Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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giovedì 11 novembre 2010

La storia del Palermo calcio, dal 2002 al 22-03-2008.


Nell'estate 2002, dopo aver raggiunto una tranquilla salvezza in Serie B, Sensi vendette il Palermo a Maurizio Zamparini per 15 milioni di euro. L'ex proprietario del Venezia comprò numerosi giocatori inclusi alcuni che avevano giocato nel suo vecchio club (il Venezia) come Mario Santana, Kewullay Conteh, Stefano Morrone e Arturo Di Napoli. La stagione 2002/03 fu la prima dell'era Zamparini: il club fu inizialmente allenato da Ezio Glerean che venne però esonerato in seguito alla sconfitta per 4-2 contro l'Ancona, e sostituito da Daniele Arrigoni che venne a sua volta esonerato. Fu chiamato ad allenare la squadra Nedo Sonetti che però non riuscì a centrare la promozione in A perdendo all'ultima giornata per 3-0 in trasferta lo scontro diretto contro il Lecce. Il Palermo terminò il campionato al quinto posto e Sonetti fu sostituito dall'ex allenatore dell'Empoli Silvio Baldini per la stagione 2003-04. Zamparini era ambizioso e rinforzò la squadra comprando buoni giocatori come Luca Toni, Lamberto Zauli e Eugenio Corini e le giovani promesse Simone Pepe, Andrea Gasbarroni e Christian Terlizzi. Tuttavia Baldini fu esonerato nel gennaio 2004, dopo una inaspettata sconfitta casalinga contro la Salernitana. Il Palermo, allora terzo in campionato e rinforzato dagli acquisti di Fabio Grosso, Antonio, Emanuele Filippini e Jeda, sostituì Baldini con Francesco Guidolin. I rosanero terminarono la stagione al primo posto venendo promossi in Serie A dopo 31 anni. Grandi protagonisti furono tra tutti Luca Toni (capocannoniere del torneo con 30 reti) ed Eugenio Corini, in una squadra forte che annoverava anche alcuni palermitani, tra cui il "picciotto" Gaetano Vasari e Pietro Accardi. Vasari, all'ultima giornata di campionato, si rese protagonista dell'ultima rete del Palermo in serie cadetta; nonostante il goal fosse ininfluente per il risultato, l'intero stadio esultò e il giocatore si commosse.

Gli anni d'oro del Palermo. Stagione 2004/2005


In vista della stagione 2004-05 Zamparini rinforzò ulteriormente la squadra allestendo un organico di prim'ordine, composto da giocatori di fama e calibro già approdati in nazionale e da giovani promettenti come Andrea Barzagli e Christian Zaccardo, anch'essi in seguito approdati in nazionale. Grazie a questo organico la squadra nel campionato di Serie A 2004-05 si classificò 6° e si qualificò per la prima volta nella sua storia in Coppa Uefa. Quella stagione della Unione Sportiva Città di Palermo fu sicuramente delle più esaltanti, raramente si è vista una matricola approdare in Uefa, e rischiò addirittura di finire in Champions League, sogno sfumato dopo una contestata sconfitta con la Sampdoria, maturata nel recupero per un rigore segnato da Flachi ed assegnato dall'arbitro per un fallo di mani del tutto involontario del difensore Fabio Grosso.

Stagione 2005/2006

La stagione successiva vede l'addio del tecnico Guidolin e l'arrivo al suo posto di Luigi Del Neri. Il mercato estivo fu caratterizzato soprattutto dalla dolorosa partenza del centravanti Luca Toni, giudicato ormai in parabola discendente e ceduto alla Fiorentina per 10 milioni di euro, malgrado il presidente Zamparini avesse dichiarato che "Toni a meno di 15 milioni di euro non lo vendo". Nella stagione successiva, in maglia viola, Toni smentì questo frettoloso giudizio, dimostrando di essere nel pieno della maturità, mettendo a segno 31 reti, conquistando il trofeo "Scarpa d'Oro", e arrivando al Mondiale di Germania 2006 con la maglia da titolare sulle spalle Il team iniziò bene la nuova stagione battendo per 3-2 l'Inter e superando il primo turno di Coppa UEFA, con la doppia vittoria sull'Anorthosis Famagusta FC (2-1 e 4-0 a Cipro). Il Palermo vinse in seguito la fase a gironi in cui affrontò l'RCD Espanyol, il Lokomotiv Mosca, il Maccabi Petah Tikva ed il Brøndby IF, qualificandosi così ai sedicesimi di finale. Nonostante le ottime prestazioni in Coppa UEFA il Palermo non riuscì a fare altrettanto bene in campionato; Del Neri venne di conseguenza esonerato nel gennaio 2006 in seguito alla sconfitta casalinga contro il Siena per 2-1 e venne sostituito da Giuseppe Papadopulo. Papadopulo debuttò con una sensazionale vittoria per 3-0 contro il Milan nel match di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia permettendo al Palermo di qualificarsi alle semifinali per la terza volta nella sua storia; i rosanero furono poi eliminati dalla competizione in semifinale dalla AS Roma, nel corso di una partita di ritorno sfortunata e condizionata negativamente dall'arbitraggio. Il Palermo, dopo aver sconfitto ai sedicesimi i temibili cechi dello SK Slavia Praha, fu eliminato anche in Coppa UEFA agli ottavi dallo FC Schalke 04 (1-0 all'andata per i rosanero; 0-3 per i tedeschi in Germania al ritorno, al termine di una partita messasi male per il calcio di rigore dello 0-1 assegnato a fine primo tempo per fallo di mani del capitano Eugenio Corini, pure espulso). La stagione terminò, comunque, con un insperato ottavo posto, che garantì la presenza all'Intertoto. Ma le conseguenze dello scandalo Calciopoli fecero sì che il Palermo si qualificasse per la seconda volta consecutiva in Coppa UEFA, terminando il torneo ufficialmente al quinto posto e sfiorando la storica qualificazione in Champions League, cui invece pervenne il Chievo Verona: la società rosanero, in effetti, dopo una prima sentenza della giustizia sportiva, si era ritrovata ammessa nella più prestigiosa Coppa europea di calcio. Successivamente, una criticata sentenza di secondo grado riammise il Milan (coinvolto nello scandalo e pertanto pesantemente sanzionato in primo grado) alla Champions League, beffando proprio il Palermo (peraltro, poi, quella edizione della Champions League sarebbe stata vinta giusto dalla società milanese).

Stagione 2006/2007

In vista della stagione 2006-07 il Palermo acquistò, tra gli altri, Aimo Diana, Mark Bresciano, Fábio Simplício e, soprattutto, l'attaccante Amaurì ma vendette il neo-Campione del mondo Fabio Grosso all'Inter. Il Palermo iniziò benissimo il campionato ottenendo risultati di prestigio, come la vittoria per 2-1 sul campo della Lazio, e per 5-3 nel derby casalingo con il Catania, e dopo appena 3 giornate il Palermo andò per la prima volta da sola in testa alla classifica della Serie A a punteggio pieno. Alla settima giornata, nella partita contro il Milan, quest'ultima sembrava la favorita per la vittoria della gara, ma i rosanero batterono i rossoneri 2-0 a San Siro, rimanendo così in testa alla classifica (insieme all'Inter) e ancora in corsa per lo Scudetto.
La nona giornata vide protagonista la compagine rosanero, che sconfisse la Fiorentina al Franchi trascinata da un assist e una doppietta dell'attaccante Amaurì, mantenendo il primato in classifica. Alla decima giornata la squadra siciliana affrontò la Sampdoria e vinse per 2-0 grazie ai goal di Corini e del difensore Zaccardo, Guidolin con la vittoria sulla Sampdoria raggiunse quota 200 vittorie nei campionati italiani. Barzagli con la partita con la Sampdoria raggiunse 100 partite in rosanero. Grazie alla vittoria per 3-0 contro il Torino all'undicesima giornata il Palermo stabilì la sua miglior striscia di vittorie consecutive in serie A: 5. Giovanni Tedesco giocando la partita Palermo-Torino arrivò a quota 200 gare in serie A, con questa vittoria mantenne ancora il primo posto assieme all'Inter, permanendovi fino al 18 novembre 2006, giorno in cui, perdendo in trasferta contro il Cagliari, nel corso di una gara molto sfortunata, fu superato in classifica dall'Inter. Nella giornata successiva i rosanero persero lo scontro con l'Inter per 1-2 e vennero scavalcati, al secondo posto, anche dalla Roma, due punti più sopra. Il Palermo chiuse il girone di ritorno al terzo posto pareggiando in seguito con il Parma ed il Siena, perdendo contro la Roma, e vincendo contro Ascoli, Livorno, e Udinese. I rosanero iniziarono bene anche in Coppa UEFA, eliminando i pericolosi londinesi del West Ham United al primo turno. Tuttavia il Palermo venne eliminato nella fase a gironi, finendo penultimo nel girone con Celta de Vigo, Eintracht, Fenerbahçe SK e Newcastle United F.C., nonostante la vittoria al primo turno sul campo dei tedeschi di Francoforte sul Meno. In seguito ai gravi incidenti avvenuti, ad opera di tifosi-teppisti del Catania, il 2 febbraio 2007 durante ed al termine della partita Catania-Palermo, terminata 1-2, durante i quali morì l'Ispettore Capo della P.S. Filippo Raciti, tutte le competizioni organizzate sotto l'egida della FIGC (dalla serie A alle categorie giovanili) furono sospese "fino a nuova determinazione" (Comunicato Ufficiale FIGC n° 63 del 2/2/2007). Ripreso il campionato, complice l'infortunio (rottura dei legamenti crociati, contro il Siena, avvenuto nel dicembre precedente) dell'unico fuoriclasse della squadra, l'attaccante Amauri, per il Palermo iniziò una crisi di gioco e di risultati: la squadra, allora terza, procedette a passo di retrocessione, con conseguente erosione del vantaggio accumulato e accantonamento delle speranze di qualificazione alla Champions League, troppo presto data per acquisita (a fine girone di andata erano 15 i punti di vantaggio sulla quinta). La squadra siciliana, così, fu superata in classifica da Lazio e Milan, finendo al quinto posto. Il Presidente Maurizio Zamparini esonerò l'allenatore Francesco Guidolin il 23 aprile 2007 dopo averlo definito "cacasotto" in seguito alla sconfitta casalinga per 3-4 contro il Parma, allora terzultimo (e poi salvatosi, anche grazie a quel successo). Vennero assunti al suo posto gli allenatori Renzo Gobbo e Rosario Pergolizzi che debuttarono con una vittoria per 2-1 in trasferta contro il Livorno, vittoria che mancava da 11 giornate, ma persero due partite consecutive, inclusa quella per 3-2 contro l'Ascoli ultimo e gia retrocesso, che fecero scendere i rosanero al settimo posto e convinsero Zamparini a richiamare Guidolin sulla panchina rosanero.Grazie a due vittorie nelle ultime due giornate contro il Siena e l'Udinese Calcio, il Palermo terminò la stagione al quinto posto qualificandosi alla Coppa Uefa 2008 per la terza volta consecutiva e conquistando il record dei punti ottenuti in Serie A (56). Il ritorno di Guidolin comunqe durò solo fino alla fine del campionato.


