Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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giovedì 3 settembre 2009

CALCIO/PALERMO: BLASI, QUI PER TOGLIERMI GRANDI SODDISFAZIONI.

(ASCA) - Palermo, 3 set - ''Sono contentissimo di trovarmi qui. Ringrazio il direttore sportivo Sabatini e tutta la societa' che mi hanno voluto fortemente. Voglio impegnarmi a fondo per non deludere queste aspettative, insieme ai miei compagni voglio togliermi delle grandi soddisfazioni, anche perche' la gente di Palermo lo merita''. Cosi' il neo acquisto Manuele Blasi si presenta al pubblico palermitano, alla presenza del vicepresidente Guglielmo Micciche' e del direttore sportivo Walter Sabatini.

Il mio divorzio con il Napoli? ''Preferisco - puntualizza Blasi dal sito dei rosanero - parlare del mio matrimonio con il club rosanero, a me piace sempre pensare al presente. Il mio trasferimento, comunque, e' avvenuto molto in fretta, ma ho sempre pensato che Palermo sia una piazza ideale per la mia crescita e non e' stato molto difficile convincermi''.

Blasi parla quindi del suo posizionamento nel centrocampo del Palermo: ''Io nel ruolo di regista'? L'ho gia' ricoperto sia a Perugia che a Napoli, ma decidera' il mister dove impiegarmi e io accettero' senza alcun problema qualsiasi scelta. Non credo che la concorrenza a centrocampo sia un problema, poiche' la presenza di piu' giocatori di valore ti da' una carica in piu' permettendoti di non adagiarti mai.

Con Zenga ho gia' parlato al telefono, mi ha dato il benvenuto e mi ha accolto molto bene, cosi' come il presidente Zamparini''.

Il neo acquisto, riferendosi alle ambizioni del Palermo e del possibile inserimento nella lotta per lo scudetto, cosi' come ha annunciato Zenga durante il ritiro, precisa: ''E' bello pensare ad un traguardo cosi' importante, e' stimolante. Penso che le parole dell'allenatore abbiano dato una grande carica a tutto il gruppo''.

''Tra coloro che mi hanno parlato bene di Palermo - conclude Basi - ovviamente non poteva mancare Leandro Rinaudo, lui ha molta nostalgia della citta'. La Nazionale? Ci penso, mi trovo in una grande squadra ed e' giusto che io lo faccia''.

dod/cam/ss

(Asca)

CALCIO/PALERMO: SABATINI, BLASI GIOCATORE DI LIVELLO.

(ASCA) - Palermo, 3 set - ''Blasi non e' un'alternativa all'ex granata, e' sempre stato nella mia testa. Il nostro allenatore voleva completare il reparto di centrocampo con un giocatore di livello come Manuele, che in un ipotetico rombo potrebbe ricoprire sia il ruolo di mezzala che quello di interditore centrale''. Lo afferma Walter Sabatini, direttore sportivo del Palermo, dopo la presentazione del neo acquisto Manuele Blasi, puntualizzando: ''Voglio chiarire la questione relativa a Dzemaili. Io ho messo in piedi una trattativa estenuante con Rino Foschi. Il giocatore sembrava avesse accettato la destinazione di Palermo, ma ha poi fatto una riflessione diversa pensando che a Parma c'e' molta piu' possibilita' di giocare''.

Sabatini, riferendosi al posizionamento di Blasi e alla possibilita' che possa essere il possibile sostituto di Liverani (fermo per infortunio sino a novembre), dal sito dei rosanero precisa: ''Alla Lazio e' capitato piu' di una volta e lo ha fatto con grandi risultati, e' auspicabile che lo possa fare anche a Palermo. Sono rammaricato, pero', per l'accoglienza che alcuni hanno riservato al nuovo giocatore, che doveva essere trattato con piu' rispetto''.

Sabatini, parlando della campagna acquisti-cessioni, precisa: ''Negli ultimi momenti del calciomercato c'e' stata un'offerta importante per Budan da parte di una squadra russa, ma quel colpo di testa contro la Fiorentina lo ha avvicinato di molto al modello di attaccante che abbiamo in mente. Simplicio'? Non e' mai stato sul mercato, cosi' come non e' mai stata fatta alcuna trattativa con la Lazio. Lui e Bresciano sono due grandissimi giocatori a disposizione di Zenga. Succi, invece, e' stato messo sul mercato anche per una sua richiesta, ma quando e' rimasto con noi non e' sembrato per nulla rammaricato. Anche se dovesse giocare poche partite di certo sara' molto importante, e' un ragazzo estremamente motivato e per questa ragione e' arrivato a giocare in Serie A. Pastore'? Sta rispettando le aspettative, ha fatto due buonissime partite di sostanza, ma nessun giocatore nel calcio italiano si e' mai imposto senza l'aiuto della squadra. Il nostro gruppo - conclude il Ds rosanero - e' formato da ragazzi molto generosi, in grado di remare tutti nella giusta direzione''.

dod/cam/bra

Le isole Pelagie viste da vicino. Seconda parte - Linosa -.

Monreale (Pa), 3 Settembre 2009.


Care lettrici e cari lettori, buongiorno. Continuano i post dedicati alle isole dell'arcipelago delle Pelagie, da me visitate nella settimana compresa fra il 23 ed il 30 Agosto 2009. Oggi parleremo della stupenda isola di Linosa.





Linosa (AG) è la seconda isola per dimensione delle tre che compongono l'arcipelago delle Pelagie (Lampedusa,Linosa,Lampione). Ha, infatti, una superficie di poco più di 5 kmq, lunga 3,4 km e larga 2,7 km. Forma con Lampedusa, la maggiore delle tre isole dell'arcipelago, un'unico Comune (5.626 ab.) della provincia di Agrigento , di cui ne è anche una frazione.

Linosa è ubicata a 42 km a NE di Lampedusa. D'origine vulcanica, Linosa, era già nota ai tempi del greco Strabone. Plinio il Vecchio la cita nella Naturalis Historia come Aethusa, Αιθουσσα e Algusa, Αλγουσσα in greco. Il nome Lenusa appare nel XVI secolo ad opera del domenicano Tommaso Fazzello. Tuttavia anche se fino al 1839 si hanno notizie frammentarie sulla storia dell'isola è certo che trovandosi al centro del Mediterraneo era rifugio e punto di riferimento per le navi Fenici, dei Saraceni, dei Romani e dei Greci che navigavano nel "Mare Nostrum".

Il ritrovamento di numerose cisterne scavate nella superficie lavica di tipica derivazone romana, così come numerose monete ritrovate durante recenti scavi, fanno ritenere che i Romani avessero creato un insediamento stabile e che durante le guerre puniche l'isola fosse punto di approdo e rifornimento per l'esercito di Roma. Nei secoli seguenti, verosimilmente, divenne punto di riferimento anche per le scorribande degli arabi e dei feroci saraceni. Attorno a Linosa vi furono anche numerosi scontri navali e tanti sono i relitti che giacciono sui fondali. Benchè saccheggiati per anni dai subacquei, capita ancora oggi che nelle reti dei pescatori, vengano recuperate ancora intatte anfore, scodelle, ancore, o quant'altro materiale fosse stivato a bordo delle navi.

