Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






ULTIME NEWS DAL BLOG Sicilia, la terra del sole.


Allo scoperta del Parco Archeologico di Segesta (TP).
I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...
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Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio.
ControcorrEndo: Storia di una rinascita, il libro sull’endometriosi di Vania Mento.
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The Funeral Party, l'ultimo libro di Francesco Piazza per Pondera Verborum.



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domenica 9 novembre 2014

Sagra dell'Ulivo a Pollina (Pa) - Edizione 2014.



Pollina (Pa). Dal 06/11/2014 al 09/11/2014.

La manifestazione, giunta alla XXXVIII edizione, vedrà un susseguirsi di momenti culturali, folklorici e gastronomici. Sfilata equestre e degustazione di prodotti della gastronomia locale.  

Breve storia del comune di Pollina(Pa):

Il comune di Pollina comprende anche la frazione Finale di Pollina. La maggioranza della popolazione residente nel comune di Pollina è situata nella suddetta frazione. Secondo alcuni storici, Pollina sembra essere la moderna erede di Apollonia, una città della Magna Grecia. La città sembra fosse protetta dagli Dei e consacrata rispettivamente al dio della luce, della divinazione e della poesia. Vari scrittori antichi, quali Primo Cicerone, Diodoro Siculo e Stefano Bizantino, parlano di una certa Apollonia ubicata tra Motta e Gangi. Non vi sono tuttavia reperti che avvalorino questa ipotesi. Notizie più concrete risalgono ad un periodo molto più recente del periodo greco e cioè al 1082, anno in cui il casale di Polla viene riportato tra i beni della diocesi di Troina. In seguito parte alla diocesi di Cefalù, venne da quest'ultima donata alla famiglia Ventimiglia, famiglia nobile di origini messinesi, gestore di tutto il territorio madonita, a partire dal 1321. 
Nella località chiamata "Pietrarosa" si può ammirare la Torre quadrata e i resti del Castello Medievale, la cui costruzione è certamente anteriore al sec. XIII. Di esso si fa menzione in un diploma dell'imperatore Federico II di Svevia dell'anno 1201. Appartenne ai vescovi di Cefalù fino al 1321, anno in cui fu ceduto, con tutto il casale di Pollina, a Francesco Ventimiglia. Da questo castello faceva le sue osservazioni astronomiche Francesco Maurolico, ospite dal 1494 al 1575 del Marchese Giovanni II Ventimiglia. La torre è stata notevolmente danneggiata dal tempo, dagli agenti atmosferici e dal terremoto del 26 giugno 1993. Si possono ancora vedere molte feritoie e un arco, che costituiva l'antico ingresso al castello, nei resti della cerchia delle mura antiche. Finale, e tutto il territorio di Pollina, dal 1321 alla fine della feudalità (1812), fece parte fondamentalmente dei possedimenti della famiglia Ventimiglia e

il suo sviluppo fu legato essenzialmente a quello del "Marchisato". Nei primi del '500 il controllo, da parte dei Ventimiglia, sugli sbocchi marittimi di Termini Imerese, Cefalù e Castel di Tusa, pose in secondo piano l'importanza dello sbocco di Finale; più tardi, superato il periodo di crisi successivo alla massima espansione che era durata fino alla metà del '700, lo sbocco marittimo di Finale, per la "Val Demone", acquistò importanza vitale per la vita economica e commerciale dell'intero territorio controllato dai Ventimiglia. Infatti, come testimonia V.Amico, ai tempi cominciava a svilupparsi Finale come centro abitato dove esisteva già una "decentissima abitazione del marchese di Geraci... con annessa torre di ispezione". Finale si sviluppava quindi come sbocco commerciale marittimo del Marchesato, con l'area dei depositi retrostante alla torre di guardia (l'attuale "Torre" di Finale), la residenza saltuaria del Marchese ad Ovest dell'abitato e le abitazioni tra questi "poli", "con delle rette vie...". Agli inizi del'800, dopo l'abolizione della feudalità, con l'organizzazione amministrativa data dai Borboni di Sicilia, ci fu l'abolizione delle tre valli e l'istituzione di 7 provincie, 23 distretti e 150 circondari. Finale facente parte del territorio di Pollina fu annessa alla provincia di Palermo, al Distretto di Cefalù e al circondario di Castelbuono. Lo sviluppo turistico della zona cominciò negli anni ’70 del Novecento, quando su progetto dell’architetto Foscari fu costruito, sulle linee del teatro greco, un teatro all’aperto ricavato da una roccia dolomitica, dal particolare colore metà rosato e metà bianco, da cui il nome di “Pietrarosa”. Nell'ultimo decennio, in seguito al terremoto del 26 giugno 1993, Pollina ha visto diminuire rapidamente la popolazione residente che di conseguenza si è trasferita, per la maggior parte, a Finale, causando così il decentramento delle attività nella frazione. Attualmente l'insediamento urbano di Finale si struttura prevalentemente, lungo la ss. 113 (via Libertà) ed è in pratica separato dalla fascia costiera dalla linea ferrata Palermo-Messina.

Fonte:

martedì 6 maggio 2014

La vostra assicurazione moto online… per girare la Sicilia su due ruote!

6 maggio 2014.

L’estate è sempre più vicina e finalmente i motociclisti possono tornare a far rombare il motore. Questo momento di gioia può coincidere anche con il rinnovo della propria assicurazione moto: perché non provare a risparmiare con un comparatore online? Una buona soluzione è Chiarezza.it, il portale che permette di confrontare i preventivi di diverse compagnie, compilando gratuitamente un modulo online.
Una volta risolte le questioni burocratiche, bisogna iniziare a programmare il viaggio: la Sicilia è una terra splendida da scoprire ed esplorare su due ruote, con bellezza naturali senza pari e una cultura che affonda le radici in un lontano e ricco passato. Innanzitutto è bene scegliere la zona e l’itinerario che preferite percorrere, a seconda delle attrazioni da visitare e delle più belle strade da percorre.

