Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...




giovedì 24 marzo 2011

E se non fosse terrestre...? Parte settima.


Gilgamesh, Re di Uruk (Fonte: it.wikipedia.org)
24 Marzo 2011.

Bagdad, capitale dell'Iraq e dell'omonima provincia, è la seconda città più grande dell'Asia sud-occidentale, dopo Teheran. Nel museo nazionale iracheno troviamo una traccia degli antichi astronauti. Qui vengono conservati documenti scritti in caratteri cuneiformi, su tavolette d'argilla, per noi importantissimi: essi hanno almeno cinquemila anni e raccontano di esseri venuti sulla terra provenienti dal cielo fra nubi di fumo e rombi di tuono. 
In tali documenti si narra dell'epopea di Gilgamesh, reperti portati alla luce in centinaia di siti archeologici in Mesopotamia. L'Epopea di Gilgamesh raccoglie tutti quegli scritti che hanno come oggetto le imprese del mitico re di Uruk ed è da considerarsi il più importante dei testi mitologici babilonesi e assiri pervenuti fino a noi. Di quest'opera noi possediamo, oltre all'edizione principale allestita per la biblioteca del re Assurbanipal e ora conservata nel British Museum di Londra, altre versioni più antiche e frammentarie. Tutti i popoli che sono venuti a contatto con il mondo sumerico hanno avvertito la grandezza dell'ispirazione, tanto è vero che tavolette cuneiformi con il testo di Gilgameš sono state trovate in Anatolia, scritte in ittita e hurrita, e in Siria-Palestina. I testi più antichi che trattano le avventure dell'eroe appartengono alla letteratura sumerica e scene dell'epopea si ritrovano, oltre che su vari bassorilievi, su sigilli cilindrici del III millennio a.C.. Gilgamesh è il re sumero della città di Uruk. Guerriero crudele, è per due terzi divino e per un terzo mortale e tiene sotto il suo dominio un popolo sempre più stanco delle sue prepotenze e ingiustizie. Gli dèi, dunque, per punirlo, decidono di creare un uomo in grado di contrastarlo, Enkidu. Egli è primitivo e rozzo, plasmato dall'argilla e descritto nell'epopea come selvaggio sia nel fisico che nei comportamenti. I due si scontrano, come previsto, ma lo scontro finisce alla pari. Colpito dalla forza di Enkidu, Gilgamesh stringe con lui un patto d'amicizia. Decidono di andare insieme alla Foresta dei Cedri per prelevare il prezioso legno di questi alberi. Alla guardia della foresta c'è però un mostro, che i due riescono a sconfiggere senza grossi problemi. Accresciuta ulteriormente la sua fama e l'amicizia con Enkidu, Gilgamesh viene corteggiato da Ishtar (la dea della bellezza e della fecondità, ma anche della guerra e della distruzione), che lo vorrebbe come sposo, estasiata dalle sue doti di guerriero e dalla sua fama. Gilgamesh però la rifiuta, visto il triste destino dei passati amanti della dea, come Dumuzi, e Ishtar, con l'aiuto di Anu (il dio del Cielo e padre di Ishtar stessa) invia contro i due amici un ferocissimo toro divino di colore blu. 
Nel combattimento che ne consegue, Enkidu blocca il selvaggio animale e Gilgamesh gli infila la spada tra le corna, uccidendolo. Oltraggiata ancora di più, Ishtar fa morire Enkidu con una brutale malattia, che gli fa patire una morte lenta e atroce. Gilgamesh scopre così per la prima volta il dolore per la perdita di un caro amico, e rimane molto scosso. Decide dunque di intraprendere un viaggio alla ricerca del senso della vita e del segreto dell'immortalità. Viene a sapere dell'esistenza di un uomo a conoscenza di questo segreto: Utanapishtim, un uomo molto vecchio e saggio che scampò, grazie all'aiuto di Enki, al diluvio universale, e a cui gli dèi fecero il dono dell'immortalità. Egli vive isolato al di là dell'oceano della Morte e, dato il grandissimo segreto che conosce, la sua casa è raggiungibile solo dopo aver superato molti ostacoli. Gilgamesh riesce a superare ogni prova, tra cui gli uomini scorpione, posti a guardia dei monti Mashu, e giunge in un bellissimo giardino dove una donna gli implora di fermarsi e non proseguire. Il valoroso re non cede alle richieste e sceglie di andare avanti, giungendo finalmente nel luogo dove vive Utanapishtim. La delusione di Gilgamesh è, però, grande: il saggio gli risponde che la morte è inevitabile per l'uomo che, prima o dopo, dovrà lasciare questo mondo. Gilgamesh, ormai senza speranze, sta per andarsene quando Utanapishtim, impietosito, gli rivela che c'è un'unica possibilità per l'eterna giovinezza: è una pianta che si trova in fondo al mare. Gilgamesh parte subito alla ricerca del prezioso vegetale e, dopo averlo trovato, decide di riposarsi sulle rive di un ruscello. Al suo risveglio, scopre che la pianta tanto preziosa è stata mangiata da un serpente, che dopo averla mangiata ha cambiato pelle. Sconfitto, torna così ad Uruk, la sua città. Nel finale il testo originale è ricco di lacune, dovute certamente alla mancanza di alcune tavolette, andate ormai perdute. Recentemente sono però state trovate altre tavolette che raccontano del suicidio di Gilgamesh insieme alla sua corte. Altro episodio, del quale però non si capisce la giusta collocazione all'interno del poema, è il seguente: Gilgamesh prega il dio degli inferi di fargli rivedere Enkidu per un'ultima volta. Il desiderio viene esaudito e l'anima di quest'ultimo si presenta a Gilgamesh. Enkidu rivela al suo grande amico che la vita nell'oltretomba è triste e cupa, piena di rimpianti per tutto ciò che non si è fatto nella vita terrena e per le occasioni che si sono perse. Gli consiglia pertanto di lasciar stare in pace i morti e di godersi la vita finché possibile, dato che nell'oltretomba l'esistenza sarà piatta e senza felicità. Le uniche persone che potranno godere di un'esistenza dignitosa nell'aldilà sono coloro che hanno generato numerosi figli, specchio della concezione secondo cui l'unico modo di vivere in eterno è quello di lasciare una discendenza. Gli autori dell'epopea di Gilgamesh, assai simile alla Genesi della Bibbia, sono vissuti duemila anni prima degli autori della Bibbia. Gilgamesh, l'eroe dell'epopea, era un misto di dio e di uomo. La settima tavola narra un fatto straordinario: Enkidu, un'amico dell'eroe, ci potrebbe infatti fornire la prima testimonianza oculare di un volo spaziale. Ad Enkidu, infatti, salito in dodici ore nello spazio, a bordo di un bronzeo velivolo celeste, gli chiedono: "Guarda giù la Terra, come ti appare? Osserva il mare, che te ne sembra?" Ed egli risponde:"La Terra appariva come una farinata, ed il mare come una pozza d'acqua." Non diversamente gli astronauti americani hanno descritto l'aspetto della terra vista dal suolo lunare. Una coincidenza?

