Nei suoi romanzi, Francesco Toscano dipinge Palermo come un elemento centrale e vivo delle sue narrazioni, ben più di un semplice sfondo. La città emerge come un'entità complessa e stratificata, profondamente intrisa di storia, cultura e contraddizioni.
In particolare, nel romanzo giallo "Malacarne", Palermo, e soprattutto il quartiere della Kalsa, incarnano la lotta tra il bene e il male, la speranza di riscatto e il peso del passato. La città diventa quasi un'estensione della natura del protagonista, Turiddu Magrì, riflettendone la violenza endemica e il desiderio di redenzione. La descrizione di luoghi come via Maqueda, Ballarò e l'Albergheria evidenzia il degrado sociale e la bellezza decadente di una città sospesa tra tradizione e modernità. Il romanzo menziona brevemente anche altri luoghi di Palermo come lo Sperone, la Stazione Ferroviaria, il Ponte dell'Ammiraglio, il Ponte delle Teste Mozze e la Chiesa della Madonna del Fiume, offrendo uno scorcio sulla topografia della città. Come evidenziato nella nostra precedente conversazione, l'ambientazione della Kalsa non è solo uno sfondo, ma riflette la natura del protagonista e il romanzo esplora i temi di bene e male, redenzione e il peso del passato in questo contesto. La narrazione di Toscano è caratterizzata da un "realismo crudo" che non nasconde gli aspetti più brutali della realtà palermitana.
Nel romanzo "Condannato senza possibilità d'appello", ambientato nella Palermo di fine Ottocento, la città fa da teatro a una serie di reincarnazioni di un'anima condannata. Attraverso le vicende dei personaggi, il romanzo esplora temi come il destino, la redenzione e il libero arbitrio, con Palermo a fare da sfondo a questa ricerca di elevazione spirituale.
Per quanto riguarda il quartiere di Brancaccio, descritto nel saggio autobiografico "Brancaccino! Ù sai a cu ammazzaru steinnata? Che cosa scrivo adesso?", emerge un ritratto di un luogo travolto dalla violenza mafiosa e dal traffico di droga, segnato da "efferati omicidi di mafia" e da una "grave epidemia di morti per droga" negli anni Ottanta e Novanta. L'autore non nasconde le difficoltà e le ferite del quartiere, ma sceglie di focalizzarsi sulla forza e sulla resilienza dei suoi abitanti, che lottano per un futuro migliore. Toscano utilizza spesso il dialetto palermitano, contribuendo a rendere più autentica la sua narrazione. Nonostante il suo passato difficile, Brancaccio è descritto come "in continua evoluzione", con una comunità variegata che lavora e cerca di affrancarsi dagli stereotipi legati alla criminalità. Iniziative come l'affresco murale "Rusulìa" simboleggiano questo desiderio di riscatto. Il saggio descrive anche via Messina Marine come un'importante arteria stradale e ricorda gli stabilimenti balneari legati all'infanzia dell'autore.
In generale, Palermo è presentata come una città piena di contraddizioni, ricca di storia e cultura, ma anche segnata dal degrado sociale e dalla criminalità organizzata. I romanzi di Toscano offrono uno sguardo approfondito su alcuni quartieri, descrivendoli come luoghi ricchi di storia e contrasti.
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