Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...




domenica 18 maggio 2014

"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Terzo.

18 maggio 2014


 I ru viddrani

di Francesco Toscano


Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.


Tre.


Francesco Vassallo, di anni sessantacinque, corporatura robusta, poco più alto del muro di cinta che delimitava il suo feudo in località “Punta Aguglia”, che era solo un metro e sessanta, era divenuto capo famiglia a soli quarant’anni e solo dopo aver collezionato una sfilza di precedenti penali per delitti contro il patrimonio e la persona che avevano tanto fatto preoccupare il maresciallo Comandante della Stazione Carabinieri del luogo.
Il maresciallo, pertanto, fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del Novecento, come “estrema ratio”, al solo fine di frenare la capacità delinquenziale del Vassallo, era stato costretto a segnalarlo alla Questura di Agrigento affinché adottasse tutte quelle misure di competenza che potessero sortire l’effetto sperato e in specie limitarne la libertà d’azione.
Nel 1993, Francesco Vassallo, dopo che qualche anno prima era stato avvisato oralmente dal Questore della Provincia di Agrigento a non commettere più delitti, venne sottoposto alla Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza di anni tre, con obbligo di dimora nel comune di residenza.
Il Vassallo era anche conosciuto nell’ambiente criminale come “ù pastranu” in quanto avvezzo ad indossare “nu cappuottu luongu ca' arriva 'nde pieri come chiddu ca usavunu l'antichi quannu si truavunu supra u scieccu o sopra lu mulu.
Don Ciccio, pertanto, sulla scorta della misura di prevenzione erogata a suo carico, se ne stava rintanato tutto il giorno, anche al fine di poter agire liberamente e continuare a dettare legge, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, all’interno del suo feudo, uno sterminato appezzamento di terreno, di quasi trenta tummini, ossia duecentoquindici tumuli circa, che per intenderci sono circa duecentotrentaquattromila e settecento metri quadrati, all’interno del quale, alla fine dell’Ottocento, il suo bisnonno aveva fatto edificare una villa sfarzosa con tutti i confort di quel tempo.
Lungo il muro di cinta che delimitava il feudo di “Punta Aguglia”, alcuni “campieri”, che portavano al seguito la lupara, fungevano da sentinelle.
Sembrava che fosse una fortezza inespugnabile la residenza di Don Ciccio “ù pastranu”; tale fu l’impressione che ebbe Mimì allorquando si accinse ad entrare all’interno della suddetta proprietà. Mimì venne allora bloccato da due campieri che gli chiesero chi fosse, che cosa cercasse lì, e se portasse al seguito armi o oggetti atti ad offendere, perquisendolo sommariamente, tanto che, ad un tratto, a Mimì gli si era chiusa la bocca dello stomaco per lo spavento.
«Sabbenerica!» Disse Mimì ai presenti.
«Sabbenerica a vossia!» Risposero i due campieri.
«A cu circati?
«A Don Ciccio. C’avissi a parrari, si mi po’ arriciviri…. E’ possibili?» Concluse Mimì.
«Nca ciertu! Nu minutu cuntatu, u tièmpu ca jamu e turnamu. Assittativi ca, ntâ stu pitruni. Ora turnamu.»
Così dicendo i due uomini armati si allontanarono addentrandosi in una fitta boscaglia, lasciando il Mimì da solo intento a ragionare su quello che avrebbe dovuto dire a Don Ciccio, di come si sarebbe dovuto comportare, ed in particolare se gli avesse dovuto fare l’inchino, il baciamani..
La sua mente era confusa. Sudava freddo. Gli faceva male lo stomaco. Le gambe avevano cominciato a tremargli.

Trascorsero più di due ore da quando Mimì era giunto all’interno del feudo, ma nessuno gli aveva fatto sapere qualcosa. Dei due campieri, e soprattutto di Don Ciccio, nessuna traccia.

Aspettò, aspettò a lungo. Infine, quando erano da poco trascorse quattro ore dal momento in cui si era seduto su quel masso, che gli aveva ridotto il sedere in un colabrodo, vide in lontananza due uomini che si avvicinavano al luogo in cui egli si trovava, in sella a due giumente.

Francesco Toscano

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venerdì 16 maggio 2014

"I ru viddrani" di Francesco Toscano. Capitolo Due.

Monreale (Pa), lì 16 maggio 2014.

 I ru viddrani

di Francesco Toscano


Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.



Due.


Che Domenico Sinatra, per gli amici Mimì, fosse uno da tenere alla larga, Peppino e Pina lo sapevano fin troppo bene.
Non foss’altro che lo sciagurato, da quasi vent’anni, e dopo la morte della moglie d’infarto, era additato dagli altri “viddrani”, come un ambasciatore di sventura.
Era stato un bell’uomo, Mimì, e le donne avevano fatto a botte fra loro per maritarselo.
Tanta grazia, Sant’Antonio, gli aveva ben presto fulminato le ultime sinapsi rimastegli nel cervello; la morte della moglie, poi, era stata per lui un colpo di grazia.
Da allora a oggi il mondo per lui era solo un simposio di disgrazie, cui bisognava calare la testa così come il bove fa sotto il suo giogo.
Gli occhi azzurro cielo, le ottime proporzioni facciali fra il naso, la bocca, gli zigomi, gli occhi, e l’altezza corporea superiore alla media, gli avevano permesso di vincere, nei primi anni Cinquanta del Novecento, un concorso di bellezza che, ricordava Mimì, si era svolto “m’Paliermu”, la città in cui conobbe la sua defunta moglie.
Quando Peppino aprì la porta a Mimì per consentirgli di entrare in casa, dicendogli di accomodarsi, facendogli segno con ampi gesti, così lasciandogli malauguratamente varcare l’uscio della porta d’ingresso della sua abitazione, anziché inventarsi una scusa e cacciarlo via al più presto da quel focolare domestico, com’erano soliti fare gli altri suoi compaesani, gli si erano “aggruvigghiati i vuredda ‘ntò stuomaco.”
«Chi mali ficimu io e me mugghieri?»

