Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...

martedì 24 dicembre 2024

Brancaccino! “Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” -Che cosa scrivo adesso? -. Capitolo Sei.

 

Sei.

 

“Michele, il Deejay”

 

All’età di sedici anni frequentavo il terzo anno dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “A. Volta” di Palermo, nel cuore del quartiere Brancaccio, in viale dei Picciotti, posto a pochi metri da Piazzale Anita Garibaldi 5, luogo in cui viveva “3P”, ovvero Padre Pino Puglisi. Ricordo che all’epoca venni coinvolto in un progetto ideato da un’associazione culturale cittadina, di cui non ricordo la denominazione, teso alla rieducazione e all’accrescimento culturale, al fine di un loro eventuale inserimento sociale e in un contesto cittadino migliore di quello in cui abitavano, di alcuni bambini che vivevano negli appartamenti ubicati in seno alle palazzine popolari che si elevavano “maestose” a ridosso di Piazzale Anita Garibaldi e nelle strade limitrofe. Ricordo che feci alcune ore di doposcuola, rendendomi conto, sin da subito, della triste realtà in cui quei bambini erano costretti a vivere e a crescere. Una realtà che non mi apparteneva: io, benché figlio di un operaio Fiat e di una casalinga, ebbi la fortuna di studiare con profitto. I miei genitori, con non pochi sacrifici, anche pagandoci delle lezioni private, ci consentirono di elevarci culturalmente rispetto a tutti quei tanti bambini che avevo frequentato e con cui avevo giocato, scherzato, litigato. Erano gli anni in cui le radio cittadine mandavano in onda i brani di maggior successo degli “Spandau Ballet”, dei loro rivali “Duran Duran”, degli “Wham!”, dei “The Police”, di “Elton John” e di tanti altri ancora. Brani che hanno segnato la storia degli anni Ottanta del Novecento, e non solo. Fra le tanti emittenti radiofoniche cittadine vi era anche “Tele Radio Normanna” che trasmetteva la musica che ascoltavo, e che ancora ascolto, sulla frequenza dei 101,250 MHz, e la cui sede operativa e sociale era ubicata in via Federico Ferrari Orsi, all’intersezione con quella che poi sarebbe divenuta via Padre Giuseppe Puglisi e che all’epoca dei fatti era solo la via S. 35; emittente radiofonica che nel 1984 aderì al circuito radiofonico “Fortissima”, syindication creata a Palermo per iniziativa di alcuni dj radiofonici isolani e che aveva sede in viale Michelangelo 230, a Palermo. Ricordo che tutti i pomeriggi, mentre ero intento a studiare Matematica, Fisica, Elettrotecnica, andava in onda un programma radiofonico, che aveva un buon seguito, condotto da Michele, il deejay, un ragazzo che abitava in via Giacomo ALAGNA, nei pressi della mia abitazione. Michele era più grande di me di qualche anno. Dopo qualche “ospitata” in radio, ovvero nella stanza d’ingresso dell’appartamento da cui trasmetteva “Tele Radio Normanna”, alle spalle del vetro che separava i locali tecnici della radio da quelli usati per la “vita comune”, qualche musicassetta registrata “a gratis”, di Michele ho perso le tracce, sebbene mi avrebbe fatto davvero piacere poterlo rincontrare e ricordare quei bei momenti trascorsi insieme a lui. Michele era un deejay provetto; fu egli ad iniziarmi alla musica disco degli anni Ottanta, sound che ancora oggi, talvolta, ascolto con passione alla radio. Era proprio in gamba Michele: la sua voce suadente ricordo che fece cadere nella rete sociale da lui tessuta non poche fanciulle del quartiere e di altri quartieri cittadini. Michele è stato uno dei primi playboy che ho conosciuto nella mia vita. Ma di questa frequentazione non ne ricavai “un ragno dal buco” sul fronte “rimorchio” e il “gentil sesso” rimase per molti anni solo una mera chimera, giacché andai troppe volte in bianco. Michele era geloso sia della sua passione, la radio, la musica, che delle donne che frequentava. Ricordo che egli era proprio un bravo ragazzo, una persona molto perbene, che riusciva ad ammaliarti con il suo savoir faire.

lunedì 23 dicembre 2024

Brancaccino! “Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” -Che cosa scrivo adesso? - Capitolo Cinque.

 

Cinque.

 

“Pacchionello – Diecimila”

 

All’inizio del mese di ottobre dell’anno 1981, quando per le vie di Palermo erano già passati a miglior vita circa settanta mafiosi, o presunti tali, barbaramente uccisi da “Cosa Nostra” panormita e lasciati agonizzanti sull’asfalto freddo e viscido delle strade del capoluogo, giocava in via Giacomo ALAGNA del quartiere Brancaccio un bambino che, come me, aveva da poco compiuto dieci anni. Figlio di un boss mafioso del quartiere, poi arrestato e processato col Maxi I, egli veniva schernito dagli altri bambini del quartiere in quanto in sovrappeso, e perché aveva delle movenze goffe e stanche; il piccolo monello era solito girare per le vie di Brancaccio con una banconota da Diecimila lire in tasca e svariate caramelle, cioccolatini, merendine, che difficilmente era disposto a condividere con gli altri bambini. Marco, F., G., C., ed altri bambini del quartiere, gli avevano affibbiato il nomignolo di “Pacchionello – Diecimila”, a ragion veduta. Era difficile coinvolgerlo nei giochi che si facevano in gruppo, che necessitavano, giocoforza, il dispendio di energie psicofisiche. Perennemente stanco, si pavoneggiava di possedere oltre a quella banconota da 10.000 lire, altri soldi, tantissimi altri soldi, che il padre, a suo dire, gli dava sovente per le sue bricconerie, per i suoi capricci, per tenerlo buono e quieto. Dalla personalità borderline, o giù di lì, vestiva abiti griffati, indossava scarpe firmate, che difficilmente gli altri bambini del quartiere si sarebbero mai potuto permettere di indossare. Non ricordo quale fosse il suo nome di battesimo; pur tuttavia, ricordo benissimo il suo cognome e quello che disse suo padre, mafioso di spicco di Brancaccio, all’udienza dibattimentale del Maxi I, impettito e spavaldo dinanzi alle telecamere Rai che riprendevano le fasi salienti del Processo. Ma di questo non mi va di parlarne. Ormai è storia giudiziaria, facilmente reperibile in rete. “Pacchionello – Diecimila” quando stava con gli altri bambini era solito sedersi su un muretto posto a ridosso di via Antonio PIGAFETTA intento a osservare ciò che gli altri monelli stessero facendo, quasi volesse studiarne la psiche, entrare nelle loro menti, vivere il loro mondo: un mondo che, purtroppo, non gli apparteneva; e come sarebbe stato possibile, per un bambino così viziato, vivere le stesse emozioni e le stesse esperienze dei suoi coetanei? Quel bambino non l’ho più rivisto; né, tantomeno, l’ho più incontrato da adulto. Di lui mi colpì da subito il fatto che in un contesto così povero, ostentasse con tanta nonchalance così tanta ricchezza. Era ovvio che quei soldi erano il frutto delle attività criminali condotte da suo padre. Ma di questo io, a quel tempo, non ero sicuro; né, tantomeno, ne ero a conoscenza. Sembrava proprio una brava persona suo padre, uno di quelli che, di solito, si vogliono emulare: aveva fatto i soldi! Ma come, non era dato sapere. Eppure qualcuno sommessamente, sibilando, proferiva il perché quella famiglia si fosse arricchita in così poco tempo. Ma questi non aveva il coraggio di parlarne pubblicamente. A quel tempo si moriva per poco a Brancaccio e chi lavorava, pagava le tasse, ed era costretto a barcamenarsi e sbarcare il lunario mensilmente, solitamente non era avvezzo a commentare quello che succedeva per le vie del quartiere: né in bene, né in male. La gente continuava a ignorare i problemi del quartiere. Sino a quando i singoli membri di quella comunità non venivano intaccati dai problemi, non ne parlavano: punto! Di che cosa avrebbero dovuto parlare? Era facile parlare delle disgraziate partite del Palermo calcio, ma le parole spaccio, droga, mafia, erano tabù. E tabù rimasero per tantissimi anni, sino a quando le stragi di mafia, gli omicidi eccellenti, non convinsero molte coscienze che forse era arrivato il momento di fare mente locale, di affrontare i problemi in maniera diversa. Ma, essendo che “una nuci sula intra o saccu un n’ha mai scrusciutu!”, allora era meglio continuare a farsi i fatti propri e seguitare ad andare avanti con le proprie vite. Purtroppo, ahimè, ancora oggi la mentalità di molti abitanti del quartiere e di tantissimi altri abitanti dei quartieri di Palermo non è cambiata; è rimasta tale e quale a quella degli abitanti della Palermo degli anni Ottanta - Novanta del Novecento. Mi viene da dire che mai cambierà, ma voglio essere ottimista e pensare che prima o poi le cose cambieranno in meglio. Me lo auguro di cuore.

