Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina

    Libro/E-book: A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell‘incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l‘uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all‘era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono.Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato. I Sumeri, gli Egizi, i Maya, gli Inca, le civiltà indiane, tutte culture che hanno avuto un livello tecnologico superiore per quel tempo. I miti Babilonesi, la cultura Greca con la sua mitologia, i miti delle popolazioni nordiche, le leggende delle popolazioni precolombiane, (persino nella Bibbia, vedi Genesi o Apocalisse), parlano di esseri soprannaturali, di eventi immani, (come un grande diluvio). Anche in questo periodo alcuni popoli che vivono allo stato primitivo, come ad esempio i Dogon del Mali, hanno conoscenze astronomiche cui l‘uomo moderno ha avuto accesso solo dopo con il progredire della tecnologia. E' nell‘era moderna che la tematica si sviluppa maggiormente. Dal Novecento ad oggi è un susseguirsi di prove, fatti, avvistamenti; l‘episodio di Roswell è il più indicativo. Gli U.S.A. sembrano la nazione che nel secondo dopoguerra abbia beneficiato maggiormente del contatto con gli alieni. L‘oscurantismo della Guerra Fredda, dominante sino a qualche anno fa è crollato. Tutte le Intelligence delle maggiori potenze mondiali stanno rivelando al mondo dossier segretati sino a qualche tempo fa, (in vista forse del 2012, che secondo un‘antica profezia Maya segnerà l‘inizio di una nuova era). Anche il Vaticano ha ammesso la probabile esistenza di extraterrestri, con i relativi problemi etico-religiosi che ne possono derivare. Se esistono gli alieni, e se ci hanno creati loro, esiste anche un Dio Creatore, come lo intendiamo noi? Che cosa succederebbe se così non fosse? La Chiesa sa la verità e non la vuole rivelare? Oppure sia noi che gli alieni facciamo parte di un unico progetto divino? Abbiamo un‘anima? Che cosa succede dopo la morte? L‘aldilà è forse un‘altra dimensione o un Universo parallelo dove i mondi s‘incontrano? Perché (come dicono alcuni ricercatori) gli alieni ci studiano? Che cosa cercano nell‘uomo? Le grandi potenze mondiali ne sono informate? Tutti interrogativi cui non è possibile a oggi dare una risposta certa, però si può provare a dare diverse, probabili soluzioni.

  • Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano

    Sinossi: Le indagini del Maresciallo Ascali - L'usuraio Benvenuti nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, dove le indagini del Luogotenente dei Carabinieri Roberto Ascali si addentrano ancora una volta nelle pieghe oscure del tessuto sociale. In questo nuovo capitolo, intitolato "L'usuraio", l'arrivo di un certo Colajanni Eduardo nella caserma dei Carabinieri dà il via a un'indagine che promette di svelare inquietanti connessioni. Ciò che inizia come un'indagine sul reato di usura, un crimine silente e devastante che affligge le fasce più vulnerabili della popolazione, prende subito una piega potenzialmente pericolosa. La redazione della Comunicazione di Notizia di Reato non si limita a ipotizzare l'usura, ma prospetta al Magistrato inquirente un legame inquietante tra l’usuraio e “ambienti mafiosi”, suggerendo la possibile aggravante del metodo mafioso. Le dichiarazioni inattese dell'usuraio Cozzolino, denunciato da Colajanni, rivelano che l'indagine prenderà direzioni impreviste. Quando la morte di Colajanni per avvelenamento viene accertata, il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Cozzolino è "del tutto inedito", confermando l'intuizione di Ascali riguardo un coinvolgimento più ampio della criminalità organizzata. Sembrava solo una storia di usura all'inizio, ma l'ombra di Cosa Nostra si allunga su tutta la vicenda. Emergono collegamenti con i mandamenti mafiosi palermitani, in particolare Brancaccio e Porta Nuova. Maresciallo Ascali, oggi Luogotenente, deve usare la sua tenacia e il suo acume investigativo per accertare la verità sulla morte di Colajanni e sul sistema criminale sotteso. La sua vita personale è segnata dal dolore per la malattia che affligge la sua amata moglie, ma la sua presenza e l'appartamento confiscato alla mafia in cui vivono a Palermo - divenuto il loro rifugio di pace - gli danno la forza per affrontare le indagini. "L'usuraio" si prospetta come un nuovo avvincente capitolo delle indagini del Maresciallo Ascali, esplorando il legame pericoloso tra l'usura e la criminalità organizzata, mantenendo alta la suspense e conducendo il lettore nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile.

Visualizzazione dei post in ordine di data per la query La città di Catania. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
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lunedì 12 maggio 2025

Recensione di "Le indagini del Maresciallo Ascali: L'usuraio", di Francesco Toscano.


Palermo, lì 12 maggio 2025.

Il romanzo giallo "Le indagini del Maresciallo Ascali: L'usuraio" di Francesco Toscano si presenta come un nuovo capitolo avvincente. L'opera è ambientata nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, una città che funge da sfondo vivo e pulsante alle vicende, quasi un personaggio essa stessa, con le sue contraddizioni e le sue ferite.

Fin dalle prime pagine, il lettore viene proiettato nella quotidianità tesa della caserma dei Carabinieri, pronti a "scrivere una nuova pagina della nostra storia di Carabinieri d’Italia". L'indagine prende il via con l'arrivo di Colajanni Eduardo, la cui insolita cordialità insospettisce.

Il fulcro iniziale dell'indagine è il reato di usura, definita come un prestito di denaro ad alto interesse concesso a persone in stato di bisogno. Tuttavia, la "Comunicazione di Notizia di Reato" redatta suggerisce immediatamente un inquietante legame tra l'usuraio e "ambienti mafiosi", ipotizzando la possibile aggravante del metodo mafioso. Questo legame tra usura e criminalità organizzata è presentato come un tema cruciale e ricorrente nelle opere di Francesco Toscano ambientate a Palermo.