Potreste optare per la strada che collega Catania ad Agrigento, muovendovi dalla Costa Ionica, con le sue straordinarie bellezze, fino alla suggestiva e antica Valle dei Templi.

Se preferite la Costa Occidentale, potrete guidare da Trapani a Marsala, con l’opportunità di vedere le incredibili saline e i mulini a vento che caratterizzano la zona.

Se siete dei buongustai, oltre che dei centauri, la cultura enogastronomica siciliana offre quanto di meglio si può desiderare: prodotti tipici, sani, gustosi, che sanno di sole e natura incontaminata, oltre a vini deliziosi e dolciumi indimenticabili.

Seguendo la strada del vino, potrete arrivare a Marsala, la città che dà il nome al celebre vino liquoroso. A Modica, invece, non perdete l’occasione di scendere dalla moto per entrare in una pasticceria e gustare il famoso cioccolato, fatto con fave di cacao al naturale e per questo dalla tipica consistenza granulosa e dal profumo inebriante.

E quando alla sera sarete stanchi e soddisfatti del vostro itinerario, fermatevi in uno degli accoglienti hotel, agriturismi e B&B siciliani: molte di queste strutture sono bikers hotel, ovvero fatte apposta per accogliere i motociclisti, con garage attrezzati per la cura della vostra moto.


Per contatti:

Relazioni Esterne Chiarezza.it
tel. 02 36539200

lunedì 5 maggio 2014

AL VIA CON LA CONFERENZA STAMPA DI DOMANI, I GIOCHI PER LA TAPPA CATANESE DEL I° “MASTER FOODIE 2014 - SICILIA”. AL MINA’, ALLA VECCHIA DOGANA, LA SFIDA TRA CINQUE FOOD BLOGGERS.


5 maggio 2014.

Sarà presentata alle 11.30 di domani, martedì 6 maggio, alla Vecchia Dogana, la seconda tappa della prima edizione di “Master Foodie – Sicilia”, cooking show rivolto ai food bloggers siciliani, esperti in preparazioni culinarie di alto livello.

L’evento si svolgerà alle 20.30 di lunedì 12 maggio al Ristorante Minà, in via Dusmet 2 a Catania, con una serata glamour ma soprattutto di qualità che riconfermerà il parterre palermitano, accrescendolo di valore grazie alla presenza di rappresentanti etnei delle diverse organizzazioni coinvolte.

Una manifestazione, “Master Foodie”, la cui caratteristica, oltre quella di dare il giusto merito e risalto a questi speciali “internauti” amanti della buona cucina, è quello di toccare tutte le province siciliane, per parlare e proporre la cultura del cibo rigorosamente siciliano attraverso una formula collaudata e ricercata.

Come in ognuna delle location scelte per l’occasione, le 5 food bloggers che si sfideranno il 12 maggio (Alessandra Adorno, Elena Benfante, Terry Caruana, Francesca Merlino e Pinella Scafile) coadiuvate dai cuochi del ristorante, prepareranno ognuna il loro piatto (insieme realizzeranno un intero menù, dall'antipasto al dolce) per la giuria critica, composta da elementi scelti tra giornalisti enogastronomici, sommelier, critici del settore, così come per quella tecnica, della quale faranno parte chef, ristoratori e rappresentanti di specifiche associazioni di categoria. I loro voti, sommati a quelli della giuria popolare, composta da quanti acquisteranno il ticket per “partecipare alla serata, gustare e dare il proprio parere”, decreteranno il “Master Foodie” locale. Un’occasione importante, anche per quanti non fanno parte di questo mondo, per vivere un momento volto a promuovere e valorizzare la cucina siciliana. Per saperne di più...

Fonte:


venerdì 25 aprile 2014

40° edizione della Sagra della ricotta e del formaggio di Vizzini (CT).

25 aprile 2014.

Vizzini (CT). In programma dal 25 al 26 aprile la 40° edizione della "Sagra della ricotta e del formaggio" di Vizzini, in provincia di Catania, la città natia del famoso scrittore Giovanni Verga. Queste specialità locali hanno fatto guadagnare a Vizzini il titolo di patria della ricotta e dei formaggi e non tarderete ad assaggiarne il motivo. Alla festa troverete tantissimi stand allestiti tra le vie del borgo, che esporranno anche altri gustosi prodotti, da poter degustare con un buon calice di vino.

Fonte:

mercoledì 5 settembre 2012

Un gelato sul mare? Fate un salto allo Sherbeth di Cefalù.

5 Settembre 2012.

Cefalù (Pa).Dal 6 al 9 settembre. Voglia di gelato? Fate un salto a Cefalù. Troverete maestri provenienti da ogni parte del mondo e gusti raffinati da assaggiare ad uno ad uno. Dal 6 al 9 settembre, infatti, la cittadina normanna ospiterà l’edizione 2012 di Sherbeth, la kermesse interamente dedicata ai gustosi ripieni di coni,brioches o coppette. A voi la scelta. Info: 091 6256817 - www.sherbethfestival.it.









Fonte:

A spasso per il palato. A San Vito Lo Capo (Tp) è tempo di caponi.

San Vito Lo Capo (Tp)
5 Settembre 2012.

San Vito Lo Capo (Tp). Dal 21 al 23 settembre. Fritto, al forno o marinato: sarà comunque gustoso, perché il capone dove lo metti suona. Per gli amanti di questo pesce azzurro l’appuntamento si rinnova anche quest’anno a San Vito Lo Capo, da venerdì 21 a domenica 23 settembre. Degustazioni, musica, convegni ed anche la possibilità di partecipare ad una battuta di pesca sono gli ingredienti di una manifestazione culinaria da non perdere. Info: 0923 974300 - www.tempuricapuna.it.