Nella metà del XIV sec., mentre in tutta la costa della Sicilia si eregevano torri di avvistamento per contrastare le continue scorribande dei pirati, Linosa divenne un vero punto strategico nelle rotte dei pirati in quanto diviene non solo deposito dei tesori e dei bottini razziati, ma punto di smistamento dei prigionieri deportati.

La flotta dei pirati era composta dagli sciabecchi, navi di ottima manovrabilità e particolarmente adatte al combattimento, che consentiva loro di arrivare velocemente nel luogo prescelto per l'assalto. Lo scopo era quello di raccogliere quanto più oro possibile e deportare uomini, donne, bambini, da vendere come schiavi nei mercati del Nordafrica.

Successivamente alla sconfitta dei turchi, l'isola rimase disabitata per quasi due secoli, anche se nel 1630 Giulio Tomasi avo di Giuseppe Tomasi, autore del "Gattopardo", venne insignito da Carlo II di Spagna del titolo di principe di Lampedusa. Le notevoli risorse economiche necessarie al recupero delle due isole di Lampedusa e Linosa, costrinsero i Tomasi a chiedere un congruo finanziamento ai Borbone minacciando in caso contrario di vendere l'isola agli Inglesi interessati all'acquisto per ovvie ragioni strategiche finalizzate a farne una base militare. La richiesta di vendita venne ufficializzata a Ferdinando II - re delle due Sicilie, che negò fermamente l'autorizzazione, ma anzi per un prezzo di 12.000 ducati, nel 1839 le riacquistò intenzionato a trasformarle in colonie agricole.

Il nome Linosa invece nasce nel 1845 in quanto usato dal cavaliere Bernardo Maria Sanvinsente. In quell'anno il governo borbonico decise di colonizzare Lampedusa e Linosa emanando un bando tra i sudditi del Regno delle due Sicilie con il quale si cercavano volontari disposti a trasferirsi nelle due isole promettendo loro l'utilizzo di tutto il terreno coltivabile e una rendita per cinquanta anni di 3 tarì al giorno. Vi aderirono alcune famiglie provenienti da Ustica, Agrigento e Pantelleria accompagnati dal capitano di fregata Bernardo Maria Sanvisente (Bernardo Maria Sanvisente prende possesso delle isole di Lampedusa e di Linosa con la carica di «governatore di S.M. Ferdinando Il di Borbone, re del regno delle Due Sicilie, gran principe ereditario di Toscana, duca di Parma, Piacenza,Castro” ecc. ecc. (1810-1859). Come primo atto conferma agli enfiteuti, Gatt di Malta Fernandez, le sentenze di revoca già notificate nel 1839. Sanvisente si era imbarcato a Palermo il 18 settembre a bordo del Piroscafo Rondine con le istruzioni del re di costituire Lampedusa e Linosa in «colonia della real Casa di Borbone e di “costituirvi la novella ne con lo incivilimento del nuovo paese da edificarsi (cfr. Sanvisente, 1849). Giunto a Girgenti (Agrigento) il 19 settembre, prosegue per Lampedusa il 21 settembre insieme con il vapore L'Antilope recando con sé autorità ecclesiastiche e amministrative, gente di varie arti e mestieri con autorità di guardie urbane e sanitarie, un distaccamento militare al comando di un ufficiale. Le navi arrivano a Lampedusa alle ore 13 dei giorno seguente e colte da 24 maltesi, capeggiati da un certo Fortunato Frenda «che sposato una figlia di Salvatore Gatt. Pochi giorni dopo i maltesi, a eccezione di qualcuno, lasciano l'isola per tornare a Malta e Fortunato Frenda si trasferisce con la famiglia sulla costa tunisina, il 6 marzo 1844. Inizia cosi la felice colonizzazione borbonica delle due isole).

Il 25 maggio 1845 le famiglie volontarie che aderirono all'editto ed il capitano B.M. Sanvisente sbarcarono sull'isola di Linosa cominciando ad abitarla ed effettuando i primi lavori edili come la costruzione di una Chiesa, eretta subito dopo lo sbarco e l'inizio delle nuove abitazioni.

L'ambiente che li circondava si rivelò più ostile del previsto. Alla mancanza di abitazioni si supplì con dei ripari scavati nelle rocce in tufo, pur essendo costantemente minacciati dalla presenza di innumerevoli topi.

L'esistenza delle antiche cisterne romane che vennero immediatamente ripristinate togliendo tutta la terra accumulatasi, favorì la raccolta e la riserva di acqua piovana. Inoltre, le forti ed abbondanti piogge di quell'anno provocarono diversi smottamenti del terreno che fortunatamente riuscirono a debellare anche l'infausta presenza dei tanti roditori presenti nell'isola.

Con l'unità d'Italia del 1861 anche i Savoia purtroppo non mantennero le promesse di aiuti fatte dai Borbone. Ma i linosani lasciati ancora più soli a fronteggiare una situazione prossima alla tragedia, reagirono con una forma di eroismo primitivo. Dal primo nucleo di poche decine di persone, grazie ai matrimoni tra gli stessi membri e con individui provenienti dalla terraferma la popolazione pian piano si è ingrandita, fino a raggiungere l'attuale numero che si aggira intorno ai 500 abitanti.

Nei primi del '900 i Linosani vennero ricordati solo in occasione delle due grandi guerre con la chiamata alle armi. Negli anni sessanta Linosa comincia a cambiare volto. Arrivano le prime innovazioni tecniche accompagnate da uno sviluppo turistico. La SIP (oggi Telecom) installa nel 1963 la prima centrale telefonica. Nel 1967 entra in funzione una centrale elettrica. Nel 1968 viene realizzato l'asilo infantile, con le scuole elementari e medie. Nel 1973 viene costruito il primo dissalatore e nel 1976 approda sull'isola la RAI che installa un ripetitore e quattro anni dopo anche Mediaset.

Nel 1984, dopo tanti anni di trasbordi effettuati con non poco disagio mediante l'uso di barche in un mare non sempre calmo, la nave traghetto Paolo Veronese effettua il primo attracco in banchina allo Scalo Vecchio. Vengono realizzati altri due moli di attracco: Mannarazza e Pozzolana di Ponente che consentono lo scalo dei passeggeri e lo scarico delle merci quando il vento investe l'approdo principale. Nel 1986 iniziano i lavori per il nuovo dissalatore che fornirà acqua potabile e nel 2002 entra in servizio l'aliscafo sulla tratta Porto Empedocle, Linosa, Lampedusa.

Linosa, é incantevole e capace di farsi amare da chi é amante della natura, dell'ambiente e soprattutto del mare.

Selvaggia é la sua bellezza. Linosa, non colpisce solo per i suoi meravigliosi fondali, sicuramente tra i più belli d'Italia se non del mondo, ma anche per i colori del suo paesaggio tutto da ammirare. L'isola anche per le sue dimensioni, è a portata d'uomo e da un gran senso di libertà. La sensazione principale che potrete provare è quella di essere fuori dal mondo. Infatti, bastano solo pochi giorni per farvi dimenticare anche in che giorno vi trovate.

Linosa, ospita una grande comunità di uccelli "Berta Maggiore" nonché la tartaruga "Caretta Caretta" entrambe a rischio estinzione. Il 21 ottobre 2002, con decreto del Ministro dell'Ambiente, è stata istituita l'Area Marina Protetta "Isole Pelagie".

