Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...




giovedì 19 marzo 2009

San Giuseppe, il padre putativo di Gesù.

19 Marzo 2009.

La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe il 19 marzo con una solennità a lui intitolata. I primi a celebrarla furono monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Venne infine promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio VI. Fino al 1977 il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra San Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili ma con legge 5 marzo 1977 n. 54, questo riconoscimento fu abolito e da allora il 19 marzo divenne un giorno feriale come tutti gli altri. In Canton Ticino, in altri cantoni della Svizzera e in alcune province della Spagna, questo giorno è considerato festivo agli effetti civili. In Italia sono stati presentati (2008), alla Camera e al Senato, alcuni disegni di legge per il ripristino delle festivitá soppresse agli effetti civili.(San Giuseppe, Ascenione, Corpus Domini, SS. Pietro e Paolo e Lunedí di Pentecoste)

Un’altra festa è quella dello sposalizio di Maria SS. Con S. Giuseppe iniziata in Francia nel 1517, adottata dai Francescani nel 1537, promossa in particolar modo da San Gaspare Bertoni, viene celebrata solitamente il 23 gennaio, benché trasferibile in altra data.

Pio IX nel 1847 invece estese a tutta la Chiesa la festa del Patrocinio di San Giuseppe, già celebrata a Roma dal 1478. Veniva celebrata la terza domenica dopo Pasqua, fu trasferita poi di seguito al terzo mercoledì dopo Pasqua e infine sostituita nel 1956 con la festa di San Giuseppe Artigiano, assegnata al 1 maggio. In alcuni luoghi era celebrata, il 17 febbraio, la Fuga in Egitto, conservata ancora oggi da Copti al 1 giugno.

Tavole di San Giuseppe

In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono dentro casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino, sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di S. Giuseppe.

Talvolta è un intero quartiere a provvedere e allestire le tavole all’aperto. Alimento tradizionale di questa festa è la frittura, nota con il nome di “frittelle” a Firenze e a Roma, “zeppole” a Napoli e in Puglia, “sfincie” a Palermo. In alcune parti la festa è associata all’accensione di falò. In Canton Ticino sono tradizionali i "tortelli di San Giuseppe".

Fonte: wikipedia.it


martedì 17 marzo 2009

CALCIO/PALERMO: CARROZZIERI, COL CHIEVO STESSO SPIRITO DI FIRENZE.

(ASCA) - Palermo, 17 mar - ''Contro i veneti sara' una partita assolutamente difficile, perche' incontreremo una squadra galvanizzata dalla vittoria esterna contro la Lazio che l'ha proiettata in zone piu' tranquille della classifica.

Tuttavia, noi andremo al Bentegodi come siamo andati a Firenze. Di sicuro il Chievo e' una buona squadra''. Lo afferma dal sito dei rosanero Moris Carrozzieri, difensore del Palermo, parlando della trasferta di domenica prossima a Verona.

''Adesso tutto e' piu' tranquillo - dice il difensore rosanero - dopo il pesante ko contro il Catania, sono arrivate le due vittorie consecutive contro Fiorentina e Lecce che ci hanno dato serenita' e proiettato in una dimensione di classifica interessante. Noi, comunque abbiamo l'obiettivo di raggiungere al piu' presto la salvezza, non ancora blindata dalla matematica. Per altri obiettivi, credo sia ancora presto. Viviamo alla giornata, sperando alla fine di conquistare qualcosa di importante''. Carrozzieri e' anche convinto che Zamparini sia un portafortuna. ''Proveniamo da due vittorie consecutive, contro Fiorentina e Lecce ed il presidente ci ha fatto visita alla vigilia dei due incontri.

Spero che ci venga a trovare anche questa settimana''.

L'ultimo pensiero e' rivolto ai tifosi. ''Ci siamo immedesimati nel dispiacere della nostra tifoseria dopo la pesante sconfitta nel derby. A loro abbiamo regalato pero' due vittorie importanti nelle ultime due partite di campionato e la speranza e' che si torni uniti come prima.

Noi - conclude Carrozzieri - andiamo in campo sempre con lo spirito giusto, ma purtroppo quella partita l'abbiamo persa.

Adesso speriamo di raggiungere un obiettivo insperato per loro e per noi''.

dod/mcc/ss

domenica 15 marzo 2009

MINORI : PRESENTAZIONE PROGETTO “IN&OUT” AL CARCERE MALASPINA DI PALERMO.

Palermo, 15 marzo 2009.

Martedì 17 marzo, alle 9,30, all’Istituto penale per minorenni “Malaspina” di Palermo (Sala Gialla, via Principe di Palagonia, 135) sarà presentato il progetto “In & Out”, promosso dal Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia, attuato dall’Associazione Euro e finanziato dall’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e delle Autonomie locali con 1 milione e 500 mila euro.

“Il progetto coinvolge gli istituti penali per minorenni di Palermo, Catania, Acireale, Caltanissetta - spiega l’assessore Francesco Scoma - . E’ unico in tutta Europa, poiché oltre ai corsi di formazione per i minori e il personale che opera nelle carceri, alla fine nei 4 penitenziari resteranno anche opere strutturali: a Palermo verranno costruiti un impianto di irrigazione ed un campo di calcio a 5, a Catania un campo di calcio a 11 in erba sintetica, ad Acireale saranno allestite una cucina didattica ed una sala polifunzionale per attività teatrali, a Caltanissetta un campo di calcio a 5 ed un’aula polifunzionale”.

Il progetto durerà 24 mesi e si chiuderà a luglio del 2010. “In&Out” prevede, inoltre, l’attivazione di 200 borse lavoro per altrettanti soggetti minorenni detenuti nei 4 istituti siciliani, che potranno così lavorare negli stessi cantieri attivati per la realizzazione delle opere strutturali, e il confezionamento di un giornalino telematico realizzato dai minori detenuti in collaborazione con l’agenzia ANSA.

Questo il programma di martedì 17 marzo.

Ore 9,30: convegno dal titolo “A partire da dentro: vecchie e nuove letture della devianza minorile” nel corso del quale interverranno, tra gli altri: Michele Di Martino, dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia; Concetta Sole, presidente del Tribunale per i Minorenni di Palermo; Caterina Chinnici, procuratore della Repubblica per i Minorenni di Palermo; Francesco Scoma, assessore regionale della Famiglia; Eugenio Ceglia, presidente Associazione Euro; Maria Randazzo, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Catania; Giuseppe Manzella, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Palermo; Carmelina Leo, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Acireale; Nuccia Miccichè, direttore Istituto Penale per i Minorenni di Caltanissetta.

Ore 10: firma del protocollo di intesa per la promozione ed il sostegno ai “servizi della giustizia minorile” tra l’assessore regionale della Famiglia, Francesco Scoma, e il direttore del Centro per la Giustizia Minorile della Sicilia, Michele di Martino.

Ore 10,15: avvio del cantiere per la valorizzazione del giardino storico di Villa Palagonia (Carcere dei minorenni di Palermo) con la costruzione dell’impianto di irrigazione, realizzato anche da soggetti detenuti.

L’accesso per giornalisti, fotografi e cineoperatori è libero. Sarà possibile riprendere l’inizio dei lavori del cantiere avendo cura di non mostrare i volti dei minorenni detenuti.

Fonte: Regione Siciliana, Presidenza

Serie A: l'Inter torna a +7, il Milan fa festa con Inzaghi "300".