Inizialmente, si ipotizza che l'usuraio sia Cozzolino Ferdinando. Tuttavia, le sue dichiarazioni mettono rapidamente in discussione questa identificazione, puntando invece direttamente su "Cosa Nostra panormita" e aprendo "scenari investigativi del tutto inediti". Le rivelazioni di Cozzolino sul presunto coinvolgimento di Cosa Nostra negli affari di Fici Domenico, il socio di Colajanni, suggeriscono che l'usura potrebbe essere solo una pedina in un quadro più vasto. Cozzolino indica figure di spicco di diverse famiglie mafiose palermitane, non limitandosi a un solo mandamento. Le dichiarazioni di Cozzolino rappresentano una potenziale chiave di volta per l'intera indagine.

L'indagine si addentra nelle pieghe oscure del tessuto sociale di Palermo ed è legata al decesso di Colajanni Eduardo. Il verbale preliminare dell'autopsia prevede la trasmissione degli atti alla Direzione Investigativa Antimafia. Gli investigatori considerano diverse ipotesi sul movente della morte di Colajanni, tra cui un regolamento di conti legato alla sua presunta denuncia di usura, o il fatto che potesse sapere troppo. Viene anche menzionato che Colajanni potrebbe essere stato coinvolto in dinamiche diverse dall'usura o essere in pericolo. La morte potrebbe essere avvenuta per avvelenamento.

Per far luce sul caso, vengono impiegate diverse metodologie investigative:

  • Consultazione e analisi dei verbali degli interrogatori di collaboratori di giustizia, come Magrì Francesco Salvatore, per trovare dettagli utili sui rapporti tra i vari personaggi e i mandamenti mafiosi.
  • Analisi dettagliata delle dichiarazioni di Cozzolino Ferdinando.
  • Esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
  • Servizi di Osservazione, Controllo e Pedinamento.
  • Analisi delle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza installate. Viene anche cercato di acquisire i video archiviati dai sistemi di videoregistrazione di esercizi commerciali per ricostruire i movimenti di Colajanni nelle ultime ore di vita.
  • Approfondimento dei rapporti economici e personali tra i soci in affari, come Fici Domenico.

Il Maresciallo Ascali, che in questo capitolo riveste il grado di Luogotenente, insieme al Luogotenente D'Amico e sotto la supervisione del Maggiore Stinnicchiato, è in prima linea in questa indagine. Ascali è descritto con la sua tenacia e il suo acume investigativo. L'inchiesta si svolge in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.), e coinvolge anche altri militari come i Brigadieri Lopes e Luperini.

L'indagine condotta porta alla richiesta e all'emissione di un provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto firmato dalla Dottoressa Maria Pia Macaluso della D.D.A.. Tra le persone fermate figurano Fici Domenico, Catania Giuseppe, Ciccio Mulè e Bastianu. Questo fermo è considerato un "bel colpo" e un passo concreto, dato il pericolo di fuga con reati del genere e possibili legami con la mafia. Viene evidenziato l'ottimo lavoro dei colleghi del Reparto Operativo che hanno raccolto gli elementi per la richiesta di fermo.

Per i lettori, il romanzo offre l'immersione nella complessa realtà palermitana, un'esplorazione del crimine di usura e del suo legame pericoloso con la criminalità organizzata. Permette di osservare l'evoluzione del personaggio del Maresciallo Ascali e promette una trama ricca di colpi di scena che mantengono alta la suspense. L'opera invita a immergersi in un'indagine che conduce "nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile e sfumata".

Per saperne di più e per poter acquistare la versione digitale del romanzo, tipo Kindle, vi invito a consultare il seguente url:

Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio eBook : Toscano, Francesco: Amazon.it: Kindle Store

Cordiali saluti,

Francesco Toscano.

sabato 5 aprile 2025

Palermo e la Sicilia, quale porta di ingresso e di collegamento tra l'Europa continentale e le altre Nazioni del Mediterraneo.

Palermo, lì 5 aprile 2025. 

"La Sicilia, quale porta dell'Europa continentale", trova riscontro in diversi aspetti evidenziati nelle fonti da me consultate. 

Innanzitutto, le fonti sottolineano l'importanza del Porto di Palermo come punto di sbarco per autoveicoli provenienti dal continente. Questi mezzi, una volta giunti a Palermo, si dirigono sia verso la zona industriale di Brancaccio che verso le autostrade che collegano Palermo ad altre importanti città siciliane come Messina e Catania (A20-E90). Questo flusso di trasporti testimonia il ruolo di Palermo e quindi della Sicilia come punto di accesso per merci e persone dal continente europeo. La via Messina Marine, descritta come un'arteria stradale di assoluta importanza strategica e di collegamento tra il centro storico di Palermo e altri comuni della provincia, facilita ulteriormente questo transito.

Storicamente, la vicinanza al mare e la presenza del porto hanno reso Palermo un'area strettamente collegata alle attività mercantili e luogo di residenza di comunità straniere. Nel quartiere della Loggia, mercanti provenienti da diverse zone d'Italia come Genovesi, Catalani, Amalfitani, Pisani e Veneziani svolgevano i loro affari, creando un attivissimo centro commerciale. Questa intensa attività commerciale marittima sottolinea il ruolo storico della Sicilia come ponte tra il continente e il Mediterraneo.

All’inizio dell’’800 si ebbe un  grande sviluppo dei traffici marittimi. Nel 1839 il boom con 677 bastimenti che fecero assumere al porto di Palermo un ruolo di prestigio a livello internazionale. Sulla fine del XIX secolo le vicende del porto si legarono al sorgere di una nuova classe imprenditoriale ed armatoriale che portò al suo ammodernamento e potenziamento; si deve ai Florio la nascita del grandioso cantiere navale, oggi gestito dalla Fincantieri, tra i più funzionali ed attrezzati d’Europa. Dopo la seconda guerra mondiale i bombardamenti lasciarono un porto con moli e banchine distrutte; iniziarono cosi i lavori di ricostruzione ed il riammodernamento strutturale promossi dall’allora Ente Autonomo del Porto trasformatosi, nel 1984,  nell’attuale Autorità Portuale di Palermo. Anche in tempi più recenti, Palermo è stata un centro nevralgico per traffici che la collegavano non solo al resto della Sicilia ma anche al continente e persino agli Stati Uniti. 