Linosa, ancora oggi é rimasta in perfetta armonia con l'ambiente ed un territorio da esplorare. Da Porto Empedocle si può prendere il traghetto della SIREMAR per le Pelagie imbarcando anche l'auto e raggiungere Lampedusa in 8 ore. È previsto un solo collegamento giornaliero da Porto Empedocle (7 km. da Agrigento) per Lampedusa, via Linosa. Per la tratta di andata, la traversata è notturna, la nave parte infatti ogni sera alle 24:00, salvo maltempo o giornata di riposo, ed arriva, dopo una sosta di 30/40 minuti per operazioni di scarico a Linosa, alle 8:15 a Lampedusa. Vi è la possibilita di prenotatre il pernottamento in cabina. Per il ritorno invece la traversata è diurna, la nave parte da Lampedusa ogni mattina alle 10:30 ed arriva a Porto Empedocle alle 18:00. Il collegamento con Linosa e la Sicilia è assicurato, da luglio a settembre, anche dagli aliscafi due volte al giorno. A causa dei forti venti e del mare mosso, nei mesi invernali i collegamenti con Lampedusa sono assicurati quasi esclusivamente dall'aeroporto. Da Palermo e Catania il servizio aereo è garantito tutto l'anno, inoltre da luglio a settembre vengono istituiti voli diretti da Trapani, Roma, Milano, Bergamo, Verona e Bologna.


Fonte:
  1. Isole Pelagie - Linosa e Lampedusa. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
  2. Le Pelagie - Lampedusa e Linosa. Vademecum del turista. Opuscolo informativo edito dalla Provincia Regionale di Agrigento;
  3. it.wikipedia.org;
  4. www.isoladilampedusa.it;
  5. www.linosani.it;
  6. http://www.isoleitalia.it/cgi-bin/isole/Linosa4%20%28Custom%29.jpg;
  7. http://www.isoleitalia.it/cgi-bin/isole/Linosa1%20%28Custom%29.jpg;
  8. http://lapoesiaelospirito.files.wordpress.com/2009/07/linosa.jpg.

mercoledì 2 settembre 2009

Baaria apre la Mostra del Cinema. Tornatore: "Si è siciliani con difficoltà".

Venezia, 2 Settembre 2009.

Nell'anteprima stampa platea divisa sul film. Il regista commenta il giudizio positivo espresso dal premier Berlusconi: "Mi fa piacere in particolare che una persona che la pensa diversamente da me in politica abbia potuto amare il mio film".

Fonte: Adnkronos

martedì 1 settembre 2009

Le isole Pelagie viste da vicino - prima parte.

Monreale (Pa), lì 1 Settembre 2009.

Care lettrici e cari lettori, buonasera. Sono da poco rientrato in Sicilia da un viaggio di una settimana nelle favolose isole Pelagie, in pieno Canale di Sicilia, punta meridionale del territorio dello Stato Italiano. L'arcipelago delle Pelagie è composto da Lampedusa, Linosa e dall'isolotto disabitato di Lampione. Se da un punto strettamente amministrativo le Pelagie appartengono alla provincia di Agrigento, osservando una carta geografica ci si può accorgere come queste isole siano più vicine alla costa nordafricana che alla stessa Sicilia. In effetti Lampedusa dista da Porto Empedocle 120 miglia, mentre dalla costa Tunisina solamente 60 miglia. Secondo studi geopaleontologici, geograficamente e geologicamente le Pelagie si trovano sulla placca continentale africana, sollevatasi due milioni di anni fa e il loro affioramento è avvenuto a seguito di violenti movimenti della crosta terrestre coincisi proprio con l'emersione della vicina costa africana sul finire del Pliocene, ultimo periodo dell'era terziaria. Tuttavia bisogna fare un necessario distinguo in quanto Lampedusa e Lampione sono prolungamenti di un pezzo d'Africa andato alla deriva e poi arrestatosi, mentre Linosa è la parte emersa di una serie di millenarie eruzioni vulcaniche formatesi nei fondali marini a oltre 1500 mt. di profondità e che emerge con una forma quasi quadrangolare da una più ampia piattaforma sommersa localizzata nel versante sud-ovest. Questa tesi è ancora più avvalorata dalla tipologia di flora, fauna, clima, natura del terreno delle Pelagie simile a quella africana, nonché, dalle modeste profondità marine (da 50 a 80 metri) esistenti fra le Pelagie e le coste della Tunisia e della Libia. In antichità si chiamavano Pelagies (dal greco antico πελαγος pèlagos, ossia "mare aperto").

L'isola più grande è Lampedusa, con circa 20 km² di superficie ed è anche la più popolosa delle tre (5000 abitanti). La seconda isola per estensione è Linosa, mentre la più piccola è la disabitata Lampione. In tutto contano circa 5500 abitanti. La vegetazione è ovunque brulla e le coste particolarmente alte e frastagliate. L'altitudine massima dell'arcipelago si trova a Linosa (isola di origine vulcanica) e più precisamente nel monte Vulcano (186 ms.l.m.). Attualmente rappresentano, insieme alla Calabria, l'unico sito, in Italia, di regolare riproduzione delle tartarughe marine Caretta caretta.

Oggi Lampedusa e Linosa sono un punto di riferimento irrinunciabile per gli amanti del mare. L'acqua cristallina delle Pelegie dai colori cangianti in tonalità che passano dal verde, al turchese, all'azzurro, al blu intenso, è l'ambiente preferito da tutti gli appassionati di pesca subacquea.

Gli incontri con la variopinta fauna marina nel policromo habitat incontaminato dei fondali del Mediterraneo, le spiagge con la sabbia dorata, le cale create nella roccia nel corso dei secoli dall'infrangersi delle onde del mare, il fascino selvaggio della terra, hanno reso celebri questi siti facendoli diventare luoghi irrinunciabili per una vacanza indimenticabile.

Alcune immagini dell'isola di Lampedusa:



















































































Fonte:
  1. Le Pelagie - Lampedusa e Linosa - vademecum del turista edito dalla Provincia Regionale di Agrigento - Assessorato al Turismo;
  2. it.wikipedia.org .

METEO: PROT. CIVILE, SETTIMANA ALL'INSEGNA DI TEMPO INSTABILE.

(ASCA) - Roma, 1 set - Lo scenario meteorologico per i prossimi giorni sara' caratterizzato da una fase perturbata che interessera' principalmente le zone alpine e prealpine, investendo anche le altre aree delle regioni settentrionali. Lo riferisce in una nota la Protezione Civile. Gia' nel pomeriggio di oggi, inoltre, sono attesi temporali o rovesci sull'Appennino centro-meridionale.

Da domani, mercoledi' 2 settembre, ed in particolare dalla seconda parte della giornata, assisteremo ad un peggioramento piu' ampio sulle zone alpine e prealpine, con parziali sconfinamenti sulle circostanti zone di pianura, per l'arrivo di un sistema perturbato in transito sull'Europa continentale che determinera' una fase di tempo perturbato sulle regioni settentrionali, dove si registreranno temporali, localmente anche intensi.

Da giovedi' i fenomeni di instabilita' interesseranno il settore nord-orientale e con progressivo interessamento delle regioni appenniniche centrali.

