-
Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano
Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.
-
Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano
Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.
-
Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano
Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.
-
Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano
Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.
-
Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano
Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.
-
Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano
Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.
-
Libro/E-book: A proposito degli alieni..., di Francesco Toscano ed Enrico Messina
Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell‘incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l‘uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all‘era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono.Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato. I Sumeri, gli Egizi, i Maya, gli Inca, le civiltà indiane, tutte culture che hanno avuto un livello tecnologico superiore per quel tempo. I miti Babilonesi, la cultura Greca con la sua mitologia, i miti delle popolazioni nordiche, le leggende delle popolazioni precolombiane, (persino nella Bibbia, vedi Genesi o Apocalisse), parlano di esseri soprannaturali, di eventi immani, (come un grande diluvio). Anche in questo periodo alcuni popoli che vivono allo stato primitivo, come ad esempio i Dogon del Mali, hanno conoscenze astronomiche cui l‘uomo moderno ha avuto accesso solo dopo con il progredire della tecnologia. E' nell‘era moderna che la tematica si sviluppa maggiormente. Dal Novecento ad oggi è un susseguirsi di prove, fatti, avvistamenti; l‘episodio di Roswell è il più indicativo. Gli U.S.A. sembrano la nazione che nel secondo dopoguerra abbia beneficiato maggiormente del contatto con gli alieni. L‘oscurantismo della Guerra Fredda, dominante sino a qualche anno fa è crollato. Tutte le Intelligence delle maggiori potenze mondiali stanno rivelando al mondo dossier segretati sino a qualche tempo fa, (in vista forse del 2012, che secondo un‘antica profezia Maya segnerà l‘inizio di una nuova era). Anche il Vaticano ha ammesso la probabile esistenza di extraterrestri, con i relativi problemi etico-religiosi che ne possono derivare. Se esistono gli alieni, e se ci hanno creati loro, esiste anche un Dio Creatore, come lo intendiamo noi? Che cosa succederebbe se così non fosse? La Chiesa sa la verità e non la vuole rivelare? Oppure sia noi che gli alieni facciamo parte di un unico progetto divino? Abbiamo un‘anima? Che cosa succede dopo la morte? L‘aldilà è forse un‘altra dimensione o un Universo parallelo dove i mondi s‘incontrano? Perché (come dicono alcuni ricercatori) gli alieni ci studiano? Che cosa cercano nell‘uomo? Le grandi potenze mondiali ne sono informate? Tutti interrogativi cui non è possibile a oggi dare una risposta certa, però si può provare a dare diverse, probabili soluzioni.
-
Libro/E-book: Le indagini del Maresciallo Ascali: L’usuraio, di Francesco Toscano
Sinossi: Le indagini del Maresciallo Ascali - L'usuraio Benvenuti nel cuore pulsante e spesso tormentato di Palermo, dove le indagini del Luogotenente dei Carabinieri Roberto Ascali si addentrano ancora una volta nelle pieghe oscure del tessuto sociale. In questo nuovo capitolo, intitolato "L'usuraio", l'arrivo di un certo Colajanni Eduardo nella caserma dei Carabinieri dà il via a un'indagine che promette di svelare inquietanti connessioni. Ciò che inizia come un'indagine sul reato di usura, un crimine silente e devastante che affligge le fasce più vulnerabili della popolazione, prende subito una piega potenzialmente pericolosa. La redazione della Comunicazione di Notizia di Reato non si limita a ipotizzare l'usura, ma prospetta al Magistrato inquirente un legame inquietante tra l’usuraio e “ambienti mafiosi”, suggerendo la possibile aggravante del metodo mafioso. Le dichiarazioni inattese dell'usuraio Cozzolino, denunciato da Colajanni, rivelano che l'indagine prenderà direzioni impreviste. Quando la morte di Colajanni per avvelenamento viene accertata, il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Cozzolino è "del tutto inedito", confermando l'intuizione di Ascali riguardo un coinvolgimento più ampio della criminalità organizzata. Sembrava solo una storia di usura all'inizio, ma l'ombra di Cosa Nostra si allunga su tutta la vicenda. Emergono collegamenti con i mandamenti mafiosi palermitani, in particolare Brancaccio e Porta Nuova. Maresciallo Ascali, oggi Luogotenente, deve usare la sua tenacia e il suo acume investigativo per accertare la verità sulla morte di Colajanni e sul sistema criminale sotteso. La sua vita personale è segnata dal dolore per la malattia che affligge la sua amata moglie, ma la sua presenza e l'appartamento confiscato alla mafia in cui vivono a Palermo - divenuto il loro rifugio di pace - gli danno la forza per affrontare le indagini. "L'usuraio" si prospetta come un nuovo avvincente capitolo delle indagini del Maresciallo Ascali, esplorando il legame pericoloso tra l'usura e la criminalità organizzata, mantenendo alta la suspense e conducendo il lettore nei meandri oscuri del potere e della disperazione, dove la linea tra vittima e carnefice è spesso sottile.
