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venerdì 9 agosto 2024
Come si festeggia Ferragosto in Italia? Storia e usanze della festa di mezza estate.
Gli alieni e l’umanità nei saggi e nei romanzi di Francesco Toscano.
Palermo, 9 agosto 2024.
I romanzi e
i saggi dell’autore Francesco Toscano descrivono vari aspetti delle interazioni
immaginarie tra alieni e umanità.
- Creazione e sfruttamento: In "E un giorno mi svegliai", gli Anunnaki, antichi dèi del pianeta Nibiru, sono descritti come i creatori dell'umanità. Gli Anunnaki crearono gli umani per estrarre risorse minerarie sulla Terra, necessarie per la salvezza del loro pianeta natale.
- Manipolazione genetica ed evoluzione: Gli Anunnaki, con l'aiuto dei Malachim, una razza aliena a loro servizio, continuano a manipolare geneticamente gli umani attraverso la clonazione e l'ibridazione. Questo processo, secondo alcuni personaggi del libro, è necessario per l'evoluzione spirituale dell'umanità. I Malachim, descritti come esseri intelligenti e potenti capaci di telepatia e telecinesi, fungono da intermediari tra Anunnaki e umani, eseguendo i loro ordini e controllando le operazioni militari.
- Interesse per l'energia spirituale: I Rettiliani, un'altra razza aliena presente negli scritti di Francesco Toscano, sono interessati all'"energia spirituale" posseduta da alcuni umani. Questa energia, chiamata "Anima", è descritta come una forza ancestrale e divina che gli alieni cercano di sottrarre agli umani per raggiungere l'immortalità.
- Schiavitù e controllo: Nonostante le loro conoscenze avanzate, i Malachim mantengono gli umani in uno stato di schiavitù, evidenziando il potere e il controllo esercitato dagli Anunnaki. Questo controllo si manifesta attraverso esperimenti genetici, istruzioni impartite agli umani durante il loro soggiorno sulle astronavi e decisioni cruciali che riguardano il destino dell'umanità.
In generale,
gli scritti dell’autore Francesco Toscano presentano una visione complessa
delle relazioni tra alieni e umani, caratterizzata da creazione, sfruttamento,
manipolazione genetica e un forte interesse per l'energia spirituale degli
umani.
Cordiali saluti, Francesco Toscano.
Quale tema accomuna i saggi di Toscano sull'ufologia? Come si inserisce la figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?
Palermo, 9 agosto 2024.
Il tema
comune che lega i saggi di Toscano sull'ufologia, "A proposito degli alieni…" e "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", è la teoria degli antichi astronauti. Questa
teoria suggerisce che gli extraterrestri abbiano visitato la Terra in passato,
influenzando lo sviluppo delle prime civiltà umane.
Come si inserisce la
figura di Zecharia Sitchin nelle opere di Toscano?
L'influenza
di Sitchin è evidente anche nell'enfasi di Toscano su specifici dettagli della
mitologia sumera, come l'importanza di Enki, il dio della sapienza e della
creazione. Toscano descrive Enki come un esperto di genetica e lo collega
direttamente alla creazione dell'uomo, riprendendo un elemento centrale delle
teorie di Sitchin.
Attraverso
la citazione diretta delle teorie di Sitchin e l'utilizzo di elementi specifici
della mitologia sumera, Toscano inserisce la figura di Sitchin come una sorta
di autorità nel campo dell'ufologia e degli antichi astronauti. In questo modo,
Toscano conferisce un'aura di credibilità e di mistero alla sua narrazione
fantascientifica.
Cordiali saluti, Francesco Toscano.
giovedì 8 agosto 2024
Il ruolo del maresciallo Ascali nella lotta contro la criminalità organizzata nei romanzi di Francesco Toscano.
La trama della collana "Le indagini del Maresciallo Ascali", di cui "I ru viddrani", "L'infanzia violata" e "MALACARNE" fanno parte, sottolinea come il maresciallo si sia distinto in diverse operazioni contro la mafia, in particolare nella provincia di Agrigento, dove ha ottenuto brillanti risultati investigativi. In conclusione, il maresciallo Ascali, nelle opere di Toscano, rappresenta un baluardo di legalità e giustizia in un contesto sociale spesso dominato dalla criminalità. La sua tenacia, la sua dedizione e il suo acume investigativo lo rendono un personaggio chiave nella lotta contro la mafia.
