ULTIME NEWS DAL BLOG Sicilia, la terra del sole.
sabato 6 aprile 2024
I 10 borghi rurali più belli in Italia: scopri dove si trovano...
venerdì 12 marzo 2021
Blue Air amplia il suo servizio da Torino a Palermo a partire da Maggio 2021.
Blue Air potenzia le sue operazioni in Italia aumentando le frequenze sulla sua operazione dalla base di Torino a Palermo.
La compagnia aerea introdurrà tre collegamenti settimanali aggiuntivi tra Torino e Palermo a partire da maggio 2021. I prezzi partono da 19,99 euro / solo andata, tasse, commissioni ed un cambio GRATUITO incluso.
Blue Air opererà su 4 voli settimanali rinforzati tra Torino e Palermo, secondo il seguente orario:
• Lunedì, Venerdì
TRN 07:20 PMO 10:00
PMO 10:45 TRN 12:25
TRN 13:30
PMO 15:10
PMO 15:55 TRN 17:35
• Mercoledì
TRN 13:30
PMO 15:10
PMO 15:55 TRN 17:35
• Domenica
TRN 13:30
PMO 15:10
PMO 15:55 TRN 17:35
TRN 18:20
PMO 20:00
PMO
20:45 TRN 22:25
“Siamo
lieti di offrire più opzioni di viaggio ai nostri clienti su questa rotta. Le
frequenze multi-giornaliere supporteranno lo sviluppo della nostra rete tra
Torino a Palermo, offrendo il miglior servizio clienti della categoria a prezzi
molto convenienti. ”, Afferma Krassimir Tanev, Chief
Commercial Officer Blue Air.
Informazioni su Blue Air:
Blue Air è la più grande compagnia aerea rumena per numero di passeggeri trasportati, con un modello di business Ultra-Low-Cost (ULC) e con un approccio incentrato sulle esigenze dei passeggeri.
Con un team di oltre 1.000 appassionati di aviazione, Blue Air ha un record di sicurezza di volo impeccabile. La società opera con aeromobili Boeing 737. Nei suoi 16 anni di attività, Blue Air ha trasportato più di 32 milioni di passeggeri e ha volato per oltre 340 milioni di chilometri. L'azienda è certificata IATA Operational Safety Audit (IOSA) dall'International Air Transport Association (IATA) per standard operativi eccezionali ed è membro a pieno titolo IATA.
mercoledì 17 giugno 2020
Vacanze in Italia per l’88% degli italiani, e per il 77% on the road: come cambiano i viaggi nell’era Covid.
ghiath rammo
digital pr
mail: press@bizupmedia.com
bizup srl - via del commercio 36 00154 rome (italy) | tel: +39 06 45 55 45 00 | fax: +39 06 45 55 45 01 | web: http://www.bizupmedia.com
lunedì 23 marzo 2015
Vacanze Eolie: scopri le isole in catamarano.
Pubblicità
23 marzo 2015.
Come scoprire le isole Eolie al meglio? Sicuramente in catamarano, il mezzo ideale, efficiente ed ecologico per vivere le Lipari al 100%.
- Cave di Pomice:
una montagna di pomice bianca che crea scenari surreali. Tra
Porticello e Acquacalda si può osservare anche la colata di ossidiana,
detta Rocche Rosse.
- Castello
di Lipari: la rocca di Lipari è un vero e proprio monumento storico e
culturale delle Eolie. Una fortezza tutta da scoprire.
- Pozza dei fanghi termali: situata sull’isola di Vulcano, è un laghetto naturale di acqua sulfurea dalle preziose proprietà terapeutiche.
- Gran Cratere
di Vulcano: un’escursione spettacolare fino al cratere, paesaggi
mozzafiato e colori come in un dipinto.
- Baia di
Pollara: uno scenario mozzafiato, con una scogliera a strapiombo sul
mare, grotte di tufo e una scalinata che porta al mare.
