Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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lunedì 3 giugno 2024

Praxis edizioni presenta “Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” di Ivan Cavallari.

 


La prestigiosa casa editrice Praxis Edizioni è lieta di annunciare la pubblicazione della nuova opera letteraria di Ivan Cavallari.

“Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” è un’affascinante fiction letteraria in dodici atti, che arricchisce ulteriormente il panorama della letteratura contemporanea.

 

Non è solo una storia da leggere, ma un'esperienza da vivere, un viaggio attraverso le emozioni che solo la grande letteratura può offrire.

L’autore intreccia in modo sublime elementi di realtà e fantasia, trasportando il lettore in un mondo dove la vita e l’arte si fondono in un racconto unico ed emozionante.

 

"Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario" rappresenta una lettura imperdibile per chi desidera immergersi in un racconto avvincente e ricco di significato, con un finale “A sipario chiuso” da non perdere!

 

Sinossi del libro

 

L’autore con quest’Opera intende rappresentare le complessità del passato, del presente e del futuro.
Prendono corpo storie imprevedibili, racchiuse nella nebulosità dei sogni e dei fantasmi del passato.


Lucignolo sotto mentite spoglie Gaspare della Mora è il protagonista di questa fiction letteraria in cui l’autore, lungo dodici scene, conduce i lettori attraverso un viaggio immaginario.
Non mancano intricati colpi di scena, come l’improvviso cambio di nome in Federico del protagonista, lutti inattesi, amori velati e trasgressioni.
Arricchisce l’opera, inoltre, un originale post-scriptum sotto forma di omaggio all’amicizia del personaggio chiave.

 


Ivan Cavallari, biografia

 

Ivan cavallari, bolzanino classe 1964, dopo una lunga carriera di ballerino professionista e coreografo, oggi riveste il prestigioso ruolo di Direttore artistico del “Les Grands Ballet Canadien” a Montreal.
Da qualche tempo si dedica con passione anche alla nobile arte della scrittura.

La fiction letteraria “Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” di Iva Cavallari, edito da Prixas Edizioni, è disponibile su

Praxis Edizioni Verlag, dal 1980, si dedica con passione alla promozione della cultura, convinta che essa debba essere accessibile a tutti.
Specializzata nella pubblicazione di libri e nell'editing, la casa editrice si impegna a offrire opere di qualità che arricchiscano il panorama letterario.

La strategia di comunicazione della casa editrice è affidata a Sara Servizi Editoriali.

 

 

Sara Servizi Editoriali

Addetta Stampa - Promozione

Web: https://www.saraservizieditoriali.it/

Contatto: info@saraservizieditoriali.it

 

 

 

venerdì 31 maggio 2024

“Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” - "Che cosa scrivo adesso?" - Di Francesco Toscano. Due.

 

La spiaggia di Romagnolo, Palermo


Due.

 

La via Messina Marine è da sempre stata una arteria stradale di assoluta importanza strategica e di collegamento fra il centro storico di Palermo e taluni Comuni della omonima provincia. Fra di loro ve ne sono alcuni che, posti a sud-est del territorio del capoluogo, spiccano per la loro grandezza e importanza storica: ricordo, in particolare, i Comuni di Villabate, sede di un rinomato mercato ortofrutticolo, e di Ficarazzi, nome di origine araba (Fakarazz è per l’appunto il nome arabo di Ficarazzi, dal significato di «eccellente»), posto presso la foce del fiume Eleuterio, solo per citarne alcuni. Perennemente congestionata dal traffico veicolare, specialmente nelle ore di punta, la Via Messina Marine consente, fra l’altro, ai mezzi pesanti, del collaudato trasporto su gomma, che sbarcano al Porto di Palermo nelle prime ore del giorno, provenienti dal Continente, di dirigersi sia presso la zona industriale Brancaccio, che in direzione dell’Autostrada Palermo – Messina – Catania, la meglio nota A20/E90. Varcata la via Ponte di Mare, strada in cui insiste un ponte cittadino poco conosciuto che scavalca il fiume Oreto, nel punto in cui finisce il percorso fluviale sfociando nel mar Tirreno, superati lo Stand Florio o “Locanda del tiro a piccione”, il solarium “Vittorio Emanuele III”, oltre che l’odierno Ospedale Buccheri – La Ferla, inizia quel tratto di arenile in cui i panormiti dell’Ottocento, inizio Novecento, usufruivano di uno dei tanti varchi al mare e del tanto decantato e agognato stabilimento balneare pubblico denominato “Bagni della salute”[1]; esso, mi hanno sempre raccontato, era ubicato in seno alla contrada che nel 1928 era denominata dai palermitani lo “Sperone”, denominazione che non è mai cambiata nel corso di tutti questi anni; poco prima di raggiungere detto stabilimento balneare, sorgevano, sino alla fine degli anni Settanta - inizio anni Ottanta del secolo scorso, gli stabilimenti balneari pubblici denominati Bagni TRIESTE-VIRZI e DELIZIA-PETRUCCI. Da bambino ricordo che mio padre mi portava spesso in spiaggia, presso uno dei due stabilimenti balneari il cui varco di accesso principale era prospiciente la via G. ALAGNA, arteria stradale in cui risiedevo e giocavo da bambino. Il mare blu cobalto che si poteva ammirare all’epoca e la presenza di tanti molluschi e pesci che abboccavano a ridosso del bagnasciuga (mio padre, ricordo, era solito utilizzare un rezzaglio da pesca per l’occasione), era sinonimo della pulizia e della salubrità delle acque (poi inquinatesi in seguito ai continui sversamenti delle acque reflue, delle acque nere, provenienti dagli insediamenti abitativi e dai grossi casamenti in cemento armato edificati nei quartieri Romagnolo e Sperone, oltre che dalla presenza del collettore/oleodotto per lo sversamento/instradamento degli idrocarburi, già depositati all’interno delle stive delle petroliere di media stazza che, dopo aver gettato l’ancora in mare, si agganciano ad esso per liberarsi del loro prezioso liquido: questo, successivamente, sarà poi stoccato nel vicino deposito per idrocarburi dell’AGIP). Nei pressi dell’attuale albergo Villa D’Amato, ricordo, era ubicata la scuola dell’infanzia da me frequentata; di quel periodo della mia vita ho ancora oggi un vivido ricordo: in particolare, mi sovviene in mente l’odore che esalava da quel paniere in vimini che mamma mi consegnava la mattina perché io potessi consumare le merende in esso contenute.