Pensò il povero Peppino, incredulo che tanta sventura potesse succedere proprio a loro due, umili servi di Dio, che non si curavano di nessuno, non spettegolavano nessuno, non s’invischiavano in fatti che non li riguardassero.
Facendo questa considerazione, Peppino voltò lo sguardo verso sua moglie; colse allora nello sguardo di lei un sentimento di sgomento, terrore, panico.
Le loro menti, in un’inspiegabile sintonia telepatica, avevano pensato: «E siddu fussi vieru chiddu ca rici a genti?»
«Si stu Mimì ca s’apprisintò ravanzi a nuostra faccia fussi viramenti n’gradu r’attirarisi tutti i negatività ru munnu ca u circunna?»
Loro due erano superiori a queste superstizioni. Lasciarono, pertanto, che Mimì proferisse parola e raccontasse loro quello che era accaduto e che ciascun atomo del suo corpo lasciava trapelare a miglia di distanza. Tanto, a quel punto, pensarono Pina e Peppino, il dado era tratto. Nessuno poteva allontanare dalla loro umile dimora il male che si era impossessato di Mimì.
«Parrati Mimì, chì succiessi?» Disse Peppino.
Qualche secondo di silenzio rese l’aria nella stanza quasi irrespirabile. A un tratto, quasi inaspettatamente, un velo era caduto sugli occhi di Peppino e di Pina. Che cosa, di così grave, era successo in paese che Mimì non riusciva a parlare, a raccontare loro?
«Chi fu Mimì? Parrati!» Disse Pina.
Mimì esordì dicendo: «Bah..bah..un vulissi…ma…»
«Ma chi cosa? Chi c’è, pi l’armuzza ri tutti i santi ru paradisu? Parrati!» Disse Pina.
Mimì raccontò loro che la sua badante, Ingrid, di nazionalità rumena, arrivata in Italia cinque anni addietro, e che da due si prendeva cura di lui e della sua casa, se ne era andata, lasciandolo “come un trunzu ri vruocculu..”, fuggendo con un suo connazionale e portandosi al seguito tutto l’oro e l’argento che Mimì era riuscito a stipare dentro il mobilio di casa sua.
Per Mimì era impossibile denunciarla, atteso che in questo caso si sarebbe buscato una bella denuncia da parte dei Carabinieri del luogo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendo che la Romania non era ancora uno stato membro dell’Unione Europea.
Peppino e Pina, educatamente, solo dopo aver tirato un sospiro di sollievo, e ringraziato tutti i Santi del Paradiso per la grazia ricevuta che la sventura non si fosse abbattuta sulla loro casa, ma sulla casa di altri, in questo caso del malcapitato Mimì, dopo aver rincuorato il Sinatra di non preoccuparsi e che tutto si sarebbe risolto per il verso giusto, lo salutarono dicendogli:
«Nun vi scantati Mimì! N’amicu, nu mienzu parienti, bravu assai, arriniscirà a farivi riaviri n’arrieri tuttu l’uoru e l’argentu.»
«Rurmiti tranquillu, Mimì, ca rumani matina i cosi s’aggiustanu!» 
La soluzione al problema, proposta da Pina e Peppino a Don Mimì, aveva lasciato quest’ultimo quasi basito.

Egli, infatti, a loro dire, si sarebbe potuto rivolgere ad un esponente di spicco della mafia locale; in particolare, avrebbe potuto chiedere udienza a Don Ciccio “ù pastranu”, capo famiglia della locale consorteria mafiosa, che avrebbe, sempre a loro dire, preso a cuore la sua vicenda facendogli riavere il maltolto.

Francesco Toscano



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"I ru viddrani" di Francesco Toscano - Capitolo Uno.

Monreale (Pa), lì 16 maggio 2014.


I ru viddrani

di Francesco Toscano


Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, sono del tutto casuali.


Uno.