Roma, 16 mar. (Apcom) - C'è la firma indelebile di Filippo Inzaghi sugli incontri della ventottesima giornata del campionato di calcio di Serie A. L'attaccante rossonero, autore di una doppietta, non solo ha contribuito al successo del Milan sul campo del Siena per 5-1 (doppietta anche per Pato, oltre al gol di Pirlo su rigore), ma ha anche staccato il tagliando dei 300 gol da professionista, traguardo celebrato mostrando al pubblico dell'Artemio Franchi una maglia rossonera con il numero delle reti realizzate stampato sulle spalle. Grazie alla vittoria in Toscana, il Milan consolida la propria terza posizione in classifica con 54 punti, 5 in meno della Juventus (che sabato ha travolto il Bologna in casa per 4-1) e 6 in più rispetto al Genoa, che nel primo anticipo aveva superato il Cagliari per 1-0. E alla Juve, nel posticipo serale ha quindi risposto l'Inter, che al Meazza ha sconfitto per 2-0 (doppietta di Ibrahimovic) la Fiorentina e dimostrato così di avere assorbito l'amara eliminazione negli ottavi di finale di Champions League per mano del Manchester United, riportando a +7 il vantaggio in classifica sui bianconeri. Viola quindi scavalcati dal Genoa ed agganciati al quinto posto a quota 46 punti dalla Roma, capace di trovare la via del pareggio (2-2) sul campo della Sampdoria, nonostante le assenze e un finale di partita in 10 uomini per l'espulsione comminata a Motta al 62' di gioco. Risale il Palermo che, in virtù del 5-2 rifilato in casa al Lecce (doppietta di Cavani), ora occupa la settima posizione con 42 punti, uno in più di una Lazio travolta per 3-0 all'Olimpico da un Chievo sorprendente. Torna a sorridere anche l'Atalanta: con due gol del bomber Floccari gli orobici hanno avuto ragione di un Torino in caduta libera. Esordio con pareggio invece per Roberto Donadoni sulla panchina del Napoli, a Reggio Calabria Lavezzi ha risposto a Corradi, evitando l'ennesima sconfitta consecutiva di una squadra che ora vanta 36 punti in classifica; gli stessi dell'Udinese, due in più rispetto al Catania: etnei e bianconeri nel pomeriggio si sono spartiti la posta in palio allo stadio Friuli grazie ai gol di Mascara e Quagliarella. Nella giornata delle doppiette non poteva mancare quella di Pazzini, valsa il 33.mo punto in classifica della Sampdoria. Nella zona calda resta il Siena, fermo a 31, segue il Chievo a 27 capace finalmente di lasciare la zona retrocessione. Il terz'ultimo posto ora è riservato al Torino che con 24 punti precede di una lunghezza il Lecce e di 4 la Reggina.

Calcio / Serie A: Palermo-Lecce 5-2 finale di partita. Cronaca ed Highlights.


Palermo, 15 Marzo 2009.
E' festa al Barbera, dove i rosanero hanno battuto 5-2 il Lecce in evidente crisi di identità malgrado il cambio di allenatore. Il Palermo ha giocato una grande partita, con il cuore e con la rabbia di chi ancora doveva fornire una risposta. Tutti i rosa hanno giocato con grande concentrazione e questa cinquina è servita anche a tornare a sorridere in casa dopo due sconfitte consecutive. Magari, ci siamo complicati la vita nel primo tempo concedendo a Tiribocchi, forse l'unico della formazione leccese ad uscire a testa alta. Ma va bene ogni cosa in questo pomeriggio da favola. I gol dei rosa sono stati realizzati da Cavani, doppietta, uno su rigore, Simplicio e Miccoli e Kjaer. In campo anche Hernandez nella parte finale della gara. Senza lo squalificato Carrozzieri e con Breciano e Guana ai box per infortunio, Ballardini presenta Migliaccio in mezzo al campo con Kjaer che riguadagna il posto di titolare al centro della difesa insieme a Bovo. Non c'è nemmeno Succi a Forli per la nascita della primogenita Federica. Esordio di De Canio sulla panchina leccese. Angelo e Caserta partono dalla panchina. Bello come al solito il clima che si respira per questo match per lo storico gemellaggio tra le due tifoserie. La prima interessante azione della partita è del Palermo, al 4' con numero di Miccoli che elude l'intervento di un paio di difensori giallorossi, apertura sulla destra per Cavani che non riesce a trovare il tempo per concludere dalle parti di Rosati. Una buona progressione di Vives sulla sinistra provoca al 9' il primo giallo della gara per Kjaer costretto al fallo. Punizione senza sussulti per i leccesi, ripartenza lampo del Palermo con Cavani messo giù in area dallo stesso Vives e l'uruguaiano dagli undici metri spiazza Rosati portando in vantaggio la nostra squadra. La retroguardia salentina è in netta difficoltà ad arginare la iniziative dei palermitani e Fabiano si becca il giallo al minuto 15 per un fallo da dietro su Cavani. Al 17' però il Lecce trova il pareggio con un missile dalla brevissima distanza di Tiribocchi che non ha lasciato scampo ad Amelia. L'azione del gol salentino è nata da una sfortunata ribattuta di Kjaer che ha alzato male di testa lasciando il pallone vagante nella nostra aera. Un giro di orologio dopo il Palermo è di nuovo in vantaggio. Cross dalla destra di Balzaretti, Cavani non ci arriva sulla smanacciata di Rosati, tentativo di ribattuta di Migliaccio, ma dietro di lui è bravo Simplicio a mettere vittoriosamente fine al batti e ribatti. Due a uno per noi. Quindicesimo, spazi enormi per Miccoli in posizione di ala destra, palla al centro e colpo di testa di Cavani che sfiora la traversa. La gara è sostanzialmente piacevole. Il Palermo è bravissimo ad agire sulle fasce con Miccoli che tiene in ansia la difesa avversaria. Punizione per il Palermo al 23' sulla trequarti pugliese, Miccoli spara direttamente tra le mani di Rosati. Il Lecce cerca di proporsi in avanti ma lo fa in maniera poco convinta, mentre è gradevole il gioco del Palermo che spesso riesce a giocare il pallone di prima. Al 33' però i rosa commettono una grossa ingenuità che costa il gol del pareggio. Ancora Tiribocchi che servito in area ha buon gioco su Bovo e batte Amelia con un preciso diagonale che si insacca alla destra della porta. Peccato davvero perchè, come dicevamo il Lecce non era riuscito ad impensierirci. Giallo anche per Miccoli al 37' per un netto fallo su Castillo, un fallo "dovuto" perchè il giocatore leccese poteva andare pericolosamente in progressione verso la porta di Amelia. Miccoli, diffidato, salterà la prossima trasferta di Verona. Al 40' il Lecce reclama un rigore ma è fin troppo evidente che sull'intervento di Kjaer, Castillo ha accentuato la caduta in area. L'azione mette paura al Palermo che reagisce alla grande e si riporta in vantaggio. Il gol lo sigla Miccoli che in solitudine si presenta davanti a Rosati fulminandolo. Fabrizio non esulta, ma l'importante è essere tornati in vantaggio. La replica dei leccesi è nel tiro dalla distanza di Edinho che non inquadra lo specchio della porta. Nei minuti finali non succede più nulla di interessante e la squadre vanno al meritato riposo. Ad inizio di ripresa De Canio inserisce Angelo e Conan al posto di Schiavi e Basta. Parte bene la formazione leccese con Tiribocchi che in acrobazia tenta la conclusione verso la porta di Amelia. All'8' Dondarini sventola il cartellino giallo anche in direzione di Liverani per un fallo su Edinho. Al 10' il Palermo realizza il poker. Insistita azione dei rosa, palla che arriva a Kjaer in posizione avanzata, il danesino entra in aera e piazza il pallone dove Rosati non può arrivare. Un tiro-cross accarezzato dalla fortuna ma che blinda probabilmente la vittoria. Due minuti più tardi il Palermo segna ancora, o se volete il Lecce crolla. Azione da manuale dei rosa. Liverani pennella bene per Simplicio in posizione regolare, il brasiliano corre insieme a Cavani verso Rosati, passaggio per lo stesso Cavani che batte l'estremo pugliese. Un gran bel gesto di Simplicio che ha sacrificato la conclusione personale. Il Palermo adesso gioca in scioltezza, la partita adesso è davvero in ghiaccio. Al 19' Ballardini opera la prima mossa, dentro Savini al posto di Miccoli, applausi per lui, naturalmente anche dallo spicchio di curva occupato dai sostenitori leccesi, in aperta polemica con la dirigenza giallorossa. In campo dal 22' anche l'ex Caserta al posto di Castillo. Con la partita ormai in archivio è spettacolo sugli spalti con i tifosi del Lecce che gridano "Palermo-Palermo" ed il pubblico di casa che ricambia con il coro "Lecce-Lecce". Alla festa rosanero, Ballardini fa partecipare anche Giovanni Tedesco ed Hernandez che rispettivamente al 35' e al 39' prendono il posto di Nocerino e Cavani. I rosa amministrano la gara dando anche l'impressione di non infierire sull'avversario privo di idee e coraggio. Adesso il pubblico spinge la squadra in avanti "suggerendo" palla proprio verso l'esordiente Hernandez. C'e spazio anche per Amelia che in acrobazia devia in angolo una fucilata di Caserta. Finisce qui con il pubblico ad applaudire i nostri giocatori.

Fonte: ilpalermocalcio.it

mercoledì 11 marzo 2009

LIBRI: CAMILLERI, ESCE DOMANI ULTIMO EPISODIO 'TRILOGIA METAMORFOSI' .

Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - Dopo ''Maruzza Musumeci'' e ''Il casellante'', Andrea Camilleri ha scritto ''Il sonaglio'', episodio conclusivo della "Trilogia delle metamorfosi'', con cui il popolare scrittore siciliano si dimostra cronista, favolista e mitografo dell'immaginaria comunita' di Vigata. Messo da parte per il momento il commissario Salvo Montalbano, Camilleri ha composto per l'editore Sellerio (pagine 208, euro 12) un'ultima 'favola' ambientata nella Sicilia dei primi anni del Novecento, dove un adolescente scopre misteri dall'apparenza soprannaturale vagando per miniere di zolfo. ''Il sonaglio'' sara' in tutte le librerie italiane domani, giovedi' 12 marzo.

Il terzo ed ultimo libro del Camilleri ''mitografo'' si apre con una epidemia che svuota le miniere di zolfo, tanto che c'e' bisogno di manodopera fresca. Vengono ingaggiati i 'carusi' della provincia di Montelusa, allettando i genitori con il "soccorso morto", una somma a fondo perduto in cambio del figlio. Ma il padre di Giurla', tredicenne di Vigata, non ci sta, sa che chi estrae zolfo si consuma sottoterra e preferisce mandare il figlio a pascolare capre nei feudi di un nobile dall'altro lato della Sicilia. A Giurla' la vita della ma'nnara piace, gli odori e i colori della campagna, ma anche la capanna col focolare in pietra, il lago, profondo e taciturno, la solitudine, le capre. Ce ne e' una in particolare che non lo lascia mai: e' Beba.

Nel trascorrere delle stagioni Giurla' il pastorello si fa uomo e sempre piu' ama stare da solo tra le montagne. Le sere alla mungitura le donne cantano e raccontano storie; ce ne e' una soprattutto che conosce storie dell'antichita', quando gli dei potevano trasformarsi in alberi o animali. Giove che si muta in cigno per amore di Leda, Pasifae presa da passione per il toro con cui concepisce il Minotauro. Storie di metamorfosi e miti che colpiscono Giurla' che guarda a Beba con occhi nuovi. Soprattutto dopo che il caso avra' messo sulla sua strada Anita, la giovane marchesa di Santa Brigida che ama sostare sulle rive del lago. Gli eventi precipitano e qualcosa succede in fondo al lago.

MUSICA: DOPPIO APPUNTAMENTO SICILIANO PER MANGO.

Palermo, 11 mar. - (Adnkronos) - Doppio appuntamento siciliano per l'''Acchiappanuvole Tour'' di Mango. I due live, prodotti da Trident Management ed organizzati da Giuseppe Rapisarda Management, vedranno l'artista di Lagonegro esibirsi domani, giovedi' 12 marzo al Teatro Golden di Palermo e venerdi' 13 marzo al Teatro Metropolitan di Catania. Il concerto catanese sara' l'ultima tappa di un Tour invernale partito l'11 febbraio dal PalaTeatro di Foligno.

''Non ci poteva essere finale migliore per questo Tour - ha commentato Mango - perche' i siciliani sono stati sempre vicini alla mia musica. L'esperienza invernale dell'''Acchiappanuvole Tour'' e' stata meravigliosa per la partecipazione della gente. Ogni sera non siamo stati noi a fare lo spettacolo, ma tutto il pubblico. Sono sicuro che anche in Sicilia si ripetera' questa magia. Il concerto cambia ogni sera. Anche se la scaletta e l'arrangiamento sono uguali, il modo di esprimere i brani assume sfumature diverse. Un live, del resto, serve a questo. E' una cosa che nasce e muore in due ore e mezzo''.

Con cinque milioni di dischi venduti e 30 anni di musica alle spalle, quella di Mango e' una delle voci piu' autorevoli della musica pop italiana. L'album ''Acchiappanuvole'', pubblicato a fine settembre scorso, e' l'ultima prova di una carriera musicale lontana dai clamori, ma volta, invece, alla ricerca della qualita'. In questo suo ultimo lavoro discografico Mango fa un lungo viaggio attraverso il variegato panorama musicale italiano ed internazionale.

Scegliendo di reinterpretare alcuni dei brani per lui piu' suggestivi e significativi, l'artista lucano ha dato prova della sua straordinaria ed indiscutibile capacita' di spaziare a 360 gradi nello sconfinato repertorio musicale del nostro tempo, rimaneggiando con maestria quelle che possono essere considerate senza remore autentiche 'perle' della canzone. Mango ha saputo proporre i brani non cadendo nella trappola di una facile emulazione dell'esecutore originale, ma apportando un valore aggiunto, rappresentato dalla sua personalissima vocalita' e dal suo stile marcato, inconfondibile.

Anche nei due concerti di Palermo e Catania, Mango sara' accompagnato sul palco da Carlo De Bei (chitarre), Rocco Petruzzi (tastiere), Giancarlo Ippolito (batteria), Nello Giudice (basso), Carlo Fimiani (chitarre) e Rosa Lembo (cori).

martedì 10 marzo 2009

I percorsi di Ambiente Legalità Intercultura: Domenica 15 Marzo 2009 l'itinerario - I misteri dei Beati Paoli - .

I percorsi di Ambiente Legalità Intercultura: Domenica 15 Marzo 2009 l'itinerario - I misteri dei Beati Paoli - .

Musica: Michael Guttler e Yaron Traub dirigono a Catania.

(ANSA) - CATANIA, 10 MAR - Saranno due giovani ma gia' affermati direttori d'orchestra, Michael Guttler e Yaron Traub a sostituire Ranzani al Bellini di Catania.I concerti sono nel cartellone della stagione sinfonica il 27 e 28 marzo e il 3 e 4 aprile. Michael Guttler dirigera' tre composizioni di Richard Wagner e la Quarta Sinfonia di Johannes Brahms. Yaron Traub ha in programma la Sheherezade di Rimskij-Korsakov e la Sinfonia n. 4 di Piotr Ilic Ciaikovskij.

lunedì 9 marzo 2009

Kledi, Meglio di una favola Il ballerino più amato della tv si racconta in un'autobiografia.

09 Marzo 2009.

Volontà ferrea, determinazione granitica e una buona dose di ardimentosa incoscienza: c'è tutto questo, oltre al precipitato di un'infanzia e di una giovinezza difficili, ad animare la plasticità musicale e lo sguardo mite e sensuale di Kledi Kadiu, talentuoso ballerino albanese noto al grande pubblico televisivo per la partecipazione a diverse trasmissioni di Maria De Filippi, non ultimo il talent show Amici. A trentacinque anni, al culmine del successo, Kledi ha deciso di raccontare la vita fiabesca di un ragazzino partito da Tirana con indosso un paio di infradito, salito all'insaputa dei genitori su una nave salpata da Durazzo alla volta delle coste italiane, carica di migliaia di connazionali, e diventato, in un'Italia spesso dal volto ostile, una stella dello spettacolo. Meglio di una favola, appunto, come recita il titolo del libro edito da Mondadori. Per saperne di più...


Cinema, Moccia torna sul set con Alex-Bova e Niki-Quattrociocche.

Roma, 9 mar. (Apcom) - Continua la storia d'amore tra Alex-Raoul Bova e Niki-Michela Quattrociocche. Dopo il successo di "Scusa ma ti Chiamo Amore" iniziano oggi le riprese di "Scusa ma ti voglio sposare" il sequel del film di Federico Moccia, scritto dallo stesso autore e regista insieme a Luca Infascelli e Chiara Barzini. "Scusa ma ti voglio sposare" è una coproduzione Arella Film e Medusa, sarà girato tra Roma e Parigi in circa dieci settimane e verrà distribuito in Italia da Medusa Film nella stagione cinematografica 2009-2010. Nel cast, oltre ai due protagonisti, ci saranno gli stessi attori del primo film: Francesco Apolloni, Luca Angeletti, Pino Quartullo, Cecilia Dazzi, Ignazio Oliva, Michelle Carpente, Beatrice Valente e Francesca Ferrazzo. Tra le new entry, invece, Bova dovrà vedersela con Andrea Montovoli, reduce dall'avventura televisiva di "Ballando sotto le Stelle". Il film è il seguito della love story tra il pubblicitario trentanovenne Alex e Niki, adesso ventenne. I due si sono conosciuti dopo un incidente stradale, hanno stretto amicizia e poi si sono promessi amore eterno. Ma dopo tre anni lui capisce che nonostante la differenza di età è lei la donna che vuole sposare. Ritroviamo i loro amici di sempre, ognuno con le proprie storie, ognuno a confronto con la propria crescita, i propri sogni e i progetti per il futuro. Alex chiede a Niki di sposarlo ma lei, all'inizio felice, con l'avvicinarsi della data, sente una paura crescente e alla fine manda a monte il matrimonio... .

domenica 8 marzo 2009

CALCIO/SERIE A: RISORGE IL MILAN, KO FIORENTINA E NAPOLI. IL CATANIA, A SORPRESA, PERDE IN CASA 3 A 0 CONTRO IL SIENA.

