domenica 1 dicembre 2024
Il 15% degli adolescenti italiani è stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta nella vita.
martedì 19 novembre 2024
L'Orto botanico di Palermo: una istituzione museale e didattico-scientifica del Centro Servizi del Sistema Museale dell'Università di Palermo.
Palermo, lì 19 novembre 2024.
L'Orto
Botanico dell'Università degli Studi di Palermo è un ampio giardino botanico
aperto nel 1795; al suo interno insistono piante mediterranee ed esotiche
(6.000 specie coltivate), un erbario (600.000 exsiccata conservati) e statue. L’Orto
è tra i più antichi Orti Botanici d’Europa, oltre ad essere tra le più importanti e rinomate
istituzioni accademiche d’Italia. Considerato un enorme museo all’aperto, l’Orto
Botanico è situato in via Lincoln 2, a ridosso della Settecentesca Villa Giulia
(1777-78), elegante
giardino all'italiana. L’Orto Botanico di Palermo ha una
superficie di 10 ettari, schematicamente suddiviso in ordinamenti e settori,
alcuni risalenti alla fondazione, altri creati in seguito all’ultimo ampliamento
dei primi anni del secolo scorso, altri ancora risalenti a 15-20 anni addietro,
risultato della grande opera di arricchimento delle collezioni intraprese negli
anni Novanta del Novecento. Nei duecento anni di attività al suo interno si
sono svolti studi e i botanici si sono prodigati per la diffusione in Sicilia,
in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo di innumerevoli specie. Le
collezioni scientifiche dell’Orto botanico dell’Università di Palermo hanno una
consistenza rilevata in 3500 individui, consistente nel totale dei reperti
coltivati in piena terra, una diversità vegetale che ammonta a 1692 taxa
specifici e infraspecifici. La componente fanerogamica e quella pteridofitica è
rappresentata, rispettivamente, da 1675 e da 17 specie differenti. Esattamente
si contano 166 famiglie rappresentate da 616 generi, 1507 specie, 19
sottospecie, 86 varietà, 6 forme e 56 nototaxa. Le sue collezioni, oltre ad
essere identificate scientificamente e disposte secondo canoni estetici, sono ordinate
secondo criteri scientifici, prevalentemente secondo ordinamenti sistematici,
tassonomici, fitogeografici, biocologici e tematici (alimentare, medicinale,
colorante, tessile, ecc.)
Il complesso monumentale si
componeva di un edificio centrale, il Gymnasium, sede della Schola Regia
Botanices, che oltre a una sala ottagonale per conferenze comprendeva una galleria di studio, l'Herbarium e l'alloggio per il direttore.
Lateralmente vi erano un Calidarium e un Tepidarium. Tutto, ad eccezione
dell’Acquarium, era stato realizzato secondo il progetto dell’architetto
francese Léon Dufourny, il quale, costretto a rientrare nel 1793 in
Francia per motivi politici, non assistette né alla conclusione dei lavori né
all’inaugurazione dell’Orto.
Negli ultimi anni nella bella cornice
dell'Orto botanico dell'Università degli studi di Palermo si sono svolte varie edizioni
del festival “Una marina di libri”.
Per quattro giorni il Gymnasium, il Tepidarium, la Sala Lanza, il Calidarium,
il Tineo e vari spazi all'aperto hanno ospitato – con ingresso gratuito – più
di 100 eventi e tanti ospiti del festival dell'editoria indipendente, promosso
dal CCN Piazza Marina & Dintorni in collaborazione con le case editrici
Navarra e Sellerio e la stessa Università
degli Studi di Palermo;
Per la Linkografia:
lunedì 18 novembre 2024
La Cattedrale di Monreale: un tesoro architettonico. Questo capolavoro esclusivo vale da solo un viaggio in Sicilia.
Palermo, lì 18 novembre 2024.
Il blog "Sicilia, la terra del Sole." offre diverse informazioni sulla Cattedrale di Monreale, evidenziandone la sua importanza storica ed artistica:
- La Cattedrale di Monreale fu costruita per volere di Guglielmo II di Sicilia con lo scopo di creare un secondo arcivescovado nel territorio palermitano. La costruzione iniziò durante il suo regno e la cattedrale fu completata tra il 1184 e il 1185. La solenne consacrazione avvenne il 6 aprile 1185 e fu presieduta dall'arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio.