mercoledì 24 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo dieci.
lunedì 22 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo nove.
Nove.
L’uomo non è fatto per vivere su Marte. Per
vivere sul Pianeta rosso, alla stessa stregua di quando vivevamo sulla Terra, noi quattro avremmo dovuto trasformare tutta l'anidride
carbonica presente su questo corpo celeste, ossia il 95,32% dell'atmosfera, in
ossigeno: impossibile!
Al dire degli scienziati, prima della
nostra partenza alla volta di Marte, l’unica soluzione sarebbe stata, in linea
teorica, quella di Terraformare (in soldoni “rendere terrestre”) Marte, introducendo delle colture, ovvero taluni
vegetali, che avremmo dovuto far crescere sul pianeta mediante il processo
della sintesi clorofilliana; ma questa non era la cosa più ovvia da fare, avuto
riguardo che Marte è circa il 70% delle dimensioni della Terra. E poi, una cosa
ovvia e non meno scontata era quella che l'atmosfera terrestre, sino al giorno
prima che noi partissimo alla volta di quel puntino rosso che di notte
scrutavamo nel cielo, era composta dal 78% da azoto; quella che abbiamo oggi su
Marte è prevalentemente composta da CO2. Condurre una vita sul
Pianeta rosso con le stesse modalità di quelle sino ad allora vissute sulla
Terra, quindi, sarebbe stato per noi quattro impossibile: le radiazioni che il
nostro organismo avrebbe dovuto assorbire, allestendo il nostro campo base di
fortuna sulla superficie marziana, sarebbero state talmente elevate che, nel
giro di pochi mesi, ci avrebbero condotto a morte certa.
L'unico modo possibile di vivere su quella
landa desolata e inadeguata alla vita era quello di stare al riparo dalle
polveri radioattive, ovvero vivere nel sottosuolo di Marte, il più possibile al
riparo. Così facemmo. Il campo base che realizzammo era particolarmente angusto,
uno spazio piccolo riservato a quattro persone, ove ci saremmo dovuti impegnare
a fondo per far sì che tutti andassero d’accordo. La struttura era composta di
due piani: il primo era riservato ad attività di laboratorio biologico e aveva
una stanza per la preparazione alle attività esterne, al secondo piano c’era il
dormitorio.
Il modulo abitativo e di laboratorio era stato compresso all’interno della navetta spaziale all’inverosimile. Una volta
che la struttura venne da noi adagiata sulla superficie del cunicolo lavico, fu
un gioco da ragazzi quello di farla “esplodere” e di farlo divenire la nostra
futura unità abitativa. Detta struttura, infatti, era stata concepita per
espandersi e auto allinearsi a comando: un pulsante rosso indicava agli
astronauti che pigiandolo ci avrebbe consentito di rendere il modulo fruibile,
giacché si sarebbe gonfiato nel giro di pochi minuti; ci impiegò mezz’ora, di fatto,
ma alla fine era divenuto davvero un’unità abitabile, così come recitava il
manuale d’istruzione.
Qualche giorno dopo realizzammo la struttura
per l’allestimento della nostra futura serra, grazie al robot trasportatore che,
nell’occasione, era stato da noi predisposto per divenire una stampante in 3D avente
un braccio meccanico lungo 2 metri.
