Palermo, lì 12 maggio 2025.
Il romanzo giallo "Le indagini del Maresciallo Ascali: L'usuraio" di Francesco Toscano si presenta come un nuovo capitolo avvincente. L'opera è ambientata nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, una città che funge da sfondo vivo e pulsante alle vicende, quasi un personaggio essa stessa, con le sue contraddizioni e le sue ferite.
Fin dalle prime pagine, il lettore viene proiettato nella quotidianità tesa della caserma dei Carabinieri, pronti a "scrivere una nuova pagina della nostra storia di Carabinieri d’Italia". L'indagine prende il via con l'arrivo di Colajanni Eduardo, la cui insolita cordialità insospettisce.
Il fulcro iniziale dell'indagine è il reato di usura, definita come un prestito di denaro ad alto interesse concesso a persone in stato di bisogno. Tuttavia, la "Comunicazione di Notizia di Reato" redatta suggerisce immediatamente un inquietante legame tra l'usuraio e "ambienti mafiosi", ipotizzando la possibile aggravante del metodo mafioso. Questo legame tra usura e criminalità organizzata è presentato come un tema cruciale e ricorrente nelle opere di Francesco Toscano ambientate a Palermo.
Inizialmente, si ipotizza che l'usuraio sia Cozzolino Ferdinando. Tuttavia, le sue dichiarazioni mettono rapidamente in discussione questa identificazione, puntando invece direttamente su "Cosa Nostra panormita" e aprendo "scenari investigativi del tutto inediti". Le rivelazioni di Cozzolino sul presunto coinvolgimento di Cosa Nostra negli affari di Fici Domenico, il socio di Colajanni, suggeriscono che l'usura potrebbe essere solo una pedina in un quadro più vasto. Cozzolino indica figure di spicco di diverse famiglie mafiose palermitane, non limitandosi a un solo mandamento. Le dichiarazioni di Cozzolino rappresentano una potenziale chiave di volta per l'intera indagine.
L'indagine si addentra nelle pieghe oscure del tessuto sociale di Palermo ed è legata al decesso di Colajanni Eduardo. Il verbale preliminare dell'autopsia prevede la trasmissione degli atti alla Direzione Investigativa Antimafia. Gli investigatori considerano diverse ipotesi sul movente della morte di Colajanni, tra cui un regolamento di conti legato alla sua presunta denuncia di usura, o il fatto che potesse sapere troppo. Viene anche menzionato che Colajanni potrebbe essere stato coinvolto in dinamiche diverse dall'usura o essere in pericolo. La morte potrebbe essere avvenuta per avvelenamento.
Per far luce sul caso, vengono impiegate diverse metodologie investigative:
- Consultazione e analisi dei verbali degli interrogatori di collaboratori di giustizia, come Magrì Francesco Salvatore, per trovare dettagli utili sui rapporti tra i vari personaggi e i mandamenti mafiosi.
- Analisi dettagliata delle dichiarazioni di Cozzolino Ferdinando.
- Esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali.
- Servizi di Osservazione, Controllo e Pedinamento.
- Analisi delle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza installate. Viene anche cercato di acquisire i video archiviati dai sistemi di videoregistrazione di esercizi commerciali per ricostruire i movimenti di Colajanni nelle ultime ore di vita.
- Approfondimento dei rapporti economici e personali tra i soci in affari, come Fici Domenico.
Il Maresciallo Ascali, che in questo capitolo riveste il grado di Luogotenente, insieme al Luogotenente D'Amico e sotto la supervisione del Maggiore Stinnicchiato, è in prima linea in questa indagine. Ascali è descritto con la sua tenacia e il suo acume investigativo. L'inchiesta si svolge in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.), e coinvolge anche altri militari come i Brigadieri Lopes e Luperini.
L'indagine condotta porta alla richiesta e all'emissione di un provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto firmato dalla Dottoressa Maria Pia Macaluso della D.D.A.. Tra le persone fermate figurano Fici Domenico, Catania Giuseppe, Ciccio Mulè e Bastianu. Questo fermo è considerato un "bel colpo" e un passo concreto, dato il pericolo di fuga con reati del genere e possibili legami con la mafia. Viene evidenziato l'ottimo lavoro dei colleghi del Reparto Operativo che hanno raccolto gli elementi per la richiesta di fermo.
Per i lettori, il romanzo offre l'immersione nella complessa realtà palermitana, un'esplorazione del crimine di usura e del suo legame pericoloso con la criminalità organizzata. Permette di osservare l'evoluzione del personaggio del Maresciallo Ascali e promette una trama ricca di colpi di scena che mantengono alta la suspense. L'opera invita a immergersi in un'indagine che conduce "nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile e sfumata".
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Cordiali saluti,
Francesco Toscano.
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