La corsia riservata ai ciclisti, opera da un milione e 137 mila euro che collegherà per sei chilometri via Archirafi alla Favorita, nel tratto di via Crispi lato mare, subito dopo piazza Tredici Vittime, non piace a nessuno. Secondo residenti e commercianti è troppo larga e, proprio dove la strada si restringe a causa del cavalcavia, crea un imbuto che avrà pesanti ripercussioni sul traffico. «Basta guardarla per rendersi conto di quanto è fatta male - dice Achille Porcelli, residente al civico 119 di via Crispi - Si allarga proprio qui dove c´è il cavalcavia e la strada si restringe: subito dopo il semaforo del porto, dove si poteva tranquillamente allargare, invece si dimezza».
«Noi siamo favorevoli alle piste ciclabili - gli fa eco Saverio Latteo, anche lui residente in via Crispi - ma questa è fatta proprio male: se un mezzo deve fermarsi davanti ai nostri portoni, da un camion per i traslochi a un´ambulanza, blocca la circolazione. Non ci si può più accostare nemmeno per scaricare la spesa o fare scendere gli anziani e i disabili».
I residenti sono già costretti a fare conti con traffico e smog: «Questa è una sorta di circonvallazione cittadina - dice Teresa Reginella - è congestionata oggi con le targhe alterne, lo sarà ancor di più con le Ztl. Non parliamo poi del caos che c´è d´estate, quando partono le navi e lo smog invade le nostre case». Ieri i lavori per la realizzazione dell´itinerario a pedali hanno mandato in tilt la circolazione già all´altezza di piazza Giachery.
Antonino Di Vincenzo, amministratore dei condomini 119 e 133 che accolgono più di cinquanta famiglie, ha avviato una petizione rivolta a tutti gli abitanti della zona. «Questa corsia è un suicidio per i ciclisti - dice - Rischieranno di essere investiti, ma soprattutto respireranno veleni di ogni tipo. Qui davanti passano centinaia di tir. Se il Comune avesse preso spunto da altre città, avrebbe realizzato la pista sul marciapiede, rifacendolo nuovo e più grande. Con la raccolta di firme chiediamo che la pista venga portata al livello della strada».
Se i residenti si lamentano, i vertici dell´hotel Ponte sono pronti a rivolgersi al giudice. «Abbiamo ottenuto dal Comune, nemmeno un anno fa, la concessione di uno spazio di 14 metri per il carico e lo scarico delle merci - dice Sergio Monteleone, vice direttore dell´albergo, che insieme con la direttrice Marcella Ponte ha inviato una lettera al sindaco - dall´oggi al domani, senza che nessuno ce la revocasse, lo spazio è stato sostituito dalla pista ciclabile. Risultato? Siamo costretti a fare scendere i nostri ospiti lontano dall´albergo e a far trascinare loro i bagagli fino all´hotel tra le macchine che sfrecciano. Ci hanno tolto anche i due posti dedicati ai taxi che erano proprio davanti all´ingresso. Siamo pronti a chiedere i danni all´amministrazione».
Palermo ciclabile, che riunisce gli amanti della bici, critica il metodo di lavoro utilizzato dal Comune: «Il progetto non è stato preceduto da una studio serio - dice - basta guardare l´andamento della pista, che si allarga dove non dovrebbe e si restringe dove invece lo spazio c´è. Siamo contenti che si stiano realizzando corsie per le bici, ma le cose non vanno improvvisate».
L´assessore al Traffico Lorenzo Ceraulo assicura che farà un sopralluogo insieme con i tecnici: «Devo rendermi conto di quali siano i problemi».
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