La struttura da noi creata riprendeva nella
forma e nella tipologia autoportante, elementi terrestri come la Tholos e i
Trulli; per il materiale d’impiego per la stampa fu utilizzata la stessa
regolite presente sulla superficie, che veniva estratta dall’area e processata
nel Bee
Processor all’interno del quale veniva miscelata con dei solventi e con un legante
di origine organica, il PLGA. Il materiale così ottenuto e ribattezzato cemento
marziano, passava poi nel 3D Printer che avrebbe proceduto con la stampa per layers.
Questi elementi sarebbero risultati lisci
all’intradosso interno, modellati invece esternamente, per consentirne
l’autombreggiamento e permettere l’accumulo di polveri, al fine di avere un
guadagno in termini di inspessimento dello spessore murario. Per il sistema
verde, nonostante su Marte le caratteristiche climatiche siano avverse alla
crescita di specie vegetali, ben 2 erano i sistemi del verde pensati per
superare le condizioni di ambiente estremo.
Di questi, uno era rivolto alla generazione
di risorse, dunque alla produzione di cibo ed era posizionato intorno al cuore
centrale ed illuminato da green lights; l’altro invece era costituito da un giardino
virtuale ed era volto a garantire la salute sociale degli astronauti. Entrambi
facevano riferimento ad una fase di espansione successiva in cui l’insediamento
umano fosse ormai cresciuto divenendo una colonia.
Un cunicolo, da noi creato ad hoc, collegava,
infine, la serra al modulo abitativo e di laboratorio.
Avevamo colonizzato Marte.
giovedì 18 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo otto.
Otto.
Red era da poco rientrato all'interno del
modulo abitativo della navetta spaziale, dopo il suo giro di ricognizione
marziano, allorquando esclamò, a gran voce, di aver rinvenuto a circa 100 metri dal
punto di ammartaggio un cunicolo lavico con una buona apertura dalla quale
avremmo potuto calare, attraverso il verricello presente sul robot
trasportatore, l'intera strumentazione a noi occorrente per allestire il nostro
primo campo base. In un quarto d'ora riuscimmo ad indossare le nostre tute
spaziali, allontanandoci dalla navetta un minuto prima che
l'ossigeno si esaurisse definitivamente. Io, Red, Clif, Johannés, finalmente,
ci accingevamo ad abbandonare la "latta di metallo" che era stata
negli ultimi Sol sia la nostra scialuppa di salvataggio, che la bara contenente
i resti mortali dei nostri compagni deceduti. Percorremmo quei 100 metri che ci
distanziavano dal cunicolo lavico ansimando. Era stata una vera e propria
fortuna, che capitava normalmente una volta su mille, riuscire a trovare
quell'anfratto nella roccia marziana che ci avrebbe garantito, una volta che
sarebbe stato da noi sistemato ad hoc, di sopravvivere per il tempo necessario
a recuperare le forze e poterci organizzare ad allestire il nostro viaggio di
andata alla volta della stazione spaziale su cui saremmo dovuti giungere, se
non fosse stato per l'avaria del modulo di navigazione e di trasmissione della
nostra disgraziata "scialuppa cosmica". Accesi il robot
trasportatore, una sorta di Minotauro robotico terminante con un carrello, su
cui erano presenti quattro ruote, all’interno del quale avremmo potuto
sistemare la strumentazione che ci avrebbe consentito di allestire il campo
base. La sabbia marziana, le pietre e le asperità presenti nel terreno
ostacolavano l'andatura del robot, facendolo muovere goffamente. Calammo per
primo l'ossigenatore, poi il depuratore dell'acqua e, infine, il fusto di
idrazina. Dopo qualche ora eravamo tutti e quattro a circa 10 metri sotto il
suolo di Marte. Non ci restava che mettere in funzione l'RTG e di interrarlo a
breve distanza dalla bocca di apertura del cunicolo lavico che avevamo scoperto
e che era stata la nostra salvezza. Purtroppo, non avevamo fatto i conti con il
tempo, imprevedibile, di Marte. Da lì a poco fummo investiti da una tremenda
tempesta di polvere che uccise il più piccolo della spedizione umana. Ma di
questo ve ne parlerò un altro giorno. Ora sono stanco e triste. Il ricordo di
quell'assurda tragedia mi provoca, ancora oggi, delle forti emozioni e mi
costringe a rimuovere i ricordi che affiorano in maniera nitida nel mio
cervello.
