La città di Palermo, vista dalla cupola dell'oratorio del SS. Salvatore sito in Corso Vittorio Emanuele II. |
Buongiorno!
Il Teatro Politeama Garibaldi. |
(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Politeama_(Palermo))
Piazza Pretoria, o della vergogna. |
Il carro trionfale di Santa Rosalia, nell'angolo superiore destro del Piano della Cattedrale. La storia ru fistinu in onore della Santuzza: |
Nella grotta indicata dalla visione vennero trovate 27 reliquie e il giorno 15 luglio l'arcivescovo seguito da tutto il clero, dal senato palermitano e da alcuni cittadini eminenti fece una processione attraverso le strade della città con le reliquie della santa. In pochi giorni la città venne liberata dalla peste. Dal 1625 la Chiesa autorizzò il culto, anche se Rosalia venne proclamata santa soltanto il 26 gennaio 1630. Nel 1625 le reliquie vennero poste all'interno di uno scrigno in argento e vetro, custodito all'interno del Palazzo Arcivescovile, e dallo stesso anno vennero portate in processione per ricordare il miracolo compiuto, inaugurando una tradizione che in più di tre secoli ha subito ben poche interruzioni.
La prima celebrazione del 1625 fu particolarmente breve: le reliquie vennero spostate per pochi metri, dal Palazzo Arcivescovile fino alla cattedrale. Il percorso divenne sempre più lungo e complesso con i passare degli anni, fino a coinvolgere buona parte della città. Alla processione partecipano di diritto molte confraternite costituite nel corso dei secoli, la più antica e famosa è la Confraternita di Santa Rosalia dei Sacchi, costituita nel 1635 e formata da barbieri e calzolai (varberi e scarpari).
L'ingresso monumentale di via Roma. |
La costruzione di questa nuova via pubblica ha modificato l'estetica di numerose costruzioni e drasticamente alterato determinate zone come Piazza San Domenico. Via Roma presto è stata fiancheggiata da qualsiasi lato dalle costruzioni imponenti costruite nello stile eclettico del periodo della fine del diciannovesimo secolo. Dalla via Roma si dipartono il quartiere della Loggia, a cominciare da piazza San Domenico e da antiche strade, e potremmo anche accennare alla longitudinale di via Alloro, che giunge sino al Foro Italico, che venne a costituirsi presso la cittadella Al Alisah, in cui si affacciavano i maggiori palazzi nobiliari del secolo scorso. Parecchi sono ormai scomparsi. Restano i sopravvissuti. Dal palazzo Sambuca del secolo XVIII, al palazzetto Rostagni di S. Ferdinando, al palazzo Monroy di Pandolfina, al palazzo Abatellis o Patella e della Galleria regionale d'arte medievale e moderna, e che è ubicata in questo antico palazzo. Su via Roma sboccano la Vucciria, il mercato-suk, e proseguendo il monumentale palazzo delle Poste, tipico dell'architettura "imperiale" del fascismo, e infine all'Hotel des Palmes, aristocratico albergo della Palermo fin de siècle. Partendo dall'area antistante la stazione ferroviaria centrale (1886), piazza Giulio Cesare, dove è presente una statua equestre di Vittorio Emanuele II (1886) di Benedetto Civiletti, oltre cui vi è l'entrata monumentale di via Roma, fiancheggiata da due exedras progettati nel 1936 da Giuseppe Capitò. La via presenta una susseguirsi di costruzioni, tra cui: l'elegante palazzo Napolitano, progettato da Salvatore Caronia Roberti (1923), davanti il palazzo delle Ferrovie (1930) ; il cinema - teatro (1926) Finocchiaro nello stile deco; il Palazzo del Banco Di Sicilia(1936) , anch'esso progettato da Salvatore Caronia Roberti e, alle sue spalle, il palazzo della Cassa Centrale di Risparmio , progettato da Ernesto Basile nel 1907, in stile della nouveau art; Palazzo Savona (1922), ad angolo con Corso Vittorio Emanuele; Palazzo Arezzo (1897). Lungo via Roma, all'intersezione con Corso Vittorio Emanuele, vediamo la Chiesa di Sant' Antonio, del quattordicesimo secolo che nel corso del tempo ha subito molte trasformazioni, particolarmente nel sedicesimo secolo, mentre nel 1823 un terremoto ha danneggiato severamente la costruzione, dopo di che è stata ricostruita in stile neogotico; qui vicino vi è il campanile del quattordicesimo secolo, che ha usato effettuare una funzione civica, radunando le sedute del senato e del Parlamento siciliano. All'inizio del XX secolo, la città comincia ad estendersi fuori le mura verso nord, soprattutto lungo una nuova strada chiamata Via della Libertà. In questo quartiere vengono costruite numerose ville in stile Liberty, da parte di Ernesto Basile e dei suoi allievi. Per la città inizia una nuova età dell'oro, grazie soprattutto all'opera della famiglia Florio. In quest'epoca la città si rinnova, dotandosi di nuovi ospedali, teatri (tra cui il celebre Teatro Massimo ed edifici pubblici. Fra i molti villini Liberty va ricordato senzaltro il Villino Florio nei pressi della Zisa, che con il suo stile eclettico rappresenta un magnifico esempio dell'Art Nouveau messa in luce dal Basile. La maggior parte delle altre ville verranno demolite per far posto ad alti edifici di nuova costruzione mentre rimarranno come monito di quel periodo di ricchezza le residenze borghesi nella borgata di Mondello che diventerà in breve tempo la spiaggia preferita dei palermitani.
