Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...

martedì 24 giugno 2014

Parapendio acrobatico ad Omegna (Verbania) e voli per diversamente abili a Chialamberto (Torino).


24 giugno 2014.

Dal 2 al 6 luglio circa cinquanta tra i migliori piloti al mondo, provenienti da una ventina di nazioni, si sfideranno nel cielo del lago d'Orta durante Acroaria, coppa del mondo di acrobazia in parapendio. Dalla sponda del lungo lago di Omegna (Verbania) tutti i giorni, a partire dalle ore 11, il pubblico potrà seguire le evoluzioni spettacolari di questi mezzi che si reggono in volo senza motore. 
I decolli avverranno dal Mottarone a circa 1400 metri d'altezza. I partecipanti dovranno eseguire peripezie acrobatiche in singolo od a coppie, queste ultime dette "syncro", prima di atterrare su un'enorme zattera galleggiante. Una giuria assegnerà i punteggi per determinare la classifica finale. Come le scorse edizioni, anche questo appuntamento è organizzato dalla locale associazione Voglia di Volo. Molte le iniziative di contorno alla manifestazione a partire da La Testa fra le Nuvole, mercoledì 2 luglio, una giornata di eventi dedicati ai ragazzi e legati al volo libero in deltaplano e parapendio ed agli aquiloni, con la collaborazione dell'oratorio Sacro Cuore. Tutte le sere musica dal vivo alla Fly Fest presso il tendone dell'area ristoro sul lungo lago, mentre dalle 18 alle 22 al cinema dell'oratorio saranno proiettati filmati di volo libero ed avventure legate al cielo. Sempre sul lungo lago saranno esposte le foto partecipanti al concorso "Il Mondo visto dall'Alto", con possibilità per il pubblico di votare l'immagine migliore, ed al Salone Santa Marta gli aquiloni artistici, una mostra di vere opere d'arte. Nelle valli di Lanzo, a Chialamberto (Torino), il 5 e 6 luglio ritorna Paravolando, un evento durante il quale diversamente abili e normodotati potranno provare insieme l'ebbrezza del volo in parapendio. Confidando nelle migliori condizioni meteo, il ritrovo è fissato in località Cossiglia per le ore 9. Da qui si provvederà al trasferimento in decollo ed i voli si succederanno lungo l'intera giornata fino alle ore 17. La manifestazione, giunta all'ottava edizione, organizzata dalla scuola di parapendio Peter Pan e dall'associazione Baratonga Flyers, è dedicata a tutti coloro, piloti e no, che vorranno vivere la gioia del volo ed il piacere di stare insieme agli amici meno fortunati. La scuola Peter Pan persegue specificatamente l'obiettivo di far volare ed insegnare a volare alle persone con disabilità motoria. Oltre ai voli in biposto, il programma prevede musica, giochi di luce, concerto, grigliata, proiezione delle partite di calcio dei mondiali e soprattutto due giornate di grande festa.

Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI) - il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali
vitali.stampa (AT) fivl.it

Foto
http://www.gustavovitali.it/pagine/comfivl/acroaria-paravolando-22-06-14.html

per informazioni su ACROARIA ad Omegna (Verbania) contattare
Luigi Vigorito - 339 8408583 - acroaria2014 (AT) gmail.com - formulavolo
(AT) libero.it
Sito ufficiale: http://www.vogliadivolo.it/
Pagina FB: https://www.facebook.com/acroaria?ref=hl&ref_type=bookmark

per informazioni su PARAVOLANDO a Chialamberto (Torino) contattare
Guido - 347 2575423 - Ugo 335 6663328 - info (AT) scuolapeterpan.it
Sito ufficiale: http://www.scuolapeterpan.it/
Pagina FB: https://www.facebook.com/events/524877857623912/

Tutti i comunicati stampa FIVL all'indirizzo:
http://www.fivl.it/

giovedì 19 giugno 2014

C’ERA UNA VOLTA IN SICILIA: TAORMINA RIVELA IL SUO INCANTO.

Il Teatro antico di Taormina è il secondo centro di rappresentazione teatrale classico per dimensione in Sicilia.

19 giugno 2014.

Quest’estate c’è un’occasione in più per scegliere una vacanza o un last minute in Sicilia. La ricca agenda di eventi del territorio ne segnala uno in particolare fino al 17 agosto 2014. Stiamo parlando di C’era una volta in Sicilia, la mostra curata da Caterina D'Amico e presentata durante la 60esima edizione del Taormina Film Fest.

La Sicilia celebra i cinquant’anni del Gattopardo, il film cult del 1963 che si rifà all’omonima opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un libro diventato simbolo della tradizione di questa fantastica isola che questa volta è raccontato attraverso un percorso multimediale, un cine-racconto sull’ispirazione creativa che ha spinto il regista lungo i luoghi e i momenti cruciali della narrazione.

La mostra è anche fotografica, con una serie di immagini realizzate dall’obiettivo di Giovan Battista Poletto e di Nicola Scafidi a cui si affiancano anche numerose lettere, bozze e costumi di scena. Le voci di Goffredo Lombardo, Burt Lancaster e Claudia Cardinale allietano l’esposizione con testimonianze video inedite che riportano le interviste di oltre una trentina di protagonisti.

Con C’era una volta in Sicilia, la fantastica cittadina di Taormina apre nuovamente i suoi scorci ai tanti turisti che la scelgono come destinazione d’interesse affascinati dalle sue bellezze paesaggistiche ma anche dalla sua storia e da quel patrimonio culturale e archeologico di grande rilievo.

Non c’è da stupirsi se Goethe la citò nella sua opera Viaggio in Italia del 1787 descrivendola un «lembo di paradiso sulla terra». Ed è proprio percorrendo le sue strade medioevali che si può cogliere il senso di queste parole fino a raggiungere il piccolo isolotto di Isola Bella, grande circa un chilometro, dove la fitta vegetazione e le acque cristalline della baia lasciano il visitatore senza fiato.