sabato 14 dicembre 2024

È uscito Penny, il nuovo romanzo thriller di Sara Bontempi .


 Palermo, 14 dicembre 2024.


“Penny” è un thriller psicologico originale e imprevedibile. Nasce come perfetta storia d’amore, per diventare all’improvviso qualcos’altro.
E questo grazie all’abilità della scrittrice Sara Bontempi che unisce a questo giallo thriller una dose di romance, depistando il lettore.”

 

- Dalla prefazione di Daniela Merola -

 

Disponibile nelle migliori librerie e store online.

Link Amazon: https://amzn.to/4fmITSG

 

Sinossi del libro

 

Penny è un romanzo che svela lentamente il suo lato oscuro, in un crescendo di tensione e mistero.
La storia ruota attorno a Penny e Marvin, due anime solitarie che si incontrano e si innamorano perdutamente, promettendosi amore eterno. La loro relazione sembra perfetta, un'oasi di felicità e serenità.

 

Marvin, tuttavia, soffre di sonnambulismo, un disturbo che inizialmente non sembra influire sulla loro vita di coppia.
Penny è affascinata da questo aspetto insolito di Marvin, vedendolo come un'ulteriore prova della complessità e profondità del suo amato.
Tuttavia, man mano che la storia procede, emergono segni inquietanti che suggeriscono che il sonnambulismo di Marvin potrebbe essere più di una semplice disturbo medico.

 

Un viaggio emozionante e avvincente nel cuore dell'amore e dell'inconscio umano, un racconto che esplora come le pulsioni nascoste e i segreti più oscuri possano minacciare anche i legami più forti.

 


Sara Bontempi, biografia

 

Sara Bontempi, nata in provincia di Varese nel 1979 e attualmente residente nel Golfo dei Poeti, in Liguria, lavora come freelance offendo servizi di promozione editoriale ad autori e artisti.

Ha partecipato a diversi concorsi letterari, i suoi racconti sono stati inclusi in varie antologie, tra cui "Giappone Desire” e “Nippomania” (Idrovolante edizioni), "Racconti Vol.3 Alcova Letteraria" e "Diventa ciò che sei" di Atile Edizioni.

Ha pubblicato la guida “Golfo dei Poeti, a spasso per Lerici, San Terenzo, Tellaro” (2023) e il libro di ricette “Cucina senza frontiere: Viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio” (2024) in self publishing.

Il suo romanzo d’esordio, “Il bacio sulla fronte” (2023 LFA Publishing), ha ricevuto il premio di merito “Spunti di analisi e dialettica” al XII Premio Letterario Internazionale di Poesie e Narrativa della Città di Sarzana 2024.

 

 

La strategia di comunicazione dell’autrice Sara Bontempi è affidata a Sara Servizi Editoriali.

Web:  saraservizieditoriali.wordpress.com
Contatto: saraservizieditoriali@gmail.com

 

 

venerdì 6 dicembre 2024

Il Significato della Legge Universale e il suo ruolo nel destino dell'umanità.

 

Palermo, 6 dic. 2024.

La "Legge Universale" descritta nelle pagine del blog rappresenta un principio fondamentale che governa l'esistenza e l'evoluzione di tutte le forme di vita, inclusi gli esseri umani. Questa legge trascende i confini terrestri e si applica a tutti gli esseri viventi in tutto il cosmo.

  • La Legge Universale non è una semplice ipotesi, ma una realtà consolidata. Non si basa su supposizioni o teorie, ma su una profonda comprensione dei principi che regolano l'universo.
  • Questa legge si manifesta in diverse forme e modi, influenzando ogni aspetto della vita. Le sue manifestazioni possono essere complesse e richiedono un'attenta osservazione e interpretazione per comprenderle appieno.
  • La Legge Universale determina il destino di ogni individuo e dell'umanità nel suo insieme. La comprensione e l'accettazione di questa legge sono essenziali per il progresso e l'evoluzione dell'umanità.

Un aspetto cruciale della Legge Universale è il suo impatto sulla coscienza e sulla percezione della realtà.

  • L'accettazione e la piena comprensione di questa legge portano a una profonda trasformazione interiore. La consapevolezza della Legge Universale influenza il modo in cui gli individui pensano e agiscono, guidandoli verso un percorso di crescita e di evoluzione.
  • Coloro che abbracciano la Legge Universale possono raggiungere un livello superiore di consapevolezza e comprensione. Questa consapevolezza consente loro di vedere la realtà da una prospettiva più ampia, trascendendo i limiti del pensiero ordinario.
  • La Legge Universale ha un ruolo fondamentale nel processo di evoluzione spirituale dell'umanità. Tramite la sua influenza, gli esseri umani possono progredire verso uno stato di maggiore armonia e equilibrio con il cosmo.

Le pagine del blog suggeriscono che la Legge Universale opera anche a livello cosmico, influenzando il destino dell'umanità nel suo insieme.