Inoltre, il fatto che Palermo sia la capitale della Sicilia e che abbia storicamente avuto una competizione con Catania per rappresentare l'isola nel mondo ne sottolinea la centralità e la sua funzione di principale punto di riferimento e di connessione con l'esterno. Infine, il blog "Sicilia, la terra del Sole." di Francesco Toscano, con le sue numerose notizie e approfondimenti su Palermo e la Sicilia, testimonia un continuo interesse e attività che pongono l'isola in relazione con dinamiche culturali, economiche e sociali più ampie, inclusa quella europea continentale. In sintesi, la Sicilia, con Palermo come suo principale polo di accesso marittimo, ha storicamente e continua a rappresentare una porta di ingresso e di collegamento tra l'Europa continentale e il Mediterraneo, sia per il transito di merci e persone che per dinamiche economiche e sociali più complesse.

Fonte:

Porto di Palermo - Wikipedia;

Storia del Porto di Palermo | Autorità Portuale di Palermo-AdSP mare di Sicilia Occidentale;

“Brancaccino! Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” di Francesco Toscano - Libri su Google Play

sabato 9 novembre 2024

Il campanilismo tra Palermo e Catania: una rivalità storica.


Palermo, lì 9 nov. 2024.

Il blog “Sicilia, la terra del Sole.” non si concentra sul campanilismo tra Palermo e Catania in modo specifico.

In taluni post, pubblicati nel corso degli anni, si accenna a questa rivalità; essi la descrivono come una competizione costante tra le due città per rappresentare la Sicilia nel resto del mondo.

L'autore sottolinea come Catania sia da sempre in competizione con Palermo, il capoluogo di regione, su quale delle due città sia degna di rappresentare la Sicilia e i siciliani a livello internazionale.

Questa breve menzione evidenzia la storica rivalità tra Palermo e Catania, che si estende a diversi ambiti, tra cui:

  • Politica e amministrazione: Palermo, come capoluogo di regione, detiene un ruolo politico e amministrativo di primo piano. Catania, da parte sua, è la seconda città per importanza e popolazione, e aspira a un ruolo di maggiore rilievo;
  • Economia: Entrambe le città sono centri economici importanti per la Sicilia, ma con specializzazioni diverse. Palermo è un importante centro turistico e commerciale, mentre Catania si distingue per l'industria e l'agricoltura;
  • Cultura: Sia Palermo che Catania vantano un ricco patrimonio culturale, con monumenti, musei e tradizioni uniche. La rivalità tra le due città si estende anche al campo culturale, con un confronto costante su quale delle due sia più rappresentativa dell'identità siciliana.

Il blog non approfondisce le ragioni storiche di questa rivalità, ma è noto che essa ha radici antiche, risalenti alle diverse dominazioni che hanno interessato la Sicilia nel corso dei secoli. Per comprendere meglio le cause e le dinamiche di questa competizione tra Palermo e Catania, sarebbe necessario consultare fonti storiche e sociologiche specifiche, facilmente reperibili in rete.

Al prossimo post!


Il carattere palermitano: difficile da definire.

Palermo, lì 9 novembre 2024.

Il blog “Sicilia, la terra del Sole.” fornisce uno spaccato sulla storia, l'arte e la cultura di Palermo, ma non si concentra esplicitamente sul carattere dei suoi abitanti. Tuttavia, alcune informazioni possono essere estrapolate dai post in esso contenuti per delineare un'immagine parziale:

  • Orgoglio cittadino: Un post menziona la rivalità tra Catania e Palermo su quale delle due città rappresenti meglio la Sicilia e i siciliani nel mondo. Questo suggerisce un forte senso di orgoglio e appartenenza alla propria città;
  • Senso di comunità e tradizione: Le descrizioni dei mercati popolari come la Vucciria e Ballarò mostrano un forte senso di comunità e attaccamento alle tradizioni locali;
  • Influenza della storia: La storia di Palermo, segnata da diverse dominazioni e influenze culturali, ha sicuramente plasmato il carattere dei suoi abitanti. Ad esempio, la presenza di elementi architettonici normanni, arabi e barocchi nelle chiese testimonia un'eredità complessa e stratificata;
  • Contesto sociale difficile: In alcuni post, poi, emerge un contesto sociale difficile, con la presenza della criminalità organizzata e la difficoltà di reinserimento per chi ha un passato criminale. Tuttavia, è importante sottolineare che questo non rappresenta la totalità della popolazione palermitana.

Il cibo da strada e l'identità palermitana

Il blog, in particolare, offre uno spaccato interessante sul ruolo del cibo da strada nella cultura palermitana. Sebbene non si concentrino sull'analisi del carattere dei palermitani, alcuni spunti emergono dalle descrizioni dei quartieri, delle tradizioni culinarie e delle interazioni sociali legate al cibo.


Il cibo da strada come elemento di coesione sociale:


Il blog, inoltre, mette in evidenza come il cibo da strada sia un elemento fondamentale della vita quotidiana a Palermo. I mercati storici come la Vucciria e Ballarò sono descritti come luoghi ricchi di colori, odori e sapori, dove la gente del posto si riunisce per acquistare prodotti freschi e consumare specialità locali. In particolare, la Vucciria è descritta come un luogo dove la gente si riversa per bere a basso costo bevande tipiche come il "sangue siciliano" o lo "zibibbo". Questa dimensione sociale del cibo da strada suggerisce che esso svolge un ruolo importante nella creazione di un senso di comunità e appartenenza tra i palermitani.

Le specialità palermitane come simbolo di identità: Le fonti menzionano diverse specialità culinarie tipiche di Palermo, tra cui:

  • Il panino con la milza ("pane ca meusa"): Questo panino, venduto in chioschi e bancarelle in tutta la città, è descritto come una delle specialità più amate dai palermitani, tanto da essere stato insignito del premio "Oscar del cibo di strada" nel 2015. La sua popolarità testimonia l'attaccamento dei palermitani alle proprie tradizioni culinarie;
  • Lo sfincione: Questa focaccia morbida e saporita, condita con pomodoro, cipolla e caciocavallo, è un'altra specialità palermitana molto apprezzata. La sua preparazione e il suo consumo sono legati a momenti di festa e convivialità;
  • Le arancine: Queste crocchette di riso ripiene, fritte e dorate, sono un altro simbolo della cucina palermitana. La loro varietà di gusti e la loro diffusione in tutta la città ne fanno uno dei cibi da strada più consumati;
  • Pane e panelle: Questa semplice ma gustosa combinazione di pane e frittelle di farina di ceci è un'altra specialità palermitana che si può trovare facilmente per le strade della città.