Fonte:

Tour tra i vigneti a Mandrarossa, nel territorio di Menfi (Ag).

La Provincia di Agrigento
Menfi (Ag), fino al 9 settembre. Un tour tra i vigneti, tra passeggiate in mezzo alla natura, musica e degustazioni. É il Mandrarossa vineyard tour, l’iniziativa della nota cantina vinicola che si svolgerà nel territorio di Menfi fino al 9 settembre. Avrete così la possibilità di vivere una natura non selvaggia ma sapientemente controllata e capace di donare sorsate d’allegria. Per partecipare www.mandrarossatour.it.






Fonte:

mercoledì 29 febbraio 2012

A tavola! Oggi prepariamo le polpettine di neonata.

29 Febbraio 2012.


LE RICETTE


Polpettine di neonata.


Ingredienti (per 4 persone): 300 gr di neonata; 1 uovo; una manciata di parmigiano grattugiato; una manciata di pangrattato; 1 ciuffo di prezzemolo; mezzo spicchio d’aglio; sale e pepe; olio per la frittura.

Preparazione: 

Mescolate in una terrina la neonata unitamente all’uovo, al formaggio, all’aglio e al prezzemolo tritati; amalgamate il tutto aggiustando di sale e pepe e solo a questo punto aggiungete il pangrattato, quanto basta per dare consistenza all’impasto senza renderlo troppo asciutto. Scaldate in padella l’olio per friggere e componete, con l’aiuto di due cucchiai, delle polpette che servirete ben calde, magari su un letto di scarola riccia croccante. Spaghetti con la neonata Ingredienti (per 4 persone): 300 gr di neonata; 400 gr di spaghetti (possibilmente trafilati artigianalmente); 1 spicchio d’aglio; un paio di pomodori pelati; un peperoncino essiccato; olio extravergine d’oliva; sale; un ciuffo di prezzemolo fresco. 

Preparazione: 

Mettete, per prima cosa, a bollire la pentola per cuocere la pasta poiché la preparazione del condimento è molto veloce. Detto fatto: soffriggete in una padella dai bordi alti l’olio, lo spicchio d’aglio e il peperoncino; quando saranno rosolati aggiungete il pomodoro pelato ridotto in pezzetti, aggiustate di sale e lasciate cucinare solo qualche minuto. A questo punto spegnete il fuoco e aggiungete la neonata, il prezzemolo tritato e amalgamate il tutto: il calore degli altri ingredienti cucineranno al punto giusto i bianchetti, mantenendo il loro sapore integro. Cucinate in abbondante acqua gli spaghetti e ultimate la cottura nella padella con il sugo appena preparato; aggiungete ancora una manciata di prezzemolo tritato e, se gradite, una spolverata di scorza di limone (possibilmente biologico).

Fonte:

Alla scoperta di Caccamo (Pa).

Il castello di Caccamo (Pa) - (Fonte: dalla rete)
29 Febbraio 2012.