Guardiamo con maggiore fiducia le antiche fonti, e prendiamo alla lettera, ad esempio, ciò che troviamo scritto sulla Bibbia. Nel libro della Genesi, infatti, è scritto:"..allora l'eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco.." Ma che cosa avvenne veramente su Sodoma e Gomorra? Il diciannovesimo capitolo del primo libro di Mosè ci fornisce la relazione di un drammatico evento:  Dio rivelò a Lot che stava per distruggere Sodoma perché il suo peccato era molto grave. Lot intercedette per le persone giuste della città, e Dio gli rispose che non l'avrebbe distrutta se avesse incontrato dieci persone giuste nella città. Secondo il prosieguo nel cap. 19, ai versetti 1-38, due angeli di Dio entrarono a Sodoma. Nel vederli, Lot li invitò nella sua casa e insistette affinché trascorressero la notte nell'abitazione. Tuttavia, prima che ciò potesse avvenire, gli abitanti di Sodoma attorniarono la casa ed esigettero che Lot consegnasse loro i suoi invitati per poter abusare di loro. Lot rifiutò, offrendo alle loro voglie le sue due figlie vergini, ma essi rifiutarono, insistendo nelle loro pretese. Gli abitanti di Sodoma provarono così a fracassare la porta d'ingresso, ma i due invitati impedirono l'accesso all'interno della casa agli assalitori accecandoli tutti con un'abbagliante luce. Dopodiché essi dissero a Lot di abbandonare subito con la sua famiglia la città. Lot avvisò i suoi generi, che però non gli dettero retta e così Lot abbandonò la casa e la città solo con sua moglie e le sue figlie, chiedendo e ottenendo che si salvasse la piccola città di Soar, nei pressi di Sodoma. Quindi Dio inviò una pioggia di fuoco e zolfo che incenerì del tutto Sodoma con i suoi abitanti, assieme ad altre città della pianura. L'ordine di non voltarsi indietro a vedere quanto Dio aveva decretato accadesse alla città non fu eseguito dalla moglie di Lot che, per quell'atto di disubbidienza, fu trasformata in una statua di sale. Lo zio di Lot, Abramo, da una montagna vide la colonna di fumo che si alzava da quella che era stata Sodoma. Certo è che Sodoma e Gomorra furono annientate di colpo da una spaventosa esplosione. Il racconto della Bibbia si conclude così: "..E non rimase altro che terra deserta e inaridita." Gli effetti potrebbero esseri quelli provocati da un'esplosione di un ordigno termonucleare; una bomba atomica, ma lanciata da chi?

mercoledì 23 marzo 2011

E se non fosse terrestre...? Parte sesta.


Ercole e l'idra (dipinto di Antonio Pollaiolo)
23 Marzo 2011.

I miti antichi sono pieni di storie di dèi che scendono sulla terra per accoppiarsi con gli umani. Secondo molte fonti, compresa la mitologia nordica, la mitologia Greca, ed anche la Bibbia, troviamo la storia di questi figli di dèi, o dèi veri e propri che dall'Olimpo scendono sulla terra e restano attratte dalle donne umane. Quando avvenivano questi incontri e le donne si univano agli dèi, si legge in moltissimi testi in tutto il pianeta, si suppone che le donne facessero sesso con degli extraterrestri e non con divinità, tenuto conto che gli dèi non esistono. Stando all'Iliade di Omero i cittadini di Sparta erano rinomati per le donne bellissime e per essere eroici guerrieri. Zeus, il dio Greco del cielo, ammirava una donna di nome Leda. Un pomeriggio, mentre Leda camminava da sola in un giardino, Zeus si trasformò in cigno, l'avvolse con le sue ali potenti e la possedette. Solo in seguito Leda si rese conto di essere rimasta incinta per opera di un dio. Se osserviamo la mitologia Greca e molte mitologie sparse nel mondo, troviamo sempre storie di dèi che scendono dal cielo ed hanno rapporti sessuali con gli esseri umani, così da creare una nuova razza di uomini. I frutti di questi accoppiamenti erano descritti dagli antichi come semidèi, ossia mezzi dèi. Si può supporre che fossero degli ibridi di origine umana ed aliena. 
I Greci credevano che questi esseri fossero straordinari e destinati a grandi imprese. La mitologia greca si compone di una vasta raccolta di racconti che spiegano l’origine del mondo ed espongono dettagliatamente la vita e le avventure di un gran numero di dei e dee, eroi ed eroine, mostri e altre creature mitologiche. Questi racconti inizialmente furono composti e diffusi in una forma poetica e compositiva orale, mentre sono invece giunti fino a noi principalmente attraverso i testi scritti dalla tradizione letteraria greca. Le più antiche fonti letterarie conosciute, i due poemi epici Iliade e Odissea, concentrano la loro attenzione sugli eventi che ruotano attorno alla vicenda della guerra di Troia. Altri due poemi quasi contemporanei alle opere omeriche, la Teogonia e Le opere e i giorni scritti da Esiodo, contengono invece racconti che riguardano la genesi del mondo, la cronologia dei sovrani celesti, il succedersi delle età dell’uomo, l’inizio delle sofferenze umane e l’origine delle pratiche sacrificali. 
Diverse leggende sono contenute anche negli Inni omerici, nei frammenti dei poemi del Ciclo epico, nelle poesie dei lirici greci, nelle opere dei tragediografi del V secolo a.C., negli scritti degli studiosi e dei poeti dell’età ellenistica e negli scrittori romani come Plutarco e Pausania. Le rovine monumentali ritrovate nei siti archeologici micenei e minoici sono state d’aiuto per chiarire alcuni problemi posti dall’epica omerica e hanno fornito concreti riscontri su particolari presenti nei racconti mitologici. Gli argomenti narrati dalla mitologia greca furono anche rappresentati in molti manufatti: i disegni geometrici sulla superficie di vasi e piatti risalenti anche all’VIII secolo a.C. ritraggono scene ispirate al ciclo della guerra di Troia o alle avventure di Eracle. 
Anche in seguito, sugli oggetti d’arte saranno rappresentate scene tratte da Omero o da altre leggende, così da fornire agli studiosi materiale supplementare a supporto dei testi letterari. La mitologia Greca ha avuto una grandissima influenza sulla cultura, le arti e la letteratura della civiltà occidentale e la sua eredità resta tuttora ben viva nei linguaggi e nelle culture che fanno parte di questa zona del mondo. È stata sempre presente nel sistema educativo, a partire dai primi gradi dell'istruzione, mentre poeti e artisti di tutte le epoche si sono ispirati a essa, mettendo in evidenza la rilevanza e il peso che i temi mitologici classici potevano rivestire in tutte le epoche della storia. E' tradizione in molte civiltà dell'antichità che ci fossero certi bambini non del tutto umani; in qualche modo legati alle stelle, ad un regno oltre la terra e queste caratteristiche erano presenti già alla nascita, quasi comprendessero una componente di DNA, che magari la scienza dovrebbe considerare e studiare. Alcuni dei più antichi racconti di dèi che si accoppiano con gli uomini si trovano nei testi tradizionali Indù. 
Negli antichi scritti sanscriti dell'India, troviamo questo racconto: una regina di nome Kunti si unì con un essere celeste, un extraterrestre noto come "il dio Sole". Il prodotto di questa unione fu Karna. Karna è uno dei personaggi principali del Mahābhārata, uno dei grandi poemi epici della mitologia dell'antica India. Karna è considerato il più grande guerriero del Mahābhārata da parte di altri personaggi del poema, tra cui Krishna e Bhishma, come indicato nel testo originale da Maharishi Veda Vyasa. Era il figlio di Surya (il dio del Sole) e Kunti, ma nato da questa prima del suo matrimonio con Pandu, e abbandonato alla nascita dalla madre. Viene descritto come il più caro amico di Duryodhana, e combatté al suo fianco nella sanguinosa Guerra di Kurukshetra contro i Pandava (di cui Karna era il fratello maggiore, ma illegittimo). Per tutta la sua esistenza lottò contro la sfortuna, ma fu guidato dall'onore verso la parola data. È una figura improntata al coraggio e alla generosità. 
Forse il semidio più famoso è il Greco Eracle, corrispondente alla figura della mitologia romana Ercole. Figlio di una donna mortale a nome Alcmena e di Zeus, egli nacque a Tebe ed era dotato di una forza sovrumana. Il patronimico poetico che lo definisce è Alcide, derivante da Alceo, suo nonno paterno putativo. La vicenda di questo eroe non è raccontata in una sola opera, ma ne sono state scritte molte che lo vedono protagonista, marginalmente o particolarmente. Celebri le sue incredibili imprese, quali ad esempio le dodici fatiche che lo vedono affrontare serpenti dalle molteplici teste, leoni dalla pelle impossibile da scalfire, uccelli in grado di sparare piume affilate come lame e molti altri mostri che l'eroe, sia per coraggio che per astuzia, riuscì sempre a sconfiggere. 
Sempre imbattuto perse la vita di propria mano, dandosi fuoco presso un rogo, dilaniato dal dolore che Deianira, sua moglie, ignara del tradimento del centauro Nesso, aveva causato intingendo la sua tunica in un veleno mortale. Salito nell'Olimpo sposò Ebe, la coppiera degli dei e divenne il dio guardiano, ricongiungendosi perfino con Era, sua eterna nemica. Maggiore eroe greco, divinità olimpica dopo la morte, Eracle fu venerato come simbolo di coraggio e forza, ma anche di umanità e generosità, anche presso i Romani. Era ritenuto protettore degli sport e delle palestre. Fu onorato in numerosi santuari sparsi in tutta la Grecia e le sue tante imprese, espressione dell'altruismo e della forza fisica, lo fecero credere il fondatore dei Giochi olimpici. In alcuni casi, mettendo in luce la generosità con la quale affrontava avversari temibili, si rese dell'eroe un'immagine dall'intensa forza morale, oltre che puramente fisica. La sua complessa personalità, l'ambientazione di certe sue imprese e il fatto che la maggior parte di esse sia legata ad animali, assimilano talvolta l'immagine di Eracle agli antichi sciamani, dotati di poteri soprannaturali, e una certa comunanza di aspetti si rintraccia anche in eroi fenici come Melqart. Le dodici fatiche, poi, possono avere qualche correlazione con i segni dello zodiaco, molti dei quali sono appunto rappresentati da animali. Nel mondo romano Ercole presiedeva alle palestre e a tutti i luoghi in cui si faceva attività fisica; considerato anche una divinità propizia, gli si rivolgevano invocazioni in caso di disgrazie, chiamandolo Hercules Defensor o Salutaris. 
È inoltre da ricordare che fin quasi all'età moderna lo Stretto di Gibilterra era noto come "Colonne d'Ercole", con espressione chiaramente evocativa: un ricordo dei viaggi e degli spostamenti dell'eroe che, nel corso delle sue imprese, toccò paesi dell'Asia Minore e del Caucaso e raggiunse l'Estremo Oriente e il Grande Oceano, che delimitava le "terre dei vivi". La leggenda era d'origine fenicia: il dio tirio Melqart (identificato poi dai Romani con Ercole e detto Hercules Gaditanus, per il famoso tempio di Gades a lui dedicato) avrebbe posto ai lati dello Stretto due colonne, che furono poi considerate l'estremo limite raggiunto da Ercole e, soprattutto nel Medioevo, il confine posto dal dio affinché gli uomini non si spingessero nell'Oceano Atlantico. I teorici degli antichi astronauti ritengono che questi semidèi fossero degli esseri in carne ed ossa realmente esistiti. Questo tipo di resoconti nelle antiche tradizioni ha un equivalente moderno nei racconti di ibridi alieno-terrestri che fanno parte delle storie di rapimenti alieni oggi in circolazione. In alcune scritture delle civiltà antiche troviamo racconti di accoppiamenti fra extraterrestri ed umani che producono mostri o Giganti o altri esseri simili. E' da supporre che in passato è successo veramente. 
E' possibile che questi racconti antichi di creature enormi, metà uomo e metà bestia abbiano una base di verità? E se è così, c'è qualche prova che questi giganteschi ibridi siano mai esistiti?