Cordiali saluti, Francesco Toscano autore ed editore.
Il rapporto conflittuale del giovane Magrì con i suoi genitori, nel romanzo "Malacarne" di Francesco Toscano.
Palermo, 8 agosto 2024.
Francesco Salvatore Magrì, detto Turiddu, ha un rapporto difficile con i suoi genitori nel romanzo "Malacarne", di Francesco Toscano. Turiddu è cresciuto in un ambiente familiare intriso di criminalità e violenza, essendo i suoi genitori, Carlo e Maria Pia Perracchio, piccoli pregiudicati del quartiere palermitano della Kalsa. Nonostante i genitori avessero tentato di allontanarsi dalla malavita, Turiddu era stato comunque esposto a quell'ambiente malsano sin dalla tenera età, assorbendone la violenza e il disprezzo per la legge.
La situazione
precipita quando Turiddu, in concorso con altri, rapina un supermercato in
Piazza Francesco Nascè, già “messo a posto” con la famiglia mafiosa di
riferimento, tanto che il boss al comando della famiglia mafiosa di Porta Nuova
chiede vendetta per l’accaduto. Per proteggerlo, il padre di Turiddu è
costretto a pagare un corrispettivo in denaro agli uomini della consorteria
mafiosa sia del suo quartiere, la Kalsa, che a quelli di Porta Nuova. Turiddu,
sentendosi tradito e abbandonato dai suoi genitori, fugge portando con sé solo
pochi averi e il peso del suo passato.
Il romanzo
evidenzia come il rapporto conflittuale di Turiddu con i genitori sia il
risultato di un ambiente familiare disfunzionale e di un contesto sociale
degradato, che lo hanno spinto verso la criminalità. La violenza ereditata dal
padre e il senso di abbandono provato nei confronti di entrambi i genitori
segnano profondamente il giovane Magrì, influenzando le sue scelte future e il
suo percorso di vita.
Il particolare conflitto
interiore di Magrì nei confronti dei suoi genitori e, in particolare, nei confronti di sua
madre
Nel romanzo, Francesco Salvatore Magrì è afflitto da un profondo conflitto interiore riguardo ai suoi genitori, in particolare nei confronti della madre, Maria Pia Perracchio, detta "Ciccina a ruossa".
Turiddu ha sempre avuto un rapporto conflittuale con i genitori,
entrambi coinvolti in attività criminali. In
particolare, il giovane Magrì rimprovera alla madre la sua rassegnazione e il
suo vittimismo, vedendola come incapace di ribellarsi al destino di miseria e
violenza che li circonda.
Nonostante
la rabbia e il risentimento, Turiddu, nel profondo, ama la madre e soffre per
la sofferenza che le ha causato con il suo comportamento sregolato. Dopo anni
di lontananza, il rimorso per averla abbandonata e per averla fatta soffrire lo
tormenta, portandolo a desiderare di riconciliarsi con lei.
Un evento
significativo che evidenzia la complessità del rapporto con la madre si
verifica quando Turiddu, presso il Santuario di Monte Pellegrino, dove si è
recato per omaggiare Santa Rosalia per il miracolo fattogli, la vede in preghiera tra i banchi di quel luogo sacro. Invece di affrontare
la situazione e cercare un riavvicinamento, Turiddu si nasconde, fuggendo da
quel luogo come un ladro, incapace di superare il muro di rabbia e risentimento che lui
stesso ha eretto. Questo episodio dimostra come il conflitto interiore di
Turiddu sia irrisolto, un groviglio di amore, rabbia e senso di colpa che lo
paralizza e gli impedisce di riallacciare i rapporti con la madre.
La morte della madre, avvenuta durante la detenzione di Turiddu, rappresenta un punto di svolta nella sua vita. La perdita, unita a quella del figlio e del suocero, lo spinge a rivalutare le sue scelte e a desiderare un cambiamento radicale, ma la profonda depressione lo porterà al suicidio.