Sono incerte le origini e la storia del paese di Caccamo, in provincia di Palermo, dato che pochissimi sono i documenti storici a cui attingere per le informazioni sulle sue origini. Si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi, rifugiatisi nel paese dopo che Himera (nelle vicinanze dell'attuale Termini Imerese) era stata distrutta da Gelonetiranno di Siracusa. Ma sono state trovate anche successive tracce bizantine e, inoltre, alcuni nomi di quartieri e di contrade fanno presupporre la presenza di un nucleo saraceno (lo stesso toponimo Caccamo potrebbe essere d'origine araba). In seguito, nel 1094, Caccamo fu affidata ai Normanni, concessa in feudo a Goffredo de Sageyo. Il paese è una borgata medievale dominata dal suo Castello in alto su una collina nella parte più antica del paese. A Caccamo nacque l'architetto e pittore manierista Nicasio Azzarello (Contino & Mantia, 1998), discepolo e genero dell'architetto, pittore e cartografo palermitano Antonino Spatafora, cognato dell'architetto e pittore termitano Vincenzo La Barbera. L'Azzarello lavorò, in qualità di architetto ai Quattro Canti (Ottagono di Piazza Villena) di Palermo. Unico suo dipinto noto, come hanno recentemente documentato Contino & Mantia (2001), è l'Annunciazione della chiesa del Carmelo di Termini Imerese, realizzata assieme al discepolo, il termitano Francesco La Quaraisima. 
Oltre al Castello che domina l’intero paese e che merita certamente una visita, Caccamo è ricca di meravigliose chiese. Vi proponiamo qui una breve guida studiata dall’amministrazione comunale. L’itinarario non può che iniziare dal Duomo, dedicato a San Giorgio. Fondato dai Normanni nel 1090, ampliato nel 1614, custodisce preziose opere d’arte: il blocco marmoreo del fonte battesimale datato 1466, della scuola del Gagini; cosi come il ciborio della cappella del SS. Sacramento del XV secolo; la tavola di Simone De Wobrek, raffigurante la caduta di Gesù sotto la croce del XVI secolo; le tele dei cinque sensi di scuola fiamminga e la grande tela raffigurante il miracolo di San Isidoro Agricola del 1641. All’interno della sagrestia si possono inoltre ammirare bassorilievi, dipinti, statue, messali, manoscritti, paramenti sacri ricamati in oro, calici, ostensori. Non lontano da Piazza Duomo, troviamo la chiesa dell’Annunziata. Fondata intorno al 1200, presenta agli esterni interessanti elementi barocchi. L’interno è suddiviso in tre navate ed impreziosito da opere d’arte come la tela raffigurante l’Annunciazione di Guglielmo Borremans, e alcuni stucchi di Bartolomeo Sanseverino. Poco distante troviamo la chiesa di San Benedetto alla Badia. Fondata nel 1615 dalle suore benedettine, l’interno presenta un grande pavimento in maiolica di Nicolò Sarzana, una splendida cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, una grandissima quantità di stucchi attribuiti alla scuola del Serpotta ed inoltre marmi policromi, affreschi sulla volta e le tele degli altari laterali. La piazza del Duomo è circondata da altri splendidi monumenti barocchi: la chiesa dell’Oratorio, il palazzo del Monte di Pietà, la chiesa delle anime sante del Purgatorio. Questo complesso monumentale costituisce uno dei più eleganti ambienti architettonici di Caccamo, scenario suggestivo utilizzato come cornice ad importanti spettacoli all’aperto e manifestazioni culturali. Fra gli edifici religiosi di interesse artistico che consigliamo di visitare, ricordiamo: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che custodisce una preziosa “Madonna col Bambino”, capolavoro del Gagini, ed i resti mortali del Beato Giovanni Liccio, patrono e protettore della città di Caccamo e la chiesa con annesso convento dei Cappuccini, con il suo imponente altare maggiore ligneo di stile dorico e corinzio. 
Laboriosa e piena era la vita dei cittadini che vivevano al di fuori delle mura del castello. Lì, al riparo di arcieri e ponti levatoi, nascevano tradizioni e riti che, secoli dopo secoli, sono arrivati sino ai giorni nostri. Alcuni di questi si tengono ancora all’ombra di mura medioevali che, seppur spogliate di cavalieri con arco e frecce, conservano il loro fascino quasi intatto. È il caso di Caccamo, centro collinare in provincia di Palermo, in cui ogni anno si rinnova un rito dedicato a San Giuseppe. La festa del santo, come è noto, ricorre il 19 di marzo ma in questo paese, ricco di chiese e bei palazzi, tutto ha inizio domenica 4 marzo. Sono due le manifestazioni, strettamente collegate, per cui vale la pena pensare di organizzare un visita. La prima è "a retina", che consiste in una raccolta porta a porta di frumento in onore del santo. Dalle otto del mattino, dalla zona del Carmine, cavalli bardati a festa, passeranno per tutte le vie del paese. Porta dopo porta, i cittadini avranno da offrire grano dal quale nascerà il pane in onore del famoso falegname. La passeggiata tra le vie cittadine terminerà infatti nel vecchio mulino del paese, luogo in cui sarà effettuata la molitura necessaria alla preparazione del pane del 19 marzo. Il secondo evento da segnalare è "a scalunata". In questo caso protagonista è la chiesa della SS. Annunziata, la cui scalinata, dall’altare all’abside, si ricopre di candele. I ceri terminano il loro virtuale percorso davanti al simulacro ligneo di Gaspare Serpotta, del XVII secolo. E, per la prima volta, una terza manifestazione arricchisce la giornata del 4 marzo: dalle 9 del mattino, in piazza Marconi, è l’ora della “Sfinciata”, appuntamento da non perdere per gli amanti delle prelibatezze culinarie. Per informazioni: 091.8103111.


Fonte: 


giovedì 8 dicembre 2011

DOLCE O SALATA È TEMPO DI CUCCÌA.


La Cuccia. (Fonte: dalla rete.)
8 Dic. 2011.

Un piatto carico di leggende per una festa dal sapore antico e magico. È tutto pronto per la XVII edizione della Sagra della Cuccìa a San Michele di Ganziria, piccolo paese della provincia di Catania. Il 10 e l’11 dicembre i vicoli del centro storico si animeranno di musica e profumi per festeggiare la minestra povera, ma gustosa, a base di frumento cotto, condita con aglio e olio o ricotta. Per due giorni il paese fa un salto indietro nel tempo, trasformandosi in un borgo medievale con cortei storici e botteghe di antichi mestieri e sapori perduti. 


Oltre al piatto a cui la sagra è dedicata, potrete gustare, infatti, anche i piatti tipici della zona, come frittelle e “sfinci”, godendovi spettacoli di giocolieri, giullari, trampolieri, sbandieratori e musicisti. La cuccìa, legata al giorno di Santa Lucia, che si festeggia il 13 dicembre, viene preparata mettendo il frumento a bagno in acqua fresca per tre giorni, poi avviene la cosiddetta “mazziata”, ovvero il grano viene battuto all’interno di un sacco di tela con una particolare mazza di legno: questa operazione serve a separare i chicchi dalla crusca. In altre occasioni il frumento viene pulito sfregandolo il sacco su una tegola (“frigatura ‘nto geramitu”). Infine, si fa bollire in acqua per almeno 8 ore lasciandolo riposare a lungo nella sua acqua di cottura. Ed ecco che il grano è pronto per essere condito e gustato in tutta la sua semplicità.

LA STORIA

La cuccìa è legata al culto di Santa Lucia e la sua preparazione è un rito di tante famiglie non solo siciliane, ma anche di buona parte del Mezzogiorno e del resto d’Italia. Tante sono le storie e leggende che legano il cibo alla festa del 13 dicembre. Ve ne raccontiamo una fra le più significative. Si narra che, diversi secoli fa, in Sicilia, dopo una lunga carestia, arrivò nel porto di Palermo una nave carica di grano proprio il giorno di Santa Lucia. L’evento fu accolto dalla popolazione stremata come un aiuto divino. Il grano fu subito distribuito e la gente, affamata, per non perdere ancora del tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò così com’era. Da allora, in segno di riconoscenza, il giorno di Santa Lucia, ritenuta l’artefice del miracolo, non si mangiano pane e pasta, ma “si cuccìa” dal verbo “cucciari” derivato da “còcciu” cosa piccola, chicco.


