Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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venerdì 27 giugno 2014

La chiesa dell'Immacolata Concezione di Palermo, nel quartiere Capo: un gioiello dell'arte barocca.

27 giugno 2014.


La chiesa dell'Immacolata Concezione di Palermo, altare maggiore, sovrastato dalla grande tela della “Immacolata Concezione” del 1637, opera del grande pittore monrealese Pietro Novelli.


Storia:

Il Concilio di Trento o Concilio Tridentino fu il XIX concilio ecumenico, ovvero una riunione di tutti i vescovi cattolici del mondo, per discutere di argomenti riguardanti la vita della Chiesa cattolica. L'apertura del Concilio fu indetta da papa Paolo III nel 1545 e fu chiuso, dopo numerose interruzioni, nel 1563. Nell'anno 1575, dodici anni dopo la fine del Concilio di Trento, la città di Palermo era preda della peste (era precisamente la mattina del 9 Giugno, giorno in cui si trovò, nel quartiere di San Domenico una donna morta e dopo di lei anche un uomo, un mercante di tappeti, un certo capitano di un brigantino proveniente dalla Barbaria, che aveva avuto con lei rapporti sessuali. Non si trattava di delitti passionali, ma dei primi casi di peste a Palermo. Riferiscono i Diari di Palmerino e Paruta, i due storici palermitani: “l’innamorato di detta donna e tutti di casa di una febbre con certi vozzi all’ancinagli, l’uno imbiscandola all’altro”).
La peste dilagava a Palermo e ben presto infestò tutta la Sicilia, specialmente le città che si affacciavano sul mare, perché più facilmente raggiungibili dalle navi. Furono chiuse le porte della città e i varchi delle due sole porte aperte, erano altamente controllate per evitare che i contagi aumentassero; i palermitani, allora, invocarono l'intervento della Vergine Maria per debellare la pestilenza, e dei Santi Rocco e Sebastiano. L'intercessione all'Immacolata e la predicazione dei francescani e gesuiti crearono allora i presupposti per fondare il monastero della Concezione al Capo. 
L'iniziativa è di Laura Barbara (o Imbarbara), vedova di Sigismondo Ventimiglia e senza figli, che già da qualche anno desidera fondare un istituto femminile cui donare tutti i suoi beni. Ella, devota dell'Immacolata, pensava di fondarlo sotto la regola francescana; interviene però il gesuita Giovanni Antonio Sardo il quale, se si mostra d'accordo sul titolo da dare alla futura istituzione, persuade la nobildonna a farlo sotto la regola benedettina. In quegli anni, infatti, i gesuiti erano impegnati nella gestione del monastero benedettino dell'Origlione ed avevano incontrato diversi problemi. La fondazione del monastero dell'Immacolata gli diede la possibilità di staccare una parte della comunità dell'Origlione e dirigerla verso il nuovo monastero. Fu così che la badessa dell'Origlione, Benedetta Reggio, inviò 12 suore nel monastero fondato dall'Imbarbara e ne divenne a sua volta badessa. Qui morì nel 1612. Per i primi due anni e mezzo i gesuiti avranno cura della neocomunità, poi essa comincerà a reggersi da sola. Il monastero, meta ambita dalla nobiltà palermitana che lo sceglie per la professione delle proprie figlie, accoglierà tra le sue file molte devote dell'Immacolata.

venerdì 9 maggio 2014

Festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Monreale (Pa), anno 2014. Le foto del 3 maggio 2014.

9 maggio 2014.


La Banda Musicale dell'Arma dei CC.

Per gentile concessione dell'amico Mario Lo Coco, mi pregio oggi di  pubblicare alcune delle sue foto che immortalano taluni momenti dei festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Monreale (Pa), anno 2014, ed in particolare quelli svoltisi  il 3 maggio u.s. durante la processione del SS. Crocifisso. Le celebrazioni in onore del SS. Crocifisso toccano il loro culmine proprio il giorno 3 maggio. Terminato il solenne pontificale celebrato dall'Arcivescovo, ha luogo la tradizionale discesa dall'altare della venerata immagine: 
è questo un momento di forte richiamo e di grande commozione. Quando il Crocifisso è fatto scendere dall'altare ed è adagiato sullo zoccolo della "Vara", le ferite del costato sacro sono palpeggiate di continuo dai fazzoletti dei fedeli. Scoppi di pianto accompagnano questo succedersi disordinato di carezze, e un tremito nervoso serpeggia anche nei più forti di spirito soggiogati da quella fede che scuote ogni dubbio. Le scene sono ancora quelle descritte nel secolo scorso dal Pitrè: "…i sottostanti fanno ressa per salire anche loro, ma non trovano spazio per mettere un piede… ".L'effige del Crocifisso è poi collocata all'esterno della chiesa, sotto la maiolica che raffigura il protettore di Monreale, da dove alle ore 18.00 in punto, al suono del campanello e al rullo dei tamburi, accompagnato dal suono festoso delle campane a distesa, si dà il via alla solenne processione. Dalle ore 14.00 fino alle ore 18.00, i fedeli si accalcano presso la Maiolica, per toccare, baciare e pregare il Crocifisso, prima che inizi la processione. Fazzoletti bianchi, rossi, turchini volano dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso, lanciati dalla folla che li passa alle persone vicine al Cristo, le quali li raccolgono e palpano con essi delicatamente le membra adorate, poi li ripassano alla folla, che con le mani in aria, li coglie al volo, stringendole al petto ed accarezzandosi il viso, gridando:

"GRAZIA PATRUZZU AMURUSU".

La Banda Musicale dell'Arma dei CC .
Membri della Confraternita del SS. Crocifisso.