Il 31 maggio 2007 il Presidente del Palermo Maurizio Zamparini assume come allenatore Stefano Colantuono per la stagione 2007 – 08. Furono comprati il centrocampista Giulio Migliaccio dall'Atalanta ed il portiere Samir Ujkani dall' Anderlecht. Contemporaneamente il capitano Eugenio Corini lascia la squadra.Furono ingaggiati anche Boško Jankovic e Fabrizio Miccoli,che prese il posto di David Di Michele, ceduto al Torino, mentre il contestato centravanti Andrea Caracciolo fu trasferito in comproprietà alla Sampdoria.

La nuova squadra rosanero 2007-2008



La squadra esordisce (prima giornata) a fine agosto 2007, perdendo in casa 0-2 dalla Roma. La seconda giornata a Livorno i rosanero si riscattano vincendo per 4-2, dopo un parziale primo tempo di 4-0, grazie ai goal di Fabrizio Miccoli (doppietta), di Amauri e, il primo, del palermitano Leandro Rinaudo. La terza giornata, in casa contro il Torino finisce in parità, 1 a 1, goal del Palermo di Fabio Simplicio e pareggio nel secondo tempo di Alvaro Recoba. Quarta giornata a Cagliari, il Palermo torna alla vittoria (1 a 0) con goal di Cristian Zaccardo. La quinta giornata arriva la seconda vittoria consecutiva del Palermo, contro i campioni d'Europa del Milan: al goal di Seedorf rispondono Diana e al 93' MIccoli, su punizione.
Al Barbera i giallorossi partono fortissimo e chiudono il Palermo nella sua area, fino al vantaggio firmato da Mexes al 3'. La reazione siciliana è affidata ad un Miccoli più volonteroso che concreto e il cui dialogo con Amauri è tutto da perfezionare. Il possesso palla della Roma, lungi dall'essere sterile, libera al 27', ai trenta metri Aquilani, che non ci pensa troppo e sfodera un destro preciso nel calcio quanto potente nel centrare l'angolino alla sinistra dell'incolpevole Fontana. E' il 2-0 che punisce un Palermo volitivo ma confuso.

Il Palermo vince a Livorno in una partita incredibile con il punteggio di 4-2. Gli ospiti trovano 4 reti nel primo tempo con Rinaudo, Miccoli (doppietta) e Amauri. Nella ripresa reazione tardiva dei toscani: accorciano Rossini e Grandoni.

Giusto pareggio per 1-1 al "Barbera tra Palermo e Torino, due squadre ricche di tecnica che hanno tutti i numeri per essere protagoniste della parte alta della classifica. All'iniziale rete di Simplicio, risponde Alvaro Recoba firmando un gol davvero bello con il contributo di Rosina. Complessivamente meno brillante il Palermo, rispetto a un Torino che ha provato anche a far sua l'intera posta. Solo applausi per Eugenio Corini da parte del suo ex pubblico che non lo ha dimenticato.

Brutta partita a Cagliari, con i padroni di casa quasi mai pericolosi. Sottotono anche Miccoli e Amauri, gli unici applausi sono per il difensore Zaccardo che si conferma goleador. Per Colantuono due successi in quattro giorni, Giampaolo non festeggia il rinnovo del contratto.



Splendida vittoria per il Palermo, che al ‘Barbera’ supera il Milan in rimonta con il risultato di 2-1, frutto delle reti di Seedorf nel primo tempo e di Diana e Miccoli nella ripresa. La tensione delle grandi sfide a volte può condizionare e trasformare la concentrazione in empasse infruttuoso. L’undici di Colantuono paga “l’effetto Milan” per un abbondante quarto d’ora che costa anche lo svantaggio. La squadra di Ancelotti, infatti, al 10’ capitalizza una bella azione cominciata da Seedorf, proseguita da Gilardino e Kakà e conclusa dallo stesso olandese che, a tu per tu con Fontana in area, insacca con un preciso pallonetto. Il Palermo prova una timida reazione al 20’ con Cassani, che impegna Kalac dal limite, e Bresciano, che sulla respinta dell’estremo rossonero non riesce a ribadire in rete, ma è il Milan a fare la partita: Al 21’ Gilardino, solo davanti a Fontana, sbaglia una facilissima occasione, al 24’ Kakà, lanciato sulla destra, prova a scavalcare l’estremo rosanero che non si fa sorprendere, mentre al 27’ Seedorf dal limite timbra la traversa con una bella conclusione a girare. I rosanero al 38’ sciupano la palla del pari con Miccoli che, dopo aver saltato Kalac in uscita sulla sinistra, non riesce a servire Amauri al centro dell’area, mentre al 42’ a sbagliare è Gilardino che, credendosi erroneamente in fuorigioco, lascia intervenire Fontana. Dopo non accade più nulla: si va al riposo con il Milan in vantaggio per 1-0. Nel secondo tempo scende in campo un Palermo più pimpante e volitivo, ma è sempre il Milan ad avere le migliori occasioni da gol, al 3’ con Seedorf che da posizione defilata costringe Fontana alla respinta e al 13’ con Kakà che dal limite sfiora la traversa. I rosanero provano ad agguantare il pari al 17’ con Amauri, che gira dal limite ma non centra la porta, e al 19’ con Simplicio che prova il rasoterra dalla destra e sfiora il palo, ma subito dopo è ancora il Milan a rendersi pericoloso: prima Pirlo conclude dal limite, Fontana tocca e la sfera sbatte sulla traversa e termina fuori, quindi sul conseguente corner Nesta devia di testa e Simplicio salva sulla linea, infine sugli sviluppi della stessa azione Seedorf prova la botta dal limite ma non centra la porta. Colantuono prova a dare nuova linfa ai suoi, inserendo Cavani e Jankovic al posto di Caserta e Bresciano, e al 22’ è proprio il serbo che, con una botta deviata in corner dalla difesa, infiamma il ‘Barbera’, mentre tre minuti dopo lo stesso numero 17 rosa deve salvare sulla linea l’ennesima conclusione di Kakà che aveva saltato Fontana. I rossoneri non riescono a chiudere la gara, così i padroni di casa finalmente ne approfittano e al 27’ raggiungono il pari grazie ad un illuminato lancio di Simplicio per Amauri, il brasiliano stoppa e si allarga a sinistra, quindi mette la palla in mezzo per l’accorrente Diana che infila Kalac in scivolata. Incassato il gol, gli ospiti provano subito a riportarsi in vantaggio, ma le due conclusioni dal limite di Seedorf e la punizione di Pirlo vengono bloccate da Fontana, mentre il colpo di testa di Nesta al 39’ termina sul fondo. I rosa ci provano fino all’ultimo, dando fondo alle ultime forze: al 43’ ci prova Miccoli con una punizione dal lato corto dell’area di rigore, ma Kalac blocca facilmente, quindi al 47’ Amauri cerca il gol da trenta metri, ma sfiora soltanto l’incrocio dei pali, e al 48’ succede l’impensabile: calcio di punizione dal vertice dell’area, Miccoli esce dal cilindro un gran destro che piega le mani a Kalac e si insacca, facendo impazzire di gioia il pubblico del ‘Barbera’. Farina concede un altro minuto di recupero, ma ormai il risultato resta invariato: finisce 2-1 per il Palermo, un risultato di prestigio per i ragazzi di Colantuono, che con questi tre punti salgono a quota 10, in terza posizione con Juventus e Napoli e ad una sola lunghezza dalle capolista Roma ed Inter.

Tratto dal sito: www.ilpalermocalcio.it


Ma la squadra gioca male e perde al sesto turno nettamente contro l'Empoli in trasferta (1-3, dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio con un goal di Edinson Cavani).

Successivamente il Palermo si fa eliminare in casa, al primo turno di Coppa Uefa, dai modesti cechi del Mlada Boleslav, ai rigori, dopo aver vinto in trasferta la gara di andata per 1-0 (goal di Bosko Jankovic).