(AGI/ITALPRESS) - Roma, 8 mar. - Il Milan rialza la testa. Nel giorno dell'annuncio della permanenza di Beckham in rossonero fino a giugno, e' pero' SuperPippo Inzaghi a prendere per mano i suoi, firmando la tripletta che stende l'Atalanta e consente al Milan di riallungare a +5 sul quarto posto. La Fiorentina, infatti, non approfitta dei risultati di ieri che hanno visto il mezzo passo falso della Roma, bloccata sul pari dall'Udinese, e la sconfitta del Genoa contro l'Inter. I viola confermano di non attraversare un bel momento e al "Franchi" cedono 2-0 al Palermo che, trascinato dai gol di Simplicio e Miccoli si lascia alle spalle la batosta contro il Catania di sette giorni fa. I rosanero si riavvicinano prepotentemente alla zona Uefa, agganciando a quota 39 il Cagliari che in casa del Chievo non va oltre l'1-1. Sardi in vantaggio con Jeda, nella ripresa il primo gol con la maglia gialloblu di Makinwa regala alla formazione di Di Carlo un punto prezioso anche se la situazione di classifica resta preoccupante, con gli scaligeri al terz'ultimo posto in compagnia del Torino. Finisce in parita' lo scontro salvezza del "Via del Mare" tra Lecce e Reggina, con i calabresi che sprecano tanto e reclamano per un gol-fantasma non concesso a Corradi mentre risale la china il Bologna, trascinato da un super Di Vaio. I felsinei tornano al successo travolgendo la Sampdoria con una tripletta dell'attaccante, sempre piu' capocannoniere solitario con 19 centri, ma restano sempre invischiati in una lotta per non retrocedere dalla quale potrebbe presto tirarsi fuori il Siena. Colpaccio dei toscani, che espugnano il "Massimino" con un 3-0 che non ammette repliche. Apre Maccarone, completano l'opera Ghezzal e Jarolim per un Catania che non puo' che alzare bandiera bianca. Chiusura sulla crisi senza fine del Napoli, ancora battuto al San Paolo. Ennesima sconfitta per i partenopei, contestati dal proprio pubblico e con Reja pericolante. A condannarli al ko la Lazio dove capitan Rocchi entra nella ripresa e piazza l'uno-due che fa volare i biancocelesti al settimo posto.

Calcio/Serie A: Fiorentina 0 - Palermo 2. Il riscatto dei rosanero dopo la sconfitta interna contro il Catania. Cronaca ed Highlights.

08 Marzo 2009.

Il Palermo mette in soffitta la batosta del derby e torna alla vittoria. Ci torna in trasferta, 2-0 oggi in casa della Fiorentina, e concede a tutto l'ambiente un importante segnale. Che la squadra non è scomparsa e che il gruppo è unito ed ancora forte. Guidato da uno straordinario Liverani, i rosanero dopo aver sofferto nei primi minuti della gara, palo di Jorgensen, hanno pian piano preso le misure all'avversario, tornando negli spogliatoi senza aver troppo subito e scatenandosi lungo il corso della ripresa. La vittoria è nata grazie ai gol di Simplicio e Miccoli e poi abilmente conservata dalla mossa di Ballardini che ha dato energia alla difesa con l'inserimento di Kjaer, dopo che Prandelli, preso dalla voglia di rimonta, aveva inserito accanto a Mutu e Gilardino, Semioli e Bonazzoli. Specie nella ripresa il Palermo ha giocato come sa, ragionando molto ed aspettando l'avversario nel vertice alto. Paradossalmente il campionato del Palermo riparte oggi, perchè è tornato a vincere dopo due sconfitte consecutive, è tornato a far gol, è tornato a non subirne, è tornato a vincere fuori casa e soprattutto, come dicevamo con grande umiltà e segno di coesione è riuscito a cancellare quella brutta domenica del Barbera contro il Catania. Ha fatto bene cosi il ritiro di Coverciano e questo tipo di risposte sono davvero importanti. Ballardini, che deve fare a meno di Migliaccio e Bresciano squalificati, al "Franchi" non cambia modulo di gioco, inserendo Guana nella cerniera di centrocampo a fianco di Liverani e Nocerino. Kjaer parte dalla panchina, con Carrozzieri e Bovo di nuovo gendarmi di turno. In panchina anche Abel Hernandez e buona fortuna al neo rosanero. Nella Fiorentina, Jorgensen vince il ballottaggio con Semioli. Il giocatore torna dopo oltre cinque mesi di assenza dopo il noioso virus influenzale che lo aveva colpito. Poi, tutto confermato per Cesare Prandelli che affida alla quotata coppia d'attacco Mutu-Gilardino le speranze di vittoria. Comotto rientra in difesa e Pasqual prende il posto dello squalificato Vargas. Applausi per il tecnico viola da parte della tifoseria locale e polemica settimanale che va in soffitta. Palermo in maglia bianca, toscani nela classica muta viola. Iniziano i nostri avversari che nel primo tempo attaccano da sinistra verso destra. La prima incursione in avanti è della Fiorentina dopo un minuto di gioco con sponda corta di Mutu dal limite per Donadel che incrocia male e spedisce abbondantemente lontano dalla porta di Amelia. Ottima al 3' la chiusura di Carrozzieri in angolo su Gilardino ben servito in area da Comotto. Dalla bandierina debole conclusione di testa di Felipe Melo che non disturba Amelia. Trema però un minuto dopo il nostro portiere quando Jorgensen tira sicuro da fuori area con la palla che si stampa sul palo destro della porta. Si inizia con grande sofferenza. Il Palermo prova a ragionare e si distende bene al 7' con Liverani che pennella bene dentro l'area dove Frey anticipa in uscita l'accorrente Simplicio. Il brasiliano del Palermo un giro d'orologio dopo tenta l'iniziativa personale prima di perdersi tra le maglia della retroguardia toscana. Al 9' la Fiorentina si riaffaccia dalle parti di Amelia con un siluro dalla distanza di Montolivo neutralizzato con sicurezza dal nostro portiere. I viola insistono e vanno vicini al gol con un diagonale di Gilardino che termina sull'esterno della rete. La replica dei rosa è affidata ad una conclusione di Simplicio che costringe Frey alla deviazione in angolo con i pugni. La partita sembra cosi entrata nel vivo. All'11' praterie per Pasqual che cavalca tutta la fascia sinistra, mette al centro dove fortunatamente Gilardino in area non trova la giusta coordinazione per servire Mutu. Nell'azione successiva, numero di Miccoli che elude bene il controllo di Dainelli ma spara alto. Brividi per il Palermo al 18' per una punizione diretta di Pasqual che si spegne vicina al palo sinistro della porta di Amelia. Buona, al 21' l'iniziativa del Palermo, partita da un suggerimento di Liverani per Cavani, sponda per Miccoli che spara verso Frey senza inquadrare il bersaglio. La prima ammonizione della gara è per Carrozzieri al 24' per un netto fallo su Mutu. L'ex atalantino in diffida salterà la prossima partita. Nella parte centrale del primo tempo le due squadre frenano il ritmo: il Palermo cerca di sfruttare le ripartenze, mentre è più ragionata l'azione fiorentina. Sfruttando gli spazi nella trequarti avversaria, Simplicio al 34' tenta la battuta dalla media distanza, alzando sopra la traversa di Frey. I ritmi si sono abbassati ed il Palermo sembra aver smesso di soffrire. Al 40' Il Palermo si divora un gol che sembrava "nell'aria". Contropiede con Guana, in campo aperto, il centrocampista punta Frey, poi, indeciso sul da farsi, è costretto a decentrarsi, palla al centro dove Cavani, pensa troppo al modo di concludere in rete, favorendo il recupero della difesa toscana. Giallo al 43' per Guana che ha mandato per le terre Pasqual in progressione. Non succede più nulla e si va negli spogliatoi. Nella ripresa, i due allenatori non provvedono a sostituzioni e dopo un minuto Bovo si becca il giallo per fallo su Gilardino. Non cambiano gli assetti tattici, ma la musica in campo perchè al 3' il Palermo passa in vantaggio. Cross di Cavani dalla destra, errato disimpegno di Gamberini che consente a Miccoli di tirare ad un passo da Frey, miracolo a terra del portiere francese che si arrende alla zampata vincente di Simplicio che ribadisce in rete. Prandelli corre ai ripari, inserendo al 7' Semioli al posto di Jorgensen. Ci prova Gilardino ma il pallone si spegne lontanissimo dalla porta di Amelia. Il neo entrato Semioli, prova a dare la carica ai suoi con un diagonale controllato a vista ancora da Amelia. I viola vanno in confusione e i rosa potrebbero approfittare. Azione straordinaria dei rosa all'11' quando trovano il raddoppio. Scambio corto Cavani-Miccoli, grande libertà per il salentino che prende la mira e batte Frey. Adesso siamo un pò più tranquilli. Prandelli tenta il tutto per tutto inserendo Bonazzoli al posto di Donadel. Ballardini, capisce che è in corso una grande occasione di riscatto e ridisegna in corsa la squadra, togliendo Miccoli e piazzando Kjaer in campo. Difesa "rafforzata" con Balzaretti che scala in mezzo al campo in fase di possesso, Cavani unica punta appoggiato da Simplicio. Adesso il tema della gara è sempre più chiaro con la Fiorentina che proverà l'assedio alla nostra porta e noi a sfruttare spazi e ripartenze. La Fiorentina dà ampi segnali di sbandamento, portandosi in avanti senza lucidità. Potrebbe approfittarne al 23' Cassani, su illuminante lancio di Liverani, ma la sua incursione in area toscana non è fortunata. In campo adesso c'è solo il Palermo che riesce a ragionare bene, tenendo sempre alta la concentrazione della difesa viola. Un'altra bella azione il Palermo la costruisce al 28' con uno scambio stretto Nocerino-Simplicio, tiro del brasiliano fuori dallo specchio della porta. I viola reclamano il calcio di rigore al 32' per un presunto fallo di Kjaer su Mutu, ma l'impressione è stata che il rumeno abbia accentuato la caduta in area. De Marco "salva" Dainelli, già ammonito, dopo un fallo su Cavani, mentre dolorante alla spalla sinistra, Guana lascia il posto a Giovanni Tedesco. Il disarmo della Fiorentina sta in un lancio nel nulla di Montolivo al 34' che provoca una pioggia di fischi dal parte del pubblico toscano. Ballardini nella parte finale della gara concede il meritato riposo a Cavani, inserendo Succi. La Fiorentina consuma inutilmente le energie, e chiede di nuovo l'intervento di De Marchi per un presunto intervento sotto porta di Kjaer su Mutu. Poi è solo aria fritta: il Palermo controlla tutto, sorretto da uno splendido Carrozzieri in fase difensiva, protetto dal cuore di Tedesco e Nocerino e di tutti gli altri che oggi hanno trionfato a Firenze. Finisce qui. Vinciamo. Si torna a sorridere, il calcio è bello anche per questo.

