Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...

sabato 4 gennaio 2025

Sinossi di: "Brancaccino! Ù sai a cu ammazzaru steinnata?"; "Che cosa scrivo adesso?" di Francesco Toscano.

Palermo, 4 gennaio 2025.

È una narrazione autobiografica ambientata nel quartiere Brancaccio di Palermo, tra la fine degli anni Settanta - Ottanta del Novecento, suddiviso in capitoli. In essa si raccontano le esperienze di vita dell'autore, nato e cresciuto tra le vie del quartiere Brancaccio, dalla sua fanciullezza e sino alla maggiore età. Brancaccio diviene, così, il proscenio delle vicende umane vissute dai personaggi tratteggiati nei vari capitoli, i quali vengono indicati volutamente con degli alias. Il periodo storico è quello della lotta dello Stato contro le Brigate Rosse ed è incentrato in quello che passerà alla storia come  "la seconda guerra di mafia", che insanguinò  le strade del capoluogo siciliano in quegli anni bui e tetri. In questo contesto sociale i personaggi narrati con grande maestria da Toscano raccontano una Palermo attanaglia dalla violenza efferata posta in essere dalla criminalità organizzata di stampo mafioso e che la rese succube dei suoi lucrosi traffici: quello dell'eroina tra tutti.

Una città che non riuscì ad affrancarsi dal crimine e che costrinse i suoi abitanti a vivere nel terrore dovuto agli eventi nefasti che colpirono tanti concittadini, morti ammazzati delle varie fazioni mafiose rivali tra loro, timorosi che potessero scalfire anche loro o i propri affetti più cari.

Ma come succede in qualsiasi altro luogo al mondo anche i palermitani, costretti a rincasare al tramonto timorosi di essere uccisi, seppure per sbaglio, cominciarono a nutrire sentimenti di rivalsa e di riscatto sociale, con la speranza postuma di poter vivere un futuro migliore in una città che sarebbe diventata scevra delle dinamiche illegali che sino ad allora la contraddistinguevano; una città in cui il bene avrebbe prevalso sul male, anche grazie al sacrificio di tutti quegli uomini che si immolarono per il raggiungimento di questa onorevole causa.

"Brancaccino! Ù sai a cu ammazzaru steinnata?”; -Che cosa scrivo adesso? -. Capitoli Dieci e Undici.

 

Dieci.

 

“La mia nuova bici da cross”

 

