04 Febbraio 2009.
Le origini della festa
Le origini della venerazione di sant'Agata si pensa siano da far risalire all'anno seguente il martirio della santa vergine e martire catanese, ovvero al 252. Il popolo nutrì subito una grande devozione per la vergine Agata che si era votata al martirio pur di difendere il suo onore e per non abiurare alla sua fede. I catanesi furono orgogliosi di questa giovane che si rivoltò contro il volere del proconsole romano Quinziano. In questo si dovette innestare l'odio per l'oppressore straniero. Per quanto attiene la festa vera e propria è molto difficile stabilire quale fu l'anno di inizio delle celebrazioni. Secondo alcune testimonianze ancora prima della nascita di Agata veniva celebrata una festa pagana durante la quale un simulacro di una vergine veniva portato in processione per le vie della città. Un'altra tradizione viene riportata da Apuleio ne Le metamorfosi, secondo la quale la festa della dea Iside nella città greca di Corinto avrebbe molti punti di contatto con la festa catanese. In particolare il popolo vestito di una tunica bianca che partecipava ai festeggiamenti (questo sarebbe l'accostamento al saccu bianco indossato dai devoti in processione). Sicuramente i primi festeggiamenti a sant'Agata, anche se non programmati, avvennero spontaneamente il 17 agosto 1126 quando le spoglie della santa catanese, trafugate nel 1040, furono riportate in patria da due soldati, Gilberto e Goselino, dalla città di Costantinopoli dove erano state trasportate 86 anni prima. Esse furono accolte dal vescovo di Catania Maurizio che si recò al Castello di Jaci per accoglierle. Sparsasi la voce, nel corso della notte, i cittadini si riversarono nelle strade della città per ringraziare Dio di aver fatto tornare, dopo 86 anni, le spoglie della amata martire Agata. Ma anche dopo il ritorno delle reliquie non vi furono dei festeggiamenti organizzati, almeno come li intendiamo oggi.
I festeggiamenti erano per lo più di natura liturgica e si svolgevano all'interno della Cattedrale. Ciò sarebbe dimostrato in maniera indiretta da quanto avvenne il 4 febbraio 1169, quando un tremendo terremoto rase al suolo la città di Catania seppellendo sotto le macerie il popolo di fedeli che si trovava all'interno della cattedrale, in preghiera, per la celebrazione del martirio di sant'Agata. In quella occasione, secondo alcune cronache dell'epoca, perirono oltre 80 monaci ed alcune migliaia di fedeli sotto le volte del tempio crollato.
Soltanto nel 1376, anno di costruzione della vara (fercolo), in legno, si presume che siano iniziati i festeggiamenti con la processione per le vie della città. Dal 1209 al 1375 avvenivano processioni con il velo della santa. Il fercolo attuale fu ricostruito nel 1946 dopo che i bombardamenti della seconda guerra mondiale lo avevano seriamente danneggiato, tutto in argento su di un telaio in legno. Quello preesistente era stato invece inaugurato nel 1519.
Poco a poco alla festa puramente religiosa si affiancò una festa più popolare, voluta dal Senato della città e anche dal popolo che coglieva l'occasione per avere qualche giorno di sano divertimento. A questo punto, per evitare degenerazioni che potessero creare problemi di ordine pubblico, venne creato un regolamento al quale dovevano attenersi gli organizzatori dei festeggiamenti. Pertanto in abbinamento alla processione della vara per le vie cittadine, si inserirono spettacoli di natura diversa per intrattenere i fedeli che arrivavano da ogni parte della Sicilia.
Fino al 1692 la festa si svolgeva in un giorno solo il 4, il 5 febbraio era il giorno della ricorrenza del martirio di sant'Agata. Dal 1712 la festa assunse un'importanza maggiore venendo strutturata su due giornate di festeggiamenti, il 4 e 5 febbraio; forse anche per il fatto che dopo il terremoto del 1693, che rase al suolo tutta la città, Catania venne ricostruita attuando una pianta ortogonale che rese la viabilità più facile con strade più larghe e ordinate, ma soprattutto la città si era espansa e il giro dei quartieri cittadini non poteva più essere effettuato in un solo giorno. Verosimilmente la festa dovette subire delle interruzioni negli anni successivi a due eventi drammatici che distrussero la città:
- Nel 1669 una eruzione catastrofica dell'Etna ricoprì di lava gran parte della città rendendo impraticabile oltre il 50% della viabilità cittadina;
- Nel 1693, come già detto, un terremoto di enorme magnitudo sconvolse il Val di Noto distruggendo completamente la città di Catania.
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