Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






ULTIME NEWS DAL BLOG Sicilia, la terra del sole.


Allo scoperta del Parco Archeologico di Segesta (TP).
I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...
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Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio.
ControcorrEndo: Storia di una rinascita, il libro sull’endometriosi di Vania Mento.
Dreams Hotel, il nuovo romanzo di Raffaella Dellea.
The Funeral Party, l'ultimo libro di Francesco Piazza per Pondera Verborum.



mercoledì 31 luglio 2024

Il sangue non mente, il nuovo romanzo di Umberto Segato, edito da LFA Publisher.

 


“Cari amici di un tempo, di adesso e, si spera, futuri, è uscito il mio romanzo dal titolo Il sangue non mente (titolo ambiguo come i personaggi che lo illustrano) per la Casa Editrice LFA Publisher, che ha ritenuto l’opera degna di frequentare i banchi delle librerie IBS, Mondadori, Feltrinelli, Amazon.

Questo non è (solo) un invito ad acquistare il romanzo, ma l’orgoglioso annuncio di una performance portata a termine con successo da un quasi novantaduenne (il 31 agosto), riguardante un testo di più di 200 pagine, ben scritto, ricco di personaggi “a tutto tondo”, di precise descrizioni, con una trama che invoglia a proseguire la lettura anche se si è a letto pieni di sonno. Leggete e fatelo leggere (soprattutto in famiglia): vi svela verità che, di solito, si tengono nascoste".

 

Umberto Segato

 

Sinossi

 

C’è un’eredità e, ovviamente, ci sono aspettative. Ma c’è anche la volontà del ‘Vecchio’, per il quale tutto ciò che ha accumulato (dal nulla) è frutto del suo ‘sangue’.
Gli eredi sono due cugini: un maschio, il suo braccio destro nelle poco nobili imprese, e una giovane femmina di nobili natali e vita turbolenta.
Il Vecchio, però, non vuole lasciare tutto a nessuno dei due. Non al maschio, che considera di ‘sangue’ debole, né alla femmina, che definisce (per le sue tendenze omosessuali) ‘merce avariata’.
Così propone al nipote di sposare la figlia di una sua vecchia amante; figlia che, malgrado le insistenze della madre, non ha mai voluto riconoscere come sua.

 


Umberto Segato biografia

 

Umberto Segato (Mira, 1932) è un giornalista, scrittore e poeta italiano.
Giornalista per “Il Giorno” e successivamente, in televisione inviato per il TG2 Rai, curatore di Medicina Trentatré (rubrica medica a carattere scientifico del TG2) e firma varie inchieste per il settimanale Tg2 Dossier.

 

Ha pubblicato varie raccolte di poesia, tra cui: Non arriva nessuno (1962), Viaggio a vista (1992, Premio “Cesare Pavese"), Specchio in uno specchio riflesso (1999, nella rosa dei Premi Alfonso Gatto, Città di Marineo, Metauro e Viareggio) Versi scabri (2011).
Inoltre, ha pubblicato i romanzi: I luoghi e il tempo (1988, Premio “Città di Benevento”), Candida (2015), Eredità o la colpa di Serena" (2017), Racconti dal passato (2018), Come un'oliva infilzata (2022).

Il romanzo Il sangue non mente è disponibile nelle migliori librerie e store online.
Link d’acquisto Amazon:
https://amzn.to/46tqaSz

 

 

La strategia di comunicazione dell’autore Umberto Segato è affidata a Sara Servizi Editoriali.

 

 

Sara Servizi Editoriali

Addetta Stampa - Promozione

Web: https://www.saraservizieditoriali.it/

giovedì 4 luglio 2024

Nasce Iris e Periplo Nerd: il nuovo blog per gli appassionati di Cultura Pop e Vintage


Siamo entusiasti di presentarvi Iris e Periplo Nerd, il nuovo blog nato dalla collaborazione con il rinomato sito di viaggi Iris e Periplo Travel.

Questa nuova piattaforma è dedicata a tutti gli appassionati della cultura pop e vintage degli anni '70, '80 e '90.

Iris e Periplo Nerd si propone di essere il punto di riferimento per chi vuole rivivere le emozioni della propria infanzia e giovinezza attraverso articoli approfonditi e contenuti multimediali su temi come robottoni giapponesi, retrogames, cartoni animati, anime e manga.

 

Sul blog e sulle pagine social dedicate, potrete viaggiare nel tempo e riscoprire quei personaggi e quelle storie che hanno segnato un'epoca e che continuano a far parte della nostra vita quotidiana.
Ogni post è pensato per trasportarvi in un mondo fatto di nostalgia e passione, dove i ricordi diventano vivi e attuali.

Unitevi a noi in questa avventura e seguite Iris e Periplo Nerd per non perdervi neanche un aggiornamento.
Siamo pronti a condividere con voi le nostre conoscenze, curiosità e aneddoti su tutto ciò che ha reso unici quegli anni.

In più, Iris e Periplo Nerd apre le porte alla rubrica "Intervista il Nerd"!
Se siete appassionati di cultura pop e vintage e desiderate raccontare la vostra storia, scriveteci una mail e presentatevi. Le interviste saranno scritte e pubblicate settimanalmente sul nostro blog.
Non vediamo l'ora di conoscervi!

 

Contatti

 

E-mail: salghero@iriseperiplonerd.com

Sito Web: https://www.iriseperiplonerd.com/

Instagram: https://www.instagram.com/iriseperiplonerd/

Facebook: https://www.facebook.com/iriseperiplonerdblog

TikTok: https://www.tiktok.com/@iriseperiplotravelenerd

 

 

La strategia di comunicazione per Iris e Periplo Nerd è affidata a Sara Servizi Editoriali.

www.saraservizieditoriali.it

ufficiostampa@saraservizieditoriali.it

 

sabato 8 giugno 2024

Salina, il futuro sostenibile nella nuova Area marina protetta.