La presenza di queste specialità culinarie, tramandate di generazione in generazione, contribuisce a creare un senso di identità e appartenenza tra i palermitani. Il cibo da strada, in questo senso, diventa un simbolo della cultura e della tradizione locale.

Il cibo da strada come riflesso della storia multiculturale di Palermo: La cucina palermitana è il risultato di secoli di influenze culturali diverse, come quelle arabe, normanne e spagnole. Questa eredità multiculturale si riflette anche nel cibo da strada, che spesso presenta ingredienti e tecniche di preparazione provenienti da diverse tradizioni. Ad esempio, lo sfincione ha origini arabe, mentre le arancine sono state influenzate dalla cucina spagnola.

Il cibo da strada come strumento di inclusione sociale: In un post presente nel blog si parla, inoltre, di un'iniziativa chiamata "Le Arancine aiutano a Leggere", che promuoveva l'istruzione e la cultura dei bambini di Ballarò, un quartiere di Palermo con una forte presenza di immigrati. Questa iniziativa dimostra come il cibo da strada possa essere utilizzato anche come strumento di inclusione sociale e di promozione di valori positivi.

In conclusione, il blog "Sicilia, la terra del Sole." suggerisce che il cibo da strada a Palermo non è solo un modo per soddisfare la fame, ma rappresenta un elemento importante della cultura e dell'identità palermitana. Esso, in ultima analisi, contribuisce a creare un senso di comunità, a tramandare le tradizioni locali e a riflettere la storia multiculturale della città.

Al prossimo post!

 

mercoledì 25 settembre 2024

La Sicilia è una delle regioni italiane con il maggior numero di siti UNESCO.


Palermo, lì 25 settembre 2024.

Dal 1947 l'Italia ha visto un'incredibile crescita del numero di siti UNESCO, arrivando a ben 55 meraviglie da esplorare! Con ben 7 luoghi dichiarati Patrimonio dell’Umanità, la Sicilia è una delle regioni italiane con il maggior numero di siti UNESCONel 2002 entrò in questo elenco anche la Val di Noto, zona della Sicilia sud orientale insignita di questo prestigioso riconoscimento per i suoi capolavori dell’arte tardo barocca del XVII secolo.

Il centro storico di Noto fa parte di questo sito che include anche le città di Caltagirone e Ragusa, alcune specifiche aree urbane di Catania Scicli e alcuni monumenti isolati di ModicaPalazzolo Acreide e Militello in Val di CataniaLa bella cittadina di Noto, interamente ricostruita dopo il terremoto del 1693 che la rase completamente al suolo, è uno scrigno di meravigliosi monumenti barocchi, perfettamente collegati tra loro e uniti anche dal tipico colore giallo del tufo utilizzando per costruirli. L’armonia tra i suoi palazzi, le sue chiese e le sue ville è tale che ti sembrerà di passeggiare in una magnifica scenografia teatrale.
Cordiali saluti, Francesco Toscano.

venerdì 31 maggio 2024

“Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” - "Che cosa scrivo adesso?" - Di Francesco Toscano. Capitolo Due.

 

La spiaggia di Romagnolo, Palermo

 

Due.

 

“I Bagni TRIESTE-VIRZÌ e DELIZIA-PETRUCCI”

 

La via Messina Marine è da sempre stata una arteria stradale di assoluta importanza strategica e di collegamento fra il centro storico di Palermo e taluni Comuni della omonima provincia. Fra di loro ve ne sono alcuni che, posti a sud-est del territorio del capoluogo, spiccano per la loro grandezza e importanza storica: ricordo, in particolare, i Comuni di Villabate, sede di un rinomato mercato ortofrutticolo, e di Ficarazzi, il nome è di origine araba (Fakarazz è per l’appunto il nome arabo di Ficarazzi, dal significato di «eccellente»), posto presso la foce del fiume Eleuterio, solo per citarne alcuni. Perennemente congestionata dal traffico veicolare, specialmente nelle ore di punta, la via Messina Marine consente, fra l’altro, ai mezzi pesanti, del collaudato trasporto su gomma, e agli altri autoveicoli che sbarcano al Porto di Palermo nelle prime ore del giorno, provenienti dal continente, di dirigersi sia presso la zona industriale Brancaccio, che in direzione dell’Autostrada Palermo – Messina – Catania, la meglio nota A20-E90. Superata la via Ponte di Mare, strada in cui insiste un ponte cittadino poco conosciuto che scavalca il fiume Oreto, nel punto in cui esso finisce il suo percorso fluviale sfociando nel mar Tirreno, lasciateci alle nostre spalle lo Stand Florio, o “Locanda del tiro a piccione”, il solarium “Vittorio Emanuele III”, la ex Agrumaria, l’odierno Ospedale Buccheri – La Ferla, inizia quel tratto di arenile in cui i panormiti dell’Ottocento, inizio Novecento, usufruivano di uno dei tanti varchi al mare e del tanto decantato e agognato stabilimento balneare pubblico denominato “Bagni della salute”[1]; esso, mi hanno sempre raccontato, era ubicato in seno alla contrada che nel 1928 era denominata dai palermitani lo “Sperone”, denominazione che non è mai cambiata nel corso di tutti questi anni; poco prima di raggiungere detto stabilimento balneare, sorgevano, sino alla fine degli anni Settanta - inizio anni Ottanta del secolo scorso, gli stabilimenti balneari pubblici denominati Bagni TRIESTE-VIRZÌ e DELIZIA-PETRUCCI. Da bambino ricordo che mio padre mi portava spesso in spiaggia, presso uno dei due stabilimenti balneari il cui varco di accesso principale era prospiciente la via G. Alagna, arteria stradale in cui risiedevo e giocavo da bambino. Il mare blu cobalto che si poteva ammirare all’epoca e la presenza di tanti molluschi e pesci che abboccavano a ridosso del bagnasciuga (mio padre, ricordo, era solito utilizzare un rezzaglio da pesca per l’occasione), era sinonimo della pulizia e della salubrità delle acque (poi inquinatesi in seguito ai continui sversamenti delle acque reflue, delle acque nere, provenienti dagli insediamenti abitativi e dai grossi casamenti in cemento armato edificati nei quartieri Romagnolo e Sperone, oltre che dalla presenza del collettore/oleodotto per lo sversamento/instradamento degli idrocarburi, già depositati all’interno delle stive delle petroliere di media stazza che, dopo aver gettato l’ancora in mare, si agganciano ad esso per liberarsi del loro prezioso liquido: questo, successivamente, sarà poi stoccato nel vicino deposito per idrocarburi dell’AGIP, in località Acqua dei Corsari). Nei pressi dell’attuale albergo Villa D’Amato, ricordo che era ubicata la scuola dell’infanzia da me frequentata; di quel periodo della mia vita ho ancora oggi un vivido ricordo: in particolare, mi sovviene in mente l’odore che esalava da quel paniere in vimini che mamma mi consegnava la mattina presto perché io potessi consumare, qualche ora dopo, le merende in esso contenute.

