Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






ULTIME NEWS DAL BLOG Sicilia, la terra del sole.


Allo scoperta del Parco Archeologico di Segesta (TP).
I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...
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Cucina senza frontiere: viaggio gastronomico in versione senza glutine e senza lattosio.
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The Funeral Party, l'ultimo libro di Francesco Piazza per Pondera Verborum.



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martedì 24 giugno 2014

La Chiesa di San Cataldo di Palermo.


La chiesa di San Cataldo di Palermo (prospetto frontale).

La chiesa di San Cataldo di Palermo (prospetto posteriore).
Storia:

Sita a Piazza Belliniaccanto la chiesa della Martorana o dell'Ammiraglio, si ritiene che sia stata fondata da Maione di Bari (Bari, 1115 – Palermo, 10 novembre 1160), così come documentato da Domenico Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco (Palermo 1783- Firenze 1863), nella sua opera "Del Duomo di Monreale e di altre chiese siculo - normanne: ragionamenti tre (Palermo 1838, pag. 38 e seguenti)", negli anni in cui Maione di Bari fu ministro, ammiraglio, gran cancelliere di Guglielmo I, (fra il 1154 e il 1160 d.C.). A tal proposito, vedasi il manoscritto "Delle Chiese di unioni, confraternite ecc., al foglio 582" di Antonio Mongitore (Palermo, 4 maggio 1663 – Palermo, 6 giugno 1743) nel quale si afferma che Guglielmo II, nel mese di giugno 1182, per suo privilegio, concesse ai Benedettini di Santa Maria Nova di Monreale, fra l'altro:
- a Palermo, la casa del fu Silvestro conte di Marsico, vicino alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, con cappella, forno e orto; la chiesa di San Martino, fondata da Pietro Indulfo, con i suoi possedimenti; la vigna di Pietro, mastro pittore, vicina alle sorgenti del Gabriele, che sua figlia e il marito avevano ceduto alla corte. 
Le concessioni temporali vanno inquadrate nell'ambito del diritto feudale del tempo e furono interpretate nel corso dei secoli secondo l'evoluzione del diritto feudale stesso. Nella sostanza, però, rimasero pressoché integre dalle origini sino alla Costituzione siciliana del 1812, con la quale furono formalmente aboliti i privilegi feudali in Sicilia.

domenica 15 giugno 2014

In giro per Palermo...le foto, la storia dei monumenti di una città millenaria.

La città di Palermo, vista dalla cupola dell'oratorio del SS. Salvatore sito in Corso Vittorio Emanuele II.
15 giugno 2014.

Buongiorno!
Pubblico di seguito alcuni scatti fotografici eseguiti da un appassionato lettore del blog che, in un giorno di primavera, unitamente ai componenti il suo nucleo familiare, ha avuto modo di visitare la città di Palermo. Iniziamo la nostra breve, ma intensa, carrellata fotografica, comprensiva di un breve cenno storico dei monumenti e dei luoghi immortalati fotograficamente:
Il Teatro Politeama Garibaldi.
La storia di questo monumento:

Nel 1865 il Comune di Palermo delibera la costruzione del Politeama. Essendo la spesa superiore alla cifra prevista, viene contattato il banchiere Carlo Galland che si impegna a costruire oltre "tre mercati secondo i disegni dell’architetto Damiani e a costruire, nel locale che indicherà il Municipio, un Politeama secondo il piano d’arte e disegni preparati dall’Ufficio tecnico del Municipio" (Capitolato di convenzione tra il Municipio e il Sig. Carlo Galland, piemontese, per la costruzione dei mercati e Teatro, 1866). Il concorso interno viene vinto da Giuseppe Damiani Almeyda e i primi disegni di progetto vengono presentati a metà del 1866 e già a gennaio del 1867 sono in corso i lavori di scavo. La costruzione del Politeama ha un inizio affrettato con molte zone oscure, che può essere chiarita solo dalla conoscenza delle intricate vicende politiche municipali. Nel 1869 e 1870 sorgono dei problemi tra il Municipio e l’impresa Galland, ma si decide di proseguire l'opera, eliminando tutti i lavori di abbellimento. Il cantiere inoltre era stato chiuso per qualche tempo per fare delle verifiche sulle condizioni statiche dell’edificio. Essendo stato trovato tutto a perfetta regola d’arte fu riaperto e si proseguì con i lavori. Il teatro era stato progettato come teatro diurno all'aperto, ma fu in un secondo tempo deciso di realizzare una copertura. Nel giugno 1874 fu inaugurato anche se incompleto e ancora privo di copertura, la prima rappresentazione fu I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini. La copertura, considerata per l'epoca opera di grande ingegneria, venne realizzata in metallo dalla Fonderia Oretea nel novembre del 1877. Gli ultimi lavori, di abbellimento, furono realizzati nel 1891 in occasione della grande Esposizione Nazionale che si teneva quell'anno a Palermo.
Dal 1910 al dicembre del 2006 il Ridotto del teatro ha ospitato la Galleria d'arte moderna di Palermo che viene successivamente spostata al Palazzo Bonet. Nel 2000, in occasione del G8 ospitato in città, vengono realizzati i restauri delle decorazioni pompeiane policrome dei loggiati. Dal 2001 il teatro è sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. A partire dall'estate del 2011 iniziano i lavori di restauro della facciata posteriore del teatro.
(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Politeama_(Palermo))

Piazza Pretoria, o della vergogna.

lunedì 5 maggio 2014

AL VIA CON LA CONFERENZA STAMPA DI DOMANI, I GIOCHI PER LA TAPPA CATANESE DEL I° “MASTER FOODIE 2014 - SICILIA”. AL MINA’, ALLA VECCHIA DOGANA, LA SFIDA TRA CINQUE FOOD BLOGGERS.


5 maggio 2014.

Sarà presentata alle 11.30 di domani, martedì 6 maggio, alla Vecchia Dogana, la seconda tappa della prima edizione di “Master Foodie – Sicilia”, cooking show rivolto ai food bloggers siciliani, esperti in preparazioni culinarie di alto livello.

L’evento si svolgerà alle 20.30 di lunedì 12 maggio al Ristorante Minà, in via Dusmet 2 a Catania, con una serata glamour ma soprattutto di qualità che riconfermerà il parterre palermitano, accrescendolo di valore grazie alla presenza di rappresentanti etnei delle diverse organizzazioni coinvolte.

Una manifestazione, “Master Foodie”, la cui caratteristica, oltre quella di dare il giusto merito e risalto a questi speciali “internauti” amanti della buona cucina, è quello di toccare tutte le province siciliane, per parlare e proporre la cultura del cibo rigorosamente siciliano attraverso una formula collaudata e ricercata.