Stefano Colantuono viene contestato da Maurizio Zamparini ed anche i tifosi non gradiscono affatto l'eliminazione dal torneo europeo. Settima giornata incontro in casa con la Reggina. Si attende una prova di carattere che arriva parzialmente col pareggio in extremis di Amauri al 94', che risponde alla rete di Nicola Amoruso tre minuti prima. Da sottolineare la prova convincente di Jankovic, il migliore dei rosanero. Partita tosta decisa dagli episodi dove il palo non regala la gioia del goal ad Amauri.

IL RITORNO ALLA VITTORIA

Il Palermo batte 2-1 il Napoli nell'anticipo della 12/ma giornata di A. Ospiti in vantaggio con Bogliacino, siciliani in gol con Tedesco. Partita emozionante e squadre che si affrontano a viso aperto. Nel primo tempo il Palermo colpisce due pali, mentre il Napoli sfiora il gol con Lavezzi. Nella ripresa il vantaggio di Bogliacino al 54', ma Giovanni Tedesco prima pareggia con un tiro da fuori al 57' poi sigla il definitivo 2-1 al 66'. In classifica Palermo sale a 18; Napoli fermo a 15.

L'amara sconfitta di Torino contro la Juventus e l'addio di Colantuono
Micidiale Juve, 5-0 al Palermo

Trezeguet e Iaquinta sbloccano la partita, entra Del Piero e si scatena con due gol. Alla squadra di Ranieri basta alzare i ritmi nella ripresa per dominare.

La sconfitta di Catania

Amara sconfitta dei rosanero anche a Catania.

Il ritorno alla vittoria contro i viola

Il Palermo torna a vincere contro la Fiorentina, convincendo critica e pubblico.

La vittoria esterna a Bergamo contro l'Atalanta
Vittoria fuori casa dei rosanero contro l'Atalanta.

Il pareggio casalingo contro la Lazio

Pareggio in casa dei rosanero contro la Lazio dopo aver concluso il primo tempo in vantaggio per 2 a 0 sui biancocelesti.

La sconfitta di Marassi contro la Sampdoria dopo le vacanze Natalizie

Pesante sconfitta dei rosanero sul campo di Marassi con la Sampdoria dopo la pausa Natalizia.Il Palermo inizia il 2008 nel peggiore dei modi, ovvero con una pesante sconfitta per 3-0, reti di Bellucci, Sammarco e Cassano, rimediata a Genoa contro la Sampdoria dello straripante Antonio Cassano. La formazione del Palermo è quella ampiamente annunciata con il ritorno a tempo di record di Alberto Fontana che rientra dopo nemmeno un mese dall’operazione al ginocchio, per il resto tutto confermato con in avanti il trio delle meraviglia Amauri-Cavani-Miccoli.

La sconfitta con il Siena del 20.01.2008

20/01/2008: I toscani del Siena passano 3-2 al Barbera sul Palermo dopo una partita ricca di colpi di scena. Rosanero avanti con Amauri, ma superati dall'uno-due firmato Locatelli-Maccarone. Nella ripresa pari di Miccoli su rigore (dopo che lo stesso attaccante ne aveva sbagliato uno), poi gol decisivo di Loria.

La vittoria al Barbera contro il Livorno del 02/02/2008
02/02/2008: Il portiere Fontata para un rigore a Tavano allo scadere del primo tempo, il bomber Fabrizio Miccoli regala la vittoria ai rosanero con un tiro da fuori area nella ripresa. Ottimo l'esordio di Balzaretti, subito padrone della fascia sinistra. Livorno troppo rinunciatario.

La sconfitta all'Olimpico di Torino contro il Toro del 10/02/2008 e la gioia degli ex rosanero

10/02/2008: Aimo Diana e l'attaccante Di Michele (doppietta) replicano al vantaggio di Amauri. Partita tesa e combattuta, espulsi Novellino per proteste e l'attaccante brasiliano di Guidolin per doppia ammonizione. E' stata la partita decisa dagli ex.

Il ritorno alla vittoria contro il Cagliari del 17/02/2008

17/02/2008: Senza Amauri e Miccoli, successo dei rosanero grazie all'uruguaiano Cavanni e Jankovic. Ma il protagonista del match è il portiere 41enne Fontana, decisivo in almeno tre occasioni, l'ultima a tempo scaduto sul colpo di testa di Acquafresca.

La sconfitta a San Siro contro il Milan del 24/02/2008

24/02/2008: Inzaghi al 46' della ripresa regala ai rossoneri un successo ormai insperato: il 2-1 finale sul Palermo consente alla squadra di Ancelotti di raggiungere la Fiorentina. Nel primo tempo botta-risposta fra Bresciano (9') e Ambrosini (24').

Il pareggio contro la Reggina del 02/03/2008

02/03/2008: Vista la poca convinzione dei rosanero, che non hanno ancora le idee chiare sui loro obiettivi, sono gli amaranto a dover fare la partita. Ma gli uomini di Ulivieri fanno solo il solletico ad Agliardi (0-0).

Il pareggio contro l'Udinese del 08/03/2008

08/03/2008: I padroni di casa si portano in vantaggio con Simplicio al 32' del primo tempo, l'Udinese pareggia al 19' della ripresa con Felipe: 1-1. Buona gara di Amauri, l'ingresso di Jankovic cambia il volto al match, Handanovic salva i friulani nel finale.

Inter vs Palermo 16-03-2008


L'Inter risponde prontamente alla Roma, battendo il Palermo per 2-1. I nerazzurri passano subito in vantaggio grazie ad una rete di Vieira, poi il Palermo trova il pareggio nell'unica occasione da gol creata, grazie ad uno sfortunato autogol di Materazzi; ci pensa Jimenez a ristabilire le distanze sul finire di primo tempo con un destro potente su suggerimento di Maicon.

Parma vs Palermo 19-03-2008 


Il Palermo torna dalla trasferta contro il Parma con una sconfitta, 2-1 con doppietta di Budan e rete di Cavani, pesante per il morale e che allontana forse definitivamente la zona Uefa. Guidolin sostituisce lo squalificato Guana con Caserta, al centro della difesa rientra Barzagli e in avanti Jankovic prende il posto dell’infortunato Miccoli. La prima azione della gara è dei padroni di casa che al 2' provano la conclusione con Reginaldo che non trova lo specchio della porta, stessa cosa che accade all’8 a Migliaccio. Tre minuti più tardi Corradi prova a girare di testa concludendo a lato. Al 27’ potrebbe arrivare la svolta della gara perché i padroni di casa restano in dieci per l’espulsione di Mariga protagonista di due brutti falli su Migliaccio. Ma dopo un primo periodo di smarrimento gli uomini di Cuper riescono a riorganizzarsi senza che il Palermo approfitti della superiorità tant’è che per vedere la prima vera conclusione nello specchio della porta bisogna attendere il 47’ quando Amauri riesce a girarsi concludendo però centralmente. Nella prima occasione del secondo tempo il Parma passa in vantaggio. Barzagli ferma irregolarmente Reginaldo rimediando un cartellino giallo e sulla conseguente punizione Budan inchioda il centrale rosanero non lasciando scampo a Fontana. Guidolin getta quindi nella mischia Cavani e Bresciano per Caserta e Cassani. Al 19’ Bresciano pareggia ma il gol viene annullato per un fuorigioco molto dubbio, appuntamento solamente rinviato di quattro minuti quando Simplicio scambia con Cavani che si presenta davanti a Bucci e sigla il pari. Il Parma replica con un diagonale di Corradi che termina a lato. Al 25’ le squadre tornano in parità numerica con Barzagli che blocca con due mani il pallone rimediando il secondo giallo. Arriva così il turno di Biava che entra al posto di Jankovic mentre Cuper sostituisce lo scatenato Reginaldo con Dessena che al 37’ impegna Fontana con una conclusione forte ma centrale dai trenta metri. Quando la gara sembra ormai avviata sul pareggio a meno di un minuto dal termine il direttore di gara assegna un calcio di rigore per un presunto fallo di Migliaccio che permette a Budan di presentarsi sul dischetto e battere imparabilmente Fontana. Il Parma conquista così tre punti fondamentali in chiave salvezza mentre il Palermo colleziona ancora una delusione. Tratto dal sito www.ilpalermocalcio.it