- Il vulcano
di Stromboli: famosissimo in tutto il mondo per le sue esplosioni, che
si ripetono ogni 20 minuti circa. Si può scalare a piedi o vederlo
direttamente dal catamarano; in entrambi i casi è uno spettacolo da non
perdere.
- Cala
Junco: una delle cale più conosciute di Panarea, la più piccola delle
isole, offre agli occhi del visitatore un paesaggio da sogno, come in un
dipinto.
- Il
laghetto di Lingua: un piccolo villaggio di pescatori, caratteristico
con il suo piccolo porto e il laghetto, che porta con sé la testimonianza
dell’antica dominazione romana.
- Alicudi e
Filicudi: la più selvagge tra le isole dell’arcipelago, nel quale si
respira ancora lo spirito antico delle Eolie lae dove si possono
apprezzare i migliori panorami.
- La Malvasia delle Lipari: si può
venire alle Eolie senza assaggiare le eccellenze enogastronomiche di
questi luoghi? Assolutamente no!
mercoledì 26 novembre 2014
Codici sconto: le vacanze di Natale in Sicilia con advisato.
lunedì 7 aprile 2014
Internet e la crisi rivoluzionano il mercato di seconda mano.
domenica 5 settembre 2010
Si ritorna al solito trantran quotidiano.
Buonasera cari lettori e gentili lettrici.
Dopo una settimana di assenza dalla rete ritorno, dopo un periodo di meritate vacanze, a postare sul mio blog.
Come ogni anno il ritorno alla quotidianità è alquanto traumatico. Vi auguro un buon proseguimento di serata.
Al prossimo post!
sabato 21 novembre 2009
Turismo rurale: una ricerca svela il volto degli italiani amanti delle vacanze agresti.
sabato 5 settembre 2009
Le isole Pelagie viste da vicino. Terza parte - Lampedusa.
Care lettrici e cari lettori, buongiorno. Continuano i post dedicati alle isole dell'arcipelago delle Pelagie, da me visitate nella settimana compresa fra il 23 ed il 30 Agosto 2009. Oggi parleremo della stupenda isola di Lampedusa.
Visualizzazione ingrandita della mappa
L'isola di Lampedusa (isula di Lampidusa in lingua siciliana) è la più estesa dell'arcipelago delle Pelagie nel mar Mediterraneo. Assieme a Linosa conta 6.166 abitanti. Con una superficie di 20,2 km², è la sesta per estensione delle isole siciliane. In antichità il nome era LopadùsaΛοπαδουσσα in greco). Amministrativamente, assieme con Linosa, forma il comune di Lampedusa e Linosa di cui è la sede municipale.
Questa isola, più vicina all'Africa che all'Europa, come si diceva, in effetti è parte della piattaforma continentale africana, e la flora e la fauna sono in parte originarie di questo continente e della sua regione maghrebina.
Geologicamente, Lampedusa, è costituita da depositi calcarei che risalgono al miocene medio-superiore ed in questo sito, allo scopo di tutelare l'ambiente naturale, particolarmente antropizzato nell'ultimo scorcio di secolo, la Regione Siciliana ha istituito, con DD.AA. 291/44, 16.5.95 - 533/44, 11.8.95, su una superficie di 369,68 ettari, una riserva regionale in una zona di protezione speciale (ZPS) e sito di importanza Comunitaria localizzandola fra il Vallone dell'Acqua e Cala Greca.
Ciò in quanto sul territorio indicato esistono importanti specie faunistico - botaniche - ambientali e paesaggistiche che necessitano di particolare tutela, considerato il ristretto ecosistema. Le isole di Linosa (Spiaggia della Pozzolana di Ponente) e di Lampedusa (Spiaggia di Isola dei Conigli nella foto a destra) sono gli unici siti in Italia in cui la presenza di regolari ovodeposizioni da parte di alcuni esemplari è documentata e certa. Purtroppo la densità del turismo di massa e la frequentazione crescente del turismo appiedato (ancora permesso) stanno facendo perdere alla spiaggia dell'isola dei conigli ogni attrattiva per la deposizione delle tartarughe. Nel 2007 e nel 2008 non è stato censito infatti alcun nido a Lampedusa. Le ovodeposizioni sono fortunatamente riprese nel giugno del 2009.Sul versante meridionale dell'isola di Lampedusa si osservano ampie zone di trottoir a vermeti, tipica ecostruttura mediterranea.