Sebbene non venga descritto esplicitamente, è plausibile che il
rapporto conflittuale con sua madre e suo padre, abbia contribuito alla
decisione di Turiddu di collaborare con la giustizia, come per esorcizzare i
demoni del passato e trovare una forma di redenzione per gli errori commessi.
Salvatore Cuzzuperi, il personaggio del fantasy “E un giorno mi svegliai”, di Francesco Toscano. Il suo rapimento da parte degli alieni e gli aspetti psicologici dell'evento in parola.
Palermo, 8 agosto 2024.
Salvatore Cuzzuperi
Salvatore
Cuzzuperi è il protagonista del romanzo fantasy "E un giorno misvegliai" di Francesco Toscano. È un impiegato di circa quarant'anni che
vive nella provincia di Palermo.
Il rapimento di Salvatore Cuzzuperi da parte degli alieni
Nell'estate
del 2011, Salvatore Cuzzuperi, viene rapito dai Malachim, una razza aliena
controllata dagli Anunnaki. I Malachim fungono da intermediari tra gli Anunnaki
e gli esseri umani, obbedendo agli ordini degli Anunnaki. Sono responsabili del
rapimento di Cuzzuperi e di altri esseri umani, controllandoli attraverso la
telepatia e la telecinesi.
Gli
Anunnaki, secondo la narrazione di Toscano, provengono da Nibiru, un pianeta
del nostro sistema solare. Durante l'antichità essi giunsero sulla Terra per
sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta, essenziali per la
sopravvivenza del loro. A tal fine, crearono l'umanità per utilizzarla come
forza lavoro. Nel corso del romanzo, Cuzzuperi si ritrova coinvolto nel conflitto
tra gli Anunnaki e i Rettiliani, un'altra razza aliena con sembianze di grandi
lucertole evolute, interessate a impossessarsi dell'energia spirituale di cui è
dotata una parte della popolazione umana.
Attraverso
le sue disavventure, Cuzzuperi scopre che gli Anunnaki stanno conducendo
esperimenti genetici di ibridazione tra la loro specie e quella umana. In
questo processo, perde gradualmente la sua umanità e diventa un Igigi, un
essere a cui gli Anunnaki hanno concesso le loro conoscenze. Alla fine, viene
accolto come nuovo membro della "fratellanza cosmica".
L'aspetto psicologico del rapimento alieno nel fantasy "E un giorno mi svegliai"
L'esperienza
del rapimento alieno ha un profondo impatto psicologico su Salvatore Cuzzuperi
in "E un giorno mi svegliai". Nel fantasy si descrivono una serie di
emozioni e stati mentali che Cuzzuperi attraversa durante la sua odissea.
- Smarrimento e crisi esistenziale: La scoperta che l'umanità potrebbe essere il risultato di un esperimento genetico condotto dagli Anunnaki getta Cuzzuperi in un profondo smarrimento. Questa rivelazione mette in crisi la sua fede in un Dio creatore, lasciandolo con un senso di vuoto esistenziale.
- Senso di impotenza e paura: La consapevolezza dell'inferiorità tecnologica e fisica degli umani rispetto agli alieni alimenta in Cuzzuperi un senso di impotenza. La capacità degli Anunnaki e dei Malachim di viaggiare tra le dimensioni, manipolare il DNA e utilizzare tecnologie avanzate lo fa sentire come una "cavia da laboratorio", in balia di forze incontrollabili. Questo senso di impotenza è ulteriormente amplificato dalla paura. Cuzzuperi sperimenta terrore e panico di fronte all'ignoto, in particolare quando si trova faccia a faccia con i Rettiliani, descritti come creature crudeli e fameliche.
- Dissociazione dalla realtà: Nel tentativo di far fronte al trauma del rapimento e alle rivelazioni sconvolgenti sulla natura dell'umanità, Cuzzuperi sperimenta momenti di dissociazione dalla realtà. Descrive la sensazione di sentirsi come in un "incubo", di non sapere più chi sia o cosa stia facendo, e di percepire il tempo come se si fosse fermato.
