Mario, Salvo, ed alcuni bambini della scuola elementare "F. Morvillo" di Monreale, fra cui mia figlia, e altri frequentanti la Scuola Media annessa all'istituto d'arte per il mosaico, riuscirono, con mia profonda sorpresa, meraviglia, a realizzare delle splendide opere d'arti, raffiguranti della natura morta, ed in particolare due pannelli di circa due metri per uno, che furono poi esposti uno nell'androne della scuola elementare ed uno presso l'istituto d'arte per il mosaico "Mario D'Aleo".
Un po' di Storia:
Raku, tecnica di origine giapponese, nasce in sintonia con lo spirito zen che esalta l'armonia presente nelle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. L'origine del raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri tra i quali il più importante era la tazza, che gli ospiti si scambiavano l'un l'altro. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano.
L'invenzione della tecnica raku è attribuita ad un artigiano Coreano addetto alla produzione di tegole dell'epoca Momoyama (XVI secolo d.C.), Chojiro, che la sviluppò per poter più facilmente creare le ciotole per la cerimonia del tè (e in effetti il suo mecenate fu Sen no Rikyu, un maestro di questa cerimonia). Il termine giapponese raku significa letteralmente comodo, rilassato, piacevole, gioia di vivere, deriva dal sobborgo di Kyōto da cui veniva estratta l'argilla nel sedicesimo secolo. Da quel momento divenne anche il cognome e il sigillo della stirpe di ceramisti discendente da Chojiro, tuttora attiva in Giappone. Nel diciottesimo secolo, venne pubblicato un manuale che ne spiegava nel dettaglio la tecnica, e da allora il raku si diffuse anche al di fuori del Giappone. Le ceramiche raku arrivano ad avere un valore elevatissimo e sono molto ricercate. Molte di queste opere posso essere ammirate, infatti, in musei e collezioni private.
Tecnica
La tecnica raku è stata introdotta recentemente nel mondo occidentale che ne ha stravolto i risultati. L'effetto decorativo, con riflessi metallici e cavillatura, la singolarità del processo, dove l'oggetto è estratto incandescente dal forno, ne fanno una tecnica decisamente emozionante, che stravolge il metodo ceramico classico. Durante il processo raku il pezzo subisce un forte shock termico; è quindi necessario utilizzare un'argilla robusta e refrattaria. Questo tipo di terra ha al suo interno della chamotte (granelli di sabbia) che diminuiscono il grado di contrazione, evitando così la probabilità di frattura. Il pezzo in argilla refrattaria bianca dopo esser stato modellato viene cotto una prima volta tra 950-1000 °C; dopo di che avviene la decorazione. In questa tecnica vengono utilizzati ossidi o smalti, quindi per avere un verde, ad esempio, non si utilizza il pigmento dello stesso colore ma l'ossido di rame.
Esempio di decorazione utilizzando la riduzione: togliendo l'oggetto incandescente dal forno, in base al tipo di prodotto che si utilizza per la riduzione (segatura, carta, foglie ecc. ) sull'oggetto biscottato si potranno ottenere diversi effetti di riduzione dal colore nero al colore grigio.
Alcuni lavori di Mario Lo Coco:
Per maggiori informazioni potete visitare anche il sito:
ed il blog:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Raku;
- mariolococo54@libero.it
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