 

I vantaggi per i pescatori con i mestieri innovativi

e il turismo sostenibile favorito dal nuovo porto di Malfa

Geotermia, Saipem: “Siamo interessati alla decarbonizzazione delle piccole isole”.


Malfa (Isola di Salina), 7 giugno 2024 – Il tema del futuro di Salina con la pesca sostenibile al centro, oggi, del “Blue Day”, la giornata conclusiva dei “Green Salina Energy Days” organizzati a Malfa dall’Associazione “Isole sostenibili”. Il vicesindaco e assessore al Mare di Malfa, Giuseppe Siracusano, ha annunciato che, dopo l’approvazione da parte dei tre sindaci dell’isola, il progetto dell’istituzione dell’Area marina protetta di Salina si trova ora al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, “che a breve . ha detto Siracusano – per le notizie che abbiamo, dovrebbe incaricare l’Ispra di effettuare gli studi sull’impatto sociale, economico e ambientale dell’Area marina protetta. Un progetto – ha sottolineato – che non è calato dall’alto, ma che è stato condiviso con favore dai cittadini e, soprattutto, dai pescatori”.

Giulia Visconti, direttrice della vicina Area marina protetta di Capo Milazzo, ha portato ad esempio i positivi risultati di un’esperienza di quasi cinque anni: “Qui – ha riferito Visconti – grazie alla governance condivisa e alla partecipazione attiva degli addetti ai lavori, il sistema adottato di pesca sostenibile ha consentito ai 14 pescatori professionisti dell’Area marina di proseguire con soddisfazione la propria attività. Il prossimo passo – ha aggiunto – sarà quello di sfruttare le opportunità dei fondi europei Feampa per incentivare le nuove generazioni a investire in questo tipo di attività”.

Attorno all’Area marina protetta di Salina c’è un progetto integrato di turismo sostenibile delle Eolie portato avanti dal sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, e condiviso dai tre sindaci di Salina. E proprio qui ci potranno essere le maggiori opportunità di sviluppo e di occupazione, grazie ai progetti del Comune di Malfa, come ha evidenziato la sindaca, Clara Rametta: “L’entrata in funzione del nuovo porto a conclusione dei lavori in corso, la sistemazione del territorio di Punta Scario, la pulizia dei sentieri della riserva terrestre consentiranno di attivare percorsi di turismo sostenibile attorno all’Area marina protetta che richiameranno turisti anche in bassa stagione e potranno offrire ai pescatori come a tanti giovani la possibilità di integrare le proprie attività con mestieri innovativi”.

Antonio Randazzo, pescatore di Salina, auspica che l’Area marina protetta possa risolvere i problemi che rendono ormai insostenibile l’attività di pesca: “Gli alti costi del gasolio, le ferree limitazioni imposte dalle norme europee e nazionali e, soprattutto, la concorrenza dei grandi pescherecci stranieri che saccheggiano gli oceani, congelano il pesce e lo vendono a commercianti e ristoratori delle Eolie a basso prezzo. Così non ce la possiamo fare più e i giovani non vedono prospettive in questo mestiere. Serve creare un sistema che ci tuteli e che ci metta nelle condizioni di competere alla pari, ma offrendo la più elevata qualità del prodotto locale fresco”.

Sulla geotermia, Filippo Abbà, Chief Technology&Innovation Officer di Saipem, ha illustrato le strategie della società. “Saipem, nel suo percorso di ricerca di innovazione, ha deciso di puntare sulla geotermia, in linea con il piano di rafforzamento del nostro ruolo nella transizione energetica. La geotermia onshore e offshore, sia tradizionale che non convenzionale, richiede l'utilizzo di tecnologie, asset e competenze vicine al nostro core business e rappresenta un naturale sbocco tecnologico per i nostri mezzi e le nostre risorse tecniche. Siamo interessati – ha spiegato il manager – all’energia geotermica applicata al settore offshore, ai sistemi geotermici non convenzionali inclusi quelli di accumulo di calore sotterraneo, all'integrazione della geotermia con la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica e alla decarbonizzazione delle piccole isole. In particolare, con l’applicazione della geotermia alla cattura dell’anidride carbonica, come recentemente evidenziato anche dall'International Energy Agency, si riducono ulteriormente le emissioni. Saipem è, infatti, un attore importante nella catena del valore della CCS e la nostra soluzione tecnologica proprietaria Bluenzyme, basata su un innovativo processo enzimatico di cattura della CO2, ha tra i principali vantaggi proprio l’integrazione con l'energia geotermica con l’effetto di aumentare i benefici della cattura stessa”.

Il presidente e il vicepresidente dell’associazione “Isole sostenibili”, rispettivamente Filippo Martines e Francesco Cappello, hanno concluso: “La settima edizione dei ‘Green Salina Energy Days’ ha consegnato alle comunità e alle amministrazioni delle Eolie notevoli passi in avanti verso l’obiettivo del 100% green entro il 2030. Lavoreremo sui progetti messi a punto quest’anno per decarbonizzare la produzione di energia, i servizi idrici e la pesca, e contiamo di organizzare diversi eventi da qui a un anno per coinvolgere ancora di più gli abitanti e aiutarli a utilizzare le tante opportunità e gli incentivi che la transizione ecologica mettono a disposizione. Ringraziamo la sindaca di Malfa, Clara Rametta, e i sindaci di Santa Marina Salina, Domenico Arabia, di Leni, Giacomo Montecristo, e di Lipari, Riccardo Gullo, perché sono tutti fortemente impegnati assieme alle loro amministrazioni in questo sforzo, avendo scelto la transizione in tutte le sue forme come percorso per assicurare un futuro sostenibile all’arcipelago eoliano”.

 

Ufficio stampa: 

Michele Guccione 

mercoledì 5 giugno 2024

L'eroina a Palermo negli anni Ottanta del Novecento - "Che cosa scrivo adesso?" - di Francesco Toscano. Tre.

 


Tre.

