Palermo, 11 Ottobre 2008.
Dalle 10 alle 17.30 visite al Carcere restaurato dei prigionieri dell’Inquisizione. Ingresso dallo Steri, piazza Marina 61.Alle 18 Infrarossi, bisturi e raggi X: la caccia ai graffiti scomparsi
Incontro con Mauro Matteini, consulente per il recupero dei graffiti. Carcere dei Penitenziati, ingresso dallo Steri, piazza Marina 61, (su prenotazione).
Alle 19.30 Una fabbrica di ceramiche nelle viscere del palazzo. Incontro con Francesca Spatafora, direttore degli scavi archeologici nel sottosuolo delle carceri Carcere dei Penitenziati, ingresso dallo Steri, piazza Marina 61, (su prenotazione).
Alle 21 e alle 22 Fra’ Diego, Mannarino, le streghe: “Cantata” per i prigionieri, con il cantastorie Paolo Zarcone. Carcere dei Penitenziati, ingresso dallo Steri, piazza Marina 61, (su prenotazione).
Incontro con Mauro Matteini, consulente per il recupero dei graffiti. Carcere dei Penitenziati, ingresso dallo Steri, piazza Marina 61, (su prenotazione).
Una Crocifissione in cui gli aguzzini sono vestiti da inquisitori, una commovente Annunciazione, un disegno osceno nella latrina di una cella. Sono soltanto alcuni degli ultimi straordinari dipinti dei prigionieri dell’Inquisizione scoperti nel corso del restauro delle celle dove per due secoli, dal 1607 al 1782, migliaia di innocenti furono interrogati, torturati, reclusi in nome di Dio.
Il Carcere dei Penitenziati, dopo quattro anni di lavori, apre integralmente le porte e mostra le sue nuove testimonianze: graffiti, poesie, invocazioni tracciate sui muri. In nessun altro posto del mondo le vittime dell’Inquisizione spagnola hanno lasciato una testimonianza così intatta e potente.
Disegni raffinati, colti o ingenui, tracciati con il carboncino o con la polvere ottenuta graffiando il cotto del pavimento.
Disegni che raccontano di un’umanità annichilita ma ostinatamente decisa a lasciare traccia di sé, a dispetto del buio, del dolore, della paura.
I prigionieri venivano accusati di eresia, bestemmia, stregoneria, amicizia con il demonio. In realtà erano intellettuali scomodi, avversari dell’ortodossia politica e religiosa o soltanto poveracci stritolati da una gigantesca macchina di malagiustizia che aveva assoldato migliaia di spie.
Alla loro memoria è dedicato il carcere, che presto diventerà museo di sé stesso, centro di un nuovo polo culturale ed espositivo che racconterà una storia universale. Di sopraffazione e di riscatto, di violenza e di catarsi. Per saperne di più...
(Nella foto, vittime)
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