Venerdi' un nuovo impulso perturbato, inoltre, fara' ingresso sull'Italia settentrionale, con temporali sparsi che localmente risulteranno di forte intensita' e potranno essere accompagnati da forti venti, in particolare sui settori di ponente.

Nel corso della settimana le temperature registreranno una generale diminuzione, specialmente al nord.

Un miglioramento delle condizioni del tempo e' previsto per sabato, quando l'Italia sara' raggiunta da correnti nord-atlantiche, fresche e stabili.

Il Dipartimento della Protezione Civile seguira' l'evolversi della situazione. Sul sito www.protezionecivile.it e' possibile consultare i bollettini di vigilanza meteorologica, aggiornati quotidianamente e, se necessario, saranno pubblicati eventuali avvisi di avverse condizioni meteo.

res-map/mcc/alf

(Asca)

lunedì 31 agosto 2009

Coppa del Mondo di parapendio dal 1 al 12 Settembre a Poggio Bustone (Rieti).

Lunedì, 31 Agosto 2009.

Dal 1 al 12 settembre a Poggio Bustone (Rieti) si terrà la finale della Coppa del Mondo di parapendio (PWC), schierati i 130 migliori piloti delle 26 nazioni che hanno partecipato alle precedenti tappe in Brasile, Corea, Turchia, Francia e Croazia. In palio il titolo di campione del mondo del circuito World Cup. La conca retina è stata scelta per le eccellenti condizioni meteorologiche,adatte al volo in parapendio. Organizzata dalla associazione Alta Quota di Poggio Bustone con la collaborazione della Pro Loco e di Cornizzolo Eventi, il patrocinio del comune di Poggio Bustone, della provincia di Rieti e della regione Lazio, la manifestazione non nasconde l'obiettivo di fare del volo libero un'attività di richiamo turistico. Infatti la competizione creerà un notevole movimento di persone tra addetti ai lavori, piloti in gara ed appassionati che convergeranno in loco per assistere alla gara.

Cerimonia d'apertura il 1 settembre, ore 20, in piazza Emo Battisti a Poggio Bustone, presenti il sindaco Alberto Cerroni, per la provincia il presidente Fabio Melilli e l'assessore allo sport Francesco Tancredi, i consiglieri regionali Annamaria Massini, Antonio Cicchetti e Mario Perilli, l'onorevole Guglielmo Rositani ed il senatore Angelo Maria Cicolani. Sfilerà il complesso bandistico di Poggio Bustone, mentre nella vicina piazza Regina Elena sarà imbandito un buffet per circa 250 tra ospiti e piloti.

Meteo permettendo, si disputerà una manche al giorno per determinare la classifica finale: i piloti s'innalzeranno in cielo dal decollo di Monterosato per toccare punti salienti del territorio sabino, con percorsi di decine di km lungo la pedemontana reatina. Le correnti d'aria ascensionali saranno l'unico motore dei parapendio, silenzioso ed in perfetta sintonia con l'ambiente.

Particolare risalto avrà la giornata del 5 settembre, quando la carovana della PWC si trasferirà in Abruzzo per disputare una prova con decollo da Campo Imperatore e atterraggio ad Onna, il paese che il recente sisma ha reso tristemente noto.

Gustavo Vitali - Ufficio Stampa FIVL - Federazione Italiana Volo Libero
http://www.fivl.it - vitali.stampa (AT) fivl.it - 335 5852431
skype: gustavo.vitali

foto:
http://www.gustavovitali.it/pagine/comfivl/poggio-bustone-pwc-09.html

per informazioni sulla PWC A POGGIO BUSTONE contattare
Giorgio Sabbioni - 348.7934144 - giorgio.sabbioni (AT) tin.it
skype: gsabbio

altre informazioni ed immagini free per il download e la pubblicazione:
www.paraglidingcup.com - www.cornizzoloeventi.org

Sito ufficiale della Coppa del Mondo:
www.paraglidingworldcup.org

Tutti i nostri comunicati stampa all'indirizzo:
http://www.fivl.it/index.php/table/ultimi-editoriali/

Ritorno dalle vacanze.

Palermo, 31 Agosto 2009.

Care lettrici e cari lettori, buongiorno.

Dopo circa una settimana di assenza dal web ritorno, finalmente, a postare. Mi sono concesso un periodo di vacanze, nelle isole Pelagie. Sono ritornato questa notte a Palermo, dopo circa 10 ore di viaggio dalla stupenda isola di Lampedusa. Nei prossimi giorni pubblicherò le foto da me scattate a Lampedusa e a Linosa, due delle tre isole che formano l'arcipelago della Pelagie, molto più distanti dalla Sicilia che dal continente Africano.

Al ritorno in città ho avuto modo di constatare che la nostra amata Palermo è sempre afflitta dalle stesse problematiche: spazzatura ovunque, strade sporche, igiene ambientale carente.

Ho lasciato due perle del Mediterraneo alle mie spalle ed ho ancora in mente le splendide calette, il mare limpido e cristallino, la natura selvaggia ed incontaminata delle due isole da me visitate.

Il ritorno alla quotidianità è stato, devo ammetterlo, traumatico.

Al prossimo post. Saluti.

giovedì 20 agosto 2009

Si conclude con la tappa di Catania il Nokia Music Tour dal 19 al 23 Agosto 2009 presso La Cucaracha – Afrobar, via Presidente Kennedy, 47.

Salve, mi permetto di contattarla per una notizia che potrebbe interessare i suoi lettori.

Si conclude con la tappa di Catania il Nokia Music Tour che dal 22 luglio ha portato musica e divertimento su alcune delle più belle spiagge italiane.

Da mercoledi 19 a domenica 23 agosto presso La Cucaracha – Afrobar, via Presidente Kennedy, 47, sarà possibile ballare e registrare dei Car Wash Video, navigare e scoprire il Nokia Music Store, ma soprattutto partecipare all'estrazione del Nokia 5800 Comes With Music, il cellulare che consente di scaricare gratuitamente musica per un anno.

Ulteriori informazioni sul profilo Facebook http://www.facebook.com/nokiacomeswithmusic dove sono conservate le foto delle precedenti tappe del Nokia Music Tour.

Per qualsiasi approfondimento non esiti a contattarmi.


Vincenzo Cosenza
Responsabile Sede di Roma
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Ufo: Da sempre presenti nelle nostre esistenze.

Il fenomeno Ufo è stato riconosciuto come tale a partire dal lontano 24/6/47 quando, l’allora uomo d’affari Kenneth Arnold ,avvistò per la prima volta una formazione di nove oggetti volanti nell’ area del monte Rainier. Egli li definì come “…una serie di piatti o dischi lanciati sull’ acqua”.Tale evento-insieme a tutti quelli immediatamente seguenti- fecero si di catalizzare l’interesse dei mass-media USA –prima- e quelli del mondo intero –poi- sulla questione dei casi detti “ dischi volanti”. Nacque in tal modo il moderno fenomeno UFOs.
Ma, andando a ritroso nel tempo, a quanto risale, in realtà, il più antico resoconto testimoniale circa la presunta osservazione di corpi volanti e/o fenomeni aerei sconosciuti, e quindi degli antesignani dei più moderni UFOs, da parte di un essere umano ?
Ebbene, scorrendo le cronache della storia umana si può rilevare come, tali presunte osservazioni di OVNI, non abbiano una vera e propria “data di nascita”. Difatti c’è tutta una casistica pre- ufologica (anteriore al 1947), scoperta in seguito ad una vasta ricerca svolta a posteriori a livello internazionale, la quale dimostra la continuità e la presenza di un fenomeno aereo anomalo, assimilabile in tutto e per tutto a quello ufologico moderno, in tutte le epoche fino a risalire ai primordi della storia umana.