Negli anni Ottanta del secolo scorso, purtroppo, questo tratto viario di assoluta importanza per Palermo passò alla ribalta della cronaca nera dell’epoca per l’omicidio, di stampo mafioso, dei signori PERLONGO e FIORELLINO, detto “ù ciuriddu” e di altri personaggi di cui, al momento, non ho memoria.

Il primo venne assassinato all’interno dell’area di servizio di un distributore di carburanti, uno dei tanti presenti a ridosso di detta via; l’altro, più anziano di PERLONGO, mentre era seduto su una sedia a sdraio, la cosiddetta “durmusa”, che questi aveva aperto, per la sua siesta pomeridiana, nei pressi della scalinata della Chiesa San Giovanni Bosco e poco distante dai Bagni DELIZIA - PETRUCCI. 

Del primo e del secondo assassinio di mafia ne venni a conoscenza per averlo appreso de relato; del secondo omicidio di stampo mafioso in danno della persona agnominata “ù ciuriddu”, che avvenne quando io ero poco più che un ragazzo, ricordo che ne rimasi più impressionato, sia per le modalità di azione del gruppo criminale che fece fuoco sul quel povero corpo martoriato, sia per la particolare scelta del commando di fuoco di porre fine alla vita di quell’uomo nel luogo in cui questi spesso si recava per giocare a carte con altri suoi coetanei. Poi, ne rimasi impresso perché quel luogo in cui si consumò quell’efferato delitto era ubicato nei pressi del litorale da me frequentato sin da bambino, unitamente ai miei genitori e fratelli, ove giocavo, ridevo, scherzavo, ero felice. Quel medesimo luogo, purtroppo, oggi l’inquinamento cittadino lo ha reso impraticabile alla balneazione. All’epoca dei fatti, come tutti i bambini del quartiere, del resto, io apprendevo degli omicidi di stampo mafioso che man mano si consumavano a Palermo solo quando facevo rientro a casa, per pranzare o per cenare con gli altri componenti il mio nucleo familiare. A tavola, spesso, si esordiva dicendo:

 - “...ù sai a cu ammazzaru steinnata?

- “A cu?”; di seguito venivano raccontati, dai familiari che ne avevano avuto contezza, gli orrori che Cosa Nostra aveva commesso quel giorno a Palermo, con dovizia di particolari, non sdegnando di raccontare ai commensali circa le modalità dell’azione criminosa compiuta dal commando di fuoco, oltre che dei particolari legami parentali di questo o di quell’uomo ucciso con dei soggetti che alcuni di noi, per svariati motivi, avevano conosciuto o frequentato.

sabato 18 maggio 2024

"Che cosa scrivo adesso?"

 

 

 

 




 

“Che cosa scrivo adesso?”

Di Francesco Toscano


 

Premessa.

 

“Che cosa scrivo adesso?”

È l’idea, ovvero la domanda, che più spesso mi è balenata in testa in quest’ultimo periodo di tempo, ma alla quale non sono stato in grado di dare una risposta esaustiva. Eppure, così come mi ha detto qualcuno in passato, la fantasia non mi manca e non mi è mai mancata. Ma adesso non è un problema di fantasia: è un problema di stress psico-fisico! Per quello, ahimè, non ho, al momento, un rimedio efficace.

Ma, bando alle ciance, vorrei oggi raccontarvi una storia, una vicenda contraddistinta da mille e più sfaccettature, che ho da sempre sperato e sognato di scrivere.

