Sicilia bedda e amata,cantata e disprizzata...

  • A proposito degli alieni....

    Il saggio dal titolo "A proposito degli alieni....", di Francesco Toscano e Enrico Messina

    Sinossi: Fin dalla preistoria ci sono tracce evidenti del passaggio e dell’incontro tra esseri extraterrestri ed esseri umani. Da quando l’uomo è sulla Terra, per tutto il suo percorso evolutivo, passando dalle prime grandi civiltà, all’era moderna, sino ai giorni nostri, è stato sempre accompagnato da una presenza aliena. Lo dicono i fatti: nei reperti archeologici, nelle incisioni sulle rocce (sin qui rinvenute), nelle sculture, nei dipinti, in ciò che rimane degli antichi testi, sino ad arrivare alle prime foto e filmati oltre alle innumerevoli prove che oggi con le moderne tecnologie si raccolgono. Gli alieni ci sono sempre stati, forse già prima della comparsa del genere umano, e forse sono loro che ci hanno creato.

  • Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.

    Il saggio dal titolo "Gli antichi astronauti: dèi per il mondo antico, alieni per quello moderno.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Milioni di persone in tutto il mondo credono che in passato siamo stati visitati da esseri extraterrestri. E se fosse vero? Questo libro nasce proprio per questo motivo, cercare di dare una risposta, qualora ve ne fosse ancora bisogno, al quesito anzidetto. L`archeologia spaziale, o archeologia misteriosa, è definibile come la ricerca delle tracce, sotto forma di particolari reperti archeologici o delle testimonianze tramandate nel corso dei millenni, di presunti sbarchi sulla Terra di visitatori extraterrestri avvenuti all’alba della nostra civiltà.

  • Condannato senza possibilità d'appello

    Il romanzo breve dal titolo "Condannato senza possibilità d'appello.", di Francesco Toscano

    Sinossi: Le concezioni primitive intorno all`anima sono concordi nel considerare questa come indipendente nella sua esistenza dal corpo. Dopo la morte, sia che l`anima seguiti a esistere per sé senza alcun corpo o sia che entri di nuovo in un altro corpo di uomo o d`animale o di pianta e perfino di una sostanza inorganica, seguirà sempre il volere di Dio; cioè il volere dell’Eterno di consentire alle anime, da lui generate e create, di trascendere la vita materiale e innalzarsi ad un piano più alto dell’esistenza, imparando, pian piano, a comprendere il divino e tutto ciò che è ad esso riconducibile.

  • L'infanzia violata, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "L'infanzia violata", di Francesco Toscano

    Sinossi: Dovrebbero andare a scuola, giocare, fantasticare, cantare, essere allegri e vivere un'infanzia felice. Invece, almeno 300 milioni di bambini nel mondo sono costretti a lavorare e spesso a prostituirsi, a subire violenze a fare la guerra. E tutto ciò in aperta violazione delle leggi, dei regolamenti, delle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La turpe problematica non è lontana dalla vostra quotidianità: è vicina al luogo in cui vivete, lavorate, crescete i vostri bambini. Ad ogni angolo dei quartieri delle città, dei paesi d'Italia, è possibile trovare un'infanzia rubata, un'infanzia violata.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei "ru viddrani", Don Ciccio, "u pastranu", capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un'acredine che amplifica l'entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea Romanescu, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il fantasy dal titolo "E un giorno mi svegliai", di Francesco Toscano

    Sinossi: "E un giorno mi svegliai" è un fantasy. Il personaggio principale del libro, Salvatore Cuzzuperi, è un impiegato residente nella provincia di Palermo che rimane vittima di un'esperienza di abduction. Il Cuzzuperi vivrà l'esperienza paranormale del suo rapimento da parte degli alieni lontano anni luce dal pianeta Terra e si troverà coinvolto nell'aspra e millenaria lotta tra gli Anunnaki, i Malachim loro sudditi, e i Rettiliani, degli alieni aventi la forma fisica di una lucertola evoluta. I Rettiliani, scoprirà il Cuzzuperi, cercano di impossessarsi degli esseri umani perché dotati di Anima, questa forma di energia ancestrale e divina, riconducibile al Dio Creatore dell'Universo, in grado di ridare la vita ad alcune specie aliene dotate di un Dna simile a quello dell'uomo, fra cui gli stessi Rettiliani e gli Anunnaki. Il Cuzzuperi perderà pian piano la sua umanità divenendo un Igigi ammesso a cibarsi delle conoscenze degli "antichi dèi", ed infine, accolto come un nuovo membro della "fratellanza cosmica".

  • I ru viddrani, di Francesco Toscano

    Il romanzo giallo dal titolo "I ru viddrani", di Francesco Toscano

    Sinossi: Non è semplice per un vecchietto agrigentino rientrare in possesso del suo piccolo tesoro, che consta di svariati grammi di oro e di argento, che la sua badante rumena gli ha rubato prima di fuggire con il suo amante; egli pensa, allora, di rivolgersi a due anziani suoi compaesani che sa essere in buoni rapporti con il capo mafia del paesino rurale ove vive, per poter rientrare in possesso del maltolto. A seguito della mediazione dei “ru viddrani”, Don Ciccio, “ù pastranu”, capo mafia della consorteria mafiosa di Punta Calura, che ha preso a cuore la vicenda umana di Domenico Sinatra, incarica i suoi sodali di mettersi sulle tracce della ladruncola e di far in modo che ella restituisca la refurtiva all`anziano uomo. Qualcosa, però, va storto e fra le parti in causa si acuisce un’acredine che amplifica l’entità del furto commesso, tanto che nel giro di pochi anni si arriva all`assassinio di Ingrid Doroteea ROMANESCU, la badante rumena resasi autrice del furto in questione.

  • Naufraghi nello spazio profondo, di Francesco Toscano

    Il romanzo di fantascienza dal titolo "Naufraghi nello spazio profondo ", di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza.

  • Malacarne, di Francesco Toscano

    Libro/E-book: Malacarne, di Francesco Toscano

    Sinossi: Nella primavera dell'anno 2021 a Palermo, quando la pandemia dovuta al diffondersi del virus denominato Covid-19 sembrerebbe essere stata sconfitta dalla scienza, malgrado i milioni di morti causati in tutto il mondo, un giovane, cresciuto ai margini della società, intraneo alla famiglia mafiosa di Palermo - Borgo Vecchio, decide, malgrado il suo solenne giuramento di fedeltà a Cosa Nostra, di vuotare il sacco e di pentirsi dei crimini commessi, così da consentire alla magistratura inquirente di assicurare alla giustizia oltre sessanta tra capi e gregari dei mandamenti mafiosi di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria Gesù. Mentre Francesco Salvatore Magrì, inteso Turiddu, decide di collaborare con la Giustizia, ormai stanco della sua miserevole vita, qualcun altro dall'altra parte della Sicilia, che da anni ha votato la sua vita alla Legalità e alla Giustizia, a costo di sacrificare sé stesso e gli affetti più cari, si organizza e profonde il massimo dell'impegno affinché lo Stato, a cui ha giurato fedeltà perenne, possa continuare a regnare sovrano e i cittadini possano vivere liberi dalle prevaricazioni mafiose. Così, in un turbinio di emozioni e di passioni si intrecciano le vite di numerosi criminali, dei veri e propri Malacarne, e quella dei Carabinieri del Reparto Operativo dei Comandi Provinciali di Palermo e Reggio di Calabria che, da tanti anni ormai, cercano di disarticolare le compagini mafiose operanti in quei territori. Una storia umana quella di Turiddu Magrì che ha dell'incredibile: prima rapinatore, poi barbone e mendicante, e infine, dopo essere stato "punciutu" e affiliato a Cosa Nostra palermitana, il grimaldello nelle mani della Procura della Repubblica di Palermo grazie al quale potere scardinare gran parte di quell'organizzazione criminale in cui il giovane aveva sin a quel momento vissuto e operato.

  • NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA , di Francesco Toscano

    Libro/E-book: NAUFRAGHI NELLO SPAZIO PROFONDO : I 12 MARZIANI, GLI ULTIMI SUPERSTITI DELLA SPECIE UMANA,di Francesco Toscano

    Sinossi: In un futuro distopico l’umanità, all’apice della sua evoluzione e prossima all’estinzione, sarà costretta, inevitabilmente, a lasciare la Terra, la nostra culla cosmica, alla ricerca di un pianeta alieno in cui poter vivere, sfruttando le conoscenze del suo tempo. Inizia così l’avventura del giovane Joseph MIGLIORINI, di professione ingegnere, e di altri giovani terrestri, un medico, un geologo, un ingegnere edile, che, da lì a poco, a bordo di una navetta spaziale allestita dal loro Governo, sarebbero stati costretti a raggiungere il pianeta Marte, il “nostro vicino cosmico”, al fine di atterrare nei pressi del suo polo nord ove, anni prima, dei robot costruttori avevano realizzato una stazione spaziale permanente, denominata “New Millenium”; tutto questo affinché parte dell’umanità sopravvissuta agli eventi nefasti e apocalittici potesse prosperare su quella landa desolata, tanto ostile alla vita in genere, giacché ritenuta unico habitat possibile e fruibile ai pochi sopravvissuti e alla loro discendenza. Nel giro di pochi anni, pur tuttavia, a differenza di quanto auspicatosi dagli scienziati che avevano ideato e progettato la missione Marte, l’ingegnere MIGLIORINI e la sua progenie sarebbero rimasti coinvolti in un’aspra e decennale guerra combattuta da alcuni coloni di stanza sul pianeta Marte e da altri di stanza sulla superficie polverosa della nostra Luna, per l’approvvigionamento delle ultime materie prime sino ad allora rimaste, oltre che per l’accaparramento del combustibile, costituito da materia esotica e non più fossile, di cui si alimentavano i motori per viaggi a velocità superluminale delle loro superbe astronavi; ciò al fine di ridurre le distanze siderali dello spazio profondo e al fine di generare la contrazione dello spazio-tempo per la formazione di wormhole, ovvero dei cunicoli gravitazionali, che avrebbero consentito loro di percorrere le enormi distanze interstellari in un batter di ciglia...