Il sole a quell’ora del giorno si stagliava alto nel cielo terso del paese natio della zia Pina Modica e dello zio Peppino Fiorenza, oramai avanti negli anni, splendendo fulgidamente come non mai.
La nostra stella era giunta, avevano notato i due anziani consorti mentre erano seduti davanti all’uscio della porta della loro modesta abitazione, intenti a contare quanti cristiani passassero di lì, quasi allo Zenit.
Si faceva fatica a camminare per le vie del centro abitato, tanto che era necessario proteggersi gli occhi; gli abitanti del posto erano avvezzi a proteggersi gli occhi, accecati dai raggi del sole di mezzogiorno, con il dorso della mano, possibilmente la mancina, in modo tale da avere sempre la mano destra libera per prendere qualcosa o per afferrare qualcuno. Questa era la loro filosofia di vita: stai sempre in guardia se non vuoi soccombere.
Nessun “viddrano”, così com’erano soliti chiamare i loro mesti compaesani Pina e Peppino, si aggirava in quel momento per le vie del piccolo centro agricolo dell’agrigentino, un pugno di case in un territorio brullo, forse per paura di procurarsi delle ustioni, preferendo oziare all’ombra di qualche olmo ombroso o di qualche pensilina che sporgeva dai muri poco intonacati delle case che davano su Corso Italia o su altre vie.
L’aria era afosa, come spesso accade in Sicilia nei mesi estivi, e si faceva fatica ad alzare le gambe da terra: si boccheggiava.
Una vita di stenti quella vissuta dai Fiorenza; entrambi agricoltori, da qualche anno pensionati, non avevano avuto figli, benché, se fosse stato per loro, avrebbero voluto adottare tutti “gli addrevi ru paisi….”.
Il buon Dio, sostenevano i due anziani coniugi, aveva deciso di non dover dare a lei la gioia della maternità e a lui l’onore e l’onere di crescere un figlio cui, un giorno, avrebbe lasciato quanto nel corso dei suoi settantacinque anni era riuscito a racimolare.
Per Peppino era tanta roba: una casa; tre appezzamenti di terreno, uno dei quali dato in gabella, e da cui ricavava la metà del raccolto durante l’anno solare; una somma di denaro superiore ai trentamila euro, depositata in un conto corrente bancario, acceso pochi anni prima.
I due coniugi non erano avvezzi a sperperare i loro averi, preferendo spendere il necessario per la loro sopravvivenza. Mai un acquisto fuori luogo o avventato, mai una cena con amici, mai niente che potesse essere ritenuto superfluo. I due vecchi compravano solo quello che fosse veramente necessario per il loro fabbisogno giornaliero.
Parlavano poco fra loro Pina e Peppino, prediligendo assaporare le parole prima che fossero proferite dalla loro bocca, ponderando, di volta in volta, le frasi che il loro cervello ideava, componeva, e infine consegnava alla lingua e alle corde vocali per essere vocalizzate.
I ru viddrani” si conoscevano così bene che ogni parola era superflua.
La loro vita quotidiana si svolgeva con tempi cadenzati, quasi le ore fossero regolate da un orologio svizzero di ottima manifattura, che un buontempone di orologiaio s’era impegnato a realizzare per loro. Ogni ingranaggio di quel meccanismo multiforme, che regolava il loro tempo biologico, scorreva sereno e senza alcun intoppo.
Oramai gli anni bui, quelli fatti di stenti e di sofferenze, erano passati e i due anziani si auspicavano che non ne dovessero vivere più.

Lo avevano avuto un figlio da crescere i due consorti, pur tuttavia, ma non era stato il loro bambino, solo il figlio della sorella di lui: il più grande dei suoi tre nipoti.
Questo fanciullo, oggi cinquantenne, cui suo padre aveva imposto il nome di battesimo Carmelo, i due anziani coniugi lo avevano cresciuto e gli avevano voluto bene davvero tanto, così dedicandogli gran parte dei loro primi anni di matrimonio e dei loro averi.
Lo avevano allevato come e meglio di un figlio, facendolo studiare e viziandolo senza alcun riserbo. Carmelo, per tutta risposta, dopo la laurea, si era dimenticato dei suoi due benefattori, prediligendo vantarsi con gli amici e con i colleghi di lavoro che erano stati i suoi genitori, e non gli zii, a dargli gli strumenti necessari per imporsi nella società del suo tempo, divenendo, a soli trentadue anni, un affermato avvocato, e riuscendo, con i soldi che gli zii “ru paisi ru suli”gli facevano recapitare con vaglia mensile, ad avviare uno studio legale in un piccolo centro limitrofo a quello in cui la zia Pina e lo zio Peppino vivevano.
«Talè a mugghieri, pigghiami a sarsa ca c’è ddà! Supra u stipettu..» disse lo zio Peppino alla sua amata consorte, di lui più giovane di due anni.
«Ma cà a fari?» disse la zia Pina, sorpresa per quella domanda formulatale da suo marito.
«Vogghiù ‘nca sta jurnata m’ha cuociri a pasta cui maccheroni, salsa fresca e basilicò.»
«Comu scassi i cabbasisi tu, nuddu o munnu!» concluse Pina.
La salsa era davvero fresca.
L’avevano fatta loro due, con le loro mani, così com’erano soliti fare in paese nei mesi estivi tutti i loro compaesani, allorquando in pentoloni d’acqua calda si lasciano bollire chili di pomodori rossi, da poco raccolti, maturi e profumati, i quali poi saranno passati, versati in bottiglie lavate con cura che saranno a suo tempo tappate, e infine messe in una bacinella di plastica, a testa in giù, su cui una mano sicura farà calare un canovaccio.
Il calore prodotto dal canovaccio poggiato sulla bacinella di plastica, nonché il tempo di posa delle bottiglie in vetro al suo interno, avrebbe consentito alla salsa liquida contenuta all’interno delle bottiglie di pastorizzarsi, divenendo dopo qualche mese di conservazione, all’ombra della dispensa ricavata ad hoc per l’occasione, un prodotto gastronomico per palati sopraffini.
L’orologio a pendolo affisso alla parete laterale destra della cucina suonò mezzogiorno.
Svegli dalle cinque del mattino, come ogni giorno d’altronde, i due anziani si erano lasciati cullare dalla brezza mattutina, che entrava dall’anta di destra della finestra della stanza da letto sovente semichiusa, sino alle ore sei. “Ammuttami tu ‘nca t’ammuttu iu..” alla fine si erano alzati, pronti ad affrontare le insidie del nuovo giorno.
Lui si era lavato, rasato e profumato; era poi uscito dalla sua abitazione; aveva raggiunto gli amici alla “casa del lavoratore”, restando a scambiare due chiacchiere con alcuni di loro, che come lui avevano superato la settantina d’anni, sino alle dieci e mezzo.
Peppino, poi, prima di rientrare a casa, aveva comprato il pane dal fornaio di fiducia, tale Don Giovanni u luongo, il cui panificio si trovava all’angolo fra il Corso Italia e la via Manzoni, e due fettine di carne dall’unico macellaio di cui si fidava, tale Don Gino u curtu, che aveva bottega da circa venti anni in Corso Italia. Peppino aveva pensato di cucinare la carne, che aveva da poco acquistato, in padella, così com’era solito fare, ma solo dopo averla impanata e bagnata nell’albume e nel tuorlo di un uovo fresco che una delle due galline ovaiole che possedeva, che erano rinchiuse all’interno di un nido collettivo posto sul retro di casa sua, aveva fatto nelle prime ore del giorno.
Pina, quel giorno, dopo la pulizia personale mattutina, si era dedicata ad annaffiare le piante, arse dall’aria resa infuocata dal sole rovente, ed era rimasta in casa a sbrigare le faccende domestiche in attesa che rientrasse il suo amato Peppino.
Peppino era da poco rientrato a casa, quando qualcuno bussò alla porta d’ingresso della loro umile dimora.
«Pè! Pè! Va rapi a puorta e viri cu è!» disse Peppino alla moglie.
«Ma che è stamatina? Peppì cu può essiri? Viri ‘nca è u postino. Sicuramenti nnì puirtò o a bulletta ra luci o chidda ri l’acqua.»
Peppino, da galantuomo qual era, si decise ad andare ad aprire lui la porta, lasciando che sua moglie continuasse a disbrigare le faccende domestiche; aprì l’anta di destra della porta d’ingresso e, sull’uscio della porta di casa, scorse nella penombra la sagoma di cumpari Mimì, suo coetaneo.
«Ma quali postino e postino, è Mimì! Trasiti, trasiti Don Mimì… chi ci faciti ca?»
«Pozzu trasiri? Non è ‘nca risturbu? Stati manciannu?» Disse Don Mimì “’mparpagliatu”, e quasi spaventato di quello che gli potesse succedere, giacché consapevole che la sua presenza lì, e soprattutto quello che avrebbe detto loro da lì a pochi minuti, erano forieri di sventura che si stava per abbattere come una palla di cannone su quell’umile casa.