È la storia di taluni ragazzi cresciuti nel quartiere Brancaccio di Palermo, proprio come me.

Un quartiere, quello di Brancaccio, posto a sud-est del capoluogo siciliano; uno tra i più popolosi e popolari, fra l’altro, della mia città natia che è passato alla ribalta della cronaca nera per omicidi di mafia efferati.

Negli anni Settanta del secolo scorso, quando ero un bambino, gran parte del quartiere era ricco di appezzamenti di terreno coltivati ad ortaggi: per lo più cavolfiori e asparagi, finocchi e patate e, talvolta, anche piantumato con qualche vitigno autoctono e qualche agrumeto.

Via Giacomo ALAGNA, l’arteria stradale dove sono cresciuto, giocando per strada con altri miei coetanei, era ricca di appezzamenti di terreno coltivati in tal guisa; vi era, ricordo, anche una fabbrica, dismessa ormai da anni, sorta ai primi del Novecento, per la distillazione dell’olio di colza: opificio industriale che i vecchi chiamavano “a fabbrica ò nuzzo (o nuozzo)”.

All’epoca dei fatti, così come lo è oggi, detta via era delimitata a nord dalla via Messina Marine, mentre a sud dalla via S. 35, oggi via Padre Giuseppe PUGLISI, il prete cattolico ucciso dalla mafia negli anni Ottanta del secolo scorso, il cui appartamento, oggi adibito a casa museo, era posto a breve distanza da quell’ampio stradone; a ridosso di questa strada, su cui oggi sfreccia “Genio”, il tram della linea 1 dell’AMAT, sorgeva e sorge la scuola elementare Nazario Sauro: il circolo didattico da me frequentato da bambino; essa, poi, era ed è intersecata a sinistra, per qui guarda in direzione del mare, dalla via CARLOTTO e dalla via PIGAFETTA; mentre a destra dalla via Gino FUNAIOLI.

Ma questa non è la storia delle strade di Palermo o di Palermo, o della toponomastica che contraddistingue il quartiere Brancaccio, così come non lo è di Brancaccio in senso stretto e della delinquenza diffusa che lì prosperava e prospera: è la storia di alcuni bambini, divenuti poi dei ragazzi, ormai degli uomini adulti, con figli e nipoti al seguito, che lottarono e continuano a lottare per non cadere nelle maglie dell’illegalità diffusa del quartiere; questa zona geografica di Palermo, che nell’Ottantadue del Novecento registrò decine e decine di morti ammazzati per mano di vili mafiosi che si definivano e tutt’ora si definiscono “uomini d’onore”, ma il cui comportamento delinquenziale, pur tuttavia, di “onorevole” ha ben poco, è il proscenio in cui è ambientato questo mio nuovo racconto.

Ci ho riflettuto parecchio, negli ultimi tempi, e penso che tra i personaggi di cui parlerò non può non mancare F.M., alias “Marco”, scomparso a seguito di un tragico incidente stradale lo scorso anno e che io da bambino ammiravo per la sua tenacia e caparbietà.

Poi, a seguire, parlerò di S.V., alias “Enzo”, anch’egli scomparso qualche anno fa per un carcinoma che lo ha consumato come una candela su cui ardeva una fiamma splendente, a volte abbacinante, uno dei bambini che come me frequentavano la scuola elementare Nazario Sauro.

In seguito racconterò della vicenda umana di V.V., alias “Totò”, che, dopo tanti anni di sacrifici, è riuscito ad affermarsi nel campo dell’infermieristica ed oggi esercita la sua ordinaria attività lavorativa presso un nosocomio cittadino.

Parlerò di tanti altri abitanti del quartiere, che ho avuto modo di incontrare negli ultimi tempi, un’umanità multi variegata, che lavora, paga le tasse e cerca di affrancarsi, sempre di più da quello stereotipo che contraddistingue il cittadino residente nel quartiere che è tristemente legato, a doppia mandata, alla storia degli ultimi quarant’anni di Palermo.

 

Francesco Toscano


 

 

Uno.

 