Fin dai tempi più remoti della storia dell'uomo i nostri simili hanno avuto l'esigenza di raccogliere e tramandare ai posteri in alcuni antichi testi testimonianze di fatti ed eventi strabilianti che non seppero spiegare con le conoscenze del loro tempo, ed afferenti fenomeni aerei e/o celesti a dir poco inquietanti, i quali ci fanno seriamente dubitare di essere soli nel silenzio dell’ Universo e corroborano sempre di più la tesi sostenuta dai teorici degli antichi astronauti. 

Vediamo qualche esempio in proposito:

Primo secolo a.C. L’Aramayana testo sacro dell’ antica India :
” Le macchine volanti Vimanas avevano forma sferica e navigavano nell’aria. Gli uomini all’ interno delle Vimanas potevano in tal modo percorrere grandi distanze in un tempo meravigliosamente breve”.

Primo secolo a.C. dai Manoscritti del Mar Morto :
” Uomini sono venuti sulla Terra ed altri uomini sono stati prelevati dalla Terra e portati in cielo”.

Ottavo secolo d.C. da una Nota al Margine della storia dei Longobardi di Paolo Biato:
”apparve una colonna molto luminosa in posizione verticale rispetto alla Terra, che discendendo, bruciò molte cose. Quindi ritornata in alto assunse forma circolare”.

Anno 839 dagli annali di Giuda :
” Per alcune notti si videro volare degli oggetti infuocati a forma di stella “.

Anno 1520 dalla Cronaca dei Fatti Prodigiosi diCorrado Licostene :
” Una trave ardente di orrenda grandezza fu vista in cielo, e la volta che si fu avvicinata alla terra, discendendo, bruciò molte cose! Quindi tornata in alto assunse forma circolare”.

” Furono visti piccoli e grandi cilindri volanti stazionare immobili nello spazio e dai quali fuoriuscivano delle sfere che si mostravano a velocità fantastiche”.

” Il 7 agosto verso l’alba si videro in aria molte grosse sfere nere le quali viaggiavano a grande velocità davanti al Sole e si dirigevano le una contro le altre come se si stessero combattendo”.

E’ mai possibile che in tutti questi casi, come in centinaia d’altri racconti di cronache storiche raccolti in tutto il mondo, possa trattarsi solo di “racconti fantastici” e di “deliri onirici di certi narratori”? 


La Bibbia

La Bibbia merita un discorso a parte, essendo un testo che presenta numerose chiavi di lettura riguardo a episodi che possono far pensare agli U.F.O., già presenti nei tempi remoti della storia.
Tra questi racconti c'è quello del profeta Elia che d'improvviso è affiancato da "un carro di fuoco e cavalli di fuoco... ed Elia salì in cielo nel turbine" (Antico Testamento, 2° Libro dei Re 2, 11-12).
Oltre al rapimento di Elia, la Bibbia dà altri indizi ufologici: “C'erano sulla Terra i Giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli” si legge nel libro della Genesi (6,4).
In un altro libro si parla di Mosè; a lui “l’angelo del Signore si manifestò in una fiamma di fuoco, in mezzo ad un roveto. Mosè osservò che il roveto era tutto una fiamma ardente, ma non si consumava” (Esodo 3, 2).
 Altri possibili riferimenti ad alieni e ad astronavi aliene sono presenti nei racconti biblici della visione di Ezechiele e di quella di Giacobbe. Si aggiungono al dubbio ufologico l’Arca dell’Alleanza e la distruzione di Sodoma e Gomorra.
Altro testo religioso, in cui si possono riscontrare eventuali riferimenti a fenomeni extraterrestri, è il Libro di Enoch, personaggio biblico di cui la stessa Bibbia, (almeno nella versione conosciuta da noi), ne parla sommariamente e brevemente nel Libro della Genesi 5, 21-24; anzi leggendo attentamente il versetto in questione si ha l'impressione che l'argomento trattato sia incompleto come se ne mancasse una parte.
Enoch, patriarca antidiluviano padre di Matusalemme, di lui nella Genesi si afferma che “camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso”, si precisa, cioè, che Enoch visse in stretto contatto con Dio o con i suoi rappresentanti celesti, e poi fu rapito e portato definitivamente da loro. Ciò significa che la vita di Enoch fu qualcosa di misterioso e di eccezionale, che è appunto raccontata nel libro di Enoch, il quale non è incluso ufficialmente nella Bibbia perché, come dice S. Agostino, il libro di Enoch era troppo antico per essere ammesso nel canone biblico, anche se non è più antico della maggior parte dei racconti che formano la Genesi della Bibbia ufficiale, tenendo presente anche il fatto che il libro di Enoch fu usato ufficialmente dalla dottrina cristiana fino al III secolo.
Il Libro di Enoch è, quindi, un testo apocrifo di origine giudaica la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C. Ci è pervenuto integralmente in una versione in lingua ge'ez (antica lingua dell'Etiopia), donde il nome Enoch etiope.
Al patriarca antidiluviano Enoch, secondo la Genesi bisnonno di Noè, la tradizione ebraico-cristiana ha riferito 3 distinti testi, nessuno dei quali accolti negli attuali canoni biblici ebraico o cristiano (invece accolto nella Bibbia della Chiesa Copta):

Gli studiosi sono sostanzialmente concordi nel vedere in esso il frutto di una rielaborazione conclusiva e armonizzante a partire da cinque testi precedenti autonomi.
Il numero 5 va probabilmente accostato ai componenti della Torah, col proposito del redattore finale di ricreare idealmente un nuovo pentateuco: per tale motivo si parla talvolta del Libro di Enoch come del Pentateuco di Enoch. Sebbene in passato vi siano state vivaci discussioni tra gli studiosi, grazie ai ritrovamenti di Qumran attualmente si può stabilire con certezza che la lingua originaria dei 5 testi autonomi era l'aramaico, la lingua semitica che vanta 3.000 anni di storia e che in passato fu lingua di culto religioso e lingua amministrativa di alunci imperi.
La prima sezione del Libro di Enoch, è indicata come il Libro dei Vigilanti – o Libro degli Angeli - (cc. 1-36). La seconda sezione è conosciuta come il Libro delle Parabole (cc. 37-71). La terza sezione è indicata come il Libro dell’Astronomia (cc. 72-82). La quarta sezione è il cosiddetto Libro dei Sogni (probabilmente coevo alla rivolta maccabaica - metà del II secolo a.C.).
La sottosezione del Libro dei Sogni, chiamata Apocalisse degli Animali (cc. 85-90), è da Leonhard Rost (autore del “Giudaismo di fuori del canone ebraico: Introduzione ai Documenti”) datata a fine II sec. a.C. - inizio I sec. a.C., mentre James C. VanderKam  (docente di Scritture ebraiche dell’Università di Harvard nel 1976) ipotizza per essa l'inizio del II secolo a.C. . La quinta sezione, la Lettera di Enoch (cc. 91-104), risale probabilmente alla prima metà del I secolo a.C.. La sottosezione chiamata Apocalisse delle Settimane, testimoniata come integra a Qumran (4Q212) ma spezzata nella redazione definitiva in 93,1-10; 91,11-17, è datata a inizio del II secolo a.C. La sezione conclusiva (cc. 105-108) viene talvolta indicata come Apocalisse di Noè. Compare nelle versioni copte ma non greche. Ne è stato ritrovato un frammento aramaico a Qumran (4Q204).
  

a) Il libro di Enoch.