Francesco Toscano


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giovedì 15 maggio 2014

Recensione del libro "Condannato senza possibilità d'appello." di Francesco Toscano, edita dal lettore Francesco Tripepi.


15 maggio 2014.

Egregio lettore, gentile lettrice del blog, buonasera! Oggi mi pregio di pubblicare sul blog una recensione del libro dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello." di Francesco Toscano, edita dal lettore Francesco Tripepi, pervenutami in data odierna a mezzo e-mail. Francesco Tripepi, dopo la lettura del romanzo, così scrive:
Egregio autore,
vorrei complimentarmi con lei per la splendida opera che ho potuto leggere appassionatamente in un solo respiro, come di solito faccio quando trovo quei libri che mi piacciono. La piacevole lettura è stata agevolata dalla storia che lega i vari personaggi del suo libro, che sono caratterizzati in maniera splendida. Mi hanno destato fervido interesse, in particolar modo, la caratterizzazione di Turiddu e della povera Sara ma se devo essere sincero mi hanno molto affascinato i luoghi in cui le loro vite sono descritte, che sono così tanto specificizzati da incuriosire la mia sete di conoscenza. In ultimo, auspico che a breve i suoi sforzi siano incentrati in una nuova opera letteraria che spero sia permeata dallo stesso amore e fantasia con cui si è prodigato in questo libro.

Distinti Saluti.
Ringrazio il lettore Francesco Tripepi per il tempo dedicatomi e per l'ottima recensione da lui scritta relativamente alla mia ultima fatica letteraria. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.

venerdì 9 maggio 2014

Festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Monreale (Pa), anno 2014. Le foto del 3 maggio 2014.

9 maggio 2014.


La Banda Musicale dell'Arma dei CC.

Per gentile concessione dell'amico Mario Lo Coco, mi pregio oggi di  pubblicare alcune delle sue foto che immortalano taluni momenti dei festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Monreale (Pa), anno 2014, ed in particolare quelli svoltisi  il 3 maggio u.s. durante la processione del SS. Crocifisso. Le celebrazioni in onore del SS. Crocifisso toccano il loro culmine proprio il giorno 3 maggio. Terminato il solenne pontificale celebrato dall'Arcivescovo, ha luogo la tradizionale discesa dall'altare della venerata immagine: 
è questo un momento di forte richiamo e di grande commozione. Quando il Crocifisso è fatto scendere dall'altare ed è adagiato sullo zoccolo della "Vara", le ferite del costato sacro sono palpeggiate di continuo dai fazzoletti dei fedeli. Scoppi di pianto accompagnano questo succedersi disordinato di carezze, e un tremito nervoso serpeggia anche nei più forti di spirito soggiogati da quella fede che scuote ogni dubbio. Le scene sono ancora quelle descritte nel secolo scorso dal Pitrè: "…i sottostanti fanno ressa per salire anche loro, ma non trovano spazio per mettere un piede… ".L'effige del Crocifisso è poi collocata all'esterno della chiesa, sotto la maiolica che raffigura il protettore di Monreale, da dove alle ore 18.00 in punto, al suono del campanello e al rullo dei tamburi, accompagnato dal suono festoso delle campane a distesa, si dà il via alla solenne processione. Dalle ore 14.00 fino alle ore 18.00, i fedeli si accalcano presso la Maiolica, per toccare, baciare e pregare il Crocifisso, prima che inizi la processione. Fazzoletti bianchi, rossi, turchini volano dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso, lanciati dalla folla che li passa alle persone vicine al Cristo, le quali li raccolgono e palpano con essi delicatamente le membra adorate, poi li ripassano alla folla, che con le mani in aria, li coglie al volo, stringendole al petto ed accarezzandosi il viso, gridando:

"GRAZIA PATRUZZU AMURUSU".