STORIA
Che Romani e Arabi avessero creato un insediamento stabile nell'isola, è confermato anche dal ritrovamento di monete dell'epoca e i molti reperti greci provenienti da relitti affondati nel mare lampedusano, testimoniano anche un consistente traffico navale intorno all'isola fin dal 700 a.C.Anche qui gli Arabi approfittarono della sua estrema collocazione geografica e utilizzarono Lampedusa allo stesso modo di Linosa come approdo per le loro scorribande. Si narra, tra racconti fantastici e crude verità sulla ferocia dei pirati , che nascoto in qualche grotta, o sepolto sotto terra, nelle Pelagie vi sia ancora il prezioso tesoro del pirata Dragùt o del più temibile Kaireddin (nella foto a destra). Questo perchè ritenevano le due isole più sicure delle loro città e avrebbero preferito tenerlo nascosto piuttosto che rischiare di essere uccisi dai nemici che volevano impadronirsi dell'immenso tesoro accumulato in anni di razzie. Il fatto che l'isola sia stata rifugio di cristiani, arabi, eremiti e personaggi singolari diede lo spunto a Ludovico Ariosto per ambientarvi il cruento duello tra cristiani e saraceni descritto nei canti 41° e 42° dell'Orlando Furioso. Lo scontro dei tre contro tre a Lampedusa, fra i cristiani Orlando, Brandimarte e Oliviero e i mori Agramente, Sobrino e Gradasso.
Informazioni certe sulla storia di Lampedusa, tuttavia, si hanno a partire dal 1430, quando Alfonso V d'Aragona, Re di Napoli, soprannominato "Il Magnanimo" concesse i diritti e la potestà del mero e misto imperio sull'Isola al suo cameriere personale, Giovanni De Caro dei Borboni di Montechiaro detto "Giovannello". Nel 1551, una flotta ai comandi dell'ammiraglio Andrea Doria, su ordine di Carlo V, distrusse la roccaforte di Mekdia, in Tunisia, covo del pirata turco Dragùt. Durante il viaggio di ritorno, sorpreso da una forte tempesta e dopo avere perso buona parte del suo equipaggio, la flotta si riparò a Lampedusa, probabilmente a Cala Pisana (nella foto a sinistra). Gli uomini dell'equipaggio, affascinati dalla naturale bellezza dell'isola vi si stabilirono incrementando così il numero degli abitanti. Ma la vendetta del turco Dragùt non si fece attendere e due anni dopo durante una scorreria furono deportati dall'isola in schiavitù più di mille abitanti. Tuttavia, il 7 Ottobre 1571 la flotta cristiana comandata da Don Giovanni d'Austria riuscì a sconfiggere la flotta turca e a liberare complessivamente circa quindicimila cristiani prigionieri, catturati dai musulmani durante gli anni delle loro scorribande nel Mediterraneo. Successivamente, per un lungo periodo, l'isola rimase disabitata.
Nel 1630 Giulio Tomasi, avo dell'autore del "Gattopardo", fu insignito da Carlo II di Spagna del titolo di principe di Lampedusa e Linosa. Nel 1760 l'isola venne colonizzata da sei francesi, seguiti, dopo sedici anni, da un nucleo familiare maltese. Successivamente, fu un susseguirsi di arrivi di piccoli gruppi di agricoltori capeggiati ora da maltesi ora da inglesi. Anche i Russi, con il principe Grigori Alexandrovich Potemkim tentarono l'acquisto dell'Isola per poter insediarvi una colonia di sudditi della zarina. Nel 1780 una terribile pestilenza colpì l'isola ed una lapide in marmo datata 1784 rinvenuta in una grotta, conferma appunto la sepoltura di un morto per peste.