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martedì 20 settembre 2011

Affitti on line, in aumento le richieste delle assicurazioni.


20 Settembre 2011.

De Angelis, Affitto Assicurato: «Con la crescente richiesta sul web,anche le attività assicurative stanno puntando sui social network per ampliare il portafogli clienti»

Non solo agenzie immobiliari che mettono in vendita o in affitto appartamenti. Il web si è aperto anche alle polizze assicurative. O meglio, i social network hanno aperto nuove frontiere di business. Lo dice Claudio De Angelis, responsabile di Affitto Assicurato, una garanzia di affitti nata per tutelare a 360 gradi i proprietari degli immobili che, da meno di un anno, ha aperto un proprio profilo sul social network per eccellenza: Facebook. «Essere presenti con il proprio sito internet (www.affittoassicurato.com) non è più sufficiente -dice-, soprattutto tenendo conto del fatto che per il 70% degli utenti, oggi, il web è Facebook. Può apparire banale, ma creare una rete nella rete, soprattutto per prodotti assicurativi, è fondamentale, soprattutto in un momento storico come quello attuale in cui il potere d'acquisto degli italiani è sempre più levigato e gli affitti si stanno ritagliando nuove frontiere contro una crisi degli acquisti di immobili». In soldoni, nell'arco di un anno le agenzie immobiliari che propongono la formula assicurativa hanno aumentato le proprie potenzialità del 20 per cento: «Tutte le agenzie immobiliari con cui collaboriamo -prosegue De Angelis- hanno visto una crescita nella propria capacità di affittare gli immobili del 20% grazie al nostro prodotto ». Attenzione, perché le assicurazioni non vengono proposte direttamente ai locatari, ma alle agenzie che, in seguito, le inseriscono nei contratti proposti ai proprietari di immobili. Da qui, l'importanza di creare una rete nella rete, proprio grazie ai social network: «Facebook è naturalmente il più famoso e conosciuto -prosegue De Angelis- ed era inevitabile iniziare da lì, ma stiamo studiando progetti che ci portino anche su altri network al momento meno frequentati».
Considerando il fatto che l'ultima indagine Nielsen sull'utilizzo del web dei cittadini americani ha portato alla luce che un quarto del tempo speso on-line viene proprio investito nella frequentazione di social network (per un totale di 53 miliardi di minuti spesi nel solo mese di maggio) e considerato che quanto accade al di là dell'Oceano tende a raggiungere le sponde italiane nell'arco di quattro/sei mesi, è presto fatto il calcolo di business che ruota attorno alle assicurazioni on-line di posizionarsi sui social network: «C'è anche da considerare che affittare una casa on-line porta con se un aspetto non secondario: il contatto diretto. On-line questo viene meno, ecco perché molte agenzie che lavorano solamente sul web si affidano alle polizze assicurative. Perché è più sicuro, sia per loro che per i propri clienti». L'obiettivo è quello di creare una rete di "amici" (nel caso di Facebook) nel quale sono fondamentali il passaparola e la credibilità degli iscritti. L'ultima indagine del portale Immobiliare.it ha portato alla luce che il 21 per cento di chi ricerca un appartamento in vendita o in affitto lo fa affidandosi al web. E il web, come detto, per la stragrande maggioranza degli utenti italiani, si chiama Facebook. Certo, da un lato ci vorrebbe una maggiore maturità nell'utilizzo della Rete da parte degli internauti italiani, ma di fronte a una situazione di questo genere, bisogna attrezzarsi: «La Rete ha la peculiarità di verificare immediatamente il valore e la qualità del lavoro di chi decide di affidarsi al web per i propri affari. Con Facebook questo controllo è ancora più deciso e meticoloso perché raggiungi gli utenti solo se ne hai effettivamente le caratteristiche. I banner pubblicitari servono moltissimo, ma chi sbaglia viene immediatamente smascherato. E per le assicurazioni la reputazione è tutto».


Fonte:

Ufficio stampa: Eo Ipso- Info: Stefano Morelli – Cell. 335.5920810 – Mail. smorelli@eoipso.it

lunedì 19 settembre 2011

“2012, la fine o l’inizio di un nuovo Mondo?”


(Fonte: Dalla rete)


19 Settembre 2011.

A novembre il I° Convegno Nazionale dedicato agli Enigmi, i Misteri, l’Ufologia, i Contatti Extraterrestri, i Complotti, i Viaggi Spirituali, la Storia e la Filosofia Alternativa.

"Noè costruì un Arca per salvaguardare tutte le creature della Terra dal Diluvio Universale, noi, invece, realizzeremo un Arca per diffondere un bene prezioso, la conoscenza." Il progetto: con questo motto inizia una grande avventura di divulgazione, che mira alla creazione e all’organizzazione di importanti convegni e conferenze dove la conoscenza di particolari tematiche, diventi alla portata di tutti. Attualmente stiamo lavorando e progettando un Tour di Conferenze (Progetto A.R.C.A., acronimo delle parole Armonia, Ricerca, Conoscenza, Alieni) che farà tappa nelle più importanti città italiane (Firenze, Roma, Torino, Napoli, etc.), con relatori illustri e che parleranno di: archeomisteri, spiritualità, abductions, etc. Le finalità: ogni appuntamento sarà strutturato in modo da permettere a tutti i presenti di poter partecipare attivamente attraverso incontri, interventi in prima persona con domande ai vari protagonisti relatori, in modo da aprire un canale preferenziale e diretto per cercare le proprie risposte. Sarà dato spazio, inoltre, alla divulgazione di prodotti multimediali ed editoriali, soprattutto libri, per una maggiore diffusione della conoscenza e ad un uso di varie discipline culturali in modo da espandere i propri orizzonti verso nuove mete. I relatori: protagonisti della scena alternativa ufologica, culturale, filosofica e artistica si avvicenderanno nei vari appuntamenti in programma tra il 2011 e il 2012. Largo spazio sarà dato ai giovani ricercatori, coloro che sono chiamati a scrivere nuove pagine della nostra storia futura sui tanti misteri che ancora aleggiano sull’umanità e il pianeta in cui viviamo. Personalità di primo piano e che, attraverso la loro particolare visione del mondo, ci accompagneranno in affascinanti viaggi oltre l’umana comprensione. Il convegno: il primo di questi appuntamenti è fissato per il prossimo autunno 2011, sabato 19 e domenica 20 novembre, quando nel fiorentino si inaugurerà “2012, la fine o l’inizio di un nuovo Mondo?”, il primo convegno nazionale dedicato agli enigmi, i misteri, l’ufologia, i contatti extraterrestri e la filosofia alternativa. Relatori di tutto rispetto ci accompagneranno all’interno di ricerche e studi ai confini della realtà in una intera e intensa giornata di appuntamenti: Paolo Fattorini, Mauro Biglino, Enrica Perucchietti, Umberto Visani, Maurizio Rucco, Davide Serra, Gianluca Russotto, Federico Bellini e Armanda Bertolina Sancasciani. Il convegno si svolgerà in due giorni, nel bellissimo Green Resort Hotel Vedute in località Vedute di Fucecchio (Firenze) nel cuore della Toscana più antica e storica, luogo reso celebre dalla trasmissione televisiva Mistero.


Per informazioni:



domenica 18 settembre 2011

A proposito degli alieni.... di Francesco Toscano ed Enrico Messina. Da pag. 31 a pag. 33.

6. Le Piramidi,uno dei più grandi enigmi della Storia, e i templi Egizi.

Chi costruì le Piramidi della piana di Giza? Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore".

"La nostra attuale civiltà globale è stata la prima sulla Terra, o ne è esistita almeno un'altra se non pari senz'altro superiore tecnologicamente? Per la realizzazione di determinate costruzioni e altri reperti del passato erano necessari mezzi evoluti, forse anche più di quelli di cui la nostra civiltà attuale dispone, e senz'altro non erano sufficienti tutta la buona volontà e il fervore di uomini appena usciti dall'età della pietra. Per spostare blocchi del peso di 200 tonnellate e porli magistralmente in opera servono tecnologie avanzate e non solo belle parole! E' stato verificato da tempo che molte antiche costruzioni risultano orientate astronomicamente. Questo elemento non dimostra solamente che popoli dell'antichità, come gli Egizi ad esempio, avevano un sistema di conoscenze astronomiche estremamente evoluto, ma fornisce anche lo spunto per poter utilizzare nell'indagine strumenti forniti da quella disciplina denominata Archeoastronomia."(Archeologia dei Misteri,di Paolo Forni)


Le grandi piramidi sono disposte a riprodurre esattamente la costellazione di Orione. E non solo. Le proporzioni e l'orientamento delle piramidi sono stupefacenti. All'epoca della presunta costruzione i condotti sud e nord al suo interno puntavano rispettivamente verso la cintura di Orione e verso Sirio quelli a sud, mentre quelli a nord verso la stella polare e verso la testa dell'orsa minore.

Chi costruì le piramidi di Giza? Qual era la loro reale funzione?

Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo ed articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà ed infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità.


La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto.


La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide,fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri.