Negli anni Ottanta del secolo scorso, purtroppo, questo tratto viario di assoluta importanza per Palermo passò alla ribalta della cronaca nera dell’epoca per l’omicidio, di stampo mafioso, dei signori PERLONGO e FIORELLINO, detto “ù ciuriddu”, e di altri personaggi di cui, al momento, non ho memoria.

Il primo venne assassinato all’interno dell’area di servizio di un distributore di carburanti, uno dei tanti presenti a ridosso di detta via; l’altro, più anziano di PERLONGO, mentre era seduto su una sedia a sdraio, la cosiddetta “durmusa”, che questi aveva aperto, per la sua siesta pomeridiana, nei pressi della scalinata della Chiesa San Giovanni Bosco, a poca distanza dal varco d’ingresso dei Bagni DELIZIA - PETRUCCI. Del primo e del secondo assassinio di mafia ne venni a conoscenza per averlo appreso de relato; del secondo omicidio di stampo mafioso in danno della persona agnominata “ù ciuriddu”, che avvenne quando io ero poco più che un ragazzo, ricordo che ne rimasi più impressionato, sia per le modalità di azione del gruppo criminale che fece fuoco sul quel povero corpo martoriato, sia per la particolare scelta del commando di fuoco di porre fine alla vita di quell’uomo nel luogo in cui questi spesso si recava per giocare a carte con altri suoi coetanei. Poi, mi rimase impresso nella mia memoria perché quel luogo in cui si consumò quell’efferato delitto era ubicato nei pressi del litorale da me frequentato sin da bambino, unitamente ai miei genitori e fratelli, ove giocavo, ridevo, scherzavo, ero felice. Quel medesimo luogo, purtroppo, oggi l’inquinamento cittadino lo ha reso impraticabile alla balneazione. All’epoca dei fatti, come tutti i bambini del quartiere, del resto, io apprendevo degli omicidi di stampo mafioso che man mano si consumavano a Palermo solo quando facevo rientro a casa, per pranzare o per cenare con gli altri componenti il mio nucleo familiare. A tavola, spesso, si esordiva dicendo:

«...ù sai a cu ammazzaru steinnata?»

«A cu?» Di seguito venivano raccontati, dai familiari che ne avevano avuto contezza, gli orrori che Cosa Nostra aveva commesso quel giorno a Palermo, con dovizia di particolari e non sdegnando di raccontare ai commensali circa le modalità dell’azione criminosa compiuta dal commando di fuoco, oltre che dei particolari legami parentali di questo o di quell’uomo ucciso con dei soggetti che alcuni di noi, per svariati motivi, avevano conosciuto o frequentato.

La paura di essere ucciso accidentalmente dal commando di fuoco che aveva ricevuto l’ordine di accoppare “ddù fitusu” di turno, era talmente alta in quegli anni “di piombo” che difficilmente i negozi rimanevano aperti all’imbrunire. Il terrore, la trepidazione, l’angoscia si impossessava delle menti degli abitanti del quartiere all’ora dei Vespri così rapidamente che si faceva piombare il quartiere, (ma ricordo che in quel periodo fossero tutti i quartieri cittadini a vivere la stessa sorte), all’ora del coprifuoco. Si viveva male all’epoca. Nessun quartiere, a differenza di oggi, la sera era più frequentato di altri non essendoci, di fatto, alcuna movida cittadina.

Palermo era in preda al crimine. Palermo aveva paura del crimine. Troppi morti ammazzati. Una vera e propria mattanza di esseri umani. I Corleonesi sparavano all’impazzata per conquistare la città e il predominio di essa, senza alcun ritegno e senza remore, divenendo in poco tempo la fazione egemone: imperversava per le vie della città la seconda guerra di mafia. Gli interessi della mafia del tempo per il traffico internazionale di eroina, avevano fatto piombare Palermo in un vero e proprio inferno: un girone Dantesco, direbbe qualcuno.

I quotidiani locali, L’Ora e il Giornale di Sicilia, puntualmente e con dovizia di particolari rendevano edotti i palermitani degli efferati delitti posti in essere dai Corleonesi di Salvatore Riina. L’Ora, in particolare, arriverà a titolare le sue prime pagine enumerando le vittime dei conflitti tra fazioni mafiose rivali. Tra le vittime di Cosa Nostra vi furono anche personaggi come Pio La Torre, principale artefice della Legge Rognoni-La Torre, e il generale dell’Arma dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa. Le vicende della seconda guerra di mafia furono trattate all’interno del Maxi I, istruito dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il giorno dell’Epifania del 1980, si registrò il primo degli omicidi eccellenti: l’omicidio del Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella; egli fu ucciso perché voleva portare avanti un’opera di modernizzazione dell’amministrazione regionale, recidendo ogni contatto mafioso. Giuseppe MARCHESE riferirà sull’omicidio[2], asserendo che gliene parlarono Leoluca Bagarella e Salvatore Madonia. Marchese racconterà alla Corte, presidente AGNELLO, giudice a latere SAGUTO: - […] eravamo in carcere a Trani. Era il 1985. Leoluca e Salvino parlavano di imbrogli politici, di appalti, di affari comunali. Ad un certo punto salta fuori il nome di Vito Ciancimino. Leoluca spiega che Mattarella è stato ucciso per divergenza con Ciancimino. Anzi, ricordo che aggiunse: Mattarella è stato ammazzato perché stava cercando di far fuori la corrente di Ciancimino. Allora mi intromisi e chiesi a Leoluca: - ma perché Vito Ciancimino è vicino a noi? - Leoluca mi guardò e rispose: - Altro che vicino a noi, Ciancimino è uomo d' onore della mia famiglia, della famiglia di Corleone. -


 

martedì 27 luglio 2021

[Palermo] Ultimi spettacoli prima della pausa estiva con Sicilian Puppets Series, la crociata di papa Gregorio IV e Orlando contro Agricane.