Continua...
mercoledì 17 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo sette.
Sette.
sabato 13 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo sei.
Sei.
lunedì 1 agosto 2022
I 12 marziani, di Francesco Toscano. Capitolo cinque.
Cinque.
La stazione marziana “New Millenium” era la struttura umana più grande presente sulla superficie di Marte. Larga come 4 campi di calcio e lunga 5, che solitamente sulla Terra era pari a circa 120 m per 90 m, per ogni singolo campo , era una vera e propria magnificenza frutto della tecnologia cibernetica. I materiali utilizzati per la sua costruzione furono rinvenuti in situ. I robot avevano fatto un lavoro eccellente. Inizialmente ospitò solo venti esseri umani, dei veri e propri pionieri nell’esplorazione del Pianeta rosso. Essi erano giunti su Marte a bordo di due navette, lanciate dalla Terra nella prima metà del mese di Ottobre dell’anno 2030. Era il periodo ideale per un lancio spaziale verso il quarto pianeta del sistema solare, avuto riguardo che la distanza Terra – Marte era giunta a minimi termini, ovvero era pari a 57.590.630 Km, un fenomeno che si ripete ogni 26 mesi circa. La cupola di “New Millenium” era alta, alla linea di colmo, circa 35 metri dal suolo polveroso marziano. La colonizzazione di Marte significava portare l’umanità e la ricerca oltre i limiti possibili, un sogno che si realizzò solo nell’anno 2030, a poche ore dalla nostra estinzione. Ci siamo messi in gioco. Abbiamo cercato di studiare e costruire il primo insediamento umano su Marte in tempi celeri: non è stato facile. I robot avevano utilizzato la regolite marziana come malta per la costruzione degli ambienti a protezione della vita umana sul quel pianeta ostile alla vita in genere. I robot, pur tuttavia, non si erano limitati a costruire gli habitat per la vita umana su Marte, ma anche un centro per l’approvvigionamento energetico, costituito da pannelli solari ad alta efficienza energetica, un hangar per l’alloggiamento delle navette spaziali, degli spazi per le coltivazioni idroponiche, un centro per le telecomunicazioni provenienti e dirette verso la Terra, un sito per la produzione di H2O, un sito per la produzione di Ossigeno. La parte interna del modulo abitativo si sviluppava su tre livelli, di cui: il primo destinato alla ricerca; il secondo alla parte soggiorno e il pernottamento dei primi coloni; il terzo destinato all’area relax. I primi robot costruttori avevano la forma di tante api operaie, dal cui corpo uscivano dei bracci automatizzati in cima ai quali erano state fissate le “cartucce” per delle stampe in 3D, ovvero la tecnologia 4.0 applicata al mondo delle costruzioni. È stato peraltro una sfida, senza precedenti, riuscire a far arrivare su Marte delle macchine in grado di lavorare e operare autonomamente. Fortunatamente ci siamo riusciti. L’ipotesi di portare l’uomo sul Pianeta rosso rientrava già nei piani del Governo, in un lasso di tempo compreso tra gli anni 2030 – 2060. Vivere sotto una cupola non era stato poi così male. Nonostante Marte fosse il pianeta del sistema solare più “abitabile” dopo la Terra, nessun essere umano sarebbe riuscito a sopravvivere al clima del Pianeta rosso. La cupola che proteggeva l’insediamento umano era stata realizzata in aerogel di silicio. Si pensò di non terraformare Marte, ma di cambiare le condizioni ambientali solo a livello locale, su aree contenute. Ma Marte, malgrado fosse il pianeta più abitabile del nostro sistema solare, dopo la Terra, rimaneva un mondo ostile per molti tipi di vita: un sistema per creare piccole isole di abitabilità ci avrebbe permesso di dominare Marte in modo controllato e modulabile. L’ispirazione ci arrivò dalle prime osservazioni del Pianeta rosso, in corrispondenza delle calotte polari. Queste, a differenza di quelle terrestri, sono costituite da acqua ghiacciata e da anidride carbonica congelata. Anche in questa forma la CO2 ha la capacità di lasciar passare la luce solare e di trattenere il calore, cosicché durante l’estate marziana si creano delle sacche di calore sotto il ghiaccio. Un effetto serra naturale, insomma. Per ricreare questo effetto gli scienziati proposero, prima dell’imminente Apocalisse, di utilizzare un aerogel di silicio, un materiale isolante in grado di imitare l’effetto serra terrestre, per raggiungere l’obiettivo. Uno schermo dello spessore di 3 cm di areogel avrebbe permesso il passaggio di luce sufficiente per la fotosintesi e allo stesso tempo ci consentì sia di bloccare le radiazioni ultraviolette, molto pericolose per la vita umana, sia di aumentare le temperature nelle aree sottostanti la cupola, così superando il punto di fusione dell’acqua. Questo approccio regionale per rendere abitabile Marte era molto più realizzabile rispetto alla modificazione atmosferica globale.