LA RICETTA CUCCIA DOLCE CON RICOTTA

Ingredienti:
500 gr. di frumento tenero, 1,5 kg. di ricotta di pecora freschissima,
450 gr. di zucchero semolato, 300 gr. di capello d’angelo,
150 gr. di cioccolato fondente (a gocce o a pezzettini), granella di
pistacchio q.b., cannella in polvere q.b., un pizzico di sale.

Preparazione:

Lasciare il frumento in acqua per tre giorni, cambiando quotidianamente l’acqua. Prima della cottura versarlo in un contenitore e ricoprirlo nuovamente d’acqua con un pizzico di sale. Lasciare riposare per un’oretta e quindi procedere alla cottura, in pentola, a fiamma bassissima, per 6-8 ore. Dopo aver lasciato riposare per tutta la notte nella propria acqua di cottura, il grano è finalmente pronto. Preparare, a questo punto, la crema di ricotta, lavorandola con una frusta o uno sbattitore insieme allo zucchero, fino ad ottenere un composto denso e cremoso. Lasciare riposare per circa mezz’ora, quindi aggiungere il capello d’angelo tagliato a cubetti e le gocce di cioccolato fondente. Dopo aver scolato bene il frumento, mescolatelo alla crema di ricotta e servite il tutto in ciotoline, spolverando con la granella di pistacchio e la cannella in polvere.

Fonte:

Gustando la Testa di Turco, una delizia per il palato.

Castelbuono (Pa) - (Fonte: dalla rete)
8 Dic. 2011


Castelbuono (Pa), 8 dicembre. Quale migliore occasione, in un giorno di festa, per scoprire e gustare la “Testa di Turco”, dolce tipico castelbuonese, all’interno della tradizionale sagra ad esso dedicata. Le sue origini risalgono a molti secoli fa e, precisamente, secondo la tradizione il dolce fu realizzato per la prima volta in occasione della sconfitta degli Arabi a favore dei Normanni. Una vera e propria bontà tutta da scoprire, preparato con crema di latte bovino, farina, uova, sugna, scorza di limone, cannella in polvere e una croccante sfoglia fritta. La sagra sarà l’occasione per degustare, gratuitamente, la specialità locale ma anche un momento significativo per rivivere antiche tradizioni del passato legate alla nostra terra. 
Info: www.igattopardi.it – 0921/671211.


Fonte:

venerdì 14 ottobre 2011

Bacco e delizie a Montevago (AG).

14 Ottobre 2011.

Montevago (Ag), dal 14 al 16 Ottobre. Spettacoli, mostre e, soprattutto, degustazioni. Al via la Sagra del Vino e dei Prodotti tipici di Montevago, nell’Agrigentino, dal 14 al 16 ottobre. Il “nettare di Bacco” sarà protagonista della tre giorni enogastronomica nella Valle del Belice, una delle aree vitivinicole più ricche dell’Isola: settemila ettari di territorio che vanta il 40% dell’export di tutta la produzione dell’Isola. Info: 0925 39633.

Fonte:
Altri link utili:

giovedì 22 settembre 2011

San Vito Lo Capo (Tp). Il Cous Cous Fest - Dal 20 al 25 Settembre 2011.

22 Settembre 2011.


Cous cous. Il piatto che ha soddisfatto interi popoli dall’Africa alla Sicilia, passando per il Medio Oriente, è ancora una volta a portata di tutti in una festa che è ormai un appuntamento di rito per la località turistica trapanese di San Vito Lo Capo.



Il cuscus o cuscussù (in francese: couscous; in arabo magrebino: kuskusu; in berbero: seksu) è un alimento tipico del Nordafrica e della Sicilia occidentale, costituito da agglomerati ovvero granelli di semola cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura). (Fonte: Dalla rete)
San Vito Lo Capo. Fino al 25 settembre è l’ora del “Cous cous fest”. Tra gli stand avrete modo di degustare i metodi di preparazione di decine di paesi differenti, di osservarne le tecniche e di godere dei colori. Ricordate, è un piatto che ha fatto innamorare anche i re. Salomone, giuda politica del regno di Giuda e Israele quasi mille anni prima della nascita di Cristo, dopo essersi innamorato della regina di Saba pare ebbe gravi malesseri causati proprio dall’amore. Leggenda vuole che fu proprio un impasto di semola di grano duro unito ad un brodo vegetale a ridargli vigore e a consentirgli di governare. La storia, oltre le leggende, racconta di un piatto nato tra i berberi del deserto magrebino, che pian piano ha invaso buona parte dell’Africa, ha toccato la Palestina ed è giunto sino a noi, in Sicilia. Le sapienti mani delle donne che lo preparavano lo hanno unito al freschissimo pesce delle acque trapanesi e così è nato uno dei piatti simbolo dell’Isola. Ma fare il cous cous, a meno di comprarlo già pronto, non è cosa semplice. La sua preparazione, l’arte di “incocciare” e formare i granelli, richiede ore e ore di lavoro. Ma vale la pena di provare, almeno una volta. La semola di grano duro deve essere lavorata a mano con dell’acqua in modo da formare piccoli granellini, un setaccio sarà d’aiuto per realizzare la giusta dimensione. I granelli troppo piccoli o troppo grandi saranno mescolati nuovamente fino a quando la semola non sarà diventata cous cous. Per quanto riguarda la cottura, invece, la migliore è quella fatta a vapore; consente infatti ai grani di rimanere soffici. Il condimento? Se volete un vero cous cous trapanese acquistate scorfani, cipolle, san pietro, “cocci”, gallinelle e chi più ne ha più ne metta tra i pesci da brodo e cuoceteli dopo avere soffritto aglio e cipolla con una noce di estratto di pomodoro. Un po’ di peperoncino e il pranzo è servito. Per saperne di più ....


