sabato 21 marzo 2009
MALTEMPO: NEVICA IN SICILIA, QUALCHE DISAGIO ALLA VIABILITA'.
venerdì 20 marzo 2009
Calcio/Palermo: Amelia "A Verona per vincere".
giovedì 19 marzo 2009
San Giuseppe, il padre putativo di Gesù.
Un’altra festa è quella dello sposalizio di Maria SS. Con S. Giuseppe iniziata in Francia nel 1517, adottata dai Francescani nel 1537, promossa in particolar modo da San Gaspare Bertoni, viene celebrata solitamente il 23 gennaio, benché trasferibile in altra data.
Pio IX nel 1847 invece estese a tutta la Chiesa la festa del Patrocinio di San Giuseppe, già celebrata a Roma dal 1478. Veniva celebrata la terza domenica dopo Pasqua, fu trasferita poi di seguito al terzo mercoledì dopo Pasqua e infine sostituita nel 1956 con la festa di San Giuseppe Artigiano, assegnata al 1 maggio. In alcuni luoghi era celebrata, il 17 febbraio, la Fuga in Egitto, conservata ancora oggi da Copti al 1 giugno.
Tavole di San Giuseppe
In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono dentro casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino, sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di S. Giuseppe.
Talvolta è un intero quartiere a provvedere e allestire le tavole all’aperto. Alimento tradizionale di questa festa è la frittura, nota con il nome di “frittelle” a Firenze e a Roma, “zeppole” a Napoli e in Puglia, “sfincie” a Palermo. In alcune parti la festa è associata all’accensione di falò. In Canton Ticino sono tradizionali i "tortelli di San Giuseppe".
Fonte: wikipedia.it
martedì 17 marzo 2009
CALCIO/PALERMO: CARROZZIERI, COL CHIEVO STESSO SPIRITO DI FIRENZE.
Tuttavia, noi andremo al Bentegodi come siamo andati a Firenze. Di sicuro il Chievo e' una buona squadra''. Lo afferma dal sito dei rosanero Moris Carrozzieri, difensore del Palermo, parlando della trasferta di domenica prossima a Verona.
''Adesso tutto e' piu' tranquillo - dice il difensore rosanero - dopo il pesante ko contro il Catania, sono arrivate le due vittorie consecutive contro Fiorentina e Lecce che ci hanno dato serenita' e proiettato in una dimensione di classifica interessante. Noi, comunque abbiamo l'obiettivo di raggiungere al piu' presto la salvezza, non ancora blindata dalla matematica. Per altri obiettivi, credo sia ancora presto. Viviamo alla giornata, sperando alla fine di conquistare qualcosa di importante''. Carrozzieri e' anche convinto che Zamparini sia un portafortuna. ''Proveniamo da due vittorie consecutive, contro Fiorentina e Lecce ed il presidente ci ha fatto visita alla vigilia dei due incontri.
Spero che ci venga a trovare anche questa settimana''.
L'ultimo pensiero e' rivolto ai tifosi. ''Ci siamo immedesimati nel dispiacere della nostra tifoseria dopo la pesante sconfitta nel derby. A loro abbiamo regalato pero' due vittorie importanti nelle ultime due partite di campionato e la speranza e' che si torni uniti come prima.
Noi - conclude Carrozzieri - andiamo in campo sempre con lo spirito giusto, ma purtroppo quella partita l'abbiamo persa.
Adesso speriamo di raggiungere un obiettivo insperato per loro e per noi''.
dod/mcc/ss
domenica 15 marzo 2009
MINORI : PRESENTAZIONE PROGETTO “IN&OUT” AL CARCERE MALASPINA DI PALERMO.
“Il progetto coinvolge gli istituti penali per minorenni di Palermo, Catania, Acireale, Caltanissetta - spiega l’assessore Francesco Scoma - . E’ unico in tutta Europa, poiché oltre ai corsi di formazione per i minori e il personale che opera nelle carceri, alla fine nei 4 penitenziari resteranno anche opere strutturali: a Palermo verranno costruiti un impianto di irrigazione ed un campo di calcio a 5, a Catania un campo di calcio a 11 in erba sintetica, ad Acireale saranno allestite una cucina didattica ed una sala polifunzionale per attività teatrali, a Caltanissetta un campo di calcio a 5 ed un’aula polifunzionale”.
Il progetto durerà 24 mesi e si chiuderà a luglio del 2010. “In&Out” prevede, inoltre, l’attivazione di 200 borse lavoro per altrettanti soggetti minorenni detenuti nei 4 istituti siciliani, che potranno così lavorare negli stessi cantieri attivati per la realizzazione delle opere strutturali, e il confezionamento di un giornalino telematico realizzato dai minori detenuti in collaborazione con l’agenzia ANSA.