Due confratelli con un cuscino di rose che formano una complessa decorazione concentrica; essa sarà poi depositata ai piedi del simulacro.

La processione si snoda lenta per il corso principale della città: è una marea di ceri accesi che avanza tra lo sfolgorio di luci, la pioggia di petali di rose e lo scampanio festoso delle campane di tutte le chiese. Alla processione non partecipa soltanto il popolo, ma per un lungo tratto anche le autorità civili e religiose tra cui il sindaco, l'Arcivescovo, i comandanti rispettivamente dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale, e buona parte del clero. Nonostante le condizioni del tempo lasciassero intravedere la possibilità di un rinvio, coraggiosamente e inaspettatamente, i “Fratelli” hanno deciso di iniziare, puntuali, la marcia con il Crocifisso in spalla. Le condizioni meteo quest'anno non hanno fatto presagire nulla di buono già dalla discesa del SS Crocifisso dalla gradinata del Santuario, avvenuta alle 14.00 e durante la quale i primi piccoli scrosci di pioggia avevano iniziato a bagnare il Simulacro. E’ stata una processione un po’ particolare quest’anno, in cui i ceri in mano ai fedeli si sono trasformati, d’un tratto, in tanti ombrelli colorati. 

Alcuni membri della Confraternita.

Il SS. Crocifisso in processione.

Il SS. Crocifisso in sosta.
L'attuale processione si snoda lungo un percorso che per la maggior parte è quello indicato dall'Arcivescovo Venero nel 1625. Essa inizia dalla Collegiata,  passa per via A. Veneziano fino al "Canale", per corso P. Novelli fino all'"Abbiviratura", dopo una sosta di 30 minuti circa, riscende dalla stessa strada fino a via Garibaldi, detta "a scinnuta ru Signuri", qui sosta dinanzi la statua di Padre Pio, poi prosegue per via Venero quindi corso P. Novelli, detto "a "Varanni", per via Roma fino a piazza Vittorio Emanuele II..Esegue un giro completo della stessa piazza, prosegue per via B. D'Acquisto per risalire da via Palermo, rifare il giro della suddetta piazza e sostare, dinanzi il Comune e il Duomo, per i giochi pirotecnici al termine dei quali ritorna in Collegiata passando per via Umberto I.
Il SS. Crocifisso in processione per le strade di Monreale (Pa).

La processione parte alle ore 18.00 del 3 maggio e termina alle ore 2.00 circa del giorno successivo. Durante la stessa, momenti commoventi sono, il bacio dei bambini dato al simulacro in tutte le soste, e lo sfiorare coi fazzoletti e con i fiori l'effige del SS. Crocifisso. Durante questa festa non si possono distinguere luoghi particolarmente interessati da questa cerimonia, poiché tutto il paese di Monreale è in festa, ed è per gran parte del paese che il Crocifisso passa durante la processione. Una folla, di circa 3.000 persone, annualmente segue il simulacro in processione, fedeli, che sin dalle prime luci dell'alba si preparano al solenne ed atteso "viaggio". Momento di grande attrazione, misto di fede e folklore è l'arrivo allo "Spasimo"; dopo la difficile "scinnuta", il Crocifisso, posto al centro della piazza con il volto proteso verso la Conca d'Oro, estende la sua benedizione al territorio sottostante, un tempo rigoglioso di campagne e di vita, per numerose famiglie. I giochi pirotecnici nella piazza completano un momento di grande festa ed esultanza verso la venerata immagine. 

Fonte:

sabato 26 aprile 2014

Festa del SS. Crocifisso di Monreale anno 2014 ed il Seminario "CONFRATERNITE RISORSE DI LEGALITÀ PER IL TERRITORIO".

26 aprile 2014.

Monreale (Pa). 

Dal 1 maggio al 3 maggio p.v., si celebreranno per le vie del centro normanno, così come avviene ogni anno dal 1626, i festeggiamenti in onore del SS. CrocifissoPer la verità il programma dei festeggiamenti religiosi ha avuto inizio il 24 aprile c.m. con il Novenario al SS. Crocifisso. Giovedì 1 maggio poi, alle ore 10.00, presso l'Aula Consiliare di Monreale, si svolgerà il Seminario "CONFRATERNITE RISORSE DI LEGALITA' PER IL TERRITORIO " (Vds. locandina a sinistra). 
Interverranno per l'occasione Mons. Michele PENNISI, Arcivescovo di Monreale, Avv. Filippo DI MATTEO, Sindaco di Monreale, il Sig. Valentino MIRTO, Presidente Confraternita SS. Crocifisso, ed altre personalità civili. Giorno 3 maggio, in mattinata, e precisamente alle ore 11.00, presso la chiesa della Collegiata, sarà celebrato, da monsignor Michele Pennisi, il solenne pontificale. Nel primo pomeriggio, e precisamente alle 14.00, altro momento di grande suggestione, che richiama centinaia di fedeli, è quello della tradizionale discesa a spalla del fercolo, che verrà posizionato sulla "vara" davanti il pannello di maiolica retrostante la chiesa della Collegiata. Tutto questo in attesa della processione vera e propria, che inizierà, alle 18.00. Poco prima del suono della campanella, che da' avvio al corteo, le autorità civili si recheranno a Palazzo Arcivescovile per "scortare" il vescovo, fino alla confluenza fra via Umberto I e via Antonio Veneziano, dove le stesse autorità si aggregheranno alla processione. Il primo tratto è quello forse più suggestivo, all'interno de quartiere del "Pozzillo", uno dei primi insediamenti urbanistici di Monreale. Il tratto si conclude con quella che i monrealesi chiamano "a nisciuta ru ferru", dove è necessaria una particolare ed accorta manovra per consentire al simulacro di venire fuori dalle viuzze strettissime. La manovra, per la sua particolare difficoltà, si conclude con uno scrosciante applauso. Da via Antonio Veneziano, quindi, si arriva fino a piazza Canale. Da lì il Crocifisso salirà per via Pietro Novelli alta, fino all'abbeveratoio. Prima, però, all'altezza di via Terrasi, le autorità abbandonano il corteo. Dopo "l'abbiviraturi" è la volta della ripida discesa di via Garibaldi, meglio conosciuta a Monreale come "a scinnuta ru Signuri", fino a piazza Spasimo. A quel punto la processione tornerà verso piazza Vittorio Emanuele, attraverso via Venero, Corso Pietro Novelli e via Roma. Sotto il palazzo di città, a tarda sera, è in programma il tradizionale omaggio del Comune con l'inchino degli stendardi che rappresentano la cittadinanza. L'ultimo tratto della processione, quando ormai sarà notte fonda, toccherà via Benedetto D'Acquisto e via Palermo, aspettando il tradizionale gioco pirotecnico conclusivo, annunciato, come sempre, da uno squillo di tromba. Quindi, il rientro in Collegiata e per i "fratelli" il meritato riposo. 