 

“Si fa di eroina!”

“Che significa?” risposi, da innocente qual ero, giacché ancora un bambino non corrotto dalla vita, a mio cugino, mio omonimo, che aveva qualche anno più di me e con il quale, spesso, mi trovavo a confrontarmi circa le dinamiche del territorio in cui vivevamo. Mio cugino, con quell’esternazione, si riferiva ad Aldo, un ragazzo che come noi abitava nel quartiere in cui siamo cresciuti. Era da poco arrivato l’inverno, portando con sé tutti i malanni di quella tormentata stagione. Io, come sempre, ero influenzato, con il moccio perennemente sul naso che non riuscivo a pulire come avrei dovuto fare. Mia madre me lo diceva spesso, ma io la ignoravo: punto! Aldo abitava a pochi metri dalla palazzina a due piani in cui io abitavo allora con la mia famiglia. Aveva dei fratelli, più piccoli, con i quali, ricordo, egli non andava per niente d’accordo. Forse per via della roba che si iniettava in vena e che lo rendeva, spesso, una larva umana. Di Aldo non ricordo molto. Seppi, molti anni più avanti, che egli morì, per colpa della sua tossicodipendenza, di overdose da eroina un funesto giorno di fine agosto 1990 a Bologna, città dove si era trasferito con la famiglia. Aveva poco più che venticinque anni Aldo quando esalò l’ultimo respiro. L’eroina non era solo la droga che aveva ucciso Aldo, ma quella che andava di moda fra i ragazzi degli anni Ottanta per sballarsi e distaccarsi dalla realtà che li circondava. Una droga che, spesso, così come tutte le altre in commercio, facevano perdere il senso della realtà e il significato vero della vita. La droga per curare il malessere che tormenta l’anima, dicevano. L’ “Epidemia di morti da droga”, l’effetto che ne scaturì. Credo che questa fosse solo una frase di circostanza, detta fuori dai denti da taluni perbenisti solo per minimizzare il reale numero di perdite di vite umane fra i giovani miei coetanei. Essi cadevano come in una guerra di trincea, giorno dopo giorno, vittime di un destino a loro beffardo. A Palermo vi erano delle raffinerie di eroina che erano, a detta di tanti, fra le più importante del mezzogiorno d’Italia e che riforniva non solo il capoluogo siciliano, ma anche altre aree geografiche della Sicilia, il Continente, e anche alcune città degli Stati Uniti d’America, New York fra tutte. Palermo era diventata negli anni Ottanta del Novecento uno dei centri di produzione di eroina più importanti al mondo. Palermo si era arricchita con l’eroina. Palermo non era più la stessa città di sempre, ovvero quella città sorniona, spesso raccontata sui libri di scuola come elitaria per alcuni brevi periodi della sua storia millenaria, ma una competitor di New York, la città che non dorme mai. La mafia di allora si arricchì in maniera spropositata, rinvestendo, a detta di tanti, i capitali frutto del lucroso narcotraffico nell’edilizia speculativa che portò al cosiddetto “Sacco di Palermo”. Nel 1982 sarà scoperta una quarta raffineria a Palermo, in via Messina Marine. Ciascuna di esse produceva 50 kg di eroina a settimana. Da talune inchieste degli anni Sessanta risulta che la mafia siciliana sarebbe stata “la principale artefice del contrabbando di stupefacenti diretto dalla mafia statunitense” (Commissione antimafia 1976, p. 459). La morfina, che poi veniva raffinata nei laboratori siciliani, proveniva dalla Turchia e poi dal "triangolo d'oro", zona montuosa al confine fra la Tailandia, il Laos e il Myanmar. Salvatore CONTORNO, collaboratore di giustizia, già fedelissimo di Stefano BONTATE, su questo losco traffico riferì molti dettagli alla Magistratura inquirente del tempo e in particolare al Giudice Giovanni FALCONE che ne raccolse per primo le sue dichiarazioni, poi confluite nel Maxi Processo di Palermo; le dichiarazioni di CONTORNO avrebbero costituito un’ulteriore conferma a quelle di Tommaso BUSCETTA, consentendo al Giudice Istruttore di Palermo nel mese di Ottobre dell’Ottantaquattro di emettere 366 ordini di custodia cautelare: tale blitz passo alla storia come “il blitz di San Michele”. L’operazione di polizia giudiziaria ebbe vasta eco mediatica, stupendo non solo l’Italia, ma il mondo intero. Quel giorno circa i due terzi dei soggetti ricercati vennero tratti in arresto. Di quel periodo ho dei ricordi frammentati. Recentemente ho rivisto su Youtube[1] alcune passaggi salienti del Maxi Processo di Palermo[2] e mi sono documentato su quanto accaduto in quegli anni nefasti anche attraverso la visione di alcuni film, di nicchia, che oggi è possibile vedere su alcune piattaforme di streaming.

 

martedì 4 giugno 2024

Con la geotermia offshore delle Eolie si potrebbe in teoria dare energia a tutta l’Europa.

 

Studi, progetti e fondi disponibili al centro dei “Green Salina Energy Days”.

Appuntamento a Malfa dal 5 al 7 giugno.


Palermo, 3 giugno 2024 – La geotermia è, tra le rinnovabili, la fonte più efficiente ed affidabile, sia per le elevate temperature sia perché è attiva in modo costante h24. Però l’Italia, pur essendo stata tra i primi Paesi al mondo a sfruttare la geotermia, oggi la utilizza per coprire meno del 3% del proprio fabbisogno di energia. Tant’è che il programma “RePoweEU” finanziato dall’Unione europea ha fra i suoi obiettivi quello di triplicare l’utilizzo di questa fonte entro il 2030.

Obiettivo che sarebbe facilmente raggiungibile realizzando impianti di geotermia offshore attorno all’arcipelago delle Eolie, dove da anni gli esperti studiano il “Marsili”, il più grande vulcano sottomarino d’Europa che, secondo alcuni calcoli, potrebbe generare la produzione di circa 4 TWh di energia l’anno.