Questo il programma di martedì 17 marzo.
Ore 9,30: convegno dal titolo “A partire da dentro: vecchie e nuove letture della devianza minorile” nel corso del quale interverranno, tra gli altri: Michele Di Martino, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia; Concetta Sole, presidente del Tribunale per i Minorenni di Palermo; Caterina Chinnici, procuratore della Repubblica per i Minorenni di Palermo; Francesco Scoma, assessore regionale della Famiglia; Eugenio Ceglia, presidente Associazione Euro; Maria Randazzo, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Catania; Giuseppe Manzella, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Palermo; Carmelina Leo, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Acireale; Nuccia Miccichè, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Caltanissetta.
Ore 10: firma del protocollo di intesa per la promozione ed il sostegno ai “servizi della giustizia minorile” tra l’assessore regionale della Famiglia, Francesco Scoma, e il direttore del Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia, Michele di Martino.
Ore 10,15: avvio del cantiere per la valorizzazione del giardino storico di Villa Palagonia (Carcere dei minorenni di Palermo) con la costruzione dell’impianto di irrigazione, realizzato anche da soggetti detenuti.
L’accesso per giornalisti, fotografi e cineoperatori è libero. Sarà possibile riprendere l’inizio dei lavori del cantiere avendo cura di non mostrare i volti dei minorenni detenuti.
Fonte: Regione Siciliana, Presidenza
Serie A: l'Inter torna a +7, il Milan fa festa con Inzaghi "300".
Calcio / Serie A: Palermo-Lecce 5-2 finale di partita. Cronaca ed Highlights.
Palermo, 15 Marzo 2009.
Fonte: ilpalermocalcio.it
mercoledì 11 marzo 2009
LIBRI: CAMILLERI, ESCE DOMANI ULTIMO EPISODIO 'TRILOGIA METAMORFOSI' .
MUSICA: DOPPIO APPUNTAMENTO SICILIANO PER MANGO.
''Non ci poteva essere finale migliore per questo Tour - ha commentato Mango - perche' i siciliani sono stati sempre vicini alla mia musica. L'esperienza invernale dell'''Acchiappanuvole Tour'' e' stata meravigliosa per la partecipazione della gente. Ogni sera non siamo stati noi a fare lo spettacolo, ma tutto il pubblico. Sono sicuro che anche in Sicilia si ripetera' questa magia. Il concerto cambia ogni sera. Anche se la scaletta e l'arrangiamento sono uguali, il modo di esprimere i brani assume sfumature diverse. Un live, del resto, serve a questo. E' una cosa che nasce e muore in due ore e mezzo''.
Con cinque milioni di dischi venduti e 30 anni di musica alle spalle, quella di Mango e' una delle voci piu' autorevoli della musica pop italiana. L'album ''Acchiappanuvole'', pubblicato a fine settembre scorso, e' l'ultima prova di una carriera musicale lontana dai clamori, ma volta, invece, alla ricerca della qualita'. In questo suo ultimo lavoro discografico Mango fa un lungo viaggio attraverso il variegato panorama musicale italiano ed internazionale.
Scegliendo di reinterpretare alcuni dei brani per lui piu' suggestivi e significativi, l'artista lucano ha dato prova della sua straordinaria ed indiscutibile capacita' di spaziare a 360 gradi nello sconfinato repertorio musicale del nostro tempo, rimaneggiando con maestria quelle che possono essere considerate senza remore autentiche 'perle' della canzone. Mango ha saputo proporre i brani non cadendo nella trappola di una facile emulazione dell'esecutore originale, ma apportando un valore aggiunto, rappresentato dalla sua personalissima vocalita' e dal suo stile marcato, inconfondibile.
Anche nei due concerti di Palermo e Catania, Mango sara' accompagnato sul palco da Carlo De Bei (chitarre), Rocco Petruzzi (tastiere), Giancarlo Ippolito (batteria), Nello Giudice (basso), Carlo Fimiani (chitarre) e Rosa Lembo (cori).
martedì 10 marzo 2009
I percorsi di Ambiente Legalità Intercultura: Domenica 15 Marzo 2009 l'itinerario - I misteri dei Beati Paoli - .
I percorsi di Ambiente Legalità Intercultura: Domenica 15 Marzo 2009 l'itinerario - I misteri dei Beati Paoli - .