- Prima della costruzione della Cattedrale di Monreale, la corte vescovile di Palermo fu costretta ad abbandonare la città e a rifugiarsi nella vicina Monreale. Questo evento portò alla creazione della futura Arcidiocesi di Monreale. Inizialmente, il ruolo di cattedrale fu ricoperto dalla piccola chiesa di Santa Ciriaca, menzionata da Papa Alessandro III nella bolla pontificia del 30 dicembre 1174 che ratificava la costruzione della nuova cattedrale.
- La Cattedrale di Monreale è citata come esempio di "esplosione di bellezza" in un elenco di monumenti e chiese siciliani.
Rifulge nella spaziosa aula basilicale l'aurea gloria dell'intenso addobbo musivo, che per una superficie di ben 6340 mq. riveste le pareti, svolgendo in una luminosa narrazione ricca di vividi cromatismi i cicli dell'Antico Testamento nella navata centrale, della vita di Cristo nelle navi minori, ed episodi seguiti all'Incarnazione del Verbo nelle pareti delle absidi, dominate nell'alto del cappellone dalla possente figura del Cristo Pantocratore. Sulla destra dell'edificio, lo squisito chiostro dell'antica abbazia benedettina, opera dalle fascinose evocazioni orientali, si offre con la ritmata sequenza delle sue cento arcate gotiche sorrette da 228 leggiadre colonnine binate, tutte di diverso ornato. Il chiostro fu costruito da artigiani borgognoni che erano di passaggio per andare in Terrasanta. Centoquattordici coppie di colonnine binate, con capitelli diversi l'uno dall'altro, raffiguranti storie sacre e profane o allegoriche per indurre alla meditazione. "O dives, dives non multo tempore vives". Sulla torre sinistra del Duomo di Monreale, proprio sopra il quadrante dell'orologio è scritto: "Tuam nescis". Proprio così: "Non conosci la tua ora". Questo senso dell'uomo, perituro figlio dello spazio-tempo, domina quella cultura che aveva elevattisimo il senso del trascendente. L'interno del Duomo è un fantastico miracolo di oreficeria. Non v'è centimetro di muro che non sia rivestito di mosaici su fondo d'oro. La visione del folgorante sole di Sicilia, che non si limita ad entrare dalle alte e lanceolate finestre delle pareti e dalle absidi che guardano ad Oriente, ma ritrova il suo mirabile riflesso dorato nel tempio, dove i mosaici che raccontano la storia del cristianesimo, dall'antico Testamento ai fatti principali della vita di Cristo, e quelli che attraverso la rappresentazione di angeli, profeti e patriarchi e santi magnificano i trionfi della Chiesa, sono un inno al trascendente. Dentro il tempio le tombe di Guglielmo I in porfido, e quella di Guglielmo II in marmo bianco, scolpito e dorato solo nell'ala sinistra. Ma l'occhio si abbaglia alla vista della gigantesca raffigurazione del Cristo Onnipotente, con la mano destra in atto di benedire e con un libro nella mano sinistra dove è scritto, in greco e in latino: " Io sono la luce del mondo: chi segue me non va per le tenebre". Questa grande figura che sembra abbracciare tutto il tempio, visbile da ogni parte, sembrare ovunque si sia, con dolci occhi a mandorla. Sotto, nella parte centrale dell'abside maggiore spicca la figura di Maria, seduta in un seggio, che tiene in ginocchio il bambino, in un abito azzurro e ai lati del suo capo una scritta in greco: "Tutta Immacolata ". Fra le cappelle va ricordata quella che conservò il corpo di San Luigi, prima che fosse portato in Francia, e quella di San Benedetto, di un fastoso Barocco. Le porte in bronzo sono di Barisano da Trani e di Bonanno da Pisa, il tetto del Duomo in forma di carena di nave è in legno scolpito e fregiato in oro. Il Duomo è architettonicamente tracciato a croce latina, proprio per una scelta culturale occidentale dell'ultimo dei re normanni, Guglielmo II detto il "Buono". Da visitare, oltre ai sarcofagi in porfido di Guglielmo I e II , la Cappella cinquecentesca di San Benedetto e la secentesca Cappella del Crocifisso attraverso la quale si accede al ricco tesoro del Duomo. Tel. 0916404413 - orario visite:
lunedì | 09–12:45 14:30–16:30 |
martedì | 09–12:45 14:30–16:30 |
mercoledì | 09–12:45 14:30–16:30 |
giovedì | 09–12:45 14:30–16:30 |
venerdì | 09–12:45 14:30–16:30 |
sabato | 09:30–12:45 14:30–16:30 |
domenica | 14:30–16:30 |
Per la Linkografia:
https://siciliaterradelsole.blogspot.com/2008/01/monreale.html;
Il Duomo di Monreale, Palermo. ~ Sicilia, la terra del Sole.
