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Il castello di Caccamo (Pa) - (Fonte: dalla rete) |
29 Febbraio 2012.
Sono incerte le origini e la storia del paese di Caccamo, in provincia di Palermo, dato che pochissimi sono i documenti storici a cui attingere per le informazioni sulle sue origini. Si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi, rifugiatisi nel paese dopo che Himera (nelle vicinanze dell'attuale Termini Imerese) era stata distrutta da Gelone, tiranno di Siracusa. Ma sono state trovate anche successive tracce bizantine e, inoltre, alcuni nomi di quartieri e di contrade fanno presupporre la presenza di un nucleo saraceno (lo stesso toponimo Caccamo potrebbe essere d'origine araba). In seguito, nel 1094, Caccamo fu affidata ai Normanni, concessa in feudo a Goffredo de Sageyo. Il paese è una borgata medievale dominata dal suo Castello in alto su una collina nella parte più antica del paese. A Caccamo nacque l'architetto e pittore manierista Nicasio Azzarello (Contino & Mantia, 1998), discepolo e genero dell'architetto, pittore e cartografo palermitano Antonino Spatafora, cognato dell'architetto e pittore termitano Vincenzo La Barbera. L'Azzarello lavorò, in qualità di architetto ai Quattro Canti (Ottagono di Piazza Villena) di Palermo. Unico suo dipinto noto, come hanno recentemente documentato Contino & Mantia (2001), è l'Annunciazione della chiesa del Carmelo di Termini Imerese, realizzata assieme al discepolo, il termitano Francesco La Quaraisima.
Oltre al Castello che domina l’intero paese e che merita certamente una visita, Caccamo è ricca di meravigliose chiese. Vi proponiamo qui una breve guida studiata dall’amministrazione comunale. L’itinarario non può che iniziare dal Duomo, dedicato a San Giorgio. Fondato dai Normanni nel 1090, ampliato nel 1614, custodisce preziose opere d’arte: il blocco marmoreo del fonte battesimale datato 1466, della scuola del Gagini; cosi come il ciborio della cappella del SS. Sacramento del XV secolo; la tavola di Simone De Wobrek, raffigurante la caduta di Gesù sotto la croce del XVI secolo; le tele dei cinque sensi di scuola fiamminga e la grande tela raffigurante il miracolo di San Isidoro Agricola del 1641. All’interno della sagrestia si possono inoltre ammirare bassorilievi, dipinti, statue, messali, manoscritti, paramenti sacri ricamati in oro, calici, ostensori. Non lontano da Piazza Duomo, troviamo la chiesa dell’Annunziata. Fondata intorno al 1200, presenta agli esterni interessanti elementi barocchi. L’interno è suddiviso in tre navate ed impreziosito da opere d’arte come la tela raffigurante l’Annunciazione di Guglielmo Borremans, e alcuni stucchi di Bartolomeo Sanseverino. Poco distante troviamo la chiesa di San Benedetto alla Badia. Fondata nel 1615 dalle suore benedettine, l’interno presenta un grande pavimento in maiolica di Nicolò Sarzana, una splendida cancellata in ferro battuto a forma di grande ventaglio, una grandissima quantità di stucchi attribuiti alla scuola del Serpotta ed inoltre marmi policromi, affreschi sulla volta e le tele degli altari laterali. La piazza del Duomo è circondata da altri splendidi monumenti barocchi: la chiesa dell’Oratorio, il palazzo del Monte di Pietà, la chiesa delle anime sante del Purgatorio. Questo complesso monumentale costituisce uno dei più eleganti ambienti architettonici di Caccamo, scenario suggestivo utilizzato come cornice ad importanti spettacoli all’aperto e manifestazioni culturali. Fra gli edifici religiosi di interesse artistico che consigliamo di visitare, ricordiamo: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, che custodisce una preziosa “Madonna col Bambino”, capolavoro del Gagini, ed i resti mortali del Beato Giovanni Liccio, patrono e protettore della città di Caccamo e la chiesa con annesso convento dei Cappuccini, con il suo imponente altare maggiore ligneo di stile dorico e corinzio.
Laboriosa e piena era la vita dei cittadini che vivevano al di fuori delle mura del castello. Lì, al riparo di arcieri e ponti levatoi, nascevano tradizioni e riti che, secoli dopo secoli, sono arrivati sino ai giorni nostri. Alcuni di questi si tengono ancora all’ombra di mura medioevali che, seppur spogliate di cavalieri con arco e frecce, conservano il loro fascino quasi intatto. È il caso di Caccamo, centro collinare in provincia di Palermo, in cui ogni anno si rinnova un rito dedicato a San Giuseppe. La festa del santo, come è noto, ricorre il 19 di marzo ma in questo paese, ricco di chiese e bei palazzi, tutto ha inizio domenica 4 marzo. Sono due le manifestazioni, strettamente collegate, per cui vale la pena pensare di organizzare un visita. La prima è "a retina", che consiste in una raccolta porta a porta di frumento in onore del santo. Dalle otto del mattino, dalla zona del Carmine, cavalli bardati a festa, passeranno per tutte le vie del paese. Porta dopo porta, i cittadini avranno da offrire grano dal quale nascerà il pane in onore del famoso falegname. La passeggiata tra le vie cittadine terminerà infatti nel vecchio mulino del paese, luogo in cui sarà effettuata la molitura necessaria alla preparazione del pane del 19 marzo. Il secondo evento da segnalare è "a scalunata". In questo caso protagonista è la chiesa della SS. Annunziata, la cui scalinata, dall’altare all’abside, si ricopre di candele. I ceri terminano il loro virtuale percorso davanti al simulacro ligneo di Gaspare Serpotta, del XVII secolo. E, per la prima volta, una terza manifestazione arricchisce la giornata del 4 marzo: dalle 9 del mattino, in piazza Marconi, è l’ora della “Sfinciata”, appuntamento da non perdere per gli amanti delle prelibatezze culinarie. Per informazioni: 091.8103111.
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