Marco era davvero un bel bambino; all’età di quindici anni, ricordo, era il più alto fra tutti gli altri suoi coetanei, giacché sfiorava il metro e ottanta centimetri di altezza. Di lui ho un vivido ricordo: era tenace, caparbio, estroverso, giocoso, pieno di vita, solare. Ma la vita, purtroppo, dopo avergli voltato le spalle in maniera beffarda, lo avrebbe abbandonato definitivamente sulla soglia dei Sessant’anni, in seguito ad un tragico incidente stradale sulla circonvallazione di Palermo, nei pressi del quartiere Bonagia. Ma questo Marco non lo sapeva allora. Perché lo avrebbe dovuto sapere? Chi mai glielo avrebbe potuto riferire che la sua vita sarebbe terminata tragicamente, quando ancora era un adolescente allegro e pieno di vita? Un giorno, ricordo, egli decise, sulla scia del fenomeno “Mundialito[1], che era andato in onda in Tv a quel tempo, di organizzare un torneo di calcio per i bambini che abitavano a ridosso dell’intersezione viaria esistente tra la via G. Alagna e la via G. Funaioli. A quel tempo, all’incrocio tra via G. Alagna con la via G. Funaioli era presente un pezzo di strada, asfaltata dal Municipio, che terminava su di un appezzamento di terreno, coltivato ad ortaggi, penso che fossero dei cavolfiori, di proprietà di un tale a nome V., alias vassallus, oggi deceduto, che, bontà sua, era solito bucare i palloni in cuoio utilizzati dai bambini che abitavano a breve distanza da quell’appezzamento di terreno e che cercavano, in barba a tutti, di sfidarsi nelle varie partite di un torneo di calcio che sarebbe stato da loro giocato su di quella angusta arteria stradale, da poco resa fruibile dall’asfalto nero di catrame ivi posatovi, bruciata dal sole d’estate di un torrido anno 1981; la sorte, ahinoi, aveva voluto che arrivassero all’interno dell’appezzamento di terreno, chiuso e delimitato da lamiera zincata, coltivato dal vassallus e che questi amorevolmente zappava con tanta fatica, i nostri numerosi palloni, inizialmente dei “Super Santos” e, infine, alcuni in cuoio con camera d’aria. Ma all’epoca dei fatti né io, né gli altri bambini eravamo in grado di capire perché l’ira si impossessava della mente di quell’uomo ogni qualvolta una palla cadeva all’interno del suo appezzamento di terreno. L’unica cosa che capivamo era che un vecchio, a nostro parere stolido, era solito tagliarci la palla da gioco che con tanti sacrifici i nostri genitori avevano comperato affinché noi ci potessimo divertire. Fischietto in bocca, Marco dirigeva tutti gli incontri di calcio, che sarebbero poi stati combattuti da noi bambini come dei provetti campioni, poi vinti, ricordo il più delle volte, dai nostri spietati avversari, dei bambini abitanti a qualche chilometro di distanza da quella via, che, più di noi, erano davvero bravi a giocare a calcio. Fra tutti, io, ero il più piccolo. Un mio cugino, mio omonimo e che oggi vive al Nord Italia, decise per me che io dovessi difendere la nostra porta, i cui pali, inesistenti, erano fatti dalla prima cosa raccolta per strada che potesse rimanere al suolo e non volar via con la prima folata di vento. Il torneo del nostro “Mundialito”, per ovvi motivi, durò ben poco. Non eravamo in grado di acquistare un pallone al giorno; nessuno di noi lavorava, né i nostri genitori, per lo più operai, erano disposti a spendere i loro averi per acquistare dei palloni di calcio che, in poco tempo, qualcuno avrebbe distrutto e a cui non gli si poteva dire nulla, se non “mi scusi, ma i bambini dove devono giocare?”. A tale domanda, seppure legittima, non seguì mai alcuna risposta da parte dell’anziano contadino che, stanco di dover contrastare con un nugolo di marmocchi e con i loro familiari, si era, a suo dire, “sfastidiatu” per così tanta tracotanza da parte di quei giovani genitori che, invece di tenersi a casa i figli, prediligevano che quei marmocchi giocassero per strada con quei orribili palloni di cuoio, pesanti, che colpendo i suoi ortaggi, frutto di sacrifici e sudore, li distruggeva in maniera definitiva. I bambini, pur tuttavia, non curanti di quanto fosse accaduto loro, qualche giorno dopo ripresero a giocare quelle partite di calcio che avevano lasciato in sospeso. Il torneo, a cui seguirono dei festeggiamenti con tanto di medaglie per i partecipanti e coppa per la squadra vincitrice, si concluse a ridosso del giorno di Natale dell’Ottantuno. Marco ci teneva a che il torneo arrivasse alla fine, non perché si volesse mettere in mostra come arbitro ai nostri occhi da bambini viziati e spensierati, ma perché, in cuor suo, desiderava di poterci dare un futuro diverso e tenerci lontani da quei giovanotti che, come se fossero delle nuove maghe Circe pronti ad ammaliare, attiravano gli adolescenti del quartiere verso il mondo della droga e dello spaccio di eroina. Era il suo primo torneo da arbitro ufficiale. Qualche anno dopo, ricordo, egli mi disse che si era iscritto alla delegazione cittadina della federazione italiana giuoco calcio; era orgoglioso di quanto stava per accadergli. Mi disse che così avrebbe potuto arbitrare delle partite di calcio che contavano per davvero, benché si fossero disputate in quei campi di periferia in cui, purtroppo, i genitori litigano tra loro e con il mister pensando che il figlio, ai loro occhi già campione provetto, non merita di starsene in panchina. Di quei giorni in cui, madido di sudore, mi ritiravo a casa stremato per aver dato tutto me stesso in quel campo di calcio provvisorio, fatto di sangue e catrame, per via dei numerosi incidenti di giuoco, ho un vivido ricordo. Me ne ero dimenticato in tutti questi anni. È bastato leggere su internet della tragedia che ha colpito il mio amico d’infanzia e la sua famiglia che tutto, come se di colpo avessi riavvolto il nastro della mia memoria, racchiuso all’interno di un cofanetto di metallo, così come quei vecchi film in otto millimetri, mi si è palesato davanti gli occhi come se fossi stato nuovamente proiettato in quella realtà dell’essere, attraverso un cunicolo gravitazionale.

to be continued...