La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide.
Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sè stante e innalzato sopra un sepolcro regale,o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte.
Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore.
Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la grande piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato.
La grande piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro se non che la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re.
Poco ci è noto della vita del costruttore della grande piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una razza aliena tecnologicamente più avanzata ?
«Le pietre delle piramidi», volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è Terrestre" di Peter Kolosimo,pagg. 178 - 180), «sono connesse con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di calce! Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le pietre della Grande Piramide.
«L'insieme della costruzione pesa circa 6 milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato, mirava dunque ad erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli Invalidi, di 66 il Pantheon e di 77 le torri di Notre Dame di Parigi!». «Quanto all'orientamento», continua Moreux, «le facce della piramide avrebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali; ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope. Il problema è infatti arduo, e creò difficoltà assai gravi anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e per ogni anno — anzi, per ogni giorno — occorre apportare rettifiche. «Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro, che serve per orientarci in pratica, non si trova affatto al polo celeste: attualmente esso descrive attorno a questo “punto ideale”, corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1 grado ed 8' di raggio; tra la Stella Polare ed il polo celeste potrebbero, in parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo “polare”, inoltre, non avrebbe potuto esser così definita 4 mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del nostro pianeta punta successivamente in direzioni diverse, ed occorre un lasso di 25 mila anni perché venga ricondotto nella stessa posizione. Fra 13 mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella polare era un astro della costellazione del Dragone. «Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza che per inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato costruito nel 1666! «Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto con un'approssimazione inferiore a 5'. Qui è assolutamente impossibile pensare ad una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi furono più abili di Tycho Brahe.
«Andiamo oltre: per secoli gli scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di Parigi, poi su quello di Greenwich. Ed ora ci accorgiamo che, in realtà, il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? «In primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due. È giusto, quindi, definirlo ideale, poiché è il solo ad essere fondato su dati naturali. «I costruttori della Grande Piramide avrebbero dunque percorso la Terra e disegnato carte geografiche del globo?». Non solo: l'altezza del monumento è in diretto rapporto (come vedremo) con la distanza del nostro globo dal Sole. E la distanza della Grande Piramide dal centro del pianeta è uguale alla distanza della costruzione stessa dal Polo Nord e, quindi, corrispondente alla distanza dal Polo Nord al centro della Terra. Resta quindi da chiederci come abbiano fatto a saperlo i progettisti, se il loro livello di conoscenza era quello dipintoci dalla scienza tradizionale.

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Il tempio di Ramses II

Per suffragare la tesi sin qui sostenuta, consideriamo a tal proposito gli sforzi posti in essere da diversi Stati al mondo, negli anni '60 del secolo scorso, per trasferire il tempio di Abu Simbel dalla sua originaria sede a quell'attuale, per far posto alla nascente diga di Assuan. Nel 1960,infatti,il presidente egiziano Nasser decise l'inizio dei lavori per la costruzione della grande Diga di Assuan, opera che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale.
Tale grande progetto rischiava di cancellare numerose opere costruite dagli antichi egizi tra cui gli stessi templi di Abu Simbel. Grazie all'intervento dell'Unesco, ben 113 paesi si attivarono inviando uomini, denaro e tecnologia, per salvare il monumento.
Vennero formulate numerose proposte a tale scopo e quella che, infine, ottenne maggiori consensi fu quella di tagliare, numerare e smontare blocco per blocco l'intera parte scolpita della collina sulla quale erano stati eretti i templi e successivamente ricostruire i monumenti in una nuova posizione 65 m più in alto e 300 m più indietro rispetto al bacino venutosi a creare. Il 1 ottobre 1965, il volto di una delle statue di Ramses II viene rimosso. I lavori durarono quasi cinque anni, dal 1964 al 1968, e furono impiegati oltre duemila uomini, guidati da un gruppo di esperti cavatori di marmo italiani provenienti da Carrara (MS) e Mazzano (BS), ed uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell'archeologia. La ricostruzione comprese anche l'erezione di una cupola in calcestruzzo armato posta appena sopra il monumento con la duplice funzione di preservare la struttura e di dare forma alla collina artificiale a cui vennero addossati i templi. L'intervento interessò sia il tempio principale dedicato a Ramesse II sia quello secondario dedicato alla regina Nefertari.
Nel ricostruire i templi fu mantenuto l'originale orientamento rispetto agli astri ed al sole, in modo da consentire, seppur con lo sfalsamento di un giorno, al sorgere del sole, due volte l'anno - il 22 febbraio e il 22 ottobre ( il 21 febbraio, il giorno della nascita di Ramses II, ed il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione il primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del faraone. I raggi illuminano parzialmente anche Amon-Ra e Ra-Harakhti. Secondo gli antichi egizi i raggi del sole avrebbero così ricaricato di energia la figura del faraone. Il dio Ptah considerato dio delle tenebre non viene mai illuminato.) - di illuminare la camera centrale del tempio maggiore ove troneggiano le quattro divinità sedute: Ptah, Anon, Ramses II e Ra (si tenga conto che per la ricostruzione del tempio di Abu Simbel nel luogo in cui oggi è possibile ammirarlo nella sua totalità e magnificenza, sono stati eseguiti calcoli molto complessi di astronomia,che hanno richiesto l'ausilio di potenti computers - a proposito gli antichi egizi come avevano fatto senza i computers? - , grazie ai quali è stato possibile mantenere l'orientamento originale del tempio rispetto al firmamento).
Altri monumenti di minore rilevanza, e di minori dimensioni, anch'essi minacciati dal livello delle acque vennero smontati e donati a vari musei tra cui anche il Museo egizio di Torino. Le conoscenze astronomiche degli egiziani, in parte riscontrabili nella costruzione delle piramidi e di altri monumenti allineati secondo la posizione delle stelle, presenta come punto di forza il calendario. Il trascorrere della vita in Egitto era fortemente legato a quella del fiume Nilo e delle sue periodiche alluvioni, le quali avvenivano con una certa costanza, in genere ogni 11 o 13 lunazioni. Gli egiziani si accorsero che l'inizio delle inondazioni avveniva quando si alzava nel cielo la stella Sirio (Sopdet per gli egizi) con un errore di 3-4 giorni al massimo.
Con questo riferimento sorsero diversi calendari, il primo era il calendario lunare di 354 giorni con mesi di 29 o 30 giorni. Ma nel tempo si notarono errori di calcolo, così ne fu introdotto un secondo definito calendario civile di 365 giorni, con 30 giorni ogni mese e 5 epagomeni ogni anno. Ma anche questo calendario mostrava qualche differenza con la realtà. Così fu introdotto un ultimo calendario ancora più preciso, il quale possedeva un ciclo di 25 anni in cui veniva aggiunto un mese intercalare nel 1°, 3°, 6°, 9°, 12°, 14°, 17°, 20°, e 23º anno di ogni ciclo. Questo calendario, estremamente preciso, venne utilizzato anche da Tolomeo nel II secolo d.C. e venne preso in considerazione sino ai tempi di Copernico. Da ricordare che i mesi di 30 giorni erano divisi in settimane di 10 giorni e in 3 stagioni di 4 mesi detti: mesi dell'inondazione, mesi della germinazione, mesi del raccolto.
Già dal 3000 a.C. gli egiziani avevano in uso la divisione delle ore diurne e notturne in dodici parti ciascuna: per le ore diurne usavano regolare il tempo con le meridiane, mentre per le ore notturne si servivano di un orologio stellare, ovvero osservavano le posizioni di 24 stelle brillanti. Le ore così misurate sia di giorno che di notte avevano una durata diversa a seconda della stagione, mantenendo comunque una durata media di 60 minuti. Successivamente, per le ore notturne vennero introdotti i "decani", ovvero 36 stelle poste in una fascia a sud dell'eclittica, ognuna delle quali indicava con maggior precisione l'orario.

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6.1 La Sfinge.


La sfinge di Giza è la più grande statua monolitica del mondo: è lunga circa 74 metri, alta circa 20 metri e larga 6 metri, di cui solo la testa è 4 metri.
Fu costruita, secondo l'egittologia classica, circa 2.500 anni prima di Cristo e raffigura una sfinge, più precisamente un'androsfinge, un essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato. Uno dei misteri della Sfinge, alimentato dalle leggende popolari, è certamente la presenza di passaggi nascosti al suo interno. Ne esistono almeno tre, di cui solo uno di origine nota: un breve varco senza uscita dietro la testa, effettuato nel XIX secolo da John Shae Perring e Howard Vyse durante la ricerca di una camera segreta all’interno del corpo. Gli altri due passaggi di origine ignota, uno di 9 metri che parte dalla crepa posteriore e uno nel lato nord della Sfinge, sono entrambi ciechi. L’ipotesi che all’interno del monumento ci siano camere nascoste non ha riscontri scientifici. Ad est della Sfinge sorgono due templi, uno di fronte alle zampe posteriori, battezzato come Tempio della Sfinge, mentre l’altro, il Tempio a valle di Chefren, si trova accanto al primo in direzione sud. Entrambi sono stati costruiti con la medesima roccia del corpo della Sfinge, e per questo sono gravemente danneggiati dall’erosione. Quando fu rinvenuto il Tempio a valle di Chefren, l’ipotesi che la Grande Sfinge fosse stata realizzata dopo la costruzione delle piramidi di Cheope e Chefren ebbe una nuova prova. Infatti, il Tempio era collegato alla Piramide di Chefren tramite una via di accesso in pietra calcarea, che era fornita di canali di drenaggio per l’acqua piovana e, sul lato settentrionale, di un grande fosso, che è tagliato in un angolo del recinto della Sfinge e bloccato con pezzi di granito, per non far defluire l’acqua nel sito. Inoltre il ritrovamento sul lato nord del recinto di tombe appartenenti all'epoca di Cheope e Chefren, avvalora l’ipotesi della realizzazione del monumento durante il loro regno o per lo meno non prima.Negli anni ottanta numerosi egittologi e geologi, tra cui soprattutto K. Lal Gauri, Mark Lehner e Z. Hassan, hanno studiato la condizione odierna di erosione della Sfinge.