In più, in base ad alcuni recenti studi, l’intera area sottomarina attorno alle Eolie e quella del Tirreno meridionale, estese circa 3mila kmq complessivi, presentano una molteplicità di fonti vulcaniche per una potenzialità teorica geotermica di 30 MWe per kmq. Quindi, in linea attualmente del tutto teorica, sfruttando con le moderne tecnologie tutte le fonti presenti su questi fondali, si potrebbe arrivare ad una produzione annua pari a 630 TWh l’anno, in grado di soddisfare il fabbisogno di 156 milioni di famiglie, cioè quasi il totale di quelle europee, che sono circa 200 milioni.

Sfruttare l’intera superficie sottomarina del Tirreno meridionale appare certamente impossibile, considerate la generalità della stima, le grandi complicazioni tecniche e tecnologiche e le importanti implicazioni ambientali; tuttavia, sarebbe utile quanto meno cominciarne lo sfruttamento, ai fini del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda al 2030.

Ed è per questo che alle grandi potenzialità concrete della geotermia delle Eolie, agli studi, ai progetti e ai fondi disponibili sarà dedicata l’intera seconda giornata dei “Green Salina Energy Days” organizzati dall’associazione “Isole Sostenibili” dal 5 al 7 giugno presso l’auditorium di Malfa, con la partecipazione di Regione siciliana, Enea, Marevivo, Ati Messina e Patto dei sindaci e il contributo, fra gli altri, di Ance Sicilia.

La giornata del 6 giugno sulla geotermia, coordinata da Franco Italiano della Athanor Geotech,  vedrà la partecipazione, fra i numerosi esperti del settore, di Marit Brommer, Ceo della International Geothermal Association; di Giulia Cittadini, Policy Advisor dell’European Geothermal Energy Council; di Bruno Della Vedova, presidente dell’Unione geotermica italiana; di Fausto Batini, presidente della Rete geotermica italiana; di Fabio Di Felice dell’Ingv-Inventario delle risorse geotermiche delle Isole Eolie; dei quattro Comuni dell’arcipelago; e dei rappresentati di diverse aziende energetiche italiane ed estere, fra le quali Saipem.

Proprio con gli esperti e le società energetiche, l’associazione “Isole sostenibili”, che ha inserito la geotermia nell’Agenda per la transizione energetica delle Eolie al 2030, con il presidente Filippo Martines e il vice Francesco Cappello, già responsabile dei Laboratori Enea del Sud Italia, farà il punto sulle iniziative già in atto e solleciterà l’attivazione di nuovi progetti di ricerca sul solco delle indicazioni del “RePowerEU” e del Piano nazionale per la geotermia del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.


Fonte: Ufficio stampa Michele Guccione


lunedì 3 giugno 2024

Praxis edizioni presenta “Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” di Ivan Cavallari.

 


La prestigiosa casa editrice Praxis Edizioni è lieta di annunciare la pubblicazione della nuova opera letteraria di Ivan Cavallari.

“Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” è un’affascinante fiction letteraria in dodici atti, che arricchisce ulteriormente il panorama della letteratura contemporanea.

 

Non è solo una storia da leggere, ma un'esperienza da vivere, un viaggio attraverso le emozioni che solo la grande letteratura può offrire.

L’autore intreccia in modo sublime elementi di realtà e fantasia, trasportando il lettore in un mondo dove la vita e l’arte si fondono in un racconto unico ed emozionante.

 

"Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario" rappresenta una lettura imperdibile per chi desidera immergersi in un racconto avvincente e ricco di significato, con un finale “A sipario chiuso” da non perdere!

 

Sinossi del libro

 

L’autore con quest’Opera intende rappresentare le complessità del passato, del presente e del futuro.
Prendono corpo storie imprevedibili, racchiuse nella nebulosità dei sogni e dei fantasmi del passato.


Lucignolo sotto mentite spoglie Gaspare della Mora è il protagonista di questa fiction letteraria in cui l’autore, lungo dodici scene, conduce i lettori attraverso un viaggio immaginario.
Non mancano intricati colpi di scena, come l’improvviso cambio di nome in Federico del protagonista, lutti inattesi, amori velati e trasgressioni.
Arricchisce l’opera, inoltre, un originale post-scriptum sotto forma di omaggio all’amicizia del personaggio chiave.

 


Ivan Cavallari, biografia

 

Ivan cavallari, bolzanino classe 1964, dopo una lunga carriera di ballerino professionista e coreografo, oggi riveste il prestigioso ruolo di Direttore artistico del “Les Grands Ballet Canadien” a Montreal.
Da qualche tempo si dedica con passione anche alla nobile arte della scrittura.

La fiction letteraria “Scenari sinfonici su un palcoscenico immaginario” di Iva Cavallari, edito da Prixas Edizioni, è disponibile su

Praxis Edizioni Verlag, dal 1980, si dedica con passione alla promozione della cultura, convinta che essa debba essere accessibile a tutti.
Specializzata nella pubblicazione di libri e nell'editing, la casa editrice si impegna a offrire opere di qualità che arricchiscano il panorama letterario.

La strategia di comunicazione della casa editrice è affidata a Sara Servizi Editoriali.

 

 

Sara Servizi Editoriali

Addetta Stampa - Promozione

Web: https://www.saraservizieditoriali.it/

Contatto: info@saraservizieditoriali.it

 

 

 

venerdì 31 maggio 2024

“Ù sai a cu ammazzaru steinnata?” - "Che cosa scrivo adesso?" - Di Francesco Toscano. Due.

 

La spiaggia di Romagnolo, Palermo


Due.