https://www.beweb.chiesacattolica.it/cattedrali/cattedrale/658/Chiesa+di+Santa+Maria+Nuova.
mercoledì 13 novembre 2024
"Che cosa scrivo adesso?", di Francesco Toscano. Quattro - Il bullo.
Quattro.
Il bullo.
Gli inizi degli anni ’80 furono per F. degli anni davvero terribili; non perché avesse contratto una malattia
rara, né perché qualcuno della sua famiglia si fosse ammalato e stesse per
morire, ma perché durante la sua breve esistenza ebbe la sfortuna di incontrare G., un suo coetaneo, che gli rese la vita davvero difficile, bullo qual era.
I due bambini, 10 anni il primo, 12 il secondo, non entrarono mai in empatia.
Qualcosa li costringeva a non accettarsi l’uno con l’altro. G. cercava ogni
scusa, anche la più banale, per mettere sotto F. e riempirlo di schiaffi e
pugni. G. era il classico bullo di zona che cercava di prevaricare sul suo
prossimo. Se ci ripenso, oggi che sono un po’ più vecchio, ritengo che forse G. avesse di bisogno di ricevere più attenzioni da parte dei suoi familiari: ma di
questo non ne sono sicuro. Eppure G. era il fratello di Marco, che tanti
bambini ammiravano, me compreso. Non capivo allora come potessero essere così
diversi i due fratelli; e ancora oggi, sforzandomi di capire, non me ne
capacito. L’abitazione di F. distava solo settanta passi da quella di G.: di
ciò ne sono sicuro, perché li ho contati personalmente quei passi che tenevano
lontani il bambino bullo da quello vessato, passeggiando il cane di mia figlia,
il piccolo Ciro, in tempi recenti lungo le vie del quartiere. F. spesso rientrava
a casa, piangendo, con dei lividi in corpo, poiché G. lo aveva maltrattato,
in presenza di altri bambini, picchiandolo senza alcun ritegno. F. si
difendeva dal bullo che lo aveva preso di mira, cercando di colpirlo a sua
volta, ma senza riuscirvi: G. era più alto e grosso di lui. Un giorno F.,
però, stanco delle vessazioni e della condotta di G. raccontò tutto quanto gli
accadeva ad uno dei suoi tanti cugini che abitava, come lui, all’intersezione
fra la via Giacomo Alagna e la via Gino Funaioli del quartiere Brancaccio. C. il cugino di F. che raccolse le
pene, le ansie, le frustrazioni del piccolo monello F., prendendo le sue difese decise che quanto prima gliel'avrebbe fatta pagare a G., malgrado egli sapesse benissimo che G. fosse più piccolo di
lui di qualche anno. Un giorno F. e suo cugino, C., incontrarono G. lungo
la via da loro percorsa. Il cugino di F., C., decise allora che fosse
arrivato il momento di fargliela pagare a G. per tutte le sue nefandezze. Con
una scusa C. attirò G. in un tranello, così da poterlo prendere alle spalle
e tenerlo fermo: solo allora invitò il cugino vessato a picchiare il suo nemico
bullo più forte che potesse. F., così, sfogò la sua rabbia sul corpo del
piccolo G. con calci e pugni, tanto che G. se ne ritornò a casa con dei
rivoli di sangue ed ecchimosi vari che gli segnavano il volto e altre parti del
corpo. Qualche ora dopo la mamma di G., recatasi sotto il balcone dell’abitazione
di F., inveì contro la mamma del bambino vessato da suo figlio, che lei
ritenne essere un bullo, apostrofandola con degli epiteti irripetibili e
lamentandosi circa l’incapacità dei genitori di F. di non essere in grado di
frenare l’indole delinquenziale del proprio figliolo che, a suo dire, sarebbe
cresciuto un vero e proprio “Malacarne”. Ma il destino volle che F. divenisse
un’appartenente delle Forze di Polizia, mentre G., dopo aver imparato la
lezione che la vita di strada gli aveva impartito suo malgrado, da grande si sarebbe
preso cura degli altri suoi simili compassionevolmente. La strada, purtroppo, è
palestra di vita. I bambini degli anni ’80, ahimè, che sono cresciuti per
strada e con le regole che la strada impone loro, sono davvero diversi dai
bambini di oggi che trascorrono troppo tempo fra le mura domestiche intenti a
giocare con la Playstation e/o con altre consolle: oggetti che sono delle vere
e proprie nuove maghe Circe che per mezzo di un’alchimia neurale consente loro
di immergersi in un mondo fantastico che li tiene lontani dalla vita vera:
quella fatta di sudore e sangue, che ti fortifica e ti fa diventare un adulto forte e pronto a combattere le insidie che la vita ti pone dinanzi.
