MODICA
Cenni Storici
Modica ha svolto un ruolo importate nella storia del territorio ragusano. Le sue radici affondano in tempi remoti e le testimonianze delle epoche più lontane sono diffusamente rinvenibili in diversi siti ed urbani extraurbani, dei quali il più noto,è Cava d'Ispica. Sotto il dominio di Roma fu città decumana e, come tramandatoci da Cicerone nel suo discorso contro Verre, criticato per avere prosciugato le risorse della provincia romana della Sicilia richiedendo la riscossione di più decime l'anno dalla città, essa era anche sottoposta a continue ruberie da parte dei funzionari inviati dal potere centrale. Dopo i romani fu la volta dei bizantini che lasciarono testimonianze di numerose necropoli nei pressi della città e, in modo particolare, a Cava d'Ispica. Sotto il dominio Saraceno, nell'844, il territorio modicano si arricchì di nuove colture e nuovi metodi di irrigazione, divenendo un fiorente centro agricolo commerciale. Ma la città ebbe il suo pieno sviluppo specie dall'età normanna e nei secoli seguenti con gli Angioini e gli Aragonesi(1282) .
Pietro I d'Aragona ne fece una città, Capitale della Contea, investendo la famiglia Mosca del titolo di conti. Nel 1296 le nozze tra Isabella Mosca e Manfredi Chiaramonte, portarono alla nascita di uno stato comitale la cui potenza presto non ebbe pari nel resto dell'isola.
Infatti la città, a metà del secondo millennio, ebbe indiscussa potenza politica e economica, esercitando un poterò così vasto, per cui Modica era uno stato nello stato, "regnum in regno". Il Sovrano non contava, il Conte si. Famiglie di Conti tra i più potenti della Sicilia furono, dopo i Chiaramonte, i Cabrerà, gli Henriquez e gli Alvarez. Lo sviluppo urbano venne interrotto dal catastrofico terremoto del 1693 ma la ricostruzione edilizia avvenne ben presto con grande e generoso impegno. Nel Novecento, il fascismo sottrae a Modica il suo plurisecolare ruolo di capoluogo. Essa conserva però, del suo passato, l'orgoglio, i monumenti, la vivacità culturale e la cordialità e positività nei confronti del vivere sempre presenti nel sentire di questa città.
I monumenti
-->
La visita ha inizio da Modica Bassa dove numerosi sono i palazzi patrizi e le meravigliose chiese: San Pietro. dedicata al santo patrono della città, è il Duomo della parte bassa. Ricostruito in uno stile tardo barocco e a tre navate, conserva al suo interno il gruppo marmoreo della "Madonna di Trapani", "San Pietro e il Paralitico" ed una preziosa urna reliquario del Santo. In una suggestiva stradina accanto alla chiesa, in via Clemente Gnmaldi, è la Chiesetta rupestre di San Nicolo Inferiore, risalente al XII secolo e scoperta nel 1987, dove si possono ammirare affreschi di stile Bizantino. Salendo fino a via Posterla 22, si giunge alla casa natale del poeta Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1959. Continuando , salire per via Castello, si arriva al Castello dei Conti di Modica che, posto su uno sperone roccioso, domina la città bassa. Dalla Torre con l'orologio è possibile ammirare un bellissimo panorama di Modica. A pochi metri, l'imponente Duomo di San Giorgio, si rivela agli occhi dei visitatore con la sua monumentale scalinata di oltre 250 gradini. Edificato alla fine del XI sec., e danneggiato dai terremoti del XVII sec.. venne ricostruito nel '700 nell'attuale stile barocco. La chiesa, a 5 navate, custodisce pregevoli opere come un Polittico del XV sec., l'Arca Santa o Cassa Santa dove sono conservate reliquie di San Giorgio, antichi dipinti ed una meridiana solare nel transetto, del matematico Armando Perini (1895). A Modica Alta, si trova la Chiesa di San Giovanni, edificata nel XII sec. sulle rovine di una chiesetta preesistente ed anch'essa ricostruita dopo i vari terremoti. Dai vicoli adiacenti è possibile giungere al "Pizzo", il punto più alto della città, con una magnifica vista panoramica. A poca distanza è la Chiesa di Santa Maria del Gesù, di cui è visibile solo li portale d'ingresso, uno dei rari esempi di stile Gotico Chiaromontano in Sicilia. Scendendo per Modica Bassa, lungo il Corso Umberto I, si trova il Teatro Garibaldi, risalente alla metà dell'Ottocento e da poco restaurato. Ubicato all'interno del Palazzo della Cultura è, invece, il Museo Civico intitolato all'indimenticabile intellettuale modicano "Franco Libero Belgiorno" con interessanti reperti paleontologici, archeologici e storici. Altro interessante Museo è quello delle Arti e Tradizioni Popolari "S. A. Guastella". all'interno dell'ex convento dei Padri Mercedari, in via della Mercé, che propone, perfettamente ricostruite, botteghe artigiane con arredi e attrezzi originali. Merita menzione il Museo Campailla, dal nome del famoso scienziato e filosofo modicano Tommaso Campailla che inventò le cosiddette "botti" per la cura della sifilide (1698). Accanto al Museo, in Piazza Matteotti, è la Chiesa del Carmine (1390), con portale ed elegante rosone, facenti parte della primitiva costruzione. L'interno conserva una "Annunciazione" del Gagini. Pochi metri più su, di fronte Piazza Municipio, è la Chiesa di San Domenico con l'adiacente ex convento, sede del Palazzo di Città. All'interno del chiostro, una cripta cinquecentesca fu scoperta nel 1972. Santa Maria di Betlem, a poca distanza dalla Piazza, in via Marchese Tedeschi, fu costruita sulle rovine di quattro chiese ed ha un impianto del 1400 rifatto in epoche diverse. L'interno, a tre navate, ha uno splendido portale tardo gotico con elementi arabi, normanni e catalani, sopravvissuto al sisma del 1693.