Continua...al prossimo post!


Fonte:
  1. http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_greca;
  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Eracle;
  3. http://www.youtube.com/watch?v=ZaKtPswPrqY.

E se non fosse terrestre...? Parte quinta.


23 Marzo 2011.

L'uomo moderno è destinato a lasciare questo pianeta per colonizzare altri pianeti del nostro sistema solare. Entro la fine di questo secolo sembrerebbe che la Nasa, l'agenzia governativa civile responsabile per il programma spaziale degli Stati Uniti d'America e per la ricerca aerospaziale civile e militare, abbia intenzione di colonizzare Marte, il pianeta del nostro sistema solare  più simile alla terra e quello su cui l'uomo, con le conoscenza tecnologiche in suo possesso, potrebbe ben presto vivere. La colonizzazione del pianeta Marte è da molti ritenuta un passaggio inevitabile nello sviluppo futuro dell'umanità; attorno a Marte  si è concentrata l'attenzione delle principali agenzie spaziali terrestri, nel tentativo di sviluppare un piano organico per l'installazione di possibili colonie umane sul pianeta. Si tratta del pianeta raggiungibile da Terra con il minor impiego di energia, sebbene con le tecnologie attuali un eventuale viaggio richiederebbe comunque diversi mesi. Fra i due pianeti vi sono delle analogie:

  • Il sol, ovvero il giorno marziano, è assai vicino al giorno terrestre, con una durata media di 24 ore, 39 minuti e 35,244 secondi.
  • L'estensione della superficie di Marte è pari a circa il 28,4% di quella terrestre; a titolo di paragone, l'estensione delle terre emerse sulla Terra costituisce il 29,2% della superficie complessiva del pianeta.
  • L'inclinazione assiale di Marte è pari a 25,19°; quella terrestre vale 23,44°. Marte gode pertanto di un ciclo delle stagioni del tutto analogo a quello terrestre, sebbene la loro durata sia quasi doppia, poiché l'anno marziano corrisponde ad 1,88 anni terrestri. Il polo nord di Marte, inoltre, non punta verso l'Orsa Minore, ma verso il Cigno.
  • Marte è dotato di un'atmosfera; sebbene la pressione atmosferica al suolo valga solo lo 0,7% di quella terrestre, essa è sufficiente a proteggere la superficie dalla radiazione solare e cosmica e può essere utilizzata favorevolmente per manovre di aerofrenaggio da parte di sonde spaziali.
  • Recenti osservazioni condotte da Mars ExpressMars Exploration Rover e dalla sonda Phoenix hanno confermato la presenza di acqua sul pianeta, concentrata maggiormente attorno ai poli (anche se è stato provato che circa quattro miliardi di anni fa, il pianeta Marte appariva proprio come appare il pianeta Terra, con grandi oceani e lunghi fiumi); inoltre sono disponibili discrete quantità di tutti gli elementi e i composti chimici fondamentali per la vita umana.

Ma fra i due pianeti vi sono anche delle differenze:

  • L'accelerazione di gravità su Marte è pari a circa un terzo del corrispondente valore terrestre; allo stato attuale delle conoscenze mediche, è impossibile stabilire se questo valore sia sufficiente ad evitare l'insorgere di problemi di salute connessi con l'assenza di peso.
  • Marte è assai più freddo della Terra, con una temperatura media di -63 °C ed una minima di -143 °C.
  • A causa della bassa pressione atmosferica, Marte non presenta specchi di acqua liquida, né essi potrebbero esistere; gli esseri umani sarebbero inoltre costretti ad indossare tute pressurizzate.
  • La quantità di radiazione solare che raggiunge la superficie del pianeta (la costante solare) è circa la metà del corrispondente valore terrestre (o lunare).
  • L'orbita di Marte è più eccentrica di quella terrestre; questo causa un'intensificazione delle escursioni termiche e delle variazioni del valore della costante solare nel corso dell'anno.
  • L'atmosfera marziana consiste principalmente di diossido di carbonio. Si ritiene comunque che, data la sua elevata pressione parziale in superficie (circa 52 volte il corrispondente valore terrestre), alcune specie di pianta potrebbero sopravvivere sul pianeta.
  • Marte possiede due satelliti naturali, Phobos e Deimos, assai più piccoli della Luna e più vicini alla superficie.

Allo stato attuale, la vita umana non sarebbe possibile, senza adeguate protezioni, per più di un minuto sulla superficie di Marte; si tratta, ad ogni modo, delle condizioni più favorevoli presenti nel sistema solare, ben lontane dal clima torrido di Mercurio e Venere, dalle gelide temperature dei corpi rocciosi del sistema solare esterno e dal vuoto spinto presente sulla superficie della Luna e degli asteroidi. In condizioni estreme, l'uomo è già riuscito a sopravvivere in ambienti dalle caratteristiche analoghe a quelle della superficie di Marte: nel maggio 1961 il record di altitudine per un essere umano a bordo di un pallone aerostatico è stato registrato alla quota di 34,668 km (dove la pressione atmosferica è analoga a quella marziana); le temperature medie dell'Antartide non mostrano sostanziali discrepanze rispetto a quelle rilevate su Marte; alcuni deserti terrestri presentano caratteristiche simili a quelle della superficie marziana.