lunedì 11 novembre 2024
Confronto tra Bozzetti e Quadro Finale de "La Vucciria".
I bozzetti preparatori di Guttuso per "La Vucciria" sono fondamentali per comprendere il processo creativo che ha portato alla realizzazione del quadro finale. Attraverso una serie di studi, l'artista ha definito la composizione, la disposizione delle figure e l'atmosfera dell'opera.
-
Studio per la Vucciria, 74/15 (Collage): Questo primo studio, realizzato con la tecnica del collage, presenta un assemblaggio convulso di oggetti e figure. I ritagli di giornale utilizzati per rappresentare le merci suggeriscono un'idea ancora in fase embrionale. Le figure umane, ispirate a Picasso, appaiono inquietanti e scompaiono negli studi successivi. Manca ancora la definizione dello spazio dedicato al passaggio delle persone e le lampade non sono presenti.
-
Studio per la Vucciria, 74/16 (Acquerello): In questo studio compare una lampada e lo spazio dedicato alle cassette di pesce aumenta. Un venditore che grida, con un pesce in mano, domina la scena.
-
Bozzetto per la Vucciria, 74/17 (Matita): I personaggi si concentrano al centro del quadro e il venditore di pesce impugna la spada del pesce spada. Compaiono le tende che delimitano la composizione e un altro venditore grida con due galli in mano.
Il quadro finale de "La Vucciria" si presenta come una sintesi degli elementi presenti nei bozzetti.
- La composizione è rigorosa: ogni elemento trova la sua collocazione definitiva.
- Le figure umane si integrano perfettamente nel mercato: il loro numero è difficile da stabilire a causa della loro disposizione all'interno dello spazio.
- Le lampade, ora concentrate nell'emiciclo finale, creano una luce abbagliante che intensifica l'effetto spaziale.
- La divisione delle merci è netta: a sinistra il pesce, a destra le uova, le carni, i formaggi, le olive, la frutta e la verdura.
In sintesi, i bozzetti di Guttuso per "La Vucciria" documentano un percorso creativo che, partendo da un'idea iniziale caotica, arriva a una composizione finale ordinata e potente. Il quadro finale, pur mantenendo l'energia e la vitalità del mercato, si presenta come un'opera complessa e stratificata, ricca di significati simbolici.
Qual è il legame tra il mercato della Vucciria e lo Steri a Palermo?
Il legame tra il mercato della Vucciria e lo Steri a Palermo è profondo e simbolico. Lo Steri, un tempo sede dell'Inquisizione, ospita ora il dipinto di Renato Guttuso "La Vucciria", dedicato all'omonimo mercato popolare palermitano.
- Questa collocazione rappresenta la vittoria del popolo, rappresentato dal vivace mercato, sul potere oppressivo dell'Inquisizione.
- I rumori e la vitalità del mercato contrastano con il silenzio e la cupezza delle carceri dell'Inquisizione, creando un forte impatto emotivo.
