TEATRO DELLE BALATE
presenta
dal 14 al 18 gennaio 2009
(da mercoledì 14 a sabato 17 gennaio ore 21 -domenica 18 gennaio ore 17)
LA SPALLATA
liberamente ispirato a uno fra i “Ricordi del sottosuolo” di F. Dostoevskij
drammaturgia e regia
Andrea Trapani e Francesca Macrì
con
Andrea Trapani e Lorenzo Acquaviva
disegno luci
Mirko Maria Coletti
linea bianca + panchina
ovvero viaggio nei dintorni dell’inettitudine
Lo spettacolo è liberamente ispirato ad uno dei “Ricordi del sottosuolo” di Dostoevskij. Nel romanzo, il Sottosuolo, io narrante, decide, giunto al quarantesimo anno d’età, di tirare un primo bilancio della propria vita. Ad attirarci irresistibilmente, spingendoci ad un’idea di riscrittura scenica originale, sono state soltanto cinque pagine del romanzo, quelle in cui il protagonista ricorda la tormentata e sofferta ricerca di vendetta ai danni di un certo ufficiale colpevole solo di averlo ignorato e di averlo spostato con assoluta indifferenza, come dice egli stesso, dal posto in cui ero ad un altro. Tutto ha inizio una notte quando, passeggiando per le strade di Pietroburgo, si trova ad assistere, davanti alla finestra illuminata di una taverna, ad una rissa che ha come conseguenza la defenestrazione di un pover uomo. Il Sottosuolo che, in altro momento sarebbe rimasto disgustato da un tale episodio, avverte tutt’a un tratto la necessità di entrare in quella locanda, di provocare una rissa e di farsi gettare dalla finestra. Purtroppo per lui, però, le cose non vanno come vorrebbe e nel corso di una partita a biliardo durante la quale si aggira nei pressi del gioco, senza tuttavia prenderne parte e dunque ostacolando il passaggio dei veri giocatori, un ufficiale lo prende per le spalle e, senza avvertirlo né spiegarsi in alcun modo, lo sposta. A colpire e ferire in modo irrimediabile e profondo il Sottosuolo non è l’innocuo gesto dell’ufficiale, bensì la modalità con cui è avvenuto il fattaccio che gli ha negato d’un tratto la dignità di essere riconosciuto come un avversario. Altra cosa sarebbe stata, infatti, se l’ufficiale lo avesse preso a botte, o meglio ancora, se fosse stato anch’egli defenestrato come il pover uomo di prima! L’umiliazione ben presto prende la forma dell’ossessione fino a quando al Sottosuolo non viene un’idea luminosissima: l’unica possibile vendetta è se lui, in persona, lungo la Prospettiva Nevskij, la via del passeggio e delle relazioni sociali, gli va addosso, senza cedergli il passo… spalla contro spalla… come i ‘veri uomini’… quelli che non temono confronti e vanno di petto incontro allavita. Tuttavia la faccenda prende pieghe inverosimili, il Sottosuolo rimanda più che può il momento dell’azione, alla ricerca disperata di un abito che gli consenta di fare bella figura sulla Prospettiva, sotto gli sguardi di tutti, e in attesa di un coraggio che sembra non arrivare mai e che lo lascia inoperoso ad osservare il passeggio dell’ufficiale. Poi, finalmente, il coraggio arriva. D’un tratto. Come d’un tratto era giunto il desiderio d’essere defenestrato e come d’un tratto gli era venuta un’idea luminosissima. La sua spalla impavida si scontra con quella dell’ufficiale che, però, neanche se ne accorge e tira dritto per la sua strada, proseguendo la sua vita di sempre. Dopo un attimo di estasi totale, il Sottosuolo comprende l’inutilità del suo gesto. Spalla contro spalla, l’inetto, ha scavato un metro in più del suo sottosuolo.
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