14 novembre 2013.
Carissimo, ho letto attentamente anche questo tuo lavoro, e approfitto per rinnovare i complimenti fatti in precedenza. E' un romanzo semplice, direi che in alcune parti è molto simpatico e divertente, anche se riesce a trasmettere, in alcune parti, anche tristezza e sconforto;... dopo questa reincarnazione ce la faccio e invece non è così e si ricomincia in un'altra vita.
La semplicità di alcuni personaggi narrati, i fatti a questi collegati, le situazioni che si vengono a creare di volta in volta, generano sicuramente nel lettore curiosità; viene voglia di raggiungere la fine del libro al più presto.
Personaggi come Turiddu ad esempio, se da un lato può essere considerato un personaggio simpatico e furbo, per la vita che conduce, lo stato di ubriachezza in cui vive tutto il giorno, intristisce, perchè proprio lui si rende autore di spiacevoli episodi familiari che ricordano problematiche gravi purtroppo vere e dei tempi moderni, la violenza domestica e la violenza alle donne, famiglie in rovina sia dal punto di vista sociale che economico e quindi ancora, matrimoni in frantumi.
Gli immancabili cenni storici, aiutano a descrivere al meglio, e a creare quella giusta atmosfera che trasporta il lettore all'interno dell'episodio o della storia che si sta narrando.
Molto simpatica la storia della Corte Suprema preposta alla valutazione della vita terrena e soprattutto all'emanazione della sentenza in base a ciò che si è fatto di buono e di cattivo in vita ... se così dovesse essere un domani al termine della vita terrena, penso che ci sarà qualche problema di spazio nella sala dell'oblìo, conviene pensarci subito, dobbiamo provvedere sin da adesso ad ampliare i locali, oppure dato che si è già in procinto, bisogna produrre una serie di emendamenti alla Corte Suprema, affinchè approvi qualche indultino ... per anime insanabili ... anche se tutto sommato, pensandoci bene, non converrebbe perchè potrebbe anche finire bene, se si capita ad esempio nel periodo in cui c'è da valutare l'anima di qualcuno molto influente da Milano, per esempio, ci vorrà del tempo prima della sentenza della Corte Suprema e allora vuoi vedere che non si organizza "qualcosina" un pò piccante...?
Ebbene detto ciò, al di là di come ciascuno di noi può immaginare ciò che ci aspetta dopo la vita terrena, trovo un denominatore comune, in almeno in tre pensieri: quello dell'autore, quello di Antonio De Curtis, in arte Totò nella famosa poesia 'A livella, e il mio pensiero, e cioè che ciascuno di noi, al termine di questa esistenza, dovrà presentarsi davanti a qualcuno, che sia Dio, che sia Corte Suprema, o altra entità e dovrà rendere conto di ciò che ha fatto, accettando,... e senza possibilità di appello ...qualsiasi "Sentenza" che gli venga emessa proprio come è accaduto all'anima da te descritta.
A tal proposito ti invio la parte finale della poesia che ti ho menzionato.
'A morte 'o ssaje ched''e?... è una livella.
'Nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti... nun fa' 'o restivo,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!".
Grazie e complimenti ancora una volta.
Gabriele.