La Banda Musicale dell'Arma dei CC .
Membri della Confraternita del SS. Crocifisso.

Due confratelli con un cuscino di rose che formano una complessa decorazione concentrica; essa sarà poi depositata ai piedi del simulacro.

La processione si snoda lenta per il corso principale della città: è una marea di ceri accesi che avanza tra lo sfolgorio di luci, la pioggia di petali di rose e lo scampanio festoso delle campane di tutte le chiese. Alla processione non partecipa soltanto il popolo, ma per un lungo tratto anche le autorità civili e religiose tra cui il sindaco, l'Arcivescovo, i comandanti rispettivamente dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale, e buona parte del clero. Nonostante le condizioni del tempo lasciassero intravedere la possibilità di un rinvio, coraggiosamente e inaspettatamente, i “Fratelli” hanno deciso di iniziare, puntuali, la marcia con il Crocifisso in spalla. Le condizioni meteo quest'anno non hanno fatto presagire nulla di buono già dalla discesa del SS Crocifisso dalla gradinata del Santuario, avvenuta alle 14.00 e durante la quale i primi piccoli scrosci di pioggia avevano iniziato a bagnare il Simulacro. E’ stata una processione un po’ particolare quest’anno, in cui i ceri in mano ai fedeli si sono trasformati, d’un tratto, in tanti ombrelli colorati. 

Alcuni membri della Confraternita.

Il SS. Crocifisso in processione.

Il SS. Crocifisso in sosta.
L'attuale processione si snoda lungo un percorso che per la maggior parte è quello indicato dall'Arcivescovo Venero nel 1625. Essa inizia dalla Collegiata,  passa per via A. Veneziano fino al "Canale", per corso P. Novelli fino all'"Abbiviratura", dopo una sosta di 30 minuti circa, riscende dalla stessa strada fino a via Garibaldi, detta "a scinnuta ru Signuri", qui sosta dinanzi la statua di Padre Pio, poi prosegue per via Venero quindi corso P. Novelli, detto "a "Varanni", per via Roma fino a piazza Vittorio Emanuele II..Esegue un giro completo della stessa piazza, prosegue per via B. D'Acquisto per risalire da via Palermo, rifare il giro della suddetta piazza e sostare, dinanzi il Comune e il Duomo, per i giochi pirotecnici al termine dei quali ritorna in Collegiata passando per via Umberto I.
Il SS. Crocifisso in processione per le strade di Monreale (Pa).

La processione parte alle ore 18.00 del 3 maggio e termina alle ore 2.00 circa del giorno successivo. Durante la stessa, momenti commoventi sono, il bacio dei bambini dato al simulacro in tutte le soste, e lo sfiorare coi fazzoletti e con i fiori l'effige del SS. Crocifisso. Durante questa festa non si possono distinguere luoghi particolarmente interessati da questa cerimonia, poiché tutto il paese di Monreale è in festa, ed è per gran parte del paese che il Crocifisso passa durante la processione. Una folla, di circa 3.000 persone, annualmente segue il simulacro in processione, fedeli, che sin dalle prime luci dell'alba si preparano al solenne ed atteso "viaggio". Momento di grande attrazione, misto di fede e folklore è l'arrivo allo "Spasimo"; dopo la difficile "scinnuta", il Crocifisso, posto al centro della piazza con il volto proteso verso la Conca d'Oro, estende la sua benedizione al territorio sottostante, un tempo rigoglioso di campagne e di vita, per numerose famiglie. I giochi pirotecnici nella piazza completano un momento di grande festa ed esultanza verso la venerata immagine. 

Fonte:

martedì 6 maggio 2014

La vostra assicurazione moto online… per girare la Sicilia su due ruote!

6 maggio 2014.

L’estate è sempre più vicina e finalmente i motociclisti possono tornare a far rombare il motore. Questo momento di gioia può coincidere anche con il rinnovo della propria assicurazione moto: perché non provare a risparmiare con un comparatore online? Una buona soluzione è Chiarezza.it, il portale che permette di confrontare i preventivi di diverse compagnie, compilando gratuitamente un modulo online.
Una volta risolte le questioni burocratiche, bisogna iniziare a programmare il viaggio: la Sicilia è una terra splendida da scoprire ed esplorare su due ruote, con bellezza naturali senza pari e una cultura che affonda le radici in un lontano e ricco passato. Innanzitutto è bene scegliere la zona e l’itinerario che preferite percorrere, a seconda delle attrazioni da visitare e delle più belle strade da percorre.

Potreste optare per la strada che collega Catania ad Agrigento, muovendovi dalla Costa Ionica, con le sue straordinarie bellezze, fino alla suggestiva e antica Valle dei Templi.

Se preferite la Costa Occidentale, potrete guidare da Trapani a Marsala, con l’opportunità di vedere le incredibili saline e i mulini a vento che caratterizzano la zona.

Se siete dei buongustai, oltre che dei centauri, la cultura enogastronomica siciliana offre quanto di meglio si può desiderare: prodotti tipici, sani, gustosi, che sanno di sole e natura incontaminata, oltre a vini deliziosi e dolciumi indimenticabili.