Un viaggio che sa coniugare arte, natura e proposte gastronomiche che hanno il pesce come grande protagonista della tavola: questa è la Sicilia, accanto ai suoi mille volti che parole e pensieri non possono raccontare.


Fonte:

Elisa Fiocchi
Digital PR & Social Media Manager
via Pomponazzi 9, Milano
Office: +39 02 43986130
Skype: elisa.fiocchi22
Email: elisa.fiocchi@optimizedgroup.com
Web: http://www.optimizedgroup.it
LinkedIn: https://www.linkedin.com/pub/elisa-fiocchi/93/853/31bi

domenica 15 giugno 2014

In giro per Palermo...le foto, la storia dei monumenti di una città millenaria.

La città di Palermo, vista dalla cupola dell'oratorio del SS. Salvatore sito in Corso Vittorio Emanuele II.
15 giugno 2014.

Buongiorno!
Pubblico di seguito alcuni scatti fotografici eseguiti da un appassionato lettore del blog che, in un giorno di primavera, unitamente ai componenti il suo nucleo familiare, ha avuto modo di visitare la città di Palermo. Iniziamo la nostra breve, ma intensa, carrellata fotografica, comprensiva di un breve cenno storico dei monumenti e dei luoghi immortalati fotograficamente:
Il Teatro Politeama Garibaldi.
La storia di questo monumento:

Nel 1865 il Comune di Palermo delibera la costruzione del Politeama. Essendo la spesa superiore alla cifra prevista, viene contattato il banchiere Carlo Galland che si impegna a costruire oltre "tre mercati secondo i disegni dell’architetto Damiani e a costruire, nel locale che indicherà il Municipio, un Politeama secondo il piano d’arte e disegni preparati dall’Ufficio tecnico del Municipio" (Capitolato di convenzione tra il Municipio e il Sig. Carlo Galland, piemontese, per la costruzione dei mercati e Teatro, 1866). Il concorso interno viene vinto da Giuseppe Damiani Almeyda e i primi disegni di progetto vengono presentati a metà del 1866 e già a gennaio del 1867 sono in corso i lavori di scavo. La costruzione del Politeama ha un inizio affrettato con molte zone oscure, che può essere chiarita solo dalla conoscenza delle intricate vicende politiche municipali. Nel 1869 e 1870 sorgono dei problemi tra il Municipio e l’impresa Galland, ma si decide di proseguire l'opera, eliminando tutti i lavori di abbellimento. Il cantiere inoltre era stato chiuso per qualche tempo per fare delle verifiche sulle condizioni statiche dell’edificio. Essendo stato trovato tutto a perfetta regola d’arte fu riaperto e si proseguì con i lavori. Il teatro era stato progettato come teatro diurno all'aperto, ma fu in un secondo tempo deciso di realizzare una copertura. Nel giugno 1874 fu inaugurato anche se incompleto e ancora privo di copertura, la prima rappresentazione fu I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini. La copertura, considerata per l'epoca opera di grande ingegneria, venne realizzata in metallo dalla Fonderia Oretea nel novembre del 1877. Gli ultimi lavori, di abbellimento, furono realizzati nel 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva quell'anno a Palermo.
Dal 1910 al dicembre del 2006 il Ridotto del teatro ha ospitato la Galleria d'arte moderna di Palermo che viene successivamente spostata al Palazzo Bonet. Nel 2000, in occasione del G8 ospitato in città, vengono realizzati i restauri delle decorazioni pompeiane policrome dei loggiati. Dal 2001 il teatro è sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. A partire dall'estate del 2011 iniziano i lavori di restauro della facciata posteriore del teatro.
(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Politeama_(Palermo))

Piazza Pretoria, o della vergogna.

sabato 31 maggio 2014

British Open di volo libero a Gemona del Friuli (Udine).

31 maggio 2014.

Al via a Gemona (UD) il British Open 2014, gara internazionale di Volo Libero. Dopo il campionato di volo acrobatico, La Città dello Sport si candida ad ospitare la Coppa del Mondo di Volo a distanza Si svolgeranno a Gemona del Friuli (UD) dal 1 al 7 giugno i British Open 2014, gara internazionale di volo libero a distanza valida come Pre Coppa del Mondo. La competizione è organizzata dalla società sportiva Volo Libero Friuli in collaborazione con la British Hang Gliding and Paragliding Association (Bhpa) di Leicester, che gestisce una consistente rete di realtà associative legate al mondo del volo nel Regno Unito.
Non è la prima volta che la Bhpa viene in l'Italia per realizzare il suo grosso evento sportivo, ma stavolta la proposta di Volo Libero Friuli ha convinto l'associazione inglese a scegliere il cielo delle Prealpi Giulie, un ambiente naturalistico a cui si aggiungono delle strutture finalizzate alla pratica degli sport "estremi" inseriti nel progetto "Città dello sport e del benstare", che vede coinvolti numerosi enti locali e realtà sportive dell'alto Friuli. A partire dal 1 giugno, e per altri 7 giorni, a Gemona del Friuli arriveranno ben 132 piloti provenienti da tutto il mondo, pronti a sfidarsi in una gara a distanza che li vedrà percorrere il cielo del nord-est Italia, dalle Dolomiti Friulane fino alla Slovenia. La competizione è stata organizzata da Volo Libero Friuli sotto forma di Pre Coppa del Mondo, con l'obiettivo di ospitare nel 2016 una vera e propria Coppa del Mondo di volo a distanza: un incaricato della Paragliding World Cup Association (PWCA), che ha sede in Francia, sarà presente a Gemona durante la competizione e valuterà se ci sono i presupposti per organizzare una gara di Coppa del Mondo. Al termine della competizione l'observer della PWCA, nello specifico il turco Semih Sayir, stilerà un report scritto di quanto avrà verificato sul posto: se il suo verdetto sarà positivo, il Friuli si aggiudicherà dunque il riconoscimento di sede adeguata per lo svolgimento di una Coppa del mondo di volo libero a distanza (l'ultima gara di Coppa del Mondo organizzata in Italia risale al 2010 a San Potito Sannitico). Tra i requisiti richiesti per ottenere tale riconoscimento figurano la presenza di un buon decollo e un atterraggio adeguatamente ampi, e un club in grado di far fronte a tutte le necessità e servizi richiesti dagli atleti, a cominciare dall'organizzazione di attività alternative da proporre ai partecipanti nelle giornate in cui non è possibile volare. Dal canto suo, Volo Libero Friuli si dichiara pronta a vincere anche questa sfida, forte del successo ottenuto l'anno scorso con l'organizzazione dei Mondiali di Volo Libero (Acromax) sulle alture che circondano il lago di Cavazzo (il più grande bacino friulano), altra competizione internazionale che sarà replicata il prossimo agosto. Riguardo all'organizzazione, chi parteciperà agli imminenti British Open potrà contare su servizio di trasporto sul monte Cuarnan (luogo di decollo dotato di tutte le necessarie infrastrutture per un facile raggiungimento dell'altura situata ad oltre 1300 metri sul livello del mare), pernottamento e l'offerta di diversi "pacchetti" turistici che permetteranno ai visitatori di conoscere le diverse peculiarità naturalistiche ed enogastronomiche del Friuli, senza dimenticare la possibilità di entrare in contatto con un ambiente sportivo dove il Volo libero è già molto praticato, tanto da aver già espresso la campionessa Nicole Fedele, detentrice di numerosi record e vittorie mondiali (www.nicole-fedele.com).