domenica 20 aprile 2014

Buona Pasqua di Resurrezione.

20 aprile 2014. Auguro a tutti i lettori del blog una buona Pasqua di Resurrezione. 

venerdì 25 ottobre 2013

Conoscere la città di Palermo: Il Cassaro.

I Quattro Canti (direzione Nord).
25 ottobre 2013. Lasciato alle nostre spalle il Palazzo delle Aquile, che si affaccia su piazza Pretoria, o della vergogna, sede del Municipio, percorriamo verso ovest la via Maqueda; a due passi si ergono i monumentali Quattro Canti, o Ottagono del Sole, o teatro del Sole, altisonante fulcro architettonico dell'universo barocco di quella che fu capitale vicereale. Si tratta di una piazza (o armonioso slargo) ottagonale all'incrocio dei due principali assi viari di Palermo: la via Maqueda e il Cassaro, oggi Corso Vittorio Emanuele (antica via di origine fenicia, collegante l'acropoli e il Palazzo dei Normanni al mare), a metà circa della loro lunghezza. Il nome esatto della piazza è Piazza Vigliena (in omaggio al Viceré il cui nome completo era marchese don Juan Fernandez Pacheco de Villena y Ascalon), ma le fonti antiche la ricordano come Ottangolo o Teatro del Sole perché durante le ore del giorno almeno una delle quinte architettoniche è illuminata dal sole. I Quattro Canti propriamente detti sono i quattro prospetti architettonici che delimitano lo spazio dell'incrocio. Realizzati tra il 1609 e il 1620 e sormontati dagli stemmi (in marmo bianco) reale senatorio e viceregio, i quattro prospetti presentano un'articolazione su più livelli, con una decorazione basata sull'uso degli ordini architettonici e di inserimenti figurativi che, dal basso in alto, si susseguono secondo un principio di ascensione dal mondo della natura a quello del cielo. I quattro piani di facciata risultano così decorati: al piano inferiore, fontane che rappresentano i fiumi della città antica (Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto); quindi, un ordine in stile dorico, contenente le allegorie dalle quattro stagioni (rappresentate da Eolo, Venere, Cerere e Bacco); l'ordine successivo, in stile ionico, ospita le statue di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV; infine, nell'ordine superiore, le quattro sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, patrone della città prima dell'avvento di Santa Rosalia (1624) e di San Benedetto il Moro (1652). Un antico detto che celebrava nei Quattro Canti il centro virtuale di Palermo recitava "feste e forche a Piazza Vigliena" (pubbliche feste ed esecuzioni capitali).


La chiesa di San Giuseppe dei Teatini.
Percorriamo il Corso Vittorio Emanuele in direzione della Cattedrale. Subito a sinistra quattro gradini ci consentono di accedere alla Chiesa di San Giuseppe dei Teatini: dall'esterno non vi attirerà molto... quello che vi stupirà è l'interno e molto altro! La chiesa di S. Giuseppe dei Teatini, addossata al Cantone meridionale di Piazza Vigliena (Quattro Canti), è una delle più alte espressioni del primo barocco palermitano. Usciti dalla chiesa continuiamo il cammino verso la Cattedrale. Poco dopo incontriamo una piazza denominata da una statua di Carlo V: Piazza Bologni. Piazza Bologni fu aperta nel 1566 e chiamato Largo Aragona, in onore a Carlo d'Aragona fino al 1560 quando un Barone, Aloisio Bologna, vi costruì un palazzo oggi non più esistente. 
Piazza Bologni.
Di fronte, sul Corso, il palazzo Belmonte - Riso, recentemente restaurato e sede del Museo Regionale d'Arte moderna e contemporanea: da non perdere! Proseguiamo incontrando alla nostra sinistra la Chiesa del S.S. Salvatore anch'essa di epoca normanna rifatta nel Cinquecento. Attenzione! Potrebbe passare inosservata: visitatela! Poco più avanti, a destra, è ubicata la Biblioteca Regionale che fa parte del Collegio dei Gesuiti costruito nel 1588. Pochi metri e arriviamo al piano della Cattedrale e più avanti al Palazzo Arcivescovile residenza del Cardinale e sede del Museo Diocesano