Musica: Michael Guttler e Yaron Traub dirigono a Catania.
lunedì 9 marzo 2009
Kledi, Meglio di una favola Il ballerino più amato della tv si racconta in un'autobiografia.
Cinema, Moccia torna sul set con Alex-Bova e Niki-Quattrociocche.
domenica 8 marzo 2009
CALCIO/SERIE A: RISORGE IL MILAN, KO FIORENTINA E NAPOLI. IL CATANIA, A SORPRESA, PERDE IN CASA 3 A 0 CONTRO IL SIENA.
Calcio/Serie A: Fiorentina 0 - Palermo 2. Il riscatto dei rosanero dopo la sconfitta interna contro il Catania. Cronaca ed Highlights.
08 Marzo 2009.
Il Palermo mette in soffitta la batosta del derby e torna alla vittoria. Ci torna in trasferta, 2-0 oggi in casa della Fiorentina, e concede a tutto l'ambiente un importante segnale. Che la squadra non è scomparsa e che il gruppo è unito ed ancora forte. Guidato da uno straordinario Liverani, i rosanero dopo aver sofferto nei primi minuti della gara, palo di Jorgensen, hanno pian piano preso le misure all'avversario, tornando negli spogliatoi senza aver troppo subito e scatenandosi lungo il corso della ripresa. La vittoria è nata grazie ai gol di Simplicio e Miccoli e poi abilmente conservata dalla mossa di Ballardini che ha dato energia alla difesa con l'inserimento di Kjaer, dopo che Prandelli, preso dalla voglia di rimonta, aveva inserito accanto a Mutu e Gilardino, Semioli e Bonazzoli. Specie nella ripresa il Palermo ha giocato come sa, ragionando molto ed aspettando l'avversario nel vertice alto. Paradossalmente il campionato del Palermo riparte oggi, perchè è tornato a vincere dopo due sconfitte consecutive, è tornato a far gol, è tornato a non subirne, è tornato a vincere fuori casa e soprattutto, come dicevamo con grande umiltà e segno di coesione è riuscito a cancellare quella brutta domenica del Barbera contro il Catania. Ha fatto bene cosi il ritiro di Coverciano e questo tipo di risposte sono davvero importanti. Ballardini, che deve fare a meno di Migliaccio e Bresciano squalificati, al "Franchi" non cambia modulo di gioco, inserendo Guana nella cerniera di centrocampo a fianco di Liverani e Nocerino. Kjaer parte dalla panchina, con Carrozzieri e Bovo di nuovo gendarmi di turno. In panchina anche Abel Hernandez e buona fortuna al neo rosanero. Nella Fiorentina, Jorgensen vince il ballottaggio con Semioli. Il giocatore torna dopo oltre cinque mesi di assenza dopo il noioso virus influenzale che lo aveva colpito. Poi, tutto confermato per Cesare Prandelli che affida alla quotata coppia d'attacco Mutu-Gilardino le speranze di vittoria. Comotto rientra in difesa e Pasqual prende il posto dello squalificato Vargas. Applausi per il tecnico viola da parte della tifoseria locale e polemica settimanale che va in soffitta. Palermo in maglia bianca, toscani nela classica muta viola. Iniziano i nostri avversari che nel primo tempo attaccano da sinistra verso destra. La prima incursione in avanti è della Fiorentina dopo un minuto di gioco con sponda corta di Mutu dal limite per Donadel che incrocia male e spedisce abbondantemente lontano dalla porta di Amelia. Ottima al 3' la chiusura di Carrozzieri in angolo su Gilardino ben servito in area da Comotto. Dalla bandierina debole conclusione di testa di Felipe Melo che non disturba Amelia. Trema però un minuto dopo il nostro portiere quando Jorgensen tira sicuro da fuori area con la palla che si stampa sul palo destro della porta. Si inizia con grande sofferenza. Il Palermo prova a ragionare e si distende bene al 7' con Liverani che pennella bene dentro l'area dove Frey anticipa in uscita l'accorrente Simplicio. Il brasiliano del Palermo un giro d'orologio dopo tenta l'iniziativa personale prima di perdersi tra le maglia della retroguardia toscana. Al 9' la Fiorentina si riaffaccia dalle parti di Amelia con un siluro dalla distanza di Montolivo neutralizzato con sicurezza dal nostro portiere. I viola insistono e vanno vicini al gol con un diagonale di Gilardino che termina sull'esterno della rete. La replica dei rosa è affidata ad una conclusione di Simplicio che costringe Frey alla deviazione in angolo con i pugni. La partita sembra cosi entrata nel vivo. All'11' praterie per Pasqual che cavalca tutta la fascia sinistra, mette al centro dove fortunatamente Gilardino in area non trova la giusta coordinazione per servire