Ma cosa succederebbe se l'uomo in futuro, a bordo delle sue navi spaziali, atterrasse su un pianeta inesplorato dell'Universo sul quale una volta giunto al suolo venisse accolto da ominidi o altre forme di vita simili alla specie umana, ma ai primordi della loro evoluzione? Questi esseri alieni ci accoglierebbero come nemici o come dèi? 
Vediamo come si comportano gli uomini primitivi quando vengono a contatto, di colpo, con la tecnologia moderna: nella seconda guerra mondiale i piloti militari americani atterrarono su alcune remote isole del Pacifico, tagliate fuori dal resto del mondo. Qui gli americani costruirono basi di rifornimento e campi di atterraggio avanzati. Alla fine della guerra se ne tornarono a casa. A questo punto accadde qualcosa di strano. Gli indigeni abitanti di quelle remote isole del Pacifico, i quali vivevano ancora all'età della pietra, costruirono dei feticci di paglia e bambù simili ad aerei e delle primitive piste di atterraggio. Avevano scambiato gli stranieri per divinità e speravano in questo modo di richiamare i loro vascelli celesti con il cargo: il loro carico di tesori meravigliosi e potenti,  viveri, utensili, armi che non avevano mai visto prima. Questi veicoli aerei erano atterrati innumerevoli volte fra nubi di polveri e fragore. Gli stranieri dalla pelle bianca non andavano a caccia ma avevano tantissimo cibo a loro disposizione. Essi venivano dal cielo e quindi dovevano essere dèi, dèi del cielo. Gli indigeni attendevano il ritorno degli uomini bianchi notte e giorno ma gli dèi non tornarono più. Per tale motivo uomini scelti dalla tribù guardavano incessantemente il cielo. Sacrificavano vittime al fuoco, vegliavano e speravano, ma gli dei non tornarono più. Nacque così una nuova religione: il culto del cargo
Fu davvero questa l'origine delle leggende e delle religioni primitive? Per chi confonde ancora la fantascienza con l’ufologia, ovvero la minaccia di un’impossibile invasione marziana con lo studio scientifico degli oggetti volanti non identificati, è lecito sostenere che la cosiddetta "era dei dischi volanti" sia nata con la fine del secondo conflitto mondiale e si sia sviluppata, a partire dagli anni cinquanta, riflettendo da un lato l’eterno anèlito dell’umanità ad una pace finalmente duratura e impersonificando, dall’altro, la voglia di cercare "fuori della Terra" qualcosa di nuovo e di positivo, che aiutasse a dimenticare in fretta gli orrori della guerra. 
Se tutto questo rappresenta per i sociologi un’innegabile realtà, le cui implicazioni filosofiche vengono oggi riprese, alla fine dell’era tecnologica postmoderna, dalla corrente di pensiero chiamata "New Age", al contrario per la Paleoastronautica (branca dell’Ufologia, chiamata anche Archeologia Spaziale o Clipeologia, dal latino clypeus = scudo rotondo) le tracce inconfutabili della presenza di entità extraterrestri nel passato dell’Uomo si perdono nella notte dei tempi, dimostrando che l’evoluzione della specie umana, caratterizzata da quegli "improvvisi" ed "inattesi" balzi nel progresso della civiltà che ancor oggi stupiscono antropologi ed archeologi, è stata attentamente e costantemente seguita da non meglio definibili civilizzazioni aliene. La loro superiore tecnologia consentì ad un essere bipede, che ancora non conosceva l’uso della ruota (la prima rappresentazione della ruota è nelle tavolette d’argilla di Ur, Mesopotamia, 3.500 a.C.), di erigere manufatti così perfetti da sfidare oltre 15.000 anni di insidie naturali, con una precisione tale da far allibire gli ingegneri ed i tecnici del nostro tempo. E’ evidente, pertanto, come un impatto culturale di queste dimensioni dovesse inevitabilmente suscitare nell'intimo dei nostri antichissimi progenitori, agli albori di un percorso di civilizzazione che si presentava tutto in salita ed in cui la vita media dell’individuo si limitava a pochi decenni, una forma di considerazione del tutto speciale nei confronti di quegli "esseri misteriosi venuti dal cielo". Una venerazione, insomma, mista di gratitudine per le inimmaginabili conoscenze di cui li facevano partecipi, ma anche di forte timore reverenziale, derivato dall'intuizione dell’enorme superiorità tecnologica da essi mostrata. 
E’ logico quindi attendersi che i nostri antenati ritenessero gli extraterrestri delle divinità, come il tuono e la folgore, la luna ed il sole e tutti gli altri eventi naturali che ancora non erano riusciti a interpretare: un po’ come quello che accadde a Francisco Pizarro al suo arrivo tra gli indios peruviani; a parte le intenzioni, naturalmente... Cominciarono allora a tramandarsi oralmente, di padre in figlio, che fungeva da "iniziato", quei misteri circa "gli dèi venuti dal cielo", finché non avvertirono l’esigenza di fissare nel tempo le immagini di quegli eventi e di quei personaggi che così profondamente avevano colpito la loro sensibilità. Così una selce, impiegata come punta di freccia o come coltello, tracciò sulle pareti di una grotta buia e densa di fumo alcuni eloquenti ideogrammi: un "disco" con tanto di supporti d’atterraggio, figure vagamente umane con il capo nascosto da una specie di casco munito di antenne, rappresentazioni di esseri contornati da aura luminosa, ecc. Così, lasciando testimonianze tangibili dall’Irlanda al Sahara, dalla Spagna alla Mongolia, dalla Val Camonica all’Australia, dal Canada al Perù, l’uomo lentamente imparò ad uscire dalle oscure caverne, che lo proteggevano ma ne limitavano nel contempo lo spaziare su più ampi orizzonti; ed esercitando la meravigliosa dote della curiosità, che l’avrebbe un giorno fatto ripartire verso le stelle, alla ricerca dei suoi "dèi", di quegli esseri superiori che tanto avevano inciso nel suo cammino, uscì spettatore dalla preistoria ed entrò protagonista nel proprio futuro.



Continua..al prossimo post!

Fonte:
  1. it.wikipedia.it;
  2. http://laterradellefate.forumcommunity.net/

E se non fosse terrestre...? Parte quarta.


Wenher von Braun davanti agli endoreattori F-1 del primo stadio del Saturn V (Fonte: it.wikipedia.org)
23 Marzo 2011.

Il telescopio più grande del mondo si trova in California, sul monte Palomar, a 1800 m di altezza. Per trasportare il suo gigantesco specchio parabolico, del diametro di  5 metri, si è dovuto costruire una strada lunga 75 km. Il telescopio può scrutare nello spazio ad una profondità di 4 miliardi di anni luce, come a dire che esso riesce a fotografare la luce di stelle distanti da noi 36 miliardi di miliardi di km. Quindi l'astronomo che usa questo potente telescopio non fa altro che osservare il passato del nostro Universo. Lo stato del nostro attuale Universo lo potranno osservare i nostri discendenti fra qualche milione di anni. Osservando il cielo di notte, lontano dai centri abitati, in aperta campagna, l'osservatore che scruta la volta celeste avrà modo di notare che su di essa sono incastonate miliardi di stelle. Se si considera che per ognuna di quelle stelle osservate vi sono i rispettivi sistemi solari, formati da pianeti, da lune, e da altri corpi celesti più piccoli, possiamo affermare che quell'osservatore in quel preciso istante sta osservando miliardi di sistemi solari e quindi miliardi di pianeti. Se poi consideriamo che nell'Universo vi sono circa cento miliardi di galassie, e che ognuna di esse contiene in media 100 miliardi di stelle, moltiplicando il numero di galassie per il numero di stelle otteniamo un numero enorme di stelle. Se anche solo una piccola parte di queste stelle avesse pianeti in grado di ospitare la vita, sarebbero comunque tantissimi. La possibilità, quindi, della presenza nell'Universo oggi conosciuto (considerando attendibile la stima che esso sia formato da cento miliardi di galassie) di civiltà tecnologiche  è stimato in 600 milioni di miliardi (previsione ottimista), 5 mila miliardi (previsione moderata), 10 mila (previsione pessimista).
La Via Lattea dell'emisfero boreale; si distingue l'asterismo del Triangolo Estivo. Ben visibile la Fenditura del Cigno, una lunga fascia scura che divide la scia chiara della Via Lattea in senso longitudinale. (Fonte: it.wikipedia.org)