- Trasformazione in Igigi: La trasformazione di Cuzzuperi in un Igigi rappresenta l'apice del suo viaggio psicologico. In questo processo, perde gradualmente la sua umanità e assume una nuova identità come membro della "fratellanza cosmica", accedendo alle conoscenze degli Anunnaki. Sebbene il romanzo non esplori in dettaglio le implicazioni psicologiche di questa trasformazione, si può dedurre che essa comporti una radicale alterazione della sua percezione di sé, del mondo e del suo posto nell'universo. Nel fantasy si sottolinea come l'esperienza del rapimento alieno non si limiti a un evento fisico, ma si traduca in un trauma profondo che scuote le fondamenta identitarie e spirituali di Cuzzuperi. La paura, lo smarrimento, la dissociazione e la trasformazione in Igigi sono tappe di un percorso psicologico complesso che riflette la fragilità umana di fronte all'ignoto e la vulnerabilità delle nostre certezze di fronte a realtà che mettono in discussione la nostra stessa natura.
mercoledì 7 agosto 2024
Una panoramica, per punti, di ciò che si rileva dall’analisi dei romanzi di Toscano Francesco.
- Genere: Fantasy
● Temi:
○ Soggezione
dell'umanità di fronte agli alieni e all'ignoto.
○Possibilità
che l'umanità sia il risultato di un esperimento alieno condotto dagli Anunnaki.
○ Conflitto
tra diverse razze aliene, come Anunnaki e Rettiliani.
○ Perdita
dell'umanità e trasformazione del protagonista in un "Igigi".
● Elementi
narrativi:
○ Rapimento
alieno.
○ Esperimenti
genetici.
○ Viaggi
interstellari.
○ Manipolazione
del DNA.
●Miti
Sumeri: Il romanzo incorpora elementi dei miti Sumeri, in particolare la
figura degli Anunnaki.
- Genere: Giallo/True Crime
● Temi:
○ Criminalità
organizzata e mafia siciliana.
○ Conflitto
tra la morale tradizionale e la corruzione.
○ Vendetta e
le sue conseguenze.
● Elementi
narrativi:
○ Furto di
un tesoro ad un anziano da parte della badante rumena.
○ Mediazione
mafiosa per la restituzione del maltolto.
○ Omicidio
della badante rumena.
○ Indagine
per scoprire l'assassino.
● Ambientazione:
○ Paesino
rurale siciliano chiamato Punta Calura.
○ Descrizione
realistica della vita e delle abitudini degli abitanti.
- Genere: Giallo
● Temi:
○ Abuso
sessuale su minori.
○ Trauma
infantile e difficoltà di affrontare i ricordi dolorosi.
○ Importanza
dell'ascolto e della protezione dei bambini.
● Elementi
narrativi:
○ Due
sorelle vittime di abusi.
○ Audizioni
con psicologi e carabinieri.
○ Esplorazione
delle diverse reazioni al trauma.
- Genere: Giallo
● Temi:
○ Redenzione
di un giovane segnato da un passato criminale.
○ Conflitto
interiore tra la natura violenta e il desiderio di cambiamento.
○ Peso del
passato e difficoltà di reintegrazione sociale.
● Elementi
narrativi:
○ Collaborazione
di un giovane mafioso con la giustizia.
○ Indagine
su una rete mafiosa tra Palermo e Reggio Calabria.
○ Depressione,
incubi e lotta del protagonista per la redenzione.
● Ambientazione:
○ Quartiere
Kalsa di Palermo.
○ Descrizione
del degrado sociale e della violenza endemica.
- Genere:
○ Romanzo
con elementi di introspezione psicologica.
● Temi:
○ Metempsicosi
e reincarnazione.
○ Colpa,
redenzione e destino dell'anima.
● Elementi
narrativi:
○ Un'anima
condannata a reincarnarsi per espiare un triplice omicidio.
○ Viaggio
interiore alla ricerca della redenzione eterna.
● Ambientazione:
○ Palermo di
fine Ottocento.
- Genere: Fantascienza
● Temi:
○ Sopravvivenza
dell'umanità su Marte dopo aver abbandonato la Terra.
○ Speranza e
resilienza di fronte a un futuro incerto.