Come in ognuna delle location scelte per l’occasione, le 5 food bloggers che si sfideranno il 12 maggio (Alessandra Adorno, Elena Benfante, Terry Caruana, Francesca Merlino e Pinella Scafile) coadiuvate dai cuochi del ristorante, prepareranno ognuna il loro piatto (insieme realizzeranno un intero menù, dall'antipasto al dolce) per la giuria critica, composta da elementi scelti tra giornalisti enogastronomici, sommelier, critici del settore, così come per quella tecnica, della quale faranno parte chef, ristoratori e rappresentanti di specifiche associazioni di categoria. I loro voti, sommati a quelli della giuria popolare, composta da quanti acquisteranno il ticket per “partecipare alla serata, gustare e dare il proprio parere”, decreteranno il “Master Foodie” locale. Un’occasione importante, anche per quanti non fanno parte di questo mondo, per vivere un momento volto a promuovere e valorizzare la cucina siciliana. Per saperne di più...

Fonte:


lunedì 9 dicembre 2013

Dal 6 al 21 dicembre 2013,dal martedì al sabato (ore 18.00 - 20.00), all'ARVIS di Palermo, mostra fotografica "Immagini dal Nuovo Mondo" di Antonella Bisanti.


9 dic. 2013.

Egregio lettore, gentile lettrice del blog, buonasera. Mi pregio segnalarVi che, da venerdì 6 dicembre alle ore 19.00 e sino al 21 dicembre c.a. (dal martedì al sabato, fra le ore 18.00 e le ore 20.00), presso l'ARVIS (associazione per le arti visive in Sicilia) sita in Palermo alla via Valenti nr. 5, è possibile visitare la mostra fotografica dal titolo "Immagini dal Nuovo Mondo" di Antonella BISANTI. Ingresso gratuito.

domenica 10 novembre 2013

MOSTRA PERSONALE DEL CERAMISTA MARIO LO COCO "LA TERRA E I COLORI", GIOVEDI' 14 NOVEMBRE 2013, GALLERIA XXS PALERMO.

       



MOSTRA PERSONALE DEL CERAMISTA MARIO LO COCO

LA TERRA E I COLORI
Inaugurazione giovedì 14 novembre ore 19

Galleria XXS aperto al contemporaneo
Via XX Settembre 13 Palermo


Sarà inaugurata giovedì 14 novembre, alle ore 19, negli spazi espositivi della galleria XXS aperto al contemporaneo, sita a Palermo in via XX Settembre nr. 13, la personale dell’artista monrealese Mario Lo Coco. Una raffinata selezione di opere ceramiche di recente realizzazione, nel cui misurato e armonico incedere spaziale si attua a perfezione la sintesi ideale di volume e di colore.  
Ceramista di notevole inventiva e non comune manualità, Lo Coco è infatti artefice d’un originale linguaggio visuale, in grado di contemperare il ragionato sviluppo delle forme nello spazio – tipico della scultura – e la penetrante forza dell’impatto coloristico – propria della pittura –. Ricorrendo a modalità espressive squisitamente contemporanee, attraverso un sistematico percorso di ricerca e sperimentazione (integrando, da vero alchimista, materiale argilloso con paste vitree, inserti metallici e smalti policromi), egli ha saputo per tanto condurre l’arte ceramica da quell'ambito artigianale e “minore”, in cui viene abitualmente (ed erroneamente) confinata,  a quel rango decisamente più importante ed elevato, che è riconosciuto abitualmente alle discipline artistiche complete e “maggiori”.
Non pago d’un lessico visivo di tipo classicamente figurale, in questa serie di opere di recente produzione, Lo Coco ha voluto non a caso esplorare i territori linguistici dell’astrazione, optando per soluzioni più caratteristicamente informali, in cui il libero fluire dell’argilla e dei colori si fa pienamente carico della esplicitazione di profondi contenuti emozionali ed affettivi. Ne è così venuta fuori una serie di ceramiche dal caratteristico andamento spaziale nastriforme, tendenti a snodarsi linearmente su lastre diafane di plexiglass, in peculiari composizioni di svariati elementi ipercromici e leggermente aggettanti, ove segni, colori e volumi si amalgamano in un unicum sintetico ed omogeneo di forte e pervasivo impatto visuale. Tradizione e innovazione, dunque, si incontrano e sposano armoniosamente in queste ceramiche dall’aspetto al contempo etereo e ctonio, a dimostrazione di come un valente artista contemporaneo possa ancor oggi esaltare le illimitate potenzialità estetiche d’una arte antica e plurimillenaria. La mostra, curata da Salvo Ferlito, potrà essere vista fino al 28 novembre, dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20.               

giovedì 24 gennaio 2013

Piazza Marina, una delle piazze del centro storico di Palermo situata nel quartiere della Kalsa o Mandamento Tribunali.

Il grande ficus di Piazza Marina sempre a Palermo
24 gennaio 2013.

Piazza Marina, un tempo si affacciava sul mare della Cala, da qui il nome. Lo slargo, oltre a costituire un ottimo approdo dovette colpire favorevolmente il senso estetico di quanti vi misero piede, tanto che i saraceni da quella spianata iniziarono a costruire il primo insediamento che prese il nome di Kalsa. 
La piazza, prima della risistemazione ottocentesca, era composta da un terreno libero, quest'area veniva utilizzata durante la Santa Inquisizione per il martirio e l'uccisione degli eretici provenienti dalle vicine prigioni. Da tempo importante piazza della movida palermitana nel dicembre del 2009 è nato un consorzio per la creazione di un centro commerciale naturale e per spingere il comune alla pedonalizzazione della piazza.
Nel gennaio 2011 il comune di Palermo ha appaltato il rifacimento di tre piazze storiche cittadine includendo piazza Marina, il progetto prevede il rifacimento della pavimentazione e dei marciapiedi, rifacimento dell'arredo urbano, il restauro e il ripristino della recinzione della Villa Garibaldi, il rifacimento dell'illuminazione della piazza e della Fontana del Garraffo e l'illuminazione di Villa Garibaldi.
Al suo interno vi si trova l'ottocentesca Villa Garibaldi, dedicata all'eroe risorgimentale per celebrare la nascita del Regno d'Italia. A caratterizzar la piazza sono anche i numerosi edifici storici che la delimitano, tra i quali Palazzo Chiaramonte o Steri, attuale sede del Rettorato dell'Università degli Studi di Palermo, Palazzo Galletti, Palazzo Fatta, Palazzo Dagnino, l'Hotel de France, il Teatro Libero, Palazzo Mirto, la Chiesa di S. Maria dei Miracoli, Palazzo Notarbartolo di Villarosa, Palazzo Gravina di Palagonia, Palazzo dell’Intendenza di Finanza, Chiesa di San Giovanni dei Napoletani, Chiesa di Santa Maria della Catena, Museo delle marionette, la Fontana del Garraffo.  

Link utili:
http://www.piazzamarinaedintorni.it/;
http://www.mobilitapalermo.org/mobpa/2011/01/03/tre-piazze-monumentali-firmato-il-finanziamento-partono-i-lavori/.

Fonte:
http://palermodintorni.blogspot.com/2013/01/piazza-marina-immagini.html;
http://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_Marina.

mercoledì 21 novembre 2012

L'immagine di Palermo all'estero. Report München, trasmissione del primo canale tedesco ARD,punta il dito sulla gestione dei fondi comunitari a Palermo.