Alla pagina
http://www.gustavovitali.it/pagine/comfivl/british-open-30-05-14.html
troverete foto inerenti e lo stesso comunicato in formato .pdf o .doc.

Per ulteriori informazioni, contattare
Piero Cargnelutti: 347 8331382 - piery (AT) yahoo.it

Fonte:
Gustavo Vitali
Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI) - il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali
vitali.stampa (AT) fivl.it

sabato 24 maggio 2014

Cinque mete imperdibili: la Sicilia più bella ed economica… la trovate online!

Pantelleria (TP), l'arco dell'elefante.
24 maggio 2014.

È una delle Regioni più amate d’Italia: organizzate il vostro viaggio con Yalla Yalla

La Sicilia è una terra unica, antica e magica: natura e cultura si fondono in un tutto unico e indimenticabile, perfetto sia per i viaggiatori in cerca di arte e avventura, sia per i più rilassati amanti del mare e del buon cibo.
Per le vacanze Estate 2014 la Sicilia è una meta di grande richiamo: Palermo, Siracusa, Agrigento, Ragusa, Catania, sono nomi di città celebri e bellissime, ma anche luoghi più piccoli e meno noti possono rivelarsi vere perle da scoprire, custodi di tradizioni millenarie e di specialità introvabili in altre parti d’Italia e del mondo.
Per organizzare il vostro soggiorno provate la comodità dell’online, unita a una grande esperienza nel settore travel: visitate il portale Yalla Yalla.
Oltre alla splendida Valle dei Templi, alle pendici dell’Etna e al Teatro Greco di Taormina, potrete ammirare anche destinazioni “minori”, ma ricche di fascino e vita, ciascuna legata a un dettaglio paesaggistico o culturale unico. Eccone cinque:
  1. Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, una vera e propria terrazza sul Mar Tirreno. Sorge su una collinetta, ed è imperdibile il Belvedere in centro, ideale per passeggiate romantiche e per bellissime fotografie;
  2. Cefalù, sempre in provincia di Palermo, merita una visita per la sua particolare architettura religiosa. Il Duomo è un esempio di grande varietà di stili: i dettagli gotici, come le eleganti bifore e monofore ad arco acuto e le alte torri che ne incorniciano la facciata, si mescolano ad una struttura massiccia, che lo rende più simile ad una fortezza che a una chiesa;
  3. Noto Marina, in provincia di Siracusa, presenta una lunghissima spiaggia di sabbia e scogli bianchi. Una colazione vista mare gustando la tipica granita, magari servita in una fragrante brioche, è un must per la prossima estate;
  4. San Saba, in provincia di Messina, è un antico borgo marinaro. Le dimensioni ridotte ne fanno un luogo ancora incontaminato, affascinante e ricco di storia, oltre che di una natura selvaggia e suggestiva.
  5. Selinunte, in provincia di Trapani, è un vero gioiello incastonato nella costa sud-occidentale. Si tratta di un’antica città greca, che vanta ora un grande parco archeologico: ancora visibili in parte le colonne sull’acropoli. Imperdibile per gli amanti della storia antica e della classicità.
La Sicilia è una terra da scoprire… per una vacanza low cost e ricca di fascino, prenotate online!


Per informazioni:


mercoledì 21 maggio 2014

"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Sei.


I ru viddrani
di Francesco Toscano

Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.

Sei.