Oltre al legame simbolico, esiste anche un legame storico tra i due luoghi. Nel 1783, il viceré Caracciolo abolì l'Inquisizione e destinò le sue rendite a istituzioni culturali e universitarie, prefigurando l'attuale destinazione dello Steri. Lo stesso viceré si occupò della sistemazione urbanistica del mercato della Vucciria, organizzando i banchi di vendita e creando Piazza Caracciolo, dove si svolgeva il mercato.
Piazza Caracciolo era stata precedentemente utilizzata dall'Inquisizione per gli autodafé, le esecuzioni pubbliche dei condannati. La scelta di questa piazza per il mercato simboleggia la riappropriazione di uno spazio pubblico da parte del popolo.
L'opera di Guttuso "La Vucciria" rimase nascosta nelle segrete dello Steri per oltre trent'anni, prima di essere esposta al pubblico nel 2005. Questa "liberazione" del dipinto rappresenta la definitiva vittoria della luce e della vita del mercato sull'oscurità e l'oppressione del passato.
sabato 9 novembre 2024
I vicoli di Palermo: un labirinto di storia e contraddizioni.
I vicoli di Palermo sono un elemento caratteristico del tessuto urbano della città, un labirinto di strade strette e tortuose che si snodano tra antichi edifici e monumenti. Il blog “Sicilia, la terra del Sole.” offre alcuni spunti per comprendere il ruolo dei vicoli nella storia e nella vita quotidiana di Palermo.
I vicoli come testimonianza del passato: I vicoli di Palermo sono spesso il
risultato di una stratificazione storica millenaria. Le loro origini possono
essere fatte risalire a diverse epoche, dalle dominazioni arabe e normanne fino
ai periodi più recenti. Ad esempio, il quartiere della Kalsa, descritto nel
romanzo "MALACARNE",
di Francesco Toscano, conserva ancora tracce del suo passato arabo, con i suoi
vicoli stretti e tortuosi che rievocano l'antica cittadella fortificata di
Halish.
I vicoli come luoghi di vita sociale: I vicoli di Palermo non sono solo
spazi di passaggio, ma anche luoghi di vita sociale. In passato, i
mercati si svolgevano proprio nei vicoli, come nel caso della Vucciria,
descritta in un post del blog come un luogo dove la gente si riuniva per
acquistare prodotti
freschi e consumare specialità locali. Ancora oggi, i vicoli di Palermo
sono animati da botteghe artigiane, piccoli negozi e locali, che contribuiscono
a creare un'atmosfera vivace e autentica.
I vicoli come luoghi di contraddizioni: Come emerge dalla consultazione dei
post pubblicati nel blog “Sicilia, la terra del Sole.”, Palermo è una città di
contrasti, dove la bellezza si scontra con il degrado, la speranza con la
violenza, e il passato con il presente. Questa duplice natura di Palermo si
riflette anche nei suoi vicoli, che possono essere al tempo stesso affascinanti
e pericolosi. Alcuni vicoli sono ben curati e frequentati da turisti, mentre
altri sono degradati e poco sicuri, soprattutto di notte.
I vicoli come fonte di ispirazione artistica: I vicoli di Palermo, con la loro
atmosfera unica e suggestiva, hanno ispirato numerosi artisti, scrittori e
registi. Renato Guttuso, ad esempio, ha dedicato un celebre dipinto al mercato
della Vucciria,
catturando la vitalità e il caos di questo luogo.
In conclusione, i vicoli di Palermo sono molto più che semplici strade.
Essi rappresentano un elemento fondamentale dell'identità
della città, un labirinto di storia, cultura e contraddizioni che merita di
essere esplorato e compreso.
Al prossimo post!
Il campanilismo tra Palermo e Catania: una rivalità storica.
Palermo, lì 9
nov. 2024.
Il blog “Sicilia, la terra del Sole.” non si concentra sul campanilismo tra Palermo e Catania in modo specifico.
In taluni
post, pubblicati nel corso degli anni, si accenna a questa rivalità; essi la
descrivono come una competizione costante tra le due città per rappresentare la
Sicilia nel resto del mondo.
L'autore
sottolinea come Catania sia da sempre in competizione con Palermo, il capoluogo
di regione, su quale delle due città sia degna di rappresentare la Sicilia e i
siciliani a livello internazionale.