Tabellino

FIORENTINA-PALERMO 0-2 (0-0)
MARCATORI: Simplicio al 3′ s.t.; Miccoli all’11′ s.t.
FIORENTINA: Frey; Comotto, Gamberini, Dainelli, Pasqual; Donadel (12’ s.t. Bonazzoli), Felipe Melo, Montolivo; Jorgensen (8’ s.t. Semioli); Gilardino, Mutu. (Storari, Kroldrup, Zauri, Gobbi, Jovetic). All.: Prandelli
PALERMO: Amelia; Cassani, Carrozzieri, Bovo, Balzaretti; Guana (35’ s.t. Tedesco), Liverani, Nocerino; Simplicio; Cavani (40′ s.t. Succi), Miccoli (15’ s.t. Kjaer). (Ujkani, Savini, Morganella, Hernandez). All.: Ballardini
ARBITRO: Andrea De Marco di Chiavari
NOTE: spettatori: 29.179 (incasso 626.260, abbonati 24.645, quota 535.333. Ammoniti Carrozzieri, Dainelli, Diana e Bovo per gioco scorretto. Angoli: 5-2 per la Fiorentina. Recupero: 0′ e 4′.

Fonte: ilpalermocalcio.it


8 Marzo: Oggì è la festa della Donna. Auguri a tutte le donne!

08 Marzo 2009.

La Giornata Internazionale della Donna, comunemente però definita Festa della Donna è un giorno di celebrazione per le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ed è una festività internazionale celebrata in diversi paesi del mondo occidentale l'8 marzo. L'usanza di regalare mimose in occasione della festa non è invece diffusa ovunque. L'8 marzo era originariamente una giornata di lotta, specialmente nell'ambito delle associazioni femministe: il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli. Tuttavia nel corso degli anni il vero significato di questa ricorrenza è andato un po' sfumando, lasciando il posto ad una ricorrenza caratterizzata anche da connotati di carattere commerciale.

L'origine

La prima giornata internazionale della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti in seguito alla sua dichiarazione da parte del Partito Socialista Americano.

L'idea di istituire una giornata internazionale della donna fu per la prima volta presa in considerazione all'alba del 20° secolo, quando la rapida industrializzazione e l'espansione economica portarono a molteplici proteste sulle condizioni di lavoro. La data dell'8 marzo deriva da una leggenda sorta fra i circoli comunisti francesi negli anni '50,[1] secondo la quale alcune operaie di fabbriche tessili e di confezioni avrebbero condotto una di tali proteste l'8 marzo del 1857 nella città di New York per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro e i bassi salari, ma furono attaccate e disperse dalla polizia.

Fra gli altri eventi storici commemora l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 25 marzo 1911), dove 146 persone, la maggior parte donne[2] immigrate (moltissime di origine italiana), persero la vita.

Nel 1910 si tenne la prima conferenza internazionale delle donne nell'ambito della seconda internazionale socialista a Copenaghen, nell'edificio del movimento operaio al 69 di Jagtvej la Folkets Hus (Casa del Popolo) chiamata poi "Ungdomshuset". Qui più di 100 donne rappresentanti di 17 paesi scelsero di istituire una festa per onorare la lotta femminile per l'ottenimento dell'uguaglianza sociale, chiamata Giornata internazionale della Donna. L'anno seguente, la giornata mondiale della donna segnò oltre un milione di manifestanti in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Poco dopo il 25 marzo 1911 l'incendio della fabbrica Triangle uccise 146 lavoratori[3]. L'insufficienza delle misure di sicurezza è considerata la causa dell'alto numero di morti. Questo portò molta attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, tema molto caro alle giornate internazionali della donna degli anni seguenti. Più tardi, all'inizio della prima guerra mondiale, le donne di tutta europa tennero delle marce di pace l'8 marzo 1913.

La donne russe si ritrovarono a manifestare il 23 febbraio 1917 (l'8 marzo del calendario giuliano) per la morte di circa 2 milioni di soldati russi morti in guerra, nell'ambito delle prime proteste e sollevazioni popolari che porteranno alcuni mesi dopo alla rivoluzione d'ottobre. Le proteste contro la guerra continuarono per vari giorni fintanto che lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare in favore del fratello, il granduca Michail, il quale rinunciò a sua volta a salire sul trono.

In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.

Nell'ovest la giornata mondiale della donna fu commemorata comunque anche se con sempre meno successo, fino alla nascita del femminismo negli anni '60.

Il 1975 fu designato come 'Anno Internazionale delle Donne' dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo. Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una "giornata delle nazioni unite per i diritti della donna e la pace internazionale" da osservare in un qualsiasi giorno dell'anno dagli stati membri in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'assemblea generale riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe anche l'urgenza di porre fine alla discriminazione ed ad aumentare il supporto alla piena ed eguale partecipazione.

Fonte: wikipedia.it

sabato 7 marzo 2009

Il nuovo film di Ficarra e Picone: "Non vogliamo lanciare messaggi, ma...".


Il film uscirà il 13 marzo. Tra gag, battute e risate, c´è anche spazio per una rilettura in chiave comica del tema del pizzo. "Se abbiamo lanciato qualche messaggio, ce ne scusiamo".