L’intera opera non è altro che un resoconto particolareggiato dei viaggi che Enoch intraprese con esseri non di questo mondo che sono identificati con gli Angeli e con gli Arcangeli. Tuttavia, se dopo ogni viaggio Enoch ritornava sulla Terra, nell'ultimo viaggio egli rimase a vivere fra gli “Angeli”.
Inoltre, Enoch chiama Vigilanti sia gli angeli che hanno disubbidito, sia quelli al servizio di Dio, quindi per praticità chiameremo Vigilanti gli Angeli ribelli e Arcangeli quelli che li combattono, dato che i capi di questi ultimi sono chiamati con il nome attribuito agli Arcangeli.
Nel Libro degli Angeli s’inizia parlando di un gruppo di “Angeli” (forse duecento) detti Vigilanti, che scesero sulla Terra per generare dei figli con le donne umane. Dato che Enoch ci dice che dall’unione nacque una specie umanoide gigante, è lecito ritenere che gli “Angeli” abbiano fecondato artificialmente le donne terrestri, incrociando il DNA alieno con quello umano, generando così gli umanoidi Giganti di cui parla Enoch; non è possibile, infatti, che dall'unione fisica tra gli “Angeli” e i terrestri possa nascere qualcuno, né é possibile che esseri superiori, verosimilmente alieni, diversi dagli umani, siano attratti dalle donne umane (se erano simili a noi, non sarebbero stati generati umanoidi Giganti).
Enoch prosegue dicendo che questi “Angeli” diedero agli uomini diverse cognizioni scientifiche, ma posero anche i severi Giganti creati al comando della specie umana. Di conseguenza gli uomini non erano contenti e non erano contenti nemmeno gli “Arcangeli” che erano posti a tutela del genere umano i quali, consultatisi con una specie a loro superiore, decisero di porre fine alle ingiustizie causate dai Vigilanti e dagli ibridi da loro creati.
È da far notare che gli Arcangeli sono visti da Enoch come degli esseri non di questo mondo posti alla tutela dello sviluppo della civiltà umana, legati e/o vincolati al concetto filosofico del libero arbitrio e del non intervento diretto.
 Essi, si arguisce dalla lettura delle varie sezioni di cui si compone il Libro di Enoch, si erano molto adirati con i Vigilanti per via degli insegnamenti scientifici che avevano elargito agli esseri umani. I Vigilanti, invece, sono descritti da Enoch come esseri non appartenenti a questo mondo, posti alla tutela dello sviluppo umano.
I Vigilanti, secondo Enoch, hanno una visione diversa di quella dagli esseri indicati come Arcangeli (non-interventisti) e decidono, autonomamente, di attuare una politica d’intervento diretto e di miglioramento della razza umana tramite la creazione di ibridi appositamente studiati.
È ovvio il fatto che gli Arcangeli siano degli alieni posti a tutela di un progetto di sviluppo di una razza intelligente sulla Terra, ed è anche ovvio il fatto che i Vigilanti siano una specie aliena distinta dalle altre, quindi senza un obbligo di ubbidienza o di sudditanza diretto.
I Vigilanti pare che agirono indisturbati per molto tempo, in contrasto con le altre entità “aliene”. I provvedimenti che furono adottati contro di loro sono quelli di un annientamento totale di una specie aliena. Enoch ci racconta quali furono le decisioni che presero gli Arcangeli contro i Vigilanti e contro la specie ibrida da loro creata.
In particolare, Enoch racconta che gli Arcangeli decisero di eliminare i Giganti dalla faccia della Terra stabilendo, inizialmente, che essi si decimassero combattendo fra loro, per poi finirli con un diluvio immane.
Contro i Vigilanti si decise, invece, di renderli inoffensivi e poi di imprigionarli. Enoch ci racconta e ci precisa che gli Arcangeli lo incaricarono di comunicare ai Vigilanti ribelli la condanna emessa nei loro confronti.
È da notare che Enoch specifica che i Vigilanti provengano dal cielo, e quindi dallo spazio; così com’è da notare che Enoch incontrò i Vigilanti ribelli, a cui avrebbe dovuto comunicare la condanna emessa dagli Arcangeli nei loro confronti, dopo averli riuniti fisicamente. Si presume, quindi, che i Vigilanti siano degli esseri alieni, perché sono fisici e perché non sono di questo pianeta.

b) Il lungo viaggio.