Un fotogramma tratto dal reportage su Palermo in onda durante la trasmissione televisiva Report München, del primo canale tedesco ARD. 
21 novembre 2012.

"Italiens Geldverschwendung: Wie EU-Millionen in korrupten Kanälen versickern."


E' difficile accettare per un uomo come me, che ha dedicato gran parte della sua quotidianità a far conoscere al mondo le bellezze della sua terra natia attraverso le pagine di questo blog, questa situazione di degrado in cui, ormai da anni, versa la nostra amata Palermo.

E' triste dover accettare questa cruda realtà. Io penso che la situazione ci è sfuggita di mano.

Ormai siamo talmente abituati al degrado in cui versa la nostra amata città, ahinoi, che la guardiamo, e soprattutto la viviamo, come se nulla fosse, come se avessimo accettato di buon grado questa situazione di fatto.

Io non l'accetto. E come me, penso, non l'accetta la stragrande maggioranza della popolazione residente nel capoluogo siciliano e in provincia.

Non l'accetta il padre di famiglia che suo malgrado è costretto a far crescere i suoi figli in città; non l'accetta il professionista, l'impiegato, l'operaio che desidererebbe vivere in un contesto sociale migliore.

Ebbene, io penso che in questi ultimi anni si è fatto poco per cambiare il nostro modo di vivere.

Non voglio additare nessuno quale responsabile di questo degrado.

Sono certo che ognuno di noi, nel suo piccolo, sa di essere in parte responsabile di questa situazione, e di come sia consapevole che basterebbe poco per cambiare in meglio la realtà che ci circonda.

Basterebbe rispettare le norme, quelle che sono alla base del viver civile. Il palermitano, quando vuole, è in grado di farlo.

Purtroppo alcuni retaggi del nostro passato ci costringono, a tutt'oggi, a doverci confrontare ancora con questa triste realtà.

Qualche giorno fa la trasmissione televisiva Report München, del primo canale tedesco ARD, ha puntato il dito sulla gestione dei fondi comunitari a Palermo.

Il report su Palermo, ed il degrado in cui versa la nostra città, può essere visto cliccando sul seguente url:
http://mediathek.daserste.de/sendungen_a-z/431936_report-muenchen/12516712_italiens-geldverschwendung-wie-eu-millionen-in?timeCode=&timeCode

“Sud Italia – Triangolo delle Bermuda di milioni di euro. Dove erano più necessari, il denaro pubblico è gettato fuori dalla finestra. La corruzione, clientelismo e cattiva gestione hanno rovinato la Sicilia e altre regioni d’Italia.”

Durante il servizio vengono focalizzate opere come il Palazzetto dello Sport, l’area di Acqua dei Corsari, la gestione dei rifiuti.

Vi invito a guardarlo con attenzione, anche se non capite il tedesco, affinché ognuno di noi si renda conto di dove andremo a finire se la situazione non cambia. 

Per saperne di più....

mercoledì 4 gennaio 2012

GLI IPHONE METTONO IN MOSTRA LA SICILIA.

4 Gennaio 2012.



Giovedì 12 gennaio vernissage alla Feltrinelli di Palermo. SiciliaWeekend.info e la Feltrinelli Palermo per una grande mostra fotografica collettiva dedicata agli scatti Hipstamatic, la diffusissima applicazione iPhone che consente di effettuare foto artistiche ed uniche proprio come le vecchie Polaroid. Il titolo della mostra, che sarà inaugurata giovedì 12 gennaio 2012 alle ore 18 presso la Feltrinelli Libri e Musica di Palermo (via Cavour, 133), è Siciliamatic. All’interno della collettiva, fino a fine mese, oltre cento scatti firmati da fotografi non professionisti, sulle tematiche di Cultura, Natura e Cibo, le tre sezioni che compongono il settimanale in pdf scaricabile su www.siciliaweekend.info
Dalle piazze storiche ad indimenticabili scorci naturalistici che l’Isola regala, passando per le prelibatezze culinarie della Trinacria, gli scatti in mostra raccontano, come le vecchie Polaroid, luoghi e circostanze dal forte valore simbolico, intensi attimi catturati nell’attimo fuggente con lo strumento più tecnologico: lo smartphone. Le stampe – la dimensione è di 10 centimetri per dieci – sono piccoli ritratti che coinvolgono come quadri impressionisti per la loro capacità comunicativa. Gli effetti che l’applicazione Hipstamatic consente di ottenere sono invece il tocco di creatività di ciascuno degli autori. Tecnologia e bellezza, iPhone e Sicilia sembrano un binomio artistico perfettamente riuscito.

Fonte:

giovedì 4 agosto 2011

Le Chiese di Palermo: la Chiesa ed il convento di Santa Chiara.

La Chiesa di Santa Chiara di Palermo. (Fonte: Dalla rete)
3 Agosto 2011.

Fondato nel 1344 come complesso delle Clarisse francescane per volontà di Matteo Sclafani. Si sviluppava attorno a due grandi cortili, dei quali oggi rimane solo quello orientale su cui prospetta un lungo portico. La chiesa venne interamente riconfigurata nel 1678 da Paolo Amato con ammodernamenti decorativi ed innestando nella facciata un portale barocco, oggi sostituito con quello della distrutta chiesa della Madonna della Grazia dei Macellai. L'interno ad unica navata è elegantemente adornato con affreschi e quadri. Di notevole pregio sono l'altare centrale in marmi nobili e pietre dure concluso da uno scenografico baldacchino e da un pavimento marmoreo. Il Monastero ha subito, così come la chiesa, notevoli danni in seguito ai bombardamenti del 1943. La struttura è utilizzata dai Salesiani che vi hanno impiantato scuole professionali, un oratorio per i giovani del quartiere ed un centro di accoglienza per lavoratori extra comunitari. Il complesso Santa Chiara rappresenta oggi infatti un centro di promozione umana e sociale del quartiere Albergheria.

Il Barocco Palermitano: La Chiesa di San Matteo.

La Chiesa di San Matteo a Palermo (Fonte: Dalla rete)
3 Agosto 2011.

Costruita tra il 1633 e il 1647 da Mariano Smeriglio. Il prospetto, verrà invece realizzato nel 1662 su disegno degli architetti Carlo D’Aprile e Gaspare Guercio. Si presenta a tre ordini degradanti e per la presenza nell’ultimo ordine del campanile divenne il prototipo di una delle facciate più diffuse dell’architettura barocca in Sicilia: la facciata campanile. Il portale è sormontato dalle statue dell’Immacolata con ai lati le statue del San Matteo e di San Mattia, opera del Guercio. L’interno ha un impianto di tipo rinascimentale con pianta basilicale a tre navate. E’ arricchito da rivestimenti in marmo, decorazioni pittoriche ed a stucco, alcune di queste ultime opera di Giacomo Serpotta (XVIII sec.), in particolare l’altorilievo in stucco che rappresenta Cristo e un Angelo che conforta anime purganti, visibile sopra la porta interna e due statue allegoriche rappresentanti la Fede e la Giustizia. All’interno troviamo anche le ultime opere realizzate da Pietro Novelli del 1647 “La presentazione al Tempio” e “lo Sposalizio della Vergine con Sant’Anna”, che eseguì prima di essere vittima di una sommossa. Le volte furono affrescate nella metà del XVIII secolo da Vito d’Anna.

venerdì 15 luglio 2011

387° Festino di San Rosalia. Il programma di oggi 15 Luglio 2011.