Dopo il successo del "Il 7 e l'8" di poco più di due anni fa , giorno 13 uscirà nelle sale cinematografiche Italiane l'atteso film “La matassa”, il nuovo film di Ficarra&Picone co-diretto insieme a Giovanbattista Avellino. Un mix di comicità e “sentimento con la S maiuscola” – come lo hanno definito gli stessi protagonisti – per proporre una storia tutta siciliana, una matassa da sbrogliare come ce ne sono in tutte le famiglie.
Prima abbiamo pensato alla storia. Ci è venuto in mente di raccontare le matasse in Sicilia, di rappresentare alcune liti che in tutte le famiglie italiane si verificano. E come ogni cosa drammatica, vista da un altro punto di vista, fa ridere – racconta Picone – Non partiamo mai dalle gag, la comicità viene inserita solo alla fine della scrittura. La priorità è raccontare storie”. Una storia corposa e ricca di contenuti, a segnare la crescita artistica del duo comico esordito al cinema con “Nati stanchi” ben otto anni fa. Il nuovo film, realizzato in “nove settimane e mezzo” con un budget di 4 milioni e mezzo di euro, è stato girato tra Catania, Paternò e Ragusa.La scelta di cambiare location è dettata dalla voglia di non volerci ripetere – spiega il regista Avellino – Speriamo che il film riesca ad emozionare oltre che a divertire”. E proprio le emozioni diventano protagoniste, insieme all’ilarità, di questa imprevedibile storia tra cugini. La poetica dei ricordi ripercorre la trama della vicenda, ripescando nel passato vecchie memorie e sensazioni che la lontananza non è riuscita a cancellare.
Molti i volti noti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera - come Pino Caruso, Anna Safroncik e Claudio Gioè – ma numerosi anche i personaggi nuovi. “Conoscevo la botte e sapevo che il vino era buono” commenta Pino Caruso per spiegare la scelta di partecipare al film, interpretando il ruolo del parroco paciere. Non ha voluto sapere né il film, né la parte, bastava che ci fossimo noi aggiunge Ficarra. Adesso il duo siciliano dovrà attendere la risposta del pubblico che già in passato ha mostrato di apprezzare la comicità siciliana che li contraddistingue. Poi, svestiti i panni dei due cugini, Ficarra e Picone saranno nuovamente sul grande schermo nell’attesissimo film di Tornatore, Baaria, ad interpretare un ruolo non comico, ma comunque leggero. Di nuovo pronti a divertire ed emozionare. Per saperne di più.........

MALTEMPO: INTERROTTI I COLLEGAMENTI CON ISOLE MINORI SICILIA.

(AGI) - Palermo, 7 mar. - Ancora in tilt i collegamenti marittimi tra la Sicilia e le sue isole minori a causa del forte vento e delle cattive condizioni del mare. Da Lunedi' non parte da Trapani il traghetto per Pantelleria. Ferme anche le corse tra Palermo e Ustica, e non e' salpata nuovamente da Porto Empedocle (Agrigento) la nave per Lampedusa e Linosa. Le Eolie isolate per il mare forza 6-7, sospinto da vento proveniente da nord. E c'e' voluto ancora un intervento dell'elisoccorso nonostante le avverse condizioni meteo, per una paziente del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale civile. La signora L. P. B. di 38 anni, a causa di un parto prematuro, e' stata trasferita al Policlinico di Messina. In realta', era stato deciso di trasportarla a Patti, ma durante il volo e' stato comunicato che la pista era inagibile e quindi e' stata "dirottata" nella citta' dello stretto. Da Milazzo per le 7 isole non sono partiti gli aliscafi della Siremar e della Ustica Lines. Da Milazzo l'unico mezzo che partira' sara' il traghetto della Siremar alle 10.30. Da Lipari, invece, ha preso il largo alla volta della citta' del Capo l'aliscafo della societa' di Stato. Poi tutti bloccati agli ormeggi. Filicudi e Alicudi sono isolate da tre giorni, mentre Panarea e Stromboli da due giorni. Una cinquantina di isolani sono bloccati a Lipari.

venerdì 6 marzo 2009

Maltempo, centrosud flagellato da pioggia,vento,mareggiate.

Roma, 6 mar. (Apcom) - Bufere di neve, frane, vento forte, smottamenti, disagi sulle strade, pioggia, mareggiate e temperature in picchiata. Il maltempo sta flagellando in queste 24 ore l'Italia meridionale. La protezione civile sta monitorando la situazione. Miglioramenti sono previsti da domani ma soltanto al Centro-Nord. Secondo le previsioni meteo della protezione civile, domani lo spostamento verso i Balcani dell'area depressionaria porterà un miglioramento al centro-nord e residue condizioni d'instabilità al meridione. Il miglioramento proseguirà nella giornata successiva di domenica, con l'ulteriore spostamento del sistema verso levante dovuto all'avvicinarsi di un promontorio mobile sul mediterraneo centro-occidentale che porterà una generale fase di bel tempo su tutto il territorio nazionale. Da lunedì, una nuova perturbazione atlantica interesserà soprattutto i versanti orientali delle regioni centro-settentrionali, con deboli fenomeni di instabilità atmosferica.

Profilo dell'arte medioevale a Palermo tra il 1100 e il 1200.

06 Marzo 2009.

II periodo tra la fine dell'XI e la fine del XII seco­lo è per Palermo un momento particolarmente felice. Dal punto di vista artistico, la Sicilia raggiunge in quei secoli livelli mai più eguagliati. Non è facile definire in poche righe - le discussioni sull'argomento sono ancora, per alcuni versi, aper­te - l'arte palermitana di quei secoli: cercheremo di dare qui di seguito alcuni spunti che potranno essere ampliati con l'aiuto della vastissima biblio­grafia esistente in materia. La conquista della Sicilia da parte dei Normanni - essi entrarono in Palermo nel 1072 - segnò la fine della dominazione araba nell'isola, durata fin dall'827. I Normanni erano uno sparuto gruppo di guerrieri, i quali si trovarono di fronte ad una fiorentissima civiltà, con caratteri preponderanti arabi, e che con­servava con fedeltà anche caratteri latini e greci. L'intelligenza dei sovrani normanni, da Ruggero il Gran Conte a Guglielmo II, per non dimenticare l'ultimo erede di quella tradizione, l'imperatore Federico II, fece sì che in Sicilia - ed a Palermo in particolare - tutto quello che di buono quelle secolari civiltà avevano prodotto e tramandato, fos­se mantenuto e valorizzato. Ruggero II, il primo grande monarca normanno, si trovò signore di un popolo estremamente diverso nelle sue componenti: arabi, greci, ebrei, siciliani di origine latina, e ne mise a profitto le energie così varie, dopo aver compreso che solo puntando su quelle forze e su quella gente avrebbe potuto fon­dare un solido regno. Artisti, geografi, poeti, latini, greci ed arabi affol­larono la corte del grande re. Le testimonianze culturali, religiose, architetto­niche, iconografiche del confluire e del fruttificare di queste forze indigene sono notevoli in quel periodo a Palermo. Ma al seguito dei Normanni erano venuti in Sicilia anche dei monaci benedettini, cui Ruggero darà compiti di notevole importanza nella costi­tuzione delle nuove diocesi di rito latino. Ruggero II, infatti, aveva instaurato con il Papato un particolarissimo tipo di rapporto, del quale l' "Apostolica Legatìa" è il segno più importante. Incomincia infatti in questo periodo la creazione da parte del re di numerosi conventi e vescovati di rito latino - quasi in omaggio alla volontà del Papa -mentre però a quei monasteri altrettanti se ne affiancavano di rito greco, largamente autonomi, per controbilanciare il prepotere latino. Nacque così una nuova cultura, una nuova arte, ed in particolare una nuova architettura, che fu il risultato di un miscuglio di componenti assai varie, che raggiunse talvolta un alto grado di sintesi.
Furono costruite le grandi cattedrali - degne di rivaleggiare con quelle che si costruivano nell'occi­dente d'Europa - e sorsero chiese e monasteri di impianto bizantino, mentre Ruggero e i suoi suc­cessori innalzarono sontuose residenze in tutto simili a dimore musulmane. I monumenti di questo periodo denunciano caratteri:
  • latini, negli impianti basilicali delle chiese;
  • bizantini, nei ricchi manti musivi;
  • nord-africani, nelle cupole, nelle fontane, negli archi e nei paramenti murari. I primi monumenti dell'epoca normanna, e parti­colarmente quelli costruiti sotto i due Ruggeri: S. Giovanni dei Lebbrosi, S. Giovanni degli Eremiti, la Reale Cappella di S. Pietro (Cappella Palatina), sono il prodotto di una antichissima tradizione che ha la sua culla nell'Africa del Nord. Se osserviamo questi edifici, per quanto riguarda gli esterni essi presentano piani contrapposti e distinti da ricorrenti cornici angolari, mentre gli interni sono spazi sostanzialmente cubici, varia­mente adattati. Mentre gli esterni vengono animati da lineassi archiacuti intagliati, ciechi o attorno alle fine­stre, gli interni vengono suddivisi da colonnati collegati da archi acuti rialzati e coronati da cupo­le ad alto tamburo, raccordate in vario modo (nic­chie, etc.) al quadrato di base.Tutti questi edifici sono di dimensioni contenute e mostrano una proporzione armoniosa tra volu­mi e spazi, mentre nel periodo successivo tende­ranno al grandioso (vedi le grandi cattedrali di Monreale e di Palermo).
Già nella Reale Cappella di S. Pietro e nello stes­so S. Giovanni degli Eremiti abbiamo un innal­zamento volumetrico che non è più arabo e che si farà più evidente nella cattedrale palermitana. Con Guglielmo I (1154-1166) e più ancora con Guglielmo II (1166-1189), spazi e volumi verran­no ampliati in maniera sontuosa negli edifici pub­blici e in quelli privati (come la Zisa e la Cuba, che denunciano un più chiaro influsso nord-africano) a motivo sia della impostazione volumetrica degli spazi, sia per la decorazione interna ed esterna. Accanto a questi influssi resistono però vigoro­samente quelli orientali e soprattutto bizantini, come notiamo per esempio, nell'impostazione interna di S. Maria dell'Ammiraglio, la cui pian­ta è a croce inscritta con la caratteristica cupoletta di coronamento e possiede un ricco paramento musivo.A Palermo poi gli influssi tradizionali citati vengono arricchiti da motivi nordici, quali i gruppi di colon­ne di sostegno, le gallerie a colonnati, le torri tipiche dei templi franco-inglesi, mentre il gusto per la policromia, che si evidenzia negli archetti intrec­ciati, risente dell'influsso campano. Già Ruggero II aveva chiamato, per la sua catte­drale di Cefalù, artisti lombardi ed anglo-francesi. La Chiesa della SS. Trinità (Magione), che appar­tiene alla seconda metà del secolo XII, unisce la monocromia esterna allo slancio verso l'alto. Nella basilica di S. Spirito vengono introdotti nuovi motivi, soprattutto quelli benedettini: pilastri cilindrici, formati da rozzi blocchi e decorazione esterna già orientata verso nuovi gusti, mentre scompaiono le cupole di copertura e si afferma defi­nitivamente la pianta basilicale. Così gli influssi provenzali (vedi cariatidi nel sar­cofago di Ruggero II) e campani (cero pasquale del­la Reale Cappella di S. Pietro) convivono con le componenti arabe, bizantine e benedettine. Per quanto riguarda i mosaici, di squisita fattura sono quelli di S. Maria dell'Ammiraglio - di ispi­razione bizantina - mentre raggiungono un alto grado di perfezione nella Reale Cappella di S. Pietro, dove, celebrando i fasti del re, si arricchi­scono di una forte nota di arabismo. Un discorso a parte meriterebbe il soffitto arabo a stalattiti della Cappella Palatina, decorato con figure profane, accostato al ciclo apocalittico della cupola, a quello cristologico ed apostolico del tran­setto e delle navate. Il regno di Enrico VI Hohenstaufen (1194-1197) interruppe tutto questo fervore architettonico che,per quanto riguarda Palermo, non conobbe ripre­se neanche sotto Federico II (1197-1250) anche se in questa parte del secolo XIII vi fu in Palermo una grande attività edilizia del tipo civile ed una con­seguente, notevole espansione urbanistica.