Fonte:

giovedì 18 agosto 2011

Taralle e gelato fanno tappa a Gratteri (Pa) il 18 ed il 19 Agosto 2011.

18 Agosto 2011.

Non taralle e vino ma taralle e gelato questa volta. Protagonista è la “Cucchia”, dolce che viene prodotto a Gratteri alle pendici del Parco delle Madonie, in provincia di Palermo, e che viene ch i a m a t o così dal termine “incucchiare” che in italiano è sinonimo di unire. Il 18 ed il 19 agosto si svolgerà la seconda edizione della manifestazione culinaria e gastronomica che nasce con l’intento di promuovere il tipico dolce da forno, sposata al buon gelato artigianale. Se avete voglia di una alternativa alla classica brioche fate un salto ad assaggiare la Cucchia. Info: www.cucchiafest.com.


Fonte:

  1. http://www.siciliaweekend.info/.

lunedì 10 gennaio 2011

Weekend Gennaio a Serra Guarneri.

10 Gennaio 2011.


Il CEA Serra Guarneri riapre nel 2011 proponendo tanti weekend a tema per tutti i gusti e tutte le età. Se siete un gruppo e volete prenotare a Serra Guarneri contattateci entro 15 giorni dal week end che preferite e avrete la struttura tutta per voi ed uno sconto gruppo!

Se volete organizzare una festa di compleanno o un pranzo per festeggiare qualche ricorrenza contattateci per avere maggiori informazioni.


Gennaio 2011 a Serra Guarneri
WEEK END “La Natura entra in Cucina”

Nei fine settimana di Gennaio l’atmosfera amichevole di Serra Guarneri vi farà sentire ancora di più a casa vostra rendendovi partecipi nella preparazione delle deliziose ricette, che poi gusterete, a base di prodotti locali e genuini. Seguiti dallo staff di Serra Guarneri, per chi ne ha voglia, si potrà cucinare tutti insieme con un sottofondo di buona musica, chiacchiere e risate.

Programma del week-end:
Arrivo il sabato pomeriggio preferibilmente prima del tramonto!!! Sistemazione nelle camere e visita del CEA.
Dopo cena preparazione biscotti e torte per la colazione dell’indomani. Domenica mattina dopo una buona e sana colazione,con calma, si cucina tutti insieme e poi pranzo mangiando ciò che si è cucinato.Partenza domenica pomeriggio (all’ora che si desidera).

Il tutto servito a pranzo insieme a prodotti locali e biologici.

P.s. I piatti li laviamo noi!!!

Numero max di partecipanti: 25 persone
Costo week end: 50
Costo solo domenica:15

Il Centro di Educazione Ambientale "Serra Guarneri" si trova a circa 6 km da Cefalù in un antico borgo rurale ottocentesco ristrutturato, nei pressi di Sant’Ambrogio, immerso nel bosco in una zona di riserva integrale del Parco delle Madonie.

Per info e Prenotazioni: PALMA NANA - via Archimede, 56 - 90139 PA tel 0917434726 fax 0913809837 - dalle 10:00 alle 18:00

sabato 20 novembre 2010

La Cucina Siciliana: Oggi prepariamo gli arancini.

Gli arancini. (Fonte: Dalla rete)
20 Novembre 2010.


L'arancino è una specialità della cucina siciliana.

Si tratta di una palla di riso fritta, di diametro di 8-10 cm, farcita con ragù, altre volte con composti di salsa di pomodoro, mozzarella, piselli o altro. Il nome deriva dalla forma e dal colore tipico, che ricordano un'arancia. Nella parte orientale dell'isola gli arancini possono anche avere una forma conica. Nella letteratura, il commissario Montalbano, personaggio dei romanzi di Andrea Camilleri, è un noto buongustaio e ha contribuito a far conoscere questo piatto fuori dall'Italia con il libro Gli arancini di Montalbano.

Il nome: arancino o arancina?

Nelle zone di Palermo, Trapani, Gela e Agrigento, il nome, a differenza del resto della Sicilia, è declinato al femminile: arancina invece che arancinu.

Storia:

L'arancino sembra essere stata importato dagli arabi che erano soliti mangiare riso e zafferano condito con erbe e carne, durante i pasti. L'invenzione della panatura sembra venire dalla corte di Federico II, quando si cercava un modo per recare con sé la pietanza in viaggi e battute di caccia. La panatura croccante, infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità. Può darsi quindi che, inizialmente, l'arancino si sia caratterizzato come cibo da asporto, possibilmente anche per il lavoro in campagna.

Preparazione:

Per la preparazione si fa cuocere al dente del riso a chicchi tondi, si impasta con burro e pecorino e si fa raffreddare su un piano di marmo. Formati dei dischi di questo impasto, si pone al centro di ciascuno una porzione di farcitura e si chiudono. Successivamente, si passano nell'uovo sbattuto e nel pangrattato, pronti per essere fritti.A Palermo è molto diffuso l'uso dello zafferano per dare un colorito dorato al riso, molto compatto e nettamente separato dalla farcitura, contrariamente a quanto succede nella zona di Messina e Catania, dove si utilizza il sugo al posto del più costoso zafferano.