Le notevoli risorse economiche necessarie al recupero delle due isole di Lampedusa e Linosa, costrinsero i Tomasi a chiedere un congruo finanziamento ai Borbone minacciando in caso contrario di vendere l'isola agli Inglesi interessati all'acquisto per ovvie ragioni strategiche finalizzate a farne una base militare. La richiesta di vendita venne ufficializzata a Ferdinando II - re delle due Sicilie, che negò fermamente l'autorizzazione, ma anzi per un prezzo di 12.000 ducati, nel 1839 le riacquistò intenzionato a trasformarle in colonie agricole.
Nel 1843 il governo borbonico decise di colonizzare Lampedusa e Linosa emanando un bando tra i sudditi del Regno delle due Sicilie con il quale si cercavano volontari disposti a trasferirsi nelle due isole promettendo loro l'utilizzo di tutto il terreno coltivabile e una rendita per cinquanta anni di 3 tarì al giorno. Vi aderirono alcune famiglie provenienti da Ustica, Agrigento e Pantelleria accompagnati dal capitano di fregata Bernardo Maria Sanvisente (Bernardo Maria Sanvisente prende possesso delle isole di Lampedusa e di Linosa con la carica di «governatore di S.M. Ferdinando Il di Borbone, re del regno delle Due Sicilie, gran principe ereditario di Toscana, duca di Parma, Piacenza,Castro” ecc. ecc. (1810-1859). Come primo atto conferma agli enfiteuti, Gatt di Malta Fernandez, le sentenze di revoca già notificate nel 1839. Sanvisente si era imbarcato a Palermo il 18 settembre a bordo del Piroscafo Rondine con le istruzioni del re di costituire Lampedusa e Linosa in «colonia della real Casa di Borbone e di “costituirvi la novella ne con lo incivilimento del nuovo paese da edificarsi (cfr. Sanvisente, 1849). Giunto a Girgenti (Agrigento) il 19 settembre, prosegue per Lampedusa il 21 settembre insieme con il vapore L'Antilope recando con sé autorità ecclesiastiche e amministrative, gente di varie arti e mestieri con autorità di guardie urbane e sanitarie, un distaccamento militare al comando di un ufficiale. Le navi arrivano a Lampedusa alle ore 13 dei giorno seguente e colte da 24 maltesi, capeggiati da un certo Fortunato Frenda - che è sposato con una figlia di Salvatore Gatt - . Pochi giorni dopo i maltesi, a eccezione di qualcuno, lasciano l'isola per tornare a Malta e Fortunato Frenda si trasferisce con la famiglia sulla costa tunisina, il 6 marzo 1844. Inizia cosi la felice colonizzazione borbonica delle due isole).
Nel rapporto inviato al re Sanvisente descrive il suo arrivo confermando di avere trovato sull'isola pochi ruderi, alcune sepolture e un territorio rimasto dominio di una natura totalmente incontaminata. Vi si estendeva un folto manto vegetale costituito da una fitta macchia mediterranea nella sua forma più evoluta e diversificata. Una vegetazione rigogliosa che confermava la presenza di acqua dolce e che avrebbe facilitato l'opera di colonizzazione. Un ambiente che ospitava una ricchissima fauna composta da conigli, volpi, cinghiali, tartarughe, capre selvatiche e alcuni esemplari di cervi di piccole dimensioni. L'impatto dell'arrivo di Sanvisente e dei suoi coloni fu disastroso. A cinque anni dallo sbarco erano già diventati settecento e su questo paradiso terrestre si generò un sistematico e inevitabile sconvolgimento del territorio. Vennero realizzate le prime grandi opere di Lampedusa, alcune delle quali ancora esistenti. Furono costruiti proprio di fronte al porto sette edifici dove furono alloggiati i nuovi abitanti: "i sette palazzi" (tuttora esistenti). In merito alla colonizzazione di Lampedusa, le cronache dell'epoca riportano due versioni sul comportamento del Capitano Sanvisente. La prima narra che a seguito delle crescente domanda di energia da destinare alla grande rivoluzione industriale in corso in Europa nel corso del diciannovesimo secolo, arrivavano sempre più numerose le richieste di carbone vegetale, ovvero di alberi da tagliare e bruciare. Re Ferdinando, più interessato al denaro che alla salvaguardia dell'ambiente dell'isola, concesse senza problemi le autorizzazioni per la produzione di carbone vegetale acconsentendo, tra le forti proteste del governatore Sanvisente, al disbocamento indiscriminato di Lampedusa.