[1] La Copa de Oro, o “Mundialito” come è passato alla storia, è un torneo calcistico inventato in Uruguay per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo mondiale di calcio. L’idea era di far partecipare in un mini campionato tra dicembre 1980 e i primi giorni del 1981 le sei nazioni che fino a quel momento di erano aggiudicate almeno un’edizione della Coppa del Mondo, con l’Olanda, finalista delle ultime due manifestazioni, a sostituire l’Inghilterra rinunciataria. Ma alle spalle del Mundialito apparvero interessi forti, i diritti televisivi e quelli di immagine che, almeno in Italia, provocarono addirittura una guerra tra la Rai e la neonata emittente privata Canale 5, di proprietà di un giovane e rampante imprenditore, Silvio Berlusconi.

sabato 6 aprile 2024

Alla scoperta del Parco Archeologico di Segesta (Tp).

 

Segesta, Sicili, Temple of Hera, West Greek Architecture [Creative Commons  CC BY-SA 3.0 DEED Attribution-ShareAlike 3.0 Unported]


Segesta fu un'antica città elima situata nella parte nord-occidentale della Sicilia.

La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta, nel libero consorzio comunale di Trapani, a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. 

Custodisce, all'interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina. Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale. 

Questo sito archeologico è tra i meglio conservati di tutta la Sicilia, nonostante le numerose trasformazioni subite, ed è di certo uno dei luoghi d'interesse culturale più suggestivi grazie al panorama visibile e alla sua posizione sul monte. 

Attualmente è una delle maggiori mete del turismo culturale e paesaggistico della provincia di Trapani. Gli scavi nell'area sono stati ripresi a febbraio 2022 per riportare alla luce le zone dell'agorà ancora coperte. Per saperne di più...

Altri link utili: Parco di Segesta


I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...

Gangi - Effems, CC BY-SA 4.0Wikimedia commons

Scoprire i borghi rurali italiani significa avventurarsi in territori incontaminati, dove la storia e la natura si intrecciano in un connubio unico. Se sei un amante dell'autenticità e della tranquillità, allora devi assolutamente esplorare questi gioielli nascosti della nostra Penisola. Tra antiche stradine lastricate e panorami mozzafiato, i borghi rurali ti regaleranno emozioni autentiche e ricordi indelebili. Per saperne di più...

[Romanzo giallo] Fèvrier e gli orfanelli di Simonetta Ronco.

 


Février e gli orfanelli, il nuovo romanzo giallo di Simonetta Ronco

 

"Février e gli orfanelli" è il quinto romanzo di Simonetta Ronco in cui vede protagonista il pianista investigatore francese Audemars Février.
Il lettore si ritrova nuovamente a Blessy, il paese dove l’autrice aveva ambientato il primo episodio della “Saga di Février”, “Ritorno a Blessy”, ma questa volta l’atmosfera è meno bucolica, più cupa e inquietante, quasi gotica.

La trama cattura l'attenzione sin dalle prime pagine, trascinandoci in una rete di suspense e mistero che avvince fino alla conclusione.

La scrittura fluida e impressionista di Ronco rende la lettura di questo romanzo un'esperienza davvero coinvolgente e appagante.

 

La trama di Février e gli orfanelli

 

Nell’ottobre del 1925 il Maestro torna a Blessy, perché richiamato da padre Benjamin.
Costui gli rivela che dalle ricerche risulta che nel periodo in cui all’orfanotrofio di Pomarie fu lasciato il figlio di Adèle Robinot, furono accolti due neonati: lui e Gaston Roblet.
Chi è dunque il duca di Saint Alary? E chi ha ucciso la moglie del Dottor Brouillard?
E che fine ha fatto Lara Fiodorova, evasa dal carcere, sulle cui tracce è tutta la polizia di Parigi?
Février si muove in un ambiente conosciuto ma minaccioso, tra leggende gotiche e indagini serrate, bersaglio di una caccia spietata che porta necessariamente alla morte.


Simonetta Ronco, biografia


Simonetta Ronco, nata a Genova, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Il padre, Antonino Ronco, giornalista e storico e la madre scrittrice di racconti per bambini premiata anche all’Andersen, le inculcano la passione per la cultura in generale e per la storia e la letteratura in particolare.