Seguendo la strada del vino, potrete arrivare a Marsala, la città che dà il nome al celebre vino liquoroso. A Modica, invece, non perdete l’occasione di scendere dalla moto per entrare in una pasticceria e gustare il famoso cioccolato, fatto con fave di cacao al naturale e per questo dalla tipica consistenza granulosa e dal profumo inebriante.

E quando alla sera sarete stanchi e soddisfatti del vostro itinerario, fermatevi in uno degli accoglienti hotel, agriturismi e B&B siciliani: molte di queste strutture sono bikers hotel, ovvero fatte apposta per accogliere i motociclisti, con garage attrezzati per la cura della vostra moto.


Per contatti:

Relazioni Esterne Chiarezza.it
tel. 02 36539200

lunedì 5 maggio 2014

AL VIA CON LA CONFERENZA STAMPA DI DOMANI, I GIOCHI PER LA TAPPA CATANESE DEL I° “MASTER FOODIE 2014 - SICILIA”. AL MINA’, ALLA VECCHIA DOGANA, LA SFIDA TRA CINQUE FOOD BLOGGERS.


5 maggio 2014.

Sarà presentata alle 11.30 di domani, martedì 6 maggio, alla Vecchia Dogana, la seconda tappa della prima edizione di “Master Foodie – Sicilia”, cooking show rivolto ai food bloggers siciliani, esperti in preparazioni culinarie di alto livello.

L’evento si svolgerà alle 20.30 di lunedì 12 maggio al Ristorante Minà, in via Dusmet 2 a Catania, con una serata glamour ma soprattutto di qualità che riconfermerà il parterre palermitano, accrescendolo di valore grazie alla presenza di rappresentanti etnei delle diverse organizzazioni coinvolte.

Una manifestazione, “Master Foodie”, la cui caratteristica, oltre quella di dare il giusto merito e risalto a questi speciali “internauti” amanti della buona cucina, è quello di toccare tutte le province siciliane, per parlare e proporre la cultura del cibo rigorosamente siciliano attraverso una formula collaudata e ricercata.

Come in ognuna delle location scelte per l’occasione, le 5 food bloggers che si sfideranno il 12 maggio (Alessandra Adorno, Elena Benfante, Terry Caruana, Francesca Merlino e Pinella Scafile) coadiuvate dai cuochi del ristorante, prepareranno ognuna il loro piatto (insieme realizzeranno un intero menù, dall'antipasto al dolce) per la giuria critica, composta da elementi scelti tra giornalisti enogastronomici, sommelier, critici del settore, così come per quella tecnica, della quale faranno parte chef, ristoratori e rappresentanti di specifiche associazioni di categoria. I loro voti, sommati a quelli della giuria popolare, composta da quanti acquisteranno il ticket per “partecipare alla serata, gustare e dare il proprio parere”, decreteranno il “Master Foodie” locale. Un’occasione importante, anche per quanti non fanno parte di questo mondo, per vivere un momento volto a promuovere e valorizzare la cucina siciliana. Per saperne di più...

Fonte:


mercoledì 30 aprile 2014

Il libro "Condannato senza possibilità d'appello." di Francesco Toscano, edito da photocity.it, in vendita al prezzo di € 8,50.




30 aprile 2014.
Egregio lettore, gentile lettrice del blog, buongiorno! 
E' per me un immenso piacere comunicarvi che da oggi, mercoledì 30 aprile 2014, è possibile acquistare la versione cartacea del libro "Condannato senza possibilità d'appello." di Francesco Toscano, edito dalla casa editrice photocity.it, al prezzo di € 8,50, cioè scontato del 15% rispetto al prezzo di copertina originario che era stato fissato dall'autore a 10,00 €. Chiunque di voi fosse interessato all'acquisto dell'opera può farlo presso il portale della suddetta casa editrice cliccando al seguente url:

Sinossi:
Le concezioni primitive intorno all'anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o di animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile. 
Seguendo tale logica della dottrina della metempsicosi, un anima, condannata a reincarnarsi altre tre volte sulla Terra nei successivi duecento anni, poiché resasi responsabile di un triplice omicidio avvenuto a Palermo nel mese di febbraio del 1893, dopo aver collezionato due insuccessi nelle tre vite vissute in seguito alla sentenza di condanna, regredirà ad anima capace di reincarnarsi solo nel regno animale e vegetale? Oppure ascenderà ad uno stadio più elevato dell’esistenza e/o dell’essere? 
In un intrigante ed avvincente corsa verso la redenzione eterna, l’anima reincarnatasi nei corpi di Domenico CALANDREI, pluriomicida, di Turiddu SCARPINATO, manovale ubriacone, di Paolo GOVERNALE, carbonaro deceduto durante i moti rivoluzionari avvenuti a Palermo nel 1820, e in altri corpi, riuscirà, benché pesantemente penalizzata per i delitti commessi, a trascendere la via materiale e a ricongiungersi con quel Dio Creatore dell’Universo tanto agognato? Oppure no? 

sabato 26 aprile 2014

Festa del SS. Crocifisso di Monreale anno 2014 ed il Seminario "CONFRATERNITE RISORSE DI LEGALITÀ PER IL TERRITORIO".

26 aprile 2014.

Monreale (Pa). 