Aveva piovuto sin dalle prime ore del giorno. Alle sei del mattino, quando Patrizio Finazzo si destò, dopo aver spento la sveglia che continuava a suonare imperterrita, che per poco non cadde a terra tanto fu la foga con la quale Patrizio la disattivò, il cielo, visto dalla finestra della sua camera da letto, era plumbeo.
La temperatura era scesa sin sotto i 14° Celsius, segno che l’inverno non voleva proprio saperne di cedere il passo alla primavera.
Dopo essersi recato in bagno, e lì lavatosi, rasatosi, pettinatosi, ed infine impiastricciatosi con quel profumo che sua moglie tanto amava, sembrava che Patrizio fosse pronto per avvicinarsi all’altare maggiore della Chiesa del paese in cui viveva, per ricevere la sua Prima Comunione, anziché preparato per recarsi in ufficio ed intraprendere, così come faceva da circa vent’anni, la sua ordinaria attività lavorativa.
Mentre Finazzo stava per indossare i pantaloni, il telefonino che era poggiato sul comodino di destra della camera da letto squillò.
Patrizio si diresse verso il telefonino che continuava a squillare, nell’intento di capire chi fosse a quell’ora del mattino e successivamente rispondere. Mentre, di corsa, stava superando la pedata del letto matrimoniale, al fine di evitare che il cellulare con quella stupida suoneria gli continuasse a martellare il cervello, così guastandogli la giornata, non essendosi accorto che sul pavimento c’erano le scarpe da ginnastica che si era tolto la sera precedente, inciampò, andando ad urtare rovinosamente contro il baule posto a ridosso dell’armadio che sua moglie, in quel momento all’estero per motivi di lavoro, aveva deciso di acquistare qualche anno addietro per lì custodirvi la biancheria ed il corredo che sua nonna materna le aveva regalato prima di sposarsi.
«Buttana ra miseria, bastarda! Bastardo ru…» non continuò la frase, rendendosi conto che stava per bestemmiare, cosa che lui, cristiano devoto qual era, non poteva permettersi, pena la dannazione perpetua della sua anima.
«Pronto?»
«Ispettore, buongiorno, la Centrale.. sono il Sovrintendente Capo Francesco Catafano.»
«Buongiorno Catafano, mi dica!»
«Mi dispiace disturbarla a quest’ora, ma il Commissario Impastato mi ha ordinato di chiamarla di buon ora, affinché in giornata, dalle ore 09.00 in poi, lei si possa recare all’obitorio presso l’Istituto di Medicina Legale, del Policlinico Universitario di Palermo, in quanto è stata fissata per oggi l’autopsia sul cadavere della badante rumena uccisa il 10 marzo scorso.»
«Ma non c’era più nessun’altro Ispettore che potesse presenziare?»
«Guardi Ispettore, non saprei cosa dirle; così mi è stato riferito. La sto chiamando al fine di comunicarle questo nuovo servizio che lei dovrà svolgere stamani; presenzierà all’esame autoptico unitamente all’Agente Scelto Salvatore Cinquanta, il quale, per quanto è a mia conoscenza, si è già messo in viaggio e la raggiungerà presso la sua abitazione fra qualche minuto. Buongiorno!»
«Vabbè! Ok, buongiorno.»
Non fece in tempo ad agganciare la chiamata giunta sul suo cellulare che qualcuno suonò al citofono.
«Chi è?»
«Ispettore, buongiorno, sono Cinquanta. L’aspetto giù!»
«Va bene Salvatore, dammi cinque minuti che scendo.»
«Va bene, l’aspetto giù, così mi fumo una sigaretta.»
Passarono cinque minuti contati e Patrizio, così come d’accordo, scese giù nel cortile di casa. Si diresse in seguito sulla strada ove lo attendeva Cinquanta all’interno della Fiat Punto, di colore grigio, in dotazione al loro Reparto.
«Ciao Totò, buongiorno!» Disse il Finazzo.
«Buongiorno.» Rispose Cinquanta.
«Hai fatto colazione?» Chiese il Finazzo al suo giovane collega.
«No.»
«Allora andiamoci a prendere qualcosa al bar, da Giovanni, e poi ci organizziamo.»
Così fecero. Era prestissimo. L’orologio dell’abitacolo della Punto indicava che erano le ore 07.30. 
Patrizio e Salvatore avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per andare in ufficio, leggere parte del fascicolo relativo all’omicidio della Romanescu, capire quali fossero le priorità della delega d’indagine emessa dal Pubblico Ministero titolare delle indagini,  prendere la valigetta per criminalistica, ove vi erano contenuti svariati kit, fra cui il kit per il prelievo del materiale sub-ungueale, da utilizzare nel corso dell’autopsia, nonché la borsa con la macchina fotografica, dotata di macro, grandangolare, e qualche altro obiettivo, ed infine dirigersi presso l’obitorio.
La Fiat Punto in dotazione al Commissariato di P.S. di Palermo Centro, da cui Patrizio e Salvatore dipendevano, aveva percorso circa 100.000 km.
«E’ giunto il momento di cambiarla!», pensò Patrizio; ma l’amministrazione da cui dipendeva, in quel periodo di spending review, non aveva neanche i soldi per acquistare il carburante per garantire alle pattuglie di eseguire i servizi esterni di perlustrazione.
Patrizio e Salvatore salutarono gli avventori presenti in prossimità del bancone del bar, ordinando a Giovanni di preparare loro il solito: due cornetti e due caffè.
Dopo aver pagato alla cassa, Giovanni, il barista che da circa dieci anni preparava a Patrizio e ai suoi colleghi la colazione la mattina, disse loro che il lavoro di poliziotto era il più bello del mondo, a differenza di quel lavoro di merda che suo padre gli aveva imposto di fare, al fine di garantire la sopravvivenza del bar di famiglia.
Patrizio e Salvatore arrivarono all’obitorio in tempo utile per assistere all’esame autoptico.
Il medico legale osservò inizialmente gli indumenti, nonché la presenza di lacerazioni dei tessuti o di imbrattamenti, rilevando ogni altro dato relativo ad essi. Una volta spogliato il cadavere gli indumenti furono osservati e studiati singolarmente.
Il medico legale, era un quarantenne originario della provincia di Caltanissetta, che Patrizio aveva conosciuto qualche anno addietro, e che ricordava chiamarsi dottor Picarella o Piccarella, non ne era certo, chiese all’agente scelto Cinquanta di documentare fotograficamente tutti i vari momenti dell’esame autoptico.
Picarella o Piccarella, maledetta memoria, pensò Patrizio, procedette, dopodiché, ad ispezionare il cadavere, al fine di verificare quale lesioni esterne mostrasse, oltre a quelle cinque coltellate inferte dall’assassino, presenti fra lo sterno e lo stomaco della giovane donna, che ne avevano causato il decesso.
La salma giaceva nuda sul tavolo settorio.
Patrizio ebbe pietà di quella poveretta. Era stata proprio una bella donna, pensò. Chissà quanti uomini, si chiese, avevano perso la testa per lei?
Dopo aver raccolto i dati inerenti le caratteristiche somatiche generali, agli imbrattamenti sul corpo del cadavere, a tutti gli elementi utili all'identificazione, in seguito il patologo rilevò i fenomeni cadaverici, registrando i risultati dell'esame esterno, ed elencando tutte le caratteristiche fisiche.
Procedette, poi, ad eseguire il primo taglio, a forma di Y.
La coda della Y si estendeva dallo sterno fino l'osso pubico, deviando tipicamente per evitare l'ombelico.
Tutti gli organi rimossi furono pesati individualmente e studiati.
Furono prelevati campioni microscopici della maggior parte degli organi per un'ulteriore analisi. Infine, per concludere, tutti i vasi sanguigni importanti vennero aperti ed esaminati longitudinalmente.
Gli organi vennero ridisposti nel corpo, che venne poi riempito da un materiale riempitore. L'incisione di Y venne ricucita, e l'autopsia venne completata.
«Ispettore Finazzo, farò avere la mia relazione medico-legale al P.M. nei tempi previsti. Intanto, se vuole, il suo ufficio può predisporre il fascicolo dei rilievi fotografici eseguiti durante l’esame e trasmetterlo al P.M. titolare delle indagini, affinché possa avere un quadro generale delle lesioni patite dalla Romanescu.» Concluse il medico legale.
Finazzo e Cinquanta salutarono il dottor Picarella,  e si allontanarono da quel luogo tetro.
Nelle loro menti si erano scolpiti “alcuni frame” dell’autopsia a cui avevano da poco assistito.
Quell’autopsia, pensarono i due sbirri, non l’avrebbero dimenticata nel breve periodo.
Non era stato un bel vedere, dissero i due poliziotti all’unisono.
Eppure, inspiegabilmente, il loro lavoro, e l’esperienza maturata in tutti quegli anni, li avrebbe dovuti preparare ad assistere ad un tale orribile spettacolo.
Finazzo e Cinquanta pensarono, ancora sotto shock per la macabra visione di quel corpo martoriato,  prima di varcare l’uscio della porta che consentiva l’accesso e l’uscita dall’obitorio, che la malvagità umana non ha limiti e confini. Quale mente umana, infatti, era in grado di pensare ed eseguire un omicidio del genere, se non una mente perversa e criminale?
Quale uomo era in grado di arrecare la morte ad una giovane donna, colpendola più e più volte con un coltello dalla lama superiore a venticinque centimetri?
Patrizio e Salvatore si auspicavano che le tracce biologiche prelevate dalle unghie del cadavere della povera badante rumena potessero essere utili alle indagini, al fine di addivenire all’identificazione certa dell’autore del delitto, così portando in dibattimento una prova inconfutabile.