Giorno 15 Luglio

Luogo: Teatro delle Balate


- ore 21.30 Lo spettacolo "Turpis Gyrovagus vanus" Esperimenta da testi medievali.
Piece teatrale in un atto unico, tratto da testi medievali; racconta la storia dei giullari e degli attori nel periodo medievale, un viaggio bizzarro e divertente ma anche satirico e drammatico della Compagnia Darianton;


Luogo: Villa Pantelleria


- ore 21.30 Spettacolo – evento "U fistinu, calia, simensa, babbaluci, muluna e vinu. W Santa Rosalia" di Lollo Franco
Spettacolo/evento realizzato da Lollo Franco. Si tratta di  un progetto scenico dell'opera popolare secondo la tradizione palermitana: drammatico, comico, suonato, cantato e ballato , una vera animazione storica della vera vicenda di S.Rosalia (con la proiezione altresì di immagini-video riguardanti la Santa Patrona).


Luogo: Sagrato Chiesa S.Maria della Pietà (alla fine della processione religiosa)

- ore 21.30 Lo spettacolo “A Munti Piddirinu c’è ‘na Rosa”.
Rosa e Vito Parrinello con i figli Elisa e Giovanni  e la sua Compagnia interpreteranno “i Triunfi”, in collaborazione con il Corpo Bandistico Palermitano, accompagnati da fuochisti, danzatrici e percussionisti, che scandiranno il ritmo delle varie fasi del racconto ( La peste a Palermo, La dottrina popolare, Il rito religioso), dove la danza e la musica avranno una valenza di rilievo. Una grande festa fatta di ritualità, tradizioni, fede, gestualità, colori, sapori, luci e canti.


Luogo: Monte di Pietà

- ore 21.30 Spettacolo "Masculiata" regia di Angelo Butera
Lo spettacolo inizia  con alcuni "Triunfi", forme sonore della devozione popolare con Toty Basso e Tobia Vaccaro, per concludersi alle 22.30 con "la lunga notte dei terroni" protagonisti alcuni tra i più importanti artisti palermitani (Luigi Maria Burruano, Tony Sperandeo, Gino Carista, Raffaele Sabato e tanti altri, che rendono omaggio alla Santuzza - la serata sarà condotta da Massimo Minutella.

Luogo: Palazzo Steri

- ore 20.00   Lo spettacolo “Ballarò” di Serena Lao.
L'opera, scritta dalla cantautrice siciliana Serena Lao, racconta la vita, i sentimenti, gli odori e i sapori della Palermo del dopoguerra, attraverso i personaggi del quartiere Ballarò, all’interno della rappresentazione uno spaccato dell’antico Festino tra suoni, canti e triunfi. Direzione musicale Diego Spitaleri.

- ore 21.00 Lo spettacolo "Rusulia Rigina di Palermu" "U Fistinu" Fra tradizioni e innovazioni.
Nello spettacolo i musicisti e le voci narranti metteranno in scena con coloristiche strumentali e vocali, la vita, i miracoli e il ritrovamento della Santuzza ed ancora la devozione a Santa Rosalia del popolo palermitano. Le composizione sono attinte dal patrimonio dei “Sunaturi Orbi” rivisitato e messo in versi dai Giordano.

 

- ore 22.00  "Bella Dama" cunti e triunfi per Rosalia, "la Santa Signora di Palermo" di Sara Cappello
Lo spettacolo è una rappresentazione del sentimento popolare del sacro che utilizza in forma teatrale ed in canto, un tracciato poetico-religioso, rappresentato dai "Triunfi" dei cantastorie ciechi del 1600. tra le quali spicca la Canzone “Bella Dama” scritta da Sara Cappello.

Fonte:

lunedì 4 luglio 2011

Calcio, Serie A Tim: Il Novara, neo-promosso in A, chiede al Comune di Palermo di poter utilizzare lo stadio "Renzo Barbera".

04 Luglio 2011.

Dopo cinquantacinque anni  il Novara Calcio ritorna a militare nella massima serie: la serie A. Dopo lo 0-0 dell'Euganeo, la formazione di Tesser ha battuto per 2-0 il Padova nel match casalingo al «Piola», guadagnandosi una storica promozione. Decisivi i gol di Gonzalez al 16' del primo tempo (con i veneti in 10 per l'espulsione di Cesar) e di Rigoni al 25' della ripresa.  Tuttavia, il doppio salto dalla lega Pro alla Serie A, non ha consentito ai dirigenti della società piemontese ed al Comune di Novara di allestire per la squadra di calcio di quella città un palcoscenico degno della competizione calcistica più importante d'Italia. Par tale motivo, infatti, il Novara Calcio, tenuto anche conto dei buoni rapporti che intercorrono fra la squadra piemontese e quella del patron rosanero, Maurizio Zamparini, ha chiesto ed ottenuto dal Comune di Palermo di poter disputare, nel corso del campionato di calcio di Serie A Tim 2011/2012, le gare casalinghe fra le mura dello stadio ai piedi del Monte Pellegrino.

Fonte:

martedì 28 dicembre 2010

La chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi di Palermo.


28 Dic. 2010.
La chiesa di Santa Ninfa a Palermo (Fonte dalla rete)
La chiesa di S. Ninfa, risalente al 1601, è la prima chiesa costruita a seguito del taglio della Via Maqueda con il Cassaro. Essa fu ultimata nel secolo successivo, per questo presenta un ibrido stile che dal manierismo abbraccia un barocco non maturo. Il prospetto, su disegno di Ferdinando Lombardo, è in pietra d’Aspra decorato da festoni e rilievi in stucco ed è caratterizzato da un partito centrale raccordato in alto da volute e piramidi. L’interno è a navata unica con varie cappelle laterali, tribuna rettangolare e al posto della cupola venne realizzata da Giovanni Riolo una suggestiva prospettiva di cupola illusoria. Nella cappella della Sacra famiglia, troviamo tre tele del fiammingo Borremans (San Giuseppe falegname, la Sacra Famiglia e la morte di san Giuseppe). Nella terza cappella a sinistra vi è un crocifisso ligneo con ai piedi tre drammatici stucchi di Giacomo Serpotta che rappresentano i caratteristici personaggi delle iconografiche crocifissioni siciliane: la Vergine, San Giovanni e Maria Maddalena. I marmi dell’altare così come i sarcofagi all’ingresso furono sistemati da Venanzio Marvuglia. La pala d’altare opera di Gioacchino Martorana rappresenta Santa Ninfa con le sante siciliane.

Per saperne di più visita il sito:

(Estratto da: Palermo – Itinerario Quattro Canti - CITTA’ DI PALERMO - Assessorato al Turismo Servizio Turismo e Promozione Turistica Servizi territoriali per il turista.)

mercoledì 24 novembre 2010

Il novecento a Palermo.