  • L'umanità sta attraversando un periodo di grande cambiamento e trasformazione. Questo periodo è segnato da una crescente consapevolezza della Legge Universale e del suo impatto sulla vita.
  • La comprensione della Legge Universale potrebbe portare l'umanità verso un futuro di pace e prosperità. L'accettazione di questa legge potrebbe unire l'umanità in un percorso comune di crescita e di evoluzione.
  • La mancata comprensione della Legge Universale potrebbe condurre l'umanità verso la catastrofe. L'ignoranza o il rifiuto di questa legge potrebbero avere conseguenze disastrose per il futuro dell'umanità.

Al prossimo post!

martedì 3 dicembre 2024

Il bullo come leader.

Il bullo | Fonte: dalla rete

Palermo, lì 3 dicembre 2024.

Bullo: leader impostore? 

Appare chiaro che il fenomeno del bullismo non risiede soltanto nella relazione bullo-vittima, ma è un fenomeno collettivo, che coinvolge l’intero gruppo, che può sostenere e rinforzare il fenomeno. 

Il bullo è il leader del gruppo? 

Tra le caratteristiche fondamentali del leader vi sono l’empatia, l’abilità a relazionarsi, la valorizzazione e il coinvolgimento degli altri, il senso della comunità, l’agire efficacemente, l’essere attento al clima del gruppo e ad arbitrare eventuali conflitti, l’essere assertivo; ciò posto ci rendiamo conto che queste caratteristiche non appartengono al bullo. Il bullo non è empatico, non possiede la facoltà di porsi nei panni altrui, l’identificazione con l’altro da sé è un concetto che non gli attiene, l’identificazione invece è un concetto fondamentale relativo alla sicurezza e costituisce un efficace inibitore dell’aggressività. Infatti secondo studi di etologia, l’essere umano possiede una facoltà di inibizione innata all’aggressività che gli impedisce di eliminare il proprio simile, facoltà basata sulla possibilità di identità ed empatia con l’altro percepito come essere uguale a sé. […]

Il bullo è quindi un leader impostore? 

Nonostante nell’uso comune questo termine abbia una connotazione negativa (bugiardo, ciarlatano, imbroglione), secondo la Gestalt Psicosociale rappresenta una parte dell’identità che appartiene a tutti, vuol dire che a volte si mostra una parte o un solo aspetto di se stessi, si modifica in qualche misura e in qualche circostanza la percezione che si dà di sé, e questo può avere una valenza positiva o negativa, a seconda se lo si attua funzionalmente o rigidamente. Il bullo è un leader impostore e lo è in modo rigido e quindi disfunzionale. Persegue deliberatamente i propri obiettivi di dominanza e di mantenimento della reputazione attraverso modalità aggressive e di supremazia, dando nessuna importanza ai sentimenti altrui per il proprio tornaconto. Quindi manipola le situazioni per vantaggio personale, ignorando l’infelicità della vittima e non accettando la responsabilità delle proprie azioni. 


Per la Linkografia: 











Bullismo - Wikipedia. 


Per la Bibliografia: 

Saggi 

- Chiarugi M. Anichini S., (2012) "Sono un bullo quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità", Franco Angeli. 
· Aleandri G. (2011) Giovani senza paura. Analisi socio-pedagogica del fenomeno bullismo, Roma, Armando. 
· Iannaccone N. (a cura di), Stop al bullismo. Strategie per ridurre i comportamenti aggressivi e passivi a scuola, La Meridiana, 2005. 
· Buccoliero E., Maggi M. (2005) Bullismo e bullismi: le prepotenze in adolescenza dall'analisi dei casi agli strumenti d'intervento, Milano, Angeli. 
· Dominici R., Montesarchio G. (2003) Il danno psichico: mobbing, bulling e wrongful life: uno strumento psicologico e legale per le nuove perizie e gli interventi nelle organizzazioni, Milano, Angeli. · Florindi, E., (2017) Bulli 2.0: bullismo e cyberbullismo: evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi, Imprimatur, ISBN 978-88-6830-583-3. 
· Garbarino J., De Lara E. (2003). And Words Can Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence Archiviato il 27 settembre 2011 in Internet Archive., The Free Press: New York NY. 
· Guarino A., Lancellotti R., Serantoni G. (2011) Bullismo: aspetti giuridici, teorie psicologiche e tecniche di intervento, Milano, Angeli. 
· Menesini Ersilia (a cura di), Bullismo: le azioni efficaci della scuola. Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento, Erickson, 2003, ISBN 978-8879465137. 
· Mengheri M., Bianca Rita Berti, Lara Busoni, (2007) Il fenomeno del bullismo: come riconoscerlo, come intervenire, in "Sentieri", 7. 
· Pini G.(2011), Prima del bullismo. La prevenzione del bullismo nelle scuole con il Teatro d'Animazione Pedagogico, Roma, Armando Curcio Editore. ISBN 978-88-95049-87-8 
· Prati G., et al., (2010) Bullismo Omofobico, Milano, Editore Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0738-7 · Zanetti M.A (2007), L'alfabeto dei bulli. Prevenire relazioni aggressive nella scuola, Trento, Centro Studi Erickson. ISBN 88-6137-118-3 
· Zanetti M.A, et al., (2009) Il Fenomeno del bullismo. Tra prevenzione ed educazione, Roma, Ma.Gi. ISBN 978-88-7487-280-0 
· Cerutti, Manca (2008). I comportamenti aggressivi. Percorsi evolutivi a rischio psicopatologico. Roma: Kappa Menesini. (2003). 


Romanzi e altri generi 

· Albonico M., (2012) "Nemici miei. Una lunga storia di bullismo", Albatros Il Filo. · Calabretta M., (2009) Le fiabe per... affrontare il bullismo. Un aiuto per grandi e piccini, Milano, Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0677-9 
· Filippo B., (2008) Bulli. Il romanzo choc di un adolescente, Milano, Mursia. ISBN 978-88-425-4090-8 · Lombardo Pijola M., (2007) Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano Principessa. Storie di bulli, lolite e altri bimbi, Milano, Bompiani. ISBN 978-88-452-5839-8

lunedì 2 dicembre 2024

Chi è il bullo?

Il bullo | Fonte: dalla rete

Palermo, lì 2 dicembre 2024.

