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sabato 10 ottobre 2015

GRANDE SUCCESSO IERI POMERIGGIO PER LA PERFORMANCE DEI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI DI ITASTRA.

10 ott. 2015

“Che fine hanno fatto le mie lacrime?” chiede al pubblico la voce della giovane Maris. “Chiedimi come e con chi sono venuto” sprona il disertore. A seguire, tre laboratori di tecniche didattiche per insegnare le lingue. 

Studenti, insegnanti, tirocinanti, operatori del sociale, ragazzi e ragazze di tutto il mondo giunte a Palermo per lavorare e studiare, ma anche cittadini che hanno voluto manifestare la loro sensibilità ai temi dell’accoglienza e dell’inclusione sociale. In tantissimi si sono ritrovati, ieri pomeriggio, nella stracolma aula 101 del Complesso Sant'Antonino dell’Università di Palermo, per il tutto esaurito della performance “Echi della lunga distanza. Laboratorio. Letture dopo lo sbarco”, con il coordinamento artistico di Yousif Latif Jaralla ed in scena alcuni dei minori stranieri non accompagnati inseriti da mesi nei programmi di inclusione linguistica della Scuola di Lingua italiana per Stranieri (ItaStra - Università di Palermo). Un pubblico variegato che si è anche seduto per terra pur di ascoltare le storie di viaggi della disperazione e di sbarchi della speranza raccontati dalla viva voce dei giovani protagonisti. Tantissimi quelli che non sono riusciti ad entrare e che potranno vedere lo spettacolo in una delle prossime repliche. Le foto di Antonio Gervasi e le musiche di Riccardo Palumbo sono stati realizzati dai due artisti appositamente per questo spettacolo. Nei panni di attori Sadik, Ama, Rosemarym, Mad, Khlifa, Amadou, Saikou e Kirolos. Hanno dato voce alle storie di molti coetanei che, come loro, hanno attraversato da soli il Mediterraneo. Un lungo viaggio alla ricerca di una vita diversa, che è stata trovata e che è stata raccontata al pubblico in sala. Un album di ricordi con schegge di vita tra i banchi di ItaStra, che li accolti sin da subito al loro arrivo a Palermo con corsi di lingua italiana. Ma anche tra i luoghi simbolo della città, nei campetti di calcio di Mediterraneo Antirazziasta o nelle visite guidate nel territorio. I frammenti fotografici della nuova vita si sono intrecciati durante la performance con i ricordi della vecchia, lasciata al di là del Mediterraneo. Come quella della giovanissima Maris che in Nigeria ha salutato sua madre. Spera di poterla portare in Italia grazie ai soldi che potrebbe guadagnare nel giorno in cui realizzerà il suo sogno: aprire un negozio. E poi c'è il disertore. Non vuole che gli si chieda come vive in Italia: fa le stesse cose ogni giorno. Vuole che gli si chieda perché è scappato, come e con chi è giunto in Italia. E poi c'è anche la narrazione di quei momenti tragici della traversata, tra onde alte come palazzi e una barca con cento persone sopra. Ma alla partenza erano in 250. E chi è sopravvissuto ai tre giorni di torture in mare è stato spogliato dalle onde. Queste sono solo alcune delle storie narrate ieri pomeriggio tra applausi, commozione e lingue diverse che si intrecciavano per dare ancora più autenticità a quei vissuti tragici ma carichi di speranza. “Se vuoi giudicarmi, indossa le mie scarpe” ha detto alla fine dello spettacolo il narratore e regista iracheno Yousif Latif Jaralla, curatore artistico dello spettacolo. Perché solo mettendosi nei panni dei giovani migranti si potrà, forse, comprende il loro vissuto e la voglia di un nuovo futuro al di là delle coste della Libia. A seguire i tre previsti laboratori di tecniche didattiche per l’apprendimento linguistico condotti da docenti della Scuola di Lingua italiana per Stranieri: l’Autobiografia linguistica, il Total Physical Response e Fonetica e teatro. Alla fine dei laboratori, i volti rilassati dei partecipanti che lasciavano alla spicciolata il complesso di S. Antonino. Come Alessandra, una tesi sull’autobiografia linguistica nei testi letterari in corso di redazione: “Il modo migliore per chiudere un pomeriggio iniziato con l’intensa performance dei ragazzi. Torno a casa riempita di tanti stimoli e suggestioni che adesso ho bisogno di mettere in ordine per assaporarli ancora di più ed utilizzarli nel mio percorso formativo”.

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La storia del blog nasce nel 1997 in America, quando lo statunitense Dave Winter sviluppò un software che permise la prima pubblicazione di contenuti sul web. Nello stesso anno fu coniata la parola weblog, quando un appassionato di caccia statunitense decise di parlare delle proprie passioni con una pagina personale su Internet. Il blog può essere quindi considerato come una sorta di diario personale virtuale nel quale parlare delle proprie passioni attraverso immagini, video e contenuti testuali. In Italia, il successo dei blog arrivò nei primi anni 2000 con l’apertura di diversi servizi dedicati: tra i più famosi vi sono Blogger, AlterVista, WordPress, ma anche il famosissimo MySpace e Windows Live Space. Con l’avvento dei social network, tra il 2009 e il 2010, moltissimi portali dedicati al blogging chiusero. Ad oggi rimangono ancora attivi gli storici AlterVista, Blogger, WordPress e MySpace: sono tuttora i più utilizzati per la creazione di un blog e gli strumenti offerti sono alla portata di tutti. Questo blog, invece, nasce nel 2007; è un blog indipendente che viene aggiornato senza alcuna periodicità dal suo autore, Francesco Toscano. Il blog si prefigge di dare una informazione chiara e puntuale sui taluni fatti occorsi in Sicilia e, in particolare, nel territorio dei comuni in essa presenti. Chiunque può partecipare e arricchire i contenuti pubblicati nel blog: è opportuno, pur tuttavia, che chi lo desideri inoltri i propri comunicati all'indirizzo di posta elettronica in uso al webmaster che, ad ogni buon fine, è evidenziata in fondo alla pagina, così da poter arricchire la rubrica "Le vostre lettere", nata proprio con questo intento. Consapevole che la crescita di un blog è direttamente proporzionale al numero di post scritti ogni giorno, che è in sintesi il compendio dell'attività di ricerca e studio posta in essere dal suo creatore attraverso la consultazione di testi e documenti non solo reperibili in rete, ma prevalentemente presso le più vicine biblioteche di residenza, mi congedo da voi augurandovi una buona giornata. Cordialmente vostro, Francesco Toscano.