La Cattedrale di Palermo. Ignoto pittore siciliano,Veduta della Cattedrale di Palermo, olio su tela, inizi del XVII sec. Museo Diocesano di Palermo, cm 76 x 153.
La maestosa Cattedrale (Madonna Assunta), tel. 091334376, già paleobasilica, poi moschea, conserva un fastoso patrimonio: le cappelle , il presbiterio, l'altare, la cupola, raccolgono quanto di meglio abbiano espresso le diverse culture che si sono susseguite ed integrate in Sicilia. Nella cripta il Tesoro è costituito da oggetti preziosi rinvenuti nelle tombe reali ed imperiali e mirabili esempi di oggettistica sacra. L'imponente edificio, eretto verso la fine del XII sec. su strutture precedenti, ha subito rimaneggiamenti soprattutto nel Settecento, epoca a cui risalgono la maestosa cupola e l'interno. Lo stile originario è visibile nelle absidi, che hanno conservato la caratteristica decorazione geometrica, mentre il portico del fianco destro, in stile gotico  catalano, è del XV sec. La facciata che dà su via Matteo Bonello, che conserva l'aspetto tre-quattrocentesco, è collegata da due archi alla torre campanaria sull'altro latro della via. A sinistra della Cattedrale si trova la Loggia dell'Incoronazione, in cui secondo la tradizione i re si mostravano al popolo dopo essere stati incoronati. L'interno della Cattedrale custodisce le tombe di Federico II, di Svevia, della moglie Costanza d'Aragona, di Enrico VI, Ruggero II e della figlia Costanza d'Altavilla. Dal braccio destro del transetto si accede al tesoro e alla cripta. Testimonianza delle alterne vicende della Cattedrale, che fu basilica paleocristiana, quindi moschea e poi nuovamente tempio cristiano con i normanni, è la prima colonna a sinistra del portico gotico catalano, che reca inciso un passo del Corano.

Al prossimo post!

giovedì 2 maggio 2013

Monreale (PA), 03 Maggio 2013: Processione del SS. Crocifisso. La leggenda e la storia del simulacro del SS. Crocifisso.

2 maggio 2013.

Domani, 03/05/2013, dalle ore 18.00 e sino a notte fonda, come ormai avviene ogni anno dal 1626, sfilerà per le strade del Comune di Monreale, in provincia di Palermo, la Solenne Processione in onore del SS. Crocifisso. In mattinata, e precisamente alle ore 11.00, presso la chiesa della Collegiata, sarà celebrato, dal neo arcivescovo, monsignor Michele Pennisi, il solenne pontificale. 
Nel primo pomeriggio, e precisamente alle 14.00, altro momento di grande suggestione, che richiama centinaia di fedeli, è quello della tradizionale discesa a spalla del fercolo, che verrà posizionato sulla "vara" davanti il pannello di maiolica retrostante la chiesa della Collegiata. 
(Nella foto a destra il pannello di maiolica. La Chiesa del SS. Crocifisso, si legge nel libro di A. Giuliano Alaimo (I Canonici), "è uno scrigno di gioielli d’arte sugli stalli della quale brillarono nei secoli scorsi le più".Tra questi tesori d’arte occupa un posto eminente il grande pannello in maiolica, formato da mattonelle di ceramica maiolicata policroma, posto all’esterno dell’abside della Chiesa omonima, per complessive 1500 mattonelle di cm. 18 con una superficie di circa mq. 50, il più grande del genere in Italia.)
Tutto questo in attesa della processione vera e propria, che inizierà,come anzidetto, alle 18.00. 
Poco prima del suono della campanella, che da' avvio al corteo, le autorità civili si recheranno a Palazzo Arcivescovile per "scortare" il vescovo, fino alla confluenza fra via Umberto I e via Antonio Veneziano, dove le stesse autorità si aggregheranno alla processione. Il primo tratto è quello forse più suggestivo, all'interno de quartiere del "Pozzillo", uno dei primi insediamenti urbanistici di Monreale. Il tratto si conclude con quella che i monrealesi chiamano "a nisciuta ru ferru", dove è necessaria una particolare ed accorta manovra per consentire al simulacro di venire fuori dalle viuzze strettissime. La manovra, per la sua particolare difficoltà, si conclude con uno scrosciante applauso. (Nella foto, in alto a sinistra, la manovra eseguita il 03/05/2010.
Da via Antonio Veneziano, quindi, si arriva fino a piazza Canale. Da lì il Crocifisso salirà per via Pietro Novelli alta, fino all'abbeveratoio. Prima, però, all'altezza di via Terrasi, le autorità abbandonano il corteo. Dopo "l'abbiviraturi" è la volta della ripida discesa di via Garibaldi, meglio conosciuta a Monreale come "a scinnuta ru Signuri", fino a piazza Spasimo. A quel punto la processione tornerà verso piazza Vittorio Emanuele, attraverso via Venero, Corso Pietro Novelli e via Roma. Sotto il palazzo di città, a tarda sera, è in programma il tradizionale omaggio del Comune con l'inchino degli stendardi che rappresentano la cittadinanza. L'ultimo tratto della processione, quando ormai sarà notte fonda, toccherà via Benedetto D'Acquisto e via Palermo, aspettando il tradizionale gioco pirotecnico conclusivo, annunciato, come sempre, da uno squillo di tromba. Quindi, il rientro in Collegiata e per i "fratelli" il meritato riposo. 

Storia


La leggenda e la storia del simulacro del SS. Crocifisso sono molto diverse. La leggenda racconta che intorno al 1540, nel Mediterraneo navigavano due navi: una con a bordo cristiani delle vicinanze di Palermo, e propriamente di Monreale, di Boccadifalco e di Altarello di Baida, l'altra era una nave turca. Si racconta che i turchi avessero con loro un Crocifisso che trattavano in modo molto irriverente. I marinai palermitani scandalizzati per gli atti contro la venerata immagine, chiesero ed ottennero di potere riscattare il simulacro del SS. Crocifisso in cambio di una forte somma di denaro.