Dal 2002 al 2008 collabora con la Terza Pagina del Secolo XIX e successivamente con alcuni periodici culturali come Satura, Resine, Xenia, Il Porticciolo, sempre più impegnata su temi femminili, soprattutto biografie e romanzi storici.

Nel 2005 esce la prima biografia da lei scritta, sulla vita di Cristina di Borbone, prima Madama Reale, che viene anche premiata con l’Anguillarino d’Argento. Seguono altre biografie di notevole rilievo sociale, come quella di Giulia Colbert di Barolo che viene anche presentata presso l’Ateneo Genovese. Successivamente pubblica le biografie di Giuditta Bellerio Sidoli, Antonietta Costa Galera, Giuseppe Mazzini, Costantino Nigra, Ilaria del Carretto. La Ronco pubblica, inoltre numerosi romanzi e racconti storici, che vedono sempre donne come protagoniste.


Nel 2018 la Ronco ha dato vita a una collana editoriale, Mnemosine – Donne nell’ombra che si propone di pubblicare biografie di donne poco conosciute o dimenticate e saggi su tematiche femminili. L’ultimo volume della Collana, edito con De Ferrari editore (dal titolo “Protagoniste Genovesi”) è dedicato alle 14 donne rappresentate nella Sala delle Donne a Palazzo Ducale.

Ha creato i personaggi di Audémars Février, Dario Barresi e Luca Traverso, protagonisti di gialli seriali.


I precedenti titoli della saga di Février:

·         Ritorno a Blessy

·         Février e l'enigma degli uccelli

·         Février e un caso di coscienza

·         Février e la villa dei misteri

 

Février e gli orfanelli è il nuovo romanzo dell'autrice Simonetta Ronco ed è pubblicato da La Bussola Edizioni.
Link per l’acquisto:

 

 

 

venerdì 16 febbraio 2024

Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio.


 

Il libro Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio vi invita a esplorare sapori deliziosi del mondo.

Offre, infatti, una vasta gamma di ricette pensate per accontentare il palato di chi ha esigenze alimentari specifiche.

Con questa raccolta di ricette, scoprirete come la cucina senza glutine e senza lattosio possa essere appagante, varia e incredibilmente gustosa.
Ogni pagina del libro è intrisa di tradizioni culinarie provenienti da diverse parti del mondo, reinterpretate per celiaci e intolleranti al lattosio, senza compromessi sul sapore.

 

Sinossi

 

Immergiti in un viaggio culinario senza confini con ‘Cucine senza frontiere: Viaggio Gastronomico senza Glutine e senza Lattosio‘.
In questo libro, scoprirai un mondo di sapori provenienti dai quattro angoli della terra, reinterpretati in chiave gluten free.
La celiachia non sarà mai più un limite, ma un’opportunità per esplorare nuovi piatti, gusti e tradizioni.
Dalla dolcezza irresistibile dei brownies agli avvolgenti involtini primavera, dalla tradizionale moussaka greca ai deliziosi onigiri giapponesi, ogni ricetta è pensata per deliziare il palato senza rinunciare alla sicurezza di ingredienti adatti a chi segue una dieta senza glutine e lattosio.
Un invito a sperimentare, gustare e godere di un mondo di possibilità culinarie, senza compromessi.

 

Sara Bontempi, biografia dell’autrice

 


Sara Bontempi, nata in provincia di Varese nel 1979, attualmente vive in Liguria, nel Golfo dei Poeti. 

Sposata con Ruggero, con cui gestisce il travel blog Iris e Periplo Travel, dove condividono la loro passione per i viaggi. 

Lavora come promoter editoriale, offrendo servizi e promozione ad autori e artisti.

I suoi racconti sono stati inclusi in varie antologie, tra cui "Giappone Desire – Letture per innamorarsi del Sol Levante" e "Racconti Vol.3 Alcova Letteraria Quarta Edizione".
Ha pubblicato il libro “Golfo dei Poeti, a spasso per Lerici, San Terenzo, Tellaro” (2023) in self publishing.

Il bacio sulla fronte” (2023) è il suo primo romanzo, scritto con il cuore e i bei ricordi dei tempi andati. 

Presente al Salone del Libro di Torino 2024 per il firmacopie del romanzo, presso lo stand della casa editrice.

 

Il libro “Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio”, scritto da Sara Bontempi, è un Independently published di Amazon.

Link d’acquisto: https://amzn.to/3UfSZ0Q 

giovedì 8 febbraio 2024

ControcorrEndo: Storia di una rinascita, il libro sull’endometriosi di Vania Mento.

  


Il libro “ControcorrEndo: Storia di una rinascita” è scritto con straordinaria dedizione da Vania Mento, Presidentessa e fondatrice dell'associazione "La voce di una è la voce di tutte".

L'endometriosi è una malattia cronica che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, spesso causando dolore fisico e impatti significativi sulla qualità della vita.

ControcorrEndo non è solo un libro, ma un faro di speranza per tutte le donne che combattono contro questa malattia.