 

La via Messina Marine è da sempre stata una arteria stradale di assoluta importanza strategica e di collegamento fra il centro storico di Palermo e taluni Comuni della omonima provincia. Fra di loro ve ne sono alcuni che, posti a sud-est del territorio del capoluogo, spiccano per la loro grandezza e importanza storica: ricordo, in particolare, i Comuni di Villabate, sede di un rinomato mercato ortofrutticolo, e di Ficarazzi, nome di origine araba (Fakarazz è per l’appunto il nome arabo di Ficarazzi, dal significato di «eccellente»), posto presso la foce del fiume Eleuterio, solo per citarne alcuni. Perennemente congestionata dal traffico veicolare, specialmente nelle ore di punta, la Via Messina Marine consente, fra l’altro, ai mezzi pesanti, del collaudato trasporto su gomma, che sbarcano al Porto di Palermo nelle prime ore del giorno, provenienti dal Continente, di dirigersi sia presso la zona industriale Brancaccio, che in direzione dell’Autostrada Palermo – Messina – Catania, la meglio nota A20/E90. Varcata la via Ponte di Mare, strada in cui insiste un ponte cittadino poco conosciuto che scavalca il fiume Oreto, nel punto in cui finisce il percorso fluviale sfociando nel mar Tirreno, superati lo Stand Florio o “Locanda del tiro a piccione”, il solarium “Vittorio Emanuele III”, oltre che l’odierno Ospedale Buccheri – La Ferla, inizia quel tratto di arenile in cui i panormiti dell’Ottocento, inizio Novecento, usufruivano di uno dei tanti varchi al mare e del tanto decantato e agognato stabilimento balneare pubblico denominato “Bagni della salute”[1]; esso, mi hanno sempre raccontato, era ubicato in seno alla contrada che nel 1928 era denominata dai palermitani lo “Sperone”, denominazione che non è mai cambiata nel corso di tutti questi anni; poco prima di raggiungere detto stabilimento balneare, sorgevano, sino alla fine degli anni Settanta - inizio anni Ottanta del secolo scorso, gli stabilimenti balneari pubblici denominati Bagni TRIESTE-VIRZI e DELIZIA-PETRUCCI. Da bambino ricordo che mio padre mi portava spesso in spiaggia, presso uno dei due stabilimenti balneari il cui varco di accesso principale era prospiciente la via G. ALAGNA, arteria stradale in cui risiedevo e giocavo da bambino. Il mare blu cobalto che si poteva ammirare all’epoca e la presenza di tanti molluschi e pesci che abboccavano a ridosso del bagnasciuga (mio padre, ricordo, era solito utilizzare un rezzaglio da pesca per l’occasione), era sinonimo della pulizia e della salubrità delle acque (poi inquinatesi in seguito ai continui sversamenti delle acque reflue, delle acque nere, provenienti dagli insediamenti abitativi e dai grossi casamenti in cemento armato edificati nei quartieri Romagnolo e Sperone, oltre che dalla presenza del collettore/oleodotto per lo sversamento/instradamento degli idrocarburi, già depositati all’interno delle stive delle petroliere di media stazza che, dopo aver gettato l’ancora in mare, si agganciano ad esso per liberarsi del loro prezioso liquido: questo, successivamente, sarà poi stoccato nel vicino deposito per idrocarburi dell’AGIP). Nei pressi dell’attuale albergo Villa D’Amato, ricordo, era ubicata la scuola dell’infanzia da me frequentata; di quel periodo della mia vita ho ancora oggi un vivido ricordo: in particolare, mi sovviene in mente l’odore che esalava da quel paniere in vimini che mamma mi consegnava la mattina perché io potessi consumare le merende in esso contenute.

Negli anni Ottanta del secolo scorso, purtroppo, questo tratto viario di assoluta importanza per Palermo passò alla ribalta della cronaca nera dell’epoca per l’omicidio, di stampo mafioso, dei signori PERLONGO e FIORELLINO, detto “ù ciuriddu” e di altri personaggi di cui, al momento, non ho memoria.

Il primo venne assassinato all’interno dell’area di servizio di un distributore di carburanti, uno dei tanti presenti a ridosso di detta via; l’altro, più anziano di PERLONGO, mentre era seduto su una sedia a sdraio, la cosiddetta “durmusa”, che questi aveva aperto, per la sua siesta pomeridiana, nei pressi della scalinata della Chiesa San Giovanni Bosco e poco distante dai Bagni DELIZIA - PETRUCCI. 

Del primo e del secondo assassinio di mafia ne venni a conoscenza per averlo appreso de relato; del secondo omicidio di stampo mafioso in danno della persona agnominata “ù ciuriddu”, che avvenne quando io ero poco più che un ragazzo, ricordo che ne rimasi più impressionato, sia per le modalità di azione del gruppo criminale che fece fuoco sul quel povero corpo martoriato, sia per la particolare scelta del commando di fuoco di porre fine alla vita di quell’uomo nel luogo in cui questi spesso si recava per giocare a carte con altri suoi coetanei. Poi, ne rimasi impresso perché quel luogo in cui si consumò quell’efferato delitto era ubicato nei pressi del litorale da me frequentato sin da bambino, unitamente ai miei genitori e fratelli, ove giocavo, ridevo, scherzavo, ero felice. Quel medesimo luogo, purtroppo, oggi l’inquinamento cittadino lo ha reso impraticabile alla balneazione. All’epoca dei fatti, come tutti i bambini del quartiere, del resto, io apprendevo degli omicidi di stampo mafioso che man mano si consumavano a Palermo solo quando facevo rientro a casa, per pranzare o per cenare con gli altri componenti il mio nucleo familiare. A tavola, spesso, si esordiva dicendo:

 - “...ù sai a cu ammazzaru steinnata?

- “A cu?”; di seguito venivano raccontati, dai familiari che ne avevano avuto contezza, gli orrori che Cosa Nostra aveva commesso quel giorno a Palermo, con dovizia di particolari, non sdegnando di raccontare ai commensali circa le modalità dell’azione criminosa compiuta dal commando di fuoco, oltre che dei particolari legami parentali di questo o di quell’uomo ucciso con dei soggetti che alcuni di noi, per svariati motivi, avevano conosciuto o frequentato.

sabato 18 maggio 2024

"Che cosa scrivo adesso?"