Il Teatro Massimo di Palermo
 24 Novembre 2010.


Una evoluzione del gelido Neoclassico, investito da raffinati equilibri eclettici, è nel policromo Teatro Politeama in stile pompeiano (nel quale trovasi allogata la Civica Galleria d'arte Moderna, con interessanti opere di pittura e scultura dell'Otto e Novecento) e nel monumentale Teatro Massimo (1874 -95) di G. Filippo Basile, insigne prodotto severamente espressivo della città borghese, tempio della lirica fra i più prestigiosi d'Europa:eleganza greca compatta dinamica delle masse sono fuse nell'imponente edificio in risultati di coerente unità.

Alla seconda metà dell'Ottocento appartiene pure l'istituzione nell'ex convento dei Padri Filippini all'Olivella del Museo Archeologico Regionale, ricco di importantissimi reperti del mondo classico. Contiene materiali preistorici, fenicio - punici ed egizi, testimonianze dell'antica civiltà sicula, collezioni di arte etrusca , ceramiche greche, epigrafi provenienti da vari siti della Sicilia, reperti di Tindari e Solùnto; gli elementi di maggiore interesse sono le celebri metope di Selinunte e l'ariete bronzeo di età ellenistica proveniente da Siracusa. E' in questo severo e massicio edificio che il visitatore avrà il primo emozionante incontro col mistero e col fascino dell'archeologia. Ma non qui soltanto: e infatti, se disposto a una piccola impresa sportiva, nelle immediate vicinanze della città, nella contrada rivierasca dell'Addaura, potrà vivere una eccezinale esperienza. Qui, sulle pendici settentrionali del monte Pellegrino prospettanti sull'azzurro mare del golfo, una vasta grotta custodisce da diecimila anni il suggestivo ed ermetico messaggio dell'arte primitiva e della vita di una popolazione vissuta nel Paleolitico Superiore: sono nitidi graffiti raffiguranti animali (cervi e bovini) e strane figure umane senza mani e piedi, cacciatori e guerrieri intenti forse in una danza rituale di iniziazione, alcuni dei quali col viso nascosto da una maschera a becco d'uccello. Più avanti, sul promontorio di Capo Gallo, la "grotta Regina" conserva varie iscrizioni puniche dipinte sulle sue pareti. Una così straordinaria digressione nella preistoria non distragga, però, dalla visualizzazione degli ultimi prodotti edilizi che compongono il volto "bello" della città, tasselli dello splendido mosaico di un passato in grado ancora di suscitare emozioni estetiche: appartengono ai primi decenni del Novecento.

martedì 23 novembre 2010

Il Palazzo Reale di Palermo. Storia di un antico monumento. La storia di Guglielmo II di Sicilia. Parte seconda.

Guglielmo II (Fonte: Dalla rete)
23 Nov. 2010. 

" La causa che aveva assunto Ildebrando, quella della indipendenza non solo, ma della universale supremazia della Chiesa, confondevasi all'altra delle libertà cittadine progredite in Italia. Il contrasto da entrambi simultaneamente impegnato, il trovarsi in presenza di uno stesso nemico stabiliva fra il Papato e i Comuni ribelli all'Impero vincoli necessari e ultimissimi;le due quistioni, religiosa e politica, poterono così innanzi agli occhi degli uomini mostrarsi una sola: ed era illusione che il Papato doveva accortamente sfruttare a seconda de' proprii suoi fini e de' proprii disegni. Allora, in ogni modo, la illusione durava. Alessandro III pontefice, uscito di Roma, rimaneva in Benevento, ove le forze del regno seguivano a coprirlo e difenderlo: Federigo Barbarossa, abbandonate nel 1167 le infauste rive del Tevere, si ritraea per la Toscana a traverso gli Appennini, sfuggendo a stento il provocato sollevarsi de' popoli, salvo a stento da chi, tra i suoi fedeli, assicuravagli il passo. Svernava in Pavia e vi chiamava una dieta, ove co' rappresentanti di quattro sole città accorsero pochi e radi i feudatarii italiani: colà, gettato il guanto in mezzo all' adunanza, poneva al bando le città collegate; si limitava del resto, co' suoi scarsi Tedeschi e co' deboli aiuti raccolti in Italia, ad alcuni guasti su' territori di Milano e Piacenza. Nella primavera seguente ritornava quasi solo in Germania per la valle di Susa, travestilo, cercando nascondersi, s'è da prestar fede a una cronaca. E frattanto il 1 dicembre, congregatisi a nuova e più numerosa assemblea, i confederati di Pontida e quelli della prima Lega Veronese ripetevano il voto della mutua tutela e della mutua assistenza : v'erano deputati di Venezia, Verona, Vicenza, Padova, Trevigi, Ferrara, Brescia, Bergamo, Milano, Lodi, Piacenza, Modena, Parma, Bologna: il re di Sicilia non era rappresentato al convegno, ma sapevasi avere i suoi messi giurato sostenere le città combattenti, e si avea la certezza che i soccorsi dell' isola non sarebbero per mancare all'impresa. Nel convegno tornavasi a dichiarare lo scopo comune di rivendicare e serbare le municipali franchigie godute dal tempo di Enrico V fino all'assunzione di Federigo al trono, non tollerando tutt' altri legami di padronanza imperiale: Venezia concorrerebbe col proprio navilio pel mare e pe' fiumi ; i collegati guarderebbero coll'esercito i suoi dominii di terra ; si partisse di buona fede il danaro apprestato dal re di Sicilia e dal greco imperatore Manuele Comneno, risarcendo prima Venezia di ciò che avea speso per legazioni a que' principi in pro della Lega ; si ristorassero a provvidenze comuni i danni delle città collegate, e i profitti del vincere si dividessero ugualmente fra loro; si obbligasse ciascuno a non fermare particolari trattati senza consiglio e volontà della Lega: supremi rettori avessero l'indirizzo de' federali negozii; ad essi la cura della comune difesa, la condotta della guerra, l'arbitrato de'dissidii reciproci, l'amministrazione del federale peculio, e, dove necessità lo volesse, la riforma degli statuti giurati. Nuove città, Tortona, Vercelli, Como, Asti, Novara, accedevano poco dopo all' accordo; parecchi signori feudali, tra cui Io stesso marchese Obizzo Malaspina : aggiungevansi ancora Ravenna, Rimini, Imola, Forlì: prendevasi il titolo di Società di Venezia, Lombardia, Marca, Romagna ed Alessandria : Alessandria, per opera de' collegati, era sorta testè sul confluente del Tanaro e della Bormida, a intercettare le comunicazioni tra la ghibellina Pavia e il marchese di Monferrato, con nome che onorava il pontefice, protettore alla Lega. Il quale, in Benevento, proseguiva a dar molo a negoziati attivissimi col greco imperatore, con Francia, Inghilterra, colla Cristianità tutta intera ( Romualdo Salernitano, Chron., f. 874.La Lumia.).