- Nonno che cosa stai scrivendo?
Mi chiese Frank, il maggiore dei miei otto nipoti.
- Sto raccontando la nostra storia. La storia dell’umanità che a ridosso dell’Apocalisse terrestre fu costretta a rifugiarsi su Marte, e su altri pianeti del sistema solare, per garantire la sopravvivenza della specie.
- Mi leggi qualche pagina?
- No, Frank! La storia non è ancora completa. Mancano numerosi dettagli; non sono riuscito ancora a raccontare molti dei fatti accaduti, che mi consentirono da giovane di sopravvivere su questo pianeta e poi di viverci e di prosperare con la mia progenie.
Fui costretto a interrompere la mia storia. Salvai la pagina di testo sino ad allora scritta; spensi il computer e mi avviai con Frank nella zona relax della base. In quel luogo una vecchia scacchiera allietava il trascorrere delle nostre giornate marziane. Frank, negli ultimi anni, mi batteva regolarmente, malgrado fossi stato io ad insegnargli il gioco degli scacchi. Pazienza. Me ne devo fare una ragione. Sono ormai vecchio e stanco e le mi connessioni neurali non possono competere con la mente di un adolescente.
Post in evidenza
Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.
Buonasera! Oggi mi pregio di pubblicare la recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", dello scrivente Francesco ...

I post più popolari
-
Palermo, 4 gennaio 2025. È una narrazione autobiografica ambientata nel quartiere Brancaccio di Palermo, tra la fine degli anni Settanta - O...
-
1 Novembre 2017. Chiesa di Casa Professa. Palermo è una delle città che vanta il maggior numero di chiese e c...
-
Palermo, 6 dic. 2024. La "Legge Universale" descritta nelle pagine del blog rappresenta un principio fondamentale che governa l...
-
Palermo, 1 ottobre 2024. La città di Palermo, prima di eleggere Santa Rosalia a sua patrona, ha venerato altre figure religiose come protett...
-
Palermo, lì 9 novembre 2024. Il blog “ Sicilia, la terra del Sole. ” fornisce uno spaccato sulla storia, l'arte e la cultura di Palermo,...
-
Quattro. “Il bullo” G li inizi degli anni ’80 furono per F. degli anni davvero terribili; non perché avesse contratto una mal...
-
Palermo, lì 30 ottobre 2024. " I ru viddrani " di Francesco Toscano è un romanzo giallo ambientato in Sicilia, che intreccia la vi...
-
Palermo, lì 7 febbraio 2025. Mi pregio oggi di segnalarvi che sul canale YouTube “ amato e odiato ”, nei giorni di lunedì 10, 17, 24 e giov...
-
Palermo, lì 21 maggio 2025. Buongiorno, mi pregio di informarvi che è stato depositato, in ottemperanza alle disposizioni del D.P.R. del 3 m...
-
Palermo, 2 marzo 2025. " Ciao, ho scritto una piccola recensione del tuo ultimo lavoro. Con affetto, Fabrizio. In questo suo primo sa...
Il blogroll dei miei blog preferiti
La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.