 

 

 

 




 

“Che cosa scrivo adesso?”

Di Francesco Toscano


 

Premessa.

 

“Che cosa scrivo adesso?”

È l’idea, ovvero la domanda, che più spesso mi è balenata in testa in quest’ultimo periodo di tempo, ma alla quale non sono stato in grado di dare una risposta esaustiva. Eppure, così come mi ha detto qualcuno in passato, la fantasia non mi manca e non mi è mai mancata. Ma adesso non è un problema di fantasia: è un problema di stress psico-fisico! Per quello, ahimè, non ho, al momento, un rimedio efficace.

Ma, bando alle ciance, vorrei oggi raccontarvi una storia, una vicenda contraddistinta da mille e più sfaccettature, che ho da sempre sperato e sognato di scrivere.

È la storia di taluni ragazzi cresciuti nel quartiere Brancaccio di Palermo, proprio come me.

Un quartiere, quello di Brancaccio, posto a sud-est del capoluogo siciliano; uno tra i più popolosi e popolari, fra l’altro, della mia città natia che è passato alla ribalta della cronaca nera per omicidi di mafia efferati.

Negli anni Settanta del secolo scorso, quando ero un bambino, gran parte del quartiere era ricco di appezzamenti di terreno coltivati ad ortaggi: per lo più cavolfiori e asparagi, finocchi e patate e, talvolta, anche piantumato con qualche vitigno autoctono e qualche agrumeto.

Via Giacomo ALAGNA, l’arteria stradale dove sono cresciuto, giocando per strada con altri miei coetanei, era ricca di appezzamenti di terreno coltivati in tal guisa; vi era, ricordo, anche una fabbrica, dismessa ormai da anni, sorta ai primi del Novecento, per la distillazione dell’olio di colza: opificio industriale che i vecchi chiamavano “a fabbrica ò nuzzo (o nuozzo)”.

All’epoca dei fatti, così come lo è oggi, detta via era delimitata a nord dalla via Messina Marine, mentre a sud dalla via S. 35, oggi via Padre Giuseppe PUGLISI, il prete cattolico ucciso dalla mafia negli anni Ottanta del secolo scorso, il cui appartamento, oggi adibito a casa museo, era posto a breve distanza da quell’ampio stradone; a ridosso di questa strada, su cui oggi sfreccia “Genio”, il tram della linea 1 dell’AMAT, sorgeva e sorge la scuola elementare Nazario Sauro: il circolo didattico da me frequentato da bambino; essa, poi, era ed è intersecata a sinistra, per qui guarda in direzione del mare, dalla via CARLOTTO e dalla via PIGAFETTA; mentre a destra dalla via Gino FUNAIOLI.

Ma questa non è la storia delle strade di Palermo o di Palermo, o della toponomastica che contraddistingue il quartiere Brancaccio, così come non lo è di Brancaccio in senso stretto e della delinquenza diffusa che lì prosperava e prospera: è la storia di alcuni bambini, divenuti poi dei ragazzi, ormai degli uomini adulti, con figli e nipoti al seguito, che lottarono e continuano a lottare per non cadere nelle maglie dell’illegalità diffusa del quartiere; questa zona geografica di Palermo, che nell’Ottantadue del Novecento registrò decine e decine di morti ammazzati per mano di vili mafiosi che si definivano e tutt’ora si definiscono “uomini d’onore”, ma il cui comportamento delinquenziale, pur tuttavia, di “onorevole” ha ben poco, è il proscenio in cui è ambientato questo mio nuovo racconto.

Ci ho riflettuto parecchio, negli ultimi tempi, e penso che tra i personaggi di cui parlerò non può non mancare F.M., alias “Marco”, scomparso a seguito di un tragico incidente stradale lo scorso anno e che io da bambino ammiravo per la sua tenacia e caparbietà.

Poi, a seguire, parlerò di S.V., alias “Enzo”, anch’egli scomparso qualche anno fa per un carcinoma che lo ha consumato come una candela su cui ardeva una fiamma splendente, a volte abbacinante, uno dei bambini che come me frequentavano la scuola elementare Nazario Sauro.

In seguito racconterò della vicenda umana di V.V., alias “Totò”, che, dopo tanti anni di sacrifici, è riuscito ad affermarsi nel campo dell’infermieristica ed oggi esercita la sua ordinaria attività lavorativa presso un nosocomio cittadino.

Parlerò di tanti altri abitanti del quartiere, che ho avuto modo di incontrare negli ultimi tempi, un’umanità multi variegata, che lavora, paga le tasse e cerca di affrancarsi, sempre di più da quello stereotipo che contraddistingue il cittadino residente nel quartiere che è tristemente legato, a doppia mandata, alla storia degli ultimi quarant’anni di Palermo.

 

Francesco Toscano


 

 

Uno.

 

