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giovedì 18 novembre 2010

Il Palazzo reale di Palermo. La Storia di un antico monumento dalle sue origini ai giorni nostri. Seconda parte.

18 Novembre 2010.



Ugo Fancaldo, autore di cronache della seconda metà del secolo XII,  nella sua opera  «Liber De Regno Sicilie », nella quale narrò la storia del regno normanno di Sicilia, soprattutto sotto il regno del re Guglielmo I,detto il Malo, successore di Ruggero, il quale trascorse la maggior parte del suo periodo di regno in Palermo, e la maggior parte delle sue giornate - come sussurravano le malelingue - nei giardini e negli harem del suo palazzo (La presenza fisica del sovrano in Sicilia consenti perciò l'evolversi di un sistema amministrativo alquanto diverso, impostato su fondamenta ad un tempo arabe e bizantine, n.d.r.), continuando nella sua descrizione delle meraviglie del Palazzo reale di Palermo, fra l'altro, aggiunge:" Parecchi altri edifizii per così dire piccoli palazzi, ricchi di splendidi ornamenti erano ivi ancora, dove soleva il Re secretamente trattare coi suoi familiari di affari di stato, o coi magnati dei pubblici e maggiori affari del regno."

Uno di questi era senza dubbio l'aula regia che era attaccata al palazzo; qui fu, come lo stesso Fancaldo riferisce nelle sue cronache, che Guglielmo I il Malo convocò il popolo essendo scappato dalle mani dei congiurati. Nel Palazzo, sappiamo ancora dallo stesso scrittore, vi furono delle carceri. In particolare, il Fancaldo racconta che Guglielmo I, durante la rivolta del Bonello 1160-1161, essendo stati fatti uscire dai congiurati i detenuti dalle carceri del Palazzo, fra i quali dei nobili e dei congiunti del re, durante le fasi concitate della suddetta vicenda, fu per ben due volte assalito da questi, tanto che il sovrano, per evitare il ripetersi di questi  spiacevoli episodi in futuro, fece spostare i detenuti che erano reclusi all'interno del Palazzo facendoli trasferire nelle carceri del Castello a mare, oltre che distribuendoli anche in altri Castelli dell'isola . Anche ai tempi dei Saraceni vi erano all'interno del Palazzo "le pubbliche carceri", come si deduce dalle parole della lettera del monaco Teodosio condotto da Siracusa, dopo l'espugnazione, prigioniero a Palermo:"

Il siracusano Claudio Mario Arezzo, vissuto fra le fine del Quattrocento e il 1575, pubblicò nel 1537 il - De Situ Siciliae -, primo vero tentativo di un completa descrizione geografica della Sicilia, in cui, fra l'altro, riferisce che nel real Palazzo:
Fonte:-

Bibliografia:
  1. "Liber de regno Sicilie";
  2. Descrizione di Palermo antico / ricavata sugli autori sincroni e i monumenti de' tempi da Salvadore Morso, dalla pagina 17 alla pagina 19.
Linkografia:

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