Mutu. Nell'azione successiva, numero di Miccoli che elude bene il controllo di Dainelli ma spara alto. Brividi per il Palermo al 18' per una punizione diretta di Pasqual che si spegne vicina al palo sinistro della porta di Amelia. Buona, al 21' l'iniziativa del Palermo, partita da un suggerimento di Liverani per Cavani, sponda per Miccoli che spara verso Frey senza inquadrare il bersaglio. La prima ammonizione della gara è per Carrozzieri al 24' per un netto fallo su Mutu. L'ex atalantino in diffida salterà la prossima partita. Nella parte centrale del primo tempo le due squadre frenano il ritmo: il Palermo cerca di sfruttare le ripartenze, mentre è più ragionata l'azione fiorentina. Sfruttando gli spazi nella trequarti avversaria, Simplicio al 34' tenta la battuta dalla media distanza, alzando sopra la traversa di Frey. I ritmi si sono abbassati ed il Palermo sembra aver smesso di soffrire. Al 40' Il Palermo si divora un gol che sembrava "nell'aria". Contropiede con Guana, in campo aperto, il centrocampista punta Frey, poi, indeciso sul da farsi, è costretto a decentrarsi, palla al centro dove Cavani, pensa troppo al modo di concludere in rete, favorendo il recupero della difesa toscana. Giallo al 43' per Guana che ha mandato per le terre Pasqual in progressione. Non succede più nulla e si va negli spogliatoi. Nella ripresa, i due allenatori non provvedono a sostituzioni e dopo un minuto Bovo si becca il giallo per fallo su Gilardino. Non cambiano gli assetti tattici, ma la musica in campo perchè al 3' il Palermo passa in vantaggio. Cross di Cavani dalla destra, errato disimpegno di Gamberini che consente a Miccoli di tirare ad un passo da Frey, miracolo a terra del portiere francese che si arrende alla zampata vincente di Simplicio che ribadisce in rete. Prandelli corre ai ripari, inserendo al 7' Semioli al posto di Jorgensen. Ci prova Gilardino ma il pallone si spegne lontanissimo dalla porta di Amelia. Il neo entrato Semioli, prova a dare la carica ai suoi con un diagonale controllato a vista ancora da Amelia. I viola vanno in confusione e i rosa potrebbero approfittare. Azione straordinaria dei rosa all'11' quando trovano il raddoppio. Scambio corto Cavani-Miccoli, grande libertà per il salentino che prende la mira e batte Frey. Adesso siamo un pò più tranquilli. Prandelli tenta il tutto per tutto inserendo Bonazzoli al posto di Donadel. Ballardini, capisce che è in corso una grande occasione di riscatto e ridisegna in corsa la squadra, togliendo Miccoli e piazzando Kjaer in campo. Difesa "rafforzata" con Balzaretti che scala in mezzo al campo in fase di possesso, Cavani unica punta appoggiato da Simplicio. Adesso il tema della gara è sempre più chiaro con la Fiorentina che proverà l'assedio alla nostra porta e noi a sfruttare spazi e ripartenze. La Fiorentina dà ampi segnali di sbandamento, portandosi in avanti senza lucidità. Potrebbe approfittarne al 23' Cassani, su illuminante lancio di Liverani, ma la sua incursione in area toscana non è fortunata. In campo adesso c'è solo il Palermo che riesce a ragionare bene, tenendo sempre alta la concentrazione della difesa viola. Un'altra bella azione il Palermo la costruisce al 28' con uno scambio stretto Nocerino-Simplicio, tiro del brasiliano fuori dallo specchio della porta. I viola reclamano il calcio di rigore al 32' per un presunto fallo di Kjaer su Mutu, ma l'impressione è stata che il rumeno abbia accentuato la caduta in area. De Marco "salva" Dainelli, già ammonito, dopo un fallo su Cavani, mentre dolorante alla spalla sinistra, Guana lascia il posto a Giovanni Tedesco. Il disarmo della Fiorentina sta in un lancio nel nulla di Montolivo al 34' che provoca una pioggia di fischi dal parte del pubblico toscano. Ballardini nella parte finale della gara concede il meritato riposo a Cavani, inserendo Succi. La Fiorentina consuma inutilmente le energie, e chiede di nuovo l'intervento di De Marchi per un presunto intervento sotto porta di Kjaer su Mutu. Poi è solo aria fritta: il Palermo controlla tutto, sorretto da uno splendido Carrozzieri in fase difensiva, protetto dal cuore di Tedesco e Nocerino e di tutti gli altri che oggi hanno trionfato a Firenze. Finisce qui. Vinciamo. Si torna a sorridere, il calcio è bello anche per questo.