Palermo vs Genoa 22-03-2008


Terza sconfitta consecutiva per il Palermo, che capitola in casa contro il Genoa, vittorioso con il risultato di 3-2, frutto delle reti di Amauri su rigore, Figueroa, Milanetto, Konko e ancora Amauri. Un destino in 90 minuti. Il Palermo arriva alla vigilia di Pasqua nel momento più delicato della stagione con una partita, quella contro il Genoa, crocevia fondamentale per squadra e tecnico. E la gara, che sa di battaglia sul filo dei nervi, si gioca in un ‘Barbera’ diviso tra la diffidenza e la passione. Giocare senza paura l’imperativo da seguire, vincere l’obiettivo da raggiungere in una gara dai punti pesantissimi. E l’importanza della partita contro il Genoa si concretizza in un blocco tattico nei primi minuti del match. L’undici di Guidolin parte un po’ contratto, lasciando le prime iniziative ai rossoblu, che si rendono pericolosi al 4’ con un corner di Leon e al 7’ con una conclusione ravvicinata di Sculli, entrambi netutralizzati da Fontana. Dopo una fase di studio, nel quale le due squadre lottano a centrocampo senza mai affondare il colpo, è il Palermo a farsi avanti con una girata dal limite di Amauri su cross da destra di Zaccardo, che termina fuori misura. Al 22’ arriva la svolta della gara: Cavani scappa sulla destra ed entra in area, Santos in ritardo lo stende e Tagliavento assegna il rigore per il Palermo. Sul dischetto si porta Amauri, che batte Scarpi con un preciso rasoterra e va, insieme ai compagni, ad abbracciare Guidolin. Acquisito il vantaggio, si pensa che i padroni di casa possano giocare con più scioltezza, ma vengono penalizzati dall’infortunio di Cavani, che dopo essersi fatto male nell’azione del calcio di rigore è costretto ad abbandonare il campo sostituito da Jankovic, e dall’immediata reazione del Genoa che, dopo appena cinque minuti, conquista il pari: Leon salta Zaccardo e parte in contropiede, quindi serve sulla destra Figueroa che di sinistro tira a girare, la palla sbatte sul palo e si insacca. Con le squadre di nuovo in parità, il ritmo cala e si registrano solo due occasioni importanti: una botta su punizione di Jankovic da quaranta metri al 35’, alla quale Scarpi si oppone con i pugni, e una conclusione ravvicinata di Figueroa al 47’ che Fontana respinge. La prima frazione di gioco si chiude quindi sul risultato di 1-1. Nella ripresa sembra entrare in campo un Palermo ben più voglioso e determinato rispetto alla prima frazione di gioco e le conseguenze di vedono già al 2’, quando Scarpi deve bloccare una conclusione dal limite di Bresciano, quindi al 4’, quando l’estremo rossoblu deve allungare in corner una tiro di Guana dal limite, deviato nel mucchio. Ma l’euforia dei rosa dura poco, perché al primo affondo gli ospiti si portano in vantaggio con Milanetto che, solo al centro dell’area piccola, deposita in rete un cross basso dalla sinistra di Figueroa. La gara si mette improvvisamente in salita per gli uomini di Guidolin che, inaspettatamente, sono costretti a rincorrere, ma non si perdono d’animo e provano in ogni modo a riagguantare il pari. Ci tentano Jankovic, che al 7’ timbra la traversa con un siluro al volo dal limite destro e al 14’ sfiora il palo con un diagonale dalla destra, e Bresciano, che impegna Scarpi con un rasoterra dal limite, ma poichè il destino è beffardo alla prima occasione gli ospiti siglano il tris: minuto 16, su un corner calciato dalla sinistra Konko salta più in alto di tutti e devia alle spalle di Fontana. Sotto di due gol, il Palermo perde entusisamo, condizionato anche dalla disapprovazione del pubblico del ‘Barbera’, ma tenta comunque una timida reazione facendosi vedere dalle parti di Scarpi al 25’ con una conclusione di Balzaretti che, dopo la respinta dall’estremo genoano, termina sulla testa di Zaccardo, il quale non riesce ad inquadrare la porta. I rosa si fanno ancora vedere in avanti al 32’ con Tedesco che, servito da Simplicio in rovesciata, manda alto di testa da pochi passi, e continuano a spingere nel vano tentativo di riaprire la gara, complice un Genoa che ormai sta tutto chiuso in difesa, pronto a ripartire in contropiede. Gli ultimi minuti di gioco vedono ancora il Palermo protagonista di qualche sterile sortita in attacco, anzi è il Genoa che, al 45’, sfiora la quarta marcatura con Rossi, il cui colpo di testa da distanza ravvicinata viene prodigiosamente respinto da Fontana, mentre, proprio allo scadere, arriva l’ormai tardiva rete del 2-3, siglata da Amauri che batte Scarpi con un bel tiro dal limite dell’area al termine di un’azione di contropiede. Finisce dunque 3-2 per il Genoa, un ko pesantissimo per i rosa, che rimangono inchiodati a quota 36 punti e restano da soli in dodicesima posizione in classifica.

Tratto dal sito www.ilpalermocalcio.it

L'Unione Sportiva Palermo e l'anno della rinascita.

11 Novembre 2010.

Nella stagione calcistica 1986/1987, il Palermo calcio non veniva ammesso alla Serie B per inadempienze finanziarie. La città per un lungo anno esce di scena dal calcio che conta e i palermitani sono costretti a recarsi nei campetti di periferia la Domenica per assistere ad una partita di calcio, calcio dilettantistico, dopo circa novant'anni di calcio disputato, a fase alterne, anche nella massima serie A, sfiorando per ben due volte la vittoria della Coppa Italia con il Bologna e con la Juventus. A fine stagione assume la denominazione di Città di Palermo e, per bacino d'utenza e storia calcistica,viene ammesso a partecipare al campionato di serie C2. Una cordata di imprenditori locali creano la nuova società nominando presidente il Sig. Salvino Lagumina dal 07 gennaio 1987 al 12 giugno 1989. Il Palermo disputa il campionato nel Girone D della Serie C/2. Conquita la promozione sul campo classificandosi primo nel suo girone.

Storia del Palermo calcio dal 1920 al 2007.

11 Novembre 2010.

 Nel 1920 la squadra con il nome di Unione Sportiva Palermo conquistò il primo titolo nella Coppa Federale Siciliana dove militavano anche le squadre di Catania e Messina. L'anno dopo partecipò per la prima volta al campionato di Prima Divisione (Serie A) e venne inserito nel campionato siciliano della lega sud. Lo vinse e si qualificò alla fase finale della lega Sud dove venne però eliminata al primo turno dall'Audace Taranto per 1-0. Nel 1924 vinse il campionato siciliano e si qualificò così alle semifinali interregionali della Lega Sud dove viene però eliminata. A seguito di una riforma dei campionati il Palermo venne ammesso nel 1926 in Prima Divisione (una sorta di Serie B), da dove però dovette ritirarsi a stagione iniziata per problemi finanziari. Nel 1929 il Palermo venne ammesso in I Divisione, l'equivalente della Serie C di oggi, per l'occasione venne creato un nuovo scudetto in stile futurista.
Fu promosso in Serie B l'anno successivo. Nella stagione 1930-31 sfiorò la promozione in A terminando il campionato al terzo posto a soli tre punti dal Bari. Nella stagione successiva il Palermo ottenne la promozione in A grazie anche ai 27 goal segnati dal suo bomber, Radice. Nello stesso anno venne inaugurato lo Stadio "La Favorita" di Palermo che allora si chiamava Stadio Littorio. 
La prima partita nel nuovo stadio venne disputata il 24 gennaio 1932 contro l'Atalanta; il Palermo vinse la partita per 5-1. Nel 1934-35 la squadra giocò un buon campionato classificandosi settima. La stagione successiva tuttavia venne retrocessa in B. 
In quegli anni in Serie B militavano tre squadre siciliane, il Palermo, il Messina e il Catania; fu in quegli anni che il Palermo giocò i primi derby contro il Calcio Catania. La prima partita ufficiale tra le due squadre in Coppa Italia si giocò a Catania nel 1935-36 e finì 1-0 per la squadra di casa. Il primo derby in campionato si disputò il 1 novembre 1936 allo Stadio Littorio, finì 1-1 e fu vista da solo otto tifosi del Catania; il Palermo vinse poi la gara di ritorno per 1-0. Nel 1940 la squadra venne esclusa dal campionato per inadempienze finanziarie; ricominciò dalla serie C in seguito alla fusione con la Juventina Palermo. 
Nel 1942 la squadra tornò in Serie B ma nella stagione successiva il presidente della società Beppe Agnello fu costretto a ritirare la squadra dal campionato in seguito all'invasione americana della Sicilia.

Il dopoguerra

Nella stagione 1947-48 il Palermo vinse il campionato di Serie B e ritornò così in Serie A; in quella squadra militavano giocatori come il Cecoslovacco Cestmír Vycpálek e gli italiani Conti, Di Bella e Pavesi. Il presidente del Palermo era il Principe Raimondo Lanza di Trabia. Il Palermo arrivò 11° in Serie A la stagione successiva a cui seguirono tre stagioni concluse a metà classifica. Nel 1953-54 venne retrocessa di nuovo in Serie B. Senza scoraggiarsi il Palermo cambiò molti membri della società incluso il presidente. Fu assunto un nuovo allenatore, Carlo Rigotti, insieme a 14 giocatori, inclusi Enzo Benedetti che fu il capitano della squadra dal 1955 al 1962.Grazie a un secondo posto in B nella stagione 1955 – 56 il Palermo tornò in Serie A. Palermo divenne negli anni successivi una sorta di squadra "yo-yo" che alternava promozioni in A a retrocessioni in B. Il campione del AC Milan Ettore Puricelli allenò la squadra in questo periodo e la star del River Plate Santiago Vernazza divenne l'idolo dei tifosi grazie a 51 goal in 115 partite. È tuttora oggi secondo nella classifica marcatori del Palermo.
Negli anni '60 militò nel Palermo il portiere Roberto Anzolin che poi venne ceduto alla Juventus con cui giocò oltre 200 partite.
Un altro buon giocatore che militò nel Palermo a quei tempi fu Giuseppe Furino. Negli anni '60 la società rosanero ebbe un buon rapporto con la Juventus che prestò ai rosanero Carlo Mattrel e Franco Causio. Nella stagione 1961 – 62 il Palermo disputò un ottimo campionato arrivando 8° in Serie A. Negli anni '60 il Palermo militò soprattutto in Serie B (dal 1963 al 1968) cambiando il nome in Società Sportiva Palermo nel 1967.

Gli anni '70

Il 4 maggio 1970 Renzo Barbera divenne il nuovo presidente del club; viene considerato da molti il miglior presidente del Palermo di sempre. Dopo il 1973 il Palermo militò in Serie B per un lungo periodo di tempo. Nonostante giocasse in B in quel periodo il Palermo sfiorò la vittoria della Coppa Italia nel 1974 e nel 1979; nel 1974 venne battuta a Roma in finale dal Bologna ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi sul risultato di 1-1, con rete del pareggio bolognese ottenuta nei minuti di recupero su rigore concesso magnanimamente dall'arbitro Gonella; nel 1979 perse la finale a Napoli per 2-1, dopo i tempi supplementari, battuta dalla Juventus che era riuscita a pareggiare sul finale di partita il goal di Chimenti. Nel 1977 la società rosanero cambiò il nome in Società Sportiva Calcio Palermo.