Ci sono diverse tipologie di bullo: 


bullo dominante, le cui caratteristiche sono: 
  • aggressività generalizzata sia verso gli adulti sia verso i coetanei, impulsività e scarsa empatia verso gli altri, questi bambini vantano la loro superiorità, vera o presunta, si arrabbiano facilmente e presentano una bassa tolleranza alla frustrazione, hanno un atteggiamento positivo verso la violenza, poiché è ritenuta uno strumento positivo per raggiungere i propri obiettivi. La loro prepotenza non è dovuta ad insicurezza e scarsa autostima, al contrario si tratta di bambini sicuri di sé, con elevate abilità sociali, capaci di istigare gli altri. Hanno buone doti psicologiche utilizzate però al fine di manipolare la situazione a proprio vantaggio, con forte bisogno di dominare gli altri. Manifestano grosse difficoltà nel rispettare le regole e nel tollerare contrarietà e frustrazioni. Tentano, a volte, di trarre vantaggio anche utilizzando l'inganno. Il rendimento scolastico è vario ma tende ad abbassarsi con l'aumentare dell'età e, parallelamente a questa, si manifesta un atteggiamento negativo verso la scuola. […] 
bullo gregario: più ansioso, insicuro, poco popolare, cerca la propria identità e l’affermazione nel gruppo attraverso il ruolo di aiutante o sostenitore del bullo. 

Bullismo: ci sono differenze tra maschi e femmine? 

La differenza tra i due sessi sta maggiormente nel modo in cui viene messo in atto il comportamento disfunzionale. I ragazzi sono per lo più protagonisti di aggressioni dirette e fisiche; le ragazze, invece, tendono a ferire gli altri attraverso la prevaricazione e la violenza psicologica, colpendo così la sfera più intima della vittima. 

Che cos’è il cyberbullismo? 

Il cyberbullismo è una nuova forma di bullismo che usa Internet e le tecnologie digitali per manifestarsi, con un impatto ancor più forte. Una volta, infatti, il bullismo era in gran parte confinato alla scuola, oggi invece, le potenzialità e le risorse offerte dalle Applicazioni di messaggistica e dai social media, danno oggi ai bulli maggior potere d’azione con un accesso costante alle vittime, senza limiti di tempo e spazio. Inoltre, le aggressioni informatiche, garantendo l’anonimato di chi le ha agite, allentano molti freni inibitori, indebolendo le remore etiche e amplificando la ferocia dell’aggressione (è più facile infliggere dolore e sofferenza agli altri quando chi comunica non è a contatto diretto con l’interlocutore). 

Chi sono le vittime di bullismo? 

La vittima: Le caratteristiche della vittima sono: scarsa autostima e opinione negativa di sé, i bambini vittimizzati sono ansiosi e insicuri, spesso cauti, sensibili e calmi. Se attaccati, reagiscono chiudendosi in se stessi. Queste caratteristiche sono tipiche delle vittime definite passive o sottomesse, che segnalano agli altri l'incapacità, l'impossibilità o difficoltà di reagire di fronte ai soprusi. Esiste, tuttavia, un altro gruppo di vittime: le vittime provocatrici, caratterizzate da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive. Possono essere iperattivi, inquieti e offensivi. Tendono a controbattere e hanno la tendenza a prevaricare i compagni più deboli. […]
 
Le conseguenze: Essere vittima o essere prepotente ed esserlo a lungo nel corso del tempo può rappresentare un fattore di rischio. Gli studi longitudinali, già messi in atto da Olweus e altri, rivelano che chi rimane a lungo nel ruolo di prepotente corre più rischi di altri di entrare in quella escalation di violenza che va da piccoli episodi di vandalismo, furti, piccola criminalità, fino a incorrere in problemi seri con la legge. Questi bambini hanno quindi più probabilità da adulti di venire condannati per comportamenti antisociali. Per contro chi rimane a lungo nel ruolo di vittima rischia di andare incontro a livelli di autostima sempre più bassi (“non valgo nulla”, “non sono capace di far nulla”, “gli altri ce l’hanno tutti con me”), a forme di depressione che possono aggravarsi sempre di più, fino a diventare forme di autolesionismo con conseguenze estreme come il suicidio. 

Le cause: Nel tempo si sono susseguite varie ipotesi esplicative del bullismo, relative al sistema familiare, a fattori personologici e al contesto culturale, si può dire che siano tutte valide e che il fenomeno sia multi- causale: 

contesto familiare: ci sono due diverse prospettive di studio che hanno preso in considerazione il sistema familiare dei bambini coinvolti, come bulli o vittime, in episodi di prepotenze. Una prima prospettiva ha indagato la qualità della relazione affettiva tra genitori e figli, in particolare ha considerato il legame di attaccamento madre-bambino. Da tali ricerche è emerso che i bambini con attaccamento insicuro-evitante esibiscono con più probabilità comportamenti di attacco e prepotenza verso i compagni (poiché non sviluppano un atteggiamento di fiducia verso gi altri e si aspettano risposte ostili), mentre i bambini con attaccamento insicuro-resistente assumono con più probabilità il ruolo di vittime (poiché hanno poca fiducia e poca stima in se stessi, sono insicuri e ansiosi). […] 

fattori personali, tutti quegli elementi personologici che sono caratteristici del bullo e della vittima;
 
contesto culturale in cui si vive: come afferma Olweus, i ragazzi che opprimono e quelli che subiscono sono il frutto di una società che tollera la sopraffazione. Il bullismo è quindi figlio di un contesto culturale più ampio, in cui si persegue un modello di forza e potere, in cui vige la distinzione dell’umanità tra vincenti e perdenti, l’esaltazione di leader autoritari e di immagini maschili e femminili di successo, in cui la sconfitta non è ben vista. I mass media, televisione, cinema, videogiochi, ci presentano modelli di violenza giovanile come espressione di forza e vitalità, risolutrice di conflitti e depurata da ogni segno di sofferenza o conseguenza per le vittime. In una cultura fondata sui (dis)valori della sopraffazione, dell’arroganza, della furbizia e della competizione, sarà naturale per il piccolo bullo prevaricare il compagno più debole. 

Il gruppo: I coetanei hanno un ruolo importante nello sviluppo, mantenimento o modificazione del comportamento aggressivo nel gruppo. Il bullo non agisce da solo: alcuni compagni svolgono un ruolo di rinforzo, altri formano un pubblico che incita e sostiene, altri ancora si disinteressano a quello che accade, non manca poi chi tenta di opporsi alle prepotenze per proteggere la vittima, in questo ruolo di difesa si trovano spesso le bambine. Il bullismo è quindi un fenomeno di gruppo ed è utile per comprenderlo fare riferimento ai meccanismi che caratterizzano coloro i quali prendono parte all’azione aggressiva. Innanzitutto alcuni studi hanno dimostrato che l’individuo agisce aggressivamente se ha osservato qualcun altro agire in tal modo (un modello), soprattutto se questo altro gode della stima dell’osservatore, ed è riconosciuto come forte e coraggioso. Coloro i quali sono molto influenzati da tali modelli sono soprattutto i ragazzi più insicuri e dipendenti, che non hanno un ruolo definito fra i pari e che vorrebbero affermarsi. Vi è un altro fattore che interviene in tale contesto di gruppo, cioè la diminuzione del senso di responsabilità individuale. La diffusione di responsabilità all’interno del gruppo è un meccanismo che rende più facile l’azione aggressiva, poiché il senso di responsabilità personale nei confronti dell’azione negativa è minore se si partecipa in tanti. Prendiamo ora in considerazione i meccanismi di disimpegno morale elaborati da Bandura, cioè le strategie cognitive con cui i ragazzi giustificano le loro aggressioni. Le forme di disimpegno morale possono strutturarsi, stabilizzarsi e quindi diventare un modello per il soggetto, che in qualche maniera lo svincolano da regole e norme. […]