Bigliografia: Dai Momumenti alla storia - Itinerari didattici attraverso Palermo Medioevale, di G. Di Simone, Zelmira Marazio Schiera, Zito Arti Grafiche - Palermo 1995. Pagina 139,140.

Antiche famiglie Siciliane. Storia della Sicilia dall'anno 1000 al 1595.


06 Marzo 2009.

Gli Altavilla

Normanni, feudatari di Hauteville - Le Guichard. Tancredi fu il padre di Roberto il Guiscardo e di Ruggero, il Gran Conte, che conquistarono la Puglia e la Sicilia tra il 1060 e il 1091. La dinastia continua con Ruggero II, Guglielmo I e Guglielmo II.

Gli ultimi degli Altavilla furono Tancredi, conte di Lecce, figlio naturale di Ruggero, duca di Puglia e di Emma dei Conti di Lecce, morto nel 1194 ed il figlio di lui, Guglielmo III che nel 1194 viene sconfitto da Enrico VI di Svevia e deportato in Germania, dove muore verso il 1198.

Gli Svevi

La famiglia trae origine da un castello tedesco, Staufen. Federico di Hohenstaufen ricevette in dono nel 1080 il ducato di Svevia. A Corrado (1093-1152) viene offerta nel 1128 la corona d'Italia a Monza e nel 1138 viene eletto imperatore. Gli succede il nipote Federico (Barbarossa), duca di Svevia che, eletto imperatore, scende cinque vol­te in Italia. Egli riesce a coronare un vecchio sogno della sua casata: il possesso della Sicilia, attraverso il matrimonio del figlio Enrico con Costanza d'Altavilla. Federico I muore vicino ad Antiochia durante una crociata nel 1190. Nel 1191 il figlio Enrico VI viene eletto imperatore e prende possesso della Sicilia. Muore però il 28 set­tembre 1197, lasciando come erede il figlio Federico, di tre anni, sotto la reggenza della madre Costanza. Federico, erede del regno di Sicilia, alla morte della madre è affidato alla tutela del papa Innocenze III, ma, arrivato alla maggiore età, farà ben presto la sua strada da solo. Re di Germania nel 1212 ed imperatore nel 1220, sarà grande e magnifico sovrano, di grandi vedu­te politiche ed intellettualmente molto superiore al suo tempo. Purtroppo, alla sua morte, avvenu­ta il 13 dicembre 1250, i suoi eredi, Manfredi e Corrado, non riusciranno a tenere insieme i suoi domini, contro l'accanita ostilità del Papato. Corrado, erede dell'Impero, muore nel 1254, lasciando suo erede Corradino; Manfredi, re di Sicilia, deve affrontare Carlo d'Angiò che il Papa gli mette contro.

Manfredi muore il 26 febbraio 1266, combattendo a Benevento. Corradino, sceso in Italia per riconquistare i suoi domini, ma troppo debole per far fronte a nemici di gran lunga più forti di lui, viene battuto a Tagliacozzo, preso prigioniero è decapitato a Napoli il 29 ottobre 1268. Finisce con lui la casata degli Hoenstaufen.


Gli Aragona di Sicilia


Ebbe origine in Sicilia con re Pietro di Aragona, che fu chiamato nell'isola nel 1282, in seguito alla rivolta del Vespro, in quanto marito di Costanza, figlia di Manfredi.

A lui successe nel 1286 il fratello Giacomo che, avendo poi ereditato il regno di Aragona, cedette nel 1294 la Sicilia a Carlo lo Zoppo di Napoli. Per questo vi fu una lunga guerra di successione che terminò nel 1302 quando Federico, già Vicario del Regno ed incoronato re dai siciliani a Palermo nel 1295, fu riconosciuto Re di Trinacria. Nel 1337 Pietro successe al padre. Morì nel 1342 a Calascibetta ed è sepolto nella Cattedrale di Palermo. Gli successe Ludovico sotto la tutela dello zio Giovanni di Randazzo. Nel 1355, alla morte di Ludovico, gli successe Federico che ebbe una sola figlia, Maria, nata nel 1363.

Morto Federico nel 1377, vi fu una lunga guerra tra i baroni ribelli e Martino, che nel 1390 aveva sposato Maria. Domati i baroni, Martino e Maria vennero inco­ronati a Palermo nel 1398. Maria morì senza ere­di nel 1401 e Martino nel 1409. A loro successe il padre di Martino, l'Infante Martino, detto il Vecchio, duca di Montblanc. L'isola rimase, però, sotto la reggenza di Bianca di Navarra, vedova di Martino il Giovane. Nel 1410 morì Martino il Vecchio ed a Caspe la Sicilia venne assegnata a Ferdinando di Castiglia. Nel 1415 Juan de Penafiel fu nominato Viceré di Sicilia. Ebbe inizio così la lunga serie dei Viceré.


I Chiaramonte


Si ritiene che la casata sia venuta in Sicilia con i Normanni e che Ugo Chiaramonte abbia assisti­to all'incoronazione di re Ruggero. Pare avessero il diritto di battere moneta con lo stemma della famiglia.

Manfredi I Chiaramonte divenne conte di Modica, Gran Siniscalco del Regno, signore di Caccamo, ambasciatore presso il Papa Bonifacio VIII^ e l'Imperatore Arrigo VII. Alcuni storici gli attri­buiscono l'inizio - verso il 1307 - della costru­zione di un superbo castello in una zona verdeg­giante prospiciente il mare, lo Steri. Manfredi II nella prima metà del Trecento fu Gran Siniscalco del Regno, vero signore e arbitro di Palermo nel periodo dell'anarchia baronale. Un terzo Manfredi fu Vicario del Regno, signore di sterminati feudi, grande ammiraglio; riconqui­stò, riprendendola agli Arabi, l'isola di Djerba (detta anche isola delle Gerbe), già feudo del suo avo Federico. Nel 1391 gli succedette il figlio Andrea che ereditò l'ufficio di Vicario del Regno. Insieme agli altri tre vicari e ai più potenti signori dell'isola giurò fedeltà a Maria di Sicilia, figlia di Federico il Semplice. Avendo tali nobili tradito il giuramento, restò solo a combattere contro Martino il Vecchio che a tradimento lo fece arrestare e poi decapita­re il 1 giugno 1392 in piazza Marina; proprio davanti allo Steri. I discendenti della famiglia ebbero cariche e magi­strature a Caltagirone.