Gli anni '80

Il 7 marzo 1980 Barbera vendette il club al costruttore Gaspare Gambino, in seguito ad una penalizzazione di cinque punti legata allo scandalo Totonero che coinvolse il centrocampista del Palermo Guido Magherini che venne squalificato per 3 anni e mezzo. Nel 1984 il Palermo venne retrocesso in Serie C1 per la prima volta della sua storia ma ritornò in Serie B la stagione successiva. Al termine della stagione 1985 – 86 il Palermo fu radiato dalla FIGC per un debito di poco inferiore ai 500 milioni di vecchie lire. Dopo la radiazione il club scomparve per un anno e rinacque nel 1987. Per concessione della Federazione venne ammesso direttamente alla serie C2, invece di ripartire dalla categoria dell'Eccellenza come prevedevano le norme. Nel 1988 il Palermo tornò in C1.

Gli anni '90

Il Palermo tornò in Serie B solo nel 1991 ma l'anno dopo tornò in C1. Il Palermo vinse il campionato di Serie C1 nel 1993: in quella stagione in Serie C1 militavano numerose altre squadre siciliane come il Messina, il Catania, il Giarre, il Siracusa e l'Acireale, con l'Acireale che venne promosso in Serie B insieme al Palermo. I rosanero restarono in Serie B per quattro stagioni e nel 1994 ottennero una prestigiosa vittoria in trasferta per 1-0 contro il A.C. Milan nel secondo turno di Coppa Italia.

In quegli anni a causa delle ristrettezze finanziarie della società la squadra era composta da moltissimi ex primavera che riuscirono una stagione (1995/1996) a sfiorare la promozione in serie A. Tra i giovanissimi che militavano in quel Palermo ricordiamo: Gaetano Vasari e Giacomo Tedesco che da lì a poco passarono alla serie maggiore. A guidare questo gruppo era presente un capitano di lunga esperienza, Roberto Biffi. Nella stagione successiva il Palermo venne retrocesso in Serie C1. Nel 1997 il Palermo giocò uno dei suoi peggiori campionati, retrocedendo in Serie C2 dopo un drammatica e scioccante sconfitta nei play-out contro la Battipagliese (0-1 in trasferta, 0-0 in casa); tuttavia il Palermo venne ripescato in C1, in seguito all'esclusione, per problemi finanziari, dell'Ischia Isolaverde, un'altra squadra di Serie C1. E' in pratica, senza che nessuno lo sappia ancora, l'inizio della riscossa verso i massimi livelli del calcio italiano. Il presidente della AS Roma Franco Sensi comprò il club nel 2000 e nella stagione 2000-01, dopo una fuga solitaria che stava però per terminare prima del traguardo (con il cambio di allenatore a due giornate dalla fine, da Sonzogni a Sella), il Palermo vinse la Serie C1/B e venne promossa in Serie B.

Dal 2001 ad oggi


Nella stagione 2001/02, il Palermo disputa il campionato di Serie B classificandosi all' 11° posto in classifica con 48 punti. L'anno successivo, stagione 2002/03, il Palermo disputa il campionato di serie B, classificandosi al 5° posto in classifica con 58 punti. Ma questa volta 
c'è Maurizio Zamparini. Nella stagione 2003/04,il Palermo disputa il campionato di Serie B, classificandosi al 1° posto in campionato con 83 punti. Il Palermo vince il campionato di serie B e, dopo 32 anni, viene Promosso in serie A. 
Nella stagione 2004/05, in Serie A, si classifica al 6° posto con 53 punti. Il Palermo termina 6° in classifica questa magnifica stagione e per la prima volta nella sua storia si qualifica in Coppa Uefa. Nella stagione 2005/06, in Serie A, si classifica al 5° posto con 52 punti. Si qualifica nuovamente in Coppa Uefa. Nella stagione 2006/07, in Serie A, si classifica al 5° posto con 58 punti. Stabiliti i seguenti record della storia rosanero: 1) maggior numero di punti in un campionato di serie A: 58 ; 2)maggior numero di vittorie in un campionato di serie A: 16; 3)maggior numero di vittorie in trasferta in un campionato di serie A: 7 .



L'anno della Fondazione dell'Anglo Palermitan Athletic and Foot-Ball Club.

11 Novembre 2010.

Il 1° novembre 1900 il "Giornale di Sicilia" riporta la notizia della fondazione dell'Anglo Palermitan Athletic and Foot-Ball Club. Sul finire del XIX secolo e all'inizio del Novecento, Palermo vive un momento magico. Da città sovrana.

Gli anni che vanno dal 1890 al 1914 rappresentano il periodo più felice dell'era moderna. Nel 1892 lo scrittore francese Renè Bazin scrive: " Ha proprio l'aria di una capitale, di vecchia città sovrana, questa Palermo bianca, circondata di aranci e mandarini".

Palermo respira e vive l'eccitante atmosfera dell'Esposizione Nazionale, inizio dell'era industriale e meccanica.

In questo periodo nei salotti dei Florio, dei Lanza di Trabia, dei Mazzarino, dei Whitaker, si incontrano i rampolli delle prestigiose dinastie dei Rothschild, dei Morgan, dei Vanderbilt, dei Pierpoint e dei Rockefeller.

Un ruolo importante in città riveste l'intraprendente comunità britannica: gli Ingham, i Woodhouse, i Wood, arrivati nella seconda metà del Settecento ed inseritisi molto bene nell'ambiente palermitano. Queste famiglie rivoluzionano l'imprenditoria siciliana. Sulla loro scia si lanciano i Florio che, partendo da una piccola bottega di via Materassai, arrivano a costituire un impero economico fra i più solidi d'Europa.

Sarà proprio un Florio, Ignazio jr., a credere per primo nel binomio turismo e sport, che poi viene sviluppato dal fratello Vincenzo quando nel 1906 darà vita alla Targa Florio, destinata a diventare famosa in tutto il mondo. Sorgono ovunque circoli e club sportivi. Qualche anno più tardi, nel 1897, si registra il boom sportivo con l'inaugurazione dello " Sport Club" di via Mariano Stabile. Il Club, nato per iniziativa del principe Corrado Spadafora di Policastrelli, annovera patronesse come Donna Franca Florio, moglie di Ignazio jr. ed Eufrosina Whitaker, moglie di Joss, sportivo e animatore di serate mondane. I dandies palermitani dello "Sport Club" praticano l'ippica, la scherma, il golf, il canottaggio, il ciclismo e il lawn tennis.

Ignazio Majo Pagano

Lo "Sport Club" , nato per iniziativa del principe Corrado Spadafora di Policastrelli, oltre ad annoverare patronesse del calibro di Donna Franca Florio e Eufrosina Witaker, registra fra i suoi animatori il ventiduenne Ignazio Majo Pagano, giovane di buona famiglia, che legò ben presto con la comunità britannica presente in città, imparando da loro la lingua inglese.

Nella primavera del 1898 Ignazio viene mandato dai suoi genitori a Londra per perfezionare la lingua inglese e acquisire una migliore conoscenza della vita europea. A londra, il giovane rimane un anno e nel tempo libero frequenta i campi delle Association Football ovvero del soccer (calcio). Il dribbling individuale e i gol, ma soprattutto la dinamica del gioco eccitano la fantasia di Ignazio Majo Pagano, spettatore di accese contese.

Al suo ritorno a Palermo Ignazio, entusiasta per la spettacolarità del gioco da lui conosciuto in Inghilterra, ne parla con l'amico Edwad De Garston, vice console di Sua Maestà Britannica, che aveva praticato il foot-ball prima del suo arrivo nel capoluogo siciliano. I due decidono che occorre coinvolgere altri appassionati. De Garston gli presenta il suo giovane segretario Normann Olsen. Olsen è un tipo possente e la sua tecnica calcistica non è niente male.

"Gnazzieddu" - così Majo Pagano viene chiamato dagli amici - si ricorda anche di George Blake, che fa parte della colonia inglese trasferitasi a Marsala. George non se lo fa ripetere due volte e prende la via di Palermo, ospite dello zio Luigi Walser. I quattro formano un bel quartetto, ma sono pochi per formare un team calcistico.

In poco tempo però si aggregano Felice Pirandello, Walter Gaffiero, Roberto e Vincenzo Pojero, Benoit Marino, Enrico Giaconia, Natale De Stefan, Matteo Macaluso. I giovani sportsmen indossano camicie inamidate col classico colletto alto e pantaloni alla zuava. In città li chiamano "i dandies dello Sport Club". Frattanto raggiungo il numero per formare il team. A quel punto ritengono opportuno darsi una veste giuridica e preparono uno Statuto che viene stampato dai fratelli Marsala di via Parlamento, 56.

Il Palermo football and cricket club disputò la sua prima partita il 30 dicembre 1900 contro una non identificata squadra amatoriale inglese perdendo 5-0. Inizialmente i colori della squadra erano il rosso e il blu, solo nel 1907 scelse i celebri colori sociali rosa e nero. La prima partita ufficiale venne disputata il 18 aprile 1901 contro il Messina Football Club, la partita finì 3-2 per il Palermo. Dal 1905 in poi le due squadre si affrontarono nella Whitaker Challenge Cup, il Palermo vinse questo torneo una volta. Dal 1905 al 1915 il Palermo partecipò alla Lipton Challege Cup, una competizione annuale organizzata dal miliardario inglese Sir Thomas Lipton. In tutte le edizioni della Lipton Cup il Palermo affrontò in finale il Naples tranne in una in cui affrontò l'Internazionale NA; il Palermo vinse la competizione cinque volte.