Questa breve menzione evidenzia la storica rivalità tra Palermo e Catania, che si estende a diversi ambiti, tra cui:
- Politica e amministrazione: Palermo, come capoluogo di regione, detiene un ruolo politico e amministrativo di primo piano. Catania, da parte sua, è la seconda città per importanza e popolazione, e aspira a un ruolo di maggiore rilievo;
- Economia: Entrambe le città sono centri economici importanti per la Sicilia, ma con specializzazioni diverse. Palermo è un importante centro turistico e commerciale, mentre Catania si distingue per l'industria e l'agricoltura;
- Cultura: Sia Palermo che Catania vantano un ricco patrimonio culturale, con monumenti, musei e tradizioni uniche. La rivalità tra le due città si estende anche al campo culturale, con un confronto costante su quale delle due sia più rappresentativa dell'identità siciliana.
Il blog non
approfondisce le ragioni storiche di questa rivalità, ma è noto che essa ha
radici antiche, risalenti alle diverse dominazioni che hanno interessato la
Sicilia nel corso dei secoli. Per comprendere meglio le cause e le dinamiche di
questa competizione tra Palermo e Catania, sarebbe necessario consultare fonti
storiche e sociologiche specifiche, facilmente reperibili in rete.
Al prossimo post!
Il carattere palermitano: difficile da definire.
Il blog “Sicilia, la terra del Sole.” fornisce uno spaccato sulla storia, l'arte e la cultura di Palermo, ma non si concentra esplicitamente sul carattere dei suoi abitanti. Tuttavia, alcune informazioni possono essere estrapolate dai post in esso contenuti per delineare un'immagine parziale:
- Orgoglio
cittadino: Un
post menziona la rivalità tra Catania e Palermo
su quale delle due città rappresenti meglio la Sicilia e i siciliani nel
mondo. Questo suggerisce un forte senso di orgoglio e appartenenza alla
propria città;
- Senso
di comunità e tradizione: Le descrizioni dei mercati popolari come la
Vucciria e Ballarò
mostrano un forte senso di comunità e attaccamento alle tradizioni locali;
- Influenza
della storia: La
storia di Palermo, segnata da diverse dominazioni e influenze
culturali, ha sicuramente plasmato il carattere dei suoi abitanti. Ad
esempio, la presenza di elementi architettonici normanni,
arabi
e barocchi nelle
chiese testimonia un'eredità complessa e stratificata;
- Contesto sociale difficile: In alcuni post, poi, emerge un contesto sociale difficile, con la presenza della criminalità organizzata e la difficoltà di reinserimento per chi ha un passato criminale. Tuttavia, è importante sottolineare che questo non rappresenta la totalità della popolazione palermitana.
Il cibo da strada e l'identità palermitana
Il blog, in particolare, offre uno spaccato
interessante sul
ruolo del cibo da strada nella cultura palermitana. Sebbene non si
concentrino sull'analisi del carattere dei palermitani, alcuni spunti emergono
dalle descrizioni dei quartieri, delle tradizioni culinarie e delle interazioni
sociali legate al cibo.
Il cibo da strada come elemento di coesione sociale:
Le specialità palermitane come simbolo di identità: Le fonti menzionano diverse
specialità culinarie tipiche di Palermo, tra cui:
- Il
panino con la milza ("pane ca meusa"): Questo panino, venduto in
chioschi e bancarelle in tutta la città, è descritto come una delle
specialità più amate dai palermitani, tanto da essere stato insignito del
premio "Oscar del cibo di strada" nel 2015. La sua popolarità
testimonia l'attaccamento dei palermitani alle proprie tradizioni
culinarie;
- Lo
sfincione: Questa
focaccia morbida e saporita, condita con pomodoro, cipolla e caciocavallo,
è un'altra specialità palermitana molto apprezzata. La sua preparazione e
il suo consumo sono legati a momenti di festa e convivialità;
- Le
arancine: Queste
crocchette di riso ripiene, fritte e dorate, sono un altro simbolo della
cucina palermitana. La loro varietà di gusti e la loro diffusione in tutta
la città ne fanno uno dei cibi da strada più consumati;
- Pane
e panelle: Questa
semplice ma gustosa combinazione di pane e frittelle di farina di ceci è
un'altra specialità palermitana che si può trovare facilmente per le
strade della città.