● Elementi
narrativi:
○ Viaggio
interstellare verso altri pianeti di altri sistemi solari.
○ Guerra tra
coloni per le risorse su Marte e sulla Luna.
La vita e le abitudini degli abitanti di Punta Calura; la struttura dell'organizzazione mafiosa nel romanzo giallo "I ru viddrani", di Francesco Toscano.
Punta Calura
è un piccolo centro agricolo situato in una zona rurale e isolata della
Sicilia, caratterizzata da un clima caldo e arido. Nel romanzo si descrive la
vita a Punta Calura come semplice e tradizionale, con valori radicati nel
passato. Ecco alcuni aspetti della vita e delle abitudini degli abitanti di
Punta Calura:
- Vita semplice e rurale: La maggior parte dei residenti di Punta Calura è dedita all'agricoltura e alla pastorizia. Il romanzo descrive un ambiente dove il ritmo di vita è scandito dai cicli della natura, lontano dallo stress della vita moderna. Durante i mesi estivi, la calura intensa limita le attività, rendendo gli abitanti "’nzullanuti" ovvero assonnati e indolenti.
- Senso di comunità: Nonostante l'isolamento, gli abitanti di Punta Calura dimostrano un forte senso di comunità. Gli anziani, in particolare, si siedono fuori dalle loro case la sera, in attesa di un saluto o di una chiacchierata con i passanti. Questo gesto testimonia la presenza di valori tradizionali come il rispetto per gli anziani e l'importanza dei rapporti umani.
- Livello socio-economico basso: Il romanzo descrive Punta Calura come una zona economicamente depressa. Il settore terziario è quasi inesistente, con pochi servizi disponibili oltre al municipio e a un piccolo bar. La mancanza di opportunità di lavoro costringe molti giovani a lasciare il paese per studiare o cercare lavoro nelle città più grandi.
- Presenza della criminalità organizzata: Nonostante l'apparente tranquillità, a Punta Calura è radicata la presenza della criminalità organizzata. La famiglia mafiosa locale, guidata da Don Ciccio "ù pastranu", esercita il suo potere attraverso l'intimidazione e la violenza. Questa realtà oscura si cela dietro la facciata di un paese tranquillo, influenzando la vita dei suoi abitanti.
- Scarsa attenzione all'istruzione: Il romanzo evidenzia come l'istruzione non sia una priorità per gli abitanti di Punta Calura. La scuola locale, l'Istituto Comprensivo "G. Falcone", offre un'istruzione di base, ma i giovani sono costretti a spostarsi in altre città per proseguire gli studi. Questa mancanza di attenzione all'istruzione contribuisce a perpetuare il ciclo di povertà e isolamento che caratterizza la zona.
L'organizzazione
mafiosa nel romanzo "I ru viddrani" di Francesco Toscano è
strutturata come una famiglia tradizionale, con a capo un boss, Don Ciccio
"ù pastranu", che esercita
il suo potere in modo incontrastato. La famiglia mafiosa di Punta Calura è
parte di un più ampio sistema di potere, il mandamento mafioso di Punta Calura,
guidato da un capo indiscusso, l'avvocato Carmelo SPATALI, detto "ù pernu ri l’anca".