Marco era davvero un bel bambino; all’età di quindici anni, ricordo, era il più alto fra tutti gli altri suoi coetanei, giacché sfiorava il metro e ottanta centimetri di altezza. Di lui ho un vivido ricordo: era tenace, caparbio, estroverso, giocoso, pieno di vita, solare. Ma la vita, purtroppo, dopo avergli voltato le spalle in maniera beffarda, lo avrebbe abbandonato definitivamente sulla soglia dei Sessant’anni, in seguito ad un tragico incidente stradale sulla circonvallazione di Palermo, nei pressi del quartiere Bonagia. Ma questo Marco non lo sapeva allora. Perché lo avrebbe dovuto sapere? Chi mai glielo avrebbe potuto riferire che la sua vita sarebbe terminata tragicamente, quando ancora era un adolescente allegro e pieno di vita? Un giorno, ricordo, egli decise, sulla scia del fenomeno “Mundialito[1], che era andato in onda in Tv a quel tempo, di organizzare un torneo di calcio per i bambini che abitavano a ridosso dell’intersezione viaria esistente tra la via G. Alagna e la via G. Funaioli. A quel tempo, all’incrocio tra via G. Alagna con la via G. Funaioli era presente un pezzo di strada, asfaltata dal Municipio, che terminava su di un appezzamento di terreno, coltivato ad ortaggi, penso che fossero dei cavolfiori, di proprietà di un tale a nome V., alias vassallus, oggi deceduto, che, bontà sua, era solito bucare i palloni in cuoio utilizzati dai bambini che abitavano a breve distanza da quell’appezzamento di terreno e che cercavano, in barba a tutti, di sfidarsi nelle varie partite di un torneo di calcio che sarebbe stato da loro giocato su di quella angusta arteria stradale, da poco resa fruibile dall’asfalto nero di catrame ivi posatovi, bruciata dal sole d’estate di un torrido anno 1981; la sorte, ahinoi, aveva voluto che arrivassero all’interno dell’appezzamento di terreno, chiuso e delimitato da lamiera zincata, coltivato dal vassallus e che questi amorevolmente zappava con tanta fatica, i nostri numerosi palloni, inizialmente dei “Super Santos” e, infine, alcuni in cuoio con camera d’aria. Ma all’epoca dei fatti né io, né gli altri bambini eravamo in grado di capire perché l’ira si impossessava della mente di quell’uomo ogni qualvolta una palla cadeva all’interno del suo appezzamento di terreno. L’unica cosa che capivamo era che un vecchio, a nostro parere stolido, era solito tagliarci la palla da gioco che con tanti sacrifici i nostri genitori avevano comperato affinché noi ci potessimo divertire. Fischietto in bocca, Marco dirigeva tutti gli incontri di calcio, che sarebbero poi stati combattuti da noi bambini come dei provetti campioni, poi vinti, ricordo il più delle volte, dai nostri spietati avversari, dei bambini abitanti a qualche chilometro di distanza da quella via, che, più di noi, erano davvero bravi a giocare a calcio. Fra tutti, io, ero il più piccolo. Un mio cugino, mio omonimo e che oggi vive al Nord Italia, decise per me che io dovessi difendere la nostra porta, i cui pali, inesistenti, erano fatti dalla prima cosa raccolta per strada che potesse rimanere al suolo e non volar via con la prima folata di vento. Il torneo del nostro “Mundialito”, per ovvi motivi, durò ben poco. Non eravamo in grado di acquistare un pallone al giorno; nessuno di noi lavorava, né i nostri genitori, per lo più operai, erano disposti a spendere i loro averi per acquistare dei palloni di calcio che, in poco tempo, qualcuno avrebbe distrutto e a cui non gli si poteva dire nulla, se non “mi scusi, ma i bambini dove devono giocare?”. A tale domanda, seppure legittima, non seguì mai alcuna risposta da parte dell’anziano contadino che, stanco di dover contrastare con un nugolo di marmocchi e con i loro familiari, si era, a suo dire, “sfastidiatu” per così tanta tracotanza da parte di quei giovani genitori che, invece di tenersi a casa i figli, prediligevano che quei marmocchi giocassero per strada con quei orribili palloni di cuoio, pesanti, che colpendo i suoi ortaggi, frutto di sacrifici e sudore, li distruggeva in maniera definitiva. I bambini, pur tuttavia, non curanti di quanto fosse accaduto loro, qualche giorno dopo ripresero a giocare quelle partite di calcio che avevano lasciato in sospeso. Il torneo, a cui seguirono dei festeggiamenti con tanto di medaglie per i partecipanti e coppa per la squadra vincitrice, si concluse a ridosso del giorno di Natale dell’Ottantuno. Marco ci teneva a che il torneo arrivasse alla fine, non perché si volesse mettere in mostra come arbitro ai nostri occhi da bambini viziati e spensierati, ma perché, in cuor suo, desiderava di poterci dare un futuro diverso e tenerci lontani da quei giovanotti che, come se fossero delle nuove maghe Circe pronti ad ammaliare, attiravano gli adolescenti del quartiere verso il mondo della droga e dello spaccio di eroina. Era il suo primo torneo da arbitro ufficiale. Qualche anno dopo, ricordo, egli mi disse che si era iscritto alla delegazione cittadina della federazione italiana giuoco calcio; era orgoglioso di quanto stava per accadergli. Mi disse che così avrebbe potuto arbitrare delle partite di calcio che contavano per davvero, benché si fossero disputate in quei campi di periferia in cui, purtroppo, i genitori litigano tra loro e con il mister pensando che il figlio, ai loro occhi già campione provetto, non merita di starsene in panchina. Di quei giorni in cui, madido di sudore, mi ritiravo a casa stremato per aver dato tutto me stesso in quel campo di calcio provvisorio, fatto di sangue e catrame, per via dei numerosi incidenti di giuoco, ho un vivido ricordo. Me ne ero dimenticato in tutti questi anni. È bastato leggere su internet della tragedia che ha colpito il mio amico d’infanzia e la sua famiglia che tutto, come se di colpo avessi riavvolto il nastro della mia memoria, racchiuso all’interno di un cofanetto di metallo, così come quei vecchi film in otto millimetri, mi si è palesato davanti gli occhi come se fossi stato nuovamente proiettato in quella realtà dell’essere, attraverso un cunicolo gravitazionale.

to be continued...



[1] La Copa de Oro, o “Mundialito” come è passato alla storia, è un torneo calcistico inventato in Uruguay per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo mondiale di calcio. L’idea era di far partecipare in un mini campionato tra dicembre 1980 e i primi giorni del 1981 le sei nazioni che fino a quel momento di erano aggiudicate almeno un’edizione della Coppa del Mondo, con l’Olanda, finalista delle ultime due manifestazioni, a sostituire l’Inghilterra rinunciataria. Ma alle spalle del Mundialito apparvero interessi forti, i diritti televisivi e quelli di immagine che, almeno in Italia, provocarono addirittura una guerra tra la Rai e la neonata emittente privata Canale 5, di proprietà di un giovane e rampante imprenditore, Silvio Berlusconi.

sabato 6 aprile 2024

Alla scoperta del Parco Archeologico di Segesta (Tp).