Ritornati al porto di Palermo sorse tra loro questione a chi il "Crocifisso" dovesse appartenere e per stabilire chi dovesse avere il simulacro, quegli uomini decisero di metterlo sopra un carro trainato da buoi: dove si sarebbe fermato il carro, sarebbe sorta una chiesa che avrebbe custodito il "Crocifisso". I buoi si fermarono varie volte e in vari luoghi ma, percossi, continuarono il loro viaggio, poi si fermarono proprio dove ora sorge la chiesa della "Collegiata" e, nonostante le bastonate non vollero più muoversi.

Un'altra leggenda riguarda il Simulacro del SS.Crocifisso, racconta il Pitrè: "Una vecchietta sui 75 anni, certa Michela, mi ha raccontato: "Un monrealese aveva un giardino di rose, venne a Palermo a vederne, ma non trovò chi ne comprasse, onde s'avviò per andarle a buttare a mare. Quivi un marinaio gliele chiese in cambio di un Crocifisso ch'egli aveva in barca. A quel Crocifisso mancava la testa. Adagiata sopra un carro tirato da buoi, Esso fu portato fino a Monreale, proprio là, ai piedi dell'attuale Collegiata. Chiuso entro una chiesa e riaperto al terzo giorno, fu trovato bello e compiuto con l'espressiva testa che ora ha."

La storia però ci racconta cose ben diverse: intorno al 1400 fu costruita la chiesetta del SS. Salvatore perché sede della confraternita omonima. Questa chiesa in seguito divenne la sede del Collegio dei Canonici, fondato da Monsignor Venero e per questo venne chiamata "Collegiata". Fu Monsignor Venero, allora arcivescovo di Monreale, ad ordinare la fattura del "SS. Crocifisso" alla famiglia Gagini che a quel tempo era famosa in tutta la Sicilia.

Questo trova conferma nel fatto che in seguito all'incendio del Capellone avvenuto il 1 marzo del 1985, il simulacro del SS. Crocifisso fu restaurato dal Professore Angelo Cristaudo,di Acireale, sotto l'alta sorveglianza della Sovraintendenza ai beni Culturali.

Il Professore Cristaudo, che aveva restaurato precedentemente quello di Assoro, notò che tra i due Crocifissi vi era una grande somiglianza e rilevò che avevano lo stesso stile della barba, dei capelli e della corona; dello stesso stile era l'apertura del Costato e corrispondenti erano i piedi incrociati e le dita prolungate.

Rilevò anche che per la composizione dei due Crocifissi era stato utilizzato un materiale composto di tela, gesso, colla e carta pesta distesa su una struttura di assi di legno. La dichiarazione del Professore Cristaudo è molto importante perché sappiamo che l'autore del Crocifisso di Assoro è "Antonello Gagini" e questo ci permette di supporre che sia anche l'autore del Crocifisso della Chiesa di Monreale.

Domenico Gagini aprì una bottega a Palermo nel 1463 e alla sua morte, la bottega venne diretta dal figlio Antonello che continuò la produzione di statue di Madonne, di Santi e di Crocifissi. Antonello morì a Palermo nel 1536. La Confraternita del SS. Crocifisso fece l'ordinazione tra il 1525 e il 1535 e questo fa pensare che la Confraternita possa aver fatto l'ordinazione alla bottega dei Gagini.

Immagine del SS. Crocifisso

Si dice che questo "Crocifisso" somigli veramente a Gesù Cristo, addirittura che sia il vero ritratto e si racconta "che una volta un alto personaggio venuto da Alessandria d'Egitto in Monreale, riuscito ad eludere la vigilanza dei custodi della chiesa appena vedutolo esclamasse sorpreso: E' desso ! E' desso! - "Ohi? Perché " gli chiese uno che gli stava vicino: ed egli lo sconosciuto:-" Perché di questo crocifisso si parla tanto in Alessandria e da tutti si crede che esso sia il solo che somigli davvero a Gesù Cristo"."(tratto da: Feste patronali in Sicilia descritte da Giuseppe Pitrè).

Il simulacro del SS. Crocifisso, nella chiesa della "Collegiata" prima veniva coperto da sette veli: il primo era tutto rosso il secondo il terzo il quarto il quinto e il sesto raffiguravano alcuni episodi della passione di Cristo, il settimo, che era tutto nero, portava la scritta al centro "expiravit".

Nessuno poteva rimuovere questi veli. Oggi il Crocifisso non viene più coperto, tranne nei venerdì di Quaresima, durante la liturgia penitenziale conosciuta come "la calata dei veli".

Il suo volto mostra segni di dolore e di gioia e ha "la dolce espressione di colui che muore come Padre che ha salvato i figli". Il suo viso ha tre espressioni:
1. quella del Cristo Dio Redentore: l'occhio sinistro spento, le labbra atteggiate ad un dolce paterno sorriso;
2. quella dell'uomo dei dolori : l'occhio destro chiuso, le labbra serrate, il capo piegato fin quasi a toccare il mento;
3. quella dell'uomo che muore sotto lo sforzo enorme dell'ultimo respiro, mentre si contrae, abbassandosi su se stesso, ormai esanime pendente dalla Croce."

"Nel 1709 detta "Vara" venne portata a spalle nude e poi a piedi scalzi da circa quaranta uomini". Da questa citazione esplicita riportata sul libro "della tradizione alla storia" di Mons. Lorenzo Bertolino capiamo che questi uomini rappresentano coloro che oggi vengono chiamati "I Fratelli".


