che fosse al nostro servizio per consentirci di sopravvivere ed io, sebbene consapevole che parlassi con una macchina, lo ringraziai calorosamente. Teddy impiegò meno di due mesi a smontare la navetta spaziale, a costruire una sorta di fonderia, a testare ogni qualsiasi voglia apparecchiatura elettronica che fosse idonea alla realizzazione della "quatto ruote" marziana a bordo della quale noi tre, un giorno, avremmo potuto lasciare quell'anfratto di roccia lavica che ci aveva ospitati sino a quel momento. Non lo sapevo ancora, ma Teddy, oltre ad essere il robot costruttore, era anche la prima cellula di quella IA che oggi governa Marte. Spero, un giorno, che il mio nome possa essere annoverato sui libri di scuola, ancorché digitali, come l'ingegnere che, inconsapevolmente, fu l'inventore dell'Intelligenza Artificiale che oggi domina gli umani e le cose presenti su questo desolato corpo celeste.

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La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.