La presenza di queste specialità culinarie, tramandate
di generazione in generazione, contribuisce a creare un senso di identità e
appartenenza tra i palermitani. Il cibo da strada, in questo senso, diventa un
simbolo della cultura e della tradizione locale.
Il cibo da strada come riflesso della storia
multiculturale di Palermo: La cucina palermitana è il risultato di secoli di influenze culturali
diverse, come quelle arabe, normanne e spagnole. Questa eredità multiculturale
si riflette anche nel cibo da strada, che spesso presenta ingredienti e
tecniche di preparazione provenienti da diverse tradizioni. Ad esempio, lo
sfincione ha origini arabe, mentre le arancine sono state influenzate dalla
cucina spagnola.
Il cibo da strada come strumento di inclusione
sociale: In un post presente nel
blog si parla, inoltre, di un'iniziativa chiamata "Le
Arancine aiutano a Leggere", che promuoveva l'istruzione e la cultura
dei bambini di Ballarò, un quartiere di Palermo con una forte presenza di
immigrati. Questa iniziativa dimostra come il cibo da strada possa essere
utilizzato anche come strumento di inclusione sociale e di promozione di valori
positivi.
In conclusione, il blog "Sicilia, la terra del Sole." suggerisce che il cibo da
strada a Palermo non è solo un modo per soddisfare la fame, ma rappresenta un
elemento importante della cultura e dell'identità palermitana. Esso, in ultima analisi, contribuisce
a creare un senso di comunità, a tramandare le tradizioni locali e a riflettere
la storia multiculturale della città.
Al prossimo post!
giovedì 7 novembre 2024
La Via Roma di Palermo: un taglio nel cuore della città.
Nascita e sviluppo di un'idea controversa
- Il
Piano Giarrusso: Alla
fine dell'Ottocento, Palermo, come molte altre città europee, si trovava
ad affrontare sfide legate all'urbanizzazione e al miglioramento delle
condizioni igienico-sanitarie. L'ingegnere Felice Giarrusso propose un
ambizioso "Piano regolatore di risanamento", che prevedeva la
realizzazione di grandi viali rettilinei per "arieggiare" la
città e modernizzarne l'aspetto.
- Il
"taglio" nella città: La Via Roma, inserita in questo piano,
rappresentò un vero e proprio "taglio" nel cuore del centro
storico, comportando, come si diceva, la demolizione di numerosi edifici
storici, chiese, palazzi nobiliari e persino di un intero quartiere.
L'obiettivo era quello di creare una grande strada di rappresentanza, che
collegasse i punti nevralgici della città.
- Realizzazione in fasi: La costruzione della Via Roma si protrasse per diversi decenni, con fasi alterne dovute a difficoltà finanziarie e a cambiamenti politici. Il primo tratto fu realizzato tra il 1895 e il 1898, mentre l'ultimo fu completato negli anni Venti del Novecento.
Le conseguenze di una scelta urbanistica
La creazione della Via Roma ha avuto un impatto
profondo sulla città di Palermo:
- Perdita del patrimonio storico: La demolizione di numerosi edifici storici ha
comportato una grave perdita di memoria storica e di identità per la città;
- Trasformazione del tessuto urbano: La nuova strada ha radicalmente modificato l'assetto
del centro storico, creando un vuoto urbanistico e stravolgendo i percorsi
tradizionali;
- Dibattiti e polemiche: La scelta di realizzare la Via Roma ha suscitato fin da subito accese
discussioni tra i sostenitori della modernizzazione e i difensori del
patrimonio storico.
Via Roma oggi: un'eredità complessa
https://siciliaterradelsole.blogspot.com/2010/11/le-vie-di-palermo-via-roma.html
Per la Bibliografia:
- Adriana Chirco e Mario Di Liberto, Via Roma, la strada nuova del Novecento, Dario Flaccovio Editore, 2008;
- Il taglio di via Roma, di Mario Giorgianni, edito da Sellerio Editore, EAN 9788876811326;
- AA.VV, Relazione della Commissione Governativa d'inchiesta sulla costruzione di via Roma in Palermo, Palermo, Stabilimento Tipografico Mirto, 1907;
- Ragonese, R., "Il Taglio di Via Roma" in Amendolagine, F. (ed.), Des Palmes, Palermo, Sellerio, 2006:
- Zappulla (ed.), L'architettura a Palermo dal 1860 al 1930, Palermo, Edizioni Universitarie; 1983.