Il risultato fu la scoperta che il deterioramento del corpo era causato dal fenomeno di condensa notturna, assorbito per azione capillare, con evaporazione mattutina, che provoca la cristallizzazione dei sali nei pori della roccia e l’erosione in seguito all’espansione dei cristalli. Questo fenomeno è ancora attivo e può avvenire anche sotto strati di sabbia: per questo l’erosione del monumento è continuata nonostante fosse ricoperto dalla sabbia per moltissimi secoli.

Sul corpo della sfinge sono presenti evidenti segni di erosione dovuti all'esposizione continua all'acqua piovana, ipotesi accettata dalla comunità scientifica. L'egittologia ufficiale non sa come spiegare questo fatto, considerando che le ultime piogge in grado di sortire tali effetti nella regione di Giza risalgono alla fine dell'ultima glaciazione.

È stato tentato di spiegarne la causa con le esondazioni del Nilo, ma i segni dell'erosione presenti, che presentano un'erosione più marcata in alto e meno marcata in basso, sono incompatibili con quelli che causerebbe un'erosione dovuta all'acqua del fiume, che causerebbe segni di erosione più evidenti alla base della statua. Secondo la comune opinione degli egittologi, la Sfinge appartiene all’Antico Regno, molto probabilmente al faraone Chefren della IV dinastia egizia, che la costruì intorno al 2500 a.C. Grazie agli scavi effettuati dal professor Selim Hassan, sono state rinvenute numerose prove, che collocano la sua datazione non oltre la IV dinastia; le più importanti sono le tombe rivolte a sud e l’angolo a sud-ovest del recinto che taglia il fosso, per raccogliere l’acqua piovana.

Inoltre, se la testa appartiene certamente alla IV dinastia, per lo stile decorativo, l’ipotesi che fosse stata aggiunta successivamente dal faraone Chefren è stata smentita da Mark Lehner, attraverso l’analisi geologica della pietra. Numerose furono le ipotesi alternative, che volevano datare la Sfinge in tempi lontanissimi, addirittura nel 12000 a.C. – 10000 a.C. Questa datazione viene fatta considerando i segni dell'erosione presenti sul corpo della statua, simili a quelli tipicamente lasciati da una lunga esposizione alla pioggia. Le ultime piogge nella regione di Giza risalgono alla fine dell'ultima glaciazione. Da considerare anche il fatto che, a causa della precessione terrestre, nel 10500 a.C. la sfinge si trovava di fronte alla costellazione del Leone e secondo alcuni studiosi ne era proprio la rappresentazione. Solo in seguito, infatti, la testa di leone sarebbe stata scolpita nuovamente a rappresentare il faraone: è evidente infatti la sproporzione fra le dimensioni del corpo della sfinge e quelle della sua testa e la differenza di erosione, sempre tra il corpo e la testa. La Sfinge è stata costruita molto prima dell'alba della civiltà? Qui si mette in discussione l'intera storia della civiltà, un processo che parte dai cavernicoli all'uomo che conosciamo oggi.

Nel suo libro da "Da Atlantide alla Sfinge" Colin Wilson raccoglie indizi che lui ed altri ritengono metterebbero sulle tracce di una antica civiltà molto evoluta che avrebbe avuto inizio prima della storia che ci hanno fatto studiare sui libri di scuola. Wilson prende le mosse dalla datazione della Sfinge, che molti egittologi datano nel 2500 circa per via di una lapide trovata nei dintorni.Le analisi cui è stata sottoposta la stessa Sfinge, tuttavia, mostrano che essa, a differenza delle Piramidi, è stata soggetta all'erosione dell'acqua... bisognerebbe dunque tornare indietro, e molto, a un periodo geologicamente compatibile. Ma allora manca all'appello una civiltà, per l'appunto quella che avrebbe costruito la Sfinge, e magari la medesima da cui gli egizi avrebbero assunto le loro conoscenze relative al cielo (è noto che conoscessero nel dettaglio, per esempio, la posizione di alcune stelle che solo in tempi recenti sono state studiate con precisione) e magari anche alcuni principi architettonici.Il testo di Wilson è assolutamente denso di ipotesi e dettagliatamente argomentato, tramite l'ausilio di una ricca documentazione e di riferimenti bibliografici. La trattazione non si ferma alla sola Sfinge, ma anzi procede molto oltre: dalle civiltà precolombiane americane alla celeberrima Atlantide. Il materiale concettuale di cui si parla è vastissimo: per darne un esempio, cito un fatto tra i tanti.Sono stati scoperti dei portolani (mappe delle coste dovute alla navigazione di esploratori) antichissimi che ricostruiscono il perimetro dell'Antartide, comprensivo di promontori, foreste e fiumi! Il filosofo greco Platone descrive dettagliatamente una civiltà simile che a detta dei sacerdoti egizi esisteva migliaia di anni prima della loro comparsa, finché non fu distrutta da un enorme cataclisma. Platone la chiamava Atlantide.

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Calcio, Serie A Tim: Atalanta 1 vs Palermo 0.


(Fonte: Dalla rete)
18 Settembre 2011.

Continua a perdere il Palermo negli anticipi delle gare di campionato che si giocano prima di pranzo. Dopo le quattro sconfitte maturate la scorsa stagione nelle quattro gare giocate nell'anticipo delle 12.30, anche quest'anno arriva la prima sconfitta in gare ufficiali giocate con fischio d'inizio alle ore 12.30 di questo neo campionato spezzatino. 
I rosanero,infatti,tornano da Bergamo con zero punti e tanta fatica nelle gambe. E' stata una sfida particolare, quella dello stadio "Atleti Azzurri d'Italia", condizionata dalla pioggia e dal terreno pesante al punto da venire sospesa per mezz'ora nel corso della ripresa. La rete che condanna il Palermo alla prima sconfitta in campionato è stata realizzata da Denis al 34' del primo tempo. 
Dopo la prima partita di campionato vinta meritatamente dai nostri beniamini contro la corazzata Inter, oggi si è visto un Palermo in piena involuzione. Male Josip Iličič, che come nello scorso campionato ha avuto oggi un giorno di black-out calcistico, male anche Balzaretti che ha sofferto le scorribande sulla fascia di Matias Ezequiel Schelotto, male anche l'estremo difensore rosanero, Tzorvas, che si è fatto beffare colpevolmente sul primo palo, quello che avrebbe dovuto difendere e chiudere con piglio diverso sulla battuta di Denis. Unica stella rosanero che è brillata di luce propria in mezzo  a questo campo reso pesantissimo dal violento acquazzone, abbattutosi nei primi quindici minuti del secondo tempo, che ha costretto l'arbitro De Marco a sospendere momentaneamente la partita, è stato Mauricio Pinilla, entrato al posto di Fabrizio Miccoli in avvio di ripresa, che oggi si è dannato l'anima per cambiare la storia di questa partita senza riuscirci perché lasciato colpevolmente da solo dal resto della squadra. Mi è sembrato di rivedere il Palermo  di qualche anno addietro che in trasferta, a differenza di quanto riusciva a fare nelle gare interne, non convinceva giocando in maniera sterile ed abulica. Bene l'Atalanta dell'ex tecnico rosanero Colantuono che con questa vittoria raggiunge quota -2 in classifica riducendo drasticamente la penalizzazione d'inizio stagione di - 6 punti inflittagli dalla Corte di giustizia federale chiamata a dire la sua sul caso calcioscommesse su cui sono stati puntati i riflettori dei media prima che iniziasse il campionato 2011/2012.

venerdì 16 settembre 2011

A proposito degli alieni.... di Francesco Toscano ed Enrico Messina. Da pag. 28 a pag. 30.

16 Settembre 2011.

A proposito degli alieni..... di Francesco Toscano ed Enrico Messina



Se l’Universo brulica di alieni….. dove sono?
Enrico Fermi

Capitolo II°
Segnali dal passato


5. I Sumeri e gli Anunnaki.

I Sumeri (abitanti di Šumer, egiziano Sangar, biblico Shinar, nativo ki-en-gir, da ki = terra, en = titolo usualmente tradotto come Signore, gir = colto, civilizzato, quindi "luogo dei signori civilizzati") sono la prima popolazione sedentaria al mondo che possa essere considerata "civilizzata". Erano rappresentati da una etnia della Mesopotamia meridionale (odierno Iraq sud-orientale), autoctona o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 4000 a.C.) fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.). La loro scrittura cuneiforme sembra aver preceduto ogni altra forma di scrittura e compare attorno alla fine del IV millennio a.C.

La terra di origine dei Sumeri resta ancora oggi sconosciuta, ma di una cosa si è certi, i Sumeri non erano una popolazione di stirpe semitica. Oltre a questo è ben noto che essi non furono né il primo né l'unico popolo ad abitare le terre fra il Tigri e l'Eufrate, ma che presero il posto, o meglio si integrarono, con i complessi culturali di 'Ubaid e di Uruk, gente semita che già abitava queste terre e aveva raggiunto un discreto sviluppo tecnologico e organizzativo.
Per quanto riguarda il luogo di provenienza dei Sumeri, esistono varie teorie. Le prove archeologiche dimostrerebbero che intorno al 4000 a.C. i Sumeri vivessero sui monti a nord della Mesopotamia (monti Zagros), nell'altopiano iranico, vicino l'attuale confine con la Turchia. Attorno al 3500 a.C. questa popolazione sarebbe scesa dai monti per occupare la bassa Mesopotamia, alla confluenza del Tigri e l'Eufrate. Altri studiosi hanno invece cercato somiglianze fra la lingua sumerica e gli antichi dialetti turchi e lingue indocinesi, ma nonostante gli sforzi fatti, l'origine dei Sumeri resta ancora incerta. Infine alcune allusioni letterarie sembrano invece indicare che i Sumeri provenissero dal mare.