Tipologie:

I gusti più diffusi nelle rosticcerie dell'isola sono: * 'al ragù', con ragù, piselli e carote; * 'al burro', con mozzarella e prosciutto; * 'agli spinaci', con spinaci e mozzarella; ma in alcune rosticcerie specializzate si possono trovare anche: * 'ai funghi'; * 'alla salsiccia'; * 'al salmone'; * 'al pollo'; * 'alla marinara'; * 'al pescespada'; * 'al pistacchio'; * 'alla carbonara'; * 'alle melanzane'; * 'al cacao' (coperte di zucchero, vengono preparate solitamente per la festa di Santa Lucia); * 'alla nutella'(soprattutto nella zona di Messina). Per facilitare la distinzione tra i vari gusti, la forma dell'arancino può variare; Una variante degli arancini, rotondi e più piccoli, è anche diffusa come prodotto tipico delle friggitorie napoletane, note come palle di riso.


Ricetta: ARANCINI DI RISO

½ lt. di brodo una bustina di zafferano 60gr. di burro 60 gr. Parmigiano 1 uovo sale pepe q. b. 300 gr. di riso 1 cipolla 100 gr. di vitello 100 gr. di pollo 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro 150 gr. di piselli 1 mozzarella Risorse in Rete Acquisti alimentari Alimentazione Cocktail Corsi di Cucina Ricette Ristoranti Vini Libri di Cucina Bevande

In un litro di brodo far cuocere il riso. Una volta che tutto il brodo è stato assorbito, aggiungere l'altro ½ lt. del brodo, in cui precedentemente avrete sciolto la bustina di zafferano. Continuare la cottura finché il riso non giungerà a cottura. Aggiungere, subito dopo il burro e il parmigiano, un uovo, il sale ed il pepe. Riporre il riso in frigo per almeno 2 ore. Per il RIPIENO tritare finemente una cipolla e farla saltare in padella con poco olio e burro. Quando la cipolla si sarà ammorbidita aggiungere il macinato di vitello e i fegatini di pollo precedentemente puliti (eliminare il grasso e il fiele). Quando la carne è ben rosolata aggiungere un cucchiaio di pasta di pomodoro concentrato diluito in ½ bicchiere di acqua calda. Far lessare e salare i piselli a parte. Quando è tutto cotto lasciare intiepidire. Con le mani bagnate formate delle pallette di riso del diametro di 6 cm circa. Scavare una nicchia in ciascun arancino e riempirla con la carne i piselli e un pezzetto di mozzarella. Chiudere bene l'arancino, infarinarlo passarlo in un uovo leggermente sbattuto e salato, passarlo nel pangrattato e mettere in frigo per almeno 2 ore. Friggere in fine in abbondante olio caldo.

Vino rosé fruttato, servito leggermente fresco.





Fonte:-

giovedì 11 novembre 2010

Il pane c'a meusa.

Il pane c'a meusa
11 Novembre 2010.

Pietanza tipica del cosiddetto "cibo da strada"

Il pane c'a meusa (panino con la milza) è un esempio di tradizione gastronomica italiana nel campo del cosiddetto "cibo da strada", precursore dell'odierno fast food. Questa pietanza, tradizione esclusiva di Palermo, consiste in una pagnotta morbida, sormontata da una spruzzata di sesamo, che viene imbottita da pezzetti di milza e polmone di vitello. La milza e il polmone vengono prima bolliti e poi, una volta tagliati a pezzetti, soffritti brevemente nella sugna. Il panino può essere integrato con caciocavallo grattuggiato (maritato) oppure semplice (schietto-celibe). 

Tipica l'attrezzatura del meusaro: una pentola inclinata
Dalle mani di un abile artigiano nasce una bontà succulenta.

Tipica l'attrezzatura del meusaro: una pentola inclinata all'interno della quale frigge lo strutto mentre in alto attendono le fettine di milza e polmone che devono essere fritte solo al momento. Una forchetta con due denti per carpire le fettine fritte, che vanno scolate brevemente e ficcate nella vastella anch'essa calda, e per questo custodita sotto un telo. Il panino va servito caldo, in mano all'avventore, in carta di pane. La maggior parte dei meusari sono ambulanti e si trovano nei mercati come la Vucciria. Il più famoso è l'Antica Focacceria San Francesco, che risale al lontano 1834, il cui proprietario ha fatto della battaglia contro il pizzo una coraggiosa scelta di vita denunciando i suoi estortori mafiosi.

Storia

L'origine di questo panino sembra risalire al medioevo, quando gli ebrei palermitani, impegnati nella macellazione della carne, non potendo percepire denaro per fede religiosa per il proprio lavoro, trattenevano come ricompensa le interiora che rivendevano come farcitura insieme a pane e formaggio. Cacciati da Ferdinando II di Aragona detto il cattolico, questa attività venne continuata dai caciottari palermitani. In realtà, il consumo di interiora, particolarmente diffuso a Palermo, è tipico di quelle comunità ove, al consumo di carne dovuto alla presenza di famiglie nobiliari, corrispondeva un utilizzo degli scarti della macellazione da parte del popolo. Il cibo pronto da strada è anche una tipicità araba. Si pensi al kebab, e a Palermo, accanto al panino con la milza, troviamo per strada anche il panino con panelle e/o crocchè (cazzille), le stigghiola, la frittola, il musso, i polipari, l'aringa, e tutta una serie di pietanze da consumere in piedi: arancine, calzoni, spiedini, ravazzate.

fonte:
  • tratto da: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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In Sicilia abbondano da sempre i cereali.

I cereali
11 Novembre 2010.