La unione lombarda come avea nel Papato la morale sua forza e nella monarchia de' Normanni un materiale sostegno all' altro estremo d'Italia, avrebbe potuto dilatarsi nel centro e raccogliere seco le città commercianti e marittime, di Pisa e di Genova; sventuratamente contrastavano i mercantili interessi e i dissidi reciproci: Genovesi e Pisani, paghi de' privilegi imperiali che ne assicuravano i traffici, e curando poco i comuni vantaggi delle altre genti italiane, in lite eterna fra loro; Siena, Lucca, Firenze, Prato, Pistoia dividentisi per l'una o per l'altra delle due avverse repubbliche ; altre gare, altre offese scambievoli tra Firenze e Bologna: Venezia medesima, ond'era uscito il primo impulso alla Lega, distratta da'suoi affari in Levante, ricondotta al consueto ondeggiare e destreggiarsi a vicenda fra l'Impero bizantino e il germanico, cercando anche, contro il primo, avvicinarsi a quest' ultimo : e in quelle opposte tendenze soffiare accortamente Federigo, e prepararsi la strada alla meditata rivincita. L' antipapa Pasquale Ili moriva, e la fazione imperiale gli dava successore Callisto. Allora un astuto proposito entrò in mente al Tede' sco : cogliere queil ' appicco a intavolare apparenti trattative col papa, staccarlo da'Lombardi e dal re di Sicilia, gettare fra i collegati la diffidenza e il sospetto ; e mandava ambasciatore un Everardo, vescovo di Bamberga. Costui, significato il comando del proprio signore che gli vietava di entrare nel territorio del regno, pregava il pontefice che, lasciata Benevento, si recasse in qualche luogo ne' dominii della Chiesa. Alessandro si avanzò ad ascoltarlo in Veroli. Non avrebbe ripugnato a comporre da sè, ove fosse stato possibile, le differenze tra la Chiesa e l'Impero, dimenticando i suoi propri alleati; quella volta però traspariva assai palese l'insidia : in Verotì, tra i Cardinali presenti e i deputati lombardi chiamati espressamente al colloquio, l'accorto pontefice potè farsi bello d'una onesta ripulsa, e deludere gli avversi artiflcii (Card. Arag., Vita Akxandri III, presso Muratori, Rer. il. scr., IH, f. 461-62.). Poi sopravvennero annunzii di nuovi bellicosi apparecchi in Germania, di una nuova discesa (sarebbe stata la quinta) che Federigo si disponeva ad eseguire in Italia. Concorsi in Modena a solenne adunanza, i collegati ribadivano il patto, accingendosi ad estremi cimenti (Muratori, Anliq. Hai., diss. XLVIII).  Verso l'epoca stessa erasi in Europa rallentato d'alquanto lo slancio delle prime Crociate. Quel nucleo di cristiane colonie raccolto in Palestina ed in Siria sotto i successori di Goffredo Buglione, alimentato da' pellegrini che non cessavano di arrivare a drappelli da mezzodì e da ponente, avrebbe potuto aspirar tuttavia a più larghi e più stabili acquisti; se non che mancava tra i Franchi fermezza e unità di consigli, necessaria concordia e abilità di giovarsi dell' immenso disordine in cui cadea l'Islamismo. Disperse e quasi al nulla ridotte le dinastie de' Saraceni e de' Turchi ; i Selgiucidi spinti in fondo alla Persia ; l'autorità de' Califfi Abbassidi di Bagdad priva di materiale potenza, e circondata soltanto deivano prestigio che ritenea su'credenti; nel Cairo un califfato rivale, che ne' Fatimiti porgea lo spettacolo di degeneri e imbelli signori dominati da schiavi: tali erano le circostanze che avrebbero secondato i progressi e le fortune de'Franchi, quando si rivelava un grand' uomo in cui l'Oriente potè sperare un liberatore ed un vindice. Noradino (Nur-Eddin) figliuolo di Zenghi, soldano di Damasco, erasi, innanzi alla seconda Crociata, impadronito di Edessa: prode, semplice, ardito, infaticabile, austero, ritraeva il fervore de'primi compagni succeduti al Profeta; e minacciava in Terrasanta i possessi cristiani, allorchè la occasione lo traeva a scontrarsi co' Franchi e trionfarne in Egitto. Due gelosi visiri, che nella corte del Cairo s'erano disputato il favore dell'inetto Califfo, contribuivano a chiamare colà una doppia invasione, avendo l'uno, fuggitivo in Damasco, ottenuto da Noradino un esercito per rimetterto in seggio, essendo l'altro, per la propria difesa, ricorso ad Almerico re di Gerusalemme ed a'Franchi. I due visiri, strumento a più gagliarde ambizioni, disparvero in breve: rimaneva il contrasto fra gli ausiliari di entrambi. La corte del Cairo, minacciata da si diversi nemici, opponeva gli uni agli altri a vicenda: il califfato di Bagdad, ad abbattere l'emula sede del Cairo, animava Noradino alla conquista e alla preda ; Noradino, vincitore de' Franchi, si mutava per l'Egitto alla fine da alleato in signore; deponeva in Adel l'ultimo de'califfi Fatimiti, e così due rivolgimenti gravissimi si compivano a un tempo: la musulmana credenza ridotta oggimai sotto un solo capo nel califfo di Bagdad; l'Egitto e tante ricche Provincie dalle sponde dell' Eufrate e del Tigri alle sorgenti del Nilo formanti un sol corpo nelle valide mani del soldano di Damasco. I timori crescevano a Gerusalemme ed a'Franchi. La guerra sacra si bandla dagl'imam nelle moschèe dell'Oriente; ma quella gloria si serbava a un guerriero più giovane, il cui nome cominciava appena a bisbigliarsi e conoscersi. Selah-Eddin (il Saladino delle cronache franche) di origine curdo, erasi educato nel campo, e avea fra l'armi seguito Chirkù, paterno suo zio, che governava per Noradino in Egitto: si diè poscia alle dissipazioni e a'piaceri, e parve hi essi dimenticare ogn' istinto di grandezza e di fama: nell'ufficio succedette allo zio; ma quell'indole voluttuosa e leggiera sembrò allora convertirsi d'un tratto: si fe' sobrio, oculato, intraprendente, operoso, severo a sè medesimo e agli altri; chiamò dal fondo del Kurdistan il padre e i parenti, e, come l'antico patriarca, li mise in alto stato al suo fianco; represse gli emiri; ricompose e riordinò celermente il paese. Noradino cominciò a sospettare del suo proprio vicario, e disponeasi in persona a passare in Egitto, ma perì poco stante, nè restavane che un fanciullo decenne.