È l’alba. A Romagnolo il risveglio degli abitanti del quartiere è lento, calmo. La Moka è già sul fornello che borbotta e a breve il suo prezioso carico di caffè salirà a galla. Il profumo di caffè appena liquefatto satura l’angusta cucina in cui abitiamo e si diffonde in tutte le altre stanze della nostra modesta abitazione. Per strada non c’è anima viva. Le autovetture sono parcheggiate lungo la via G. Alagna, a lisca di pesce. Mio padre possiede una Fiat 127 di colore verde bottiglia, che ha appena acquistato, a rate, e che dice che rivenderà al più presto; anch’essa è parcheggiata lungo la via in cui abitiamo, difronte il portone d’ingresso, così come le altre autovetture degli altri condomini che abitano nella nostra stessa palazzina a due piani, tre col terrazzo verandato. Il mese scorso i ladri hanno rubato tutte e quattro le ruote dell’auto di mio padre, facendocela ritrovare poggiata su due mattoni di tufo giallo, quelli usati nel cantiere edile ubicato a pochi metri da casa. Oggi è sabato 2 dicembre; mancano 23 giorni al Natale del 1978. Dalla camera che condivido con mio fratello, ampia e ben squadrata, che funge anche da soggiorno, vengo svegliato dall’odore pungente del caffè che mamma e papà si stanno preparando per la colazione mattutina, benché la sveglia mattutina programmata la sera precedente da mio padre sia già suonata alle 6:00 in punto. Con non poca fatica mi alzo dal letto, ricavato in un vano dell’armadio a ponte del soggiorno, fatto da un bravo falegname su specifiche fornitegli da mia madre; mi reco in bagno a fare pipì: sono le 7:15, è tardissimo! Mio fratello al mio risveglio, mi guarda sottecchi e si gira dall’altra parte della stanza, con lo sguardo rivolto verso la porta finestra che chiude il balcone che si affaccia su via Alagna. Fa freddo. Ci sono circa dieci gradi Celsius. A marzo, 5 giorni dopo l’equinozio di primavera, ho compiuto 9 anni. Il mio compleanno quest’anno è caduto di martedì. Io, però, sono nato di venerdì. Quest’anno ho festeggiato in maniera diversa il mio compleanno, giacché sono rimasto profondamente impressionato e scosso dalla strage di via Fani, avvenuta a Roma il 16 marzo, in seguito al quale è stato rapito Aldo Moro e barbaramente trucidati cinque uomini della sua scorta. Oggi è un giorno speciale sia per me che per mio fratello. Mamma e papà ieri ci hanno detto che saremmo andati in via Divisi a comperare le nostre nuove biciclette. Mio fratello insiste per avere una Graziella. Io voglio una bicicletta da cross. Come sempre finirà che litigheremo, perché mio fratello, più piccolo di me di due anni, dirà che io ho ricevuto il regalo più bello. Le nostre vecchie bici sono oramai troppo piccole per noi. Facciamo fatica a pedalare e rischiamo di cadere rovinosamente sull’asfalto di catrame. Io, volendoci riflettere, essendo più grande di mio fratello, non mi posso proprio accontentare della Graziella: con una Graziella come faccio ad emulare i miei eroi di CHiPs, Ponch e Jon, che sfrecciano con le loro Kawasaki KZ per le strade di Los Angeles, in California? È troppo lenta e goffa la Graziella per me; non posso pavoneggiarmi. Farei una figura barbina con i miei amici, con i quali già litigo per svariati motivi. Mamma e papà ci hanno detto che sarà il nostro regalo di Natale. Io ho imparato a pedalare qualche anno fa, con una bici più piccola di quella che riceverò in regalo. Qualche foto, conservata nell’album di famiglia e che mia madre conserva come se fosse una reliquia, raffigura sia me che mio fratello Filippo mentre siamo in sella alle nostre due vecchie bici, sorridenti e felici. Ci abbiamo giocato così tanto che sono mezze distrutte. Ho imparato a pedalare e stare in sella alla mia bici a Villa Giulia, una domenica mattina del ’75. In Tv si parla ancora delle Brigate Rosse e della tragica fine del Deputato della Camera e Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, ucciso barbaramente a maggio di quest’anno, dopo cinquantacinque giorni di prigionia. Il TG dice che Moro quest’anno, nel mese di gennaio, ha ricevuto nel suo studio di via Savoia, a Roma, Piersanti Mattarella, Michele Reina e Rino Nicolosi, per parlare della costituenda Giunta regionale della Sicilia. Boh! Io mi annoio con questi discorsi politici, mentre mio padre non aspetta altro che sentire le notizie del TG, la sera, mentre siamo tutti e quattro seduti a tavola intenti a cenare. Dopo aver fatto colazione questa mattina con una tazza di latte caldo e biscotti Colussi, mi sono messo la tuta da ginnastica, le scarpe da tennis, e sono sceso per strada, in quanto papà mi ha detto che per l’acquisto della bici se ne sarebbe riparlato la prossima settimana, dopo l’Immacolata. Ho preso lo zaino verde militare dove custodisco quaderni e libri e mi sono avviato, a piedi, verso la scuola elementare che frequento. Ormai sono grande e mamma mi ha detto che non c’è più di bisogno che mi accompagni lei a scuola. Mio fratello, invece, che è più piccolo, oggi lo accompagna a scuola mamma, giacché dice che sarà impegnato per una recita scolastica: Peter Pan. Filippo frequenta un’altra classe; ha altri amichetti e altri compagni di gioco. È troppo piccolo per fare le stesse cose che faccio io. Io frequento la quarta elementare, mio fratello la seconda. Gli voglio un bene dell’anima, anche se abbiamo due caratteri totalmente diversi e spesso litighiamo.