______

Questo è l'ultimo post dedicato al libro "I ru viddrani", che sarà pubblicato su questo blog, in quanto è stata raggiunta la percentuale dell'opera che è possibile leggere gratuitamente (circa trenta pagine, cioè il 15% circa dell'opera). L'autore, Francesco Toscano, al termine della stesura dell'opera curerà la sua pubblicazione nel territorio dello Stato, comunicando ai lettori e agli utenti del blog, presso quale canale librario, e presso quale sito internet, sarà possibile acquistare il romanzo, e a quale prezzo. Spero che questi sei post, relativi ai primi sei capitoli del libro in questione, siano stati di vostro gradimento. 
Cordiali saluti, Francesco Toscano, l'autore del libro e  il webmaster del sito http://www.siciliaterradelsole.com/


Stampa il post.

martedì 20 maggio 2014

"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Cinque.


 I ru viddrani
di Francesco Toscano

Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.

Cinque.

 “Ù pastranu”, dopo aver fatto una ricca colazione, con un uovo e pancetta, succo di frutta d’ananas, caffè nero bollente, e aver fumato una delle prime sigarette della giornata, prelevò con cura il quotidiano che si trovava poggiato sulla credenza della stanza da pranzo, cominciandolo a sfogliare e a leggerlo con attenzione. A Don Ciccio, in particolare, interessavano tutti i fatti di cronaca che avessero avuto attinenza con le vicende “ra sò famigghia”.
Nell’articolo di spalla della prima pagina, tale Nuccio De Giorgis, un cronista locale, così scriveva: «Palermo, 10 marzo 2014. È stata accoltellata ieri pomeriggio in pieno centro a Palermo, in via Dante, a due passi dal Teatro Politeama, Ingrid Doroteea Romanescu, badante romena di trentacinque anni. A ucciderla sarebbe stato, nel corso dell’ennesima lite, il marito - anche lui cittadino romeno - con cinque coltellate all’addome. I due non vivevano più sotto lo stesso tetto da un po’ di tempo, ma l’uomo, quarantuno anni, non aveva mai accettato di essere stato lasciato e non era la prima volta che pedinava e malmenava la moglie. Nonostante fossero già state avviate le pratiche per la separazione, il marito continuava a perseguitare la 35enne intimandole di lasciare il lavoro. Fino al triste epilogo di ieri. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni oculari l’omicida, dopo aver estratto il coltello da una tasca, ha colpito la donna e l’ha lasciata in una pozza di sangue prima di scappare a piedi. Una telefonata anonima ha poi avvisato il 113. Quando è arrivata l’ambulanza, Ingrid Doroteea Romanescu era ancora viva, ma è deceduta pochi minuti dopo il suo arrivo in ospedale. Il marito, ricercato con l’accusa di omicidio volontario, è ancora irreperibile.»
«Fofò? Fofò? Fofoooò!» Gridò Don Ciccio nell’intento di far accorrere con urgenza il suo fidato servitore all’interno della stanza in cui si trovava.
«Chi succiessi? Chi succiessi Don Ciccio?» Fofò arrivò di corsa. Dopo essersi sincerato che nulla di grave fosse accaduto al suo amato “padrino”, che spesso avrebbe voluto emulare, non avendone tuttavia il coraggio, gli chiese: «M’avi a cumannari?»
Don Ciccio rispose:
«Da  buttana ri Ingrid, ti ricuordi chidda ca ngannò a Mimì Sinatra, no 2006, arrubannugli tuttu l’ùoru e l’argìentu, muriu. Ricuordati, Fofò, ca chista è a fini chi fannu i buttani e i trarituri. Nun tu scurdari!»
Fofò, a quell’esternazione di Don Ciccio, chinò il capo in segno di rispetto e, dopo essersi avvicinato al suo padrone, gli baciò il dorso della mano destra, in segno di devozione.
Dopo aver rassicurato Don Ciccio che mai e poi mai lo avrebbe potuto tradire, piuttosto Dio lo avrebbe dovuto fare morire schiacciato da un Tir in corsa, Fofò chiese licenza di potersi allontanare per riprendere le sue faccende quotidiane, consistenti nel dar da mangiare ai cani da caccia che si rincorrevano guaendo per i viali della villa, strigliare e dar da mangiare al purosangue che si trovava nella stalla attigua alla cantina della villa e, infine, ma non meno importante, prendersi cura dell’orto di villa Vassallo.
Don Ciccio, dopo essersi sincerato che il suo devoto Fofò non lo avrebbe mai e poi mai tradito, gli disse che poteva andare; prima, però, gli ordinò di portargli le pillole della pressione che, oramai da circa cinque anni, era costretto a ingurgitare.
Ingrid Doroteea Romanescu, era nata a Born, in Romania, alla fine del 1979, da padre e madre contadini, scriveva Nuccio De Giorgis nell’articolo della terza pagina del quotidiano che Don Ciccio, con tanta bramosia, stava leggendo.