In pochi anni, l' isola perdette la propria vegetazione (nella foto ecco come si presenta oggi, in prossimità di Cala Galera), di conseguenza, le coltivazioni, sempre più esposte ai forti venti, diventarono più difficili e meno redditizie. Il Governatore Sanvisente non approvando tale decisione, si dimise dalla sua carica e lasciò l' isola. Con le foreste disboscate e il terreno via via sempre più arido, l' economia di Lampedusa si spostò definitivamente verso la pesca, e l' aspetto morfologico cominciò a diventare quello odierno: roccioso, brullo ed arido.
Nel 1860, in seguito alla nascita del regno d'Italia e con la conseguente annessione del Regno delle Due Sicilie, anche le Pelagie diventarono italiane. Nel 1872 il governo italiano interviene su Lampedusa, e decide di convertirla in colonia penale. (Vedasi Cala Galera e quanto resta della colonia penale istituita sull'isola nelle foto sulla destra)
Fonte:
- Isole Pelagie - Linosa e Lampedusa. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
- Le Pelagie - Lampedusa e Linosa. Vademecum del turista. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
- it.wikipedia.org;
- www.isoladilampedusa.it;
- http://images4.fotoalbum.virgilio.it/v/www1-4/592/59272/298083/DSCN176-vi.jpg;
- http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/69/Lampedusa_versante_sud.jpg/200px-Lampedusa_versante_sud.jpg;
- Sicilia - Di Michelin / MFPM
giovedì 3 settembre 2009
Le isole Pelagie viste da vicino. Seconda parte - Linosa -.
Linosa (AG) è la seconda isola per dimensione delle tre che compongono l'arcipelago delle Pelagie (Lampedusa,Linosa,Lampione). Ha, infatti, una superficie di poco più di 5 kmq, lunga 3,4 km e larga 2,7 km. Forma con Lampedusa, la maggiore delle tre isole dell'arcipelago, un'unico Comune (5.626 ab.) della provincia di Agrigento , di cui ne è anche una frazione.
Linosa è ubicata a 42 km a NE di Lampedusa. D'origine vulcanica, Linosa, era già nota ai tempi del greco Strabone. Plinio il Vecchio la cita nella Naturalis Historia come Aethusa, Αιθουσσα e Algusa, Αλγουσσα in greco. Il nome Lenusa appare nel XVI secolo ad opera del domenicano Tommaso Fazzello. Tuttavia anche se fino al 1839 si hanno notizie frammentarie sulla storia dell'isola è certo che trovandosi al centro del Mediterraneo era rifugio e punto di riferimento per le navi Fenici, dei Saraceni, dei Romani e dei Greci che navigavano nel "Mare Nostrum".
Il ritrovamento di numerose cisterne scavate nella superficie lavica di tipica derivazone romana, così come numerose monete ritrovate durante recenti scavi, fanno ritenere che i Romani avessero creato un insediamento stabile e che durante le guerre puniche l'isola fosse punto di approdo e rifornimento per l'esercito di Roma. Nei secoli seguenti, verosimilmente, divenne punto di riferimento anche per le scorribande degli arabi e dei feroci saraceni. Attorno a Linosa vi furono anche numerosi scontri navali e tanti sono i relitti che giacciono sui fondali. Benchè saccheggiati per anni dai subacquei, capita ancora oggi che nelle reti dei pescatori, vengano recuperate ancora intatte anfore, scodelle, ancore, o quant'altro materiale fosse stivato a bordo delle navi.