Popolarità del bullo: Godere del favore dei compagni significa disporre di preziose opportunità sociali, mentre il rifiuto porta all’esclusione dalle attività collettive. Diversi studi dimostrano che i bulli hanno una popolarità che rientra nella media, o poco al di sotto di essa e sono spesso circondati da un gruppo di due o tre coetanei sostenitori. Spesso i compagni esprimono nei confronti della vittima antipatia e rifiuto, mentre l’atteggiamento verso il bullo varia in base a diverse circostanze, in particolare i fattori contestuali e individuali assumono un ruolo cruciale nel determinare l’atteggiamento dei pari nei confronti del bullo. Tra i fattori contestuali, un elemento molto importante è l’efficacia delle azioni: il rifiuto viene espresso verso quei compagni che con le loro condotte aggressive non raggiungono lo scopo. Tra i fattori individuali, ricordiamo che la popolarità dei bulli è destinata a diminuire con l’aumentare dell’età, perché con l’età le strategie aggressive cambiano e si passa da forme di aggressività dirette a modalità indirette e si sviluppa la capacità di giudicare secondo criteri morali i comportamenti propri e altrui, per cui chi utilizza condotte aggressive è considerato riprovevole e degno di rifiuto. 

L’autoaffermazione del bullo: Il bullismo è una modalità proattiva, ossia, è un comportamento messo in atto senza provocazione da parte della vittima ed è agito dall’aggressore al fine di raggiungere il suo scopo, il dominio e il potere sugli altri. Il bullismo trova la sua motivazione nell’affermazione di dominanza interpersonale. Il bullo sa affermare se stesso nel gruppo soltanto attraverso l’uso deliberato della forza. L’aggressività, però, non ha solo una valenza negativa, può essere pro sociale nel momento in cui non mira a infliggere un danno ma a conquistare un obiettivo socialmente accettabile. E’ inoltre una funzione centrale al servizio dell’autorealizzazione, ci permette di confrontarci, reagire, difenderci, avere rapporti con gli altri. […] 

 

Per la Linkografia: 

 

Chi è il bullo e chi la vittima? - Humanitas Medical Care

Il Bullo

Il bullo è debole? Facciamo attenzione anche a chi usa la violenza! – Newid Psicologi

https://www.cmt-ig.org/wp-content/uploads/2018/01/bullismo_cicalese.pdf;

https://www.sinapsi.unina.it/artbiblio1_bullismoomofobico;

https://www.edscuola.it/archivio/parliamone/bullismo/bullismo_3.htm;

https://www.focus-scuola.it/guida-al-bullismo-chi-sono-i-bulli-tre-tipologie/;

Bullismo: Cos'è, Conseguenze E Quanti Tipi Ne Esistono?;

Il bullismo: significato e prevenzione;

Bullismo - Wikipedia. 

 


Per la Bibliografia: 


Saggi 

 

- Chiarugi M. Anichini S., (2012) "Sono un bullo quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità", Franco Angeli. 

· Aleandri G. (2011) Giovani senza paura. Analisi socio-pedagogica del fenomeno bullismo, Roma, Armando. 

· Iannaccone N. (a cura di), Stop al bullismo. Strategie per ridurre i comportamenti aggressivi e passivi a scuola, La Meridiana, 2005. 

· Buccoliero E., Maggi M. (2005) Bullismo e bullismi: le prepotenze in adolescenza dall'analisi dei casi agli strumenti d'intervento, Milano, Angeli. 

· Dominici R., Montesarchio G. (2003) Il danno psichico: mobbing, bulling e wrongful life: uno strumento psicologico e legale per le nuove perizie e gli interventi nelle organizzazioni, Milano, Angeli. · Florindi, E., (2017) Bulli 2.0: bullismo e cyberbullismo: evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi, Imprimatur, ISBN 978-88-6830-583-3. 

· Garbarino J., De Lara E. (2003). And Words Can Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence Archiviato il 27 settembre 2011 in Internet Archive., The Free Press: New York NY. 

· Guarino A., Lancellotti R., Serantoni G. (2011) Bullismo: aspetti giuridici, teorie psicologiche e tecniche di intervento, Milano, Angeli. 

· Menesini Ersilia (a cura di), Bullismo: le azioni efficaci della scuola. Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento, Erickson, 2003, ISBN 978-8879465137. 

· Mengheri M., Bianca Rita Berti, Lara Busoni, (2007) Il fenomeno del bullismo: come riconoscerlo, come intervenire, in "Sentieri", 7. 

· Pini G.(2011), Prima del bullismo. La prevenzione del bullismo nelle scuole con il Teatro d'Animazione Pedagogico, Roma, Armando Curcio Editore. ISBN 978-88-95049-87-8 

· Prati G., et al., (2010) Bullismo Omofobico, Milano, Editore Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0738-7 · Zanetti M.A (2007), L'alfabeto dei bulli. Prevenire relazioni aggressive nella scuola, Trento, Centro Studi Erickson. ISBN 88-6137-118-3 

· Zanetti M.A, et al., (2009) Il Fenomeno del bullismo. Tra prevenzione ed educazione, Roma, Ma.Gi. ISBN 978-88-7487-280-0 

· Cerutti, Manca (2008). I comportamenti aggressivi. Percorsi evolutivi a rischio psicopatologico. Roma: Kappa Menesini. (2003). 

 

 Romanzi e altri generi 

 

· Albonico M., (2012) "Nemici miei. Una lunga storia di bullismo", Albatros Il Filo. · Calabretta M., (2009) Le fiabe per... affrontare il bullismo. Un aiuto per grandi e piccini, Milano, Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0677-9 

· Filippo B., (2008) Bulli. Il romanzo choc di un adolescente, Milano, Mursia. ISBN 978-88-425-4090-8 · Lombardo Pijola M., (2007) Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano Principessa. Storie di bulli, lolite e altri bimbi, Milano, Bompiani. ISBN 978-88-452-5839-8


domenica 1 dicembre 2024

Il 15% degli adolescenti italiani è stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta nella vita.

Il bullo | Fonte: dalla rete.

Palermo, lì 1 dicembre 2024. 

Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità, il 15% degli adolescenti italiani è stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta nella vita

Ma che cos’è il bullismo? 

Secondo lo studioso Dan Olweus, esperto in materia, il bullismo è caratterizzato da comportamento aggressivo intenzionale; azioni “vessatorie” persistenti nel tempo; uno squilibrio di forza/potere nella relazione, dove la vittima è incapace di difendersi. 

Come riconoscere il bullismo? 