Consideriamo la nostra galassia, quella che noi tutti chiamiamo comunemente Via Lattea: solo in essa vi sono cento mila milioni di stelle; se volessimo contarle tutte, al ritmo di una al secondo, impiegheremmo quasi duemila e cinquecento anni. Oggi è accertato che almeno cinquanta milioni di queste stelle potrebbero essere circondati da pianeti su cui è possibile una vita evoluta. Solo una grossa presunzione, o una ignota paura potrebbe farci affermare che noi siamo soli nell'Universo. Il professore Hermann Oberth, padre del volo spaziale, ha dichiarato: "Ritengo possibile che esseri intelligenti di altri mondi abbiano visitato la nostra terra nei tempi passati. Gli scienziati hanno sempre un atteggiamento scettico  di fronte alle nuove idee. Anche quando fu inventata la ferrovia gli scienziati credevano che l'uomo non potesse sopravvivere a velocità superiori a  trenta chilometri orari." Lo scienziato Wernher Magnus Maximilian Freiherr von Braununa delle figure principali nello sviluppo della missilistica in Germania e negli Stati Uniti, dove è ritenuto il capostipite del programma spaziale americano, ha dichiarato:" Ritengo probabile che nell'immensità dell'Universo esistano non soltanto forme di vita vegetali ed animali, ma anche esseri intelligenti; anzi ne sono convinto."

Continua....al prossimo post!


martedì 22 marzo 2011

Palermo: incendiata auto a Monreale, per vicesindaco e' 'allarme'.


22 Marzo 2011.

(Adnkronos) - Un'auto e' stata data alle fiamme la notte scorsa nel centro storico di Monreale (Palermo) a pochi passi dal Duomo, in via Francesco Testa.  Il rogo ha danneggiato una palazzina, davanti la quale la vettura era parcheggiata. "L'episodio non e' il solo - dice il vicesindaco Salvino Caputo (Pdl), che e' anche componente della commissione Antimafia all'Assemblea regionale siciliana -. Da un paio di mesi, infatti, vengono ripetutamente bruciate autovetture in diversi posti della città', creando una situazione di forte tensione".

E se non fosse terrestre...? Parte terza.


L'Universo (Fonte: Dalla rete)
22 Marzo 2011.

Nel Maggio dell'anno 2008 il Vaticano fece una dichiarazione sconvolgente: per la prima volta nei suoi duemila anni di storia, la Chiesa Cattolica riconobbe la possibilità di vita intelligente su altri pianeti e che credere negli extraterrestri non contraddiceva la fede in Dio. Ciò significa che stiamo entrando in un'era in cui l'Universo viene concepito in maniera diversa rispetto a prima? Se è una realtà per noi, perché non può esserlo per altri esseri dell'Universo che potrebbero aver visitato il nostro pianeta, magari aver guidato la cultura in tempi antichi? Ma che cosa ha innescato questa repentina inversione di rotta della Chiesa Cattolica per spingerla a rendere noto al mondo che non siamo soli nell'Universo? La Chiesa è stata forse influenzata da recenti scoperte scientifiche? Se sì, quali? Dal Blog http://cristiancontini.blogspot.com/ apprendiamo che un gesuita del SIV - Servizio Informazioni del Vaticano ( la Cia Pontificia) con autorizzazione ‘Secretum Omega’ ha confessato al giornalista Cristoforo Barbato le relazioni intrattenute per lunghi anni dal Vaticano con una razza Aliena. In particolare si evidenzia che è avvenuto: un incontro di una delegazione Aliena di Grigi (in California nella base di Muroc Airfield) con il presidente americano Eisenhower e a cui presenziò il Vescovo di Los Angeles James Francis McIntyre; un accordo di collaborazione tra il Papa Pio XII e gli alieni "positivi" di razza nordica proveniente dalle Pleiadi, poi interrotto. Ed inoltre si precisava che: il Vaticano possiede in Alaska un radiotelescopio avanzatissimo gestito solamente da gesuiti e che è ubicato all'interno di un impianto industriale per il recupero del petrolio; Il Vaticano all'interno di un programma di esplorazione spaziale avviato nei primi anni ‘90 denominato SILOE, aveva fotografato un pianeta di dimensioni enormi in avvicinamento al sistema solare e pieno di alieni cattivissimi e bellicosissimi. Ma sul sito www.secretum-omega.com c'è molto molto di più, dall' interpretazione apparizioni mariane in chiave ufologica (e questo è muy interessante) alla scoperta della quarta "contattata" di Fatima etc.... Lo studio dell’universo è un’attività che dà importanti risposte ma che pone anche grandi domande, capaci di far vacillare perfino i più preparati uomini di scienza. Qualcuno potrebbe pensare che non sia così per l’uomo di fede: a lui l’universo non dovrebbe nascondere troppe sorprese. Un astronomo religioso si limiterà probabilmente ai piaceri della contemplazione del creato. A dimostrare che non è così ci pensa padre Josè Funes, astronomo, gesuita e direttore della Specola Vaticana dal 2006. Con lo spirito critico e l’entusiasmo propri dello scienziato, Funes ha più di una volta espresso il suo interesse per la questione dell’esistenza di vita extraterrestre e la convinzione che una tale eventualità non contrasterebbe con la dottrina cattolica: l’ultima volta pochi anni fa, quando al termine della settimana di studi sull’astrobiologia organizzata dall’Osservatorio ha spiegato che “nonostante l’astrobiologia sia un campo nuovo e un argomento ancora in fase di sviluppo, le domande riguardanti l’origine della vita e la sua esistenza da qualche altra parte nell'universo sono molto interessanti e meritano seria considerazione. Questi interrogativi hanno molte implicazioni filosofiche e teologiche”. Poco più di un anno fa, in un’intervista all’Osservatore Romano, Funes ha sostenuto la possibilità dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo, e che ciò non sarebbe un problema per la sua fede: “Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio [...]. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello” e “sorella”, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione”. Slancio apprezzabile e posizione certamente affascinante: resta qualche dubbio sulla coerenza con la dottrina. Qualcuno, ad esempio, ha già fatto notare che l’unicità della discesa agli inferi di Gesù rende piuttosto problematica la possibilità della redenzione per i fratelli alieni. La soluzione proposta dallo stesso Funes – delle numerose forme di vita nell'universo, soltanto i terrestri si sarebbero macchiati del peccato originale – non sembra così convincente. Far convivere extraterrestri e cristianesimo, insomma, potrebbe non essere facile quanto il gesuita sembra sperare. Continua...al prossimo post!

Fonte:
  1. http://www.focus.it/;
  2. http://pasquale1.wordpress.com/;
  3. http://cristiancontini.blogspot.com/;
  4. http://www.giornalettismo.com/ .

E se non fosse terrestre..? Parte seconda.


(Fonte: Dalla rete)
22 Marzo 2011.

Sono sempre più convinto che l'uomo, ogni singola cellula che compone il suo corpo, ogni singola molecola, ogni singolo atomo, elettrone, neutrone, quark, e così sino all'infinito, sia il frutto di un esperimento di genetica molecolare avvenuto per mano di una civiltà extraterrestre migliaia e migliaia di anni fa. Sono sempre più che convinto che gli dèi dell'antichità ed i miti ad essi collegati abbiano avuto origine da fatti storici sensazionali che i nostri antenati, non riuscendo a spiegarli con le conoscenze del loro tempo, hanno poi tramandato ai posteri sotto forma di religione e di eventi sacri(1). 

Vi raccontavo nel precedete post da me pubblicato in data 20 u.s.  che ci sono tantissime testimonianze archeologiche sul nostro pianeta che corroborano la tesi sostenuta dai teorici e dagli studiosi della teoria dell'antico astronauta, anche se tale teoria non è in generale accettata a livello scientifico-accademico, con alcune eccezioni (un esempio l'astronomo e matematico Josef Allen Hynek), e venga spesso fatta rientrare nel più vasto campo speculativo della controversa pseudo-archeologia o archeologia misteriosa.