Nella metà del XIV sec., mentre in tutta la costa della Sicilia si eregevano torri di avvistamento per contrastare le continue scorribande dei pirati, Linosa divenne un vero punto strategico nelle rotte dei pirati in quanto diviene non solo deposito dei tesori e dei bottini razziati, ma punto di smistamento dei prigionieri deportati.
La flotta dei pirati era composta dagli sciabecchi, navi di ottima manovrabilità e particolarmente adatte al combattimento, che consentiva loro di arrivare velocemente nel luogo prescelto per l'assalto. Lo scopo era quello di raccogliere quanto più oro possibile e deportare uomini, donne, bambini, da vendere come schiavi nei mercati del Nordafrica.
Successivamente alla sconfitta dei turchi, l'isola rimase disabitata per quasi due secoli, anche se nel 1630 Giulio Tomasi avo di Giuseppe Tomasi, autore del "Gattopardo", venne insignito da Carlo II di Spagna del titolo di principe di Lampedusa. Le notevoli risorse economiche necessarie al recupero delle due isole di Lampedusa e Linosa, costrinsero i Tomasi a chiedere un congruo finanziamento ai Borbone minacciando in caso contrario di vendere l'isola agli Inglesi interessati all'acquisto per ovvie ragioni strategiche finalizzate a farne una base militare. La richiesta di vendita venne ufficializzata a Ferdinando II - re delle due Sicilie, che negò fermamente l'autorizzazione, ma anzi per un prezzo di 12.000 ducati, nel 1839 le riacquistò intenzionato a trasformarle in colonie agricole.
Il nome Linosa invece nasce nel 1845 in quanto usato dal cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente. In quell'anno il governo borbonico decise di colonizzare Lampedusa e Linosa emanando un bando tra i sudditi del Regno delle due Sicilie con il quale si cercavano volontari disposti a trasferirsi nelle due isole promettendo loro l'utilizzo di tutto il terreno coltivabile e una rendita per cinquanta anni di 3 tarì al giorno. Vi aderirono alcune famiglie provenienti da Ustica, Agrigento e Pantelleria accompagnati dal capitano di fregata Bernardo Maria Sanvisente (Bernardo Maria Sanvisente prende possesso delle isole di Lampedusa e di Linosa con la carica di «governatore di S.M. Ferdinando Il di Borbone, re del regno delle Due Sicilie, gran principe ereditario di Toscana, duca di Parma, Piacenza,Castro” ecc. ecc. (1810-1859). Come primo atto conferma agli enfiteuti, Gatt di Malta Fernandez, le sentenze di revoca già notificate nel 1839. Sanvisente si era imbarcato a Palermo il 18 settembre a bordo del Piroscafo Rondine con le istruzioni del re di costituire Lampedusa e Linosa in «colonia della real Casa di Borbone e di “costituirvi la novella ne con lo incivilimento del nuovo paese da edificarsi (cfr. Sanvisente, 1849). Giunto a Girgenti (Agrigento) il 19 settembre, prosegue per Lampedusa il 21 settembre insieme con il vapore L'Antilope recando con sé autorità ecclesiastiche e amministrative, gente di varie arti e mestieri con autorità di guardie urbane e sanitarie, un distaccamento militare al comando di un ufficiale. Le navi arrivano a Lampedusa alle ore 13 dei giorno seguente e colte da 24 maltesi, capeggiati da un certo Fortunato Frenda «che sposato una figlia di Salvatore Gatt. Pochi giorni dopo i maltesi, a eccezione di qualcuno, lasciano l'isola per tornare a Malta e Fortunato Frenda si trasferisce con la famiglia sulla costa tunisina, il 6 marzo 1844. Inizia cosi la felice colonizzazione borbonica delle due isole).
Il 25 maggio 1845 le famiglie volontarie che aderirono all'editto ed il capitano B.M. Sanvisente sbarcarono sull'isola di Linosa cominciando ad abitarla ed effettuando i primi lavori edili come la costruzione di una Chiesa, eretta subito dopo lo sbarco e l'inizio delle nuove abitazioni.