Ha poco senso chiedersi quando i Sumeri arrivarono in Mesopotamia, anche per il fatto che non si è sicuri che il loro "arrivo" sia stato un fenomeno migratorio precisamente databile. Molto più probabilmente si trattò di un'infiltrazione graduale e lenta che, come detto, portò all'integrazione con le culture locali; etichettare come "sumerica" la successiva cultura che ne originò è sì legittimo, pur sempre ricordandosi che si tratta di una semplificazione.

L'analisi del lessico sumerico è una riprova del fatto che la cultura sumerica ebbe origine da più complessi culturali integrati. Ad esempio i nomi delle città sumeriche non hanno senso nella lingua sumerica e invece presentano analogie con i nomi delle città della Mesopotamia settentrionale, corrispondenti alla civiltà di 'Ubaid. Molti termini relativi alle funzioni produttive di base (ad esempio i vocaboli che si riferiscono alla fabbricazione della birra, l'agricoltura, il cuoio, le costruzioni ecc.) non sono di origine sumerica, ma da attribuirsi ad una lingua di sostrato, con probabili connessioni nell'area iranica, mentre vocaboli che si riferiscono a funzioni più specialistiche e di tipo direttivo-amministrativo sono di chiara origine sumerica.

Ad esempio sono di origine sumerica vocaboli inerenti all'allevamento, alla navigazione, alla scultura, al diritto(le tavolette riportano i più antichi contratti di compravendita, registrati presso il tempio, con prezzo in mine d'argento) e all'educazione. Infine molte altre parole relative alle funzioni di mobilità e controllo sono di origine semitica.

Schematizzando,i Sumeri, dopo il loro arrivo, si ritrovano a convivere e ad integrarsi con due popolazioni: i Semiti, che erano più rilevanti nelle zone del nord, e una popolazione di sostrato autoctona non sumerica. I Sumeri prenderanno piede soprattutto nella bassa Mesopotamia, territorio dove sorsero le loro maggiori città. 


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5.1) Kramer e la storia dei Sumeri.

Secondo S. N. Kramer, professore di assiriologia, la civiltà dei Sumeri è la prima civiltà, tra l’altro si tratterebbe di una civiltà molto evoluta. Nel suo saggio “I Sumeri alle radici della storia”
(1975), Kramer parla di prima cosmologia, di primi principi morali, di prime leggi, prime ricette mediche ecc. Oggi però sappiamo che la civiltà dei Sumeri, per quanto antica, non è la prima civiltà ed è costretta a cedere il passo alla più antica India.

La civiltà sumera è stata indubbiamente molto evoluta per il periodo in cui è sorta, tant’è che Z. Sitchin ha elaborato una teoria diversa sulle loro origini ma di questo parleremo in seguito.

I sumeri occupavano il territorio della Mesopotamia, cioè l’attuale Iraq. Le più antiche testimonianze scritte (tavolette d’argilla) risalgono al 3.500 a.C. In questo periodo in Mesopotamia sorgevano già delle piccole città stato come Ur, Lagash, Nippur e Eridu e il sistema di numerazione era sessagesimale, cioè in base 60. Le tavolette del 3000 a.C. dimostrano che c’era un simbolo per l’1, uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3600. Il sistema era posizionale, cioè il numero da scrivere si evinceva in base alla posizione dei numeri. A partire dal 2000 a.C. questi simboli furono sostituiti da due simboli nuovi: uno per l’1 e l’altro per il 10. Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, ad esempio per scrivere numeri grandi si poteva utilizzare anche il metodo additivo) e sessagesimale. Lo svantaggio di questo sistema numerico è che non c’era lo zero e neanche un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola) dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità. In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato. Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale? Per l’astronomia, per le frazioni e perché era un sistema piuttosto semplice. L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi matematici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale. Da questo sistema di numerazione nacquero le prime tabelle per la moltiplicazione, la divisione ed altre operazioni. In seguito si sviluppò l’algebra. Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte anche importanti opere da parte di questo popolo. La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i simboli.

Verso il 2.400 a.C. i Sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade. Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numerico. Tuttavia le città stato tornarono ad essere indipendenti. Gli invasori successivi furono gli Ittiti (1.600 a.C.) che affidarono il ruolo di capitale a Babilonia; poi gli Assiri (885 a.C.). Gli Assiri furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popolazione della Mesopotamia meridionale. Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno. Fu così che i Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.

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5.2) Le origini dei Sumeri secondo Sitchin.

Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile. Uno dei pochi studiosi che possedeva (è deceduto a New York il 9 Ottobre 2010) questa competenza era il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin autore di molti libri, tra cui Il pianeta degli dei(1976) e Le astronavi del Sinai(2001). Il testo in cui parla dei sumeri è il primo. Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena, di aspetto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”). Si tratterebbe di esseri intelligenti che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e la Bibbia chiama Nephilim e venivano da un pianeta (Nibiru) che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3600 anni il dodicesimo pianeta. Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo. Poi, grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’homo sapiens.

Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visitare la Terra e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico testamento o nel libro di Gilgamesh. In seguito l’avrebbero colonizzata. Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere avrebbero creato “l’uomo” che corrisponde all’homo sapiens, il quale era stato generato appositamente per lavorare nelle miniere. Una volta creato, l’uomo avrebbe dovuto:
  • carpire dagli alieni il segreto per evolvere;
  • favorire l'accoppiamento fra gli extraterrestri e gli individui di sesso femminile della sua specie.

Nella Genesi,infatti, leggiamo che i figli di Dio, che videro esser belle le figlie degli uomini, si presero in mogli, fra tutte, quelle che loro piacquero.

Da questo accoppiamento sarebbero nati, secondo l’autore, i Giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei Giganti e forse anche i Lemuri) e molti di questi esseri divini (gli alieni)
sarebbero ancora qui sulla terra.

La stessa Genesi (6, 1-4) dice: “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo,perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni”. C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli:sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

Alcuni sostengono che dall’accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un individuo biondo con gli occhi azzurri. Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dall’accoppiamento di due semidei.


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Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà degli autori.

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lunedì 12 settembre 2011

Calcio, Serie A Tim: Palermo 4 Inter 3. Gli Highlights della partita.

(Fonte: Dalla rete)
12 Settembre 2011.

Dal sito internet Youtube.com ripubblico gli highlights della partita vinta ieri, 11 Settembre 2011, dal Palermo per quattro reti a tre sulla corazzata Inter:


Il Palermo "Mangia" l'Inter. Storica vittoria dei rosanero per 4 a 3.

L'esordio nel campionato di Serie A del tecnico Devis Mangia, sino a qualche mese fa sconosciuto ai tifosi rosanero, coincide con un risultato storico: il Palermo batte l'Inter per quattro reti a tre. Ed ora i tifosi, sino all'altro ieri polemici con la società, sperano in una stagione esaltante.

12 Settembre 2011.

Poco prima del fischio d'inizio dell'arbitro Brighi di Cesena suppongo che nessuno dei tifosi rosanero presente sugli spalti del Renzo Barbera (poco più di 20.000 persone), e/o quelli seduti comodamente sul divano di casa per guardare la diretta tv dell'evento sportivo, pensasse che i propri beniamini fossero in grado di battere i campioni del mondo in carica dell'Inter per quattro reti a tre, tenuto anche conto delle deludenti prestazioni degli undici rosanero delle ultime partite, ultima quella con il Napoli che ha costretto la dirigenza di viale Del Fante ad esonerare Pioli, nonché il breve lasso di tempo(appena tredici giorni) che ha avuto il neo allenatore, Davis Mangia, ad allestire una squadra che potesse competere con i neroazzurri; eppure alla fine si sono dovuti ricredere. Il risultato finale è stato Palermo 4 Inter 3. Un risultato storico. Il Palermo di Zamparini era riuscito a battere l'Inter in casa nella seconda giornata del campionato 2005/2006 allorquando i rosanero superarono l'Inter per tre reti a due.
Il Palermo parte fortissimo e con un pressing asfissiante costringe gli uomini di Gasperini a non varcare la linea della propria metà campo per ben trenta minuti. Il Palermo sembra rinato dalla cura e dal lavoro di Mangia. Gli uomini di mister Mangia non si concedono un minuto di tregua e rincorrono ogni pallone in mezzo al campo. Il Palermo macina gioco e si rende pericoloso sin dalle battute iniziali. Miccoli al 4' del p.t. conquista palla in scivolata su un difensore avversario sulla sinistra dell'area avversaria e successivamente con un cross serve Hernandez che colpisce di testa d'istinto costringendo Julio Cesar a respingere sul primo palo.
Il pessimismo iniziale che aleggiava sugli spalti di colpo svanisce ed i tifosi rosanero sognano un'altra impresa dei propri beniamini. Il Palermo gioca bene ma, come succede spesso nel calcio, è l'Inter al 32' del p.t. a passare in vantaggio: Sugli sviluppi di un calcio d'angolo Stankovic tira male da fuori, ma la sua conclusione si trasforma in un assist per Milito che insacca da due passi. L'Inter si ritrova avanti senza neanche sapere come. Lo dimostra il fatto che Gasperini richiama in panchina uno Zarate nullo e inserisce Sneijder. Il primo tempo finisce senza sussulti.I rosanero inizano la ripresa come meglio non potrebbero. Al 3' Barreto lancia in profondità Miccoli che stoppa e batte con un tocco morbido Julio Cesar. Due minuti più tardi, però, Silvestre trattiene Samuel in area. Brighi decreta il penalty, Milito firma la doppietta. Lo scoppiettante avvio di ripresa non ha però ancora finito di riservare sorprese: all'8' Miccoli entra in area dalla destra su suggerimento di Ilicic, assist perfetto per Hernandez che insacca di piatto. Ora i rosanero cercano il vantaggio: al 20' Ilicic viene smarcato splendidamente da Hernandez, ma il suo sinistro viene respinto da Julio Cesar. Le due squadre, ormai lunghe, provano a superarsi con continui capovolgimenti di fronte. Stankovic tira al volo su assist di Sneijder, ma non centra la porta. La festa, per il pubblico rosanero, arriva nel finale. A 5' dal termine, un autentico gioiello di Fabrizio Miccoli su punizione illumina la serata del "Barbera". E non è l'unica perla degli ultimi minuti di gara: al 43' Pinilla si accentra ed esplode un gran destro che si insacca sotto la traversa. Nel finale, la rete di Forlan non spegne l'entusiasmo dei sostenitori rosanero. La rivincita della finale di Tim Cup è servita: le indicazioni per Mangia sono ottime, il nuovo Palermo resta in grado di far sognare tutti i suoi tifosi.

