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lunedì 11 febbraio 2008

Palermo,la Kalsa.L'antico Halisah


Nei primi decenni del X secolo si impose la costruzione di una cittadella autonoma, a causa dell'insicurezza derivante dalla travagliata successione della dinastia fatimita a quella aghlabita. I governatori fatimiti infatti non solo dovevano affrontare eventuali attacchi dal mare ma anche l'ostilità di parte della popolazione palermitana. Tra il 937 ed il 938 d.c., Halil Ibn Ishaq, inviato dal califfo fatimita in aiuto dell'emiro palermitano, costruì la cittadella chiamata Halish (l'Eletta), da cui deriva il nome dell'attuale quartiere della Kalsa. Poiché occorreva un “sito difendevole, aperto agli aiuti di fuori, ed acconcio a vietarne ai palermitani”(1), fu scelto un luogo posto al di là del fiume del Maltempo e in prossimità della Cala. La cittadella era di forma pressoché trapezoidale e per ovvi motivi fu subito cinta di mura(2) . Grazie alla testimonianza di al-Muqaddasi(3) siamo a conoscenza del numero e del nome delle sue porte. Queste erano quattro: due – la Bab as sanah e la Bab Kutamah – si aprivano sulla Cala; la Bab al-bunud, che si apriva verso il Cassaro ed era quindi la principale, e infine la Bab al-futuh che era posta a sud; ovviamente per motivi difensivi nessuna porta esisteva nel lato orientale , quello prospiciente il mare aperto. Individuare l'esatto perimetro delle mura e l'ubicazione delle porte è problema più difficile per la Kalsa di quanto non lo sia stato per il Cassaro. Ciò per più motivi: le mura erano meno robuste di quelle del Cassaro – ed infatti erano già scomparse nel XVI secolo – e soprattutto non seguivano una traccia naturale come quella offerta nell'altro caso dal corso delle acque e dai dislivelli. Il solo dato sicuro si riferisce alla Bab al-futuh che una remota tradizione riconosce nella porta che era visibile nella chiesa di S. Maria della Vittoria. Il ricordo di questa porta, il cui nome significa “ porta della Vittoria”, ci è stato tramandato dalle cronache perché è da essa che Roberto il Guiscardo nel 1072 entro in Palermo strappandola agli arabi. Sappiamo poi dal Fazello(4) che la chiesa di S. Maria dello Spasimo era sicuramente fuori le mura; la situazione a sud viene così a delinearsi con sufficiente approssimazione. Per il lato settentrionale è documentato che il muro era vicino alla Cala, in cui si apriva il bacino dell'arsenale (Bab as-sanah significa “porta dellArsenale”), ma anche abbastanza distante da permettere nel secolo XIV la costruzione dello Steri su un terreno libero “ex parte exteriori per quam portam intratur ad Halciam”(5). L'arsenale doveva utilizzare quel bacino della Cala che poi, prosciugato già nel XII secolo, è diventato piazza Marina; la necessità della vicinanza tra l'Arsenale e la Halisah “deve avere influito in maniera determinante sulla scelta del sito della nuova città”(6). Per il Comuba il muro settentrionale della Halisah passava “per i luogo dove adesso è la Dogana”; mentre il muro orientale “doveva correre approssimativamente lungo il vicolo e la piazza dei Bianchi”(7) prima di ricongiungersi con quello meridionale alla Madonna della Vittoria che costituirà così l'angolo di sud-est. L'importanza della Kalsa nella storia urbanistica di Palermo è duplice. Anzitutto perché si tratta della prima espansione della città eseguita secondo un programma organico, e in secondo luogo perché il tipo di insediamento nel nuovo quartiere avrà durevoli effetti nella storia di Palermo. La Halisah fu eretta per essere quel che potremmo oggi dire il centro direzionale e residenziale dei nuovi dominatori fatimiti (palazzo dell'emiro, diwan, arsenale) ma fu dotata anche di due bagni pubblici, di moschee (una delle quali era anche Gami): quindi una cittadella amministrativa e militare più che una vera e propria piccola città posta di fronte alla grande città. Importante poi è il fato che questo ruolo di residenza della classe egemone si perpetuerà nei secoli successivi in una strana e non esattamente definibile tradizione: nella Kalsa e negli immediati dintorni verranno costruiti il palazzo Chiaramonte (XIV secolo), il palazzo Abatellis (XV secolo) su via Alloro – la strada della nobiltà palermitana – e i più importanti palazzi principeschi del secolo XVIII (Butera, Torremuzza, ecc.). La Halisah fu la prima ma non fu l'unica delle espansioni urbane durante la dominazione araba. Il vecchio nucleo urbano fu molto presto circondato sia a nord che a sud da nuovi quartieri, i primi fuori le mura in sedici secoli!

1 M. Amari, op. cit. II, p. 189.
2 Cfr. A. De Simone, op. cit., p. 143.
3 Al-Muqaddasi era un geografo di Gerusalemme morto nel 988 autore del Kitb ahsan et-taqasim fi ma'rifat al-aqalim, in BAS, II, pp. 670-71.
4 T. Fazello, De rebus Siculis decades duae, Panormi 1558, I, 8, p. 184.
5 Documento della cattedrale di Palermo citato da V. Di Giovanni, op. cit., II, p. 63.
6 A. De Simone, op. cit., p. 145.
7 G. M. Coluba, Per la topografia cit., p. 398.



Fonte: Palermo – Le città nella storia d'Italia – di C. De Seta e L. Di Mauro – Editori Laterza III^ Ed. 1988

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