L'ambiente che li circondava si rivelò più ostile del previsto. Alla mancanza di abitazioni si supplì con dei ripari scavati nelle rocce in tufo, pur essendo costantemente minacciati dalla presenza di innumerevoli topi.
L'esistenza delle antiche cisterne romane che vennero immediatamente ripristinate togliendo tutta la terra accumulatasi, favorì la raccolta e la riserva di acqua piovana. Inoltre, le forti ed abbondanti piogge di quell'anno provocarono diversi smottamenti del terreno che fortunatamente riuscirono a debellare anche l'infausta presenza dei tanti roditori presenti nell'isola.
Con l'unità d'Italia del 1861 anche i Savoia purtroppo non mantennero le promesse di aiuti fatte dai Borbone. Ma i linosani lasciati ancora più soli a fronteggiare una situazione prossima alla tragedia, reagirono con una forma di eroismo primitivo. Dal primo nucleo di poche decine di persone, grazie ai matrimoni tra gli stessi membri e con individui provenienti dalla terraferma la popolazione pian piano si è ingrandita, fino a raggiungere l'attuale numero che si aggira intorno ai 500 abitanti.
Nei primi del '900 i Linosani vennero ricordati solo in occasione delle due grandi guerre con la chiamata alle armi. Negli anni sessanta Linosa comincia a cambiare volto. Arrivano le prime innovazioni tecniche accompagnate da uno sviluppo turistico. La SIP (oggi Telecom) installa nel 1963 la prima centrale telefonica. Nel 1967 entra in funzione una centrale elettrica. Nel 1968 viene realizzato l'asilo infantile, con le scuole elementari e medie. Nel 1973 viene costruito il primo dissalatore e nel 1976 approda sull'isola la RAI che installa un ripetitore e quattro anni dopo anche Mediaset.
Nel 1984, dopo tanti anni di trasbordi effettuati con non poco disagio mediante l'uso di barche in un mare non sempre calmo, la nave traghetto Paolo Veronese effettua il primo attracco in banchina allo Scalo Vecchio. Vengono realizzati altri due moli di attracco: Mannarazza e Pozzolana di Ponente che consentono lo scalo dei passeggeri e lo scarico delle merci quando il vento investe l'approdo principale. Nel 1986 iniziano i lavori per il nuovo dissalatore che fornirà acqua potabile e nel 2002 entra in servizio l'aliscafo sulla tratta Porto Empedocle, Linosa, Lampedusa.
Linosa, é incantevole e capace di farsi amare da chi é amante della natura, dell'ambiente e soprattutto del mare.
Selvaggia é la sua bellezza. Linosa, non colpisce solo per i suoi meravigliosi fondali, sicuramente tra i più belli d'Italia se non del mondo, ma anche per i colori del suo paesaggio tutto da ammirare. L'isola anche per le sue dimensioni, è a portata d'uomo e da un gran senso di libertà. La sensazione principale che potrete provare è quella di essere fuori dal mondo. Infatti, bastano solo pochi giorni per farvi dimenticare anche in che giorno vi trovate.
Linosa, ospita una grande comunità di uccelli "Berta Maggiore" nonché la tartaruga "Caretta Caretta" entrambe a rischio estinzione. Il 21 ottobre 2002, con decreto del Ministro dell'Ambiente, è stata istituita l'Area Marina Protetta "Isole Pelagie".
Fonte:
- Isole Pelagie - Linosa e Lampedusa. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
- Le Pelagie - Lampedusa e Linosa. Vademecum del turista. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
- it.wikipedia.org;
- www.isoladilampedusa.it;
- www.linosani.it;
- http://www.isoleitalia.it/cgi-bin/isole/Linosa4%20%28Custom%29.jpg;
- http://www.isoleitalia.it/cgi-bin/isole/Linosa1%20%28Custom%29.jpg;
- http://lapoesiaelospirito.files.wordpress.com/2009/07/linosa.jpg.
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Il blogroll dei miei blog preferiti
La storia dei blog e di "Sicilia, la terra del Sole."
La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.