Testo e foto tratti da: "90 anni in rosanero 1900 - 1990 di Vito Maggio e Vincenzo Prestigiacomo" - Edizioni Memoria e Progetto snc Palermo - 12^ Edizione della Rassegna di Palermo International Sportfilmfestival (Palermo via Notarbartolo 1/g)

L'oratorio di Santa Cita di Palermo.

Storia

Il primo impianto della chiesa è del XIV secolo, si trattava di una chiesa di modesta entità che venne abbattuta e ricostruita nel XV secolo, successivamente anche questa fu ritenuta inadeguata e fu stilato un nuovo progetto da parte dell'architetto Giuseppe Giacalone finanziato da un gruppo di pisani che abitavano l'area. La nuova chiesa venne costruita tra il 1583 ed il 1603, anche se la facciata venne ultimata soltanto nel 1781. La chiesa subì grossi danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale al termine della quale venne restaurata eliminando le danneggiate navate laterali trasformandola così in una chiesa a singola navata. Dopo i restauri venne riaperta nel 1952.

Architettura

La chiesa ha subito grosse modifiche a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, a causa dei quali sono andate perdute le navate laterali ma sono rimasti intatti l'abside ed il transetto. Annessa alla chiesa ci è un omonimo oratorio. All'interno si conservano molte opere contemporanee alla costruzione della chiesa tra le quali troviamo l'altare maggiore, alcuni sarcofagi e la cappella marmorea. E' presente anche un arco di pietra appartenente alla prima chiesa del XIV secolo.

L'Oratorio

Vi si accede attraverso la Chiesa di S. Zita (Cita è la deformazione toscana) che possiede un elegante arco marmorea di Antonello Gagini (nel presbiterio) e la bella cappella del rosario (a destra del presbiterio) in cui tarsie policrome si sposano a delicati stucchi. L'oratorio è il capolavoro del maggiore decoratore barocco, Giacomo Serpotta, che lavorò tra il 1686 ed il 1718. Un tripudio di angioli e putti dalle espressioni e posizioni estremamente libere e plastiche sembrano giocare tra di loro, si arrampicano sulla cornice delle finestre, fanno capolino da ghirlande floreali, voltano le spalle in maniera irriverente, piangono, dormono, allacciano le mani intorno alle ginocchia in atteggiamento pensoso. L'attenzione è subito catturata dalla controfacciata. Un drappo panneggia tutta la parete ed un nugolo di putti si affanna a sostenerlo. Al centro, un rilievo con a Battaglia di Lepanto è affiancato dalle figure di due giovani emaciati, simbolo degli orrori che la guerra può provocare. Tutt'intorno alcuni riquadri, presenti anche sotto le finestre delle pareti laterali, ripercorrono i Misteri del Rosario. A partire dalla parete di sinistra troviamo i Misteri Gaudiosi: Annunciazione, Visitazione, Natività e Presentazione al Tempio. A destra i Misteri Dolorosi: Gesù nell'Orto del Getsemani, Flagellazione, Coronazione di Spine e il Calvario. Sul fondo i Misteri Gaudiosi (a partire dal basso a sinistra): Risurrezione, Ascensione, Discesa dello Spirito Santo, Assunzione di Maria. In alto, al centro, l'incoronazione di Maria. All'altare, una bella tela di Carlo Maratta raffigura la Madonna del Rosario (1690). Le 8 finestre che ornano le pareti laterali per lato sono "sorvegliate" da figure allegoriche. Il nugolo di putti di S. Cita e la Battaglia di Lepanto Poco lontano, nell'omonima piazza, sorge S, Giorgio dei Genovesi, uno dei pochi esempi tardo-rinascimentali a Palermo. Oggi sconsacrata e spesso utilizzata come spazio espositivo, venne fatta edificare dalla comunità di mercanti genovesi che spesso qui trovarono sepoltura (belle le lastre tombali). In via Cavour, l'edificio della Prefettura in stile neogotico veneziano era la villa Whitaker costruita da uno dei dodici nipoti dell'imprenditore Ingham.

Toponomastica

Il nome Cita deriva dal termine Zita ma pronunciato in dialetto fiorentino. In realtà la chiesa è consacrata al culto di San Mamiliano.


La Chiesa di San Giuseppe dei Teatini di Palermo.

11 Novembre 2010.

La Chiesa fu eretta nei primi del Seicento per l'ordine dei Teatini. La facciata principale presenta una statua settecentesca che raffigura San Giuseppe, opera di Baldassarre Pampillonia, posta su uno scudo di marmo, sul quale è scolpito l'emblema dei falegnami. Presso la facciata secondaria sono collocate le sculture raffiguranti Sant'Andrea Avellino, San Gaetano e lo stemma dell'ordine dei Teatini.La struttura interna è basilicale, con tre navate scandite da colonne. Negli archi che separano le navate si trovano le decorazioni tardo settecentesche di Antonio Manno, che raffigurano gli Apostoli. La copertura a botte della navata principale è decorata dai dipinti di Filippo Tancredi incorniciati dagli stucchi di Paolo Corso. Nelle navatelle si aprono le cappelle ornate da affreschi e stucchi. La Cappella della Madonna della Purità presenta la raffigurazione dell'omonima Madonna incastonata nella decorazione marmorea policroma. La Cappella della Madonna di Trapani contiene una scultura cinquecentesca di Madonna con Bambino proveniente dall'ambito del Gagini. La Cappella del Crocifisso è ornata da una statua lignea di Cristo, probabilmente opera di Frate Umile da Petralia. Nella Cappella alla sinistra dell'abside, dedicata a San Giuseppe, si trova un gruppo scultoreo dorato che raffigura il Santo mentre tiene la mano a Gesù. La Cappella di Sant'Irene contiene un dipinto che raffigura la Santa e diversi affreschi che hanno per soggetto Papa Pio X. La Cappella della Madonna di Pompei presenta un apparato decorativo in marmo di notevole pregio e l'emblema dei Teatini. Nella Cappella dei Beati si conserva un dipinto che rappresenta il Beato Giovanni Marinoni inginocchiato dinanzi alla Madonna delle Grazie. Anche la cupola è riccamente decorata. Il soggetto del Trionfo del Santi Teatini fu realizzato da Guglielmo Borremans, mentre le figure degli Evangelisti sono di Giuseppe Velasquez. La volta della zona absidale fu affrescata da Andrea Carrera e Giacinto Calandrucci. Va menzionato il seicentesco altare maggiore, coperto di preziose pietre dure e ornato con elementi di bronzo, sul quale è posto il crocifisso. La figura di Cristo è realizzata in avorio, mentre la croce è di bronzo e agata. Un altro elemento notevole è l'altare di San Gaetano, in marmi colorati, sul quale si trova il baldacchino coperto di agata.

La Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo.

La Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo
11 Novembre 2010.


La chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi è una chiesa normanna di Palermo. Secondo la leggenda sarebbe stata costruita nel 1071 mentre i Normanni tenevano sotto assedio la città. Sarebbe stata costruita sulla base di un castello arabo dopo la sua distruzione. Venne subito dedicata a san Giovanni. Dopo aver conquistato il castello “Yahia” - di cui restano solo tracce nel pavimento della chiesa - i Normanni avrebbero edificato la chiesa stessa, dedicandola a S. Giovanni a conquista avvenuta. In ogni caso, la chiesa ebbe una vita movimentata: dapprima ospitò un ospedale militare, poi un lebbrosario; nel periodo barocco fu ricoperta di stucchi, tanto da perdere l’aspetto originario. All’inizio del Novecento fu recuperata e fu costruito il campanile. Nel suo insieme, l’edificio presenta i caratteri di un’architettura di transizione tra la Contea ed il Regno. L'esterno è semplice e privo di decorazioni, salvo quelli alle finestre che sembrano intarsiate. L'ingresso è preceduto da un piccolo porticato, che consiste di una sola colonna, su cui si regge il campanile: quest’ultimo si fregia di una cupola rossa sullo stile di quelle - più note - di San Giovanni degli Eremiti. L'interno ha forma basilicale tripartita da pilastri con copertura lignea e presbiterio cupolato: esso si presenta spoglio e ben illuminato dalle finestre laterali, monofore, leggermente ogivali come anche gli archi interni. Vi si può ammirare un bel crocifisso ligneo dipinto, che risale al Quattrocento.È l'edificio normanno più antico sul suolo palermitano.

La Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti di Palermo.

La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti di Palermo
11 Novembre 2010.