***

Sono passati 46 anni da allora. Le bici, così come ci avevano promesso i nostri genitori, li ricevemmo in dono il giorno di Santa Lucia del 1978. Mamma e papà quell’anno ci dissero che quello sarebbe stato l’unico regalo che avremmo ricevuto sia per il Natale del 1978, che per l’Epifania del 1979. I soldi erano davvero pochi e i sacrifici dei nostri genitori tanti; i soldi che papà guadagnava in Fiat bastavano solo per pagare l’affitto di casa, le bollette, per la spesa, per lo studio: i regali, potevano attendere. Quell’anno, però, i nostri desideri furono esauditi. Io e Filippo quell’anno toccammo il cielo con un dito in sella alle nostre bici luccicanti. La mia me la ricordo ancora: rosso fuoco, con le stampigliature nere accese lungo la carena. Due specchietti retrovisori. Una sella lunga e nera, che terminava con un piccolo poggia schiena. Una figata!


 

Undici.

 

“Io, playmaker”

 

Mi accingo a varcare l’ingresso di scuola, l’istituto “Don Luigi Milani”, di viale dei Picciotti. Oggi è un giorno speciale per me, e sono entusiasta. Il mio insegnante di Educazione Fisica, l’altro ieri, dopo un provino di circa due settimane, ha deciso che io sarei divenuto il nuovo playmaker della squadra di basket della scuola, che sta disputando il torneo under 14 regionale, con altalenanti risultati. Sostituirò un altro ragazzo che si è trasferito con i genitori in un altro quartiere della città, giacché suo padre, insegnante di Italiano, ha ottenuto la cattedra in un altro istituto cittadino; egli per raggiungere agevolmente la nuova sede lavorativa e non impelagarsi nel traffico mattutino di via Messina Marine ha deciso che fosse stato meglio per tutta la sua famiglia trasferirsi in un altro contesto abitativo: suo figlio, però, il mio amico Lorenzo, non è affatto contento di questa sua decisione, che ritiene un’idea poco felice. Ha pianto tanto, tantissimo, perché di botto deve mollare tutto e cambiare quartiere, compagni di scuola e salutare, forse per sempre, i suoi vecchi amici d’infanzia con cui ha trascorso dei momenti felici negli ultimi anni. Lorenzo ha cominciato a isolarsi dal mondo che lo circonda. L’ho rivisto in parrocchia qualche giorno fa, mentre se ne stava in disparte, seduto su di una panca, tutto solo soletto. L’ho salutato affettuosamente ed egli mi ha detto, ancora in lacrime, che la sua vita fosse finita: io l’ho pregato di farsi coraggio, di reagire, precisandogli che non sono queste le cose brutte della vita. Gli ho detto che avrebbe trovato nuovi compagni di gioco, nuovi amici, e che i suoi vecchi amici, quando egli avesse voluto, li poteva venire a trovare anche utilizzando i mezzi pubblici. Che ci sarebbe voluto davvero poco per metabolizzare questo nuovo cambiamento di vita. È ancora inverno. L’inverno del 1981 è davvero freddo. Le vette che circondano Palermo sono innevate. Ha nevicato anche a Villagrazia e in altri quartieri cittadini. Noi non ci siamo abituati a queste temperature e speriamo che il freddo lasci ben presto quest’aria geografica della Sicilia e ci consenta di essere nuovamente baciati dal Sole. La città negli ultimi giorni è ancora di più attanagliata nel traffico veicolare: i palermitani, già indisciplinati nella normalità mentre si trovano alla guida dei loro autoveicoli, con il nevischio che copre il manto stradale non ci hanno capito più nulla e sembra di stare sulla pista di un autoscontro del Foro Italico, piuttosto che per le vie di una città che si definisce civilizzata. Gli incidenti non si contano più. Regna il caos a Palermo. Oggi è il 9 di gennaio. Ieri, verso le 22:00, ha cominciato a piovere violentemente. Il bidello, Maurizio, parlando con una sua collega, la signora Maria, questa mattina le diceva, durante la pausa caffè, che sembra di rivivere le stesse vicende che hanno vissuto i palermitani nel 1744: questo, a suo dire, è quello che gli ha raccontato Don Giuliani, che insegna Religione qui a scuola, quando crollò, per la più grande ondata di gelo e neve che colpì Palermo, la Sacrestia del convento di San Domenico. Alla radio questa mattina lo speaker ha detto che Castelbuono sembra un paese delle Alpi Graie, a ridosso del Monte Bianco, e che per la tormenta di neve che si è abbattuta in paese nei giorni scorsi si è interrotta l’erogazione di energia elettrica e che le strade sono impraticabili: una situazione drammatica stanno vivendo quei poveretti. Il Giornale di Sicilia di oggi, nelle prime pagine, descrive la situazione in cui versa Monreale, che si è risvegliata sotto mezzo metro di neve ieri mattina. Molte scuole della provincia sono chiuse. Io, però, sono contento di essere venuto a scuola questa mattina. Questa mattina mi ha lasciato mio padre a scuola, dopo che abbiamo accompagnato mio fratello alla Franchetti. In lontananza scorgo il professore Milazzo, il mio insegnante di Educazione Fisica. Mi saluta e mi fa l’occhiolino. Sono felice! Benché io sia il più basso della squadra in cui giocherò, riesco, palleggiando con maestria, a farmi spazio fra gli avversari e far correre sino a canestro i miei compagni. Milazzo, l’altro giorno, mi ha detto che ho una visione di gioco da NBA. Ho toccato il cielo con un dito dopo questo complimento. Spero di non deluderlo.