Fonte:

domenica 4 settembre 2011

A proposito degli alieni.... di Francesco Toscano ed Enrico Messina. Da pag. 26 a pag. 27.

04 Settembre 2011.

A proposito degli alieni..... di Francesco Toscano ed Enrico Messina


Se l’Universo brulica di alieni….. dove sono?
Enrico Fermi

Capitolo II°
Segnali dal passato
Parte Seconda

    3. La Bibbia come testo storico.
La Bibbia merita un discorso a parte, essendo un testo che presenta numerose chiavi di lettura riguardo ad episodi che possono far pensare ad Ufo, già presenti nei tempi remoti della storia. Tra questi racconti c'è quello del profeta Elia che d'improvviso viene affiancato da "un carro di fuoco e cavalli di fuoco... ed Elia salì in cielo nel turbine" (Antico Testamento, 2° Libro dei Re 2, 11-12). Oltre al rapimento di Elia, la Bibbia dà altri indizi ufologici. "C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli" si legge nel libro della Genesi (6,4). In un altro libro si parla di Mosè. A lui "l’angelo del Signore si manifestò in una fiamma di fuoco, in mezzo a un roveto. Mosè osservò che il roveto era tutto una fiamma ardente, ma non si consumava" (Esodo 3, 2). 

3.1 Mosè e l'Arca dell'Alleanza. Si trattava forse di una radio?


L'Arca
dell'Alleanza

Nel massiccio del Sinai si innalza oltre duemila metri il monte Oreb. Il monte Oreb è il luogo in cui tra l'altro Mosè, secondo il Libro dell'Esodo, fu chiamato da Dio attraverso il roveto ardente (Es 3,1 seguenti) per ricevere le tavole della legge del decalogo (Es 19,10 seguenti): mentre le fonti yahvista e sacerdotale usano il nome Sinai, quelle elohista e deuteronomista usano il nome Oreb. Anche per il monte Sinai-Oreb, come per molte delle località descritte nell'Esodo, si è persa la memoria toponomastica delle località descritte. Sono state proposte diverse identificazioni:Gebel Musa (letteralmente montagna di Mosè in arabo), nel sud della penisola del Sinai. Questa identificazione risale ai primi secoli dell'era cristiana ed è attualmente l'ipotesi più accreditata. Secondo un'antica tradizione che risale al 330 d.C., Elena madre dell'imperatore Costantino, identificò il Monte Oreb citato nella Bibbia un'altura a sud della penisola del Sinai, rinominata Monte di Mosè, in arabo Gebel Musa. L'imperatore Giustiniano nel 527 d.C. fece edificare in una valle sulle sue pendici, nel luogo identificato del roveto ardente, la Basilica della Trasfigurazione, che includeva la primitiva chiesa di Sant'Elena Imperatrice, e che nel IX secolo fu dedicata a Santa Caterina d'Alessandria, l'odierno Monastero di Santa Caterina.Monte Seir, nella regione storica di Edom, presso il confine tra l'attuale Stato d'Israele e Giordania. Har Karkom (Montagna di zafferano in ebraico) o Gebel Ideid (arabo), nel Negev. Nel 1983 l'archeologo Emmanuel Anati trovò un santuario all'aperto risalente al paleolitico e usato ininterrottamente almeno fino all'età del bronzo. Dalle raffigurazioni presenti sul posto è stato dedotto che il santuario fosse dedicato al dio Luna semitico Sin, il cui nome avrebbe originato quello del Sinai. Sulla vetta di Har Karkom è inoltre
presente una piccola grotta che ricorderebbe quella citata dall'Antico Testamento in cui trovò riparo Mosè al cospetto di Dio. Dio, disceso in una colonna o cilindro di fuoco, oltre a fornire a
Mosè i Dieci Comandamenti, gli disse come costruire l'Arca dell'Alleanza. 
L'Arca è descritta dettagliatamente nel libro dell'Esodo (25, 10-21; 37, 1-9): era una cassa di legno di acacia rivestita d'oro all'interno e all'esterno, di forma parallelepipeda, con un coperchio d'oro puro sul quale erano due statue di cherubini anch'esse d'oro, con le ali spiegate. Le dimensioni erano di due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza e altezza, ovvero circa 110×60×60 cm. Ai lati erano fissate con quattro anelli d'oro due stanghe di legno dorato, per le quali l'arca veniva sollevata quando la si trasportava. All'interno della cassa erano conservati un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che era fiorita e le Tavole della Legge. (Ebrei 9:4;). Tuttavia, al momento dell'inaugurazione del Tempio di Salomone non conteneva altro che le Tavole della Legge (Deuteronomio 10, 1-5; 1 Re 8, 9; 2 Cronache 5, 2-10). 
Il compito di trasportare l'arca era riservato ai leviti e a chiunque altro era vietato toccarla. Quando Davide fece trasportare l'arca a Gerusalemme, durante il viaggio un uomo di nome Uzzà vi si appoggiò per sostenerla, ma cadde morto sul posto (2 Samuele 6, 1-8). Secondo la tradizione l'arca veniva trasportata coperta da un telo di pelle di delfino coperto da un ulteriore telo di stoffa viola e, quando il popolo ebraico si fermava, veniva posta in una tenda specifica, definita "Tenda del Signore" o "Tenda del convegno" senza che venisse mai esposta al pubblico, se non in casi eccezionali. Inoltre la leggenda vuole che l'arca, in alcune situazioni, si adornasse di un alone di luce e che da essa scaturissero dei lampi di luce divini, delle folgori, capaci di incenerire chiunque ne fosse colpito e nel caso non avesse rispettato il divieto di avvicinarvisi; infine, tramite l'arca, Mosè era in grado addirittura di parlare con Dio che compariva seduto su un trono fra i due cherubini che ornavano il coperchio e che rappresentano l'angelo Metatron e l'angelo Sandalfon. Se oggi ricostruissimo l'Arca dell'Alleanza, secondo le indicazioni di Mosè, il risultato potrebbe anche essere una specie di condensatore con una carica di centinaia di Volt. Un lato delle lamine d'oro, infatti, poteva essere caricato negativamente, mentre l'altro positivamente. Quando nella Bibbia si parla dell'Arca dell'Alleanza si dice, come anzidetto, che fosse in grado di emettere lampi; quando Mosè la costruì gli fu possibile mettersi in contatto con Dio tutte le volte che voleva. Oltre che come una macchina elettrica l'Arca funzionava dunque anche come una radio? Varie sono le sue ricostruzioni; essa comunque sviluppava tensioni elettriche mortali. L'Arca folgorò degli uomini al tempo del re David, e fu usata come arma per distruggere le mura di Gerico; scomparve nel 587 a.C. Chi la ideò? 
Il 19 giugno 2009 il Patriarca della Chiesa ortodossa etiopica Abuna Paulos, in una conferenza stampa tenutasi all'Hotel Aldrovandi a Roma, cui ha partecipato anche il principe Makonnen Haile Selassie, presunto nipote dell'imperatore d'Etiopia Hailé Selassié I, e il duca Amedeo D'Aosta ha dichiarato che "L'Etiopia è il trono dell'Arca dell'Alleanza. L'Arca dell'Alleanza è stata in Etiopia per tremila anni e adesso è ancora lì e con la volontà di Dio continuerà ad essere lì. È per via del miracolo che è arrivata in Etiopia. L'ho vista con senso di umiltà, non con orgoglio, come quando si va in chiesa.
È la prima volta che dico questo in una conferenza stampa. Ripeto l'Arca dell'Alleanza è in Etiopia e nessuno di noi sa per quanto tempo ancora. Solo Dio lo sa. Tutto quello che si trova nell'Arca è descritto perfettamente nella Bibbia. Lo stato di conservazione è buono perché non è fatta da mano d'uomo, ma e' qualcosa che Dio ha benedetto. Ci sono molti scritti e prove evidenti sulla presenza dell'Arca in Etiopia. Non sono qui per dare delle prove che l'Arca sia in Etiopia, ma sono qui per dire quello che ho visto, quello che so e che posso testimoniare. Non ho detto che l'Arca sarà mostrata al mondo. È un mistero, un oggetto di culto". Due giorni prima, il Patriarca aveva annunciato che "presto il mondo potrà ammirare l'Arca dell'Alleanza descritta nella Bibbia come il contenitore delle Tavole della Legge che Dio consegnò a Mosè",
e che "ad Axum sorgerà il Museo chiamato a ospitare l'Arca".