Lasciando il complesso archeologico di Carnac, in Francia, ci dirigiamo idealmente a nord, a circa 1600 Km. Ci troviamo così in Scandinavia, patria di una popolazione antica: i Vichinghi.

I Vichinghi fecero la loro comparsa attorno al 700 d.C. e furono il risultato di una fusione tra indoeuropei, celti e popoli orientali. Nella Svezia meridionale abitavano i Gauti (Goti), di origine germanica-slava. La Finlandia era abitata dai Finni, mentre i paesi baltici dai Balti, di origine slava. A sud della Danimarca è presente la Sassonia, abitata dai Sassoni, la Frisia (Belgio e Olanda), il regno Franco, la regione degli Slavi (Polonia); più a sud si identificano i Bulgari.

Il popolo vichingo è passato alla storia per il suo carattere bellicoso, ma sicuramente ha espresso altre caratteristiche. Per quanto riguarda il primo aspetto è evidente che aveva sviluppato un’attività bellica, che lo ha reso invincibile per molti secoli. Non era costituito da un esercito organizzato e regolare. Nel rispetto del costume celtico, tutto era basato sul vigore e la potenza, con strategie molto semplici. Solo negli ultimi anni del loro dominio si sviluppò una regolarità nell'organizzazione dell’esercito, motivata dalla nascita e comparsa delle prime signorie nordiche.

La religione vichinga presenta numerose commistioni con il mondo reale vissuto da questo popolo nordico. Vi sono infatti numerosi riferimenti alla vita quotidiana ed agli elementi naturali che accompagnavano la popolazione. Sicuramente essa ha subito delle influenze celtiche, quindi indoeuropee con origini relative all’area scita-iranica.

I sacerdoti vichinghi, o rusii, erano detti attiba e svolgevano i riti sacrificali durante le cerimonie. Questi avevano luogo all’aperto, in pieno stile celtico, e venivano costituiti da sacrifici animali ed umani, i cui cadaveri erano esposti appesi ad alberi. Questa pianta, che richiamava le pietre megalitiche su cui venivano apposte scritture runiche, rappresentava la continuità tra la terra ed il cielo, luogo di residenza degli dèi.
Il poema Voluspa ci racconta come è avvenuta l’origine del mondo e come era fatto il mondo degli dei. Il primo essere animato a comparire fu il gigante Ymir, nato dallo scontro tra il ghiaccio del mondo settentrionale, detto Niflheim, ed il fuoco del mondo meridionale, detto Muspelheim.
Ymir abitava nella Terra di Nessuno ed ebbe come compagna una mucca, Audumla. Da questi nacque la prima coppia di giganti che ebbero come figlia Bestla. Questa si unì a Bor, nato da Audumla.
Dai due nacquero Odino, Vili e Ve, che uccisero Ymir e fecero il mondo. Con il cranio del gigante fu fatta la volta celeste, con il cervello le nuvole, con il sangue il mare e con la carne e le ossa la terra. Essi andarono ad abitare tra il cielo e gli inferi, nel Midgard (Terra di Mezzo), mentre ai giganti assegnarono l’Utgard (Terra alla Periferia).
Gli dèi risiedevano nell’Asgard, dove c’era una sala enorme, ove si poteva fumare, bere idromele, giocare a scacchi e da cui potevano osservare il mondo. Nella sala inoltre si trovava un enorme frassino che aveva le radici negli inferi e la sommità nel cielo. L’Asgard era unito con il Midgard da un ponte bellissimo.
Gli dèi soffiarono in un albero e nacquero i primi esseri umani: Askr ed Embla, alla cui prole affidarono il mondo.
L’Olimpo nordico, il Valhalla, era continuo teatro di lotta tra due famiglie divine: gli Asen, che detenevano il governo, e i Vanen che avevano guadagnato il rango attraverso le battaglie vinte. Il Valhalla era abitato anche dagli eroi caduti in battaglia e dalle Valchirie, vergini da combattimento e cameriere degli dèi, che proteggevano il regno degli dèi.
Come per i Greci, la mitologia Vichinga parla di esseri soprannaturali, di altri mondi, e di potenti dèi. Ma come per i Romani, è possibile che i miti Vichinghi non si riferiscano a degli dèi diversi ma agli stessi descritti dagli antichi Greci?
Ci sono parecchie somiglianze, infatti, fra la mitologia Greca e quella Scandinava. Molti degli dèi Vichinghi sono praticamente identici. La descrizione del dio Vichingo Odino, dio della guerra, della morte, della conoscenza, e quella di Zeus mostrano similitudini impressionanti. Zeus ed Odino sono entrambi padri del cielo. Viaggiano nel cielo su carri perché sono affini alle divinità del Sole. Chiunque ci sia dietro Zeus o Odino è un'entità divina condivisa da queste culture ed è evidente che chiunque abbia ispirato il mito di Zeus o di Odino, è una persona che in qualche modo ha dato un contributo estremamente importante alla costruzione di entrambe le civiltà; di conseguenza questa entità era sicuramente nota in tutta Europa. I teorici degli antichi alieni sottolineano le straordinarie somiglianze fra le sofisticate armi possedute dagli dei Vichinghi e Greci. Thor era il dio del tuono. Era gigantesco, con una folta criniera di capelli rossi. Quando lanciava il suo martello si sentiva un gran tuono, seguito da un lampo abbagliante e il martello gli ritornava in mano. Amava le lotte e i banchetti ed era sempre alla ricerca di avventure. Thor era anche il dio della legge e della giustizia. In genere era di buon umore, ma andava in collera rapidamente. Gli altri dèi lo avevano in simpatia, ma lo ritenevano poco intelligente e a volte lo prendevano in giro.

Odino dimorava ad Ásgarðr, nel palazzo di Válaskjálf innalzato da lui stesso, dove, seduto sul trono Hliðskjálf, osservava ciò che accadeva in ciascuno dei Nove Mondi. In battaglia brandiva Gungnir, la sua lancia, e cavalcava Sleipnir, il suo destriero a otto zampe, nato da una portentosa unione tra il dio Loki(momentaneamente trasformato in giumenta) e il cavallo Svaðilfœri.

Continua..... al prossimo post!


(1) « Secondo Nathan Söderblom, Rudolf Otto e Mircea Eliade, la religione è per l'uomo la percezione di un "totalmente Altro"; ciò ha come conseguenza un'esperienza del sacro che a sua volta dà luogo a un comportamento sui generis. Questa esperienza, non riconducibile ad altre, caratterizza l'homo religiosus delle diverse culture storiche dell'umanità. In tale prospettiva, ogni religione è inseparabile dall'homo religiosus, poiché essa sottende e traduce la sua Weltanschauung (Georges Dumézil). La religione elabora una spiegazione del destino umano (Geo Widengren ) e conduce a un comportamento che attraverso miti, riti e simboli attualizza l'esperienza del sacro. » (Julien Ries. Le origini, le religioni. Milano, Jaca Book, 1992, pagg.7-23)

Fonte:
  1. http://it.wikipedia.org/wiki/Religione;
  2. http://www.storiafilosofia.it/vichinghi/;
  3. http://www.pinu.it/martello_thor.htm;
  4. http://it.wikipedia.org/wiki/Odino;

Online proposte per i Campi Avventura e Vacanze Natura 2011.




22/03/2011.

Partono le proposte per le vacanze estive, in tutte le regioni e nelle più belle aree naturali italiane. Vacanze sostenibili che coniugano svago, relax e rispetto per l’ambiente, per Bambini, Ragazzi, Adulti e Famiglie. In Sicilia la coop. Palma Nana propone tante mete per tutte le fasce d’età.



CAMPI AVVENTURA, per bambini e ragazzi divisi in fasce di età: 7-11 anni11-14 anni e 15-17 anni, che offrono loro una immersione totale nella natura. I luoghi dei campi sono le più belle aree naturali siciliane: Parco delle Madonie, Parco dell’Etna e dell’Alcantara,Riserva naturale dello Zingaro e Riserva del Belice, Area Marina Isola Egadi e tanto altro ancora. In questi ambienti organizziamo numerose attività di campo in un giusto mix di sport, avventura, ricerca, viaggio ed esplorazione. Tutto questo con una grande attenzione alla sostenibilità dell’ambiente, alla sicurezza e al benessere dei bambini e dei ragazzi.