***

All’epoca dei fatti avevo solo dodici anni. Correvo a perdifiato e non mi doleva niente. Oggi, che mi accingo a compiere cinquantasei anni, i dolori mi tormentano giornalmente. Ho da poco finito un ciclo di infiltrazioni alla schiena, per via di alcune protrusioni che mi provocano delle parestesie alla gamba sinistra. Ho sempre pensato sin da piccolo che sarei divenuto un calciatore, giacché era quello il gioco che praticavo frequentemente e che amavo. Pur tuttavia, il professore Milazzo, che considero un vero e proprio talent scout, ha visto in me delle buone potenzialità per assicurare qualche punto in classifica alla sua squadra di basket della Don Milani. Dopo i giochi della gioventù dell’Ottanta, l’unico gioco da me praticato giornalmente, e direi con dei buoni risultati complessivi, è stato solo la pallacanestro. Io, playmaker di una squadra di basket: e chi lo doveva dire che fra tutti i più bassi ragazzi delle Medie qualcuno avrebbe scelto proprio me per far quadrare il gioco di una squadra che se ne ritornava dalle trasferte dei campi di provincia solitamente con le ossa rotte? Rimpiango quei giorni di fatica e sudore, quando respiravo a pieni polmoni e riuscivo, ancor prima che gli altri potessero pensare un’azione di gioco, a mandare a canestro il pivot della mia squadra di basket, dalla casacca giallo e rossa, che sul retro aveva stampigliato un numero stilizzato color oro, con pantaloncini bianchi e calze rosso e giallo. Bisogna davvero vivere il momento: “Carpe Diem”.


 

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Cenni storici sul Comune di Palermo,Monreale, la Sicilia in genere.News su società e cultura. News dalle Province Siciliane. Storia di Palermo e della Sicilia dalla preistoria ai giorni nostri. Elementi di archeologia misteriosa,della teoria del paleocontatto.


La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.