Continuano gli appuntamenti con le gesta dei paladini. Ultimi spettacoli prima della pausa estiva con Sicilian Puppets Series, la crociata di papa Gregorio IV e Orlando contro Agricane.

Nuova settimana in compagnia dei pupi al Museo delle Marionette, con gli spettacoli tratti dalla “Storia dei paladini di Francia” di Giusto Lodico.

Appuntamento ogni lunedì alle 11 e da martedì a sabato alle 17, con gli spettacoli di Opera dei pupi, proclamata nel 2001 dall'Unesco "Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell'umanità".

In scena le gesta di Carlomagno, Orlando e Rinaldo, insieme a una folta schiera di guerrieri, la bella e tenace Angelica, l'ambiguo negromante Malagigi e tanti altri personaggi, capaci ancora di sorprendere il pubblico con prodigi, magie e colpi di scena. E sullo sfondo, naturalmente, storie d'amore e tradimenti e l'epica guerra tra cristiani e dei saraceni.


Biglietto: 10 euro (intero) – 8 euro (ridotto)

Prenotazione obbligatoria al numero 091.32 80 60

Capienza massima: 30 persone


Sicilian Puppets Series, Orlando contro Agricane


Ultimi appuntamenti prima della pausa estiva (si riprende il 4 settembre) per Sicilian Puppets Series, la rassegna annuale, ideata dal Museo delle Marionette, che vede coinvolte le 10 compagnie di Opera dei pupi della "Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell'Opera dei pupi".
Sono 80 gli spettacoli che, fino al 31 ottobre, verranno messi in scena in diretta streaming e in presenza dai teatri stabili di Opera dei pupi e dai luoghi della cultura di cinque comuni siciliani.


Per assistere agli spettacoli in presenza, completamente gratuiti, è necessario prenotare il biglietto sulla piattaforma online: www.operadeipupi.it.

Link diretta streaming: https://www.facebook.com/MuseoMarionette


Il programma


Venerdì 30 luglio ore 20

Crociata di papa Gregorio IV contro Rainello di Magonza IN PRESENZA E IN STREAMING

Compagnia Turi Grasso

Teatro-Museo Opera dei Pupi Turi Grasso
Via Nazionale per Catania, 195, Acireale


di Patrizia Vera Patanè

liberamente tratto dal Guido Santo di Giuseppe Leggio

e dalla tradizione popolare dell'Opera dei Pupi di Acireale


Sesta serata

Papa Gregorio manda un'ambasciata alla corte di Parigi e intima a Rainello d'arrendersi. Il maganzese scaccia il messo.
L'angelo di Dio, è inviato ad Organtino, figlio di Malagigi e gli ordina di recarsi a difendere Ricciardetto. Ritrova il cugino Guidone ed insieme si avviano a Trebisonda. Il principe Idramoro, nel frattempo, abbattuto da Perinda, schiaffeggiato da Martuffo e rifiutato da Armida è accecato dalla rabbia, offeso nell'onore, e rivolge al cielo la sua ira, in cerca di risposte.

Forze superiori, ostili alla sua volontà, lo osteggiano e non riesce a comprenderne la provenienza né tanto meno il motivo. La cugina Orca lo invoglia a riprendere la pugna contro Guidone, e lo conduce alla maga Aquilotta che ordisce un incanto contro il cristiano di Risa.
Sotto le mura di Parigi intanto lo scontro tra l'esercito del Papa e i Maganzesi è assai cruento. Rainello ed il suo esercito son sconfitti ed in rotta abbandonano la città per ritirarsi a Pontieri.
Celeste Fiamma sventola sugli spalti. Parigi è libera! La maga Aquilotta, appena giunto il cavaliere di Risa al suo castello, riesce ad imprigionarlo con le sue arti magiche, e ad allontanare, con l'aiuto di Nacalone, il cugino Organtino. Egli poi, scoprirà, con l'aiuto di Uggiero Danes, come distruggere l'incanto, che tiene avvinghiato il valente cugino.


Compagnia Turi Grasso. La compagnia, che opera da quasi sessant'anni, fu fondata da Turi Grasso (Acireale, 1933) agli inizi della sua attività artistica di puparo, nel 1963. Dopo aver svolto molteplici lavori nel campo dell'artigianato, all'età di sedici anni Turi si accosta per la prima volta all'Opera dei pupi, assistendo agli spettacoli del puparo Emanuele Macrì, ad Acireale. Ben presto il giovane inizia a lavorare come manovratore con Macrì ed emerge la sua vocazione per l'Opera dei pupi. Egli partecipa a numerose tournée in Italia e all'estero al fianco del maestro da cui apprende l'arte. Dopo dieci anni di collaborazione, Turi decide di mettersi in proprio. Costruisce i materiali di scena aiutato dalla moglie Venera e nel 1963 inizia a rappresentare gli spettacoli con la sua compagnia. Gli spettacoli ripropongono le storie della Chanson de Roland e traggono ispirazione dai testi di Giusto Lodico e dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, che vengono liberamente rielaborati da Turi nella redazione dei suoi copioni. Turi recita da dietro le quinte, dando voce a tutti i personaggi, la cui manovra richiede la forza e l'abilità di almeno quattro manovratori. Nel ventennio 1970-90 la compagnia si amplia, facendo spazio alla nuova generazione dei figli di Turi, Tano e Pippo.