La vita al campo costituisce un’esperienza di emancipazione per il bambino ed uno scambio di esperienze, permette di acquistare autonomia ma al tempo stesso di sviluppare un forte senso sociale e trovare dei nuovi amici con cui condividere un tratto di vita.

Le VACANZE NATURA sono soggiorni o viaggi naturalistici che coniugano svago, relax e rispetto per l’ambiente rivolte a gruppi di ragazzi UNDER 25ADULTI e FAMIGLIE


Per gruppi di Ragazzi o Adulti organizziamo vacanze e viaggi in natura dalla dimensione più avventurosa che abbinano al piacere della ricerca e della scoperta, la soddisfazione di costruire la vacanza giorno per giorno insieme agli altri partecipanti del gruppo, con l’aiuto di accompagnatori esperti. Le vacanze per Famiglie sono rivolte ai genitori che desiderano dividere con i figli l’interesse per la natura, in una bella esperienza di socializzazione con altre famiglie e di scoperta dell’ambiente naturale.

Il programma vede sia attività che coinvolgono bambini e genitori insieme, sia momenti dedicati ai grandi e ai piccoli separatamente, sempre sotto l’esperta guida degli educatori capaci di far scoprire la natura nel modo più interessante ed approfondito. Un modo sostenibile di passare le vacanze estive a diretto contatto con la natura e lontani dal caos quotidiano delle città.


Una vacanza piena, senza tempi morti, ma senza la fretta di tutti i giorni: dopo un anno passato a rincorrere in tempo, adesso il tempo è tutto a nostra disposizione!

A chi sono rivolte queste vacanze? A chi desidera una vacanza ricca di contenuti, ma lontana dai conformismi della vacanza di massa. A chi trova gratificante mettere in comune con gli altri esperienze, interessi e scelte.


Le parole chiave sono: semplicità e sostenibilità.


Le strutture ricettive sono confortevoli, l’atmosfera è sempre rilassata e familiare, le attività in programma sono interessanti e danno la possibilità di conoscere direttamente la natura e la tradizione del luogo. Tutte le proposte sono fondate sui principi e valori della sostenibilità e del rispetto della biodiversità.

Chi sono gli organizzatori dei campi?
Sono quattro Tour Operator costituiti da persone con gli stessi interessi verso l’Educazione e impegno per l’Ambiente, che molti anni fa hanno deciso di organizzare i Campi Avventura per sperimentare – con successo – l’Educazione Ambientale attiva. Con un lungo percorso di formazione, di ricerca di metodologie, contenuti, luoghi belli e importanti, hanno costruito una solida struttura professionale. Vi sono  4 segreterie con proprie Agenzie di Viaggio e Tour Operator, con una ampia rete di operatori su tutto il territorio, per offrire un servizio capillare e rispondere sempre meglio al continuo aumento di partecipanti.

I Campi Avventura e le Vacanze Natura con marchio WWF contribuiscono allo sviluppo del Turismo Responsabile come proposto dal WWF Italia e quelli con marchio “Save the Children” contribuiscono al progetto “Diritti in Campo” per la tutela dei minori in Italia.

PER TUTTI I DETTAGLI:
www.educazioneambientale.com
PER TUTTE LE PROPOSTE IN ITALIA:
www.campiavventura.it

mercoledì 16 marzo 2011

Pedofilia, maxi operazione tra Ue e Usa: 459 gli indagati, oltre 70 persone arrestate.

16 Marzo 2011. L'indagine è partita dalla polizia postale di Catania, unica città italiana coinvolta nell'operazione. Sono 18 i connazionali coinvolti. E 173 in tutto minori identificati vittime di abusi. A giugno di ogni anno gli iscritti al forum 'La stanza italiana'festeggiavano anche la 'giornata dell'orgoglio pedofilo'. Per saperne di più...


Fonte:

Fukushima, ''radioattività alta''. Elicotteri non possono avvicinarsi. Cannonate d'acqua sul reattore 4.

Immagine dei danni causati dal  terremoto che ha colpito il Giappone, che ha registrato una magnitudo pari a 8,9 gradi della scala Richter, in seguito al quale si è innescato un devastante tsunami che si è abbattuto sulla costa nord orientale del Paese. 

16 Marzo 2011. Nuovo terremoto di magnitudo 6. Nella centrale nucleare di Fukushima altri due incendi. Evacuati per un'ora anche i tecnici. Salta anche la missione degli elicotteri: "Radioattività alta". Per raffreddare il reattore si proverà con un mega-idrante. Parla l'imperatore Akihito : "Profondamente preoccupato". La nube raggiunge anche la capitale. Commissario Ue all'Energia: ''E' una apocalisse. La situazione è fuori controllo''. Per saperne di più...

Fonte:

SPEGNI IL NUCLEARE.

16 Marzo 2011. Il giorno 11 marzo 2011 il mondo è cambiato. Nulla sarà più come prima. Siamo entrati nel post nucleare. Una nuova era in cui non ci sarà più spazio per i deliri dell'energia dell'atomo. Il Giappone si è immolato per noi, certo non volontariamente, ma è ciò che è successo. Se l'incubo nucleare che ci accompagna dal dopoguerra, da Chernobyl a Three Mile Island, cesserà (e cesserà) lo dovremo al sacrificio di milioni di persone in fuga dalla nube di Fukoshima. Un esodo biblico. Neppure immaginabile. Il Giappone rischia di diventare l'isola che non c'è, un luogo dove non si entra e non si esce. Una trappola nucleare. Se persino la portaerei Reagan ha abbandonato la sua missione umanitaria, quali flotte accorreranno in soccorso delle popolazioni del l'Est del Giappone? Le merci giapponesi contaminate non potranno più uscire dal Paese…. [continua]

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martedì 15 marzo 2011

Giovani, l'affitto è ancora un tabù.


15 Marzo 2011.

Tante le iniziative in tutta Italia per facilitare l'accesso alle case degli under 35
Giovani, l'affitto è ancora un tabù
De Angelis, Affitto Assicurato: «Sono i proprietari che devono smuovere il mercato»


Mezza Italia si sta mobilitando per facilitare l'accesso alla prima casa dei giovani le cui difficoltà a uscire dalla casa materna, dall'epoca del "bamboccioni" dell'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, non sono per nulla cambiate. Secondo un'indagine della Cgil, infatti, i due terzi dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 34 anni vivono ancora in famiglia. E le istituzioni, grazie alla spinta dei sindacati, cercano soluzioni. Lo scorso 24 febbraio, a Roma, l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e il ministero per la Gioventù hanno presentato un fondo di 4,5 milioni di euro stanziati per 15 progetti in aree metropolitane che aiutino l'accesso all'affitto per i ragazzi italiani. Ma, se da un lato, questo stanziamento andrà a incidere sulle possibilità nelle grandi aree metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia), dall'altro le municipalità si stanno attrezzando per consentire a quell'80% di ragazzi under 35 che ancora vivono tra le mura della famiglia di potersi rendere autonomi. 
«La situazione per i giovani è particolarmente drammatica -commenta Claudio De Angelis, amministratore unico di Affitto Assicurato, società che eroga polizze assicurative sugli affitti e che sonda il polso del mercato locazioni-. Il mercato non vede i giovani come parti attive. Ne sono quasi completamente esclusi; nonostante l'affitto, fino a una decina d'anni fa, fosse il primo passo di indipendenza per i ragazzi italiani». Secondo l'indagine della Cgil/Sunia, i principali motivi che ostacolano l'uscita dal nucleo di origine sono la mancanza di un lavoro stabile (per il 40% degli intervistati) e non riuscire, a fronte del proprio reddito, a sostenere le spese per un'abitazione in affitto (il restante 40%). A fronte di una crisi così allargata, istituzioni e mercato cercano soluzioni. Come a Bolzano dove, entro la fine dell'anno, saranno consegnati i primi 60 appartamenti con programma "social housing". In tutto, nel solo Alto Adige, dovrebbero essere realizzati secondo il programma, mille alloggi con sistema d'affitto decennale a rotazione. A Bologna è nato il portale "Bologna Homeline", realizzato dal Comune in collaborazione con il Sunia, che permette ai proprietari e agli affittuari di accedere gratuitamente alle informazioni sul mercato affittuario cittadino. In Friuli Venezia Giulia, Regione e sindacati stanno studiando nuove soluzioni perché il voucher messo a punto per facilitare l'accesso alle case si è rivelato poco fruttifero. «Si tratta di iniziative lodevoli -dice ancora De Angelis-, che meritano apprezzamento. Ma il vero nodo della questione è sciogliere le riserve dei proprietari d'immobili. I prodotti a loro disposizione, oggi, sono molteplici e studiati proprio perché si aprano di più al mercato dando anche possibilità ai giovani di uscire da casa e di iniziare a essere indipendenti. Sono loro, i locatori, che devono inserirsi in questi canali senza ricercare sempre il massimo utile con il minimo sforzo. Così facendo, tutti ne trarrebbero vantaggi».