Tabellino
FIORENTINA-PALERMO 0-2 (0-0)
MARCATORI: Simplicio al 3′ s.t.; Miccoli all’11′ s.t.
FIORENTINA: Frey; Comotto, Gamberini, Dainelli, Pasqual; Donadel (12’ s.t. Bonazzoli), Felipe Melo, Montolivo; Jorgensen (8’ s.t. Semioli); Gilardino, Mutu. (Storari, Kroldrup, Zauri, Gobbi, Jovetic). All.: Prandelli
PALERMO: Amelia; Cassani, Carrozzieri, Bovo, Balzaretti; Guana (35’ s.t. Tedesco), Liverani, Nocerino; Simplicio; Cavani (40′ s.t. Succi), Miccoli (15’ s.t. Kjaer). (Ujkani, Savini, Morganella, Hernandez). All.: Ballardini
ARBITRO: Andrea De Marco di Chiavari
NOTE: spettatori: 29.179 (incasso 626.260, abbonati 24.645, quota 535.333. Ammoniti Carrozzieri, Dainelli, Diana e Bovo per gioco scorretto. Angoli: 5-2 per la Fiorentina. Recupero: 0′ e 4′.
Fonte: ilpalermocalcio.it
8 Marzo: Oggì è la festa della Donna. Auguri a tutte le donne!
L'origine
La prima giornata internazionale della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti in seguito alla sua dichiarazione da parte del Partito Socialista Americano.
L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo, quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portarono a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro. La data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli anni '50,[1] secondo la quale alcune operaie di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto una di tali proteste l'8 marzo del 1857 nella città di New York per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro e i bassi salari, ma furono attaccate e disperse dalla polizia.
Fra gli altri eventi storici commemora l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 25 marzo 1911), dove 146 persone, la maggior parte donne[2] immigrate (moltissime di origine italiana), persero la vita.
Nel 1910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne nell'ambito della seconda internazionale socialista a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata Giornata internazionale della Donna. L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Poco dopo il 25 marzo 1911 l'incendio della fabbrica Triangle uccise 146 lavoratori[3]. L'insufficienza delle misure di sicurezza è considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo portò molta attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, all'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta europa tennero delle marce di pace l'8 marzo 1913.
La donne russe si ritrovarono a manifestare il 23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra, nell'ambito delle prime proteste e sollevazioni popolari che porteranno alcuni mesi dopo alla rivoluzione d'ottobre. Le proteste contro la guerra continuarono per vari giorni fintanto che lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare in favore del fratello, il granduca Michail, il quale rinunciò a sua volta a salire sul trono.
In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.
Nell'ovest la giornata mondiale della donna fu commemorata comunque anche se con sempre meno successo, fino alla nascita del femminismo negli anni '60.
Il 1975 fu designato come 'Anno Internazionale delle Donne' dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.
Fonte: wikipedia.itsabato 7 marzo 2009
Il nuovo film di Ficarra e Picone: "Non vogliamo lanciare messaggi, ma...".
“Prima abbiamo pensato alla storia. Ci è venuto in mente di raccontare le matasse in Sicilia, di rappresentare alcune liti che in tutte le famiglie italiane si verificano. E come ogni cosa drammatica, vista da un altro punto di vista, fa ridere – racconta Picone – Non partiamo mai dalle gag, la comicità viene inserita solo alla fine della scrittura. La priorità è raccontare storie”. Una storia corposa e ricca di contenuti, a segnare la crescita artistica del duo comico esordito al cinema con “Nati stanchi” ben otto anni fa. Il nuovo film, realizzato in “nove settimane e mezzo” con un budget di 4 milioni e mezzo di euro, è stato girato tra Catania, Paternò e Ragusa. “La scelta di cambiare location è dettata dalla voglia di non volerci ripetere – spiega il regista Avellino – Speriamo che il film riesca ad emozionare oltre che a divertire”. E proprio le emozioni diventano protagoniste, insieme all’ilarità, di questa imprevedibile storia tra cugini. La poetica dei ricordi ripercorre la trama della vicenda, ripescando nel passato vecchie memorie e sensazioni che la lontananza non è riuscita a cancellare.