 

Segesta, Sicili, Temple of Hera, West Greek Architecture [Creative Commons  CC BY-SA 3.0 DEED Attribution-ShareAlike 3.0 Unported]


Segesta fu un'antica città elima situata nella parte nord-occidentale della Sicilia.

La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta, nel libero consorzio comunale di Trapani, a pochi chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. 

Custodisce, all'interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina. Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale. 

Questo sito archeologico è tra i meglio conservati di tutta la Sicilia, nonostante le numerose trasformazioni subite, ed è di certo uno dei luoghi d'interesse culturale più suggestivi grazie al panorama visibile e alla sua posizione sul monte. 

Attualmente è una delle maggiori mete del turismo culturale e paesaggistico della provincia di Trapani. Gli scavi nell'area sono stati ripresi a febbraio 2022 per riportare alla luce le zone dell'agorà ancora coperte. Per saperne di più...

Altri link utili: Parco di Segesta


I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...

Gangi - Effems, CC BY-SA 4.0Wikimedia commons

Scoprire i borghi rurali italiani significa avventurarsi in territori incontaminati, dove la storia e la natura si intrecciano in un connubio unico. Se sei un amante dell'autenticità e della tranquillità, allora devi assolutamente esplorare questi gioielli nascosti della nostra Penisola. Tra antiche stradine lastricate e panorami mozzafiato, i borghi rurali ti regaleranno emozioni autentiche e ricordi indelebili. Per saperne di più...

[Romanzo giallo] Fèvrier e gli orfanelli di Simonetta Ronco.

 


Février e gli orfanelli, il nuovo romanzo giallo di Simonetta Ronco

 

"Février e gli orfanelli" è il quinto romanzo di Simonetta Ronco in cui vede protagonista il pianista investigatore francese Audemars Février.
Il lettore si ritrova nuovamente a Blessy, il paese dove l’autrice aveva ambientato il primo episodio della “Saga di Février”, “Ritorno a Blessy”, ma questa volta l’atmosfera è meno bucolica, più cupa e inquietante, quasi gotica.

La trama cattura l'attenzione sin dalle prime pagine, trascinandoci in una rete di suspense e mistero che avvince fino alla conclusione.

La scrittura fluida e impressionista di Ronco rende la lettura di questo romanzo un'esperienza davvero coinvolgente e appagante.

 

La trama di Février e gli orfanelli

 

Nell’ottobre del 1925 il Maestro torna a Blessy, perché richiamato da padre Benjamin.
Costui gli rivela che dalle ricerche risulta che nel periodo in cui all’orfanotrofio di Pomarie fu lasciato il figlio di Adèle Robinot, furono accolti due neonati: lui e Gaston Roblet.
Chi è dunque il duca di Saint Alary? E chi ha ucciso la moglie del Dottor Brouillard?
E che fine ha fatto Lara Fiodorova, evasa dal carcere, sulle cui tracce è tutta la polizia di Parigi?
Février si muove in un ambiente conosciuto ma minaccioso, tra leggende gotiche e indagini serrate, bersaglio di una caccia spietata che porta necessariamente alla morte.


Simonetta Ronco, biografia


Simonetta Ronco, nata a Genova, è docente universitaria, giornalista e scrittrice.
Il padre, Antonino Ronco, giornalista e storico e la madre scrittrice di racconti per bambini premiata anche all’Andersen, le inculcano la passione per la cultura in generale e per la storia e la letteratura in particolare.

Dal 2002 al 2008 collabora con la Terza Pagina del Secolo XIX e successivamente con alcuni periodici culturali come Satura, Resine, Xenia, Il Porticciolo, sempre più impegnata su temi femminili, soprattutto biografie e romanzi storici.

Nel 2005 esce la prima biografia da lei scritta, sulla vita di Cristina di Borbone, prima Madama Reale, che viene anche premiata con l’Anguillarino d’Argento. Seguono altre biografie di notevole rilievo sociale, come quella di Giulia Colbert di Barolo che viene anche presentata presso l’Ateneo Genovese. Successivamente pubblica le biografie di Giuditta Bellerio Sidoli, Antonietta Costa Galera, Giuseppe Mazzini, Costantino Nigra, Ilaria del Carretto. La Ronco pubblica, inoltre numerosi romanzi e racconti storici, che vedono sempre donne come protagoniste.


Nel 2018 la Ronco ha dato vita a una collana editoriale, Mnemosine – Donne nell’ombra che si propone di pubblicare biografie di donne poco conosciute o dimenticate e saggi su tematiche femminili. L’ultimo volume della Collana, edito con De Ferrari editore (dal titolo “Protagoniste Genovesi”) è dedicato alle 14 donne rappresentate nella Sala delle Donne a Palazzo Ducale.

Ha creato i personaggi di Audémars Février, Dario Barresi e Luca Traverso, protagonisti di gialli seriali.


I precedenti titoli della saga di Février:

·         Ritorno a Blessy

·         Février e l'enigma degli uccelli

·         Février e un caso di coscienza

·         Février e la villa dei misteri

 

Février e gli orfanelli è il nuovo romanzo dell'autrice Simonetta Ronco ed è pubblicato da La Bussola Edizioni.
Link per l’acquisto:

 

 

 

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Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.

Buonasera!  Oggi mi pregio di pubblicare la recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", dello scrivente Francesco ...

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La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."

Cenni storici sul Comune di Palermo,Monreale, la Sicilia in genere.News su società e cultura. News dalle Province Siciliane. Storia di Palermo e della Sicilia dalla preistoria ai giorni nostri. Elementi di archeologia misteriosa,della teoria del paleocontatto.


La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.