Affitto Assicurato è il nuovo prodotto nato per garantire chi stipula un contratto d’affitto. Ideato da Soldi Sicuri, società di broker specializzata in fideiussioni, Affitto Assicurato protegge i proprietari dai rischi di morosità, di controversie legali lunghe e costose, e di danneggiamenti dell'immobile: la polizza garantisce una copertura assicurativa pari al massimale di 12 mensilità e la copertura legale nel caso di controversie. Gli inquilini non dovranno più versare anticipatamente le prime tre mensilità, ma una sola, che corrisponde al premio assicurativo. Lanciato alla fine di febbraio, Affitto Assicurato ha avuto immediatamente un ottimo riscontro tra le agenzie immobiliari e la società Soldi Sicuri ha studiato anche un progetto di sviluppo franchising che tocchi tutte le province italiane. Il franchising Affitto Assicurato consiste nella cessione e nell'utilizzo del marchio che identifica i prodotti e i servizi forniti. Per diventare consulente affiliato non è richiesta l'apertura di nessun punto vendita, ma sono sufficienti un computer e una connessione internet. L'affiliato dovrà convenzionare le agenzie immobiliari presenti nella propria provincia di esclusiva e monitorare la distribuzione dei prodotti fatta dalle singole agenzie immobiliari. L'investimento iniziale è di 2.500 euro che comprendono la fee d'ingresso, i kit di convenzionamento di 100 agenzie immobiliari, la mailing postale per ulteriori 500 agenzie, l'utilizzo del marchio e il trasferimento del know-how del franchisor. Con la formula "soddisfatti o rimborsati", qualora in sei mesi l'affiliato non sia riuscito a rientrare nell'investimento iniziale, Affitto Assicurato provvederà alla restituzione totale dell'importo versato. Maggiori informazioni: www.affittoassicurato.com.


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Ufficio stampa: Eo Ipso-  Info: Stefano Morelli – Cell. 335.5920810 – Mail. smorelli@eoipso.it

domenica 13 marzo 2011

Calcio, Serie A Tim: Genoa 1 Palermo 0. Cronaca ed highlights della partita.

13 Marzo 2011. Quinta sconfitta consecutiva della nostra amata squadra del cuore che oggi, ahi noi, perde in casa del Grifone per una rete a zero. 
Il cambio tecnico delle scorse settimane deciso dal Presidente, Serse Cosmi al posto di Delio Rossi, non sembra aver giovato agli undici rosanero i quali, benché oggi abbiano disputato una discreta partita lontano dalle mura amiche e dimostrato di essersi scrollato di dosso la pesante sconfitta per sette reti a zero maturata in casa contro l'Udinese, devono arrendersi ai rossoblu allenati dall'ex tecnico Ballardini passati in vantaggio al 77' con un gol di Floro Flores. 
Serse Cosmi cambia modulo e schiera un inedito 3-4-1-2 con una difesa formata dal trio  Munoz, Bovo, Migliaccio,  centrocampo con  Balzaretti, Nocerino, Bacinovic, Cassani, davanti a quali Javier Pastore che avrebbe dovuto rifornire giocate al terminale offensivo formato dal duo Miccoli - Hernandez. Ho usato il condizionale, ahi noi, in quanto il talento argentino è parso per lunghi tratti della gara assente e lontano dall'essere quel talento che aveva strabiliato il popolo rosanero nei mesi scorsi, corroborando la tesi di quanti sostengono che il Palermo, in questi ultimi tempi, ha ottenuto pochissimo in campionato in quanto sono venuti a mancare i suoi uomini più rappresentativi; Pastore ha giocato un opaco primo tempo e gran parte del secondo tempo sotto tono. Pastore solo in due occasioni, un tiro parato dall'estremo difensore rossoblu e calciato al volo dall'argentino, ed un eccellente assist a favore di Pinilla, subentrato nel secondo tempo al posto di Miccoli, poi sciupato clamorosamente dallo stesso Pinilla che ha spedito sugli spalti una ghiotta palla gol per ottenere il pareggio, ha dimostrato di essere quel fuoriclasse che in tanti avrebbero voluto acquistare nelle ultime sessione di calciomercato.
Inizio tambureggiante del Genoa che al 1' si rende pericoloso con Palacio. Il Palermo si avvicina alla porta avversaria solo al 5' con Fabrizio Miccoli che batte a rete da fuori area su assist di Cassani. Al 7' cambio in casa rosanero. Mattia Cassani esce per infortunio e al suo posto subentra Darmian. Al 14' Genoa vicino al gol con Palacio,servito abilmente da Floro Flores, che si vede respingere la sua conclusione a rete da un ottimo Sirigu. Il Palermo dopo i primi minuti di gioco sembra avere in mano la partita e cerca di costruire con la sua solita manovra delle azioni degne di nota. Al 33' tiro di Hernandez respinto. Al 39' il Genoa ci prova con Floro Flores con un tiro di destro dalla sinistra dell'area piccola che esce di molto sulla sinistra. Il primo tempo si conclude sul punteggio di zero a zero. Inizia il secondo tempo. Al 48' Floro Flores prova a concludere a rete  con un tiro di destro da  fuori area ma il tiro viene parato dall'estremo difensore rosanero. Pochi secondi dopo è il Palermo a farsi pericoloso con Hernandez che conclude a rete con un tiro di sinistro da fuori area che termina di poco a lato della porta avversaria. Al 55' esce Fabrizio Miccoli e al suo posto subentra Ilicic. Al 59' gara sospesa momentaneamente per infortunio di Dainelli. Al 61' il portiere del Genoa neutralizza un tiro da fuori area di Javier Pastore indirizzato all'angolino sinistro della porta avversaria. Al 63' Sirigu respinge  un colpo di testa di Konko. Al 76' Darmian respinge di testa sulla traversa della porta difesa da Sirigu  sfiorando un clamoroso autogol; pochi istanti dopo, al 77' ,Genoa in vantaggio con Floro Flores che insacca in rete da breve distanza con un tap-in semplice semplice a seguito di una respinta di Sirigu, con la difesa del Palermo ferma, a conclusione di un'azione viziata da un fallo di mani di un giocatore avversario e da una posizione di fuorigioco di  Palacio.
All'82' esce Hernandez ed al suo posto entra Pinilla. Passano pochi secondi e Pinilla sciupa una ghiotta occasione per pareggiare mentre si trova da solo davanti ad Eduardo, dopo essere stato servito magistralmente da Javier Pastore che imbambola la difesa del Genoa, e spedendo la palla in gradinata. All'85' ammonito Bovo per un fallo di ostruzione su un avversario a limite dell'area rosanero. All'88' esce Floro Flores e al suo posto entra Mauro Boselli. Al  94' bordata di Bovo  su punizione calciata da 25 metri dalla porta avversaria, ma la palla supera di poco la traversa della porta difesa da Eduardo. Pochi istanti dopo l'arbitro Andrea Romeo fischia la fine della partita. Il Palermo esce sconfitto da Marassi ma consapevole che giocando così potrà quanto prima ottenere dei buoni risultati in campionato.





La frase di oggi.

13 Marzo 2011.

"La cosa più importante per una donna, dopo il suo talento, è il suo parrucchiere."


Joan Crawford

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