Sabato 31 luglio ore 21

Orlando contro Agricane re dei Tartari IN PRESENZA E IN STREAMING

Compagnia Brigliadoro

Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Piazzetta Antonio Pasqualino, 5


Orlando si reca nel regno del Katai in cerca di Angelica. Strada facendo, si imbatte in un castello, e lì chiede ospitalità: vi incontra la maga Fellerina, dalla quale – al pari di altri cavalieri - subisce un incantesimo. 
La corte di Agricane è in subbuglio: l'imperatore, ammirati alcuni ritratti di Angelica, vuol prenderla in sposa, anche con la forza; invia un'ambasciata al re Galafro per chiedere la sua mano.
La fanciulla, però, si rifiuta. Agricane dichiara quindi guerra al Katai. Angelica, impaurita, va in cerca d'aiuto. Nella sua fuga, incontra Fiordeligi, dalla quale apprende che Orlando ed altri cavalieri sono prigionieri di un incantesimo della maga Fellerina. Fiordeligi svela ad Angelica il segreto per sciogliere l'incantesimo.
Angelica si reca al castello, libera Orlando e gli altri cavalieri, e in cambio ottiene il loro aiuto per liberare il Katai dall'esercito di Agricane. Il valoroso Orlando giunge nel campo militare pagano, e al suono del suo corno di guerra, impugnando la sua durlindana, sfida a duello l'imperatore Agricane. Il confronto è lungo ed estenuante, ma i due cavalieri indomiti non danno alcun segno di resa.
Orlando, battendosi, parla del suo Dio, confidando in una conversione del pagano Agricane. L'imperatore si mostra però offeso dalle parole di Orlando, e la sua rabbia cresce; le sue forze, tuttavia, diminuiscono, finché il paladino non gli infligge un colpo mortale. Agricane comprende che la sua fine è giunta, e chiede ad Orlando il Santo Battesimo. Orlando non esita, prende la coppa dalla sella del suo cavallo e lo battezza. Agricane, prima di esalare l'ultimo respiro, lo ringrazia e chiede perdono a Dio di tutte le sue malefatte.


Compagnia BrigliadoroÈ stata fondata nel 2015 da Salvatore Bumbello, costruttore di pupi e oprante palermitano. Salvatore apprende l’arte dal padre Luciano (1948), che, rimasto orfano in tenera età, diventa presto allievo del puparo Francesco Sclafani, da cui impara a costruire i pupi e a manovrarli. Quando nel 1990 Francesco Sclafani si ritira, Luciano prosegue nell’attività di costruttore. Nel frattempo, Salvatore, figlio di Luciano, inizia ad apprendere il mestiere e a dieci anni realizza, modellandone e sbalzandone l’armatura, il suo primo pupo, alto 35 centimetri. Nel 1995, alla morte del padre, ne eredita il mestiere, con attrezzi e modelli, e la bottega, ancora in attività, nello storico quartiere del Capo a Palermo. Nel corso degli anni affianca all'attività di artigiano quella di oprante, formandosi al fianco di noti opranti palermitani. Nel 2010, dopo la chiusura del Teatro Ippogrifo, nel quale lavorava con Nino Cuticchio, Bumbello inizia a collaborare con Mimmo Cuticchio e con il Museo Pasqualino.


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L’iniziativa Sicilian Puppets Series è organizzata dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari in qualità di soggetto referente della "Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell'Opera dei pupi - #OPERADEIPUPI.IT#" ed è finanziata dal Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali e del Turismo, Legge 20 febbraio 2006, n. 77 progetto The Image of Oral Thought. Per un modello di salvaguardia del teatro dell’Opera dei pupi siciliani. La manifestazione è inoltre organizzata: con il contributo di Regione Siciliana - Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e Assessorato del Turismo dello sport e dello spettacolo; in collaborazione con Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici - SIMBDEA, Fondazione Ignazio Buttitta; con il patrocinio di ICOM Italia e UNIMA.


Donne, eroine e dame all'opera dei pupi.
 A Noto la mostra per i cento anni dei fratelli Napoli


Sarà possibile visitare per tutta l'estate la mostra Donne, eroine e dame all’Opera dei Pupi. I cento anni della Marionettistica dei Fratelli Napoli di Catania, a cura di Alessandro Napoli.
A ospitare l'evento celebrativo per questa importante ricorrenza sarà il Museo Civico di Noto (Corso Vittorio Emanuele 149), dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 20.30.
Correva l'anno 1921 quando Don Gaetano Napoli diede vita a un progetto storico. Nel 2021, l’anno della ripartenza, tra pupi, cartelli, fondali e scenografie teatrali, la mostra si sofferma sulle donne protagoniste delle antiche storie cavalleresche, ma anche di quelle che prendono parte attivamente alla produzione e alla messa in scena degli spettacoli, e quindi costumiste e parlatrici. Tra queste, cui spicca Italia Chiesa Napoli, straordinaria interprete che ha dato voce ai personaggi femminili delle storie di repertorio.
La mostra è un viaggio attraverso sei aree tematichela creazione del pupoi cartelli, veri e propri manifesti pubblicitari ante litteram per promuovere lo spettacolo; le tematiche; il repertorio dell’Opera dei pupi; la figura della donna la messa in scena.


Dona al Museo delle Marionette il tuo 5x1000: il ricavato sarà destinato alle attività di restauro del patrimonio museale e alle attività della Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell'opera dei pupi.


Ufficio Stampa Museo Pasqualino
Alessia Franco

martedì 17 aprile 2018

World Press Photo. Un siciliano sul podio. A Palermo una delle 100 mostre.



WORLD PRESS PHOTO PALERMO

Lo scatto dell’anno è di Ronaldo Schemidt
La mostra del premio fotogiornalistico più importante al mondo a Palazzo Bonocore

Le immagini che raccontano il mondo saranno in esposizione a Palazzo Bonocore dal 14 settembre al 7 ottobre 2018. In mostra anche lo scatto vincitore per la categoria “People” del siciliano Alessio Mamo


PALERMO - Un ragazzo venezuelano avvolto dalle fiamme da cui cerca di scappare. Una maschera antigas sul viso, una t-shirt bianca e sullo sfondo un muro di mattoni rossi su cui è impressa una piccola scritta nera. “Paz”, ovvero “pace”, letteralmente sparata su quello stesso muro da una pistola. È di Ronaldo Schemidt la World Press Photo of the Year 2018 che, dal prossimo 14 settembre fino al 7 ottobre, per il secondo anno consecutivo sarà in mostra a Palazzo Bonocore di Palermo.

