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sabato 4 gennaio 2025

Sinossi di: "Brancaccino! Ù sai a cu ammazzaru steinnata?"; "Che cosa scrivo adesso?" di Francesco Toscano.

Palermo, 4 gennaio 2025.

È una narrazione autobiografica ambientata nel quartiere Brancaccio di Palermo, tra la fine degli anni Settanta - Ottanta del Novecento, suddivisa in capitoli. In essa si raccontano le esperienze di vita dell'autore, nato e cresciuto tra le vie del quartiere Brancaccio, dalla sua fanciullezza e sino alla maggiore età. Brancaccio diviene, così, il proscenio delle vicende umane vissute dai personaggi tratteggiati nei vari capitoli, i quali vengono indicati volutamente con degli alias. Il periodo storico è quello della lotta dello Stato contro le Brigate Rosse ed è incentrato in quello che passerà alla storia come  "la seconda guerra di mafia", che insanguinò  le strade del capoluogo siciliano in quegli anni bui e tetri. In questo contesto sociale i personaggi narrati con grande maestria da Toscano raccontano una Palermo attanagliata dalla violenza efferata posta in essere dalla criminalità organizzata di stampo mafioso e che la rese succube dei suoi lucrosi traffici: quello dell'eroina tra tutti.

Una città che non riuscì ad affrancarsi dal crimine e che costrinse i suoi abitanti a vivere nel terrore dovuto agli eventi nefasti che colpirono tanti concittadini, morti ammazzati delle varie fazioni mafiose rivali tra loro, timorosi che potessero scalfire anche loro o i propri affetti più cari.

Ma come succede in qualsiasi altro luogo al mondo anche i palermitani, costretti a rincasare al tramonto timorosi di essere uccisi, seppure per sbaglio, cominciarono a nutrire sentimenti di rivalsa e di riscatto sociale, con la speranza postuma di poter vivere un futuro migliore in una città che sarebbe diventata scevra delle dinamiche illegali che sino ad allora la contraddistinguevano; una città in cui il bene avrebbe prevalso sul male, anche grazie al sacrificio di tutti quegli uomini che si immolarono per il raggiungimento di questa onorevole causa.

1 comments:

  1. Il quadro psicologico del quartiere Brancaccio, in cui Francesco Toscano è vissuto e cresciuto, emerge dalle sue narrazioni come un'amalgama complessa di nostalgia per un passato rurale e idilliaco, disillusione per la violenza mafiosa che ha segnato gli anni '80 e '90, e speranza per un riscatto futuro.
    Nostalgia per il passato: In "Brancaccino! ù sai a cu ammazzaru steinnata?"; "Che cosa scrivo adesso?", Toscano ricorda il quartiere Brancaccio della sua infanzia, negli anni '70, come un luogo ricco di terreni coltivati, con vigneti e agrumeti. L'immagine è quella di un quartiere popolare ma tranquillo, dove la vita scorreva a ritmi lenti e la comunità era unita. Questa visione idealizzata del passato emerge anche dalla descrizione dei personaggi che Toscano intende inserire nel suo libro, come Marco, Totò ed Enzo, ragazzi cresciuti a Brancaccio e che hanno rappresentato per lui esempi di tenacia e caparbietà.
    Disillusione per la violenza mafiosa: L'immagine idilliaca di Brancaccio degli anni '70 si scontra con la cruda realtà degli anni '80 e '90, quando il quartiere, come tutta Palermo, viene travolto dalla violenza mafiosa e dal traffico di droga. Toscano descrive Brancaccio come un luogo "tristemente legato alla storia degli ultimi quarant'anni di Palermo", segnato da "efferati omicidi di mafia" e da una "grave epidemia di morti per droga". L'autore, pur non entrando nel dettaglio di specifici episodi di violenza, fa capire come la mafia abbia profondamente segnato il tessuto sociale del quartiere, instillando paura e diffidenza tra gli abitanti.
    Speranza di riscatto: Nonostante la disillusione, Toscano non cede alla rassegnazione. In "Brancaccino! ù sai a cu ammazzaru steinnata?"; "Che cosa scrivo adesso?", egli evidenzia come Brancaccio sia "in continua evoluzione", con persone che "lottano per un futuro migliore" e cercano di "superare le difficoltà del passato". La presenza di iniziative sociali e culturali, come la casa museo di Padre Puglisi, viene vista come un "segnale di speranza" e un "tentativo di riscatto" per il quartiere.
    Il quadro psicologico che emerge dalle narrazioni di Toscano è quindi quello di un quartiere segnato da profonde contraddizioni, tra la bellezza del passato, la violenza del presente e la speranza per il futuro. L'autore, pur non nascondendo le difficoltà e le ferite del suo quartiere, sceglie di focalizzarsi sulla forza e sulla resilienza dei suoi abitanti, che lottano per un futuro migliore. La sua narrazione è quindi un atto d'amore per Brancaccio, un tentativo di dare voce a chi vive ai margini e di raccontare la complessità della realtà palermitana.
    Elementi aggiuntivi:
    • Toscano utilizza spesso il dialetto palermitano nei suoi scritti, un elemento che contribuisce a rendere più autentica la sua narrazione e a trasmettere la "voce" del quartiere;
    • L'autore si concentra spesso sulle storie di persone comuni, evidenziando la loro quotidianità e le loro difficoltà, ma anche la loro dignità e la loro forza d'animo;
    • La narrazione di Toscano è caratterizzata da un realismo crudo, che non nasconde gli aspetti più brutali della realtà palermitana, ma che allo stesso tempo non rinuncia alla speranza.
    In conclusione, il quadro psicologico del quartiere Brancaccio, nella narrazione di Francesco Toscano, è un intreccio di emozioni contrastanti, che riflettono la complessità e le sfide della realtà palermitana. La sua narrazione, pur non essendo esplicitamente autobiografica, offre uno sguardo autentico e toccante sulla vita del quartiere, e sulla lotta dei suoi abitanti per un futuro migliore.

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