Per la Linkografia:
- Palermo: via Roma, ieri e oggi | www.palermoviva.it;
- Il Taglio di Via Roma: storia della nascita di una strada;
- Lo scomparso quartiere della Conceria;
- La via Roma in wikipedia.org.
mercoledì 6 novembre 2024
Il Cassaro: un'arteria vitale nel cuore di Palermo.
Palermo, 6 nov. 2024.
Il Cassaro, ufficialmente Via Vittorio Emanuele, già soprannominata Via Toledo e Via Marmorea, è la strada più antica - e fra quelle più ampie - di Palermo. La strada prende il nome dall'antico omonimo quartiere, chiamato in arabo Al Qasar; esso è un punto focale per la comprensione di Palermo. Non si tratta semplicemente di una via, ma di un'arteria che pulsa con la storia, la cultura e l'anima della città.
- Un percorso ricco di storia: Il Cassaro, è il punto di riferimento per "Conoscere la città di Palermo"; si presenta come un percorso ideale per immergersi nella storia urbana della città. La sua importanza è sottolineata anche dalla presenza della Biblioteca Regionale Centrale della Regione Siciliana nel suo cuore.
- Un centro culturale vibrante: La Via dei Librai, evento di grande successo, ha animato il Cassaro Alto, trasformandolo in un'isola letteraria e culturale. La mostra dei costumi e degli elementi di scena della Fondazione Teatro Massimo, ospitata nella Biblioteca Regionale Centrale, testimonia ulteriormente la vocazione culturale di questo luogo.
- Un luogo da esplorare: Che il Cassaro abbia un ruolo centrale nella vita di Palermo, è indiscutibile. Esso rappresenta un punto di partenza per la conoscenza della città.
Storia:
mercoledì 30 ottobre 2024
Recensione del romanzo giallo "I ru viddrani" di Francesco Toscano.
"I ru viddrani" di Francesco Toscano è un romanzo giallo ambientato in Sicilia, che intreccia la vita di un anziano raggirato da una badante con le dinamiche della criminalità organizzata locale.
Trama:
La storia ruota attorno a Domenico Sinatra, un anziano signore agrigentino che viene derubato dei suoi risparmi dalla sua badante rumena. Disperato, si rivolge a due vecchi amici, conosciuti come "ru viddrani" (gli anziani), con la speranza di recuperare il maltolto attraverso i loro contatti con la mafia locale.
Don Ciccio, il boss mafioso del paese, mosso da un senso di giustizia verso l'anziano, incarica i suoi uomini di rintracciare la ladra e farle restituire il denaro. Tuttavia, la situazione degenera rapidamente e la badante viene trovata assassinata.
Inizia così un'intricata indagine che coinvolge sia la polizia che i carabinieri, i quali dovranno districarsi tra le intricate relazioni tra le diverse fazioni criminali e i segreti nascosti nel cuore della comunità locale.
Cosa rende interessante questo romanzo:
- Ambientazione: La Sicilia, con le sue tradizioni, le sue contraddizioni e la presenza della mafia, offre uno sfondo perfetto per un thriller avvincente;
- Personaggi: I personaggi sono ben delineati, ognuno con le proprie motivazioni e i propri segreti;
- Trama: La trama è ricca di colpi di scena e mantiene il lettore incollato alle pagine fino all'ultima riga;
- Tema: Il romanzo affronta temi importanti come la giustizia, la lealtà, il potere della mafia e il rapporto tra le generazioni.
Per chi è adatto:
"I ru viddrani" è un romanzo adatto a tutti gli appassionati del genere giallo, ma anche a chi è interessato alla cultura siciliana e alle dinamiche della criminalità organizzata.
Dove trovarlo:
Il libro è disponibile in formato cartaceo ed ebook su diverse piattaforme online, come Amazon, IBS e Libreria Universitaria.
In conclusione:
"I ru viddrani" è un romanzo giallo ben scritto e coinvolgente, che ti porterà nel cuore della Sicilia e ti farà vivere un'avventura appassionante. Se ami i gialli con un tocco di noir e un pizzico di ironia, questo libro fa al caso tuo.
Sinossi:
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Il blogroll dei miei blog preferiti
La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.