I festeggiamenti del 3 Maggio

LA "VUCI" “…Ittamu tutti na vuci…”. 



Durante la processione del 3 maggio si può ben udire questa tipica espressione dialettale appartenente al gergo dei Fratelli; infatti queste caratteristiche “Vuci” non sono altro che delle invocazioni nate su iniziativa di un singolo fratello, il quale con la mano protesa verso la Venerata Immagine, lancia appunto un grido, attirando l’attenzione del gruppo dei con frati, i quali a loro volta rispondono in coro “…Grazia.” Queste vuci, in dialetto siciliano, appartengono ad una vera e propria tradizione popolare,legata fortemente ad un significato religioso- culturale. Riportiamo le dodici “vuci”: E che bedda sta iurnata U signori è pi la strata! Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! Chi su beddi sti quattro rosi Nostru Patri ca’ ni vosi!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! E che bedda sta santa cruci Aruramual tutta na vuci! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Cincu chiai, e cincu rosi Aruramuli iddu li vosi!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! E che beddu stu crucifissu Fa li grazie sempri spissu! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Chi nsu beddi sti quattro ciuri Pirdunatici, Signuri! Grazia Patruzzu Amurusu! Grazia! Vi salutu, o Sacra Testa Ch’è di spini è incuranata Oi che la vostra festa Vaiu girannu pi la strata!Grazia Patruzzu Amurusu!Grazia! Chi fu beddu pi la strata! Nostru Patri torna a so casa! Grazia Patruzzu Grazia! Amurusu! Grazia! Nostru Patri!Binirici a campagna! Nostru Patri! Binirici i malati ! Grazia all’arma e ù pirdunu ri piccati.


ANALISI ANTROPOLOGICA DELLA FESTA

Come tutte le feste patronali, anche quella del SS. Crocifisso è espressione di più significati: è appuntamento ed attesa. Fin da metà aprile i fedeli sentono sempre di più l'ansia di quei giorni, in cui esprimeranno se stessi attraverso il proprio Pathos (sentimento) il proprio Ethos (visione del mondo) ed il proprio Ekos (risonanza sonora). La festa è un momento di grande amicizia perchè tocca profondamente il Thumos (spirito), essa accomuna tutte le classi sociali divenendo un richiamo alla famiglia e al proprio passato. I giorni di festa sono preceduti dai giochi d'artificio sparati sul monte Caputo, quasi come una "purificazione", dal momento che, terminati, ha inizio la celebrazione della S. Messa. In genere gli elementi di purificazione sono 2: ACQUA-FUOCO, che sono legati a dei ruoli ben determinati: ACQUA FEMMINA / FUOCO MASCHIO. Quindi, il fuoco prepara la vigilia delle feste, esso è luce nell'attesa. Durante i tre giorni tutto sembra cambiare, nell'aria si sente quell'energia, quell'amore, quel senso di pace di un popolo che tende verso il Signore. Ma il suo culmine carico di PATHOS, si riscontra giorno 3 in cui il Crocifisso è portato in processione per le vie del paese. La processione come componente dell'azione liturgica, ha un aspetto dinamico e comunitario; essa ha due ordini: quella che precede la "Vara" che è una processione ordinata per i fedeli e la processione caratterizzata dalla fola sui balconi pronta, al passaggio della Vara, ad omaggiare il Crocifisso lanciando petali di rosa. La processione del Crocifisso, presenta il suo folklore ma invita alla preghiera; sembra di contenere molto di profano, ma nel cuore dei fedeli tutto si compie per amore di Cristo. Anche se nel corso del tempo, qualcosa potrebbe cambiare, la religiosità verso il Crocifisso non si spegnerà mai nel cuore dei monrealesi, che in tempi non molto felici quali la peste o la guerra, hanno continuato a sperare ed ad avere fede nel Cristo Crocifisso.

sabato 5 maggio 2012

PETALI IN FESTA A NOTO È TEMPO D’INFIORATA.

Noto (SR), View from SP 19. (Fonte: it.wikipedia.org)
5 Maggio 2012.

C’è un luogo in Sicilia dove il barocco trionfa in tutta la sua bellezza, lasciando senza fiato chi vi si trova davanti: ci troviamo a Noto, che si prepara alla tradizionale “Infiorata”, una festa per gli occhi che va avanti da 32 anni. Ogni terzo weekend di maggio, per quest’edizione sabato 19 e domenica 20, la via Corrado Nicolaci fa da cornice all’evento, dal grande impatto visivo: 122 metri di petali e fiori che collegano in alto la Chiesa di Montevergini, contrapposta al palazzo del principe Nicolaci, con i suoi splendidi balconi, considerati da molti i più belli del mondo. Vi troverete davanti ad un tappeto dai mille colori che copre un’area di 700 metri quadri, composto da 16 bozzetti che, di anno in anno, sono ispirati a motivi religiosi, mitologici e di folklore popolare. Se arrivate a Noto venerdì 18 maggio, potrete,inoltre, assistere alla preparazione dell’”Infiorata”, una festa nella festa: è il momento in cui gli artisti e i loro collaboratori tracciano le sagome lungo la strada. Sabato 19 inizia il lavoro di “infioratura” vera e propria che si protrae per tutta la notte. L’indomani, domenica 20, è il gran giorno: la strada è pronta per essere ammirata in tutta la sua bellezza fino al tramonto del giorno successivo. Non mancheranno manifestazioni collaterali all’evento, che è la punta di diamante della “Primavera barocca”, una kermesse che dura quasi tutto il mese di maggio, fino al 27. Se non potete recarvi nella cittadina del Siracusano in occasione dell’”Infiorata”, avrete a disposizione tutti gli altri fine settimana: sabato 12 maggio sarà la volta del Corteo Barocco, con banditori in costume d’epoca, figuranti, sbandieratori e musici, che sfileranno per le vie del centro storico. Sabato 26 potrete assistere alla decima edizione del Festival della danza, mentre il 27 si terrà la Festa dell’Alveria, una suggestiva giornata trascorsa tra i ruderi di Noto Antica, la città medievale distrutta dal terremoto del 1693.