Molti i volti noti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera - come Pino Caruso, Anna Safroncik e Claudio Gioè – ma numerosi anche i personaggi nuovi. “Conoscevo la botte e sapevo che il vino era buono” commenta Pino Caruso per spiegare la scelta di partecipare al film, interpretando il ruolo del parroco paciere. “Non ha voluto sapere né il film, né la parte, bastava che ci fossimo noi” aggiunge Ficarra. Adesso il duo siciliano dovrà attendere la risposta del pubblico che già in passato ha mostrato di apprezzare la comicità siciliana che li contraddistingue. Poi, svestiti i panni dei due cugini, Ficarra e Picone saranno nuovamente sul grande schermo nell’attesissimo film di Tornatore, Baaria, ad interpretare “un ruolo non comico, ma comunque leggero”. Di nuovo pronti a divertire ed emozionare. Per saperne di più.........
MALTEMPO: INTERROTTI I COLLEGAMENTI CON ISOLE MINORI SICILIA.
venerdì 6 marzo 2009
Maltempo, centrosud flagellato da pioggia,vento,mareggiate.
Profilo dell'arte medioevale a Palermo tra il 1100 e il 1200.
II periodo tra la fine dell'XI e la fine del XII secolo è per Palermo un momento particolarmente felice. Dal punto di vista artistico, la Sicilia raggiunge in quei secoli livelli mai più eguagliati. Non è facile definire in poche righe - le discussioni sull'argomento sono ancora, per alcuni versi, aperte - l'arte palermitana di quei secoli: cercheremo di dare qui di seguito alcuni spunti che potranno essere ampliati con l'aiuto della vastissima bibliografia esistente in materia. La conquista della Sicilia da parte dei Normanni - essi entrarono in Palermo nel 1072 - segnò la fine della dominazione araba nell'isola, durata fin dall'827. I Normanni erano uno sparuto gruppo di guerrieri, i quali si trovarono di fronte ad una fiorentissima civiltà, con caratteri preponderanti arabi, e che conservava con fedeltà anche caratteri latini e greci. L'intelligenza dei sovrani normanni, da Ruggero il Gran Conte a Guglielmo II, per non dimenticare l'ultimo erede di quella tradizione, l'imperatore Federico II, fece sì che in Sicilia - ed a Palermo in particolare - tutto quello che di buono quelle secolari civiltà avevano prodotto e tramandato, fosse mantenuto e valorizzato. Ruggero II, il primo grande monarca normanno, si trovò signore di un popolo estremamente diverso nelle sue componenti: arabi, greci, ebrei, siciliani di origine latina, e ne mise a profitto le energie così varie, dopo aver compreso che solo puntando su quelle forze e su quella gente avrebbe potuto fondare un solido regno. Artisti, geografi, poeti, latini, greci ed arabi affollarono la corte del grande re. Le testimonianze culturali, religiose, architettoniche, iconografiche del confluire e del fruttificare di queste forze indigene sono notevoli in quel periodo a Palermo. Ma al seguito dei Normanni erano venuti in Sicilia anche dei monaci benedettini, cui Ruggero darà compiti di notevole importanza nella costituzione delle nuove diocesi di rito latino. Ruggero II, infatti, aveva instaurato con il Papato un particolarissimo tipo di rapporto, del quale l' "Apostolica Legatìa" è il segno più importante. Incomincia infatti in questo periodo la creazione da parte del re di numerosi conventi e vescovati di rito latino - quasi in omaggio alla volontà del Papa -mentre però a quei monasteri altrettanti se ne affiancavano di rito greco, largamente autonomi, per controbilanciare il prepotere latino. Nacque così una nuova cultura, una nuova arte, ed in particolare una nuova architettura, che fu il risultato di un miscuglio di componenti assai varie, che raggiunse talvolta un alto grado di sintesi.
- latini, negli impianti basilicali delle chiese;
- bizantini, nei ricchi manti musivi;
- nord-africani, nelle cupole, nelle fontane, negli archi e nei paramenti murari. I primi monumenti dell'epoca normanna, e particolarmente quelli costruiti sotto i due Ruggeri: S. Giovanni dei Lebbrosi, S. Giovanni degli Eremiti, la Reale Cappella di S. Pietro (Cappella Palatina), sono il prodotto di una antichissima tradizione che ha la sua culla nell'Africa del Nord. Se osserviamo questi edifici, per quanto riguarda gli esterni essi presentano piani contrapposti e distinti da ricorrenti cornici angolari, mentre gli interni sono spazi sostanzialmente cubici, variamente adattati. Mentre gli esterni vengono animati da lineassi archiacuti intagliati, ciechi o attorno alle finestre, gli interni vengono suddivisi da colonnati collegati da archi acuti rialzati e coronati da cupole ad alto tamburo, raccordate in vario modo (nicchie, etc.) al quadrato di base.Tutti questi edifici sono di dimensioni contenute e mostrano una proporzione armoniosa tra volumi e spazi, mentre nel periodo successivo tenderanno al grandioso (vedi le grandi cattedrali di Monreale e di Palermo).
