Non
siamo soli!
Nell'Universo oggi
conosciuto si stima che esistano 600 milioni di miliardi di civiltà tecnologiche.
Il telescopio più grande del mondo si trova in California, sul monte Palomar, a
1800 m di altezza. Per trasportare il suo gigantesco specchio parabolico, del
diametro di 5 metri, si è dovuta costruire una strada lunga 75 km. Il
telescopio può scrutare nello spazio a una profondità di quattro miliardi di
anni luce, come a dire che esso riesce a fotografare la luce di stelle distanti
da noi trentasei miliardi di miliardi di km. L'astronomo che usa questo potente
telescopio non fa altro che osservare il passato del nostro Universo. Lo stato
del nostro attuale Universo lo potranno osservare i nostri discendenti fra
qualche milione di anni. Osservando il cielo di notte, lontano dai centri
abitati, in aperta campagna, l'osservatore che scruta la volta celeste avrà
modo di notare che su di essa sono incastonati miliardi di stelle. Se si
considera che per ognuna di quelle stelle osservate vi sono i rispettivi
sistemi solari, formati da pianeti, da lune, e da altri corpi celesti più
piccoli, possiamo affermare che quell'osservatore in quel preciso istante sta
osservando miliardi di sistemi solari e quindi miliardi di pianeti. Se poi
consideriamo che nell'Universo vi sono circa cento miliardi di galassie, e che
ognuna di esse contiene in media cento miliardi di stelle, moltiplicando il
numero di galassie per il numero di stelle otteniamo un numero enorme di
stelle. Se anche solo una piccola parte di queste stelle avesse pianeti in grado
di ospitare la vita, sarebbero comunque tantissimi. La possibilità, quindi,
della presenza nell'Universo oggi conosciuto (considerando attendibile la stima
che esso sia formato da cento miliardi di galassie) di civiltà tecnologiche è
stimata in seicento milioni di miliardi (previsione ottimistica), cinque mila
miliardi (previsione moderata), dieci mila (previsione pessimista). Consideriamo
la nostra galassia, quella che noi tutti chiamiamo comunemente Via Lattea: solo
in essa vi sono cento mila milioni di stelle; se volessimo contarle tutte, al
ritmo di una al secondo, impiegheremmo quasi duemila e cinquecento anni. Oggi è
accertato che almeno cinquanta milioni di queste stelle potrebbero essere circondati
da pianeti su cui è possibile una vita evoluta. Solo una grossa presunzione, o
un’ignota paura, potrebbe farci affermare che noi siamo soli nell'Universo. Il
professore Hermann Oberth, padre del volo spaziale, ha dichiarato: “Ritengo possibile che
esseri intelligenti di altri mondi abbiano visitato la nostra Terra nei tempi
passati. Gli scienziati hanno sempre un atteggiamento scettico di fronte alle
nuove idee. Anche quando fu inventata la ferrovia gli scienziati credevano che
l'uomo non potesse sopravvivere a velocità superiori a trenta chilometri orari.” Lo scienziato
Wernher Magnus Maximilian Freiherr von Braun, una delle figure principali nello
sviluppo della missilistica in Germania e negli Stati Uniti, dove è ritenuto il
capostipite del programma spaziale americano, ha dichiarato: “Ritengo probabile che nell'immensità
dell'Universo esistano non soltanto forme di vita vegetali e animali, ma anche
esseri intelligenti; anzi ne sono convinto.”
[…]