Dal 1 maggio al 3 maggio p.v., si celebreranno per le vie del centro normanno, così come avviene ogni anno dal 1626, i festeggiamenti in onore del SS. CrocifissoPer la verità il programma dei festeggiamenti religiosi ha avuto inizio il 24 aprile c.m. con il Novenario al SS. Crocifisso. Giovedì 1 maggio poi, alle ore 10.00, presso l'Aula Consiliare di Monreale, si svolgerà il Seminario "CONFRATERNITE RISORSE DI LEGALITA' PER IL TERRITORIO " (Vds. locandina a sinistra). 
Interverranno per l'occasione Mons. Michele PENNISI, Arcivescovo di Monreale, Avv. Filippo DI MATTEO, Sindaco di Monreale, il Sig. Valentino MIRTO, Presidente Confraternita SS. Crocifisso, ed altre personalità civili. Giorno 3 maggio, in mattinata, e precisamente alle ore 11.00, presso la chiesa della Collegiata, sarà celebrato, da monsignor Michele Pennisi, il solenne pontificale. Nel primo pomeriggio, e precisamente alle 14.00, altro momento di grande suggestione, che richiama centinaia di fedeli, è quello della tradizionale discesa a spalla del fercolo, che verrà posizionato sulla "vara" davanti il pannello di maiolica retrostante la chiesa della Collegiata. Tutto questo in attesa della processione vera e propria, che inizierà, alle 18.00. Poco prima del suono della campanella, che da' avvio al corteo, le autorità civili si recheranno a Palazzo Arcivescovile per "scortare" il vescovo, fino alla confluenza fra via Umberto I e via Antonio Veneziano, dove le stesse autorità si aggregheranno alla processione. Il primo tratto è quello forse più suggestivo, all'interno de quartiere del "Pozzillo", uno dei primi insediamenti urbanistici di Monreale. Il tratto si conclude con quella che i monrealesi chiamano "a nisciuta ru ferru", dove è necessaria una particolare ed accorta manovra per consentire al simulacro di venire fuori dalle viuzze strettissime. La manovra, per la sua particolare difficoltà, si conclude con uno scrosciante applauso. Da via Antonio Veneziano, quindi, si arriva fino a piazza Canale. Da lì il Crocifisso salirà per via Pietro Novelli alta, fino all'abbeveratoio. Prima, però, all'altezza di via Terrasi, le autorità abbandonano il corteo. Dopo "l'abbiviraturi" è la volta della ripida discesa di via Garibaldi, meglio conosciuta a Monreale come "a scinnuta ru Signuri", fino a piazza Spasimo. A quel punto la processione tornerà verso piazza Vittorio Emanuele, attraverso via Venero, Corso Pietro Novelli e via Roma. Sotto il palazzo di città, a tarda sera, è in programma il tradizionale omaggio del Comune con l'inchino degli stendardi che rappresentano la cittadinanza. L'ultimo tratto della processione, quando ormai sarà notte fonda, toccherà via Benedetto D'Acquisto e via Palermo, aspettando il tradizionale gioco pirotecnico conclusivo, annunciato, come sempre, da uno squillo di tromba. Quindi, il rientro in Collegiata e per i "fratelli" il meritato riposo. 

11 maggio 2014 a Marsala (TP): 154° anniversario dello sbarco dei Mille. Il programma delle Manifestazioni Garibaldine.


26 aprile 2014.

Marsala, città dei Mille, rievoca ogni anno lo sbarco di Garibaldi con manifestazioni che si protraggono per un intero week end, a volte per una settimana. Giornata clou l'11 maggio in cui si ricorda in maniera solenne anche il bombardamento anglo-americano del 1943 per il quale la città fu insignita di medaglia d'oro al valore civile. Le manifestazioni garibaldine comprendono convegni, forum su temi del Risorgimento, visite guidate e degustazioni di prodotti eno-gastronomici.

A Marsala, in provincia di Trapani, l'11 maggio 2014 si snoderanno per le vie del centro delle Manifestazioni Garibaldine in occasione del 154° anniversario dello sbarco dei Mille, avvenuto, per l'appunto, l'11 maggio 1860. Intera giornata dedicata alla rievocazione storica con la partecipazione di Sebastiano Somma. Di seguito il programma delle Manifestazioni Garibaldine:


Ore 10.30 - Porto di Marsala
Lo Sbarco
Drammatizzazione con scontro a fuoco tra garibaldini e borbonici

Ore 11.00 - 
Grande Corte Storico
dal porto per le vie del centro con Garibaldi, borbonici, notabili e popolani marsalesi del 1861

Ore 12.00 - Piazza della Repubblica
Arrivo del Corte Storico ed Esibizione di sparo del gruppo storico

dalle ore 16.00 alle ore 20.00

Palazzo Fici - Via XI Maggio
Insediamento Borbonico con musiche e danze

Complesso Monumentale San Pietro
"Rievocazione Storica dell'accampamento Garibaldino con musiche e danze popolari

Ore 18.00 - Teatro Comunale Sollima
Conferimento del premio "Anita Garibaldi" e a seguire lo spettacolo Storico rievocativo Lo Sbarco dei Mille 11 Maggio 1860


Fonte:

venerdì 25 aprile 2014

Parapendio: open day al Mottarone (Verbania) e Palazzago (Bergamo).

(Fonte: http://www.gustavovitali.it/immagini/comdown/mottarone-vlb-2014/doppio-2.jpg)
25 aprile 2014.