Via Libertà è ritenuta, giustamente, la più bella arteria stradale del capoluogo della Sicilia. Trattasi di un bel viale alberato ricco di vetrine e boutique; ampio e grandioso, elegantissimo coi suoi platani verdi e folti (per usare la stessa espressione di Adrien de Saint che scrisse nell'Ottocento la magnificienza del viale). Al tempo in cui visse il de Saint la via era ricca di ville in stile liberty, lo stile di fine Ottocento e dell'inizio del Novecento; le ville e i palazzi di una borghesia che voleva sentirsi all'altezza della vecchia aristocrazia cittadina.Chi giunge a Palermo potra' sentire ancora oggi gli echi di una citta' che, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, aveva scelto il modernismo, la cosiddetta art-nouveau, per realizzare opere che mostrassero la ricchezza e il prestigio di una borghesia imprenditoriale in ascesa. Una classe che intendeva costruire teatri piuttosto che chiese, e poi palazzi e ville all'altezza di quelle dell'antica aristocrazia. Ecco il liberty. Si mostra glorioso negli interni del Teatro Massimo ai quali lavoro' Ernesto Basile che diresse i lavori dal 1891, anno della morte del padre Giovan Battista Filippo ideatore del progetto iniziale, o nello splendido salone di Villa Igiea affrescato da Ettore De Maria Bergler in una esplosione di fanciulle in fiore tra iris, papaveri e melograni. Ma effigie di uno stile che rappresenta meglio di ogni altro un modo di vivere, e' anche il ritratto di Franca Florio come ci giunge attraverso la pennellata rapida, eccentrica del pittore Giovani Boldini. Il quadro, oggi perduto, e' noto soltanto attraverso alcune riproduzioni. Sembra che sia stato rifatto da Boldini per ben due volte: a Ignazio Florio non piaceva l'aria lasciva che il pittore aveva attribuito a sua moglie, splendida e ammiratissima figlia del barone di San Giuliano. Bisogna ammettere pero' che anche nella seconda versione Donna Franca appare in tutta la sua sensuale bellezza. Ha uno sguardo perso a immaginare chissa' cosa, uno scollatissimo abito che pare decorato con inserti tratti da un repertorio di stoffe art-nouveau, e porta al collo il suo celeberrimo filo di perle lungo sette metri. La stessa collana che indossa in una foto scattata nel 1904 mentre riceve l'Imperatore Guglielmo II nel parco della sua casa, appena rinnovata, all' Olivuzza. Ma ritorniamo alla via Libertà. Oggi quelle ville, quei palazzi in stile liberty, purtroppo, non esistono più in quanto una spregiudicata speculazione edilizia ( frutto del malgoverno di una classe politica durata più di vent'anni che aveva trovato in tale attività un'ottima fonte di reddito e di riciclaggio per il danaro sporco della mafia del tempo <-1950-1975> a cui era saldamente legata) ha fatto del cemento armato uno stile e una cultura di vita, facendo perdere alla via quel fascino originario che aveva al tempo delle realizzazioni architettoniche di Ernesto Basile che del liberty palermitano è l'esponente preminente. (Fonte:-1950-1975>http://www.siciliaterradelsole.com/2010/11/le-vie-di-palermo-via-liberta.html)
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