La potenza che aveva egli sudato a fondare, accennava sfasciarsi: Saladino vi stendea sopra la mano, sene impadroniva del tutto, invocato da' popoli, sposatala vedova dell'estinto soldano e presa la custodia del figlio: i disegni del suo antecessore rivivevano in lui, formidabili a' Cristiani dell'Asia. Almerico, anche allora cessato di vivere, non lasciava che un erede a tredici anni, privo degli occhi ed infetto di lepra. I baroni del cristiano reame, ga reggiando fra loro intorno  alla tutela dell' orfano, lasciavano che Saladino si assodasse e si estendesse ne' suoi vasti dominii (Michaud, Histotre des Croisades, liv. VII, VIII.). Al confine dell' Europa e dell' Asia, serbando F orgoglio di antiche memorie, ma colpito di decadenza fatale, l'Impero bizantino pareva colla dinastia de' Comneni arrestarsi alcun poco sul sinistro pendio. Manuele, in un governo di trent' anni all' incirca, avea dovuto contrastare co' Turchi, co' Franchi di passaggio in Levante, cogli Ungheri sostenuti dall' impero tedesco, con Venezia, col re di Sicilia; avea dovuto riconoscer quest'ultimo e simulare amistà: pur tra tanti avversarii, e con varia fortuna mostrando a tutti la fronte, non deponeva le altere pretese, non che sulle provincie meridionali d'Italia, sul vecchio mondo romano; erasi rivolto al pontefice, e con ardita proposta aveva offerto concordar le due Chiese (la latina e la greca), soccorrere il papa stesso in Italia, e, per le mani di lui, riunir sul suo capo la corona imperiale d'Occidente (Cinnamo, Hist., lib. V, VI.). Alessandro III, diffidente delle greche promesse, aveva alimentato la pratica sol quanto bastasse a spaventar Barbarossa: Barbarossa cercò di sua parte avvicinarsi al Comneno per distoglierlo dalle cose italiane; poi, dacchè seppe interrotte quelle brighe col papa, ripigliava il contegno nimichevole al Greco. De' due Cesari, Manuele Comneno, colla nota doppiezza della propria sua corte, era, in ogni modo principe valoroso e sagace: Federigo, non volgare intelletto, grand'animo e profondamente convinto di ciò che teneva sua ragione e suo dritto, superbo, inesorato, spietato, con tutto il male che avea fatto e dovea fare in Italia, era sempre una delle più elevate figure che sovrastassero al duodecimo secolo. Regnavano con loro Enrico II in Inghilterra, Luigi VII in Francia. Enrico II, alla eredità di Guglielmo il Bastardo e al contado di Anjou congiungendo per la moglie Eleonora il ducato d'Aquitania, quanto dire il paese fra i Pirenei, la Loira ed il Rodano, possedeva coll' inglese suo scettro tanta parie del continente di qua dalla Manica; soggiogava l'Irlanda e riduceva tributaria la Scozia; in faccia a' suoi baroni normanni, non meno che a'suoi sudditi sassoni, teneva alta la prerogativa reale: nel conflirto con Tommaso Becket, l'arcivescovo di Canterbury,potè eccedere di violenza tirannica; e nondimeno atteggiavasi a difensore imperterrito de' contesi attributi del principato civile contro le usurpazioni e gli abusi del clero. 

Nel 1169, in un abboccamento a Montmirail, Luigi VII si stringeva umiliato al suo potente vicino, vassallo di nome per le provincie francesi, rivale nel fatto. Minore di concetti e di spiriti, vedendo col divorzio della propria consorte la monarchia dismembrarsi de' preziosi appannaggi che passavano a Enrico, raccoglieva tuttavolta que'frutti che avea seminato l'amministrazione del savio Suggero sotto il padre e durante il suo soggiorno in Palestina: i baroni più docili che non fossero addietro, la corona più obbedita e temuta, orescente nelle città e nelle classi borghesi il rigoglio di vita, che dovea quanto prima creare un terzo stato fra i signori e la plebe. In complesso acceleravasi quell'interno lavoro onde il medio evo tendeva a trasformarsi e rifondersi. Vi cospiravano i più diversi elementi  la Chiesa che si faceva puntello alla libertà de' Comuni, e il potere laicale che procurava spezzare i legami di che avvince vaio il clero; il fervore cristiano che smovea l'Occidente e lo spingeva a riversarsi e combattere in lontane intraprese; l'Oriente che scopriva a' Crociati meraviglie sconosciute ed insolite; l'interesse de' re che a deprimere il colosso feudale proteggeva l'affrancarsi del popolo; il popola che, giovandosi del favore de' re, da' baroni toglieva l'esempio di opporsi e resistere. In si gran tramestìo sociale e politico l'Italia si trovava naturalmente precedere tutto il resto d'Europa. La civiltà che in Italia tornava a destarsi repubblicana nel settentrione e nel centro, nel mezzogiorno rifioriva monarchica: colà più impregnata di tradizioni occidentali e latine ; qui di preferenza informata al contatto della orientale cultura. Innanzi al risorto e ringiovanito Occidente dovea l'Oriente oscurarsi e dileguarsi fra poco: allora sugli avanzi del mondo latino e del mondo barbarico rifletteva, quanto forse vi splendesse di meglio in lettere, in sapere ed in arti. La filosofia di Aristotile si accoppiava per le versioni e pe' comenti degli Arabi alla teologia delle scuole. L'algebra e le matematiche, insegnate nelle scuole degli Arabi, si spandevano di là per l'Europa. La medicina s'imparava negli Arabi. Al rimare degli Arabi s'ispirava il nuovo ciclo poetico che schiudeasi in Europa. L'architettura traeva dagli Arabi e da' Bizantini ad un tempo ornamenti e modelli; e nella lingua di que' Greci degradati e corrotti spirava sempre qualche aura e qualche idea più distinta de' classici antichi. Di fronte a ciò, sant'Anselmo, san Bernardo, Abelardo segnavano l'elevarsi più alto dell' ingegno e della dottrina in Occidente. La giurisprudenza con Irnerio e cogli allievi di lui faceva le prime sue prove, ma cercando nel vecchio dritto Romano inchiodare e costringere a forza la società rinnovantesi. E dovea correre un altro secolo ancora a san Tommaso ed a Dante. Verso il 1168, dopo la ritirata da Roma, il dispetto per l'appoggio e l'asilo che Guglielmo II prestava al pontefice dentro i propri suoi Stati, aveva nell'imperator Barbarossa ridestato pensieri di diretta invasione contro la monarchia di Sicilia: e spediva il suo cancelliere Rinaldo, arcivescovo di Colonia, che sollecitasse i Pisani, affinchè, ricordevoli degli obblighi assunti, il soccorressero del proprio navilio (Chronica varia pisana, presso Muratori, Ber. it. str., t. VI, f. 179. I progetti di Federigo in quell'anno contro la Sicilia sono anche accennati da Ottone di San Biagio, Chronicon, presso Muratori, voi. cit., f. 890.)

l Pisani che non vedevano le condizioni imperiali molto liete in quel tempo, preferirono acconciarsi col re: e mandarono ambasciatori nell'isola, i quali non riuscendo ad intendersi circa a' patti proposti, poco dopo si partirono senza effetto (Chron. Pia., loc. cit., f. 180. Il Testa (De vita et rebus gestis Guill. Il, lib. 3, f. 187) porta all'anno 1172 una seconda ambasceria de' Pisani, e, in sèguito a quella, ta pace conchiusa tra Guglielmo II e il Comune di Pisa. Ma nelta citata opera, allontanandosi dalla solita diligenza e dalla solita critica, questo insigne pubblicista siciliano non cita documenti autentici nè autori contemporanei, e sbaglia sovente sulla scorta di memorie inesatte o assai posteriori di data.)