Due giornate di avvicinamento al volo libero tra gli appuntamenti del mese di maggio, dedicate a tutti i curiosi che vogliono sapere che cosa è e come vola un parapendio. Il primo open day è organizzato dalla scuola North West Paragliding di Baveno (Verbania) per domenica 4 maggio al Mottarone, monte alto 1500 metri sopra Stresa (Verbania), con vista panoramica su ben sette laghi, in particolare il Maggiore con le isole Borromee e quello d'Orta. Il luogo è facilmente raggiungibile in auto dalla parte di Stresa e Ginese, con transito a pagamento, oppure dalla parte di Omegna. Consigliabile la funivia da Stresa per godersi l'affascinante panorama. Il programma prevede il ritrovo presso il bar Alp situato di fronte alla pista sintetica di sci dove, con l'aiuto di materiale multimediale, lo staff della scuola provvederà dapprima a sgomberare il campo da ogni luogo comune. Si passerà poi a spiegare funzionamento, caratteristiche e funzionalità dei parapendio, mezzi senza motore, che sfruttano le correnti d'aria ascensionali provocate dall'irraggiamento solare del suolo per reggersi in aria, salire in quota e percorrere molti chilometri. Dopo la pausa pranzo, sotto la supervisione di piloti esperti, i partecipanti potranno visionare le attrezzature su un prato, effettuare prove pratiche di "gonfiaggio" delle vele e porre tutte le domande del caso. La giornata è gratuita e tra tutti i partecipanti sarà estratto un volo biposto con istruttore da sfruttare subito od in altra data. In caso di brutto tempo l'open day si terrà al palazzetto del ghiaccio di Colazza (Novara). Un raduno di piloti di parapendio e deltaplano è organizzato per domenica 25 maggio dal Volo Libero Bergamo presso l'atterraggio ufficiale dell'associazione a Palazzago (Bergamo). L'iniziativa si propone, non solo come giornata di voli spensierati per piloti esperti, ma anche come giornata di introduzione al volo libero per tutti coloro che ne vogliono sapere di più. Gli organizzatori cercheranno di soddisfare domande e curiosità di chi non ha mai sperimentato il fascino del volo sulle ali del vento. Sarà possibile contattare gli istruttori per farsi spiegare in cosa consiste un corso di parapendio o un semplice volo in biposto con loro. Per i piloti esperti ecco una prova di abilità in atterraggio ed un contest fotografico. La prima consiste nel centrare un bersaglio posto sul prato, mentre l'altra nel ritrarre dal proprio parapendio o deltaplano altri mezzi in volo. Una giuria deciderà la foto da stampare su legno con una tecnica particolare. La giornata, all'insegna della festa, è dedicata, non solo ai piloti, ma anche a famiglie, bambini soprattutto, per i quali è prevista un'apposita area di animazione con attività legate all'argomento "Aria": coloriamo il cielo, bolle di sapone giganti, la torre, il paracadute ed altri giochi come "attenti al dado", caccia al tesoro, shangai e domino giganti. Il tutto mentre decine di vele colorate volteggeranno sopra le creste della Roncola e del monte Linzone in ricordo del pilota Fulvio Scalvenzi al quale è intitolata la festa.

Fonte:

Gustavo Vitali

Ufficio Stampa FIVL (ASC - CONI) - il volo in deltaplano e parapendio
http://www.fivl.it - 335 5852431 - skype: gustavo.vitali
vitali.stampa (AT) fivl.it

Foto

per informazioni sull'OPEN DAY AL MOTTARONE contattare
Andrea Sgaria - 328 5463286- info (AT) northwestparagliding.it

per informazioni sul RADUNO DI PALAZZAGO contattare
Cristiano Cattaneo - 338 8580326 - ilceiz (AT) insicuri.net
Evento in facebook:

Tutti i comunicati stampa FIVL all'indirizzo:
http://www.fivl.it/

Caltagirone (CT) - "La Scala Infiorata 2014".

L'iniziativa che, promossa dall'Amministrazione comunale, vede la la monumentale Scala di Santa Maria del Monte (142 gradini decorati con mattonelle in maiolica) teatro di uno spettacolo unico, con circa duemila fra piante e fiori dalle varie sfumature di colore a comporre un disegno ogni anno diverso. 

Caltagirone (CT). Dal 25 aprile al 31 maggio 2014 "La Scala Infiorata. Migliaia di vasi con piante e fiori dalle diverse sfumature di colore, formano un unico grandioso disegno sui 142 gradini della scala di Santa Maria del Monte, ornati con maioliche. Uno spettacolo unico nel suo genere insieme alla famosa Scala Illuminata di luglio e agosto. La durata di un mese consente a turisti e visitatori di programmare la loro venuta per ammirare la grandiosità della Scala tra ceramiche, fiori e colori di primavera. 

Fonte:


40° edizione della Sagra della ricotta e del formaggio di Vizzini (CT).

25 aprile 2014.

Vizzini (CT). In programma dal 25 al 26 aprile la 40° edizione della "Sagra della ricotta e del formaggio" di Vizzini, in provincia di Catania, la città natia del famoso scrittore Giovanni Verga. Queste specialità locali hanno fatto guadagnare a Vizzini il titolo di patria della ricotta e dei formaggi e non tarderete ad assaggiarne il motivo. Alla festa troverete tantissimi stand allestiti tra le vie del borgo, che esporranno anche altri gustosi prodotti, da poter degustare con un buon calice di vino.

Fonte:

mercoledì 23 aprile 2014

Gangi eletto Borgo più bello d’Italia.

Ganci, comune in provincia di Palermo.
23/04/2014. Gangi si aggiudica il prestigioso titolo di Borgo più bello d’Italia. Il comune madonita della provincia di Palermo, è risultato infatti vincitore del concorso “Il borgo dei borghi” della trasmissione televisiva di Rai Tre "Alle falde del Kilimangiaro", e che ha visto la partecipazione di altri 19 comuni d’Italia. Gangi è stato l’unico comune siciliano a far parte del concorso.

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La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."

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La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.