La distruzione di Sodoma (mosaico del XII secolo)
Guardiamo con maggiore fiducia le antiche fonti, e prendiamo alla lettera, ad esempio, ciò che troviamo scritto sulla Bibbia, nel libro della Genesi. Nel libro della Genesi, infatti, è scritto:"..allora l'eterno fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco.." Ma che cosa avvenne veramente su Sodoma e Gomorra? Il diciannovesimo capitolo del primo libro di Mosè ci fornisce la relazione di un drammatico evento: Dio rivelò a Lot che stava per distruggere Sodoma perché il suo peccato era molto grave. Lot intercedette per le persone giuste della città, e Dio gli rispose che non l'avrebbe distrutta se avesse incontrato dieci persone giuste nella città. Secondo il prosieguo nel cap. 19, ai versetti 1-38, due angeli di Dio entrarono a Sodoma. Nel vederli, Lot li invitò nella sua casa e insistette affinché trascorressero la notte nell'abitazione. Tuttavia, prima che ciò potesse avvenire, gli abitanti di Sodoma attorniarono la casa ed esigettero che Lot consegnasse loro i suoi invitati per poter abusare di loro. Lot rifiutò, offrendo alle loro voglie le sue due figlie vergini, ma essi rifiutarono, insistendo nelle loro pretese. Gli abitanti di Sodoma provarono così a fracassare la porta d'ingresso, ma i due invitati impedirono l'accesso all'interno della casa agli assalitori accecandoli tutti con un'abbagliante luce. Dopodiché essi dissero a Lot di abbandonare subito con la sua famiglia la città. Lot avvisò i suoi generi, che però non gli dettero retta e così Lot abbandonò la casa e la città solo con sua moglie e le sue figlie, chiedendo e ottenendo che si salvasse la piccola città di Soar, nei pressi di Sodoma. Quindi Dio inviò una pioggia di fuoco e zolfo che incenerì del tutto Sodoma con i suoi abitanti, assieme ad altre città della pianura. L'ordine di non voltarsi indietro a vedere quanto Dio aveva decretato accadesse alla città non fu eseguito dalla moglie di Lot che, per quell'atto di disubbidienza, fu trasformata in una statua di sale. Lo zio di Lot, Abramo, da una montagna vide la colonna di fumo che si alzava da quella che era stata Sodoma. Certo è che Sodoma e Gomorra furono annientate di colpo da una spaventosa esplosione. Il racconto della Bibbia si conclude così: "..E non rimase altro che terra deserta e inaridita." Gli effetti potrebbero esseri quelli provocati da un'esplosione di un ordigno termonucleare; una bomba atomica, ma lanciata da chi?

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4. Il libro di Enoc


Altro testo religioso, in cui si possono riscontrare eventuali riferimenti a fenomeni extraterrestri è il Libro di Enoc, personaggio biblico di cui la stessa bibbia, (quanto meno nella versione conosciuta da noi), ne parla sommariamente e brevemente nella Genesi 5, 21-24; anzi leggendo attentamente il versetto in questione si ha l'impressione che l'argomento trattato sia incompleto come se ne mancasse una parte. Enoc, patriarca antidiluviano padre di Matusalemme, di lui nella Genesi si afferma che, "camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso", cioè, si precisa, che Enoc visse in stretto contatto con Dio o con i suoi rappresentanti celesti, e successivamente fu rapito e portato definitamente da loro. Ciò significa che la vita di Enoc fu qualcosa di misterioso e di eccezionale, che è appunto raccontata nel libro di Enoc, il quale non è incluso ufficialmente nella Bibbia perché, come dice S. Agostino, il libro di Enoc era troppo antico per essere ammesso nel Canone, anche se non è più antico della maggior parte dei racconti che formano la Genesi della Bibbia ufficiale, tenendo presente anche il fatto che il libro di Enoc fu usato ufficialmente dalla dottrina cristiana fino al terzo secolo. In particolare esistono due versioni del libro di Enoc, una slava e una etiopica. Quella etiopica è la più attendibile perché è la sola ad esserci giunta nella sua interezza fino a noi e, tra l’altro, la sua forma attuale è una rielaborazione cristiana del VII secolo. Bisogna inoltre tenere conto che la stesura dei libri di Enoc è vecchia almeno più del 200-150 a.C. dato che essi sono commentati anche nel Libro dei Giubilei 4, 17 ss. Il Libro di Enoc è in realtà formato da cinque libri: il Libro degli Angeli ed il Libro dell’Astronomia, che parlano della storia degli “angeli” e di cosa vide Enoc nel viaggio che fece insieme ad alcuni di loro. Il terzo libro è il Libro della Storia o dei Sogni, che descrive il diluvio e la storia del mondo, mentre nel quarto libro si parla di punizioni e premi. Il quinto libro è il Libro del Messia, in cui vi è una sorta di descrizione dell’aldilà e della fine dei tempi. L’intera opera non è altro che un resoconto particolareggiato dei viaggi che Enoc intraprese con esseri non di questo mondo che vengono identificati con gli angeli e con gli Arcangeli. Tuttavia se dopo ogni viaggio Enoc ritornava sulla Terra,nell'ultimo viaggio egli rimase a vivere fra gli “angeli”. Inoltre Enoc chiama Vigilanti sia gli angeli che hanno disubbidito, sia quelli al servizio di Dio, quindi per praticità chiamerò Vigilanti gli angeli ribelli e Arcangeli quelli che li combattono, dato che i capi di questi ultimi sono chiamati col nome degli Arcangeli. Nel Libro degli Angeli si inizia parlando di un gruppo di “angeli” (200?) detti Vigilanti, che scesero sulla Terra per generare dei figli con le donne umane. Dato che Enoc ci dice che dall’unione nacque una specie umanoide gigante, è lecito ritenere che gli “angeli” abbiano fecondato artificialmente le donne terrestri, incrociando il DNA alieno con quello umano, generando così gli umanoidi giganti di cui parla Enoc. Infatti non è logicamente possibile che dall'unione fisica normale tra gli “angeli” e i terrestri possa nascere qualcuno, né è possibile che esseri superiori alieni diversi dagli umani siano attratti dalle donne umane (se erano simili a noi non sarebbero stati generati umanoidi giganti). Enoc prosegue dicendo che questi angeli diedero agli uomini diverse cognizioni scientifiche, ma posero anche i severi giganti creati al comando della specie umana. Di conseguenza gli uomini non erano contenti e non erano contenti nemmeno gli “Arcangeli” che erano a tutela del genere umano che, consultatisi con una specie a loro superiore, decisero di porre fine alle ingiustizie causate dai Vigilanti e dagli ibridi da loro creati. È da far notare che gli Arcangeli (i Vigilanti al servizio di Dio) sono visti da Enoc come degli esseri non di questo mondo posti alla tutela dello sviluppo della civiltà umana basato sul non intervento diretto, infatti essi sono molto adirati contro i Vigilanti per via degli insegnamenti scientifici di questi ultimi agli uomini. Come dice stesso il nome, i Vigilanti risultano anch'essi essere degli esseri non di questo mondo posti alla tutela dello sviluppo umano, solo che la pensano in maniera diversa dei colleghi non-interventisti (gli Arcangeli), e quindi decidono di attuare una politica di intervento diretto e di miglioramento della razza umana tramite ibridi appositamente studiati. È ovvio il fatto che gli Arcangeli risultino essere degli alieni posti a tutela di un progetto di sviluppo di una razza intelligente sulla Terra, ed è anche ovvio il fatto che i Vigilanti siano una specie aliena distinta dalle altre, quindi senza un obbligo di ubbidienza diretto, dato che essi potettero agire indisturbati per molto tempo in contrasto con gli altri e i provvedimenti presi contro di loro sono quelli di un annientamento totale di una specie aliena. Infatti Enoc prosegue elencando le decisioni degli Arcangeli contro i Vigilanti per eliminare gli umanoidi giganti, cioè far in modo che i giganti si decimassero combattendo fra di loro e poi finirli con un diluvio. Contro i Vigilanti si decide invece di renderli inoffensivi e poi di imprigionarli. A questo punto Enoc scrive che gli Arcangeli incaricarono Enoc di comunicare la condanna ai Vigilanti del cielo ribelli in un’apposita riunione con loro. È da notare che Enoc specifica il fatto che i Vigilanti provengano dal cielo, e quindi dallo spazio. Così come è da notare che Enoc incontrò i Vigilanti riuniti fisicamente, e quindi li si potrebbe chiaramente chiamare alieni, perché sono fisici e perché non sono di questo pianeta.



4.1) Il lungo viaggio.