Bigliografia: Dai Momumenti alla storia - Itinerari didattici attraverso Palermo Medioevale, di G. Di Simone, Zelmira Marazio Schiera, Zito Arti Grafiche - Palermo 1995. Pagina 139,140.
Antiche famiglie Siciliane. Storia della Sicilia dall'anno 1000 al 1595.
Gli Altavilla
Normanni, feudatari di Hauteville - Le Guichard. Tancredi fu il padre di Roberto il Guiscardo e di Ruggero, il Gran Conte, che conquistarono la Puglia e la Sicilia tra il 1060 e il 1091. La dinastia continua con Ruggero II, Guglielmo I e Guglielmo II.
Gli ultimi degli Altavilla furono Tancredi, conte di Lecce, figlio naturale di Ruggero, duca di Puglia e di Emma dei Conti di Lecce, morto nel 1194 ed il figlio di lui, Guglielmo III che nel 1194 viene sconfitto da Enrico VI di Svevia e deportato in Germania, dove muore verso il 1198.
La famiglia trae origine da un castello tedesco, Staufen. Federico di Hohenstaufen ricevette in dono nel 1080 il ducato di Svevia. A Corrado (1093-1152) viene offerta nel 1128 la corona d'Italia a Monza e nel 1138 viene eletto imperatore. Gli succede il nipote Federico (Barbarossa), duca di Svevia che, eletto imperatore, scende cinque volte in Italia. Egli riesce a coronare un vecchio sogno della sua casata: il possesso della Sicilia, attraverso il matrimonio del figlio Enrico con Costanza d'Altavilla. Federico I muore vicino ad Antiochia durante una crociata nel 1190. Nel 1191 il figlio Enrico VI viene eletto imperatore e prende possesso della Sicilia. Muore però il 28 settembre 1197, lasciando come erede il figlio Federico, di tre anni, sotto la reggenza della madre Costanza. Federico, erede del regno di Sicilia, alla morte della madre è affidato alla tutela del papa Innocenze III, ma, arrivato alla maggiore età, farà ben presto la sua strada da solo. Re di Germania nel 1212 ed imperatore nel 1220, sarà grande e magnifico sovrano, di grandi vedute politiche ed intellettualmente molto superiore al suo tempo. Purtroppo, alla sua morte, avvenuta il 13 dicembre 1250, i suoi eredi, Manfredi e Corrado, non riusciranno a tenere insieme i suoi domini, contro l'accanita ostilità del Papato. Corrado, erede dell'Impero, muore nel 1254, lasciando suo erede Corradino; Manfredi, re di Sicilia, deve affrontare Carlo d'Angiò che il Papa gli mette contro.
Manfredi muore il 26 febbraio 1266, combattendo a Benevento. Corradino, sceso in Italia per riconquistare i suoi domini, ma troppo debole per far fronte a nemici di gran lunga più forti di lui, viene battuto a Tagliacozzo, preso prigioniero è decapitato a Napoli il 29 ottobre 1268. Finisce con lui la casata degli Hoenstaufen.
Ebbe origine in Sicilia con re Pietro di Aragona, che fu chiamato nell'isola nel 1282, in seguito alla rivolta del Vespro, in quanto marito di Costanza, figlia di Manfredi.
A lui successe nel 1286 il fratello Giacomo che, avendo poi ereditato il regno di Aragona, cedette nel 1294 la Sicilia a Carlo lo Zoppo di Napoli. Per questo vi fu una lunga guerra di successione che terminò nel 1302 quando Federico, già Vicario del Regno ed incoronato re dai siciliani a Palermo nel 1295, fu riconosciuto Re di Trinacria. Nel 1337 Pietro successe al padre. Morì nel 1342 a Calascibetta ed è sepolto nella Cattedrale di Palermo. Gli successe Ludovico sotto la tutela dello zio Giovanni di Randazzo. Nel 1355, alla morte di Ludovico, gli successe Federico che ebbe una sola figlia, Maria, nata nel 1363.