Fonte:

sabato 28 aprile 2012

Festa del SS. Crocifisso di Monreale, 386° edizione, anno 2012. Programma dei festeggiamenti.


28 Aprile 2012.

Il SS. Crocifisso di Monreale durante la Solenne Processione del 3 Maggio 2011.

Gentili lettori, buonasera.
Mi permetto di segnalarvi il programma dei festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso di Monreale, 386° edizione, anno 2012.


Cordiali saluti.
Francesco Toscano.

mercoledì 29 febbraio 2012

Alla scoperta di Caccamo (Pa).

Il castello di Caccamo (Pa) - (Fonte: dalla rete)
29 Febbraio 2012.


Sono incerte le origini e la storia del paese di Caccamo, in provincia di Palermo, dato che pochissimi sono i documenti storici a cui attingere per le informazioni sulle sue origini. Si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi, rifugiatisi nel paese dopo che Himera (nelle vicinanze dell'attuale Termini Imerese) era stata distrutta da Gelonetiranno di Siracusa. Ma sono state trovate anche successive tracce bizantine e, inoltre, alcuni nomi di quartieri e di contrade fanno presupporre la presenza di un nucleo saraceno (lo stesso toponimo Caccamo potrebbe essere d'origine araba). In seguito, nel 1094, Caccamo fu affidata ai Normanni, concessa in feudo a Goffredo de Sageyo. Il paese è una borgata medievale dominata dal suo Castello in alto su una collina nella parte più antica del paese. A Caccamo nacque l'architetto e pittore manierista Nicasio Azzarello (Contino & Mantia, 1998), discepolo e genero dell'architetto, pittore e cartografo palermitano Antonino Spatafora, cognato dell'architetto e pittore termitano Vincenzo La Barbera. L'Azzarello lavorò, in qualità di architetto ai Quattro Canti (Ottagono di Piazza Villena) di Palermo. Unico suo dipinto noto, come hanno recentemente documentato Contino & Mantia (2001), è l'Annunciazione della chiesa del Carmelo di Termini Imerese, realizzata assieme al discepolo, il termitano Francesco La Quaraisima. 
Oltre al Castello che domina l’intero paese e che merita certamente una visita, Caccamo è ricca di meravigliose chiese. Vi proponiamo qui una breve guida studiata dall’amministrazione comunale. L’itinarario non può che iniziare dal Duomo, dedicato a San Giorgio. Fondato dai Normanni nel 1090, ampliato nel 1614, custodisce preziose opere d’arte: il blocco marmoreo del fonte battesimale datato 1466, della scuola del Gagini; cosi come il ciborio della cappella del SS. Sacramento del XV secolo; la tavola di Simone De Wobrek, raffigurante la caduta di Gesù sotto la croce del XVI secolo; le tele dei cinque sensi di scuola fiamminga e la grande tela raffigurante il miracolo di San Isidoro Agricola del 1641. All’interno della sagrestia si possono inoltre ammirare bassorilievi, dipinti, statue, messali, manoscritti, paramenti sacri ricamati in oro, calici, ostensori. Non lontano da Piazza Duomo, troviamo la chiesa dell’Annunziata. Fondata intorno al 1200, presenta agli esterni interessanti elementi barocchi. L’interno è suddiviso in tre navate ed impreziosito da opere d’arte come la tela raffigurante l’Annunciazione di Guglielmo Borremans, e alcuni stucchi di Bartolomeo Sanseverino. Poco distante troviamo la chiesa di San Benedetto alla Badia. Fondata nel 1615 dalle suore benedettine, l’interno presenta un grande pavimento in maiolica di Nicolò Sarzana, una splendida cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, una grandissima quantità di stucchi attribuiti alla scuola del Serpotta ed inoltre marmi policromi, affreschi sulla volta e le tele degli altari laterali. La piazza del Duomo è circondata da altri splendidi monumenti barocchi: la chiesa dell’Oratorio, il palazzo del Monte di Pietà, la chiesa delle anime sante del Purgatorio. Questo complesso monumentale costituisce uno dei più eleganti ambienti architettonici di Caccamo, scenario suggestivo utilizzato come cornice ad importanti spettacoli all’aperto e manifestazioni culturali. Fra gli edifici religiosi di interesse artistico che consigliamo di visitare, ricordiamo: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che custodisce una preziosa “Madonna col Bambino”, capolavoro del Gagini, ed i resti mortali del Beato Giovanni Liccio, patrono e protettore della città di Caccamo e la chiesa con annesso convento dei Cappuccini, con il suo imponente altare maggiore ligneo di stile dorico e corinzio. 
Laboriosa e piena era la vita dei cittadini che vivevano al di fuori delle mura del castello. Lì, al riparo di arcieri e ponti levatoi, nascevano tradizioni e riti che, secoli dopo secoli, sono arrivati sino ai giorni nostri. Alcuni di questi si tengono ancora all’ombra di mura medioevali che, seppur spogliate di cavalieri con arco e frecce, conservano il loro fascino quasi intatto. È il caso di Caccamo, centro collinare in provincia di Palermo, in cui ogni anno si rinnova un rito dedicato a San Giuseppe. La festa del santo, come è noto, ricorre il 19 di marzo ma in questo paese, ricco di chiese e bei palazzi, tutto ha inizio domenica 4 marzo. Sono due le manifestazioni, strettamente collegate, per cui vale la pena pensare di organizzare un visita. La prima è "a retina", che consiste in una raccolta porta a porta di frumento in onore del santo. Dalle otto del mattino, dalla zona del Carmine, cavalli bardati a festa, passeranno per tutte le vie del paese. Porta dopo porta, i cittadini avranno da offrire grano dal quale nascerà il pane in onore del famoso falegname. La passeggiata tra le vie cittadine terminerà infatti nel vecchio mulino del paese, luogo in cui sarà effettuata la molitura necessaria alla preparazione del pane del 19 marzo. Il secondo evento da segnalare è "a scalunata". In questo caso protagonista è la chiesa della SS. Annunziata, la cui scalinata, dall’altare all’abside, si ricopre di candele. I ceri terminano il loro virtuale percorso davanti al simulacro ligneo di Gaspare Serpotta, del XVII secolo. E, per la prima volta, una terza manifestazione arricchisce la giornata del 4 marzo: dalle 9 del mattino, in piazza Marconi, è l’ora della “Sfinciata”, appuntamento da non perdere per gli amanti delle prelibatezze culinarie. Per informazioni: 091.8103111.