Il bullismo può presentarsi sotto vari aspetti: attacchi fisici (come calci, percosse e spintoni; più comune tra i bambini più giovani), verbali (insulti, prese in giro, minacce, danni e altre forme di intimidazione o esclusione) ma anche vessazioni indirette (come diffondere voci ed esclusione sociale; più comune man mano che i bambini crescono), che colpiscono la sfera psicologica della vittima, e può verificarsi ovunque: a scuola, nei centri di aggregazione, a casa o sul web, Nella maggior parte dei casi, il bullo agisce nell’ombra al di fuori del controllo degli adulti, anche se spesso cerca degli spettatori (i pari) che possano ammirare la sua condotta. 

Chi sono i bambini più a rischio di bullismo? 

Secondo i recenti studi, il bullismo raggiunge un picco tra gli 11 e i 13 anni (coinvolgendo in egual modo entrambi i sessi) e diminuisce man mano che i ragazzi crescono. 

Quali sono le cause del bullismo? 

Le cause che portano al bullismo sono spesso difficili da individuare e generalmente hanno un’origine profonda: possono andare da una mancanza di controllo degli impulsi a problemi di gestione della rabbia, essere legate più a sentimenti di gelosia o invidia, o ad un sentimento di inadeguatezza da parte dell’autore di questi gesti. 


Per la Linkografia: 











Bullismo - Wikipedia. 

Per la Bibliografia: 

Saggi 

- Chiarugi M. Anichini S., (2012) "Sono un bullo quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità", Franco Angeli. 
· Aleandri G. (2011) Giovani senza paura. Analisi socio-pedagogica del fenomeno bullismo, Roma, Armando. 
· Iannaccone N. (a cura di), Stop al bullismo. Strategie per ridurre i comportamenti aggressivi e passivi a scuola, La Meridiana, 2005. 
· Buccoliero E., Maggi M. (2005) Bullismo e bullismi: le prepotenze in adolescenza dall'analisi dei casi agli strumenti d'intervento, Milano, Angeli. 
· Dominici R., Montesarchio G. (2003) Il danno psichico: mobbing, bulling e wrongful life: uno strumento psicologico e legale per le nuove perizie e gli interventi nelle organizzazioni, Milano, Angeli. · Florindi, E., (2017) Bulli 2.0: bullismo e cyberbullismo: evoluzione di un fenomeno e possibili rimedi, Imprimatur, ISBN 978-88-6830-583-3. 
· Garbarino J., De Lara E. (2003). And Words Can Hurt Forever: How to Protect Adolescents from Bullying, Harassment, and Emotional Violence Archiviato il 27 settembre 2011 in Internet Archive., The Free Press: New York NY. 
· Guarino A., Lancellotti R., Serantoni G. (2011) Bullismo: aspetti giuridici, teorie psicologiche e tecniche di intervento, Milano, Angeli. 
· Menesini Ersilia (a cura di), Bullismo: le azioni efficaci della scuola. Percorsi italiani alla prevenzione e all'intervento, Erickson, 2003, ISBN 978-8879465137. 
· Mengheri M., Bianca Rita Berti, Lara Busoni, (2007) Il fenomeno del bullismo: come riconoscerlo, come intervenire, in "Sentieri", 7. 
· Pini G.(2011), Prima del bullismo. La prevenzione del bullismo nelle scuole con il Teatro d'Animazione Pedagogico, Roma, Armando Curcio Editore. ISBN 978-88-95049-87-8 
· Prati G., et al., (2010) Bullismo Omofobico, Milano, Editore Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0738-7 · Zanetti M.A (2007), L'alfabeto dei bulli. Prevenire relazioni aggressive nella scuola, Trento, Centro Studi Erickson. ISBN 88-6137-118-3 
· Zanetti M.A, et al., (2009) Il Fenomeno del bullismo. Tra prevenzione ed educazione, Roma, Ma.Gi. ISBN 978-88-7487-280-0 
· Cerutti, Manca (2008). I comportamenti aggressivi. Percorsi evolutivi a rischio psicopatologico. Roma: Kappa Menesini. (2003). 


Romanzi e altri generi 

· Albonico M., (2012) "Nemici miei. Una lunga storia di bullismo", Albatros Il Filo. · Calabretta M., (2009) Le fiabe per... affrontare il bullismo. Un aiuto per grandi e piccini, Milano, Franco Angeli. ISBN 978-88-568-0677-9 
· Filippo B., (2008) Bulli. Il romanzo choc di un adolescente, Milano, Mursia. ISBN 978-88-425-4090-8 · Lombardo Pijola M., (2007) Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano Principessa. Storie di bulli, lolite e altri bimbi, Milano, Bompiani. ISBN 978-88-452-5839-8

martedì 19 novembre 2024

L'Orto botanico di Palermo: una istituzione museale e didattico-scientifica del Centro Servizi del Sistema Museale dell'Università di Palermo.

Ingresso dell'Orto Botanico di Palermo | Fonte: Wikipedia.it

Palermo, lì 19 novembre 2024.

L'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Palermo è un ampio giardino botanico aperto nel 1795; al suo interno insistono piante mediterranee ed esotiche (6.000 specie coltivate), un erbario (600.000 exsiccata conservati) e statue. L’Orto è tra i più antichi Orti Botanici d’Europa, oltre ad essere tra le più importanti e rinomate istituzioni accademiche d’Italia. Considerato un enorme museo all’aperto, l’Orto Botanico è situato in via Lincoln 2, a ridosso della Settecentesca Villa Giulia (1777-78), elegante giardino all'italiana. L’Orto Botanico di Palermo ha una superficie di 10 ettari, schematicamente suddiviso in ordinamenti e settori, alcuni risalenti alla fondazione, altri creati in seguito all’ultimo ampliamento dei primi anni del secolo scorso, altri ancora risalenti a 15-20 anni addietro, risultato della grande opera di arricchimento delle collezioni intraprese negli anni Novanta del Novecento. Nei duecento anni di attività al suo interno si sono svolti studi e i botanici si sono prodigati per la diffusione in Sicilia, in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo di innumerevoli specie. Le collezioni scientifiche dell’Orto botanico dell’Università di Palermo hanno una consistenza rilevata in 3500 individui, consistente nel totale dei reperti coltivati in piena terra, una diversità vegetale che ammonta a 1692 taxa specifici e infraspecifici. La componente fanerogamica e quella pteridofitica è rappresentata, rispettivamente, da 1675 e da 17 specie differenti. Esattamente si contano 166 famiglie rappresentate da 616 generi, 1507 specie, 19 sottospecie, 86 varietà, 6 forme e 56 nototaxa. Le sue collezioni, oltre ad essere identificate scientificamente e disposte secondo canoni estetici, sono ordinate secondo criteri scientifici, prevalentemente secondo ordinamenti sistematici, tassonomici, fitogeografici, biocologici e tematici (alimentare, medicinale, colorante, tessile, ecc.)