Enoc descrive la struttura aliena come fatta di un materiale sconosciuto che lui chiama “cristallo”, ma che dovrebbe corrispondere ad una lega lucente di metallo con elementi di vetro.Poi Enoc descrive “lingue di fuoco” delle luci artificiali poste fuori e dentro la struttura . Sia il pavimento che le pareti erano di “cristallo”, mentre per soffitto Enoc vede qualcosa che descrive come stelle e folgori con cherubini infuocati in mezzo, probabilmente era una specie di corridoio con una luce a forma di linea continua che attraversava il soffitto, oppure era una specie di hangar con le astronavi luminose che passavano sopra la testa di Enoc. Infatti Enoc precisa che il sistema di illuminazione era particolare, infatti le pareti e le porte ardevano in fiamme, cioè emanavano una specie di luce che auto-illuminava il tutto. Questa particolare forma di illuminazione è stata descritta anche da diverse persone che affermano di essere state rapite dagli alieni. Una volta entrato nella “casa di cristallo”, Enoc fu portato in una seconda “casa” tutta luminosa, che però viene descritta come una specie di enorme astronave aliena luminosa, di cui Enoc vede anche l’interno e descrive a sue parole quello che sembra il meccanismo di propulsione, con una specie di grande turbina o reattore dall'estremità superiore luminosa con una sfera luminosa intorno. 
È ragionevole pensare che sia una parte del meccanismo di propulsione, perché Enoc dice che praticamente quando è luminoso nessun angelo vi si poteva avvicinare, forse per via di particolari radiazioni emesse. 
È inutile aggiungere che la luminosità degli UFO è una delle loro caratteristiche principali.Enoc poi prosegue dicendoci che entrò in un veicolo volante dall’aspetto di nuvola (cioè una classica antica descrizione di astronave aliena) che lo portò in un luogo nello spazio, poiché Enoc dice che quando entrò nella nuvola iniziò a volare e vide passare davanti a sé velocemente l’atmosfera e le stelle finché giunse ad una specie di base aliena. A questo punto Enoc vede una struttura artificiale aliena composta di materiali a lui sconosciuti, ed ovviamente egli vede anche elementi tecnologici alieni che non sa descrivere e che gli incutono timore.
Successivamente Enoc viene portato in un luogo lontano passando tra oggetti enormi che descrive come frecce di fuoco con la loro faretra, arco di fuoco, spada di fuoco, folgori, cioè astronavi aliene luminose dalle forme più varie, ma per lo più a sigaro. Poi viaggia a grandi altezze sulla Terra o su un altro pianeta simile, poiché vede sorvolare prima catene montuose, poi oceani e poi vede la Terra dallo spazio e le stelle che sono visibili nell'abisso, cioè lo spazio.
Il viaggio prosegue ed Enoc raggiunge una struttura luminosa enorme dove Enoc vede un luogo al di là della grande terra dove i cieli finiscono, cioè lo spazio profondo una volta allontanati dalla Terra. Ad un certo punto Enoc viene portato in un abisso con numerose colonne di fuoco cadute, cioè in una parte dello spazio dove era stata relegata la flotta spaziale dei Vigilanti ribelli, formata quindi dalle luminose astronavi madre a forma di sigaro, poiché tali astronavi sono sempre state descritte in passato come colonne di fuoco, visto che ne sono molto simili. Enoc descrive questo luogo come una parte remota dello spazio, visto che non si intravedevano stelle, non vi era terra ed acqua sotto di esso, e non vi erano forme di vita animale. Ad Enoc fu detto che questo era una prigione per le stelle e per l’esercito del cielo, cioè una prigione militare in cui sono relegati tutti i tipi di “angeli” ed anche le loro astronavi. Successivamente ad Enoc viene mostrata un'altra prigione dove vi erano ancora delle astronavi luminose che egli chiama “stelle che trasgredirono”, sempre nello spazio profondo, dato che Enoc descrive il luogo come un posto dove non vi era nulla, con nessun cielo sopra e neppure terra sotto, un luogo orrido e deserto.
Una terza prigione degli “angeli” invece si presenta ad Enoc come un enorme deposito di grandi colonne di fuoco cadute, cioè astronavi madre luminose a forma di sigaro.
È interessante notare come alcuni studiosi pensino che queste prigioni possano trovarsi vicino Orione. Successivamente egli viene portato in determinati luoghi, forse sulla Terra, dove Enoc vede delle enormi basi degli “angeli”, e poi viene condotto nel sottosuolo in una misteriosa base sotterranea.
Incomincia ora un altro viaggio di Enoc, dove egli ammira le cose della Terra viste dall’alto, fino a giungere in orbita, dove un arcangelo gli fa una lezione di astronomia. Finita questa, il viaggio riprende, ed Enoc vede delle “porte del cielo” attraverso le quali passano le “stelle del cielo”, forse dei portali attraverso cui arrivano nel nostro mondo astronavi aliene luminose che sembrano stelle, cosa possibile visto che Enoc descrive spesso oggetti luminosi in movimento come “stelle”.

4.2) Il secondo viaggio.

Si susseguono poi tutta una serie di “visioni” e di “parabole” che vengono mostrate ad Enoc dopo che è stato rapito da una “nuvola” e portato in cielo. Enoc vede dimore celesti di vario tipo e per vari tipi di entità, ma la cosa più enigmatica che Enoc vede sono alcune “stelle” che salgono, diventano folgori e non possono più abbandonare la loro nuova forma, cioè un processo che sembra la descrizione di un decollo di un UFO di tipo luminoso. Dopo una serie di oscure visioni Apocalittiche, ad Enoc vengono mostrati i segreti di luminari e folgori lampeggianti, descrizione spesso usata nel corso della storia per descrivere gli UFO luminosi di tipo lampeggiante.


4.3) L’ultimo viaggio.

Successivamente Enoc fu rapito e salì in cielo. Lì vide i “figli dei santi angeli” comminare su “fiamme di fuoco” con un vestito bianco lucido, cioè vide esseri alieni che viaggiavano su astronavi luminose, vestiti con la tuta bianca lucida che spesso viene descritta dalle persone rapite dagli alieni. Inoltre Enoc, arrivato in orbita, vide un luogo da cui uscivano stelle e luminari, cioè un hangar di astronavi aliene luminose.
Dopo ciò, Enoc fu portato molto lontano dove vivevano gli “angeli”, quindi forse su un altro pianeta, dove vide anche un edificio di pietre di cristallo con lingue di fuoco vivente intorno, cioè nient’altro che l’ennesimo edificio alieno, e vi si stabilì per sempre.

4.4) I giganti ed il diluvio.

Quello che viene più volte ripetuto nel libro, è il fatto che si sia deciso di distruggere la civiltà dei giganti ibridi facendo in modo che le diverse civiltà di giganti sulla Terra combattessero tra di loro e poi scomparissero in seguito ad un diluvio provocato forse dalle stesse armi dei giganti. Infatti nel libro di Enoc è ripetutamente specificato che essi erano una creazione prediletta di esseri non di questo pianeta (i Vigilanti) ed avevano conoscenze scientifiche avanzate che avevano appreso dai loro creatori, nonché dei mezzi tecnologicamente avanzati, se si considera il fatto che in pochissimo tempo i giganti dominarono gli esseri umani.
Proprio l’uso di un’arma aliena deve aver portato al cataclisma globale che fece sprofondare le loro città, probabilmente provocato dall'uso continuo delle loro armi o di una sola terribile arma che portarono all’inclinazione dell’asse terrestre, e quindi ai relativi grandi sconvolgimenti. Infatti Enoc quando parla del Diluvio e di Noè, afferma che quando venne il diluvio e gli altri cataclismi “la Terra si era inclinata” e che dopo il diluvio la Terra era mutata rispetto a prima. La cosa va a coincidere anche con gli scritti di Platone (filosofo greco) il quale afferma che si inclinò l’asse terrestre e ciò portò a vari sconvolgimenti, tra cui il diluvio biblico. Quindi la fine della civiltà dei giganti nel libro di Enoc sembra ricalcare alla perfezione le leggende della fine delle antiche civiltà di Atlantide, Mu e Lemuria, nonché della razza superiore che li abitava, una fine che, secondo alcuni ricercatori, sembra sia avvenuta 12.500 anni fa.

4.5) Collegamenti storici.

Il libro di Enoch non è altro che la versione biblica di un testo sumerico nel quale il protagonista viene chiamato col soprannome Enmeduranki, che significa "Maestro nell’unione fra cielo e terra". Ciò non è strano, dato che molti studiosi ritengono che la Genesi della Bibbia sia la copia della antichissima storia fenicia di Sanchoniathon, nonché che la stessa Genesi biblica sia un adattamento successivo di quella Sumerica. Inoltre storie simili sono presenti in molte tradizioni e religioni antichissime, come nei Veda, i testi sacri dell’antica cultura indiana.Quindi il libro di Enoc è una delle testimonianze importanti del contatto di un uomo con specie non di questo mondo, questa volta però la veridicità della storia è supportata dalle varie citazioni di riferimento della Bibbia, che vanno dalla Genesi all'Apocalisse di San Giovanni, nonché le citazioni di vari Santi che rendono tale testo meno Apocrifo e più ufficiale che mai.

L’esistenza di UFO, di alieni, di esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre cose misteriose, è perfettamente compatibile con la dottrina cristiana e, più generalmente, con Dio. Ma non bisogna dimenticare che da sempre l’uomo interpreta i testi sacri, credendo spesso in cose non vere perché l’uomo non ha saputo interpretare i testi sacri.Effettivamente è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e questo lo sapevano pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una lettera agli Ebrei parla di mondi (abitati) creati dalla manifestazione (il verbo) di Dio. Dunque gli UFOs potrebbero essere un fenomeno senza tempo! Ma se così fosse, come e quanto ha influito questa presenza nello svolgimento della storia umana? Una risposta quanto meno indicativa circa il tempo di influenza che tale fenomeno OVNI ha prodotto sulla cultura umana, la possiamo ricavare attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici noti come “OOPART” e nella così detta “ARCHEOLOGIA SPAZIALE”. 


Termini questi con cui si usa contraddistinguere tutta quella serie di reperti archeologici anomali, ovvero riconducibili a un bagaglio di conoscenze e tecnologie allogene ossia portate alle popolazioni terrestri da culture e/o visitatori alieni. Naturalmente per gran parte di noi –oggi- tali affermazioni potrebbero risultare inquietanti ed inaccettabili. Questo lo si può desumere proprio grazie ad alcuni studi, come ad esempio il :”Brookings Report“ realizzato per conto della NASA nel 1961. La NASA chiese all'istituto Brookings di analizzare gli effetti sociali, politici ed economici derivati dalla scoperta e conseguente “contatto” con civiltà intelligenti extraterrestri. Lo studio dell’istituto Brookings mette in evidenza come nel corso della storia umana, varie culture si erano estinte per essersi dovute confrontare con civiltà tecnologicamente più avanzate e culturalmente superiori. Sappiamo quindi che un possibile contatto con civiltà extraterrestri –per noi terrestri- avrebbe un impatto sociologico,religioso e politico estremamente traumatico e rivoluzionario. Questo proprio perché l’uomo, convinto della sua unicità, non ha prestato quella dovuta attenzione a testi sacri, sculture e pitture sparse in tutto il mondo, portandosi così ad avere una chiusura mentale verso certe tematiche che potrebbero rivoluzionare lo Status Quo dell’ intera società umana. L’archeologia spaziale ci induce quindi ad accettare un interpretazione più aderente ad una realtà storica degli eventi umani portandoci così, non a creare una nuova religione, ma ad avviare un nuovo processo di reinterpretazione del nostro passato, fino a rendere accettabile l’idea che, fin dall'alba dei tempi, non siamo mai stati soli nel silenzio dell’Universo.


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