Il libro offre una prospettiva intima sulla vita di Vania Mento, affrontando con coraggio e onestà le sfide quotidiane legate all'endometriosi.

Attraverso la sua storia di resilienza e rinascita, Vania condivide non solo le difficoltà incontrate lungo il percorso, ma anche le strategie che ha adottato per superarle.

 

Dalle parole dell’autrice

Il 24 novembre del 2012, il giorno del mio quarantesimo compleanno, ho ricevuto la diagnosi di endometriosi e la mia vita è cambiata per sempre.

Per anni sono entrata ed uscita dalla sala operatoria, ho visto le vite degli altri andare avanti mentre la mia si è fermata e tutto è stato spazzato via: sogni, progetti, speranze.
Il 22 maggio 2017, stremata da sette interventi e da un licenziamento in tronco, ho tentato il suicidio: mi ha salvata una lavanda gastrica e, successivamente, un percorso psichiatrico che mi ha fatto comprendere quanta potenzialità ci fosse dentro di me e come avrei potuto trasformare il mio dolore in qualcosa di utile da trasmettere al prossimo.
Da allora ho deciso di dedicare la mia vita alla sensibilizzazione sull’endometriosi per far sì che nessuna persona debba subire quello che ho subito io.

Perché questo libro?

Innanzitutto non è una biografia: non ho una storia abbastanza interessante da raccontare.
Queste pagine vogliono essere un monito, un aiuto, un messaggio per tutte le migliaia di persone che non ricevono una diagnosi o che la ricevono tardivamente, dopo anni di visite inutili e costose, di esami invasivi, dopo anni di “Non hai nulla di grave”, “È tutto nella tua testa”, “Le mestruazioni le hanno tutte e non si lamentano”, “Prendi una pastiglia e vai a lavorare”, “Sei solo una fannullona”, “Non hai voglia di lavorare”, “ È solo un mal di pancia”, “Hai la soglia del dolore bassa”.

Il dolore non è normale.
Noi non siamo nate per soffrire.
Dobbiamo vivere il nostro tempo su questa terra nel migliore dei modi o, perlomeno, dobbiamo provarci.
Se un medico vi dice che il dolore durante le mestruazioni è normale, cambiate medico.

Vania Mento è nata a Vercelli nel 1972, da quando ha avuto la diagnosi di enometriosi, nel 2012, ha deciso di dedicare la sua vita alla sensibilizzazione su questa malattia che le ha cambiato l’esistenza.

Il libro “ControcorrEndo: Storia di una rinascita” è disponibile su Amazon, sia in versione cartacea con copertina rigida che in ebook.

L’intero ricavato delle vendite sarà devoluto all’associazione “La voce di una è la voce di tutte”.


Link Amazon per l’acquisto:

https://amzn.to/4bqZcNu

 

 

domenica 4 febbraio 2024

Dreams Hotel, il nuovo romanzo di Raffaella Dellea.

 


"Dreams Hotel" di Raffaella Dellea è un incantevole romanzo di genere romance che riesce a catturare il cuore dei lettori attraverso una storia semplice, ma ricca di emozioni e significati profondi.

Ma Dreams Hotel si eleva al di là dei canoni del semplice romance, regalando ai lettori un mix di emozioni che vanno dalla felicità alla rivalsa, passando per l'empatia nei confronti delle protagoniste.

 

La sinossi

 

Finalmente, dopo anni di assenza, sono tornata al Dreams Hotel.

Una misteriosa telefonata di mia sorella Hope mi ha spinto a fare questo viaggio, lasciando Parigi alle spalle.

Appena ho varcato la soglia dell'hotel, ho sentito un brivido di emozione percorrere la mia spina dorsale. La bellezza di questo luogo è rimasta intatta nel corso degli anni, come se il tempo si fosse fermato per preservare la sua magia.

Non posso fare a meno di pensare a quanto sia fortunata ad avere questo luogo magico come rifugio, un'oasi di felicità.

Per non parlare dell'accoglienza calorosa della mitica Zia Margaret. Il suo sorriso luminoso e gli occhi scintillanti di gioia mi hanno fatto sentire subito a casa. Come un angelo custode, lei sa esattamente di cosa ho bisogno in questo momento. Il suo affetto e la sua presenza amorevole mi riempiono di calore e mi fanno sentire amata e accolta.

E così, mentre mi immergo in questa atmosfera coinvolgente, sento che un nuovo capitolo della mia vita sta per iniziare. Qui, al Dreams Hotel, ho la sensazione che tutto sia possibile.

 


Raffaella (Lella) Dellea, biografia

 

Nata a Luino, sulle sponde del lago maggiore, è cresciuta in un piccolo comune dei dintorni.

Ad oggi vive nei pressi di Varese con il marito e i due figli.

Si dedica al volontariato e ama leggere e scrivere da quando ne ha memoria.

Curiosa, eclettica e multipotenziale concilia la sua anima razionale con una più sensibile e creativa.