Il complesso monumentale si componeva di un edificio centrale, il Gymnasium, sede della Schola Regia Botanices, che oltre a una sala ottagonale per conferenze comprendeva una galleria di studio, l'Herbarium e l'alloggio per il direttore. Lateralmente vi erano un Calidarium e un Tepidarium. Tutto, ad eccezione dell’Acquarium, era stato realizzato secondo il progetto dell’architetto francese Léon Dufourny, il quale, costretto a rientrare nel 1793 in Francia per motivi politici, non assistette né alla conclusione dei lavori né all’inaugurazione dell’Orto.

Negli ultimi anni nella bella cornice dell'Orto botanico dell'Università degli studi di Palermo si sono svolte varie edizioni del festival “Una marina di libri”. Per quattro giorni il Gymnasium, il Tepidarium, la Sala Lanza, il Calidarium, il Tineo e vari spazi all'aperto hanno ospitato – con ingresso gratuito – più di 100 eventi e tanti ospiti del festival dell'editoria indipendente, promosso dal CCN Piazza Marina & Dintorni in collaborazione con le case editrici Navarra e Sellerio e la stessa Università degli Studi di Palermo; l’Orto Botanico di Palermo è aperto a manifestazioni ed eventi multidisciplinari.


Per la Linkografia:

lunedì 18 novembre 2024

La Cattedrale di Monreale: un tesoro architettonico. Questo capolavoro esclusivo vale da solo un viaggio in Sicilia.

Il Duomo di Monreale | Fonte: Wikipedia.it

Palermo, lì 18 novembre 2024.

Il blog "Sicilia, la terra del Sole." offre diverse informazioni sulla Cattedrale di Monreale, evidenziandone la sua importanza storica ed artistica:

  • La Cattedrale di Monreale fu costruita per volere di Guglielmo II di Sicilia con lo scopo di creare un secondo arcivescovado nel territorio palermitano. La costruzione iniziò durante il suo regno e la cattedrale fu completata tra il 1184 e il 1185. La solenne consacrazione avvenne il 6 aprile 1185 e fu presieduta dall'arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio.
  • Prima della costruzione della Cattedrale di Monreale, la corte vescovile di Palermo fu costretta ad abbandonare la città e a rifugiarsi nella vicina Monreale. Questo evento portò alla creazione della futura Arcidiocesi di Monreale. Inizialmente, il ruolo di cattedrale fu ricoperto dalla piccola chiesa di Santa Ciriaca, menzionata da Papa Alessandro III nella bolla pontificia del 30 dicembre 1174 che ratificava la costruzione della nuova cattedrale.
  • La Cattedrale di Monreale è citata come esempio di "esplosione di bellezza" in un elenco di monumenti e chiese siciliani.
Navata centrale del Duomo di Monreale | Fonte: Wikipedia.it

La Cattedrale di Monreale rappresenta, quindi, un importante esempio di architettura normanna in Sicilia, strettamente legata alla storia della città di Palermo e alla nascita dell'Arcidiocesi di Monreale. Questo capolavoro esclusivo vale da solo un viaggio in Sicilia. La maestosa mole dell'edificio severamente prospetta nella marcata imponenza delle due torri angolari che serrano il settecentesco portico a tre arcate, al cui interno la splendida porta bronzea di Bonanno Pisano (1186) immette nel tempio; sul fianco destro è un'altra porta preziosamente scolpita da Barisano di Trani (1179); all'esterno, le absidi propongono una festosa decorazione policroma ad archi acuti intrecciati a tarsie di lava e calcare. Il miracolo è all'interno. 


Il Cristo Pantocratore del Duomo di Monreale | Fonte: Wikipedia.it


Rifulge nella spaziosa aula basilicale l'aurea gloria dell'intenso addobbo musivo, che per una superficie di ben 6340 mq. riveste le pareti, svolgendo in una luminosa narrazione ricca di vividi cromatismi i cicli dell'Antico Testamento nella navata centrale, della vita di Cristo nelle navi minori, ed episodi seguiti all'Incarnazione del Verbo nelle pareti delle absidi, dominate nell'alto del cappellone dalla possente figura del Cristo Pantocratore. Sulla destra dell'edificio, lo squisito chiostro dell'antica abbazia benedettina, opera dalle fascinose evocazioni orientali, si offre con la ritmata sequenza delle sue cento arcate gotiche sorrette da 228 leggiadre colonnine binate, tutte di diverso ornato. Il chiostro fu costruito da artigiani borgognoni che erano di passaggio per andare in Terrasanta. Centoquattordici coppie di colonnine binate, con capitelli diversi l'uno dall'altro, raffiguranti storie sacre e profane o allegoriche per indurre alla meditazione. "O dives, dives non multo tempore vives". Sulla torre sinistra del Duomo di Monreale, proprio sopra il quadrante dell'orologio è scritto: "Tuam nescis". Proprio così: "Non conosci la tua ora". Questo senso dell'uomo, perituro figlio dello spazio-tempo, domina quella cultura che aveva elevattisimo il senso del trascendente. L'interno del Duomo è un fantastico miracolo di oreficeria. Non v'è centimetro di muro che non sia rivestito di mosaici su fondo d'oro. La visione del folgorante sole di Sicilia, che non si limita ad entrare dalle alte e lanceolate finestre delle pareti e dalle absidi che guardano ad Oriente, ma ritrova il suo mirabile riflesso dorato nel tempio, dove i mosaici che raccontano la storia del cristianesimo, dall'antico Testamento ai fatti principali della vita di Cristo, e quelli che attraverso la rappresentazione di angeli, profeti e patriarchi e santi magnificano i trionfi della Chiesa, sono un inno al trascendente. Dentro il tempio le tombe di Guglielmo I in porfido, e quella di Guglielmo II in marmo bianco, scolpito e dorato solo nell'ala sinistra. Ma l'occhio si abbaglia alla vista della gigantesca raffigurazione del Cristo Onnipotente, con la mano destra in atto di benedire e con un libro nella mano sinistra dove è scritto, in greco e in latino: " Io sono la luce del mondo: chi segue me non va per le tenebre". Questa grande figura che sembra abbracciare tutto il tempio, visbile da ogni parte, sembrare ovunque si sia, con dolci occhi a mandorla. Sotto, nella parte centrale dell'abside maggiore spicca la figura di Maria, seduta in un seggio, che tiene in ginocchio il bambino, in un abito azzurro e ai lati del suo capo una scritta in greco: "Tutta Immacolata ". Fra le cappelle va ricordata quella che conservò il corpo di San Luigi, prima che fosse portato in Francia, e quella di San Benedetto, di un fastoso Barocco. Le porte in bronzo sono di Barisano da Trani e di Bonanno da Pisa, il tetto del Duomo in forma di carena di nave è in legno scolpito e fregiato in oro. Il Duomo è architettonicamente tracciato a croce latina, proprio per una scelta culturale occidentale dell'ultimo dei re normanni, Guglielmo II detto il "Buono". Da visitare, oltre ai sarcofagi in porfido di Guglielmo I e II , la Cappella cinquecentesca di San Benedetto e la secentesca Cappella del Crocifisso attraverso la quale si accede al ricco tesoro del Duomo. Tel. 0916404413 - orario visite: 

lunedì09–12:45
14:30–16:30
martedì09–12:45
14:30–16:30
mercoledì09–12:45
14:30–16:30
giovedì09–12:45
14:30–16:30
venerdì09–12:45
14:30–16:30
sabato09:30–12:45
14:30–16:30
domenica14:30–16:30

Per la Linkografia:

https://siciliaterradelsole.blogspot.com/2008/01/monreale.html;

Il Duomo di Monreale, Palermo. ~ Sicilia, la terra del Sole.

https://www.beweb.chiesacattolica.it/cattedrali/cattedrale/658/Chiesa+di+Santa+Maria+Nuova.

mercoledì 13 novembre 2024

"Che cosa scrivo adesso?", di Francesco Toscano. Quattro - Il bullo.