Ecco alcuni
dettagli sulla struttura dell'organizzazione:
- Capo famiglia: Don Ciccio Vassallo, detto "ù pastranu", è a capo della famiglia mafiosa di Punta Calura. È un uomo anziano che vive isolato nel suo feudo, da dove continua a impartire ordini e a esercitare il suo potere. Don Ciccio "ù pastranu", il cui vero nome è Francesco Vassallo, è una figura centrale nel romanzo "I ru viddrani" di Francesco Toscano, che illustra la struttura e le operazioni della mafia nella città siciliana di Punta Calura. Viene descritto come un uomo anziano che esercita il suo potere in modo incontrastato dalla sua residenza fortificata, paragonata a una fortezza inespugnabile. Il suo soprannome deriva dalla sua abitudine di indossare un lungo cappotto che gli arriva fino ai piedi, simile a quelli indossati dagli antichi quando andavano a cavallo di un asino o di un mulo. Don Ciccio è il capo famiglia della cosca mafiosa di Punta Calura, il che significa che è la massima autorità all'interno del gruppo. Sotto di lui ci sono i capi decina, come Fofò Macchiarella e Don Gino "ù curtu", che gestiscono le attività criminali sul territorio e rispondono direttamente a lui. Nonostante la sua età avanzata e il suo isolamento, Don Ciccio è temuto e rispettato dai suoi sottoposti. La sua autorità è indiscussa e la sua parola è legge. Chiunque osi sfidarlo o mancargli di rispetto va incontro a conseguenze terribili. Un esempio di ciò si trova nella vicenda di Ingrid, la badante rumena che ha derubato Mimì Sinatra. Dopo che Ingrid si rifiuta di restituire il maltolto, Don Ciccio ordina la sua morte, dimostrando la sua spietatezza e la sua volontà di usare la violenza per affermare il suo potere. La figura di Don Ciccio, soprannominato "ù pastranu" rappresenta l'archetipo del boss mafioso: un uomo anziano, legato alle tradizioni, che governa con il pugno di ferro e per il quale la fedeltà e il rispetto sono valori imprescindibili. Il suo personaggio incarna la violenza e la corruzione che permeano il mondo criminale descritto nei romanzi di Toscano, un mondo in cui la vita umana ha poco valore e in cui il potere si ottiene e si mantiene con la paura e la violenza.
- Capi decina: Fofò Macchiarella e Don Gino "ù curtu" sono i due capi decina, figure di spicco che rispondono direttamente al capo famiglia e gestiscono le attività criminali sul territorio. Fofò è anche il cassiere della famiglia, a dimostrazione della sua posizione di fiducia. Fofò Macchiarella è un personaggio di spicco all'interno della famiglia mafiosa di Punta Calura, come descritto nel romanzo. Ricopre il ruolo di capo decina, il che significa che è uno dei leader più importanti del gruppo e risponde direttamente al boss, Don Ciccio "ù pastranu". Oltre a questo ruolo di comando, Fofò è anche il cassiere della famiglia, a dimostrazione della fiducia che Don Ciccio ripone in lui. Il suo ruolo all'interno dell'organizzazione mafiosa non si limita a questi incarichi ufficiali. Nel romanzo "I ru viddrani", Fofò è incaricato da Don Ciccio di ritrovare Ingrid, la badante rumena che ha derubato un anziano del paese, Mimì Sinatra. Fofò, insieme a un altro mafioso di nome Marco Guarraggiano, detto "ù bombetta", riesce a rintracciare la donna a Milano e le intima di restituire il maltolto. La vicenda di Ingrid si conclude tragicamente con il suo omicidio. Questi elementi suggeriscono che Fofò Macchiarella sia un individuo spietato e privo di scrupoli, disposto ad usare la violenza per raggiungere i suoi scopi e quelli della famiglia mafiosa a cui appartiene. La sua figura incarna la violenza e la corruzione che caratterizzano il mondo criminale descritto nei romanzi di Toscano.
- Soldati: I soldati sono gli affiliati alla famiglia mafiosa che eseguono gli ordini dei loro superiori. Marco Guarraggiano, detto "ù bombetta", era uno dei soldati della famiglia di Don Ciccio. Marco Guarraggiano, noto anche come "ù bombetta", è un personaggio del romanzo "I ru viddrani" di Francesco Toscano. È un membro della famiglia mafiosa di Punta Calura e lavora come autista per Don Ciccio "ù pastranu", il capo della famiglia. Dopo essere stato vittima di un attentato da parte di due uomini armati, Guarraggiano si rifugia presso la Tenenza dei Carabinieri, terrorizzato e desideroso di pentirsi delle sue azioni passate. Decide quindi di collaborare con la giustizia in cambio di protezione. Durante l'interrogatorio con i magistrati della DDA di Agrigento, Guarraggiano rivela dettagli importanti sulla sua affiliazione a Cosa Nostra, avvenuta nella macelleria di Don Gino "ù curtu", descrivendo la cerimonia del "rito della punciuta" e il giuramento di fedeltà. Rivela inoltre i nomi dei membri della famiglia mafiosa, tra cui Don Ciccio come capo famiglia, Fofò Macchiarella e Don Gino "ù curtu" come capi decina. Guarraggiano confessa anche di aver commesso diversi crimini, tra cui l'omicidio di un confidente del maresciallo Tripperi e quello di una badante rumena che aveva osato sfidare Don Ciccio. Le sue dichiarazioni, insieme ad altre prove raccolte dai Carabinieri, portano all'azzeramento del mandamento mafioso di Punta Calura.