Morto Federico nel 1377, vi fu una lunga guerra tra i baroni ribelli e Martino, che nel 1390 aveva sposato Maria. Domati i baroni, Martino e Maria vennero incoronati a Palermo nel 1398. Maria morì senza eredi nel 1401 e Martino nel 1409. A loro successe il padre di Martino, l'Infante Martino, detto il Vecchio, duca di Montblanc. L'isola rimase, però, sotto la reggenza di Bianca di Navarra, vedova di Martino il Giovane. Nel 1410 morì Martino il Vecchio ed a Caspe la Sicilia venne assegnata a Ferdinando di Castiglia. Nel 1415 Juan de Penafiel fu nominato Viceré di Sicilia. Ebbe inizio così la lunga serie dei Viceré.
Si ritiene che la casata sia venuta in Sicilia con i Normanni e che Ugo Chiaramonte abbia assistito all'incoronazione di re Ruggero. Pare avessero il diritto di battere moneta con lo stemma della famiglia.
Manfredi I Chiaramonte divenne conte di Modica, Gran Siniscalco del Regno, signore di Caccamo, ambasciatore presso il Papa Bonifacio VIII^ e l'Imperatore Arrigo VII. Alcuni storici gli attribuiscono l'inizio - verso il 1307 - della costruzione di un superbo castello in una zona verdeggiante prospiciente il mare, lo Steri. Manfredi II nella prima metà del Trecento fu Gran Siniscalco del Regno, vero signore e arbitro di Palermo nel periodo dell'anarchia baronale. Un terzo Manfredi fu Vicario del Regno, signore di sterminati feudi, grande ammiraglio; riconquistò, riprendendola agli Arabi, l'isola di Djerba (detta anche isola delle Gerbe), già feudo del suo avo Federico. Nel 1391 gli succedette il figlio Andrea che ereditò l'ufficio di Vicario del Regno. Insieme agli altri tre vicari e ai più potenti signori dell'isola giurò fedeltà a Maria di Sicilia, figlia di Federico il Semplice. Avendo tali nobili tradito il giuramento, restò solo a combattere contro Martino il Vecchio che a tradimento lo fece arrestare e poi decapitare il 1 giugno 1392 in piazza Marina; proprio davanti allo Steri. I discendenti della famiglia ebbero cariche e magistrature a Caltagirone.
L'origine della famiglia si fa risalire da alcuni storici alla conquista normanna: nel 1066 Serlone, un nipote del Conte Ruggero ricevette in premio per il suo comportamento in battaglia il feudo di Geraci. Dopo la battaglia della Valle delle Ninfe, che prese poi il nome di Piano della Battaglia, un certo Balduino Guiscardo venne chiamato Vigintimillius per aver ucciso, se non ventimila, certo un gran numero di nemici. Il Pini e il Villabianca ritengono invece che la famiglia abbia avuto origine dalla Contea di Ventimiglia in Liguria. Infatti un certo Guglielmo, conte di Ventimiglia, che aveva sposato Nenna Sveva, figlia naturale di Federico II, ribellatesi alla repubblica di Genova, nel 1242 si rifugiò in Sicilia. Nel 1258 il figlio Arrigo sposò Isabella degli Arduinici, erede normanna della Contea di Geraci, dando così inizio alla casata Normanno-Ventimiglia. Si ricorda poi un certo Alduino nel 1282 alla corte aragonese.
Nel 1315 Francesco Ventimiglia sposa Costanza Chiaramonte e nel 1316 fonda Castelbuono. La famiglia si inserisce nelle lotte tra i baroni siciliani, anche a causa del dissidio tra i Chiaramonte e i Ventimiglia. Francesco nel 1338 viene condannato a morte per tradimento e re Pietro assedia Geraci che viene tolta ai V. e poi restituita in parte nel 1354. Francesco II è protettore di Federico IV d'Aragona. Nel 1377 Francesco II è uno dei Vicari del Regno. Nel 1448 Giovanni I è nominato marchese di Geraci ed è il proprietario dei due magnifici arieti di bronzo (v. Palazzo dei Normanni). Altri V. occupano alte cariche del Regno. Giovanni V. alla fine del '500 ha rapporti epistolari con il Tasso. Nel 1595 i V. sono insegniti del titolo di principi di Castelbuono. La famiglia si estingue verso la fine del XIX secolo.
Bibliografia:
- Dai Momumenti alla storia - Itinerari didattici attraverso Palermo Medioevale, di G. Di Simone, Zelmira Marazio Schiera, Zito Arti Grafiche - Palermo 1995. Pagina 123,124,125,127.
giovedì 5 marzo 2009
MALTEMPO: INTERROTTI COLLEGAMENTI MARITTIMI CON ISOLE SICILIA.
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