Seconda di cinque fratelli, continuava nel suo articolo il De Giorgis, alla fine del 2001 era riuscita a entrare in Italia con un visto turistico, rimanendovi a vivere da clandestina (la Romania, infatti, era entrata a far parte dell’U.E. l’1 gennaio 2007), e occupandosi negli ultimi anni della sua breve vita di assistere, in qualità di badante, alcuni anziani residenti nella provincia di Agrigento.
Di bella presenza, occhi neri, capelli corvini, fisico atletico, e un paio di gambe che quando gli uomini le guardavano perdevano il fiato, Ingrid era ben presto entrata nelle grazie di molti compaesani di Don Ciccio, riuscendo, il più delle volte subdolamente, con raggiri raffinatissimi, degni di una mente criminale brillante, a impossessarsi prima della loro morte di tutti i loro averi.
Così facendo, andando di casa in casa, come è solito fare un predatore famelico, dopo la morte dei vecchietti di cui si era presa cura, era riuscita a intrufolarsi nella vita di Domenico Sinatra.
Questa era stata la sua sventura che l’avrebbe, nel giro di pochi anni, portata alla morte.
Ingrid era riuscita, così facendo, a racimolare una buona somma di denaro, circa cinquantamila euro, che ben presto le sarebbero serviti per rientrare in patria e lì condurre una vita agiata, come una gran signora.
Signora, con la “S” maiuscola, Ingrid non lo era mai stata.
Giunta in Italia, infatti, non riuscendo da subito a trovare lavoro e dovendo mangiare per sopravvivere, si era rivolta ad alcuni suoi connazionali che, approfittando di lei e del suo stato di bisogno, sotto minaccia di rispedirla a raccogliere il letame degli animali della fattoria rumena da cui proveniva, dopo averla stuprata, l’avevano costretta a prostituirsi.
Ridotta ben presto in schiavitù, così come altre donnine sue connazionali, la poveretta, dopo qualche anno che era stata costretta a vendere il suo corpo per denaro, era riuscita a estinguere il suo “debito da clandestina”, togliendosi definitivamente dalla vita di strada e dal malaffare.
Dedicatasi agli anziani in qualità di badante, un errore Ingrid lo aveva fatto durante la sua permanenza in Sicilia: l’essersi scontrata, e schierata apertamente, contro Don Ciccio “ù pastranu” e contro i suoi accoliti.
Alla fine del mese di gennaio del 2006, infatti, Fofò Macchiarella, uomo di fiducia di Don Ciccio, era riuscito a mettersi sulle sue tracce e su quelle del suo amante, Paul Dominescu, nell’intento di venire in possesso di tutto l’oro e l’argento che i due giovani amanti avevano asportato a don Mimì Sinatra.
Nei primi giorni del mese di febbraio del 2006, nel quartiere San Siro di Milano, dopo che Fofò e Marco Guarraggiano, inteso “ù bombetta”, per via di alcuni fetidi rumori che fuoruscivano dal suo deretano, erano riusciti a rintracciare Ingrid e il suo uomo, avevano richiesto loro di riconsegnare tutto l’oro e l’argento che avevano asportato al Mimì durante la loro permanenza in Sicilia; Ingrid, nell’occorso, aveva avuto il barbaro coraggio di rispondere a Fofò: «..digli al tuo padrone di farsi fottere!»
Un tale affronto non poteva essere tollerato da Don Ciccio.
Fofò e Marco dissero ai due giovani amanti che avrebbero riferito dell’accaduto a Don Ciccio e che sarebbe stato meglio per loro che fossero spariti dalla faccia della Terra. Riscesi d’urgenza in Sicilia, a bordo di un aereo di linea Alitalia, il Fofò e Marco raccontarono dell’accaduto a Don Ciccio; questi, appreso i fatti, aveva ordinato loro: «Pigghiati dâ buttana e tagghiatici a tiesta!»
Non passò molto tempo prima che quel desiderio di Don Ciccio venisse esaudito.
La punizione di Ingrid, a dir di Don Ciccio, non poteva che essere la pena capitale; non era possibile, infatti, che una donna, e soprattutto una puttana, sfidasse un capo mafia dal pedigree di Don Ciccio in tal guisa.
Ma commettere un omicidio non sarebbe stato così facile; di ciò Don Ciccio e i suoi uomini erano pienamente convinti.
La Commissione Provinciale, formata dai capi dei mandamenti mafiosi dell’agrigentino, non avrebbe autorizzato un omicidio di una donna, benché fosse una puttana che si era permessa il lusso di offendere l’onore “ru pastranu”.
«Don Ciccio, vuatri u sapiti quantu vi stimu, ma n’omicidiu, ri na fimmina, puoi, unn’è cuosa ri pocu cuntu…» Disse Fofò a Don Ciccio, che in un momento di maggior lucidità mentale annuì a quella osservazione proferita dal suo fedele servitore.
«N’aviti a rari nu puocu ri tiempu, ca sta facenna a sistimamu nuautri, in maniera pulita, pulita, senza fari troppu scrusciu!» Continuò Fofò, sempre più amareggiato di doversi schierare apertamente contro il volere dell’anziano capo mafia.
Don Ciccio rifletté qualche minuto e, alle contestazioni mossegli dal Fofò, disse: «Fofò, pigghiati tuttu u tiempu ca ti sierbi, m’ammazza ru viermi ri Ingrid.. a costu ri finiri ‘npriciuni. L’ammazzari!»