Nei pressi del Palazzo dei Normanni, che è diventato oggi la sede del Parlamento Siciliano, è collocata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti che con le sue caratteristiche cupole rosse è diventata uno dei simboli della città. Giulio Carlo Argan scrive: “I Normanni che instaurarono la loro dinastia in Sicilia nel 1072, distruggono i monumenti, non la tradizione dell’architettura bizantina e araba. San Giovanni degli Eremiti a Palermo (1132) è araba nel nitido rapporto tra i corpi cubici e le cupole emisferiche”. Certamente più che a quella di una chiesa cristiana questa chiesa rimanda alla concezione spaziale delle moschee islamiche e tale richiamo all’Oriente viene ancor più enfatizzato dalle cupole di colore rosso acceso. La chiesa, le cui origini risalgono al VI secolo, subì la trasformazione in moschea prima di essere ricondotta all’antico culto da Ruggero II che, intorno al 1136, affidò la costruzione ai discepoli di San Guglielmo da Vercelli. Pesantemente manomessa nel corso dei secoli è stata ripristinata intorno al 1880, dall’architetto Giuseppe Patricolo. La chiesa, a tutti nota per le sue caratteristiche cupole di colore rosso, appoggiata con un fianco ad un corpo quadrato anteriore (forse una moschea) e realizzata a croce divisa in campate quadrate su ciascuna delle quali poggia una semisfera. Il presbiterio, terminante in nicchia, è sormontato da una cupola, come quella dei due corpi quadrangolari che la fiancheggiano e di cui quello di sinistra si eleva a campanile. Il chiostro, abbellito da un lussureggiante giardino, è la parte meglio conservata del convento antico; spiccano per bellezza e leggerezza le colonnine binate con capitelli a foglie d’acanto che reggono archi ogivali a doppia ghiera. Vi si trova inoltre una cisterna araba. F. Elliot – in Diary of an Idle Woman in Sicily (1881) – descrive San Giovanni degli Eremiti come “una chiesa normanna vicino al palazzo reale e alla Porta di Castro… riparata in un incavo, è del tutto orientale, e con le sue cinque cupole starebbe benissimo a Baghdad o a Damasco. Accanto, il campanile gotico a quattro ordini di logge è sormontato da un’altra cupola, singolare adattamento di costruzione araba ad un costume cristiano. La pianta della chiesa è a croce latina con tre absidi, la navata è divisa in tre campate ognuna delle quali è sormontata da una cupola con pennacchi, necessari perché la torre su cui poggiano è quadrata, le pareti sono in pietra intagliata come spesso se ne vedono nei monumenti arabi senza decorazione alcuna e l’insieme è illuminato da finestre ad arco acuto”. Oggi l’edificio presenta, invece, una nuda cortina muraria fatta con conci di tufo squadrati; l’interno ha tre absidi semicircolari ed è suddiviso in cinque campate quadrate coperte da cupolette che si raccordano alle pareti tramite nicchie.
La costruzione attuale sorge su un terreno ricco di caverne anticamente lambito dal fiume Kemonia. In quel luogo sorgeva il più importante dei sette monasteri fatti costruire da S. Gregorio Magno in Sicilia, un cenobio benedettino dedicato a S. Ermete. La tradizione vuole tra i suoi monaci vi fosse quell'Agatone siciliano che divenne papa nel 678. Pare che, verso la metà del IX secolo, gli Arabi lo abbiano distrutto, elevando sui ruderi edifici di culto islamico. Nel 1132 re Ruggero riedificò il convento dedicandolo a S. Giovanni Evangelista e arricchendolo di privilegi, che Guglielmo I ampliò. Per molti secoli ricco e fiorente, il monastero decadde lentamente e si spopolò. Nel 1882 furono effettuati restauri della chiesa e di ciò che restava del convento. Il complesso edilizio è costituito da tre distinte costruzioni: la chiesa, il chiostro, la moschea. a)La chiesa è stata restituita all'aspetto originario. La pianta è a croce latina; vi è un'unica navata divisa in due corpi quadrati da un grande arco acuto. Il braccio longitudinale è diviso in tre campate quadrangolari; ognuna di esse è sormontata da una cupola emisferica. Sulla campata settentrionale del trasetto si innalza il campanile, fornito anch'esso di cupola. L'interno dell'edificio è nudo e severo; la luce vi piove da transenne di gesso che schermano le finestre. Il paramento murario è fatto di piccoli conci di tufo. Solo nel campanile troviamo,nell'ultimo ordine, la tipica decorazione a rincassi e cornici attorno alle finestre. Le cupole rosse conferiscono all'edificio uno spiccato carattere orientale. b) il chiostro è la sola parte rimasta dell'antico monastero. La sua datazione è incerta. E' formato da quattro portici archiacuti con colonnine binate. c) La moschea è uno dei pochissimi edifici sicuramente arabi che ci siano pervenuti. Parte di essa è inglobata nella chiesa attuale. E' formata da un corpo centrale rettangolare diviso longitudinalmente da una serie di pilastri che sostenevano archi ogivali. Nella parte superiore della parete orientale si apre la finestra rivolta verso la Mecca. All'esterno si trovano un porticato e mura di un recinto, luoghi che in epoca normanna erano usati come cimitero palatino (cioè delle persone della corte, addette al palatium).

Bibliografia:




La Chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo.

La Chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo.
11 Novembre 2010.

La chiesa di San Francesco d’Assisi è situata in un antico quartiere mercantile che, nel passato, rappresentava un punto nevralgico della città di Palermo. La storia di quest’edificio sacro è segnata da continue trasformazioni e rifacimenti che giustificano la complessità e la varietà dei linguaggi artistici in essa presenti. Dalle fasi costruttive più antiche risalenti al XIII secolo si passa al Trecento e al Quattrocento, quando vennero eretti i portali e numerose cappelle in stile gotico o rinascimentale. In età barocca l’edificio venne ricoperto da stucchi ed affreschi (di Pietro Novelli) e nel Settecento Giacomo Serpotta adornò i pilastri con le statue delle Virtù. Ferita dal terremoto del 1823, fu restaurata secondo il gusto neoclassico, mentre nel Novecento fu riportato alla luce l’aspetto originario della facciata con la ricostruzione in stile del rosone perduto. L’interno, col vano basilicale scandito da archi acuti su pilastri, è impreziosito da sedici cappelle che custodiscono opere d’arte d’inestimabile valore. Nella cappella di San Giuseppe si trova un altorilievo con San Giorgio che uccide il drago, realizzato nel 1526 da Antonello Gagini. Nella cappella dell’Immacolata risplendono i colori dei marmi policromi seicenteschi. Nella cappella trecentesca introdotta da un portale di splendida fattura è sistemato il sarcofago di Atanasio Speciale, di attribuzione incerta tra Domenico Gagini e Francesco Laurana. Particolarmente importante la Cappella Mastrantonio del Laurana che irrompe con forme rinascimentali in un clima siciliano ancora tardo-gotico alla metà del quattrocento (1468). Si trova a Palermo nel cuore della città antica e precisamente a ridosso del Kàssaro, tra la via Alessandro Paternostro e la storica piazza San Francesco d'Assisi. Situato in una cornice architettonica di rara bellezza, da qui si può ammirare la magnifica facciata della chiesa romanica di San Francesco d'Assisi che domina la omonima piazza. L' opera, risalente al periodo 1266-1277, costituisce in città un esemplare unico nel suo stile e si caratterizza all'esterno per il portale trecentesco ed il raffinato rosone. All'interno le numerose cappelle conservano splendide opere d'arte medievali e rinascimentali di autori quali Antonello e Domenico Gagini e Francesco Laurana, ma anche barocche e neoclassiche di artisti come Giacomo Serpotta ed Ignazio Marabitti. Accanto alla basilica sorge il seicentesco oratorio dell' Immacolatella.