II Comune di Genova inclinava ugualmente ad amichevoli accordi colla corte in Palermo. In popolare assemblea fu deciso spedire a Guglielmo solenne messaggio. Andarono Bellamuto, uno» de' Consoli, Ruggero Castro ed Amico Grillò, cittadini fra i più riputati, sopra una galera a grandi spese bellamente arredata. Ma falliva la pratica, ed anch'essi inutilmente ripassarono il mare. Aveano queste doppie trattative con Pisa e con Genova precesso la maggiore età di Guglielmo: dacch'egli assumeva decisamente il governo, il primo oggetto che venisse ad occupare la diplomazia della corte in Palermo fu il contrasto fra il proscritto primate ed il re d'Inghilterra, che avea, giusto allora, preso dimensioni siffatte da svegliare universale attenzione. La gran lite tra il sacerdozio e la potestà secolare, tra il pastorale e lo scettro, sembrava riprodursi colà in questo nuovo episodio. Il primate esiliato fulminava l'anàtema, il re tenea saldo: se non che nascevane una violenta turbazione in quel regno. Il re di Francia, onde alimentare molestie al suo temuto vicino, abbracciava la causa dell' esule; Alessandro III pontefice pendeva naturalmente a costui, ma il conflitto in cui trovavasi impegnato in Italia, e il timore di procacciarsi novello e potente avversario nel sovrano che reggea l'Inghilterra, gl'imponeva riguardi. In Sicilia la persecuzione sofferta dal Becket aveva (come innanzi toccammo) eccitato in principio un sentimento pietoso. Stefano, il Cancelliere-Arcivescovo, ebbe già ad attestargli soccorrevole cura: adesso Gualtiero Offamill, successore di Stefano nella palermitana diocesi, ne seguiva le tracce (Dalla epistota 66 di Pietro di Blois a Gualtiero Oftamill, tra le sue opere, f. 554, appare come l'arcivescovo si fosse costantemente mostrato sollecito della sorte del Becket.); ma da questa prima occasione pare essersi rivelato più o meno l'antagonismo che covava latente fra i due maggiori ministri di Guglielmo II. A parte della somiglianza di patria e di razza che legavalo al Becket, Gualtiero, straniero alla Sicilia e di professione ecclesiastico, animato anche da istinti sinceri di cattolico zelo, tendeva ad attirare Guglielmo in una via di concessioni alla Chiesa: il Protonotaro d'Aiello, spingendo e secondando Guglielmo nella sua politica di ostilità coll'Impero germanico, di alleanza con Alessandro III e i Comuni lombardi, mirava insieme a sostenere la piena indipendenza del regno, così come ad altri, rispetto alla curia di Roma. Per 1' autorità e per la parola di lui avveniva dunque che la dispula fra il re Enrico ed il Becket si presentasse nell'isola con più gravi colori : si vedevano in forse, di fronte alle pretese del clero, quelle civili franchigie, a cui tenea, più. che ogni altra, la monarchia di Sicilia; nè gli attuali rapporti di amicizia al Papato bastavano a vincere questo vivo e speciale interesse. Gli articoli che formavano in Inghilterra materia al contendere (diritto del re sulle rendite de' beneficii vacanti, obbligazione de'vescovi di giurare fedeltà alla corona, di sottostare, come gli altri sudditi tutti, alle pubbliche imposte, gli appelli dalle curie episcopali devoluti alla corona) non erano dubbii affatto in Sicilia, ma la prerogativa reale avevalia suo favore risoluti da un pezzo: in punto di giurisdizione e disciplina ecclesiastica 1'arbitrio del principe andava anzi più lungi; è vero bensi che poteva in Sicilia farsi forte della pontificia annuenza che mancava in Inghilterra ad Enrico (L'esempio della Sicilia e dell'Ungheria, ove il re godeva anche gli attribuii di Legato Apostolico, era uno degli argomenti, anzi il principale, ch'Enrico opponesse alle ragioni dell'arcivescovo di Canterbury. Però si legge in una delle di lui Epistole. « Frustraci ue nobis, auctore Domino, Siculorum aut Ungarorum. proponuntur esempla, quae nos in die judicii minime excusarent, si tyrannorum barbanera prseferremus apostolicis institutis, et sajcularium insolentiam Potestatum crederemus potius formam esse vivendi, quam testamentum aeternum confirmatum morte et sanguine fllii Dei. » Presso Baronio, Ann. eccl., an. 1168, n. 43) . Ciò che avea senza meno di animoso e di nobile la fermezza di un inerme prelato contro un re poderoso e superbo, spariva pel Protonotaro d'Aiello, e spariva ugualmente per la corte in Palermo: rimaneva una mera questione di principii e di massime. Enrico, sollecitando Alessandro a consentirgli la rimozione del Becket dal metropolitano suo seggio, commovea mezza Europa. Erasi in Italia rivolto financo a' Milanesi,a' Cremonesi, a' Parmigiani perchè intercedessero in suo favore presso il pontefice( Epistola di Tommaso Becket, presso Baronio, an. 1169, n. 3.);  a' Milanesi prometteva tremila marche per risarcire le mura della loro città (Giulìnt, Memorie storiche di Milano, t. VI, f. 272.): nell' isola otteneva infine che Roberto di Basseville conte di Lorotello e Riccardo Palmer, il vescovo di Siracusa, fossero delegati ambasciatori ad Alessandro in Anagni; e partivano, stringevano il papa, ma non potevano indurlo se non che a delegare suoi messi per comporre il litigio ( Ep. 80, lib, 3 nella raccolta delle lettere del Becket, presso Caruso, Bibl. Hist., t. Il, f. 984.): Riccardo Palmer tradiva i legami che l'univano al Becket per la speranza di conseguire nella propria sua patria il vescovato di Lincoln ( Ep. cit., presso Baronio, an. 1169, n. 3.). Il resto di quella contesa, quanto dire il ritorno del Becket all'antica diocesi per interposizione di Francia, la conciliazione simulata di Enrico, le acclamazioni del popolo intorno al ben amato pastore, l'assassinio di lui sull'altare, le proteste e la penitenza del re, sopra cui ricadeva l'accusa, potè ancora occupare le cronache e le leggende del secolo (Thierry, Hìst. de la Conquéle d'Ànglelerre, liv. IX, X). Innanzi alla crudele catastrofe, e quando i negoziati promossi da Enrico tuttavia dibattevansi, pare corresse di nuovo un progetto di nozze, ventilato altra volta sotto il vecchio Guglielmo, tra una figlia del re d'Inghilterra e Guglielmo II (« Nam et ipsi (gli emissarii del re Enrico II) Regi Siculo... ut eum caperent in perniciem Ecclesise, et nostram, filiam regis Anglia e coputandoli in matrimonio promiserunt. » Ep. cit. di Tommaso Becket, presso Baronio, an.1169, n. 13.)"

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