- Attività criminali: La famiglia mafiosa di Punta Calura è coinvolta in diverse attività criminali, tra cui estorsioni, danneggiamenti, truffe e omicidi.
- Controllo del territorio: La famiglia mafiosa esercita un controllo capillare sul territorio di Punta Calura, influenzando la vita politica, economica e sociale del paese. Il silenzio e l'omertà sono la regola.
Il romanzo
evidenzia come la struttura gerarchica e il controllo del territorio siano
elementi fondamentali per il mantenimento del potere mafioso. La famiglia
mafiosa di Punta Calura rappresenta un esempio di come la criminalità
organizzata si insinui nel tessuto sociale, minando alle basi la legalità e la
giustizia.
Cordiali saluti, Francesco Toscano, autore ed editore.
I miti Sumeri nel fantasy "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano.
Palermo, 7 agosto 2024.
Qual è il ruolo dei Malachim nella cosmogonia di Toscano?
I Malachim svolgono un ruolo cruciale nella cosmogonia di Toscano come intermediari tra gli Anunnaki e gli esseri umani. Essi obbediscono agli ordini degli Anunnaki, una razza aliena che, secondo la narrazione, avrebbe creato l'umanità.
Ecco alcuni
ruoli specifici dei Malachim:
- Rapimento e controllo: I Malachim sono responsabili del rapimento di Salvatore Cuzzuperi, il protagonista, e di altri esseri umani. Li controllano attraverso la telepatia e la telecinesi.
- Collaborazione nella manipolazione genetica: Su ordine degli Anunnaki, i Malachim collaborano nella "coltivazione" di esseri umani in vitro attraverso processi di clonazione.
- Guida e istruzione: I Malachim guidano gli umani durante il loro soggiorno sull'astronave, impartendo loro conoscenze scientifiche e tecnologiche.
- Forza militare: In qualità di "Igigi", i Malachim controllano le operazioni militari e combattono contro i nemici degli Anunnaki, come i Rettiliani.
- Intermediari nelle decisioni cruciali: I Malachim comunicano agli umani le decisioni degli Anunnaki, come il destino dell'umanità di fronte alla minaccia dell'asteroide Apophis.
Tuttavia, nonostante le loro conoscenze avanzate, i Malachim mantengono gli umani in uno stato di schiavitù, sottolineando il potere e il controllo esercitato dagli Anunnaki.
Chi sono i Malachim nel contesto del romanzo?
I Malachim, nel contesto del romanzo "E un giorno mi svegliai", sono una razza aliena che serve un'altra civiltà extraterrestre, gli Anunnaki. Descritti come una specie intelligente, evoluta, antica e potente, i Malachim non usano un linguaggio compatibile con quello umano, ma comunicano telepaticamente e sono capaci di telecinesi. Il loro ruolo nel romanzo include il rapimento del protagonista, Salvatore Cuzzuperi, e di altri esseri umani per condurre esperimenti genetici di ibridazione per conto degli Anunnaki. I Malachim controllano anche le operazioni militari per gli Anunnaki, come si vede durante il salvataggio degli umani prigionieri dai Rettiliani. Nonostante la loro natura avanzata, i Malachim sono in uno stato di sottomissione psicologica agli Anunnaki e obbediscono ai loro ordini senza discutere. Il romanzo descrive un episodio in cui i Malachim istruiscono gli umani sull'uso delle loro armi avanzate in vista di un attacco nemico. La natura della loro relazione con gli Anunnaki suggerisce che i Malachim servano come intermediari o esecutori della volontà degli Anunnaki.
Dove si trova la base Enkidu?