Fonte: 


domenica 29 gennaio 2012

LE TRADIZIONI E IL CULTO DI SAN SEBASTIANO: DOVE ANDARE.

San Sebastiano in un dipinto di Marco Palmezzano, (Museo di Belle Arti, Budapest)


29 Gennaio 2012.

Correva l’anno 1575 quando la Sicilia venne colpita da una terribile epidemia di peste che mieteva vittime in maniera indiscriminata; fu allora che il culto di San Sebastiano crebbe tra il popolo, invocato solennemente affinché intervenisse a placare l’evento nefasto. 
Ancora oggi imperituro rimane il suo culto nell'isola tanto che, in alcune località, viene festeggiato due volte l’anno: è il caso di Melilli, nel Siracusano, dove ogni 20 gennaio e ogni 4 maggio ricorrono i giorni a lui dedicati. Scopriamo il perché di tanta devozione. San Sebastiano, santo martirizzato ai tempi dell’imperatore Diocleziano, era già conosciuto, secondo la storia testimoniata da un documento custodito nella Basilica di Melilli , dal 1414 anno in cui una sua statua venne rinvenuta presso l’isola Magnisi in provincia di Siracusa. All’interno del documento si leggeva anche la testimonianza di un gruppo di marinai salvatisi da un naufragio per sua intercessione; alla notizia del ritrovamento della statua accorsero centinaia di persone che, pur unendo le loro forze, non riuscirono a sollevare e spostare da lì il simulacro del santo. Solamente i cittadini di Melilli, giunti sul luogo il 1° maggio dello stesso anno, riuscirono a spostare la cassa che, entrata in paese, ridivenne pesante, segno che San Sebastiano avesse scelto quello come luogo per risiedere definitivamente; e, come narra la storia, in quel momento avvenne la guarigione improvvisa di un lebbroso. Da allora ogni 4 maggio (la festa è stata spostata a questa data dopo l’introduzione della Festa del Lavoro) alle 4 del mattino il santo viene festeggiato solennemente con l’apertura del santuario ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo; i più devoti giungono invocando una grazia con queste parole: “semu vinuti di tantu luntanu, Primu Diu e Sammastianu! E chiamamulu ca n’ajuta”. Caratteristico, in questi giorni di festa, è l’arrivo dei “nuri” di Melilli e di Solarino ovvero di devoti che in passato arrivavano quasi nudi e con mazzi di fiori, oggi invece indossano vestiti bianchi e una fascia rossa in vita, camminando scalzi per chilometri prima di giungere a destinazione, offrendo torce e ceri votivi e testimoniando le grazie già ricevute. San Sebastiano è  particolarmente venerato anche ad Acireale poiché gli Acesi, durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto la minaccia di un bombardamento lo invocarono ottenendo la salvezza; da allora è patrono, assieme a Santa Venera, della città. Anche la città di Palazzolo Acreide lo ha scelto come santo patrono e lo venera particolarmente tanto che la festa a lui dedicata ogni anno è stata iscritta nel registro dell’ Eredità Immateriali di Interesse Locale (Reil) secondo i principi stabiliti dall’Unesco. San Sebastiano è considerato patrono degli arcieri e archibugieri, tappezzieri, fabbricanti di aghi e di quanti altri abbiano a che fare con oggetti a punta simili alle frecce, date le sue rappresentazioni iconografiche che lo vedono trafitto da frecce in punto di orte, per ordine dell’imperatore Diocleziano, reo di aver diffuso il cristianesimo tra i funzionari e i militari della legione di stanza a Roma, di cui lui faceva parte come comandante. L’ultima domenica di gennaio, gli abitanti di Santa Venerina, nel Catanese, continuano i festeggiamenti in onore di San Sebastiano. Dopo la festa liturgica in chiesa, che si è celebrata il 20 gennaio scorso, la mattina di domenica 29 gennaio, il simulacro del santo sarà svelato tra le grida di giubilo dei fedeli e verrà trasportato sull’altare maggiore della settecentesca Chiesa Madre dedicata a Santa Venera, addobbata a festa per l’evento. Info: 095 7001149.

Fonte:
  1. http://siciliaweekend.info/

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La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.