Fofò non replicò; se ne rimase in silenzio. Baciò le mani di Don Ciccio e, così com’era entrato in quella stanza, se ne andò, senza mai voltarsi.

 Francesco Toscano
Al prossimo post!
Stampa il post.

domenica 18 maggio 2014

"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Quarto.

18 maggio 2014.


I ru viddrani

di Francesco Toscano

Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.

Quattro.


U zu Peppino e za Pina, dopo aver chiuso la porta di casa e lasciato per strada Domenico Sinatra, immerso nei suoi pensieri e nei suoi farraginosi ragionamenti su come dovesse fare per rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, quasi tre chili d’argento e ottocento grammi d’oro, si accomodarono in soggiorno, locale attiguo alla cucina, e all’unica stanza da letto della loro modesta residenza.
Cominciarono, solo allora, a dissertare sul perché quell’uomo, che sovente trascorreva la sua quotidianità in solitudine, lontano anni luci dalla vita di paese e dagli altri “viddrani”, avesse deciso di raccontare loro la sua triste vicenda umana.
Fortunatamente per loro, la sventura o la iattura che Mimì si portava al seguito, non aveva intaccato la loro serenità familiare. Pina chiese a suo marito come avessero potuto aiutare Mimì a riprendersi tutto quell’oro e tutto quell’argento, asportatogli subdolamente dalla sua badante rumena che, ricordavano, Mimì amava in maniera viscerale, anche se quell’amore era più il frutto di un sentimento paterno che la sommatoria di desideri lascivi.
Si rammentarono, nel frattempo, di come Mimì fosse cambiato dopo la morte di sua moglie; i due si abbracciarono teneramente, ringraziando Iddio di averli lasciati vivere insieme per tutti quegli anni.
U zu Peppino e a za Pina si erano sposati il 18 maggio dell’anno 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lui, soldato di fanteria di stanza a Messina, aveva richiesto e ottenuto un giorno di permesso dal suo Comando per contrarre matrimonio con la sua amata Pina, a suo dire bella come una rosa rossa, come il sole a mezzogiorno, dopo circa sette anni di fidanzamento, cinque dei quali vissuti lontano da lei per via della guerra.
Lei aveva atteso il suo ritorno dal fronte con tanta pazienza e amore; negli anni Trenta del Novecento, durante il ventennio fascista, si erano giurati amore eterno.
Alto circa un metro e sessantacinque, corporatura esile, occhi neri, testa rasata, per via di quella peluria biancastra che gli era rimasta nel corso degli anni, che quando cresceva lo faceva apparire orribile agli occhi della sua donna, pelle bruciata dal sole, e con qualche incisivo rimastogli ancora in bocca, Peppino aveva da poco festeggiato i suoi settantacinque anni d’età.
Per l’occasione, lui e sua moglie, avevano deciso di recarsi in Francia, ed esattamente a Parigi, luogo in cui, per tutta una vita, avevano desiderato andare.
Quella era stata l’unica volta in cui Pina e Peppino non avevano pensato ai loro averi, ai risparmi di una vita fatta di stenti e di sacrifici continui, ritenendo che fosse più che giusto uscire dal comune di nascita prima di passare a miglior vita.
Si recarono così in un paese estero di cui avevano sempre sentito parlare tanto bene, in modo tale da potersi recare in quella città incantata, romantica, qual è Parigi, da loro tanto agognata; ovvero la capitale di Stato fra i vicoli e i sobborghi della quale l’amore trionfa su tutto e tutti. Pina aveva festeggiato il suo settantatreesimo compleanno durante il mese di marzo di quell’anno.
La sua vita, interamente dedicata alla campagna, sovente a raccogliere ortaggi e agrumi, le aveva ben presto reso la schiena curva, facendola apparire agli occhi degli altri ancora più vecchia rispetto alla sua reale età anagrafica.
In gioventù a za Pina era stata una bella ragazza, almeno così dicevano gli altri suoi coetanei.

Occhi celesti, carnagione chiara, corporatura normale, un seno prosperoso, gambe dritte e forti, e un corpo sinuoso, avevano fatto girare la testa a parecchi uomini; lei, tuttavia, aveva scelto Peppino, non perché fosse più bello degli altri, ma perché era stato sin da subito l’uomo che la sapeva capire all’istante, a un batter di ciglia. Ora, a quell’età, la bellezza di un tempo era scomparsa. Nessuno, a parte coloro i quali l’avevano conosciuta da giovane, avrebbe scommesso una lira sulla sua beltà giovanile.
Mentre i due anziani coniugi erano seduti sul divano del soggiorno, intenti a sentire alla radio le ultime notizie di cronaca, Pina disse al marito di chiamare Don Ciccio “ù pastranu”, loro compare d’anelli, per raccomandargli di ricevere quanto prima Don Mimì, di ascoltare le sue suppliche e di esaudire al più presto le sue preghiere, a costo di andare a cercare quella puttana di Ingrid e quello stronzo del suo uomo, sin sulla Luna.
Peppino non se lo fece dire due volte. Prese il telefono e cominciò a comporre il numero della villa di “Punta Aguglia”.
La voce di un uomo, rauca e gutturale, rispose al terzo squillo. Era quella di Fofò, il servo fedele di Don Ciccio.