Enoch prosegue nella narrazione di questi eventi fantastici di cui fu protagonista affermando che entrò in un veicolo volante dall’aspetto di una nuvola (cioè una classica antica descrizione di una astronave aliena) che lo portò in un luogo non meglio precisato dello spazio, poiché Enoch ci dice che quando entrò nella nuvola iniziò a volare e vide passare davanti a sé velocemente l’atmosfera e le stelle finché giunse in una specie di base aliena. A questo punto Enoch vide una struttura artificiale aliena composta di materiali a lui sconosciuti, e ovviamente egli vide anche degli elementi tecnologici alieni che non seppe descrivere e dei quali ebbe molto timore.
Enoch ci descrive la struttura aliena come fatta di un materiale sconosciuto da lui chiamato “cristallo”, ma che dovrebbe corrispondere ad una lega lucente di metallo con elementi di vetro.
Poi Enoch ci descrive delle “lingue di fuoco”, verosimilmente delle luci artificiali poste fuori e dentro la struttura.  A suo dire, sia il pavimento, sia le pareti, erano di “cristallo”, mentre il soffitto ce lo descrive composto da stelle e folgori con cherubini infuocati in mezzo, probabilmente altro non era che una specie di corridoio con una luce a forma di linea continua che attraversava il soffitto, oppure era una specie di hangar con le astronavi luminose che passavano sopra la testa di Enoch. Infatti, Enoch precisa che il sistema d’illuminazione era particolare; le pareti e le porte ardevano in fiamme, cioè emanavano una specie di luce che auto-illuminava il tutto. Questa particolare forma d’illuminazione è stata descritta anche da diverse persone che affermano di essere state rapite dagli alieni. Una volta entrato nella “casa di cristallo”, Enoch fu portato in una seconda “casa” tutta luminosa, che però è descritta come una specie di enorme astronave aliena luminosa, di cui Enoch vide anche l’interno.
Egli ci descrive, a parole sue, quello che sembra il meccanismo di propulsione dell’astronave, avente una specie di grande turbina o un reattore alla cui estremità superiore era luminoso e con una sfera lucente intorno.
 È ragionevole pensare che fosse una parte del meccanismo di propulsione, perché Enoch ci dice che quando diventava  luminoso nessun angelo vi si poteva avvicinare, forse per via di particolari radiazioni emesse. È inutile aggiungere che la luminosità degli U.F.O. è una delle loro caratteristiche principali.
In seguito Enoch è portato in un luogo lontano passando tra oggetti enormi che descrive come frecce di fuoco con la loro faretra, arco di fuoco, spada di fuoco, folgori, cioè astronavi aliene luminose dalle forme più varie, ma per lo più a forma di sigaro.
Poi viaggia a grandi altezze sulla Terra o su un altro pianeta dall’aspetto assai simile, poiché ci racconta che sorvolò prima delle catene montuose, poi degli oceani e poi vide la Terra dallo spazio e le stelle che sono visibili nell'abisso, cioè lo spazio siderale.
Il viaggio prosegue. Enoch raggiunse poi una struttura luminosa enorme, dove vide un luogo di là della grande Terra dove i cieli finiscono, cioè lo spazio profondo una volta allontanatici dalla Terra.
Enoch successivamente ci racconta che fu portato in un abisso con numerose colonne di fuoco cadute, cioè in una parte dello spazio dove era stata relegata la flotta spaziale dei Vigilanti ribelli, formata quindi dalle luminose astronavi madre a forma di sigaro, poiché tali astronavi sono sempre state descritte in passato come colonne di fuoco, giacché ne sono molto simili.
Enoch descrive questo luogo come una parte remota dello spazio, poiché non s’intravedevano stelle, non vi erano nè Terra né acqua sotto i suoi piedi, e perché non vi erano forme di vita animale.
A Enoch fu detto che questo luogo era una prigione per le stelle e per l’esercito del cielo, cioè una prigione militare in cui sono relegati tutti i tipi di “Angeli” ribelli ed anche le loro astronavi. Poi ad Enoch è mostrata un'altra prigione, dove vi erano ancora delle astronavi luminose che egli chiama “stelle che trasgredirono”, sempre nello spazio profondo, perché Enoch descrive il luogo come un posto dove non vi era nulla, con nessun cielo sopra e neppure terra sotto, un luogo, a suo dire, orrido e deserto.
 Una terza prigione degli “Angeli” invece si presenta a Enoch come un enorme deposito di grandi colonne di fuoco cadute, cioè astronavi madri luminose a forma di sigaro.
È interessante notare come alcuni studiosi pensino che queste prigioni possano trovarsi vicino alla costellazione di Orione. Poi Enoch è portato in determinati luoghi, forse sulla Terra, dove Enoch vede delle enormi basi degli “Angeli”, e poi è condotto nel sottosuolo in una misteriosa base sotterranea.
Incomincia ora un altro viaggio di Enoch, dove egli ammira le cose della Terra viste dall’alto, fino a giungere in orbita, dove un arcangelo gli fa una lezione di astronomia; finita questa, il viaggio riprende, ed Enoch vede delle “porte del cielo” attraverso le quali passano le “stelle del cielo”, forse dei portali attraverso cui arrivano nel nostro mondo astronavi aliene luminose che sembrano stelle, cosa possibile perché Enoch descrive spesso oggetti luminosi in movimento come “stelle”.

c) Il secondo viaggio.

Si sussegue poi tutta una serie di “visioni” e di “parabole” che sono mostrate a Enoch dopo che è stato rapito da una “nuvola” e portato in cielo. Enoch vede dimore celesti di vario tipo e vari tipi di entità, ma la cosa più enigmatica che Enoch vede sono alcune “stelle” che salgano, diventano folgori e non possono più abbandonare la loro nuova forma, cioè un processo che sembra la descrizione di un decollo di un U.F.O. di tipo luminoso. Dopo una serie di oscure visioni apocalittiche, ad Enoch furono mostrati i segreti dei “luminari” e delle “folgori lampeggianti”, descrizione spesso usata nel corso della storia per descrivere gli U.F.O. luminosi di tipo lampeggiante.
  
d) L’ultimo viaggio.

Poi Enoch fu rapito e salì in cielo. Lì vide i “figli dei santi angeli” camminare su “fiamme di fuoco” con un vestito bianco lucido, cioè vide degli esseri alieni che viaggiavano su astronavi luminose, vestiti con la tuta bianca lucida che spesso è descritta dalle persone rapite dagli alieni. Inoltre Enoch, arrivato in orbita, vide un luogo da cui uscivano stelle e luminari, cioè un hangar di astronavi aliene luminose.
Dopo di ciò Enoch fu portato molto lontano, dove vivevano gli “Angeli”, quindi forse su un altro pianeta, dove vide anche un edificio di pietre di cristallo con lingue di fuoco vivente intorno, cioè nient’altro che l’ennesimo edificio alieno, e vi si stabilì per sempre.

e) I Giganti e il diluvio.

Quello che viene più volte ripetuto nel libro è che si fosse deciso di distruggere la civiltà dei Giganti ibridi facendo in modo combattessero tra di loro e poi scomparissero in seguito ad un diluvio provocato forse dalle stesse armi da loro usate. Infatti, nel libro di Enoch è ripetutamente specificato che essi erano una creazione prediletta di esseri non di questo pianeta (i Vigilanti) e avevano conoscenze scientifiche avanzate che avevano appreso dai loro creatori, e dei mezzi tecnologicamente avanzati, se si considera che in pochissimo tempo i Giganti dominarono gli esseri umani.
Proprio l’uso di un’arma aliena deve aver portato al cataclisma globale che fece sprofondare le loro città, probabilmente provocato dall'uso continuo delle loro armi o di una sola terribile arma che portarono all’inclinazione dell’asse terrestre, e quindi ai relativi grandi sconvolgimenti. Infatti, Enoch quando parla del Diluvio e di Noè, afferma che quando venne il diluvio e gli altri cataclismi “la Terra si era inclinata” e che dopo il diluvio, la Terra era mutata rispetto a prima.
 La cosa va a coincidere anche con gli scritti di Platone (filosofo greco) il quale afferma che s’inclinò l’asse terrestre e ciò portò a vari sconvolgimenti, tra cui il diluvio biblico.
Quindi la fine della civiltà dei Giganti nel libro di Enoch sembra ricalcare alla perfezione le leggende della fine delle antiche civiltà di Atlantide, Mu e Lemuria, e della razza superiore che li abitava, una fine che, secondo alcuni ricercatori, sembra sia avvenuta 12.500 anni fa.

f) Collegamenti storici.