 
Il bullo. Immagine tratta dal sito web https://rscaramuzzino.wordpress.com/2013/09/08/bulli-e-bullismo/

 

Quattro.

 “Il bullo”

 

Gli inizi degli anni ’80 furono per F. degli anni davvero terribili; non perché avesse contratto una malattia rara, né perché qualcuno della sua famiglia si fosse ammalato e stesse per morire, ma perché durante la sua breve esistenza ebbe la sfortuna di incontrare G., un suo coetaneo, che gli rese la vita davvero difficile, bullo qual era. I due bambini, 10 anni il primo, 12 il secondo, non entrarono mai in empatia. Qualcosa li costringeva a non accettarsi l’uno con l’altro. G. cercava ogni scusa, anche la più banale, per mettere sotto F. e riempirlo di schiaffi e pugni. G. era il classico bullo di zona che cercava di prevaricare sul suo prossimo. Se ci ripenso, oggi che sono un po’ più vecchio, ritengo che forse G. avesse di bisogno di ricevere più attenzioni da parte dei suoi familiari: ma di questo non ne sono sicuro. Eppure G. era il fratello di Marco, che tanti bambini ammiravano, me compreso. Non capivo allora come potessero essere così diversi i due fratelli; e ancora oggi, sforzandomi di capire, non me ne capacito. L’abitazione di F. distava solo settanta passi da quella di G.: di ciò ne sono sicuro, perché li ho contati personalmente quei passi che tenevano lontani il bambino bullo da quello vessato, passeggiando il cane di mia figlia, il piccolo Ciro, in tempi recenti lungo le vie del quartiere. F. spesso rientrava a casa, piangendo, con dei lividi in corpo, poiché G. lo aveva maltrattato, in presenza di altri bambini, picchiandolo senza alcun ritegno. F. si difendeva dal bullo che lo aveva preso di mira, cercando di colpirlo a sua volta, ma senza riuscirvi: G. era più alto e grosso di lui. Un giorno F., però, stanco delle vessazioni e dalla condotta di G. raccontò quanto gli accadeva ad uno dei suoi tanti cugini che abitava, come lui, all’intersezione fra la via Giacomo Alagna e la via Gino Funaioli del quartiere Brancaccio. Il cugino che raccolse le pene, le ansie, le frustrazioni di F., prendendo le sue difese decise così di fargliela pagare a G., malgrado sapesse benissimo che fosse più piccolo di lui di qualche anno. Un giorno F. e suo cugino, C., incontrarono G. lungo la via da loro percorsa. Il cugino di F., C., decise allora che fosse arrivato il momento di fargliela pagare a G. per tutte le sue nefandezze. Con una scusa C. attirò G. in un tranello, così da poterlo prendere alle spalle e tenerlo fermo: solo allora invitò il cugino vessato a picchiare il suo nemico bullo più forte che potesse: F., così, sfogò la sua rabbia sul corpo del piccolo G. con calci e pugni, tanto che G. se ne ritornò a casa con dei rivoli di sangue ed ecchimosi vari che gli segnavano il volto e altre parti del corpo. Qualche ora dopo la mamma di G., recatasi sotto il balcone dell’abitazione di F., inveì contro la mamma del bambino vessato da suo figlio, che lei ritenne essere un bullo, apostrofandola con degli epiteti irripetibili e lamentandosi circa l’incapacità dei genitori di F. di non essere in grado di frenare l’indole delinquenziale del proprio figliolo che, a suo dire, sarebbe cresciuto un vero e proprio “Malacarne”. Ma il destino volle che F. divenisse un’appartenente delle Forze di Polizia, mentre G., dopo aver imparato la lezione che la vita di strada gli aveva impartito suo malgrado, da grande si sarebbe preso cura degli altri suoi simili compassionevolmente. La strada, purtroppo, è palestra di vita. I bambini degli anni ’80, ahimè, che sono cresciuti per strada e con le regole che la strada imponeva loro, sono davvero diversi dai bambini di oggi che trascorrono troppo tempo fra le mura domestiche intenti a giocare con la Playstation e/o con altre consolle: oggetti che riescono ad ammaliarli e che per mezzo di un’alchimia neurale consente loro di immergersi in un mondo fantastico che li tiene lontani dalla vita vera: quella fatta di sudore e sangue, che ti fortifica e ti fanno diventare un adulto forte e pronto a combattere le insidie che la vita ti pone dinanzi. Secondo uno studio canadese, i videogiochi possono provocare una vera e propria dipendenza provocando gravi conseguenze alla salute, fino a ridurre gravemente la massa cerebrale[1]. Lo studio, pubblicato da Molecular Psychiatry (Nature), ha esaminato un campione composto da 50 persone con un’età che va dai 18 ai 30 anni. Raggruppati in tre ali, hanno giocato con titoli d’azione in prima o terza persona o ancora ai platform di Super Mario per 12 settimane, dalle 2 alle 4 ore al giorno, tre giorni la settimana per un totale di 90 ore. Nei primi e nei secondi si è verificata una riduzione della materia cerebrale di circa il 2% nell’area dell’ippocampo. “Può sembrare poco il 2%, ma non lo è considerando che l’arco di tempo preso in esame è quello di tre mesi, che stiamo parlando di micro strutture dove ogni cambiamento è importante e che gli scanner da noi usati hanno una risoluzione non elevatissima eppure hanno comunque registrato la contrazione”, ha spiegato a Repubblica il dottor Gregory West, che assieme alla collega Véronique Bohbot ha condotto lo studio. Come spiegano gli scienziati autori dello studio: la memoria spaziale che risiede nell’ippocampo sarebbe la chiave, almeno in apparenza, per comprendere cosa è accaduto. In alcuni di questi titoli si passa da un ambiente all’altro senza che sia necessario concentrarsi molto su dove andare. Il cervello a quel punto smetterebbe di elaborare ridimensionandosi.



[1]https://www.mbamutua.org/lavoce/videogiochi-riducono-la-massa-cerebrale/

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