Fofò disse allo zio Peppino che Don Ciccio in quel momento non era in casa, ma che se avesse voluto poteva riferire direttamente a lui. Peppino gli raccontò quello che era accaduto a Mimì, pregandolo di intercedere presso Don Ciccio affinché la vicenda venisse risolta tempestivamente. Fofò gli disse di non preoccuparsi e di considerare la cosa come già fatta, specificandogli di considerare come già restituito alla persona offesa tutto l’oro e l’argento asportatogli da quella peripatetica di Ingrid. Pur tuttavia, sarebbero passati alcuni anni da quel giorno prima che qualcuno gliel’avesse fatta pagare ad Ingrid, così rendendo giustizia a Don Mimì.

Francesco Toscano

Al prossimo post!
Stampa il post.

"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Terzo.

18 maggio 2014


 I ru viddrani

di Francesco Toscano


Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.


Tre.


Francesco Vassallo, di anni sessantacinque, corporatura robusta, poco più alto del muro di cinta che delimitava il suo feudo in località “Punta Aguglia”, che era solo un metro e sessanta, era divenuto capo famiglia a soli quarant’anni e solo dopo aver collezionato una sfilza di precedenti penali per delitti contro il patrimonio e la persona che avevano tanto fatto preoccupare il maresciallo Comandante della Stazione Carabinieri del luogo.
Il maresciallo, pertanto, fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del Novecento, come “estrema ratio”, al solo fine di frenare la capacità delinquenziale del Vassallo, era stato costretto a segnalarlo alla Questura di Agrigento affinché adottasse tutte quelle misure di competenza che potessero sortire l’effetto sperato e in specie limitarne la libertà d’azione.
Nel 1993, Francesco Vassallo, dopo che qualche anno prima era stato avvisato oralmente dal Questore della Provincia di Agrigento a non commettere più delitti, venne sottoposto alla Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza di anni tre, con obbligo di dimora nel comune di residenza.
Il Vassallo era anche conosciuto nell’ambiente criminale come “ù pastranu” in quanto avvezzo ad indossare “nu cappuottu luongu ca' arriva 'nde pieri come chiddu ca usavunu l'antichi quannu si truavunu supra u scieccu o sopra lu mulu.
Don Ciccio, pertanto, sulla scorta della misura di prevenzione erogata a suo carico, se ne stava rintanato tutto il giorno, anche al fine di poter agire liberamente e continuare a dettare legge, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, all’interno del suo feudo, uno sterminato appezzamento di terreno, di quasi trenta tummini, ossia duecentoquindici tumuli circa, che per intenderci sono circa duecentotrentaquattromila e settecento metri quadrati, all’interno del quale, alla fine dell’Ottocento, il suo bisnonno aveva fatto edificare una villa sfarzosa con tutti i confort di quel tempo.
Lungo il muro di cinta che delimitava il feudo di “Punta Aguglia”, alcuni “campieri”, che portavano al seguito la lupara, fungevano da sentinelle.
Sembrava che fosse una fortezza inespugnabile la residenza di Don Ciccio “ù pastranu”; tale fu l’impressione che ebbe Mimì allorquando si accinse ad entrare all’interno della suddetta proprietà. Mimì venne allora bloccato da due campieri che gli chiesero chi fosse, che cosa cercasse lì, e se portasse al seguito armi o oggetti atti ad offendere, perquisendolo sommariamente, tanto che, ad un tratto, a Mimì gli si era chiusa la bocca dello stomaco per lo spavento.
«Sabbenerica!» Disse Mimì ai presenti.
«Sabbenerica a vossia!» Risposero i due campieri.
«A cu circati?
«A Don Ciccio. C’avissi a parrari, si mi po’ arriciviri…. E’ possibili?» Concluse Mimì.
«Nca ciertu! Nu minutu cuntatu, u tièmpu ca jamu e turnamu. Assittativi ca, ntâ stu pitruni. Ora turnamu.»
Così dicendo i due uomini armati si allontanarono addentrandosi in una fitta boscaglia, lasciando il Mimì da solo intento a ragionare su quello che avrebbe dovuto dire a Don Ciccio, di come si sarebbe dovuto comportare, ed in particolare se gli avesse dovuto fare l’inchino, il baciamani..
La sua mente era confusa. Sudava freddo. Gli faceva male lo stomaco. Le gambe avevano cominciato a tremargli.

Trascorsero più di due ore da quando Mimì era giunto all’interno del feudo, ma nessuno gli aveva fatto sapere qualcosa. Dei due campieri, e soprattutto di Don Ciccio, nessuna traccia.

Aspettò, aspettò a lungo. Infine, quando erano da poco trascorse quattro ore dal momento in cui si era seduto su quel masso, che gli aveva ridotto il sedere in un colabrodo, vide in lontananza due uomini che si avvicinavano al luogo in cui egli si trovava, in sella a due giumente.

Francesco Toscano

Al prossimo post!
Stampa il post.

Post in evidenza

Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.

Buonasera!  Oggi mi pregio di pubblicare la recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", dello scrivente Francesco ...

I post più popolari

La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."

Cenni storici sul Comune di Palermo,Monreale, la Sicilia in genere.News su società e cultura. News dalle Province Siciliane. Storia di Palermo e della Sicilia dalla preistoria ai giorni nostri. Elementi di archeologia misteriosa,della teoria del paleocontatto.


La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.