Il libro di Enoch non è altro che la versione biblica di un testo Sumero nel quale il protagonista è chiamato col soprannome Enmeduranki, che significa "Maestro nell’unione fra cielo e Terra".
Ciò non è strano, poiché molti studiosi ritengono che la Genesi della Bibbia sia la copia dell’antichissima “Storia Fenicia” di Sanchoniathon, e che la stessa Genesi biblica sia un adattamento successivo di quella Sumerica. Inoltre, storie simili sono presenti in molte tradizioni e religioni antichissime, come nei Veda, i testi sacri dell’antica cultura indiana.
Quindi il libro di Enoch è una delle testimonianze importanti del contatto di un uomo con specie non di questo mondo, questa volta, però la veridicità della storia è supportata dalle varie citazioni di riferimento della Bibbia, che vanno dalla Genesi all'Apocalisse di San Giovanni, e le citazioni di vari Santi che rendono tale testo meno apocrifo e più ufficiale che mai.
L’esistenza di U.F.O., di alieni, di esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre cose misteriose, è perfettamente compatibile con la dottrina cristiana e, più generalmente, con Dio. Ma non bisogna dimenticare che da sempre l’uomo interpreta i testi sacri, credendo spesso in cose non vere perché l’uomo non ha saputo interpretare i testi sacri.
 Effettivamente è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e questo lo sapevano pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una lettera agli Ebrei parla di mondi (abitati) creati dalla manifestazione (il verbo) di Dio.
Dunque gli U.F.O. potrebbero essere un fenomeno senza tempo! Ma se così fosse, come e quanto ha influito questa presenza nello svolgimento della storia umana?
Una risposta quanto meno indicativa circa il tempo di influenza che tale fenomeno legato agli O.V.N.I ha prodotto sulla cultura umana, la possiamo ricavare attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici noti come “OOPARTS” e nella così detta “ARCHEOLOGIA SPAZIALE” .
Termini questi con cui si usa contraddistinguere tutta quella serie di reperti archeologici anomali, in altre parole riconducibili a un bagaglio di conoscenze e tecnologie allogene ossia portate alle popolazioni terrestri da culture e/o visitatori alieni.
Naturalmente per gran parte di noi – oggi - tali affermazioni potrebbero essere inquietanti e inaccettabili. Questo lo si può desumere proprio grazie ad alcuni studi, come ad esempio il ”Brookings Report“ realizzato per conto della NASA nel 1961.
La NASA chiese all'istituto Brookings di analizzare gli effetti sociali, politici ed economici derivati dalla scoperta e conseguente “contatto” con civiltà intelligenti extraterrestri. Lo studio dell’istituto Brookings rende evidente come nel corso della storia umana, varie culture si erano estinte per essersi dovute confrontare con civiltà tecnologicamente più avanzate e culturalmente superiori.
Sappiamo quindi che un possibile contatto con civiltà extraterrestri – per noi terrestri - avrebbe un impatto sociologico, religioso e politico veramente traumatico e rivoluzionario.
Questo proprio perché l’uomo, convinto della sua unicità, non ha prestato quella dovuta attenzione ai testi sacri, sculture e pitture sparse in tutto il mondo, portandosi così ad avere una chiusura mentale verso certe tematiche che potrebbero rivoluzionare lo Status Quo dell’intera società umana.
 L’archeologia spaziale ci induce quindi ad accettare un’interpretazione più aderente a una realtà storica degli eventi umani portandoci così, non a creare una nuova religione, ma ad avviare un nuovo processo di reinterpretazione del nostro passato, fino a rendere accettabile l’idea che, fin dall'alba dei tempi, non siamo mai stati soli nel silenzio dell’Universo.



Fonte:
http://www.acam.it/
http://www.elisabistocchi.com/
http://www.alieniemisteri.altervista.org/

martedì 18 agosto 2009

L'ufo della foresta di Rendlesham


(Fonte:http://www.ansuitalia.it/)
L’avvistamento, o incontro ravvicinato, avvenuto nella foresta di Rendlesham negli ultimi giorni di dicembre del 1980 occupa certamente un posto di rilievo fra gli avvistamenti di ufo più importanti. La mattina del 26 Dicembre 1980 furono rinvenute nella foresta prove inconfutabili del passaggio di un ufo la notte precedente: le cime degli alberi risultavano falciate, nel terreno furono trovati tre fori disposti a triangolo, a conferma della posizione dei sostegni visti sotto l’ufo la notte precedente, e infine all’alba di quella notte un aereo ricognitore A-10 sorvolando il luogo del presunto atterraggio registrò radiazioni infrarosse provenienti dalla foresta. Due giorni dopo, precisamente la sera del 27 Dicembre, durante la festa degli ufficiali nella vicina base militare di Bentwaters, irruppe il comandante di sorveglianza di quella notte, il tenente B. Englund, il quale, interrompendo il comandante, che stava per cominciare il tradizionale discorso a conclusione della cena, gli comunicò che la “cosa” era tornata. Il comandante immediatamente incaricò il suo vice, Charles Halt, di organizzare una squadra di perlustrazione, e inoltrarsi nel bosco per verificare l’accaduto. Il comandante Halt, organizzò una squadra, dotata anche di un contatore Geiger per rilevare eventuali radiazioni, e predispose anche un cordone di sicurezza intorno al bosco per impedire l’accesso ad eventuali curiosi o “buontemponi, e controllare anche eventuali uscite dal bosco. La perlustrazione fu complicata dal “misterioso” malfunzionamento delle torce, inoltre le comunicazioni radio furono rese impossibili da interferenze statiche, e inoltre, come si evince dal resoconto istantaneo che il comandante Halt ha effettuato quella notte con un registratore, nell’approssimarsi al probabile punto di impatto dell’Ufo , pur non vedendo ancora nulla di anomalo, il contatore Geiger registrava livelli di radiazioni anomali, e un rilevatore infrarossi, in dotazione alla squadra rilevò “calore o una qualche forma di energia”. Ma tutto questo era soltanto il preludio a ciò che stava per accadere e a cui la squadra di perlustrazione quella notte avrebbe assistito.Dopo pochi minuti si cominciarono a sentire strani rumori e all’1 e 48 del mattino l’ufo fu localizzato da un gruppo della squadra che si era addentrato nella foresta, composta fra gli altri da J. Burroughs e dal sergente A. Bustina. Quando la squadra di ricognizione si ricompatto il comandante Halt cominciò a registrare le sue impressioni:” non c’è alcun dubbio, c’è una strana luce rossastra che lampeggia davanti a noi”. La luce a mano a mano si ingrandiva, la squadra di perlustrazione continuò ad avanzare nel bosco verso la luce stessa, ma dopo un po’ di quella luce non vi fu più traccia. Dopo più di un’ora, e precisamente alle 3 e 15, la squadra avvistò un oggetto, all’improvviso quest’oggetto schizzò verso il cielo e dopo alcuni istanti questo fu il commento del comandante Hult:” stiamo osservando qualcosa che appare come un raggio di luce che scende verso terra, è una cosa incredibile”. Poco più tardi le luci misteriose furono avvistate anche in prossimità della base, fasci di luce simili a raggi laser brillavano a terra oltre il perimetro del recinto. Centinaia di persone poterono assistere all’evento, fra cui molti abitanti del posto. L’episodio è stato oggetto di diverse interpretazioni, ma due hanno maggior riscontro fra gli esperti: la prima che si trattasse di un’astronave guidata da extraterrestri, anche se nulla ha lasciato intendere che fosse guidata da forme di vita intelligente; la seconda, un po’ più ardita, sostiene che può essersi trattato di una forma di energia, o ufo naturale, a noi sconosciuta che può essere giunta nel nostro mondo attraverso una frattura nella struttura quantica della materia, e quindi questi alieni verrebbero da una realtà parallela.Lasciando il campo delle interpretazioni e tornando alla nuda cronaca, c’è da dire che esiste un rapporto ufficiale del comandante Hult, il quale ha avuto in seguito una brillante carriera, nel quale sono descritti i due incontri ravvicinati e le prove del passaggio del misterioso fenomeno. Inoltre il caso della foresta di Rendlesham è considerato all’interno del pentagono, in via naturalmente del tutto riservata, una delle prove più significative del fatto che non siamo soli nell’universo.



fonte:
http://www.4400.it/ufo-la-foresta-di-rendlesham.php

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