I Ventimiglia

L'origine della famiglia si fa risalire da alcuni storici alla conquista normanna: nel 1066 Serlone, un nipote del Conte Ruggero ricevette in premio per il suo comportamento in battaglia il feudo di Geraci. Dopo la battaglia della Valle delle Ninfe, che prese poi il nome di Piano della Battaglia, un certo Balduino Guiscardo venne chiamato Vigintimillius per aver ucciso, se non ventimila, cer­to un gran numero di nemici. Il Pini e il Villabianca ritengono invece che la fami­glia abbia avuto origine dalla Contea di Ventimiglia in Liguria. Infatti un certo Guglielmo, conte di Ventimiglia, che aveva sposato Nenna Sveva, figlia naturale di Federico II, ribellatesi alla repub­blica di Genova, nel 1242 si rifugiò in Sicilia. Nel 1258 il figlio Arrigo sposò Isabella degli Arduinici, erede normanna della Contea di Geraci, dando così inizio alla casata Normanno-Ventimiglia. Si ricorda poi un certo Alduino nel 1282 alla cor­te aragonese.

Nel 1315 Francesco Ventimiglia sposa Costanza Chiaramonte e nel 1316 fonda Castelbuono. La famiglia si inserisce nelle lotte tra i baroni siciliani, anche a causa del dissidio tra i Chiaramonte e i Ventimiglia. Francesco nel 1338 viene condannato a morte per tradimento e re Pietro assedia Geraci che viene tolta ai V. e poi restituita in parte nel 1354. Francesco II è protettore di Federico IV d'Aragona. Nel 1377 Francesco II è uno dei Vicari del Regno. Nel 1448 Giovanni I è nominato marchese di Geraci ed è il proprietario dei due magnifici arie­ti di bronzo (v. Palazzo dei Normanni). Altri V. occupano alte cariche del Regno. Giovanni V. alla fine del '500 ha rapporti epistolari con il Tasso. Nel 1595 i V. sono insegniti del titolo di principi di Castelbuono. La famiglia si estingue verso la fine del XIX secolo.



Bibliografia:
  1. Dai Momumenti alla storia - Itinerari didattici attraverso Palermo Medioevale, di G. Di Simone, Zelmira Marazio Schiera, Zito Arti Grafiche - Palermo 1995. Pagina 123,124,125,127.

giovedì 5 marzo 2009

MALTEMPO: INTERROTTI COLLEGAMENTI MARITTIMI CON ISOLE SICILIA.

(AGI) - Palermo, 5 mar. - Sono tutti interrotti, a eccezione di qualche corsa per Eolie, i collegamenti marittimi tra la Sicilia e le sue isole minori a causa del forte vento e delle cattive condizioni del mare che rendono impossibile l'attracco nei piccoli scali. Da Trapani non e' partito a mezzanotte il traghetto per Pantelleria e stamani e' rimasto fermo anche quello per le Egadi, non raggiunte nemmeno dagli aliscafi. Sono ferme anche le corse tra Palermo e Ustica, e non e' salpata da Porto Empedocle (Agrigento) la nave per Lampedusa e Linosa. I servizi tra Milazzo (Messina) e le Eolie funzionano in parte: sono attivi quelli per Lipari, Salina e Vulcano, ma vengono omessi i porti piu' piccoli, di Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea.

mercoledì 4 marzo 2009

Breve storia urbanistica di Palermo dalla conquista normanna al 1282.


04 Marzo 2009.

II geografo al-Idrisi, nel suo "Libro di re Ruggero" ci ha lasciato una bella descrizione della città di Palermo ai tempi di Ruggero II. Da questa descrizione possiamo desumere che la città, al momento della conquista normanna (1072) era così divisa:
a) II Cassaro (al-qasr) delimitato a sud dal torrente Kemonia e a Nord dal Papireto e circondato da mura. Esso comprendeva la Paleopoli, antichissi­mo nucleo punico-romano, chiamato "Galka" (dal toponimo arabo "al-halquah" = cinta) e la Neapoli. La Galka era a sua volta circondata da mura interne e nel suo punto più interno, verso Ovest, si trovava un castello fortificato per difendersi dagli attacchi interni.
b) La Kalsa (al Halìsàh) una cittadella munita, costruita tra il 937 e il 938 dai Fatimiti, ultimi signori arabi di Palermo, per tenere a freno l'ormai ostile popolazione del Cassaro. Essa si trovava su uno sperone roccioso prospi­ciente il porto - la "Cala" - ed era residenza del governo. Aveva quattro porte. e) I quartieri esterni: il quartiere della Moschea di Ibn Siqlàb (del quale facevano parte i due sot­toquartieri degli Ebrei), il quartiere nuovo ed il quartiere degli Schiavoni. Ad Est, verso la Cala, la città aveva termine con la porta Bab-al-bahr = por­ta di mare, poi detta dei Patitelli, all'altezza approssimativamente dell'odierna chiesa di S. Antonio (via Roma).
Dopo l'occupazione normanna, i nuovi padroni rifondano il castello della Galka - Ruggero ne fa il suo magnifico palazzo - mentre nel Cassaro si con­centra la nuova classe dirigente: signori feudali, funzionari di corte, alto clero. Fervidissima è l'attività edilizia in questo periodo, anche se molti monumenti non sono giunti fino a noi. Già prima di entrare a Palermo, Roberto il Guiscardo aveva fondato - come vuole la tradi­zione - la chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi, lon­tano dalle mura. Ma è durante il regno di Ruggero II (1101-1151)che sorgono i più significativi monumenti della Palermo medioevale.
Il grande re edifica all'interno del suo palazzo la Cappella Palatina e riedifica il monastero di S. Giovanni degli Eremiti con la nuova chiesa. Egli fa poi ristrutturare - se vogliamo accettare la tradizione che lo vuole antica dimora dell'Emiro Ga'far - il castello di Maredolce (Favara), uno tra i più bei "Sollazzi" reali. Importanti sono i committenti privati: Giorgio di Antiochia - ammiraglio degli ammiragli - fa edi­ficare S. Maria dell'Ammiraglio (Martorana) e il famoso "ponte dell'Ammiraglio". Poco ci rimane del regno di Guglielmo I (1154-1166): il castello della Zisa e la chiesa di S. Cataldo, dovuta all'iniziativa del potente primo ministro, Maione da Bari.
Guglielmo II (1166-1189) è il grande committen­te della basilica di Monreale con tutto il suo com­plesso di edifici sacri e reali, della Cuba e della Cubula, mentre l'arcivescovo Gualtìero n inaugura nel 1185 la nuova grande cattedrale palermitana. Il Palazzo Reale e la Cattedrale sono collegati per mezzo di una Via Coperta, la cui posizione e lunghezza precise sono assai controverse. La popolazione musulmana si trasferisce gra­dualmente dal Cassaro nel vecchio quartiere degli Schiavoni, che prende il nome di Seralcadi. La Kalsa non riveste più l'antico ruolo di cittadella fortificata e si salda alle mura della città, che si allargano notevolmente, anche se noi non ne cono­sciamo l'esatto perimetro.
Il porto viene progressivamente interrato e lì si sta­biliscono i mercanti delle "nazioni" italiane: pisa­ni, genovesi, amalfitani. Si popola la zona tra il Kemonia e la Kalsa, che verrà poi chiamata Albergheria. La città assume una conformazione sempre più precisa, attraversata in tutta la sua lunghezza dal Cassaro - detto anche "Via Marmorea" - a cui si collega "a fuso" il tessuto viario caratterizzato da strade secondarie non rettilinee e da vicoli ciechi dall'impianto a "lisca di pesce". La presenza di molti giardini all'interno delle mura caratterizza la città, mentre oltre le mura la "Conca d'oro" fiori­sce dei parchi reali. Nella seconda metà del 1200 ha luogo una notevole crescita edilizia nei pressi della Abazia della SS. Trinità, dando origine alla Ruga Nova de Alemannis che, iniziando ad ovest, nei pressi del­la "Fieravecchia", terminava vicino all'attuale chiesa della Gancia. Qui, nel secolo successivo, sorgeranno significati­vi edifici.

Bigliografia:
  1. Dai Momumenti alla storia - Itinerari didattici attraverso Palermo Medioevale, di G. Di Simone, Zelmira Marazio Schiera, Zito Arti Grafiche - Palermo 1995. Pagina 11,12.

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