La navata centrale della Chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo
Pare che la prima fondazione sia avvenuta mentre S. Francesco era ancora in vita. Tuttavia, per la contesa tra l'imperatore Federico II e il Papa Gregorio IX, protettore dei francescani, tutto quanto i fraticelli avevano costruito "iuxta portum civitatis" fu distrutto per disposizione imperiale. L'opera di costruzione dell'attuale basilica fu ini­ziata nel 1255 e completata nel 1277. Ogni secolo ha lasciato nel tempio francescano testimonianze d'arte e di storia. Al Trecento risalgono alcune cappelle dal tipico impianto gotico svevo, con costoloni e volte a crociera. Nel sec. XV, in un periodo in cui l'arte isolana era ancora legata alle forme del gotico catalano, nel­la basilica fiorirono le prime opere architettoniche e scultoree di impronta rinascimentale. Profonde trasformazioni strutturali furono effet­tuate nel Cinquecento. Nel sec. XVII le vicende della città si legarono stret­tamente a quelle del tempio francescano. Nel 1624, infuriando la peste, il Pretore di Palermo si impegnò in pubblico parlamento a professare il privilegio dell'immacolato concepimento di Maria "fino allo spargimento di sangue" e ad offrire annualmente alla Vergine Immacolata che si venera in S. Francesco un donativo di cento onze. Nel dicembre di quello stesso, anno, declinando la peste, la città celebrò la festa dell'Immacolata con sfarzose luminarie e con una grandiosa pro­cessione. Il Senato erogò le cento onze promesse, obbligo che la civica amministrazione tuttora annualmente assolve la sera del 7 dicembre, nel corso di una sug­gestiva cerimonia. Il Sindaco, alla presenza dell'Arcivescovo e della Giunta Comunale ripete l'antica preghiera rin­novando il cosiddetto 'Voto sanguinario", e offre al superiore del convento l'equivalente delle anti­che cento onze, versando una pioggia di monete in un bacile d'argento. Sempre nel sec. XVII il pittore Pietro Novelli ricoprì d'affreschi le volte della chiesa, ma di tale opera oggi non rimane quasi nulla. Alcune cappelle decorate a marmi mischi restano a testimonianza del periodo barocco. Nel '700 le pareti furono ricoperte di candido stucco; le colonne furono trasformate in pilastri, cui furono appoggiate alcune statue di Giacomo Serpotta, raffigurazione allegorica di altrettante virtù. Nel 1823 un terremoto danneggiò gravemente la basilica. Dovendo procedere all'opera di consolidamento, si dette alla chiesa un impianto neo-classico, tra­sformando gli archi ogivali in archi a tutto sesto. L'opera di restauro della basilica per rimettere in luce gli elementi architettonici originari cominciò con l'Architetto Giuseppe Patticelo alla fine del secolo scorso e proseguì in questo con l'architetto Valenti. Nel 1943 due bombardamenti apportarono alla chiesa ed al convento danni ritenuti irreparabili. L'opera di ricostruzione, subito iniziata, ebbe l'intento di riportare il tempio alle forme origina­rie. Gli archi, i capitelli il rivestimento a mischio di alcune cappelle, andati in frantumi, furono ricostruiti con opera sapiente. La facciata, di impianto romanico, è notevole per il suo equilibrio compositivo. È divisa orizzontalmente in due parti da una cor­nice: nello scomparto superiore s'apre uno stu­pendo rosone, mentre quello inferiore si arricchi­sce di un ampio portale centrale a cui si affiancano due porte minori del sec. XVI. Il portale, tipicamente romanico, è un prodotto inconfondibile di quella architettura trecentesca siciliana che prese il nome di arte chiaramontana. Al di sopra dell'arco ogivale, racchiuso in una settemplice cornice, il portale è completato da un timpano sostenuto da quattro colonnine che rac­chiudono un trittico, con la Vergine in trono tra S. Francesco e S. Chiara. Su una delle colonnine del portale è scolpito lo stemma dei Chiaramonte, poiché il completamento della facciata è dovuto a tale casata. L'impianto originario della basilica è simile a quello attuale: aveva tre navate e i muri perime­trali erano illuminati da sedici bifore gotiche, aggraziatissime: (oggi ne sussistono solo quat­tro): il soffitto era a capriate di legno. Le absidi erano poligonali: oggi rimane solo quel­la di sinistra. La seconda parte della chiesa, cioè il santuario e le absidi, è di parecchi metri più alta della prima parte, costituita dalle navate. È questo un carat­tere che si riscontra in altre chiese dell'epoca; l'impianto planimetrico della basilica francescana è identico a quello della chiesa di S. Spirito, di cui, però, raddoppia le dimensioni. Percorriamo ora il tempio, incominciando dalla navata sinistra, seguendo la numerazione di seguito indicata ed evidenziata sulla pianta della Chiesa sottostante:
  • n. 1: Arco della cappella di S. Lucia, poi di S. Elisabetta, della famiglia Del Tignoso. 
  • n. 2: Cappella della Madonna della Neve, della famiglia Alliata. L'arco d'ingresso ed il gruppo della Madonna col Bambino e S. Giovanni sono attribuiti a Domenico Gagini, come pure la Madonna della Neve inserita in un finissimo taber­nacolo marmoreo. Tra gli ornati di esso si notano gli stemmi delle famiglie che ebbero il patronato della cappella (v. stemma n. 10). Anche i sepolcri di Mariano e di Sigismondo Alliata sono di scuola gaginiana. 
  • n. 3: Cappella della Custodia, in cui è riposta la statua argentea dell'Immacolata (1647).
  • n. 4: Cappella di S. Antonio, in marmi mischi.
  • n. 5: Cappella Mastrantonio. n portale, scolpito da Francesco Laurana con l'aiuto di Pietro Bontade è il monumento più significativo del­la basilica, la prima opera rinascimentale della nostra città. L'arco romano del portale è fiancheggiato da sei pannelli marmorei per lato, incavati da bassorilievi. Le formelle rappresentano, dal basso in alto putti alati, quattro Padri della Chiesa occidentale (S. Agostino e S. Ambrogio a destra, S. Girolamo e S. Gregorio a sini­stra); i quattro evangelisti, stemmi gentili­zi e i profeti Isaia e Geremia. Sulla parete sinistra vi è un quadro di Vincenzo di Pavia raffigurante la Madonna tra S. Giovanni e Santa Brigida. Sull'altare si trova una Madonna scolpita dal Laurana. 
  • n. 6: Cappella di stile chiaramontano con deco­razioni a zig-zag nell'arco d'ingresso. Nell'infradosso di tale arco si scorgono avan­zi di affreschi giotteschi. All'interno si trova una tela di Pietro Novelli riproducente la visione di S. Francesco. 
  • n. 7: Andito che conduce alla sacrestia. 
  • n. 8: Cappella dell'Angelo Custode attribuita a Domenico Gagini. La famiglia da Bologna (v. stemma n. 13) vi lasciò alcuni monumenti sepolcrali, di cui sussiste quello di Eleonora Bononia (1570). Sull'altare vi è un quadro musivo con le Sante Agata e Lucia, opera moderna di padre Cianci (1958).
  • n. 9: Cappella di S. Giovanni Battista, della fami­glia Riggio. Contiene il busto in terracotta del Santo, ope­ra di Antonello Gagini. 
  • n. 10: Cappella della Madonna del Rosario. Tra la cappella n.10 e quella n. 11 si trova il monumento funerario di Antonello Speciale, rimesso in luce dal restauro del dopoguerra. Faceva parte del grande sepol­cro della famiglia Speciale costruito nel 1464 da Domenico Gagini per Pietro Speciale, Pretore di Palermo e Presidente del Regno. Di tale grande monumento rimangono sol­tanto la lapide (v. iscr. n. 33) e la figura giacente del giovinetto Antonello Speciale, unico figlio di Pietro, scultura piena di sere­nità e di grazia. 
  • n. 11: Cappella di S. Giuseppe, da cui oggi si acce­de al convento ed al chiostro. 
  • n. 12: Cappella di S. Francesco d'Assisi, opera secentesca ornata di marmi mischi e di colonne tortili intarsiate. 
  • n. 13: Altare maggiore, davanti al quale pende un grande crocifisso su tavola, opera moder­na del padre Cianci. 
  • n. 14: Cappella dell'Immacolata, nel 1649 elevata a cappella senatoria, come indica l'aquila palermitana nella chiave dell'arco. Le pareti sono fastosamente decorate a marmi mischi; nel '700 vi furono addossate otto statue raffiguranti santi e sante paler­mitani, opera di G. B. Ragusa. Sull'altar maggiore campeggia un grande quadro musivo dell'Immacolata, disegnato da Vito D'Anna. Al di sopra dell'altare le figure degli angeli sono del Marabitti. Notevole lo stupendo paliotto in marmi mischi. 
  • n. 15: Cappella già della Madonna delle Grazie, oggi adibita a deposito di cera. 
  • n. 16: Cappella del Crocifisso, della famiglia Calvello. Ha costoloni gotici di tufo grigio, con intarsi di pietra lavica. Tra essi spicca lo stemma della famiglia (v. stemma n. 7); sulla parete di fondo un bel crocifisso marmoreo. 
  • n. 17: Cappella dell'Ecce Homo, con tre bassorilievi di I. Marabitti. n. 18 Cappella di B. Gerardo Gagnoli o.f. m. ; contiene due sarcofagi della famiglia Grimaldi (v. stemma n. 16). 
  • n. 19: Cappella del S. Cuore, della famiglia Amodei (v. stemma n. 14). Fondata nel 1386 dalla famiglia Federici, di cui riproduce lo stem­ma (v. stemma n. 15), fu poi concessa alla casata di cui porta il nome. Contiene il sar­cofago della B. Elisabetta Amodei, morta nel 1492, squisita opera di Domenico Gagini; esso è sormontato da una bellissima Madonna di arte catalana del sec. XV. 
  • n. 20: Cappella di S. Maria degli Angeli. 
  • n. 21: Cappella di S. Giorgio, già di S. Giuseppe. H portale ha carattere rinascimentale e narra la leggenda di S. Ranieri di Pisa. Nel pie­distallo dell'arco si nota lo stemma della famiglia Galletti (v. stemma n. 12). Sull'alta­re campeggia un bassorilievo raffigurante S. Giorgio a cavallo, opera di Antonello Gagini, realizzata su commissione della colonia genovese, che dal 1480 al 1576, onorò il patrono della repubblica nel tempio fran­cescano (v. iscr. n. 35). 
  • n. 22: Cappella del S. Rosario.
  • n. 23: Cappella Chirco, di cui sussiste soltanto l'arco. Lungo le navate, appoggiate alle colonne, sono distribuite le figure allegoriche in stuc­co modellate da Giacomo Serpotta, rappre­sentanti altrettante virtù.
  • Esse simboleggiano:
  • n. 24 l'Umiltà; n. 25 la Fede; n. 26 la Mansuetudine; n. 27 la Modestia; n. 28 la Teologia; n. 29 la Carità; n. 30 la Verità; n. 31 la Fortezza. Notevole è il coro ligneo cinquecentesco, di nobile fattura, nell'abside centrale. Nell'ornato di alcuni stalli spiccano stemmi nobiliari lavorati a tarsia (v. stemmi nn. 9, 11). La basilica francescana fu particolarmente cara ai Gagini; Domenico e Antonello vi ebbero infatti sepoltura. Delle molte opere eseguite da Antonello nella basilica ci sono pervenute soltanto il busto di S. Giovanni Evangelista, il bassorilievo di S. Giorgio e il sepolcro Basadone, oggi sistemato nel chiostro. Nella sua ala superstite sono collocati altresì alcuni sarcofagi del IV sec. d. C. Sul capitello dell'ultima colonna della navata destra un'iscrizione ricorda la distruzione subita dal tempio nel 1943 (v. iscr. n. 34).

Bibliografia:
  • F. Rotolo, La Basilica di S. Francesco d'Assisi in Palermo, Palermo 1952;
  • La vicenda culturale nel convento di S. Francesco di Palermo, in "La Biblioteca francescana di Palermo a cura di Diego Ciccarelli", Palenno (s.d.),pp.II-157;
  • La cappella dell'Immacolata nella Basilica di S. Francesco a Palermo, Palermo 1998.

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