In Sicilia abbondano da sempre i cereali: lenticchie, fave, ceci e fagioli crecevano bene sull'isola e furono, per secoli, la base dell'alimentazione non solo contadina. Bastava un filo d'olio a farne piatto degno di un re. Un vero mistero si cela dietro il fagiolo: chi potrebbe mai immaginare che nello sfarzo del Rinascimento italiano, si potesse regalare un sacchetto di fagioli come dono di nozze? Eppure non furono poveri contadini a pensare a quell'insolito dono: è quanto fece, nel 1533, Alessandro de' Medici quando sua sorella Caterina andò sposa a Henri II, re di Francia. Capita sovente di leggere che quella pianta annua, erbacea delle Papilionacee, sia stata l'ultima arrivata nella cucina italiana assieme ad altre quattromila piante giunte dall'America: patate, arachidi,tabacco, pomodoro, cacao, mais ecc. ecc.

Il mistero sta nel fatto che in tutta la Sicilia si mangiavano fagioli neri già da alcuni secoli. Erano stati i musulmani, giunti in Sicilia nel IX secolo, a portarli da quel territorio chiamato "Mezzaluna fertile" e che va identificato oggi con Siria-Libano-Egitto. Lo scoprì nel 1949 il Professor Maxime Rodinson ricercando documenti arabi relativi alla cucina di corte dei secoli XII e XIII dove s'illustra l'evoluzione alimentare, e quindi, i cambiamenti degli usi gastronomici dell'immenso impero islamico. Si cita anche il riso: originario dell'India, arrivò in Sicilia ma trionfò a Palermo. Come pure la canna da zucchero, introdotta nelle zone iraniane dall'India e poi coltivata felicemente nell'Isola, particolarmente sulla fascia costiera della provincia di Palermo: da Villabate a Bagheria, e poi su tutta la costa occidentale dove nel 1410 i Beccadelli, principi di Camporeale, crearono il primo impianto industriale per la sua lavorazione. Un "trappetum cannamelarum" che darà il nome al comue di Trappeto. Naturalmente l'alimentazione " di corte ", quindi la cucina araba ricca, divenne ricercata e varia, spesso sontuosa per l'impegno di prodotti costosissimi. Si distinsero cuochi egiziani e turchi, ricercatissimi dai vari signori.

Furono ritenuti prodotti destinati all'èlite: il riso, lo zucchero, i fagioli e le lenticchie. Quelle dell'isola di Ustica sono, oggi, celebri e universalmente riconosciute come prodotto di grande interesse. Quando ai territori della "Mezzaluna fertile" si aggiunsero terre di Sicilia, ricche di acque e con clima più temperato, i fagioli ne trassero beneficio per la facilità di coltivazione, tanto da abbassarne il prezo rendendoli popolari. In un testo dell'arabo Al Jahiz, i fagioli sono indicati come "cibo plebeo" e finirono con l'essere ignorati nei successivi manoscritti di "alta cucina". Che i fagioli siciliani fossero già alimento pregiato della cucina europea, prima della fatidica scoperta dell'America, è documentato ampiamente. Nel celebre "Mènagier de Paris" della fine del XIV secolo, sono descritti ventiquattro menù; fra i "cibi per iniziare" c'è un "passato di fagioli". In ricettari tedeschi e francesi coevi, si consigliava un "impasto di fagioli e piselli" per farcire di magro animali da cuocere interi, allo spiedo: anatre, oche, galline e capponi, ma pure maialini e cinghiali. Lo conferma un attento studio del Professore Terence Scully in "The art of cookery in the Middle Age" pubblicato in USA nel 1995.

I contadini siciliani erano certi che facessero un gran bene. La tisana di baccelli riduce il colesterolo, la pressione alta ed ha azione antidiabetica. Applicati esternamente, sia il decotto che la farina di fagioli, sono ritenuti, nella medicina popolare, ottimi rimedi contro l'eczema cutaneo. Nei progetti del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) c'è pure il nostro fagiolo da cui si sta tentando di recuperare alcune proteine di grande interesse per l'alimentazione del futuro. Il fagiolo sembra essere di buon auspicio: in italiano, si dice "capitare a fagiolo", "andare a fagiolo" e pure "sfagiolare" nel senso di gradire, andare a genio... In siciliano il fagiolo è femminile. Si dice "fasòla" nome pure di un'antica danza popolare. Purtroppo c'entra poco con il fagiolo: il curioso nome viene dalle battute musicali Fa-sol-La. Peccato.

Ai musulmani si deve pure l'arrivo del riso in Sicilia. Lo conoscevano benissimo i Sicelioti, con il nome di "oryza",costosa medicina che veniva dall'Oriente. Sicuramente dal Giappone proveniva quello che attecchì in epoca araba: "oryza sativa japonica", per i botanici. Si parla e si scrive tanto sulle coltivazioni del riso in varie parti dell'Isola, ma non c'è un solo documento in proposito. E' da supporre che il riso, probabilmente, fu soltanto commercializzato e non prodotto. A Palermo non si è mai trasformato in fumanti risotti. Nella cucina raffinata dei "Monsù", invece, prese le sembianze di profumatissimi timballi. In quella popolare è elemento fondamentale per minestre di verdure e sublimi arancine ripiene di ragù di carne.

Tratto dall'opuscolo informativo "alla scoperta della provincia di Palermo - Cucina storia e tradizioni" edito dall'Azienda Autonoma Provinciale per l'incremento Turistico di Palermo, sita a Palermo alla piazza Castelnuovo 35. Il webmaster del sito, Francesco Toscano, ringrazia l'AAPIT per la gentile concessione fattagli a seguito della quale è stato possibile realizzare questa e le successive pagine web.
L'azienda è presente sul web all'indirizzo:

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Recensione del romanzo giallo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano, redatta dalla lettrice Maria Giulia Noto.

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La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."

Cenni storici sul Comune di Palermo,Monreale, la Sicilia in genere.News su società e cultura. News dalle Province Siciliane. Storia di Palermo e della Sicilia dalla preistoria ai giorni nostri. Elementi di archeologia misteriosa,della teoria del paleocontatto.


La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.