La base Enkidu si trova su un pianeta del sistema stellare di Mintaka, una delle tre stelle della cintura di Orione. Costruita dagli Anunnaki circa 500.000 anni fa, Enkidu fu una delle prime basi utilizzate per la clonazione di esseri viventi da usare come lavoratori o soldati. La base prende il nome da Enkidu, il selvaggio creato dagli dèi per contrastare Gilgamesh, in quanto rappresentava un primo tentativo degli Anunnaki di creare esseri viventi a loro immagine e somiglianza. Alla creazione, la gestione della base fu affidata alle macchine.
Come vengono chiamati i servitori degli Anunnaki?
Secondo le fonti fornite, i servitori degli Anunnaki sono chiamati Malachim o Igigi. I Malachim sono descritti come angeli dell'Antico Testamento che apparvero ad Abramo e gli preannunciarono la distruzione di Sodoma e Gomorra. Non sono esseri spirituali, ma figure potenti e talvolta pericolose. I Malachim sono stati descritti con connotati non molto diversi da quelli degli uomini: mangiavano, bevevano e concepivano desideri umani. Non usano un linguaggio compatibile con quello umano e si servono della telepatia come mezzo di comunicazione. Sono anche in grado di spostare gli oggetti usando la forza della mente, una capacità nota come telecinesi. Gli Igigi, invece, sono divinità minori celesti nella religione dei Sumeri, dei Babilonesi e degli Assiri. Appartengono alla sfera di Anu e svolgono la funzione di intermediari tra il mondo umano e i suoi antipodi uranici e inferi. Secondo lo studioso Zecharia Sitchin, gli Igigi erano un gruppo di 300 tra astronauti e operai che risiedevano in orbita alla Terra e in alcune basi su Marte. La loro funzione sarebbe stata quella di fare da collegamento per le operazioni di trasporto dell’oro su Nibiru. Erano comandati da Marduk.
Qual è il nome del pianeta da cui provengono gli Anunnaki?
Secondo le fonti fornite, gli Anunnaki provengono da un pianeta chiamato Nibiru. Gli Anunnaki sono descritti come una civiltà millenaria di extraterrestri che furono venerati come divinità dalla civiltà sumera. Secondo lo studioso Zecharia Sitchin, Nibiru si trova nel nostro sistema solare e il suo lungo periodo orbitale attorno al Sole espone gli Anunnaki a una perdita di longevità. Gli Anunnaki giunsero sulla Terra in passato in cerca di oro per creare uno scudo a protezione dell'atmosfera di Nibiru, che si stava rarefacendo. Il ritorno di Nibiru è profetizzato e causerà sconvolgimenti sulla Terra a causa della sua forza gravitazionale.
Chi è il dio sumero della sapienza e della creazione?
Il dio sumero della sapienza e della creazione è Enki, che in seguito fu conosciuto come Ea nella mitologia babilonese. Inizialmente era il dio protettore di Eridu, la capitale religiosa dell'antica Mesopotamia. In seguito il suo culto si diffuse in tutta la Mesopotamia, a Canaan e tra gli Ittiti e gli Hurriti. Era considerato il dio dei mestieri, del male, dell'acqua, del mare, dei laghi, della sapienza e della creazione. Era associato alla fascia meridionale delle costellazioni note come stelle di Ea e alla costellazione AŠ-IKU, il quadrato di Pegaso. Il suo numero sacro era il 40. Enki è anche conosciuto come il padre di Adapa, il primo uomo civilizzato. Adapa, un sacerdote, ricevette da Enki il dono della saggezza. Le fonti affermano che Enki aiutò a creare l'umanità manipolando geneticamente gli ominidi perché lavorassero nelle miniere d'oro quando gli Anunnaki che vi lavoravano si ribellarono. In seguito condivise le sue conoscenze scientifiche con un gruppo di eletti affinché le conoscenze degli dèi potessero essere trasmesse agli esseri umani.
Cordiali saluti, Francesco Toscano, autore ed editore.
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Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.
Buonasera! Oggi mi pregio di pubblicare la recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", dello scrivente Francesco ...
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Il blogroll dei miei blog preferiti
La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.