Ama definirsi “Una donna normale con sogni speciali” e per questo oltre ad un lavoro full time, la famiglia e un’attività da freelence dedicata a formazione e crescita personale, scrive. Lo fa per passione, per il desiderio di vivere e regalare emozioni.

Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo: “Con l’Africa nel Cuore”, seguito da “Conquiste” nel 2021, oltre ad una serie di testi brevi.

Nel 2024 ha deciso di condividere con i suoi amati lettori Dreams Hotel.

 

Il romanzo Dreams Hotel dell'autrice Raffaella Dellea è disponibile su Amazon Kindle Publishing, ad un prezzo promozionale per il mese di febbraio!

Link per l’acquisto: https://amzn.to/3um2vF9

Il confronto e la condivisione sono per l’autrice una grande gioia e risponde personalmente a chi la contatta tramite email (contatti@raffaelladellea.com) o sul suo profilo instagram @raffaelladellea_writer.

Siete invitati anche ad iscrivervi al gruppo WhatsApp “Dreams Hotel”, per essere sempre aggiornati.

sabato 3 febbraio 2024

Offerta di prestazione nutrizionistica.

 






Buongiorno, mi permetto e mi pregio di pubblicizzare l’attività professionale della Dottoressa Maria Teresa TOSCANO – Biologa Nutrizionistacon studio in Via Maresciallo Guglielmo Pecori Giraldi 54/b - 90123 PALERMO. 

(Anamnesi alimentare, valutazione parametri antropometrici, calcolo IMC, metabolismo basale e fabbisogno energetico; esame bioimpedenziometrico; elaborazione piani alimentari personalizzati in condizioni fisiologiche e patologiche)

Iscrizione all’Albo dei Biologi della Sicilia SIC_A7113
P.IVA 07183860829
C.F. TSCMTR99P52G273S


Francesco Toscano





lunedì 22 gennaio 2024

The Funeral Party, l'ultimo libro di Francesco Piazza per Pondera Verborum.

 

E tu a cosa senti di dover fare il funerale? È questo il file rouge che unisce The Funeral Party, il libro di Francesco Piazza, edito da Pondera Verborum, progetto editoriale indipendente di Alessandro Chiodo.

Cinquanta personalità del panorama culturale italiano e internazionale, invitate da Francesco Piazza, architetto e curatore indipendente, hanno provato a rispondere a questa tutt’altro che semplice domanda, con un loro personale “epitaffio” dedicato a ciò che sta pian piano scomparendo, usando il linguaggio a loro più affine: prosa poesia, arte figurativa.

“Oggi, a cosa senti di dover fare il funerale? Ho rivolto questa domanda a scrittori, artisti, curatori, giornalisti, poeti, critici, filosofi, musicisti, uomini di Chiesa, economisti e antropologi- dichiara Francesco Piazza, autore di The Funeral Party - con la convinzione che ognuno di noi sia chiamato a riflettere sulla trasformazione in corso nei valori culturali e sociali della contemporaneità”.

The Funeral Party è una raccolta di idee, concetti, competenze, passioni, col desiderio di restituire alle scienze, sia umanistiche sia scientifiche, il loro significato primo: incentivare lo sviluppo sociale, spirituale, culturale e scientifico della nostra società. Un funerale, quindi, inteso come atto commemorativo, richiamo alla propria identità sociale ma anche come atto trasformativo, aprendo la strada ad una rinascita culturale e sociale più consapevole e significativa.

“Il funerale a cui siamo chiamati- continua Piazza -potrebbe essere quello di un’illusione perduta, di un’innocenza smarrita o persino di un’etica moribonda.”

The Funeral Party è una provocazione, ma anche un modo per riflettere sulla dispersione delle certezze che avevamo fino a poco tempo fa. È un invito a partecipare ad un’azione collettiva per costruire un “memoriale” dedicato a ciò che abbiamo perso e che diventi l’ideale manifesto culturale di un modus operandi volto a recuperare tutto quello che ancora è possibile salvare.

“È essenziale il contributo di tutti, al fine di fissare nella memoria il nostro tempo, renderci consapevoli testimoni del contesto storico e socioculturale che stiamo attraversando- conclude l’autore- e, non da ultimo, conservare quella lucidità mentale che ci consenta di affrontare e denunciare le lacune dell’agire umano, celebrandone però, allo stesso tempo, anche la grandezza”.

Funeral Party è edito da PONDERA VERBORUM.

Qui il link per maggiori info sul libro: https://www.amazon.it/Funeral-Party-Francesco-Piazza/dp/B0CRYRK3R7

AUTORE:

Francesco Piazza, Palermo 1965. Curatore indipendente, architetto, Ph.D in Disegno industriale, arti figurative ed applicate. La sua ricerca curatoriale si è focalizzata nel tempo sul ruolo della memoria nella costruzione dell’identità contemporanea e sui fenomeni culturali legati alla globalizzazione e lo sviluppo di nuovi media.

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