Tra le foto vincitrici, il secondo posto per la categoria “People” se lo aggiudica lo scatto del fotografo siciliano Alessio Mamo. La 61esima edizione del concorso di fotogiornalismo più famoso al mondo nato in Olanda nel 1955 ha visto in gara 4.548 fotografi di 125 paesi che hanno presentato 73.044 immagini. Un totale di 42 fotografi provenienti da 22 paesi sono stati premiati in otto categorie tra Attualità, Ambiente, General News, Progetti a lungo termine, Natura, People, Sports, Spot News. Il ciclo di mostre inaugurerà al De Nieuwe Kerk di Amsterdam il 14 aprile 2018.

Lo scatto che ha vinto il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo e che in Italia sarà in mostra grazie all’impegno di CIME già dalla fine del mese (prima tappa Bari, poi Palermo, Napoli e Torino), è stato realizzato lo scorso maggio a Caracas da Ronaldo Schemidt, fotografo dell’agenzia Afp, che si trovava in Venezuela proprio per documentare le proteste contro il presidente Nicolás Maduro.

L’immagine mostra José Víctor Salazar Balza in fiamme in mezzo ai violenti scontri con la polizia antisommossa durante la protesta a Caracas, in Venezuela. Il 28enne ha preso fuoco quando è esploso il serbatoio di una motocicletta, sopravvivendo all’incidente con ustioni di primo e secondo grado. “Venezuela Crisis”, che ha vinto anche il primo premio nella categoria Spot News Single, “è una foto classica, ma ha un’energia immediata e dinamica. I colori, il movimento, ed è molto ben pensata, ha forza. Ho avuto un’emozione istantanea”, così come ha dichiarato la presidente della giuria del World Press Photo 2018 Magdalena Herrera.

Saranno 135 gli scatti in mostra nelle sale di Palazzo Bonocore che lo scorso anno ha già accolto più di 10mila visitatori. Palermo è tra le 100 località scelte in 45 paesi di tutto il mondo per una mostra vista ogni anno da oltre 4 milioni di persone. “Nell’anno in cui Palermo è Capitale Italiana della Cultura per noi è un onore esserci con la mostra di fotogiornalismo più importante al mondo - spiega Vito Cramarossa, presidente di Cime -. È una città dal raffinatissimo tatto culturale e lo scorso anno ha accolto il World Press Photo in un modo inaspettato. La cultura è la lente d’ingrandimento di una società e la fotografia è il modo più immediato per raccontare il mondo senza troppi giri di parole. Avere in mostra anche lo scatto di Alessio Mamo, l’unico siciliano ad aver vinto, non può che essere per l’Isola motivo di orgoglio”.

Alessio Mamo, fotografo freelance siciliano nato a Catania, ha immortalato Manal una bambina di 11 anni sfigurata in viso. I suoi lineamenti sono stati sfregiati dall’esplosione di un missile a Kirkuk, in Iraq, lo scorso luglio. Dopo molte operazioni di chirurgia plastica ricostruttiva, è stata costretta ad indossare una maschera per diverse ore al giorno, principalmente per proteggere la pelle dalla luce. Lo scatto “Manal, War Portraits” ha vinto il secondo premio per la categoria “People”. Attento al fenomeno della migrazione, dei rifugiati, a partire dalla Sicilia fino al Medio Oriente e all’Asia, Mamo collabora con importanti riviste internazionali come Times, Newsweek, Le Monde, Der Spiegel, The Sunday Times, Stern, National Geographic, Geo, L'Espresso, The Guardian, Le Nouvel Observateur, Focus Historia e Marie Claire. “L’emozione più grande l’ho avuta quando ho scoperto di essere in gara per vincere un premio così prestigioso - spiega il fotografo catanese -.  Il mondo della fotografia si è riunito tutto ad Amsterdam per attendere i nomi dei premiati. Questi giorni sono stati giorni di grande ispirazione, di commozione, di orgoglio. Spero che questo sia il primo successo di una lunga serie”.



UFFICIO STAMPA WORLD PRESS PHOTO PALERMO
Federica Virga - +39 349.4452738

UFFICIO STAMPA PALAZZO BONOCORE
Simonetta Trovato - +39.333.5289457







venerdì 16 febbraio 2018

[Sicilia Stampa] Fotografia. Un siciliano fra i finalisti del WORLD PRESS PHOTO 2018.



WORLD PRESS PHOTO 2018

 

Un siciliano tra i finalisti del premio fotogiornalistico più importante al mondo

 

Le immagini che raccontano il mondo saranno in esposizione il prossimo settembre a Palermo. In gara c’è anche lo scatto di un catanese

 
 
Manal è una bambina di 11 anni sfigurata in viso e costretta a portare una maschera in attesa che un intervento di chirurgia plastica le restituisca il volto. I suoi lineamenti sono sfregiati a causa di un’esplosione avvenuta nella città di Kirkuk, in Iraq. Lo scatto è di Alessio Mamo, fotografo siciliano, candidato a vincere il World Press Photo 2018 per la categoria “People”.

Sono 312 in totale le fotografie nominate a vincere il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo che, dopo il successo dello scorso anno, sarà allestito in una mostra il prossimo settembre ancora una volta a Palermo - in una location ancora top secret - grazie all’impegno di Cime. La giuria ha selezionato i candidati in otto categorie, tra cui la nuova categoria ambientale: sono 42 i fotografi in gara di 22 paesi. Soltanto 5 sono italiani e soltanto 1 siciliano, di Catania. 15 hanno già vinto precedenti premi World Press Photo, mentre 27 sono stati riconosciuti per la prima volta.

La fondazione olandese ha così annunciato i candidati alla 61esima edizione del World Press Photo (WPP). Per la prima volta, quest’anno sono stati presentati tutti i finalisti e non direttamente i vincitori (come accadeva negli anni passati), che saranno invece annunciati il prossimo 12 aprile in un’apposita cerimonia ad Amsterdam.

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